Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Masterk    13/01/2017    3 recensioni
Chi non vorrebbe che la storia dopo la sconfitta di Naraku continuasse? Chi non ha sentito un colpo al cuore pensando che non avremmo mai saputo cosa sarebbe successo dopo?
Con questa ff sequel spero di darvi una degna risposta a queste domande XD
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mari seguiva i genitori senza parlare, ogni tanto alzava lo sguardo, come per comunicare quello che si sentiva dentro, ma Inuyasha era concentrato sulla strada, portando la moglie sulle spalle.

A pochi passi dal villaggio, il mezzodemone rallentò il passo - Porto tua madre da Sango, dobbiamo trovare un modo per guarire le sue ferite, tu fai come vuoi - disse, con voce seria, allungando il passo.

Mari restò in silenzio, stringendo la grande spada nella mano.

- Possiamo entrare? - domandò Inuyasha, guardando dentro casa.

La sterminatrice era seduta accanto al marito, mentre i figli giocavano vicino a loro.

Subito Miroku scattò in piedi - Cosa è successo? Possibile che finite sempre in queste situazioni voi due? - li bacchettò, facendo sistemare Kagome sul futon.

- Ha le ossa frantumate - esclamò Sango, guardandole le mani - Come è stato possibile? - aggiunse, alzando lo sguardo verso il mezzodemone.

La grande miko aprì leggermente la bocca - Mari - sospirò a fatica.

La sterminatrice sgranò gli occhi - Mari? L' avete trovata? - chiese, sempre rivolta a Inuyasha.

La giovane cacciatrice era vicina alla porta, guardava dentro, senza avanzare di un passo.

- Forza cara, vieni pure - la incitò Sango, facendo segno con la mano.

Il mezzodemone diventò di nuovo serio - Ci devi molte spiegazioni, non sarebbe successo tutto questo se non scappavi - la bacchettò.

- Ho dovuto - sospirò lei, con lo sguardo basso e la voce rauca.

- Dovuto? - sbraitò Inuyasha, faccia a faccia con la figlia - Guarda come è ridotta tua madre! - aggiunse, voltandole la faccia verso Kagome.

La grande miko alzò a fatica un braccio - Non devi sgridarla - disse a voce bassa, lasciandosi sfuggire un leggero sorriso.

- Mi dispiace mamma! - esclamò la giovane cacciatrice, gettandosi in ginocchio accanto a lei.

Così dopo un apparente riappacificazione, spiegarono l' accaduto, descrivendo nei dettagli l' accaduto, dall' inganno di Kasumi, alla nuova e terribile forma di Eiji.

- Così ci troviamo di nuovo contro un nemico terribilmente astuto - disse Miroku, visibilmente pensieroso.

La grande miko sorrise, aveva le mani fasciate, ma gli occhi brillavano di passione.

Sango la guardò - Come mai sorridi? - le domandò, perplessa.

- Dovevate vederla - rispose Kagome, voltando lo sguardo verso sua figlia - Brandiva quella spada come se lo facesse da tutta la vita, ha tenuto testa a quel demone senza il minimo sforzo e ci ha salvati tutti, non sarei qui a raccontarlo se non ci fosse stata lei - aggiunse, facendo arrossire Mari.

La giovane cacciatrice guardò la sua grande spada - Dal momento che l'ho impugnata, in quel istante, nella mia mente ho visto tutte le infinite battaglie combattute con essa, mi sentivo come se tutte quelle battaglie le avessi combattute io, come se avessi vissuto tutte le vite che hanno incrociato questa spada - spiegò, accarezzando la lama nera.

- Quella spada non è di questo mondo - la voce di Kiran sulla porta.

Inuyasha si voltò di scatto - Eccoti finalmente, dove eri sparito? - gli chiese.

