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Autore: artemisia reight    13/01/2017    0 recensioni
una relazione complicata e una differenza di età esorbitante. tutto sembra a loro sfavore ma l'amore si dimostra spesso più forte di tutto il resto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Elettra arriva in anticipo quella sera. Aveva rassicurato Edward che passarla a prendere non sarebbe servito, ed ora si sente una stupida per non aver accettato quella cortesia.
Si era fatta la doccia in fretta e furia. Aveva asciugato i capelli come capitava, per poi realizzare che non poteva sembrare trascurata la prima volta che i genitori di Edward la vedevano. Si era quindi piastrata i capelli corvini fino a renderli lisci e setosi. Aveva applicato un po’ di trucco, l’aveva tolto perché le sembrava troppo pesante e non voleva fare la figura della sfacciata, e quindi lo aveva applicato di nuovo con mano più leggera. Aveva rubato uno dei pochi vestiti di sua sorella che non fossero adatti esclusivamente ad una discoteca e aveva scelto delle scarpe delicate ma non troppo anonime.
Ora era lì, con il suo vestito rosa pallido, aderente sul busto e morbido sui fianchi, la borsetta bianca che le aveva regalato sua madre un paio di mesi prima e le sue scarpe preferite: bianche, con un fiocchetto viola al lato ed il tacco di sette o otto centimetri.
Era già abbastanza alta, arrivava quasi all’altezza di Edward, ed aveva sempre odiato le scarpe con il tacco perché la facevano sembrare un gigante. Quelle scarpe, invece, esaltavano la sua figura senza renderla troppo esagerata.
Aveva preso l’autobus prima possibile, agitata dalla possibilità di arrivare un ritardo e fare una brutta figura. Suo padre le aveva sempre insegnato che arrivare in ritardo era sinonimo di inaffidabilità e, considerato che quel giorno si presentava come fidanzata di loro figlio ma anche come giornalista emergente in cerca di aiuto, l’inaffidabilità era la cosa che voleva dimostrare di meno.
Aveva infatti raggiunto casa loro in meno di dieci minuti, camminando a passo svelto dalla fermata fino a lì, sperando di non sudare.
Solo una volta arrivata aveva controllato di nuovo l’orologio e si era accorta di essere terribilmente in anticipo. Suo padre non le aveva mai detto niente sull’arrivare prima ad un appuntamento, ma di sicuro non era sinonimo di buona educazione.
Trema dal freddo mentre immagina quanto potrebbero odiarla se si presentasse troppo presto e loro non fossero ancora pronti a riceverla.
Non vuole assolutamente fare una brutta figura, ma non ha neanche un giacchetto e l’aria si sta rapidamente facendo frizzante.
Fa avanti e indietro sulla porta per un po’ finché delle voci provenienti dall’interno dell’appartamento non la persuadono a citofonare.
“Deve essere arrivata!” sente una voce femminile trillare soddisfatta.
È Edward ad aprirle la porta, e lei non potrebbe essergli più grata. L’imbarazzo di conoscere i suoi genitori, unito alla paura del fastidio che la sua richiesta poteva avergli procurato, la rendevano nervosa come mai prima.
Edward le fa cenno di entrare e subito una donna bionda e slanciata, dalle fattezze affascinanti le viene incontro con aria amichevole.
Ha i capelli biondi e lunghi, che le ricadono in onde delicati sulle spalle. I suoi occhi sono di un verde così splendente da sembrare finto e ha una leggera spruzzata di lentiggini sul naso.
“Devi essere Elettra!” Julia si presenta allegra, mentre la ragazza le sorride cordiale ed osserva discretamente il modo in cui la casa è arredata.
Tenta di farsi un’idea generale del modo in cui il suo ragazzo vive e di come sia sua madre, di sicuro molto accogliente, quando realizza che all’appello manca qualcuno.
Proprio in quel momento, un pastore tedesco enorme le salta sul petto.
“Non mi avevi detto di avere un cane!” esclama sorpresa rivolgendosi ad Edward, che scrolla le spalle.
Elettra accarezza l’animale amorevolmente e quest’ultimo le lascia leccate energiche sulle braccia e sul collo.
“Buona, Daisy” un uomo alto e possente si fa strada verso di loro, tranquillizzando l’enorme bestia.
“Non si preoccupi, non mi da fastidio” Elettra continua ad accarezzare Daisy, mentre alza lo sguardo e lo rivolge all’uomo appena arrivato.
