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Autore: Harry Fine    11/01/2017    4 recensioni
In questa storia, Adrien, Marinette, Lila, Alya, Nino, Natanhael, Juleka, Rose, Alix e molti altri personaggi saranno i sopravvissuti ad una guerra estremamente particolare. La guerra tra gli umani e i mutanti. Essi sono stati catturati e usati come schiavi, ma c'è ancora chi crede nella pace. Ma c'è anche chi è convinto del contrario. E tutti saranno coinvolti in una battaglia senza esclusione di colpi.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo, Adrien fu svegliato di soprassalto da Nino, che lo stava sballottando con tutta la sua forza, urlando 《 SVEGLIATI ADRIEN! MUOVITI ACCIDENTI! ARRIVEREMO TARDI PER LA LEZIONE! IL MAESTRO FU CI STROZZERÀ TUTTI E DUE!》. Ancora assonnato, il biondo Chiese solo sbadigliando 《 Cosa?》 Rivolto al suo amico, ancora in pigiama e con gli occhi sbarrati. Un secondo dopo, una secchiata di acqua gelata lo travolse in pieno. Con un verso molto simile ad un miagolio stizzito, lui saltò su bagnato fradicio e con i capelli scarmigliati e appiccicati alla fronte. 《Ma che diavolo…!?》 Urlò verso Natanhael, già vestito di tutto punto, che aveva in mano il secchio incriminato. 《Cosa cavolo pensavi di fare!? Sei diventato matto?!》 《Volevo svegliarti forse? Sei veramente un gatto se avevi intenzione di dormire tutto il giorno.》 Replicò lui. I due iniziarono subito a guardarsi in cagnesco. 《Stai lontano da Marinette.》 Gli disse il rosso prima di uscire dalla stanza. L’altro aveva una voglia matta di urlargli di andare a quel paese, ma lui e Nino avevano altre cose di cui occuparsi. Un quarto d’ora dopo, una volta che si furono vestiti e sistemati come si deve, stavano entrambi correndo a tutta birra verso la classe. 《Esattamente, cosa dobbiamo fare una volta arrivati in aula?》《Dobbiamo tenere la lezione ai giovani mutanti appena arrivati qui.》. Un attimo dopo, entrarono dentro una stanza con una cattedra, dei banchi a cui erano seduti dei ragazzini di undici anni. Davanti a loro c’erano anche Marinette, Lila, Natanhael, Chloè e una ragazza con gli occhiali un caschetto di capelli rossi e un maglione che sembrava preso dall’armadio di sua nonna con una spilla a firma di rosa su di esso. 《Adrichou! Che bello rivederti. Ho saputo che sei stato fantastico nella stanza del pericolo. Hai sistemato i disastri di quella imbranata di Dupain-Cheng?》 Gli disse la biondina, ridendo insieme alla rossa per la battuta e avviluppandogli il braccio come avrebbe fatto un polpo, mentre lui rivolgeva uno sguardo tutt’altro lusinghiero al rosso, ripensando a ciò che era accaduto prima. 《Ehm ehm. Potresti evitare di fare questi commenti? Abbiamo una lezione da fare.》 Le disse la ragazza volpe in maniera stizzita. Un attimo dopo, Marinette iniziò a spiegare. 《Bene ragazzi. Come tutti voi sapete, noi siamo dei mutanti, e quindi possediamo dei poteri e un aspetto molto diverso rispetto a quello delle persone normali. Per questo il maestro Fu, quando avete deciso di rimanere in questo istituto, vi ha dato un miraculous. Questi sono degli oggetti molto speciali dotati di enormi dosi di geni umani al loro interno, che vengono assorbiti dal corpo grazie alla loro alta tecnologia. Per questo siamo tutti in grado di mantenere un aspetto completamente umano senza che nessuno riesca a vedere la differenza con le altre persone. Però, questo oggetto, che può essere sia un oggetto da tenere in mano sia qualcosa che si può indossare, vi dà anche la capacità di amplificare il vostri DNA mutati, permettendovi di mutare ulteriormente il vostro aspetto.》. Toccò i suoi orecchini, esattamente come Chloè con i propri, mentre Adrien, Lila, Nino e Natanhael e la rossa facevamo altrettanto con l’anello, la collana, le cuffie, la penna e la spilla. Un attimo dopo, Ladybug, Chat noir, Volpina, Dessinateur, Bulleur e Antibug fecero la loro comparsa. Il ragazzo in nero osservò l’aspetto della bionda. Aveva una tuta identica a quella della ragazza dagli occhi azzurri, ma i colori erano invertiti, ovvero i guanti, gli stivali e i pois erano rossi e tutto il resto nero. E anche lei aveva una frusta come arma. Ma non vedeva più l’altra ragazza. 《Lei è Sabrina. Anche detta l’Invisibile.》 