Il meticcio si appoggiò alla porta - Avevo dei dubbi su quella spada, così sono dovuto andare da un vecchio amico. I miei dubbi erano fondati, non appartiene a questo mondo, il solo materiale proviene da una pietra del cielo. Ho visto alcune volte cadere quelle pietre, ma nessun fabbro, nemmeno Totosai saprebbe lavorare quel materiale, trasformandolo in metallo nero... -

- Vuoi dirmi che l' hanno fatta in un altra epoca? Che arriva da un altro tempo? - domandò Kagome, incuriosita.

- Non da un altro tempo, ma da un altro luogo - rispose, avvicinandosi a Mari - Qualcuno ha forgiato questa spada e l' ha lasciata in quella grotta, non si trova nessun demone dentro di essa, lo avrei percepito, sono solo leggende nate su questa spada. Molti secoli fa, appena dopo un tremendo temporale, avevo visto qualcuno scendere dalle nubi, una specie di carro di fuoco e metallo. Era sceso vicino alle montagne innevate, spegnendosi al contatto col terreno, generando una grande nube di fumo che attirò la mia attenzione. Ero ancora giovane ed evitavo lotte inutili, così nascosto dietro alcune rocce li vidi, alcuni uomini,ma non erano proprio uomini, indossavano strane armature con gli stessi segni rossi di questa spada e portavano al fianco armi molto simili a questa. Purtroppo notarono la mia presenza e scapparono di nuovo sul carro, sparendo tra le nubi - aggiunse, suscitando molta curiosità.

Kagome guardò la spada - Possibile che siano... -

- Non importa se viene da un altro tempo o da un altro luogo, l' importante è che non sia caduta nelle mani di quel mostro - esclamò Inuyasha.

Mari sorrise - La spada non mi ha trasmesso ricordi riguardo a questi uomini, forse i monaci che l' hanno sigillata, le hanno rimosso quei ricordi, per evitare altri problemi - disse, sollevando la grande spada con una mano.

Restarono al villaggio per diversi giorni, grazie alle straordinarie capacità curative di Kagome, riuscì a guarire quasi del tutto. Inuyasha e Kiran restarono di guardia ai margini del villaggio, per evitare brutte sorprese da parte dei demoni rossi, mentre Mari iniziò ad esercitarsi con la sua nuova arma.

- Sicura? - chiese Sango alla grande miko, aiutandola ad alzarsi.

Kagome annuì - Non preoccuparti, ora sto bene - togliendosi le fasce dalle mani.

Uscendo vide la sua piccola allenarsi - Stai meglio mamma? - le domandò lei, appoggiando la spada con la punta nel terreno.

- Ora si - rispose la grande miko, mettendosi la faretra con le nuove frecce in spalla.

Arrivò anche Inuyasha - Ho organizzato una cosa per voi due - esclamò, fermandosi davanti a loro.

Kagome lo guardò perplessa - Davvero? - chiese.

Il mezzodemone sorrise - Venite - prendendole dolcemente per la mano, facendo segno di seguirlo.

Attraversarono il bosco, fino alla radura di Satoruosamu, dove trovarono quasi tutti ad aspettarli, tra grida e applausi, anche Sango arrivò subito dietro di loro, unendosi in quel grande applauso.

- L' avete organizzato tutto da soli? - esclamò di gioia Kagome.

Avevano chiamato tutto quanto il villaggio, preparando diversi lunghi tavoli pieni di cibo, una cornucopia di carni e verdure cotte al vapore. I bambini aveva rivestito i rami del vecchio demone albero con fili colorati e campanelli che suonavano col vento. Shippo, ormai diventato un giovane demone volpe, aveva portato altri suoi simili, organizzando un piccolo gruppo musicale, che suonava con piccole arpe e tamburelli fatti di legno e corde.

Inuyasha fece sedere a tavola l' amata e la figlia - Non abbiamo avuto modo di festeggiare la nostra famiglia riunita e questa ci era sembrata un ottima occasione, non sappiamo quando i demoni rossi si faranno rivedere, perciò ho voluto approfittare di questo magico momento - spiegò, unendosi anche lui ai festeggiamenti.