E’ alto più o meno un metro e novanta ed è di corporatura possente. Ha i capelli lunghi fino al collo, neri come i suoi ed ugualmente lisci. Assomiglia molto ad Edward, ma la sua espressione è molto più arcigna di quella del suo ragazzo.
“Piacere, sono Elettra” si presenta lei.
“John” borbotta il padre di Edward.
La ragazza sorride, in imbarazzo per il modo in cui quell’uomo la fa sentire fuori luogo. Che la sua richiesta l’abbia fatto innervosire? Comincia a sudare freddo.
Edward le mostra velocemente il soggiorno, mentre sua madre annuncia che la cena è in tavola.
‘E io che pensavo di essere in anticipo!’ pensa Elettra stupita.
Mentre la ragazza si accomoda lentamente sulla sua sedia, osservando il soggiorno ed evitando di guardare il padre di Edward che mantiene lo sguardo basso ed ombroso, il ragazzo si dirige in cucina, dove sua madre sta prendendo le ultime stoviglie.
“E’ davvero carina!” esclama Julia.
“Mamma, abbassa la voce” le intima Edward ma quest’ultima scrolla le spalle.
“E’ un complimento, mica un insulto..” si interrompe “tu piuttosto” continua, rivolgendosi a suo marito appena entrato in cucina “vedi di essere un po’ più garbato. Non mi sembra proprio il modo di accogliere la fidanzata di nostro figlio!”
Per l’ennesima volta, John reprime il forte impulso di rispondere a sua moglie per le rime. Ha imparato ormai da tempo che risponderle non fa che accrescere la sua voglia di litigare. Il modo migliore per spegnere una discussione con Julia è quello di annuire e restare in silenzio, reprimendo qualsiasi istinto.
Annuisce, quindi, in silenzio e torna in soggiorno. Ignorando i borbottii di sua moglie, si siede a tavola e fissa il piatto.
 
 
Una volta a tavola, la conversazione tra Elettra e Julia prosegue quasi senza nessuna interruzione, mentre quest’ultima le domanda ogni cosa sui dettagli della sua storia d’amore con suo figlio.
Elettra, stupita che Edward non abbia raccontato nulla ai suoi genitori, racconta con gusto il loro primo incontro.
Le spiega che si trovava in biblioteca quando questo ragazzo così impacciato e tenero le aveva chiesto informazioni su dove trovare il libro che cercava. Lei lo aveva aiutato innocentemente e solo dopo aveva saputo che Edward aveva architettato tutto per parlarle. A questo proposito, il giorno dopo si era ripresentato in biblioteca avvisandola che aveva trovato il libro fenomenale e che voleva sapere da lei se ci fosse qualcosa di simile che potesse leggere. In realtà sapeva perfettamente dai social network che quello era il suo libro preferito e che avrebbe quindi adorato parlarne. Per questo si era preparato perfettamente sull’argomento. Il suo piano aveva funzionato. Elettra aveva acconsentito a prendere un caffè insieme e gli aveva raccontato nei particolari come quel libro era importante per lei. Lui era rimasto a guardarla ed ascoltarla per quasi un’ora, prima di rivelarle che l’aveva notata da tempo e che era molto interessato a lei. Erano usciti spesso e lui le aveva chiesto di mettersi insieme sopra una mongolfiera, dove si erano dati il loro primo bacio.
La madre di Edward ascolta tutto ciò sempre più deliziata. Continua a lanciare a suo figlio raggianti sguardi d’intesa per fargli capire che non poteva scegliere meglio.
Edward sorride impacciato durante tutta la conversazione.
“Non ama molto parlare di quello che fa con noi, sai?” spiega sua madre “magari potresti cambiare un po’ il suo carattere!”.
Elettra ride, felice per il modo in cui la madre di Edward la fa sentire a suo agio nonostante si conoscano così poco ma allo stesso tempo imbarazzata dal fatto che il signor Bates non partecipi minimamente alla discussione.
Si accorge che a volte Julia, quando pensa di non essere vista, gli lancia occhiatacce. Ma vede anche che John guarda perennemente verso il basso, ignorando completamente sua moglie.
Mentre fa queste riflessioni, mangia come altri, il primo ed il secondo piatto. Avvisa Julia che il cibo da lei cucinato è veramente buono e lei si gongola soddisfatta.
