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Autore: Sbirilla    15/01/2017    9 recensioni
«Severus!»
Lei aveva pronunciato il suo nome come fosse una preghiera. Non una supplica, di quelle ne aveva sentite tante negli ultimi due anni. Si vantava di non aver mai ceduto. Ma questa volta, per la prima volta, qualcuno – lei! – lo stava pregando solo di essere Severus e nessun altro.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Famiglia Malfoy, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Quando si erano visti, quel giorno intero a Hogwarts, negli appartamenti privati di Severus, non sapevano che quella sarebbe stata l’ultima volta. Se lo avessero saputo si sarebbero amati di più, baciati di più, avrebbero parlato di più. Ma non lo sapevano. Ancora una volta il loro progetto di iniziare una nuova e felice vita insieme era destinato a frantumarsi, di fronte ai sogni folli di gloria di un uomo che non era più uomo.
Voldemort arrivò a Godric’s Hollow una settimana dopo. Era la notte di Halloween. Era da solo, non aveva voluto nessuno con sé. E nessuno dei suoi conosceva le sue intenzioni: neanche Minus, il traditore, era stato avvisato della data in cui avrebbe attaccato i Potter. Il Signore Oscuro non si fidava di nessuno, non per una missione così importante. James cadde come una foglia secca in autunno, e Lily sentì il frastuono doloroso della morte. Il cuore le si sciolse a pensare che suo marito fosse morto senza mai sapere la verità. Ma era sicura che lo avrebbe raggiunto presto. Voldemort entrò nella camera e il suo potere letale sembrò crepitare intorno a lei e al piccolo Harry. Pensò a Severus. Anche stavolta gli avrebbe spezzato il cuore, irrimediabilmente, morendo, facendosi scudo per proteggere suo figlio. E poi pensò a Harry. Anche lui era all’oscuro della verità sulla sua famiglia, e anche il suo fragile cuoricino si sarebbe frantumato a breve. Ma doveva sopravvivere, solo questo. Harry sarebbe sopravvissuto e avrebbe sanato ogni ferita. Si sarebbe ricongiunto a Sev e avrebbero vissuto insieme, lei li avrebbe guidati e amati dal paradiso, o da qualunque altro posto in cui si ritrovano le donne che fanno tanti errori e muoiono prima di rimettere a posto le cose. Questo pensava Lily, mentre il raggio verde le colpiva il petto.
Fu come se quello stesso raggio avesse colpito anche Severus, quando seppe dell’assassinio dei Potter. Perduta. Era perduta per sempre, lui l’aveva uccisa. Non poteva fare a meno di pensarlo, mentre ne cullava il corpo bellissimo dal quale la vita era fuggita via, mentre piangeva tutte le sue lacrime sul viso tanto amato, mentre sentiva il pianto disperato di quel bambino. Era suo, non lo era? Cosa importava? Lily era andata via per sempre e la vita non avrebbe più avuto senso, mai. Si sarebbe ucciso anche lui e l’avrebbe raggiunta subito. Sarebbero stati insieme per l’eternità.
Ci vollero ore e ore di pianto, e i modi ambigui e persuasivi di Silente per far affiorare alla sua mente un piccolo, semplicissimo pensiero che rischiarasse tutto il resto: aveva promesso. Le promesse fatte a Lily erano sempre state sacre e ancor di più lo sarebbe stata questa. Il Signore Oscuro dovrà passare sul mio cadavere prima di uccidere tuo figlio. Se davvero Silente aveva ragione, se Voldemort era ancora vivo, in una qualche disumana forma, bisognava proteggere il piccolo. Quel figlio di Lily che forse era anche figlio suo. Sicuramente lo sarebbe stato. Sarebbe stato il regalo di Lily affinché vivesse, andasse avanti, sopportasse quell’insopportabile dolore.
Con la dedizione al dovere che aveva sempre dimostrato, Severus andò a casa dei Dursley il giorno dopo. Harry era stato lasciato lì, in via precauzionale, in attesa di scoprire la verità su suo padre. Se fosse stato Severus, lo avrebbe tenuto con sé prolungando il prezioso sacrificio di Lily. Sarebbe stato come permettere che lei vivesse ancora. Severus si sentiva carico di un’elettricità mai sperimentata. Avrebbe tenuto in vita Lily, i suoi occhi e il suo sangue.
Rivedere Petunia fu un fastidioso ritorno al passato, scoprire che non avesse versato neanche una lacrima per la morte di sua sorella fu un pugno nello stomaco. Ma a Severus interessava solo Harry. Il bambino se ne stava seduto su un seggiolone improvvisato accanto a quello comodo e sicuro del cugino. Severus si avvicinò, timoroso. Quegli occhi grandi e verdi gli trafissero ancora il petto. Erano davvero gli occhi di Lily, come se andandosene avesse voluto lasciarli lì, lasciargli qualcosa da amare. Stranamente, anche se vestito completamente di nero, con gli occhi pesti per il pianto e il viso distorto dal dolore, sembrava che Harry non avesse paura di lui. Aveva smesso di piangere appena il cupo ragazzo aveva incrociato il suo sguardo. Prelevò una ciocca di capelli e un po’ di saliva mentre il bambino agitava i pugnetti nella sua direzione. Poi si staccò a malincuore da quello sguardo luminoso per dirigersi velocemente all’ospedale più vicino.
Attese i risultati per una settimana, non dormendo quasi mai. Se Lily gli fosse apparsa per rassicurarlo, per dargli un ultimo bacio, per consigliarlo su come educare il bambino? Doveva vegliare su quel dolce ricordo, perché non svanisse mai. Quando la lettera dell’ospedale giunse a Spinner’s End, Severus era esausto e impaziente come mai. La aprì con mani tremanti, lentamente, spaventato dal risultato in ogni caso. Solo quando ebbe la certezza, nero su bianco, che Harry Potter fosse a tutti gli effetti un Potter, si rese conto di quanto avesse desiderato il contrario. Lily era morta davvero, se niente del loro amore era rimasto sulla terra. Nessuna prova, nessun segno tangibile che lo avesse amato e scelto, fino al suo ultimo giorno di vita. Si sentì svuotato di tutto ciò che normalmente costituisce un uomo: gli organi all’interno del suo corpo parvero sciogliersi e abbandonare le funzioni vitali, la mente si sgretolò sotto l’immensità di quella certezza, il cuore si lacerò irreparabilmente. Lily era morta.
Severus non riuscì mai ad amare Harry come pensava di poter fare. Non era solo la somiglianza con Potter a ferirlo, ricordandogli giorno dopo giorno di non aver meritato di diventare padre, ma soprattutto quegli occhi. Si ripromise di non naufragare mai più in quegli occhi verdi, di non amarli, perché non ne era mai stato degno. Ma nonostante il lancinante desiderio di morire, Severus visse abbastanza da onorare l’ultima promessa che aveva fatto a Lily: il Signore Oscuro dovette passare sul suo cadavere, prima di uccidere Harry.
 
