Serie TV > Dr. House - Medical Division
Segui la storia  |       
Autore: Daymy91    27/05/2009    2 recensioni
“Ho sempre creduto di essere un uomo forte. Ho fatto i miei errori… ma son sempre stato capace di superarli e di andare avanti.- l’uomo sorrise amaramente – ma credere, non sempre basta a sfuggire alle paure e alla sofferenza.” ....Storia basata sul finale della 5 stagione di House md!! PUBBLICATO 11° CAPITOLO! =)
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Greg House, James Wilson, Lisa Cuddy | Coppie: Greg House/Lisa Cuddy
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Quinta stagione, Sesta stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Grazie a tutti per i bellissimi commenti!!!^^
Sono contenta che la storia vi piaccia… e spero potrà piacervi anche il seguito. Anche perché, se così non sarà, mi dovrò ritenere sconfitta come scrittrice. U.U  Ma migliorerò, ve lo prometto! ç.ç *sta facendo tutto lei*


Deliri a parte, veramente.. grazie a tutti per le bellissime recensioni!!^^
LadyT.. vedrai lati di me che non penseresti mai di conoscere! XD

Vi lascio questo primo chap! Spero vi piaccia!^^ 

Enjoy it!

Miky91

 

CHAP 1

I migliori momenti dell'amore sono quelli di una quieta e dolce malinconia dove tu piangi e non sai di che, e quasi ti rassegni riposatamente a una sventura e non sai quale.

(Giacomo Leopardi)

 

 

La notte era scesa.
Il giorno si era concluso.
Il vento soffiava freddo tra le persiane mentre, il picchiettare della pioggia, difficilmente avrebbe permesso a Lisa Cuddy di riuscire a far addormentare Rachel.
La stringeva al petto, cullandola dolcemente. Riusciva a percepire i suoi battiti, il suo respiro… così tenero e così dolce.
Da quanto tempo desiderava stringere a se una bambina? Da quanto desiderava avere una bambina da allattare, da accudire, da amare….?
Tre anni.
E adesso, finalmente, sua figlia era tra le sue braccia.
Tre anni di desideri, speranze, e, inevitabilmente, anche sofferenze. Tutte cose che però aveva condiviso con una persona…. con lui.
Cuddy sorrise vedendo Rachel fare un piccolo sbadiglio mentre, ormai assonnata, si rannicchiava ancor di più sul suo petto.
Erano proprio quei piccoli gesti che le riempivano il cuore di gioia, che la facevano stare bene sia come donna che come madre.
Che le facevano dimenticare tutto ciò che era successo in quel periodo… anche se per pochi attimi.
L’ospedale ormai senza Gregory House era come un contenitore vuoto, o forse, lo era semplicemente lei.
I giorni erano monotoni, infiniti nella loro limitatezza. Il tempo, ora dopo ora, sembrava non aver più voglia di fuggire.
Le mancavano i suoi scherzi, i suoi giochi di potere, i loro battibecchi, i suoi insulti persino.
Le mancava tutto di lui.
Alle volte chiudeva gli occhi e lo immaginava irrompere nel suo ufficio con in mano dei documenti da firmare per chissà quale impossibile operazione, altre invece, lo immaginava giocherellare con quella pallina rossa e grigia che tanto amava e che tanto gli era utile per i casi più disperati.
Ma tutto questo, lo sapeva, non sarebbe avvenuto…perché lui non era più al suo fianco.
Chiuse gli occhi, cercando di ricacciar indietro quei tristi pensieri, legati poi a dei stupidi sentimenti di un amore impossibile.
Un amore che lascia la sua impronta solo nella sofferenza.
Sospirò debolmente, notando che adesso Rachel si era completamente addormentata.
“Buona notte piccola.” le sussurrò, dandole un bacio sulla fronte e deponendola nella culla. 

