Film > Inside Out
Segui la storia  |       
Autore: Altair13Sirio    15/01/2017    2 recensioni
Sveglia. Corri. Ruba. Mangia. Menti. Dormi.
Ripeti.
Questa è la vita della quattordicenne Riley, scappata di casa a undici anni e diretta verso il Minnesota piena di speranze. Una volta arrivata lì, però, Riley si è resa conto che quel posto che chiamava "casa" non era più tanto accogliente e sicuro per lei, e non volendo arrendersi e tornare indietro, ha deciso di andare avanti e vivere la vita a modo suo.
Così Riley ha deciso di dimenticare il passato e di diventare una persona nuova, una persona che niente ha a che fare con la Riley del passato; quella bambina che adora giocare a hockey, sempre in vena di scherzare, non c'è più. Riley ormai non prova più emozioni, e si limita a vivere per strada come una delinquente, in attesa di qualche evento che dia una svolta alla sua vita.
Allo stesso modo vivono le sue emozioni, che rassegnate, incapaci di togliere dalla testa della ragazza quell'idea che la fece andare via, continuano a occuparsi di lei nella speranza di farle fare le scelte giuste.
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Riley Andersen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Riley si stiracchiò con molta drammaticità, lanciando uno sbadiglio che rese solo più nota la sua pigrizia. Avrebbe voluto restarsene a dormire per tutto il giorno, soprattutto con la caviglia ridotta in quel modo, ma non poteva perdere altro tempo; quello sarebbe stato un giorno molto importante, non avrebbe potuto lasciarsi cogliere impreparata.
I genitori di Liz sarebbero dovuti tornare nel pomeriggio, quindi aveva ancora un po' di tempo per riprendere le forze, ma avrebbe preferito uscire il più presto possibile e andare alla ricerca di un modo per lasciare la città. Ormai anche i suoi genitori sarebbero arrivati presto, se non avessero già raggiunto il Minnesota nei giorni precedenti, e in più si aggiungeva la scadenza dei termini che Bad Dog aveva imposto a Duncan: Riley non sapeva bene quanto potesse c'entrare lei in quella faccenda, ma non avrebbe voluto restare ad aspettare uno degli uomini di quel teppista per rapirla oppure di vedersi davanti agli occhi ancora una volta il suo amico ricevere una ingiusta punizione.
Andy si era offerto di lasciarle il lato destro del materasso, quello vicino alla finestra. << Andiamo. >> Esordì così non appena la sua mente fu pienamente operativa e i suoi occhi si furono abituati alla luce del sole che filtrava dalla finestra. Con un rapido e solenne gesto della mano sinistra, la ragazza scoprì il proprio corpo e quello di Andy da sotto il lenzuolo che avvolgeva il materasso e compì un ampio movimento per spostarsi e scendere dal letto. Non mise in conto le catene che tenevano legata lei a Andy e una volta che fu troppo lontana si fecero sentire; la ragazza scivolò dal bordo del letto e cadde a terra mentre la sua mano destra rimaneva tesa verso la carcassa ancora in dormiveglia di Andy, dall'altro lato del letto. Imprecò sottovoce massaggiandosi le natiche e cercò di mettersi in ginocchio. << Muoviti, peso morto! >> Disse con tono minaccioso facendo capolino dal bordo del materasso e lanciando un'occhiataccia al ragazzo che si stava svegliando in quel momento.
<< Riley…? Che ci fai per terra? >> Andy sbatté le palpebre un paio di volte prima di rendersi conto della situazione. Quando vide il braccio della ragazza teso verso di sé capì quasi tutto. Gli scappò una risatina. << Questo sì che è un modo per cominciare bene la giornata! >>
Riley non si lasciò contagiare e rispose con durezza. << Smettila di prendermi per il culo! >> Fece forza con le braccia sul materasso e si mise in piedi; aveva anche la caviglia sinistra di cui preoccuparsi, dopo la fuga precipitosa del pomeriggio precedente. Si mise di nuovo a sedere sul bordo del letto facendo attenzione a non poggiare mai il piede a terra e mosse rapidamente la testa, indispettita.