John rimane in silenzio a lungo, finché sua moglie non comincia ad informarsi sul motivo per cui Elettra lavori per il giornale scolastico.
“Mi ha sempre appassionato scrivere” spiega lei in imbarazzo.
“Beh direi che è ora che vi organizziate!” esclama Julia “John, devi discutere con Elettra dei giorni in cui potrà venire in ufficio”.
Suo marito alza improvvisamente lo sguardo dalla tavola.
“Siamo sempre molto impegnati, quindi non credo di poter essere molto disponibile, comunque i giorni in cui il lavoro è meno pesante ed il personale meno agitato sono il martedì, il giovedì ed il sabato” recita quasi automaticamente.
“Il sabato no” si lamenta Edward “è l’unico giorno in cui non è impegnata e andiamo quasi sempre in qualche posto insieme”.
“Per me può anche non venire mai”John scrolla le spalle “fate come vi pare”.
L’occhiataccia di sua moglie gli fa intuire di essere stato scortese, ma non gli interessa più di tanto.
Il tavolo si fa improvvisamente silenzioso, mentre Julia cerca velocemente qualcosa da dire per scusarsi velatamente per il comportamento di suo marito, ma Elettra interviene subito, senza scoraggiarsi.
“In effetti” comincia tranquillamente “potrei anche evitare di venire il sabato, in modo da risparmiarle ulteriori fastidi. Tenterò di farmi bastare il martedì ed il giovedì, se potrò venire per più di una settimana”.
“I giorni meno agitati sono sempre quelli” annuncia John, senza cambiare tono “salvo imprevisti puoi venire anche per tutto il mese”.
“Le sono veramente grata per l’opportunità che mi sta dando” dice improvvisamente Elettra, realizzando che non era stata riconoscente come avrebbe dovuto nei confronti del padre di Edward “riesco ad immaginare quanto possa essere difficile per lei trovare del tempo per una ragazzina ed il suo articolo con tutto il lavoro che deve svolgere. Non potrò mai ringraziarla abbastanza”.
John annuisce, provando una sensazione di importanza che non provava da tempo mentre i suoi impegni vengono finalmente riconosciuti.
“Ma non preoccuparti!” si intromette Julia “non fa poi chissà cosa! Si lamenta sempre di quanto sia impegnato, ma gli piace esagerare. Per noi è una gioia poterti aiutare con il tuo progetto e per le tue future referenze”.
Elettra sorride, ma percepisce John irrigidirsi dalla parte opposta del tavolo.
Fortunatamente Edward, percependo la tensione, sposta rapidamente la conversazione su argomenti più leggeri e John sprofonda di nuovo nel silenzio.
 
 
Quando Julia va in cucina per prendere il dolce, Edward annuncia di dover andare in bagno.
A tavola, il silenzio tra i due rimanenti si fa totale.
La ragazza giocherella distrattamente con una forchetta, tentando di non guardare l’uomo negli occhi. Quest’ultimo non sembra invece affatto in imbarazzo. Sembrerebbe abituato a quelle situazioni di silenzio così profondo. Non finge di fare nulla, rimane fisso con lo sguardo nel vuoto e l’espressione esausta di un impiegato a fine giornata.
La sua cravatta è stropicciata e Elettra intuisce che sua moglie deve averlo costretto a tenerla anche durante la cena. Le sue mani, appoggiate sul tavolo, sono enormi e particolarmente autoritarie. La giacca è impeccabile nonostante debba averla portata per l’intera giornata.
La ragazza intuisce che il signor Bates deve ricoprire un ruolo molto importante all’interno della sua azienda. A parte gli abiti, non sa con precisione cosa glielo suggerisce. È come se lo sentisse nell’aria. Percepisce un’aura di importanza attorno a quell’uomo, come se fosse la persona a cui tutti si rivolgono se non sanno cosa fare. Dev’essere molto intelligente, pensa.
Dopo aver aspettato in silenzio per un pò, decisa a migliorare i suoi rapporti con la persona che dovrà aiutarla nel suo importante articolo, decide di dover un modo per intavolare con lui una conversazione degna di questo nome.
“Nel mio articolo, suppongo comincerò parlando della finanza in generale” comincia energica “per poi concentrarmi sulla vita all’interno di un’azienda finanziaria”.
“Non so darti grandi consigli al riguardo” risponde John, ostile “non ho idea di come si scriva un articolo di giornale”.
