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Autore: Akune_Niives    11/01/2017    2 recensioni
Ispirata a "When you wish upon a star" di Louis Armstrong, narra di un piccolo Stiles senza amici, isolato a causa della sua iperattività, e della dolcezza con la quale il bambino chiede ad una stella di esprimere un suo desiderio.
E' una slice of life dove vengono raccontati momenti della vita di Stiles, di come incontra Derek, di come stringe una solida amicizia con Cora (che gli farà conoscere Scott) e di come le loro vite sono destinate a cambiare per sempre.
Sterek AU!Tutti umani, brotp!Stora, brotp!Sciles.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Cora Hale, Derek Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un anno dopo…

 

 

 

Stiles non aveva praticamente chiuso occhio per tutta la notte ma si poteva dire che fosse ancor più iperattivo del solito.

Il motivo?

Il primo giorno di scuola.

Aveva passato tutto il giorno precedente al centro commerciale con Cora, Laura e le loro madri a comprare l’occorrente per la scuola elementare: astucci, penne, quaderni, zaini e diari.

Aveva sorriso tutto il tempo e non si era fermato un attimo, correndo da una parte all’altra con un’altrettanto vivace Cora. Avevano scelto i diari, avevano commentato gli enormi libri scolastici di Laura ed alla fine erano tornati a casa con la promessa di andare a scuola insieme perché Cora era sicura al 100% che sarebbero stati assegnati alla stessa classe.

Così, alle 06:00 del mattino precise, Stiles scalcia via le coperte e inizia a correre verso camera dei suoi genitori che stanno ancora dormendo, ignari del fatto che il loro bambino si sta arrampicando sul loro letto.

Stiles inizia a saltare e John si sveglia di soprassalto, rilassandosi appena sente le urla allegre del figlio.

«Sveglia, sveglia!! È il primo giorno di scuola!! Svegliaaaaa!»

Claudia alza la testa dal cuscino e butta uno sguardo alla sveglia, lasciandosi poi sfuggire un lamento.

«Che c’è?» chiede John curioso.

«Tuo figlio si è rotto.»

John alza il sopracciglio e le lancia uno sguardo fugace, tornando poi a tener d’occhio il bambino.

«Eh?»

«La sua sveglia interna l’ha fatto svegliare un’ora in anticipo.»

«Io, invece, credo che non abbia proprio dormito..» commenta l’uomo, riprendendo per un soffio il bambino che stava per cadere dal letto.

«Amore della mamma, siamo svegli ma è presto per svegliarsi.»

Stiles si ferma per guardarla e poi si siede sul letto in mezzo a loro.

«Oh. E fra quanto ci alziamo?»

«Fra un’ora, tesoro mio..»

«Ma un’ora è taaaanto tempo!! Io voglio andare a scuola adesso!» risponde il piccolo mettendo il broncio.

John sorride e sposta le coperte.

«Salta dentro, terremoto.»

Il piccolo si lancia sotto le coperte e si raggomitola come un gattino fra i suoi genitori ma non riesce a stare fermo, così continua a cambiare posizione.

«Vado a prendere le sue medicine, mi sa che è meglio anticipare l’ora dell’assunzione.» mormora Claudia ormai sveglia.

«Lascia, vado io. Tu vedi se riesci a farlo calmare.» si offre John, alzandosi lentamente e strascicando i piedi.

Claudia si volta per abbracciare il suo bambino e lo riempie di baci.

«Allora, ometto? Sei pronto?»

«Sì!!» esclama il bambino alzando la testa, poi il suo sguardo quasi si spegne e la riabbassa. «Anche se…»

«Anche se..?» chiede Claudia cercando il suo sguardo.

«E se gli altri bambini fanno i cattivi con me? Adesso c’è Cora e io non ho paura di stare solo ma se gli altri ci prendono in giro io che faccio? E se la maestra è brutta e cattiva? E se mi sgrida perché leggo veloce? E se..»

«Piccolo mio..» lo interrompe Claudia, abbracciandolo stretto «Con i “se” e con i “ma” la storia non si fa!»

Stiles la guarda confuso.