Andy strisciò verso di lei e cercò di strapparle un sorriso. << Ce l'hai con me? >> Chiese poggiando il mento sul palmo della mano, piantata saldamente con il gomito nel materasso.
Riley fissò per alcuni secondi la finestra e lo scenario che si apriva oltre ad essa; palazzi grigi, strade poco trafficate… Si perse nel vuoto di quella vista e le sue pupille iniziarono a vagare nell'immaginazione della ragazza. Quando riacquistò il controllo della propria mente, Riley si girò verso Andy sorridendo e rispose con tono divertito. << No! >> E gli diede un colpetto con la mano sinistra sulla nuca. << E comunque il blu ti dona! >> Esclamò voltandosi. Il ragazzo cercò di capire cosa intendesse lei con quell'affermazione, poi si passò una mano tra i capelli e sospirò abbattuto, ricordando gli avvenimenti della sera precedente.
I due ragazzi si alzarono dopo aver passato qualche minuto a scherzare e godersi il silenzio e la comodità del letto; quando Riley fu in piedi aprì la finestra inspirando a fondo l'aria dell'esterno, e i rumori della strada invasero anche quella camera da letto. Sembrava che avesse piovuto nella notte, perché le strade e i marciapiedi erano ricoperti da una sottile patina di umidità, i passi della gente che camminava sollevavano piccoli schizzi, mentre le automobili lasciavano dietro di sé una scia di goccioline che dopo aver saltato in alto, tornavano a terra per riunirsi in un unico strato di acqua. Loro non si erano accorti di niente. Andy le si avvicinò per dare un’occhiata alla vista dalla finestra e sembrò quasi che tutti i loro problemi, in quei pochi secondi passati di fronte alla finestra, fossero spariti. La calma che trasmettevano quelle immagini era qualcosa che non si provava tutti i giorni, e Riley ne aveva proprio bisogno in quel momento…
Dopo che la ragazza ebbe rivolto un sorriso incoraggiante al ragazzo, i due si trasferirono nella cucina, dove cercarono di fare una colazione veloce senza fare troppo rumore; il buonumore però era particolarmente contagioso quella mattina e bastava un semplice gesto, un movimento delle mani o anche uno sguardo troppo vispo per scatenare la parte più infantile dei due ragazzi e fargli creare confusione. Finirono per buttare del latte per terra mentre cercavano di scaldarlo e dopo aver cercato di pulire il pavimento con poca attenzione decisero di ripiegare su una colazione con meno liquidi, composta da brioche e marmellata.
<< Che cazzo state facendo? >> Una Liz dall'aria sconvolta fece il suo ingresso nella stanza e gli lanciò occhiatacce cercando di nascondere il sonno. Li sorprese mentre sul tavolo avveniva una sorta di lite: Riley brandiva un cucchiaino tra le dita della mano sinistra e cercava di spalmare della marmellata sulla faccia di Andy, mentre il ragazzo utilizzava la catena delle manette per cercare di allontanarla da sé. Non appena ebbero capito di non essere più soli, i ragazzi tentarono di nascondere le prove della loro lotta e sorrisero alla ragazzina sulla soglia della porta; ancora una volta, Liz aveva il suo trucco sugli occhi, anche se molto sbavato.
<< Ciao, Liz! >> Salutò molto amabilmente Riley, decisamente innaturale alle orecchie sia di Andy che della ragazzina in piedi di fronte a loro. Le rivolse uno sguardo di sufficienza e andò a prepararsi una tazza di latte in un angolo della cucina; dopo che lo ebbe scaldato pochi minuti andò a sedersi al tavolo da pranzo, più lontano possibile da loro due.
Liz trattenne a stento una risata e nascose il proprio sorriso dietro la tazza. << Certo che siete proprio ridicoli… >>
Riley e Andy si guardarono confusi. << Di che parli? >> Chiese poi la ragazza inarcando un sopracciglio.