“Oh, non si preoccupi” continua Elettra, senza perdersi d’animo “sono in grado di scrivere e strutturare articoli in modo decente. Volevo solo sapere se aveva qualche consiglio da darmi sul mondo finanziario..” notando l’espressione infastidita di John, decide di smettere di provare. In fondo la cosa importante è avere l’opportunità di entrare in un ufficio come il suo ed informarsi al riguardo. Avere un buon rapporto con il signor Bates sarebbe stato piacevole, ma non di sicuro non era fondamentale.
Certo, le dispiace anche perché è il padre del suo ragazzo e ovviamente vorrebbe fare una buona impressione e poterci parlare in modo amichevole. Ma aveva sempre considerato i suoi obbiettivi come la cosa più importante e, in quel momento, la cosa più importante era non infastidirlo a tal punto da convincerlo a non farla entrare nel suo ufficio.
“Mi scusi” annuncia rassegnata “smetto di infastidirla”.
John alza improvvisamente lo sguardo, guardando per la prima volta la ragazza negli occhi.
La guarda, con il suo sguardo arreso e allo stesso tempo innervosito perché le cose non sono andate secondo i suoi piani. Osserva come si morde il labbro per il nervoso e come si tira inconsapevolmente una pellicina sul dito per l’imbarazzo di essere fissata in quel modo senza parlare.
Ad un tratto si sente in colpa per lei, per il modo in cui l’ha trattata durante l’intera serata nonostante i suoi tentativi di socializzazione. In fondo non è altro che una diciassettenne con grandi ambizioni, che tenta di raggiungere tutti gli obiettivi da lei prefissati senza accorgersi di quanto siano pretenziosi.
Lui stesso era così alla sua età. Credeva di poter dominare il mondo, voleva raggiungere risultati mai raggiunti prima.
Riconosce la sua espressione quando voleva che qualcosa accadesse ma gli eventi non andavano secondo la sua programmazione. Capisce che anche lei, come lui, è una calcolatrice spietata che vuole avere tutto sotto controllo e che ogni cosa vada come lei si aspettava per sapere esattamente cosa fare.
Con il passare del tempo, lui aveva realizzato di non essere invincibile. Aveva capito che il futuro non era luminoso come se lo immaginava ed ora, adulto, viveva ormai in quel modo, quasi per inerzia, che da giovane era solito chiamare non ‘vivere’ ma ‘sopravvivere’.
Si rattrista al pensiero che anche quella ragazza così piena di vita presto o tardi scoprirà di non poter far altro sopravvivere in quel mondo imperfetto. Gli dispiace immaginare il momento in cui capirà che quasi niente va secondo i nostri piani e la vita non è altro che una lotteria dove pochissimi vincono ed i restanti perdenti si struggono per andare avanti senza ciò che volevano davvero.
Il suo volto si fa meno contrito. Tenta di accennare un sorriso verso quella ragazza che pensa di sapere molto ma è ancora così ingenua. Solleva gli angoli della bocca la proprio in quel momento Julia torna a tavola portando pezzi di torta su piccoli piattini.
John si chiede se Elettra abbia visto il suo sorriso ed abbia capito che lui non ce l’ha davvero con te. Non ha modo di assicurarsene. Decide che se avrà occasione di parlarle lo farà.
“Spero ti piaccia il cioccolato” annuncia sua moglie, rivolta ad Elettra.
“Lo adoro!” risponde lei, sorridendo di nuovo come niente fosse.
L’uomo tenta curiosamente di capire se lo stia facendo apposta per non fargli capire che è stata messa in difficoltà. La sua rapida occhiata verso di lui gli fa capire che è così.
Soffoca una risata per quella ragazza così di carattere.
 
 
Una volta terminata la cena, Elettra muore dalla voglia di vedere la camera di Edward.
Il piano superiore di casa Bates è particolarmente curato. Elettra riesce quasi ad immaginare la signora Bates pulirne minuziosamente ogni centimetro da cima a fondo, finché tutta la casa non risplende di luce propria.
La ragazza nota con sorpresa che la camera dl suo fidanzato riceve lo stesso trattamento delle altre stanze. Alcuni suoi amici non permettono alle loro madri di toccare i loro oggetti, ed entra spesso in camere che non vengono sistemate da mesi.