Si diresse in cucina, mettendo sul fuoco un po’ d’acqua.
Erano le 21:00... e tuttavia non aveva cenato.
Indossava ancora il tailleur che aveva messo per andare a lavoro e, adesso, ciò di cui aveva veramente bisogno era un bel bagno caldo.
Ma l’improvviso picchettare alla porta le fece svanire ogni speranza di un po’ di relax.
Eppure, per quanto stanca potesse essere, non appena aprì la porta e vide James Wilson di fronte a se, il suo volto si illuminò, ringraziando il cielo che l’oncologo fosse riuscito a trovare il tempo di venirla a trovare.
“Wilson!- esclamò contenta – Vieni entra o ti bagni.”
“Ciao Cuddy…” l’oncologo seguì il consiglio, entrando velocemente per evitare la pioggia.
Cuddy gli sfilò via il giaccone, attaccandolo all’appendiabiti “Pensavo di vederti domani a lavoro.”
“Ti avevo detto che se ce la facevo passavo.”
Lei annuì, facendo accomodare l’oncologo nel salone e, non appena vide che si era sistemato nel divanetto, iniziò: “Com’è andata?”
Wilson scosse il capo sospirando, mentre dal suo sguardo traspariva stanchezza “Non riesco più a stabilire un dialogo con lui.”
“Ma sta bene almeno?” domandò preoccupata la dottoressa, sedendosi al suo fianco.
“Ho parlato con i suoi medici e mi hanno detto che hanno provato a fargli un po’ di test di routine… per confermare che si ratta di un problema mentale.”
“Che imbecilli.” sbotto Lisa seccata.
“Scoperto che non aveva nulla di fisico, sono passati ad analizzare il problema mentale. L’hanno sottoposto a vari test sulla concentrazione, altri sul linguaggio… tutto negativo. Secondo ciò che fino adesso hanno fatto, House è in piena salute mentale.” concluse Wilson con rassegnazione, come se cercasse di auto convincersene.
Cuddy abbassò lo sguardo “Almeno non è schizofrenia.”
“Qualcosa deve essere. Non posso pensarlo chiuso là dentro senza che possa ricevere un aiuto vero e proprio.”
“E lui… come sta? Avete parlato?”
“È frustato.- Wilson si portò una mano sugli occhi, facendo tornare i pensieri a quel che era accaduto quel pomeriggio – Non sopporta più la mia presenza. È arrivato al punto da cacciarmi via perché gli avevo chiesto se c’erano progressi. –fece una pausa, inumidendosi le labbra - Lo sto perdendo… e non sono capace di evitarlo.”
“Non è colpa tua.” lo consolò Cuddy, non riuscendo più a trattenere un’espressione di tristezza.
Wilson annuì amaramente “Intanto sarà meglio evitare di andare da lui per un po’. È arrabbiato, frustrato, e soffre a causa delle allucinazioni. Se torno da lui gli farei ancora del male.”
Il pentolino che pochi attimi prima Cuddy aveva messo sul fuoco iniziò a fischiare improvvisamente, costringendo la dottoressa ad andare a spegnere il fornello.
Solo ora Wilson stava notando l’abbigliamento elegante di Cuddy e, guardando l’ora, aveva capito che probabilmente la dottoressa non aveva avuto nemmeno il tempo di cambiarsi o di mangiare. Si alzò, pensando che probabilmente era meglio andar via… del resto ciò che le doveva dire gliel’aveva detto. E poi anche lei meritava un po’ di riposo.
“Sarà meglio che vada.” urlò dal salotto, mettendosi in piedi e prendendosi la propria giacca.
Lisa lo raggiunse nel corridoio qualche secondo dopo “Se vuoi… posso andare io a trovare House.” sussurrò.
“No.”
“Wilson… sono due mesi che è lì dentro e io non sono mai..”
“Ed è meglio cosi.” esclamò l’oncologo, andando per aprire la porta.
“Dannazione, mi vuoi spiegare il perché!? - sbottò Cuddy, strappandogli di mano la giacca e costringendolo a guardarla in faccia – Mi hai detto di non telefonargli, di non farmi sentire… mi hai detto di non andarlo a trovare e che mi avresti portato tu sue notizie. Ho fatto come dicevi perché mi fidavo…ma se adesso tu non ci vai, se adesso non potrò sapere come sta, come pensi mi debba comportare io!? Dammi solo una ragione per lasciarlo marcire là dentro in solitudine!”
Wilson abbassò lo sguardo, riflettendo sul da farsi.
Cosa avrebbe dovuto dirle?!
No, non ci andare, perché se ti vedesse starebbe peggio?  Perché in realtà ciò che l’ha portato a tutto questo è stato il credere di averti amato?!’
“La cosa migliore al momento è lasciare che i medici facciano il proprio lavoro. – si limitò a dire dopo un attimo di riflessione – Se tu ci andassi, House starebbe peggio perché capirebbe quanto gli manca la sua vita. È per questo che io non ci andrò più. Non voglio farlo soffrire più di quanto già non soffra. – fece una pausa, guardandola negli occhi – E poi… non penso gli farebbe piacere farsi vedere da te ridotto in quelle condizioni.”  
Cuddy esitò un attimo poi, stanca, gli porse la giacca “Ok... anche se non penso sia una soluzione tutto questo.”
“Diamogli tempo. – le rispose l’oncologo, indossando l’indumento – Spero solo che vada tutto bene.”
“Spero solo che tu non ti sbagli.” puntualizzò Cuddy.
Wilson annuì colpevole, conscio che, nonostante la sofferenza che questa decisione stava procurando sia a Cuddy che ad House, tutto questo era la cosa migliore.
“Lo spero anche io.” concluse, uscendo di casa e lasciando la dottoressa immobile davanti la porta.
Cuddy fissò il freddo legno del portone oltre il quale immaginava la figura di Wilson allontanarsi.
Vide anche un’altra figura allontanarsi… non dalla sua casa ma da lei, e non era di certo Wilson.
Rimase immobile mentre le lacrime scesero silenziose sulle sue guance.
Che Wilson le stesse nascondendo qualcosa era palese quanto il colore marrone del cioccolato… ma la cosa che più le faceva rabbia era che, ne era certa, in qualche modo rientrava con House.
E il dolore di non poter conoscere la verità, il dolore di non poterlo vedere, di non potergli stare accanto… la fecero immediatamente scoppiare in un pianto dirotto che difficilmente, quella sera, si sarebbe arrestato.

 

 

To be continued…

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Dr. House - Medical Division / Vai alla pagina dell'autore: Daymy91