Liz poggiò la tazza di latte caldo sul tavolo e fissò il liquido agitarsi finché non si fu fermato; con sguardo sereno si rivolse alla amica. << E' ridicolo il fatto che tu ti sia fatta ammanettare a questo idiota… >> Disse facendosi comparire in viso un sorrisetto mirato a provocarla. << Ed è ridicolo il fatto che tutto ciò ti piaccia. >>
Riley sentì quasi come se fosse stata colpita in pieno viso da una mazza ferrata; ebbe una convulsione improvvisa mirata ad allontanare Andy da sé mentre raddrizzava la schiena il più possibile e guardava con occhi pieni di stupore la ragazza di fronte a sé. Liz, da parte sua, continuava a rivolgergli quello sguardo fastidioso e sicuro di sé; sembrava che volesse farle perdere la pazienza di proposito.
Riley sentì parte della colazione andarle di traverso e tossì con forza. << Ti sbagli…! >> Non riuscì a completare la lista di scuse, che Lizzie ne approfittò per prenderla ancora in giro.
<< Oh, è proprio come immaginavo… Sei già tutta rossa. >> Alzò un dito per indicarle la faccia e ridacchiò coprendosi le labbra con l'altra mano. Prese un'altra volta la tazza di latte e lo finì con un solo sorso. << Bé… Evidentemente non sei tanto "dura" come vuoi far credere… >>
Riley si toccò una guancia con la mano sinistra e cercò di identificarne la temperatura; era veramente arrossita? Quando alzò lo sguardo verso Liz, sembrò ancora più imbarazzata e innocente, senza contare che la sua sicurezza era ormai sparita del tutto…
Lizzie si alzò e sorrise ancora una volta a Andy e Riley, mentre i due la fissavano perplessi. Non si era mai permessa di sfidarla così, specialmente in presenza di qualcun altro. Liz era sempre stata insofferente alla presenza di Riley, desiderando segretamente di prendere il suo posto come "guida", ma a volte aveva anche dimostrato di poterla sopportare e stare dalla sua parte; adesso il motivo della sua particolare scontrosità non era chiaro a Riley, ma forse poteva solamente essere nervosa a causa del risveglio, oppure la causa di quelle occhiate così sfrontate era da ricercare nel fatto che Riley e Andy stessero facendo i propri comodi a causa sua, e forse la loro presenza era diventata scomoda…
<< E tu che hai fatto ai capelli? >> Chiese alzando l'indice verso Andy, che reagì in ritardo.
Il ragazzo si scompigliò i capelli con una mano e balbettò una risposta che Lizzie non si disturbò ad ascoltare.
<< Lascia perdere… >> Fece quella allontanandosi dal tavolo.
La ragazza dai capelli viola lasciò la stanza in silenzio e andò a chiudersi in bagno, mentre Andy tornava a concentrarsi sulla sua colazione e Riley abbassava lo sguardo pensierosa. Sicuramente si trattava di un atteggiamento strano da parte di Liz, come se sapesse qualcosa di cui loro erano all’oscuro, ma immaginò che si trattasse solo di un desiderio di una “rivincita” di Lizzie che, dato che quel giorno avrebbero dovuto lasciare casa sua, aveva deciso di togliersi qualche soddisfazione e rispondere a tono a Riley. Oppure no?
Le sembrava troppo strano che la ragazzina che aveva sempre tenuto un tono rispettoso nei suoi confronti – specialmente in presenza di altri – tutto a un tratto tirasse fuori questa aggressività. Che le avessero dato fastidio durante la notte, quando avevano combinato quel macello in bagno? E poi, era davvero così importante? Forse Riley si stava arrovellando troppo su qualcosa che non esisteva, e Liz si era comportata come sempre… Decise di non pensarci più e di finire la colazione con calma. Dopo di quello si sarebbero dovuti allontanare per l’ultima volta da quella casa, e Riley avrebbe fatto di tutto per convincere Andy a lasciarla andare.