Perdonami,
Se non vivi.
Se tu, mia amata, mio amore,
Se tu sei morta,
Tutte le foglie cadranno sul mio petto,
Pioverà sulla mia anima tutto il giorno e tutta la notte,
I miei piedi vorranno posarsi là dove riposi,
Ma dovrò continuare a vivere*.
 
 
*Traduzione libera da una strofa della poesia “La muerta” di Pablo Neruda 




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Siamo giunti alla fine, ragazzi. Con le lacrime agli occhi vi presento l'epilogo della mia storia, che non poteva essere altro che questo. Harry Potter non sarebbe esistito se Lily non fosse morta, Severus non sarebbe il personaggio tragico e maestoso che è se non avesse vissuto anche questo dolore, il più atroce. 
La poesia è stata tradotta liberamente da me, spero di non aver commesso errori. Si tratta di un brano di Neruda di cui mi sono innamorata sentendolo recitato in spagnolo proprio da Alan Rickman, nel film Truly Madly Deeply che vi consiglio di vedere. 
Compiere questo viaggio con voi è stato bellissimo ed emozionante, e spero di avervi trasmesso almeno un decimo delle emozioni che ho provato scrivendo di Severus e Lily. Magari tornerò, ho dei grandi progetti ma molto lunghi e complicati da realizzare. In tal caso, avrete mie notizie. Grazie di avermi seguita e di aver condiviso con me gioie, dolori, risate. Grazie.
   
 
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