«È un proverbio.. Vuol dire che con i dubbi non si risolve niente. Bisogna fare un bel respiro e fare quello che ci sembra giusto senza preoccuparsi di cosa possano pensare gli altri. Se continui a rimuginarci sopra, non cambierà niente. Hai capito, tesoro?»

Stiles sembra pensarci un po’ ma poi annuisce.

John torna con le pillole del bambino e un bicchiere d’acqua. Dopo essersi assicurati che le abbia prese correttamente, il padre va a controllare che le cose di Stiles siano tutte in ordine e che non dimentichi niente mentre Claudia scende a preparare la colazione.

«Papà..»

«Dimmi, cucciolo.»

«Secondo te posso portare Mr. Zuzzle?»

John si volta e osserva il bimbo che stringe fra le braccia l’orsacchiotto blu.

«Beh, se vuoi portarlo penso non ci siano problemi. Ricordati, però, che potrebbe sciuparsi.»

«Come con il succo di pera a casa di Cora?» chiede il piccolo, trattenendo il fiato.

«Esatto. Stavolta non ci sarà Talia pronta con un panno bagnato e la macchia potrebbe non venire mai via..»

Stiles spalanca gli occhi.

«No, no e no!» esclama, tornando verso il letto.

Per un attimo, John pensa che stia facendo i capricci e già si prepara mentalmente allo scontro che potrebbe venirne fuori ma gli basta aspettare qualche secondo in più per avere delle risposte.

«Hai sentito papà. Non ti porto a scuola! Se poi gli altri bambini ti rompono io poi come faccio? Allora stai qui a casa, fai la guardia e proteggi la mamma e il papà. Va bene?»

Stiles parla al suo orsacchiotto come se parlasse ad un amico speciale. Lo mette sul cuscino, lo avvolge con il mantellino e gli mette fra le zampette un piccolo ramoscello.

Lo guarda soddisfatto per qualche secondo e poi si lancia giù dalle scale a corsa per raggiungere la madre.

John, basito, si riscuote dopo qualche secondo e sorride di nuovo. Il suo piccolo terremoto è sempre pieno di sorprese.

Raggiunge la famiglia al piano di sotto e, con molta calma, fanno colazione, si lavano i denti e si vestono.

John quasi impazzisce nel tentativo di fare il fiocco alla divisa di Stiles, rischiando di strapparlo o di strozzare il bambino più volte.

«È già un miracolo se sai metterti la cravatta senza morire, questo dovrebbe essere più facile no?» esclama Claudia, salvando Stiles dall’ennesimo tentativo di strangolamento involontario.

«Ma devo metterla sempre, questa?»

«No, amore. La divisa ufficiale la metterai solo nei giorni importanti. Gli altri giorni puoi andare vestito come preferisci.» gli risponde la madre, dopo avergli fatto un fiocco perfetto e avergli baciato la punta del naso. Poi si alza, sistema la cravatta di John e dà un bacio sulla punta del naso anche a lui.

Stiles ride e, cartella in spalla, si avvia mano nella mano ai genitori verso la casa di Cora.

Le due famiglie, però, si incontrano appena uscite di casa. Talia è già sul marciapiede che attende di attraversare la strada con i figli accanto a lei.

John li saluta, dà un veloce bacio alla moglie e un abbraccio al piccolo e sale sulla volante per andare a lavoro.

Le due donne si avvicinano e si incamminano verso scuola con il gruppetto di scolari: Derek e Laura per primi, Stiles e Cora in mezzo e loro due a chiudere la fila.

La scuola elementare non è molto distante, ci vogliono circa dieci minuti di camminata. La scuola superiore dove va Laura, invece, è un po’ più lontana. Infatti, a metà strada, la ragazza abbandona il gruppetto e si dirige alla fermata dell’autobus che la porterà esattamente davanti all’ingresso della sua scuola.

Appena arrivati all’ingresso, Derek si volta verso la madre.

«Ho visto Jackson. Io vado, ci vediamo più tardi.»

Saluta tutti con la mano e si dirige verso un bambino biondo con gli occhi azzurri.

«È un amico di Derek?»

«Sì, ma è scorbutico anche lui.» risponde Cora.

Le due mamme, seguite dai piccoli, si avvicinano ad una maestra che li accoglie con un sorriso.

