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Autore: graziiia    13/01/2017    2 recensioni
Klaus pensa veramente di poter ricominciare, di innamorarsi di Camille, pensa veramente di poter scordare la donna che gli ha scombussolato la vita. L’unica donna che gli ha insegnato ad amare, tutto questo prima che si presenti alla sua porta per chiedergli aiuto.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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11 CAPITOLO
Elia ha insistito nel farci viaggiare in prima classe come se fossimo delle persone ricche. Devo ammettere che in questi nove anni non ci hanno fatto mancare nulla abbiamo vissuto in una bellissima villa circondati dalla vegetazione e dalla servitù. Grazie ai suoi zii a Nick non è mancato nulla, se non la cosa più importante, suo padre. Più guardo il mio bellissimo ometto più mi rendo conto di quanto assomigli a suo padre. Ho così tanta paura, paura di come reagirà non appena mi vedrà apparire davanti la sua porta, ho una paura matta di come potrà accogliere il bambino, se lo riconoscerà oppure se fingerà di non conoscerlo.
Dopo aver atterrato a New Orleans ad accoglierci c’è Marcel che non appena mi vede mi sorride e mi stringe a se tanto forte da sentire alcune costole inclinarsi e rompersi.
  • Marcel mi stai facendo male, per quanto possa sembrare strano.
  • Perdonami e così tanto che non ti vedo.
Mi sorride ma già da subito la sua attenzione e del tutto dedicata al piccolo bambino al mio fianco che cerca di nascondersi dietro le mie spalle.
  • Tu devi essere Nick, piacere sono Marcel.
Gli porge la mano, ma il mio piccolo ometto guarda prima me, gli annuisco affinché la stringa.
  • Piacere Marcel.
Gli sorride e dagli occhi di Marcel posso vedere la meraviglia e la gioia. In un certo senso è un fratello per lui.
Dopo aver preso le mie valige ed esserci diretti vero l’auto, ci conduce alla villa. Ho il batticuore non so che cosa devo fare, come comportarmi con lui appena lo vedrò, non so neanche se mi vorrà in casa sua.
Appena arrivo ci sono tutti che mi attendono. Elia, Rebekah Hayli e tutti i vampiri che ho conosciuto nel periodo in cui mi trovavo qui. C’è anche la piccola Hope che riluttante si avvicina a noi e abbraccia il fratellino. Non si sono mai visti ma hanno già percepito di far parte della stessa famiglia.
  • Bentornata a casa Caroline.
Mi accoglie Rebekah, prima di prendersi in braccio il suo nipotino.
  • Cos’è tutto questo fracasso?
Come una vera regina dittatoriale, Camille si affaccia dalla balaustra e mi guarda con un senso di superiorità.
  • Sei tornata.
La guardo. Sapevo che era diventata un vampiro. Ma non mi aspettavo che sarebbe diventata più stronza di quanto già non lo era.
  • Si sono tornata.
  • Per quanto?
Mi guarda. Guarda solo me.
  • Caroline è la benvenuta in casa nostra. E la madre del figlio di Klaus e può restare tutto il tempo che desidera.
Gli risponde Elia.
Ha quell’aria di prima donna che mi viene voglia di staccargli tutti i capelli uno alla volta.
  • Questa casa ha già tanti ospiti. Sai e solo per sapere quanto resti tu e…
Guarda Nick come se lo schifasse.
  • Io è…
Voglio che continui la frase solo per vedere cosa dice.
Si butta dalla balaustra con agilità, come per dimostrarmi che cosa ha imparato a fare in questi nove anni dalla mai assenza. Patetica.
  • Tu e il tuo moccioso.
Tutto puoi toccarmi, ma non mio figlio. Come si permette a chiamarlo moccioso.
La prendo per la gola, la vedo la sorpresa nel suo volto, poi vedo il divertimento nel momento in cui pensa di essere più forte di me e di potersi liberare facilmente. So che in questi anni si è allenata con Marcel, ma per sua sfortuna io mi sono allenata con Elia che è un originale. E vedo la paura che io la possa uccidere. Più lei si muove più io stringo fino a privarla dell’aria e nonostante cerchi aiuto nessuno si avvicina.