Dopo la colazione, i due ragazzi attesero che Liz fosse pronta per potersi lavare a loro volta: ovviamente, Andy fu irremovibile anche in quella situazione, dicendo che non le avrebbe tolto le manette nemmeno per andare in bagno; diversamente dai giorni passati, quando il ragazzo le aveva accordato di sganciarle i polsi per un breve periodo per andare al bagno, specialmente fuori casa, questa volta Andy fu più autoritario e negò ogni possibilità a Riley di liberarsi per andare a lavarsi nel bagno di Liz. Ancora non si fidava di lei, oppure c’era un motivo in particolare per cui non voleva lasciarla proprio ora?
Quando Lizzie Maslow uscì dal bagno, piena di trucco in viso e con le sue immancabili lenti a contatto verdi sulle iridi, i due ragazzi si infilarono nella stanza senza nemmeno darle il tempo di fare domande.
Per il gabinetto fecero a turni, con Andy che cominciò a canticchiare per tutto il tempo, girato dall’altro lato per rispettare la privacy di Riley; la ragazza gli buttò addosso un accappatoio e gli disse di stare più lontano possibile mentre finiva, e poi fu il turno di lui. Il ragazzo continuò con la sua canzoncina mentre Riley fissava il suo sguardo sulla finestra opaca del bagno e attendeva in silenzio che Andy tirasse lo sciacquone.
<< Potevi anche togliermele le manette, per fare pipì… >> Commentò infastidita Riley, senza però lasciar trasparire il suo stato d’animo. << Non che sarei stata in grado di andare da qualche parte… >>
Andy le rivolse uno sguardo sofferente mentre entrambi si lavavano le mani sotto l’acqua corrente del lavandino. << Scusa, preferisco tenerti d’occhio per tutta la giornata. >> Sembrava sincero, ma perché tutto a un tratto era nata questa preoccupazione nei suoi confronti?
Riley alzò lo sguardo e provò a fare la sua mossa. << Non ti fidi ancora di me? >>
Quelle parole galleggiarono nell’aria per alcuni secondi, trasportate via dal rumore dell’acqua che scendeva rapida dal rubinetto e si infilava nelle tubature. Riley assunse un’espressione sconsolata da sotto la quale tenne d’occhio con attenzione la faccia di Andy, che si mostrò subito contrariato. Il ragazzo alzò lo sguardo cercando di rassicurarla e le mise le mani ancora insaponate sulle spalle.
<< Oh, no… No Riley, non è per quello! >> Disse scuotendo più volte la testa e guardandola dritta negli occhi. Sembrava sincero, e molto più sicuro di sé. << Mi hai già dimostrato di essere una persona buona, io mi fido di te. Ma quel giorno che abbiamo assistito all’incontro tra Duncan e Bad Dog, ricordo che decisero di incontrarsi quattro giorni dopo per saldare i conti… >>
Riley fu sorpresa che Andy ricordasse quel particolare, e soprattutto si sorprese del fatto che Andy avesse contato i giorni passati da allora. << Ieri sera Duncan stava girovagando per la città, distribuendo volantini con le nostre facce stampate sopra; se per qualche motivo non dovesse essere riuscito a racimolare i soldi da consegnare a quel furfante… Potrebbero prendersela di nuovo con te. >>
Andy era preoccupato? Si stava preoccupando per la sua sicurezza, tanto da non volerla lasciare sola nemmeno un attimo? Aveva pensato addirittura che qualcuno potesse entrare dalla finestra del bagno per fare del male a Riley? La ragazza non poteva dire di non essere lusingata da tanta premura, ma a suo parere si trattava di un timore eccessivo… In ogni caso, il modo in cui Andy si pose le impedì di ribattere in qualsiasi modo, spiazzandola; avrebbe potuto fare leva su ciò che aveva detto a proposito della sua fiducia in lei, ma lo sguardo che le rivolse il ragazzo dopo quella sua affermazione le trasmise qualcosa di insolito, un sentimento che Riley non pensava di poter vedere nei propri confronti negli occhi di qualcun altro: lui era sincero, si fidava di lei e non voleva che le accadesse niente di male. Questo bastò a togliere a Riley la volontà di cercare di raggirarlo.