Gli disse Nino indicando uno spazio apparentemente vuoto alla sua destra. Tutti i ragazzini iniziarono ad emettere versi di meraviglia ed eccitazione di fronte a loro. Subito, una bambina con dei codini castani e la pelle scura decise di provare. Tirò fuori dalla borsa quella che sembrava una bacchetta magica e la toccò. La sua pelle diventò color lavanda, i capelli neri e azzurrini sulle punte, guanti neri e portava un vestito nero simile a quello di una principessa, con il corpetto d’argento e la gonna con gli orli azzurri sfrangiata. 《SI! Ci sono riuscita!》 Urlò con allegria, mentre i ragazzi cercavano di riportarla a terra, visto che aveva iniziato a fluttuare nell’aria. Tra le lezioni fatte con tutti i loro amici, i vari guai, le risate tra i ragazzi e le occhiatacce velenose scambiate tra il ragazzo gatto e l’artista, la mattina e il pomeriggio passarono rapidissimi, finché, alla fine della giornata Lila non disse di botto 《Che ne dite di una bella pizzata stasera?》. Tutti i suoi amici, dopo un secondo di sorpresa, accettarono con piacere la proposta. 《E, Marinette, porti i tuoi fantastici croissant alla crema vero?》 Chiese Rose. Alla parola “croissant”, Adrien voltò la testa di scatto, già con l’acquolina in bocca. 《Certo che si, Rose.》 Rispose la ragazza franco cinese con un sorriso. Una volta arrivati in cucina, tutti e nove si misero al lavoro, mentre Chloè e Sabrina si allontanavano con la scusa di non voler rovinare la manicure della biondina. Subito dopo, Marinette, Juleka, Rose e Alya si occuparono dei dolci, mentre Adrien, Lila, Nino, Natanhael e Alix si occupavano delle pizze. Una volta che tutto fu pronto, iniziarono a darci dentro. Ma i più impressionanti erano Adrien e Lila. Dopo aver spazzolato le pizze ad una velocità ipersonica, lasciando senza parole tutti i presenti per il loro appetito, si erano gettati a capofitto sui dolci. Adrien divorò metà di un vassoio di croissant in meno di due minuti e con cinque morsi soltanto, mentre Lila faceva fuori bignè su bignè, mentre sulle loro facce comparivano delle espressioni beate. 《Per l'amor del…》 Disse Juleka con un’espressione scioccata. 《Quanto mangiano quei due!? Non ci avevo mai fatto caso.》 Commentò Marinette sorridendo. 《Questi dolci sono fantastici!》 Esclamò il biondo con la bocca piena di crema e quasi con le lacrime agli occhi per la contentezza. 《Sposami Marinette. Sei troppo brava come guerriera e come pasticcera.》. La poveretta, di fronte a quella frase, nonostante sapesse che era solo uno scherzo, sgranò gli occhi, la sua faccia diventò di un bel viola melanzana, la bocca si spalancò e lei iniziò a gesticolare e a balbettare senza controllo cose prive di senso. Sembrava sul punto di scoppiare addirittura a piangere. Quando Terminò la sua crisi isterica, e dopo essersi sorbita le risate bonarie di tutti i suoi amici, tranne quella di Natanhael, per la sua ennesima ed eclatante figuraccia, decise di porgere una domanda ad Adrien, sperando di non irritarlo. 《Senti, non è che potresti dirci che cosa hai fatto nel periodo della tua vita prima di arrivare qui?》. Il ragazzo si rabbuiò un po’, ma non poteva certo negarle la risposta. 《Beh, quando ero bambino ho vissuto da solo insieme a mia madre e a mio padre come qualsiasi altro ragazzino. Loro erano uno stilista e un ingegnere molto famosi, ed eravamo una famiglia piuttosto benestante. A quel tempo, non sapevo ancora di essere un mutante, ne credevo che questi esseri tanto speciali esistessero. Pensavo che fossero solo storielle o stupidaggini raccontate in giro per far ridere o spaventare i creduloni. In quegli anni, la mia vita era assolutamente normale. Andavo a scuola, avevo amici, amavo fare sport, divertirmi ed ero anche benvoluto dai miei genitori e insegnanti. Insomma, una persona come tante altre. Solo che, mentre crescevo, iniziai a notare una certa capacità nel riuscire a fare delle cose molto strane. Le mie abilità fisiche erano estremamente sviluppate e riuscivo a fare salti altissimi, acrobazie di vario genere e piegare il mio corpo con una tale elasticità da sembrare quasi indistruttibile. Ma poi, un giorno, quando io avevo ancora dieci anni, qualcosa di terribile cambiò la mia vita in un secondo. Mia madre, che era uscita un paio di ore prima per delle commissioni, non tornò mai più. Mio padre fece di tutto per ritrovarla, ma poi scoprì che degli umani l’avevano osservata da lontano e, chissà come, avevano capito che era una mutante di alto livello, visto che, da quanto risulta nei registri, aveva dei geni di pavone nel suo genoma. Comunque, l’avevano aggredita di sorpresa, sperando che lei utilizzasse i suoi poteri per difendersi e provare che fosse un mostro, ma lei era