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Autore: Yugi95    16/01/2017    4 recensioni
Immaginate di scoprire che la realtà, in cui avete da sempre vissuto e conosciuto, non sia altro che una parte di un qualche cosa di più grande. Immaginate di scoprire un nuovo mondo di cui ignoravate persino l'esistenza e che adesso è lì, dinanzi a voi, pronto a rivelare i propri segreti. La Dimensione Magica nasconde un terribile segreto, una storia così scellerata che si è addirittura voluta dimenticare. Per Bloom e le sue amiche sarà quasi impossibile risolvere il mistero. Nuovi e vecchi nemici, provenienti dalle tenebre più profonde dell'universo magico, sono pronti a colpire e, questa volta, non ne risentirà solo il corpo ma anche l'anima. Tuttavia una luce, fioca e debole, brilla nell'oscurità. La luce racchiude l'unica speranza di salvezza, ma, per poter ardere, ha bisogno di essere alimentata dai venti dell'amicizia, della fiducia e dell'amore. La battaglia finale è alle porte e l'esito dello scontro deciderà non solo le sorti di Magix ma di tutti i mondi conosciuti.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Winx
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Winx Club - Cassiopea's Chronicles'
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Capitolo XXIV – I tre presidi
 
Flora e Aisha trascorsero più di una settimana all’interno dell’infermeria di Alfea, dove furono sottoposte a numerose cure riabilitative e a diverse analisi, al fine di scongiurare possibili “danni nascosti”. Fortunatamente Ofelia e Brendon confermarono il quadro clinico, che i Templari avevano comunicato a Rowarir: le due ragazze erano ufficialmente fuori pericolo. Tuttavia entrambe, in special modo la Principessa di Andros, avrebbero dovuto “sopportare” almeno due mesi di convalescenza. Tale prescrizione, imposta da Ofelia e dalla stessa Faragonda, però, gli avrebbe impedito di poter prendere “parte attiva” alla missione per il recupero del medaglione del Custode della Fiamma della Fenice. Le ragazze, a causa di ciò, si sentirono profondamente in colpa e, quasi avessero compiuto un atto di tradimento, preferirono isolarsi dal resto del gruppo per alcuni giorni. Le altre Winx, allora, avendo intuito lo stato d’animo delle loro amiche, fecero di tutto per fargli capire che qualsiasi cosa fosse accaduta a Magix City quella notte non poteva e non doveva essere imputata ad una loro mancanza o disattenzione. Flora e Aisha, a quel punto, si lasciarono convincere e insieme alle altre, abbandonate le loro consuete sessioni di allenamento, impiegarono l’ultima parte di dicembre a cercare una possibile soluzione, che permettesse a tutte loro di affrontare Acheron senza dover perdere due elementi della squadra. Purtroppo, nonostante i pomeriggi trascorsi nella biblioteca, non furono in grado di trovare un incantesimo che “accorciasse” il periodo di riposo, al quale le due fate erano state costrette. Come se non bastasse, Tecna, l’unica persona veramente in grado di risolvere quello spinoso problema, era mentalmente e il più delle volte fisicamente assente. La ragazza dai capelli viola, infatti, dalla sera in cui era tornata da Magix City si era completamente eclissata. La stessa Musa, sua compagna di stanza, la vedeva soltanto al mattino, quando si svegliavano per andare a lezione, e la sera prima di andare a dormire. All’inizio le altre Winx pensarono che la fata della tecnologia, come aveva già fatto in passato, stesse svolgendo delle ricerche “private”, al fine di velocizzare la guarigione di Flora e Aisha. La supposizione, però, ben presto si rivelò del tutto errata. Daphne, infatti, avendo trovato alcuni appunti di Tecna nella biblioteca, si accorse che nessuno di questi contenesse idee utili allo scopo, ma soltanto alcune nozioni di base sulla “genealogia”. Stella, inoltre, riferì alle altre di aver consegnato alla fata della tecnologia l’antico libro, regalatole diversi anni prima da Faragonda, riguardante le numerose trasformazioni che gli esseri fatati possono sbloccare. Di conseguenza alle Winx fu chiaro che la ragazza di Zenith non si stesse minimamente interessando di trovare un modo per aiutare la fata dei fluidi e quella della natura. Tuttavia, nonostante la mancanza di idee utili e l’inspiegabile noncuranza di Tecna fossero causa di non pochi nervosismi per le Winx, il ritrovato supporto dei loro fidanzati le riempiva di felicità. Saladin, infatti, dopo uno strano colloquio con Faragonda avvenuto la sera dell’attacco a Magix, aveva deciso di condonare l’ultima settimana di punizione agli Specialisti, concedendo loro la possibilità di rivedere le ragazze. Di conseguenza Sky e gli altri avevano fatto fronte comune nel dare una mano nelle ricerche. Anche Nex, una volta che si fu chiarito con Aisha per il non essersi presentato la notte dell’incidente, e Thoren si fecero carico di quell’impresa.