I ragazzi continuarono a lavarsi in silenzio, entrambi osservando una sorta di regola ipoteticamente dettata dopo la loro discussione, ma in realtà era l'imbarazzo di Riley a costringerli entrambi al silenzio. Non pensava che qualcuno potesse preoccuparsi così di lei, e per questo erano riaffiorati anche i sensi di colpa per avergli mentito.
Ma Riley non poteva lasciare che la sua coscienza le impedisse di raggiungere il suo obiettivo: doveva scappare, e appena uscita dal bagno tornò ad essere amichevole con Andy.
<< Allora… >> Cominciò il ragazzo sedendosi poco prima di lei sul divanetto nel soggiorno. << Qual è il piano? >>
Riley si sedette accanto a Andy sorridendo e fece passare la mano destra sulle gambe per tenere le manette più vicine. Pensò che, dato che Andy aveva detto di fidarsi di lei, avrebbe potuto azzardare una proposta che il ragazzo, pochi giorni prima avrebbe reputato folle:<< Devo lasciare la città. >>
Andy sembrò scandalizzarsi a quella sua affermazione, ma riacquistò rapidamente il contegno e le rivolse solo uno sguardo incredulo. << Non c'è altro modo? >> Sembrava quasi dispiaciuto di doverla vedere partire.
Riley scosse la testa, mentre Liz faceva il suo ingresso nella stanza e si sedeva con pesantezza sulla poltrona accanto a loro. << A quest'ora i miei genitori saranno già arrivati in città, ormai non c'è modo per sfuggirgli… >>
Andy cercò di trovare un motivo per farle cambiare idea. << Ma… Non puoi spostarti con quella caviglia! Come farai a… >>
<< Lo so. >> Lo interruppe lei sperando che non dicesse qualcos'altro che potesse minare alla sua sicurezza. << Ma qui non sono più al sicuro, Andy: mi sono cacciata in così tanti guai, che sembra essere diventata una gara a chi mi trovi per primo, ormai. >>
Andy le rivolse uno sguardo sconsolato, mentre lei ricambiava con occhi seri e preoccupanti.
<< Tra la polizia che mi dà la caccia, Duncan in giro per la città, i miei genitori più vicini che mai e quell'idiota di Bad Dog pronto a tutto per riavere i suoi soldi… Non posso più restare qui. >> Scosse piano la testa, sperando che Andy crollasse di fronte alla sua espressione dispiaciuta. Il ragazzo però rimase a fissarla dritto negli occhi, deciso. Fu lei ad abbassare lo sguardo, fingendo una piccola risata.
<< Che gran casino… >> Lizzie se ne stava con le gambe accavallate, un braccio alzato sul bracciolo della poltrona e l'altro ben disteso su quello opposto; i suoi occhi mascherati fissavano Riley quasi sfidandola, ma la ragazza ignorò quel presentimento.
<< Hai qualcosa da dire? >> Chiese Riley seccata, pensando che volesse solo fare commenti irrilevanti.
Liz piegò un angolo della bocca in un sorrisetto superiore e inspirò prima di parlare. C'era qualcosa di strano in lei, quella mattina… << Sto solo dicendo che ti sei cacciata davvero in un grosso guaio, Riley. >>
Riley abbassò lo sguardo abbattuta e annuì. Nessuno si aspettava quella reazione. << Sì, lo so… >> Ammise la sua colpa senza girarci troppo attorno. Era sua la colpa, se era finita dietro le sbarre e si era fatta riconoscere, era colpa sua se Duncan la stava cercando; ma non era certo stata colpa sua se la banda di Bad Dog la stava cercando a sua volta per tutta la città. << In ogni caso non possiamo perdere tempo! >>
La ragazza si alzò con occhi decisi in volto e si girò verso Andy. << Non mi fa più nemmeno male il piede… Vedi? >> Allargò le braccia e alzò la caviglia ferita per mostrarla, mentre manteneva l'equilibrio con la gamba rimanente.