«Salve! Sono la signorina Julia e mi occupo dello smistamento dei nuovi alunni. I loro nomi, per favore?»

«Stiles Stilinski e Cora Hale.» risponde Cora, anticipando le due donne.

La giovane donna sorride alla piccola e inizia a scorrere la lista.

«Hale e Stilinski.. Bene, sono con la signorina Alexandra entrambi, è quella laggiù. Saranno seguiti anche dalla signorina Raquel, l’insegnante di Arte, e dalla signorina Doriane, insegnante di musica. Per educazione fisica, come tutti gli altri bambini del primo e del secondo anno, saranno seguiti dalla signorina Michelle.»

I due bambini quasi saltano di gioia per essere stati messi nella stessa classe.

Le due donne ringraziano e si avvicinano alla maestra che è stata loro indicata.

Mentre si presentano alla donna, i due bambini si guardano intorno osservando curiosi i volti dei loro futuri compagni di classe.

«Claudia!»

La donna si gira e si trova davanti un’altra donna, carnagione abbronzata, capelli neri raccolti e un grande sorriso.

«Melissa! Che piacere rivederti!»

«Primo giorno anche per Stiles?»

«Sì! Sono felice che alla fine Scott sia stato affidato a te.»

«Non avrei mai permesso a Raphael di portarmelo via.»

Stiles ascolta la conversazione ma non capisce. Poi, però, lo vede. Un bambino molto simile alla madre che si nasconde dietro le sue gambe e le tiene stretta la mano.

Gli occhi di Stiles sono curiosi e cercano di spiare meglio ma quelli dell’altro bambino sembrano terrorizzati.

«Ciao, Scott. Ti ricordi di me?» chiede Claudia al bambino che però si nasconde ancor di più dietro la madre.

«Non l’ha presa molto bene.» mormora Melissa, con voce stanca.

«Posso presentarti Talia Hale? È la mia nuova vicina.»

«Salve, è un piacere.»

«Il piacere è mio. Adesso devo scappare o arriverò in ritardo al turno.» annuncia, poi si abbassa al livello di Scott «La mamma deve andare a lavoro, tesoro.»

Il bambino la guarda terrorizzato e si stringe a lei.

«Perché non posso venire con te?»

«Ne abbiamo già parlato, amore. Non posso portarti con me, non potrei starti dietro..»

«Ciao..» si intromette Stiles, spuntando da dietro la schiena di Melissa. «Io sono Stiles.» continua, porgendogli la mano.

Il bambino osserva la mano e poi i suoi occhi si spostano sul bambino. Quasi intimorito, risponde alla stretta «Io sono Scott…»

«Lei è Cora.. Siamo tutti e tre in classe insieme, sai? Ci possiamo sedere vicini.»

Scott sembra titubante, così Stiles sfodera la sua arma nascosta. Si avvicina e si mette una manina al lato della bocca, come a sussurrargli qualcosa.

«La mia mamma ha fatto i biscotti al cioccolato. Se la maestra non ci vede li possiamo mangiare insieme. Ti piace il cioccolato?»

Gli occhi di Scott quasi si illuminano e annuisce vigorosamente.

«Bene, allora io vado.» mormora Melissa, mentre lascia un bacio sulla tempia del bambino.

«Mamma..» la ferma Scott, facendo un passo avanti «Però quando esco tu ci sei, vero?»

Melissa sorride e lo abbraccia stretto.

«Certo che ci sarò. Se dovessi ritardare, aspetta la maestra o aspettami con Claudia. D’accordo?»

«Va bene..» mormora il piccolo con gli occhi lucidi.

Stiles se ne accorge e, prima che Scott possa versare una lacrima, lo prende per mano e lo porta da Cora, apre il suo zainetto, ci fruga un po’ dentro e ne riemerge con un sacchettino pieno di biscotti.

Scott sorride e accetta il dolce, ringraziando sia Stiles per averglielo offerto sia Claudia per averli preparati.

Stiles non sa quale sia la storia di Scott e cosa nascondano quegli occhioni tristi. Non sa nemmeno perché la sua mascella sembri così storta, ma non gli interessa.

Stiles sa che ha trovato un nuovo amichetto e il primo giorno di scuola non gli è mai sembrato così bello.

   
 
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