troppo buona e innamorata della vita stessa per toglierla a qualcuno. La uccisero in modo crudele, torturandola lentamente per giorni con dei coltelli, senza neanche sapere chi fosse in realtà, ma solo per la sua natura di mutante, lasciandola poi in un vicolo come se fosse stata semplice spazzatura. Mio padre non si aspettava di riaverla viva dopo tutto quel tempo, ma, quando vide quello che le avevano fatto, quanto brutalmente l’avessero massacrata e sfigurata, qualcosa si spezzò dentro di lui. Quando lo vidi tornare a casa, non aveva espressione, sembrava di ghiaccio. Mi disse solo che non sarei mai più dovuto uscire dalla casa senza di lui e se ne andò. Nei quattro anni che seguirono, la situazione peggiorò molto. Parlavamo tra noi sempre meno spesso. Lui si era gettato a capofitto nel lavoro ed io ero diventato solo un essere da sfamare, non un figlio. Con me, ma anche con chiunque altro, era freddo come una statua e senza emozioni, ma aveva soprattutto sviluppato un attaccamento decisamente morboso nei miei confronti. Nonostante non mi parlasse molto, sapevo di essere tenuto costantemente d’occhio. Non mi permetteva più di uscire, probabilmente per la paura di vedermi sparire come era accaduto con mia madre. Ma, nonostante tutto il dolore che condividevo con lui, lo odiavo per questo suo desiderio esagerato di trattenermi al suo fianco e privarmi della mia libertà. A causa sua, non avevo più amici. Non facevo più niente. Non provavo più niente. Ero praticamente caduto in depressione. Un guaio vuoto ed inutile. Poi, di colpo, la mia mutazione si manifestò del tutto, donandomi le capacità feline e i poteri di cui tutt’ora dispongo. Furono la cosa migliore che mi fosse mai capitata. Le utilizzavo per scappare da quella prigione ogni volta che potevo, divertendomi da matti a fare acrobazie e cercare di vedere che cosa era cambiato negli anni. Ma poi… a quindici anni venni scoperto durante una delle mie “uscite” da quelle pattuglie di umani fissate con l’eliminazione dei mutanti. Mi attaccarono senza pensarci un minuto. Combattei con tutte le mie forze, ma non servì a nulla. Non ero abbastanza esperto per vincere. Fui costretto a fuggire, ma non potevo tornare a casa, o mio padre sarebbe stato accusato di difendere un mutante, quindi mi nascosi per Parigi. Ma loro non si arresero. Mi braccarono fino a che non fui catturato. Fui portato in una struttura terribile dove mi torturarono non in ogni modo possibile, soprattutto perché ero un mutante di alto livello. Frustate, sieri sperimentali, scosse elettriche, botte, tagli con coltelli. Volevano sapere dov’erano i miei simili e come avevo avrò poteri così grandi. Io non lo sapevo. Mi chiudevano in celle buie con mani e piedi incatenati, senza cibo ne acqua anche per settimane intere. Ci sono rimasto per tre anni, subendo di tutto. Non so neanche io come abbia effettivamente fatto a fuggire da quell’inferno ancora sano di mente, so solo che l’ho fatto per miracolo. Per un mese mi sono nascosto come un randagio prima di riuscire ad arrivare qui. E vi sono grato per avermi accolto.》. Era sceso il gelo nella stanza. Nessuno di loro ci poteva credere. Avevano avuto tutti una vita tremenda, data la loro natura. Ma quello era decisamente diverso. 《Io ora vado a letto.》 Disse il ragazzo gatto alzandosi. Subito dopo Marinette gli corse dietro. 《Adrien!》 Urlò raggiungendolo. 《Adrien, per quello che ti ho costretto a dire.. mi dispiace tantissimo. Io… non lo sapevo… volevo solo fare conversazione quando ti ho chiesto di… mi… dispiace.》 Disse la ragazza rossa in viso e con la testa china. 《Non preoccuparti. È giusto che lo sapeste, visto che siamo compagni di squadra.》 Disse lui con un sorriso. Quella ragazza era davvero adorabile. Di colpo, gli venne un’idea. Si sedette accanto a lei e si tolse l’anello, tornando ad avere la cosa, le orecchie e gli occhi da gatto. Subito iniziò a strusciarsi contro la testa della ragazza, emettendo un suono piuttosto bizzarro con la gola. Stava facendo le fusa per la sua Lady. E solo per lei le avrebbe mai fatte. Lei arrossì di nuovo, ma cominciò ad accarezzare le orecchie nere del ragazzo con il suo tocco delicato, fino a che lui non le si addormentò addosso, contin5a brasiliano di quel contatto tra di loro. 《È davvero una persona adorabile.》 Commentò lei. 《Comunque, non ti preoccupare.》 Disse, rivolta al ragazzo dormiente. 《Adesso non sei più da solo.》.
   
 
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