Sbatto le palpebre e alzo un sopracciglio. -figlio di Lucifero.- ripeto. -beh nome piuttosto strano ma non conosco tuo padre.- ridacchia e mi guarda. -non mi hai capito.-si sciarisce la voce. -sono il figlio di Satana, il diavolo e altri nomi bla bla.- dice e scoppio a ridere. Mi asciugo le lacrime causate dalle forte risate e lo guardo, noto che non ride cosi smetto immediatamente come se fosse stata una risata finta. Tossisco e sistemo i capelli. -non mi credi vero?- -no- Come può essere davvero il figlio del diavolo? Cioè il diavolo è brutto, con la pelle rossa, corna, la coda e altre cose brutte e raccrapriccianti. Invece Cristiam é la perfezione. E poi se é il figlio del diavolo, che ci fa in un collegio a studiare quando suo padre é il re degli inferi? Ma la vera domanda primaria é... CHI CACCHIO HA AVUTO IL CORAGGIO DI FARE UN FIGLIO CON IL DIAVOLO? Però adesso che ci penso, Cristian  é bellissimo quindi forse... Il diavolo e la madre sono carini. O magari é una copertura o peggio ancora... Si é impadronito di un corpo. -a che pensi?-domanda -a niente.-bevo dalla mia bottiglietta ma noto che é vuota. Sbuffo. -prendi la mia.- mi porse la sua bottiglietta cosi faccio per afferrarla ma lascio la mano sospesa nel vuoto e penso che magari non é un bene bere dalla bottiglia di un demone, e se mi trasmette una malattia? -allora?- -no grazie.-ritiro la mano Vedo Cristian mentre ridacchia e mi alzo. -io vado- dico prendendo la borsa ma Cristian afferra l'altra estremità. -non dirlo a nessuno.- pronuncia quelle parole con un pizzico di paura nella sua voce e anche gli occhi fanno trapelare quella sensazione ma si accorge che lo fisso per troppo tempo e si ricompone tornando con quei occhi privi di emozione. -si come se fosse vero.-dico e entro nel collegio. -non ci credi beh giusto, allora facciamo che per le vacanze d'estate vieni con me.- -hai paura che rimarrò qui per le vacanze da sola?-dico infastidita. -so che non verrà nessuno a prenderti.- mi fermo e mi giro a guardarlo. -stammi alla larga.- dico trattenendo la lacrime e cammino verso la mia camera piú in fretta che posso.