«Io mi arrendo…» mugugnò Musa, lasciandosi cadere sul divanetto del salottino comune.
«Musa non possiamo lasciar perdere» esclamò Roxy, mentre svogliava le pagine di un libro.
«Ha ragione! Non potete affrontare Acheron soltanto in quattro» aggiunse, serio, Helia.
«Se è per questo… Bloom ci è riuscita da sola» sibilò la fata della musica con aria offesa.
«Io non l’ho neanche sfiorato Acheron. Mi sono limitata ad imprigionarlo e basta. La cosa era ben diversa» intervenne Bloom, alzandosi da terra.
«Sono d’accordo! Non sarà facile come l’ultima volta» esordì Sky, abbracciando da dietro la sua fidanzata e poggiandole il mento sulla spalla.
«Acheron sarà furioso, non possiamo sapere come reagirà» sbottò Aisha, mentre si sedeva accanto a Musa sul divanetto.
«Ok… ok, come non detto» sbuffò la ragazza di Melody, per poi aggiungere: «passatemi un libro, che nessuna di voi ha ancora letto».
A quel punto, tra le risate dei presenti, Selina scaraventò sull’amica un tomo di tremila pagine grande quanto un minibar.
«Quanto vorrei che Tecna fosse qui… avrebbe già risolto la situazione» sibilò la fata della musica, mentre cercava di aprire il libro appena passatole.
«Chissà cosa starà combinando» si domandò Brandon con aria sognatrice.
«Secondo me… a furia di fare calcoli le è partito qualche circuito» starnazzò Stella, intenta a pettinarsi i capelli piuttosto che a dare una mano alle altre.
«Stella! Non dire queste cattiverie» la rimproverarono in coro i presenti.
«Ma… ma è vero» si giustificò la Principessa, rivolgendosi subito dopo alla propria compagna di stanza: «Elizabeth digli che non sto mentendo. C’eri anche tu quando ci ha fatto quelle strane domande e… poi… poi se né andata senza dir nulla».
Le Winx e gli Specialisti guardarono la fata degli elementi, la quale, sentendosi in imbarazzo a causa di tutti quegli occhi puntati addosso e della natura di quella richiesta, chinò la testa e, guardandosi le ginocchia, balbettò:
«Effettivamente… si è comportata in maniera un po’ strana, ma non penso sia il caso di preoccuparsi».
«Cosa ne pensi Timmy? Tu puoi darci qualche informazione in più» gli chiese, curioso, Thoren.
Lo specialista con gli occhiali fu preso alla sprovvista da quella domanda e, massaggiandosi nervosamente la nuca, biascicò alcune parole senza senso.
«Beh… …ecco… io… scusatemi ragazzi, ma… devo andare in bagno».
Subito dopo Timmy si alzò dal letto della fidanzata e, senza aggiungere altro, corse fuori dall’appartamento delle Winx. Gli altri, estremamente stupiti dall’atteggiamento del ragazzo, si guardarono tra di loro finché Stella, prendendo nuovamente la parola, disse:
«Vedete… la matematica ha fuso il cervello di quei due. L’ho sempre detto che è deleteria per la salute».
A quella convinta affermazione seguì una lunga risata generale, interrotta, poco dopo, da una bussata di porta. Brandon si precipitò ad aprire e, pensando che si trattasse del fidanzato di Tecna, esclamò divertito:
«Che c’è? Per caso ti sei dimenticato la carta igienica?».
«Io non ho dimenticato proprio un bel niente, signorino Brandon. Piuttosto lei ha lasciato il cervello a Fonterossa?!» tuonò l’ispettrice Griselda livida di rabbia.
Il ragazzo, non sapendo cosa replicare, tornò ad accoccolarsi vicino alla Principessa di Solaria e, a causa della vergogna, nascose il volto dietro la lunga chioma di quest’ultima.