Ma quella di Edward è decisamente diversa: l’ordine regna sovrano. La libreria è sistemata a regola d’arte, con una piccola pila di libri e quaderni usati di recente al lato di una scrivania lucida e sgombra. Il letto, dalla parte opposta, è rifatto e tirato, con un paio di cuscini sistemati in modo preciso e sopra nient’altro. Solo un paio di poster attaccati alla parete distolgono l’attenzione dall’aria asettica di quella stanza.
“Wow” commenta Elettra, sincera.
“Nah” Edward si stringe nelle spalle “mia madre sapeva che saresti venuta e mi ha costretto a sistemare meglio del solito” fa un passo all’interno della camera “sul letto ci si può anche sedere, eh” scherza, facendola accomodare.
Entrambi si siedono con imbarazzo, guardandosi in silenzio.
Non sapendo cosa dire, Edward comincia a baciarla.
La ragazza, spaventata dal fatto che i genitori di lui potrebbero vederli o sentirli da un momento all’altro, fa per scansarsi. Quasi immediatamente realizza, però, che un atteggiamento del genere potrebbe offendere il suo ragazzo, e si convince che qualche bacio non è poi così scandaloso.
Allaccia quindi le braccia intorno al collo di Edward, ricambiando il suo bacio con la stessa passione.
Dopo un paio di minuti, la posizione comincia a diventare scomoda per entrambi. Il ragazzo spinge allora delicatamente Elettra sul letto, e lei si sdraia senza pensare.
Continuando a baciarsi quasi ininterrottamente, Edward si stende sopra di lei, avvolgendola con il suo corpo in un modo che la fa sentire allo stesso tempo desiderata e protetta. Lei lo attrae a sé ulteriormente, finché i loro corpi non sono quasi totalmente a contatto.
Nella mente di Elettra tutto è ormai appannato dalla passione.
Anche Edward è completamente concentrato sulla presenza della ragazza sotto di lui, sul suo respiro pesante vicino al suo, sulle sue mani avvinghiate alla sua schiena, sul modo in cui spesso gli mordicchia il labbro tra un bacio e l’altro, quasi senza accorgersene.
La sua mano si posa distrattamente sul petto di lei, per poi esplorare quell’area del suo corpo sempre più minuziosamente.
Quel tocco così intimo fa tornare Elettra alla realtà. Si rende conto di quanto la situazione potrebbe essere imbarazzante se i signori Bates il sorprendessero in quel momento.
“Che stiamo facendo?” si interrompe.
Edward la guarda fissa, mentre riacquista contatto con l’ambiente circostante. Anche lui realizza che i suoi genitori non sono poi così distanti da loro e, non avendo mai portato una ragazza a casa prima, non sa come potrebbero comportarsi e reagire.
Si allontana di scatto, vergognandosi per il modo in cui si era lasciato trascinare dai suoi istinti un attimo prima.
“Hai ragione” ammette, con lo sguardo basso.
Elettra gli solleva il mento, per poi lasciargli un bacio leggero e delicato sulle labbra.
“Vado un attimo in bagno” annuncia, anche lei bisognosa di un po’ d’aria per calmare i suoi spiriti.
Si incammina fuori dalla porta senza ricordarsi di chiedere dove sia la toilette.
Gira a sinistra, seguendo il suo istinto, e si scontra con il padre di Edward.
“Mi scusi” esclama spaventata “cercavo il bagno”.
“E’ proprio qui” John glielo indica.
“Grazie mille” la ragazza si volta verso la porta.
“Aspetta” Elettra sente la mano di John posarsi sulla sua spalla e un brivido le percorre la schiena.
“Sì?” domanda incuriosita. John fa un respiro profondo.
“Mi dispiace per come mi sono comportato per tutto questo tempo” borbotta con un tono di voce così basso che la ragazza deve sforzarsi per capirlo “non avevo intenzione di metterti in difficoltà o in imbarazzo. Non sono stato un bravo padrone di casa e non sono stato affatto educato”.
“Non importa” dice Elettra, stupita.
“Invece si” John la interrompe “ci tenevo a farti sapere che in realtà mi piaci. Sei una brava ragazza e sono contenta che Eddie stia con te”.
Elettra sorride, un po’ a disagio in quella situazione inaspettata ma felice che finalmente il rapporto con il signor Bates sia migliorato.
“E’ davvero importante per me, signor Bates” annuncia “la ringrazio”.
John annuisce rapidamente e si volta, scendendo le scale senza più degnarla neanche di uno sguardo. Elettra intuisce che quelle scuse gli sono costate molto e le apprezza ancora di più.
 
  
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