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Autore: guimug    15/01/2017    0 recensioni
Quando serve protezione, quando il coraggio manca o quando la speranza sembra essere fuggita via fermiamoci un momento ad ascoltare... forse un frullo d'ali tradisce al presenza di un angelo custode che non chiede di meglio che prendersi cura di noi, non è detto debba trattarsi di un giovane con le ali ma potrebbe essere più concretamente qualcuno che ci tende una mano.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Candy saga'
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Lakewood - 24 Dicembre 1941


The angels sang when the baby was born

 

Le luci delle candele diffondevano un chiarore soffuso che si fondeva con quello generato dalle fiamme del camino, il quale ardeva nel soggiorno della villa di Lakewood, evidenziando i contorni del grande albero di Natale addobbato. Candy e Terence stavano ultimando i preparativi per la cena della Vigilia. Quello sarebbe stato un Natale molto particolare, perché i recenti avvenimenti non potevano certo far venire voglia di festeggiare: solo due settimane prima gli Stati Uniti erano stati attaccati a Pearl Harbour e il risultato sarebbe stato un pesante tributo da pagare ad una nuova guerra.

Ovunque nelle strade fervevano attività per arruolare, addestrare ed inviare le truppe contro il nemico e questo ardore aveva sostituito quello ben più consono al periodo natalizio. Gli strilloni con le loro notizie tragiche avevano sostituito i Babbo Natale che raccoglievano offerte, i picchetti militari per gli arruolamenti volontari avevano preso il posto dei cori che cantavano le carole e l’atmosfera di festa sembrava essere solo un lontano ricordo oppure un’ombra appartenente ad un mondo che si era disintegrato la mattina del sette dicembre.

Ma nell’intimità della sua casa, Candy si sforzava di conservare quella spensieratezza che da sempre l’aveva contraddistinta e che le aveva permesso di superare i momenti più difficili. Come Terry e sua figlia Angie, voleva che il Natale di famiglia potesse portare almeno una notte di serenità. Assieme a loro ci sarebbero stati Archie ed Annie, Patty con suo marito, che Candy ancora non conosceva. Ci sarebbe stata anche la zia Elroy, che si era ammalata gravemente nell’ultimo anno, ma che per niente al mondo avrebbe rinunciato a stare coi suoi cari. Candy sapeva, ma non voleva ammettere, che quello sarebbe probabilmente stato il suo ultimo Natale in famiglia.

Ormai era tutto pronto e Terence, ammirando il grande albero, chiamò la figlia.

“Quest’anno sarai tu a mezzanotte a porre sulla cima l’angelo dorato!”

“Perché proprio io? Di solito è un compito che spetta a te in qualità di capo famiglia” rispose Angie con fare leggermente canzonatorio.

“Vero, e non vi rinuncerei per nulla al mondo! Ma quest’anno lo devi fare tu, per ringraziare il Signore ed il tuo angelo custode di averti fatta tornare a casa sana e salva prima che l’inferno si scatenasse su Londra”

Angie ripensò alla partenza frettolosa dalla Royal St. Paul School la mattina dopo i primi bombardamenti tedeschi sulla capitale inglese, la corsa verso Southampton e l’imbarco sul piroscafo che l’aveva riportata a casa la primavera passata. Doveva davvero essere grata al suo angelo custode!

Candy le si avvicinò e la carezzò dolcemente.

“Sai perché ti chiami Angie?” le disse.

“Oddio mamma, non mi racconterai una storia strappalacrime su qualche intervento divino… Non sarebbe da te!”

Candy si rabbuiò mentre Terence scoppiava a ridere: se la ragazza aveva ereditato la bellezza della madre, di sicuro aveva preso il carattere indisponente da lui e di questo ne andava molto fiero, anche se a volte poteva creare qualche problema.

“Angie” le disse il padre “non devi essere così sgarbata con tua madre, non c’è nulla di strano in quello che voleva dirti!”

“Scusa mamma” disse Angie con una smorfietta che fece ridere Candy “Non volevo… mi dici perché mi chiamo così?”

Candy sospirò, quella ragazzina a volte era impossibile! Anche quando si scusava non poteva fare a meno di essere impertinente. Guardò Terence che rispose con un’espressione che sembrava voler dire “E cosa ci posso fare?”.

“Una volta tuo padre mi disse che spesso sono troppo buona, quasi come un piccolo angelo biondo. Allora avevo scoperto da poco di essere incinta ed ho pensato che se lui mi considerava così, allora sarebbe stato giusto affidare la mia bambina alla protezione degli angeli. E cosa c’era di meglio che darti un nome che li ricordasse per sempre? Se ci pensi devi a loro molta riconoscenza se oggi sei qui con noi, e speriamo che continuino a vegliare su di noi, visti i tempi bui che si preparano!”

Candy guardò la figlia, una bellissima quindicenne con i capelli biondi e gli occhi color nocciola, e ripensò al passato. Pensò agli angeli celesti ed a quelli ben più concreti che stavano sulla terra e che la circondavano, e tornò con la mente a quel maggio di quindici anni prima…

  
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