  • Permettiti di chiamare in questo modo mio figlio o di avvicinarti a lui ed io…
Stringo ancora di più, ma una forte presa sulla mia mano, cerca di impormi di lasciare la presa.
E bello ancora più di come me lo ricordavo. Sento la sua forza superiore alla mia che vuole allontanare la mia mano dalla gola di Camille, ma senza farmi male.
  • Lasciala andare Caroline.
  • Come vuoi.
Prima di lasciarla andare con la sola forza del polso gli spezzo il collo. E una lezione per aversi solo permessa a guardare mio figlio.
Lui mi guarda ma non fa nulla. Chiama due guardie e gli chiede di portarla in camera sua.
  • Sei tornata per uccidere la mia fidanzata?
La sua fidanzata. Il fatto che l’abbia chiamata in questo modo mi prova che non l’ama come ha amato me. E il fatto che non mi abbia toccata ne è come sempre la prova.
  • No. Sono venuta a presentare a mio figlio suo padre.
Solo dopo aver udito le mie parole guarda dietro le mie spalle dove Rebecca ha ancora in braccio Nick.
Ora dopo nove anni ho veramente paura. Paura di come possa reagire.
  • Andate via tutti e lasciatemi solo con il bambino e Caroline.
Nessuno fiata e non appena Rebekah lascia a terra il bambino quest’ultimo corre da me, sotto lo sguardo di Klaus. Siamo soli, solo noi tre. E arrivato il momento.
  • Nick.
Entrambi si voltano e mi guardano.
Il bambino mi prende per mano e mi segue mentre lo conduco da Klaus.
  • Lui è Klaus.
Sembra che qualcuno abbia dato una botta in testa a Klaus. E immobile e lo fissa prima di abbassarsi alla sua altezza.
  • Tu sei il mio papa vero?
Si guardano e io ho voglia di piangere.
  • Si sono io.
Sembra che qualcuno abbia tagliato la lingua a Klaus non dice niente. Resta lì a guardare prima lui è poi me. Prima che Nick senza preavviso lo abbracci così forte da farlo cadere per terra. Ridono tutti e due. Hanno la stessa risata, e una piccola lacrima mi riga la guancia.
  • Mamma aiutaci a rialzarci.
Gli prendo la mano per tirarlo su ma sento che cerca di spingere anche me per terra con loro. Non posso deludere il mio bambino, cosi fingo che sia riuscito a buttarmi atterra e finisco quasi sopra a Klaus.
  • Anche mamma a terra.
Garda felice il mio ometto sbattendo le mani felice. Nel frattempo Klaus ha smesso di ridere e mi guarda, come ho sperato che mi guardasse dal primo istante in cui ho messo piede in questa casa.
  • Perché lo hai tenuto lontano da me.
  • Perché era giusto così.
Mi accarezza la guancia, ma io vorrei qualcosa, qualcosa che però non ho più. Gli accarezzo la guancia a mia volta come se fosse normale, come se fossimo tornati in dietro nel tempo quando tutto era normale.
  • Mamma mamma.
Il mio ometto che si è alzato in piedi mi chiama e rompe quella piccola magia che era ricaduta nuovamente su me e Klaus.
  • Cosa c’è Nick?
Si guarda in torno e poi riguarda me e Klaus ancora per terra.
  • E qui che festeggeremo il mio compleanno.
Mi ero quasi dimenticata di chiedere il permesso a Klaus.
  • Solo se papà vuole.
Entrambi guardiamo Klaus e lui guarda noi.
  • Certo questa e casa nostra.
Mi stringe la mano e dopo avermi aiutato a rialzarmi la stringe ancora di più. Siamo così vicini che potrei baciarlo e perdermi nel suo bacio, ma non posso. Sono stata io a buttare Klaus tra le braccia di Camille, ora non posso fare come se nulla fosse successo.
  
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