Andy non sembrò molto convinto dell'affermazione della ragazza e le rivolse uno sguardo di disappunto, ma Riley volle ignorare la faccia del ragazzo questa volta e si girò verso Lizzie, che la guardava annoiata. << Liz, grazie ancora per averci aiutato. >> Cominciò con un piccolo cenno della testa; il suo tono rilassato e il suo sguardo sincero sorpresero sia Andy che Lizzie, e la ragazza seduta sulla poltrona sembrò non aspettarsi niente di quello. << Ho apprezzato molto il fatto che tu non abbia chiesto niente più del dovuto riguardo a questa storia, e mi dispiace se ti ho fatta esasperare… >> Sorrise dolcemente, come se sapesse che quella fosse l'ultima volta che avrebbero potuto parlarsi. Quello era un addio, lo sapevano entrambe, e nonostante ci fosse una certa rivalità tra loro, a Riley dispiaceva lasciare Liz e le sue amiche. << Continua per la tua strada, e forse un giorno diventerai come me! >>
Riley fece l'occhiolino alla ragazza più piccola di lei e mostrò un leggero ghigno di scherno, intento a suscitare almeno un sorriso in quella ragazza cupa. Lizzie la guardò perplessa dalla sua poltrona e abbassò lo sguardo mettendosi una mano davanti alla bocca. << Non c'è di che. >> Rispose senza un tono e volgendo lo sguardo da un'altra parte.
Il ghigno di Riley sparì nello stesso istante in cui Lizzie ebbe risposto, e la ragazza piegò leggermente la schiena in avanti, alzando la mano libera dalle catene, per salutarla. << Stammi bene, sorella… E salutami Abbie ed Alex. >>
Lizzie volse di nuovo lo sguardo di fronte a sé. Riley stava aspettando che le battesse il cinque, sperava che lo facesse. Ma lo sguardo fisso della ragazza si congelò di fronte a sé, in un punto imprecisato della stanza, come se Riley di fronte a lei fosse trasparente, e non arrivò alcun segno di vita da lei per parecchio tempo. Solo un borbottio venne fuori dalla bocca della ragazzina, dopo alcuni secondi di silenzio:<< Non ringraziarmi. >> Disse. Poi un altro messaggio accompagnato da uno sguardo quasi inespressivo. << Muovetevi a portare il culo fuori da qui, se non volete farvi beccare! >> E con un movimento brusco della mano disse a Riley di andare via. La ragazza ci rimane quasi male per come reagì lei, ma pensò che forse dispiacesse un po' anche a Liz vederla andare via, e che preferisse non fare scenate. Sempre dura di testa, fino alla fine…
<< Allora non penso che ci sia altro da dire… >> Mormorò Riley sospirando e stiracchiandosi un po'. Fece alzare Andy con uno strattone delle manette e cominciò a dirigersi verso la porta. << Grazie di tutto, Liz! >> E senza nemmeno aspettare una risposta dalla ragazzina – che non arrivò comunque – lei e il ragazzo raggiunsero l'uscita.
Riley aprì la porta con decisione e si preparò a scendere le scale che portavano al piano terra, da dove poi sarebbe uscita alla ricerca della libertà; il pensiero di dover fare quelle scale la appesantiva, ma Riley pensò che con l'aiuto di Andy non sarebbe stato per niente difficile e che avrebbe dovuto fingere almeno per un altro po' di potersela cavare perfettamente anche da sola. Quando però Andy le offrì appoggio per scendere le scale senza che lei gli dicesse niente, la ragazza si fece prendere un po' dallo sconforto e accettò con riluttanza l'aiuto.