La grande miko si guardò attorno - Non hai chiamato Koga? E Ryuchibi? - voltando lo sguardo a destra e a sinistra.

- Ho voluto fare una cosa più semplice, non abbiamo avuto il tempo per chiamare tanta gente, ci sarebbe voluto troppo tempo - rispose lui, tenendo una mano alla moglie - Poi quando tutto sarà finito e la minaccia sventata, faremo una festa così grande da fare invidia ai banchetti di Mizuki - aggiunse, ridacchiando.

Festeggiarono a lungo, tra grandi portate e sfrenate danze. Tutti si divertirono, sicuri della presenza dei loro protettori, anche Kiran partecipò, restando sempre sulle sue, senza entrare troppo in confidenza con nessuno. Kagome ballò prima col marito e poi con la figlia, infine riuscì a far muovere qualche passo anche al meticcio, seppur visibilmente imbarazzato.

- Si stanno proprio divertendo - sospirò Miroku, seduto accanto ad Inuyasha, sotto il vecchio demone albero a ormai sera tarda.

Il mezzodemone guardò il sole tramontare - Era necessario, dopo tutto quello che è successo, un minimo di pace e tranquillità serviva - guardando la moglie divertita a scherzare con Mari.

Il monaco gli appoggiò una mano sulla spalla - Non preoccuparti, sono più forti di quello che pensi, niente le farà mai crollare del tutto ora che sono di nuovo insieme - disse.

- Hai ragione e poi abbiamo anche Kiran con noi, odio ammetterlo, ma sento un senso di sicurezza in più ad averlo tra noi - spiegò lui.

- Non devi preoccuparti, abbiamo superato nemici terribili, questi non rappresentano una grande minaccia, sono solo bravi a fuggire e a colpire alle spalle, basta starci attenti - cercò di consolarlo Miroku.

Satoruosamu si schiarì la voce - Avete anche molti alleati, se le cose si mettono male, potete sempre contare su di loro, nessuno farà del male a Kagome, non temere Inuyasha - disse.

Il mezzodemone restò un attimo in silenzio - Non so cosa farei senza di lei, non riesco a spiegarlo. Anche nelle cose più semplici, anche dopo una serata come questa, un po' stanchi e un po' felici, quando lei si volta verso di me, senza parlare, si volta e guardandomi sorride, io in quel momento sento che solo accanto a lei sarò per sempre felice, sento che tutto ciò che desidero è li davanti a me - spiegò, con gli occhi lucidi.

- Allora fai il possibile per proteggerla, perchè lei farà sempre il massimo per te - replicò Miroku, accanto all' amico.

- Che scena commuovente - una voce da sopra Satoruosamu.

Era Eiji, fermo su un ramo, a braccia incrociate.

Inuyasha balzò in piedi di colpo - Cosa fai qui? - ringhiò, estraendo So'unga.

Tutti si voltarono - Quello è il demone che sta dando la caccia alla nostra sacerdotessa... Dobbiamo scappare, è un vero mostro... Salvaci divina Kagome, salvaci... - le voci confuse delle gente.

- Guardate quanta bella gente - la voce delle due Kasumi, vicine ai margini della radura.

Tutti si radunarono al centro, protetti da Kagome, Mari e Kiran. Anche Sango e Shippo si prepararono, proteggendo i figli della sterminatrice. Miroku invece si mise accanto al mezzodemone, tenendo di mira Eiji, sceso davanti a loro.

Il demone rosso alzò le mani - Sono qui per parlare, non ho intenzione di attaccarvi - avanzando di un paio di passi.

- Resta fermo dove sei, non ci fidiamo di te! - sbraitò Inuyasha, puntando la spada verso di lui.

Kagome restò con lo sguardo fisso sulle due Kasumi - Spiegate cosa ci fate qui! Questa gente non centra niente, lasciatela andare via e poi potete fare come volete - urlò, puntando l' arco.