«Ispettrice a cosa dobbiamo il piacere» le domandò Bloom, cercando di trattenere le risate.
«Sono qui per comunicarvi che la preside desidera vedere tutti voi nell’anfiteatro della scuola…» rispose la donna, mentre si puliva le lenti degli occhiali con un lembo del vestito.
«Le ha anche detto il motivo?» intervenne Flora.
«No, ma mi ha assicurato che è urgente… quindi non fatela aspettare» concluse, seccata, Griselda.
Una volta che l’ispettrice fu uscita dalla stanza, le Winx e gli Specialisti, dopo aver sistemato i libri sparsi sul pavimento e aver lasciato un bigliettino per Timmy e Tecna, pieni di dubbi e incognite si diressero all’anfiteatro. Con loro sorpresa, però, al suo interno non trovarono Faragonda, ma le Pixie e Brendon, intenti a guardare un video sul computer portatile di quest’ultimo. I ragazzi, allora, si avvicinarono al loro amico e, mentre prendevano posto sugli “spalti” della grande sala, Elizabeth, su richiesta delle altre, gli domandò:
«Brendon cosa ci fai qui?».
Il ragazzo dai capelli neri distolse gli occhi dallo schermo e, girandosi verso la fidanzata di Max, le disse con aria scocciata:
«Niente… l’ispettrice Griselda mi ha chiesto di recarmi nell’auditorium perché la preside doveva parlarmi. Di conseguenza, poiché ero in compagnia delle Pixie, sono venuto qui insieme a loro, ma non abbiamo trovato nessuno».
«E il computer… a cosa ti serve?» intervenne, sospettoso, Nex.
«Ingannavamo l’attesa vedendo l’episodio della sconfitta di Majin Bu» replicò Brendon con tranquillità.
«Aspetta… è quello dove Goku fa…» esordì Helia in preda all’euforia, ma Flora, tirandolo per un orecchio, lo fece sedere accanto a sé e, piena di collera, sbottò:
«Da quando Max ti ha fatto vedere questo cartone…ti sei rincitrullito. Hai un’età ormai…cresci!».
«A proposito di rincitrulliti… si può sapere dove sei stato tutto il pomeriggio?!» starnazzò Stella al ragazzo dai capelli neri, mettendosi le mani sui fianchi.
«La principessina ha ragione… dov’eri mentre noi ci spaccavamo la schiena sui libri» aggiunse Aisha, assottigliando gli occhi.
«A fare una passeggiata con Knut» rispose Brendon con aria di superficialità.
«Oh… il signorino era a passeggio… spero tu non abbia preso troppo sole» lo canzonò Sky, prendendo posto ad una sedia di distanza.
«La cosa ti crea problemi… biondino?!» sibilò il ragazzo dai capelli neri, guardando di sbieco il Principe di Eraklyon.
«Chiamami ancora una volta biondino e giuro che…» ruggì Sky, alzandosi di scatto e chiudendo minacciosamente la mano a pugno.
«Fammi capire… mi stai minacciando?» mugugnò Brendon con freddezza, mentre a sua volta si metteva in piedi e si scrocchiava le dita.
«Smettetela di litigare… sembrate due bambini capricciosi» gridò, all’improvviso, Bloom.
«Ma… ma ha cominciato lui» balbettò il Principe di Eraklyon, indicando l’altro.
«Non m’interessa chi abbia cominciato… finitela!» tagliò corto la rossa, dando ad entrambi uno scappellotto dietro la testa.
«D’accordo» dissero i due, mettendosi nuovamente seduti.