<< Sei troppo gentile, ragazzo… >> Mormorò mentre scendevano piano le scale. Andy guardava dritto di fronte a sé con un largo sorriso stampato in volto. Rispose con un piccolo verso per farle intendere di averla sentita, ma non disse nulla. << E non c'è neanche bisogno di tutto questo! >> Non appena ebbero finito di scendere le scale, Riley si divincolò dalla presa di Andy e gli diede un buffetto sulla spalla con la mano sinistra. Sorrise lanciandogli uno sguardo di sfida e si infilò una mano nella tasca interna del giubbotto. << Tieni. >> Gli piazzò sul viso un paio di occhiali da sole, e Andy non vide nulla per un attimo.
<< Ma che…? Questi dove li hai presi? >> Chiese stupito, pensando di aver tenuto d'occhio abbastanza bene la ragazza ammanettata a lui; evidentemente non l'aveva sorvegliata a sufficienza.
Riley ridacchiò guardando la buffa immagine di quel ragazzo dai capelli biondi e azzurri, con indosso quel paio i occhiali da sole che pendeva da un lato del viso dove non si era attaccato bene. << Li ho presi in prestito da Lizzie! >> Esclamò con tono ovvio per rassicurarlo. << Tienili tu, così avrai una scusa per parlare di nuovo con lei, quando me ne sarò andata… >>
Il ragazzo prese in mano gli occhiali e fissò i vetri con indifferenza per alcuni secondi. << Adesso sarò proprio invisibile… >> Mormorò tornando ad indossarli.
<< Dobbiamo trovare il modo per lasciare la città senza dare nell'occhio. >> Cominciò Riley dopo aver chiuso il portone dietro le proprie spalle, guardando con occhi minacciosi la strada. Le automobili passavano rapide sull'asfalto ancora umido e i pochi passanti che giravano a piedi quella mattina si coprivano bene e davano poca importanza a loro due. Si tirò su il cappuccio della felpa, in modo da nascondere il proprio viso.
Riley non prevedeva di lasciare la città assieme a Andy, ma volle mettergli un po' di pressione con tutte quelle frasi che parlavano di andarsene da lì… La sua intenzione era quella di indurlo a liberarla, così da potersene andare da sola, ma il ragazzo sembrò preoccuparsi di un'altra cosa:<< Vuoi davvero lasciare la città, quindi? >> Ancora una volta, Andy provava a convincere Riley che forse fuggire non era la cosa giusta da fare.
<< Te l'ho detto: non posso più stare qui. L'unico modo per continuare a vivere una vita libera è quello di tagliare i ponti con il passato… >> Spiegò rapidamente Riley con in viso un'espressione quasi dispiaciuta. Sperava che Andy comprendesse, ma il ragazzo le fece un'altra domanda.
<< E se, dopo tutto questo tempo, i tuoi genitori avessero cambiato idea? >> Quella domanda fece gelare il sangue nelle vene a Riley, che si fermò di colpo lì dove si trovava e si girò molto lentamente verso il ragazzo ammanettato a lei.
Con un'espressione che lasciava intendere di non voler scherzare, Riley chiese:<< Riguardo a cosa? >>
Andy sembrò in difficoltà; non sapeva come spiegarsi bene. << I tuoi genitori potrebbero essere cambiati dopo tutto questo tempo… E se ora volessero solo rivederti? >>
In una situazione del genere, quello avrebbe potuto essere vero; i genitori di Riley avrebbero potuto anche ravvedersi e desiderare solo il ritorno a casa della figlia… Ovviamente, questo si sarebbe potuto verificare se i genitori di Riley fossero stati veramente come li aveva descritti a Andy. Ma i suoi genitori non erano realmente così, loro volevano davvero che tornasse a casa con loro, non volevano farle del male come aveva detto lei, ma proprio per questo Riley non voleva tornare: non voleva tornare in una gabbia.
Alla domanda di Andy, Riley non poté fare altro che abbassare lo sguardo pensierosa. Rimase in silenzio per alcuni lunghi istanti, poi decise di rispondere con decisione per ricordargli chi fosse a comandare lì:<< Io lo so come sono i miei genitori, e so che non cambieranno mai! >>
Dopo di ciò, Riley cominciò a tirare Andy per le catene lungo la strada.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Inside Out / Vai alla pagina dell'autore: Altair13Sirio