- Sei guarita in fretta - sghignazzò la copia, toccandosi i capelli.

Eiji si avvicinò a Inuyasha - Se volevo attaccarvi, lo avrei fatto senza farvi sapere della mia presenza. Sono qui perchè ho preso una decisione, voglio lasciarvi in pace, lottare con voi porterà sicuramente ad uno scontro fatale per una delle due parti e non voglio rischiare. Ora ho raccolto abbastanza potere per completare il mio compito, ora la mia gente riconoscerà la mia posizione e potrò tornare da loro, nessuno oserà dubitare della mia forza e potrò vivere con le mie spose in pace - spiegò.

- Quindi hai fatto tutto questo solo per poter tornare a casa? - domandò Mari, perplessa.

- Non solo per quello, grazie alle conoscenze di queste terre posso guarire ogni malattia della mia gente, nessuno soffrirà più, nessuno dovrà più morire prima del tempo, nessuno sarà più in pericolo - replicò il demone rosso, facendo segno alle due Kasumi di avvicinarsi.

Kagome puntò l' arco verso di lui - Non mi fido, riesco a percepire l' oscurità dentro di te, se le tue intenzioni erano solo queste perchè tutte questi attacchi? Perchè tutte queste sofferenze? Stai tramando qualcosa, riesco a vederlo dentro di te! - esclamò.

- Ti giuro che non ho nessuna intenzione di farvi ancora del male, tutto quel potere aveva corrotto la mia mente, ma ora ho di nuovo il controllo di me stesso, ora riesco a governare la mia volontà - replicò lui.

AHHH!!

Miroku si gettò a terra, tenendosi la mano dal dolore.

- Cosa succede? - gridò Inuyasha.

- Allontanati! - urlò il monaco, spingendo via l' amico.

La grande miko alzò la mira verso il demone rosso - Eccolo! Lo sapevo che stavi tramando qualcosa! - sbraitò.

- Ti giuro che non ho fatto nulla - borbottò Eiji, alzando le mani in segno di resa.

Una forte folata di vento iniziava a generarsi attorno a Miroku, mentre l' erba e la terra attorno a lui si staccava, finendo tutta nella sua mano, la maledizione si era di nuovo formata, il foro del vento si era di nuovo aperto.

Sango sgranò gli occhi - Dobbiamo fare qualcosa! - scattando verso il marito, togliendosi qualcosa dal collo.

Il monaco afferrò il rosario dalla moglie e lo legò saldamente attorno alla mano - Hai fatto bene a non buttarlo - ansimò dalla fatica - Sono passati anni dall' ultima volta, non sono più abituato al vortice - aggiunse, appoggiandosi con entrambe le mani a terra, sudando dallo sforzo.

Il corpo di Eiji iniziò a vibrare, le sue parti iniziarono ad agitarsi fuori dal suo controllo - Non capisco, non sono più padrone del mio corpo - gridò, cercando di restare fermo.

- Non lo sei mai stato - una voce sarcastica al suo interno.

Otto lunghi viticci uscirono dal suo corpo, aprendo un grande e oscuro squarcio nel suo petto. Il demone rosso tentò di muoversi, ma le braccia non si alzarono, mentre due occhi si videro all 'interno del suo petto, due iridi rosse come il fuoco, fissarono tutti i presenti, accompagnati da una risata sadica.

- Dobbiamo fare qualcosa! - ringhiò Inuyasha, ruotando la spada.

CICATRICE DEL VENTO!!

Il fendente si schiantò contro una barriera alzata attorno a Eiji, facendo deviare il colpo, che ferì gravemente le due Kasumi.

Il corpo di Eiji guidato dai lunghi viticci, ormai più simili a zampe, si spostò vicino a Satoruosamu - Ho bisogno della tua conoscenza - la voce dentro al petto, mentre uno dei viticci trapassò in pieno il tronco del demone albero.

Tutti scattarono verso di lui, cercando di fermarlo, ma dallo squarcio nel petto iniziarono ad uscire un infinità di demoni, che fermarono la loro avanzata, costretti ad indietreggiare per proteggere la gente del villaggio.

La corteccia di Satoruosamu iniziò ad appassire e negli ultimi suoi istanti di vita riuscì, con una fievole voce, a pronunciare una sola parola - Salvatevi -

Inuyasha sgranò gli occhi, mentre il suo vecchio amico bruciò all' istante, diventando cenere - Bastardo! - urlò, cercando di farsi strada tra tutti quei demoni.

- Finalmente - la voce dentro al petto - Ora ho tutto quello di cui avevo bisogno - aggiunse, distruggendo il corpo di Eiji, uscendo allo scoperto.

Aveva un immenso corpo demoniaco, munito di una grande bocca dentata, con otto lunghe zampe da ragno. Sopra era collegato un busto con fattezze umane, tranne per le braccia demoniache identiche a quelle di Eiji e la testa, famigliare a molti dei presenti, era Naraku.

Kagome cadde a terra alla sua vista - Come è possibile? - sospirò.

Il demone ragno avanzò verso di loro - Devo ringraziare quello stupido demone, se non avesse trovato il mio pezzo di carne, se non lo avesse stupidamente mangiato, io non sarei qui. In quel piccolo lembo di carne, erano rinchiusi ancora i miei pensieri, parte della mia essenza è sopravvissuta in essa e lentamente ho sviluppato un nuovo corpo, grazie alle parti fornite. Ora posso terminare il mio compito, ora posso togliervi di mezzo una volta per tutte! - aprendo la grande bocca dentata, generando una sfera di energia.

- Siamo cambiati molto dall' ultima volta! - esclamò Inuyasha, ruotando la spada.

- Lo so, ma rimanete lo stesso i prevedibili stupidi che eravate! - replicò, scagliando la sfera sulla gente, passando accanto al mezzodemone.

- Kagome! - gridò lui, con tutto il fiato che aveva in gola.

Per fortuna Kiran si mise in mezzo, entrando in contatto con la sfera, usando la sua alabarda come scudo.

Il colpo continuava a ruotare, facendo indietreggiare il meticcio, non dando segno di fermarsi.

- Insieme! - esclamò Mari, spingendo anche lei con la sua spada.

Le forze combinate di Kiran e Mari, usando le loro armi, deviarono la sfera di energia verso l' alto, facendola sparire tra le nubi.

- Ho sempre saputo che eravate voi il migliore, lui non era nessuno! - disse la copia, rivolta a Naraku che non la degnò nemmeno di una sguardo.

Kasumi si infuriò - Come osi parlare così del mio amore? Ti ha dato la vita e ora che questo mostro l' ha fatto a pezzi, tu vuoi passare dalla sua parte? - con gli occhi colmi di lacrime.

Il demone ragno le guardò con la coda dell' occhio - Sparite insetti - trapassandole in pieno petto con le zampe, lasciandole poi cadere a terra.

Tutta la gente si radunò attorno a Mari - State tutti vicini, nessuno si metta a correre! - alzando la mano al cielo.

EGIDA!!

Il brillante scudo si manifestò dalla sua mano, avvolgendo tutti come una cupola.

Kagome lanciò un occhiata al marito - Ora - muovendo soltanto le labbra.

Inuyasha sorrise - Finalmente - esclamò, ruotando la spada verso i demoni.

CICATRICE DEL VENTO!!

Gli artigli di energia si allungarono attorno all' egida, reggendo perfettamente al colpo, mentre il fendente si diramò, travolgente tutti i demoni attorno a loro.

Nella confusione, Naraku si allontanò, calpestando a morte la copia, mentre Kasumi, seppur gravemente ferita, riuscì ad evitare di rimanere schiacciata. Sparendo tra le ombre del bosco, lasciando tutti ancora increduli del suo ritorno.
   
 
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