A quel punto la Principessa di Domino, al fine di evitare nuovi “scontri”, si posizionò tra i due e, tirando un sospiro di sollievo, si mise a giocherellare con Lockette. Le Winx e i ragazzi aspettarono all’incirca una decina di minuti, durante i quali furono raggiunti da Tecna e Timmy. Entrambi, nonostante furono sommersi di domande alcune delle quali anche piuttosto inopportune, non proferirono parola e, tenendo la testa basta per l’imbarazzo, andarono a sedersi accanto a Max e Elizabeth. Finalmente, poco dopo le venti, la porta dell’auditorium si spalancò, permettendo l’ingresso di Faragonda. La donna, però, non era sola, ad accompagnarla vi erano Saladin e, cosa del tutto inaspettata, la preside di Torrenuvola: la Griffin. I presenti alla vista della donna rimasero alquanto sbalorditi e, chiacchierando tra loro, si domandarono il perché della sua presenza. La direttrice di Torrenuvola, avendo capito di essere l’oggetto di non poche discussioni, guardò in direzione delle Winx e, non appena queste ricambiarono lo sguardo, gli sorrise teneramente. I tre si accomodarono su delle poltroncine imbottite, nascoste dietro ad un piccolo tavolino, posto al centro della sala, sul quale era poggiata una graziosa scatoletta di legno. A quel punto Faragonda, senza dire una sola parola, batté tra loro le sue mani. Non appena il rumore iniziò a diffondersi nell’auditorium le porte e le finestre di quest’ultimo si chiusero ermeticamente, impedendo a chiunque di entrare o uscire. Allo stesso tempo le lunghe tende della sala si mossero rapidamente lungo i supporti, che le tenevano ancorate al soffitto, oscurando i vetri. Le Winx, gli Specialisti e le Pixie, a causa dell’improvviso buio, si sentirono enormemente spaesati; i presidi, invece, rimasero tranquilli e, non appena il mormorio di fondo lascio spazio al silenzio, Faragonda prese la parola:
«Ragazze, ragazzi… scusateci per l’improvvisa convocazione e per tutta questa “messa in scena”. Purtroppo la conversazione, che ci accingiamo ad avere, potrebbe essere oggetto d’interesse da parte di numerose “orecchie indiscrete”. Comunque… adesso non dobbiamo preoccuparci di questo, come avete notato sono state prese tutte le contromisure necessarie. Tuttavia prima d’iniziare voglio chiedere alle Pixie una cosa…».
«Dica pure signora preside» la interruppe Chatta con esuberanza.
«Mi promettete di mantenere segreto questo incontro?» domandò, dolcemente, la donna.
Lockette e le altre, ad eccezione di Piff che si era beatamente addormentata tra i capelli di Aisha, si misero sull’attenti e, disegnandosi una sorta di croce sul loro piccolo petto, esclamarono:
«Promettiamo!».
«Molto bene… possiamo cominciare» replicò Faragonda con aria divertita.
La preside Griffin, allora, prese la piccola scatola di legno e, maneggiandola con estrema cura, la passò alla sua collega di Alfea. Questa, sotto gli sguardi attenti dei presenti, l’aprì e con mani tremolanti estrasse dal suo interno un’eterea sfera di contenimento, all’interno della quale si trovava un rotolo di pergamena dorato. Bloom, non appena la riconobbe, trasalì e, in preda all’ansia, balbettò:
«Ma… ma… quella… quella è…».
«La convocazione di Arcadia» intervenne Saladin con voce greve.
«Io pensavo che fosse scomparsa… distrutta» biascicò la Principessa di Domino.
«E così sarebbe andata, se non fosse stato per il repentino intervento di Faragonda» aggiunse la Griffin, appoggiando il proprio mento sulle mani giunte.
«Perché… perché ha fatto una cosa del genere?!» le chiese la rossa, iniziando ad agitarsi.
«Dovevo capire cosa ti avesse chiesto la Fata Guardiana del Regno Dorato» sentenziò Faragonda.
Non appena udì quelle parole, Bloom impallidì e, cercando di mantenere la calma, disse:
«Le avevo spiegato il motivo. Arcadia voleva semplicemente congratularsi per l’imminente matrimonio».
«Bloom… onestamente potevi trovare una scusa migliore» la canzonò il Preside di Fonterossa, abbozzando un sorrisetto compiaciuto.
«Perché volevate tanto sapere cosa le avesse detto?» intervenne, all’improvviso, Tecna.
«Avevamo paura… una tremenda paura» sibilò la Griffin con aria preoccupata.
«Di cosa?» replicò Thoren.
«Che vi chiedesse di cercare il Custode della Fiamma della Fenice» esclamò Faragonda, mentre riponeva la pergamena nella scatola.
Calò il silenzio, le Winx, prese dal panico, iniziarono a scambiarsi rapide occhiate tra loro, al fine di decidere cosa controbattere… come difendersi. I ragazzi, allo stesso modo, andarono nel pallone e, dando prova di essere dei pessimi attori, finsero di non capire a cosa si stesse riferendo la donna. Solo Brendon non si scompose più di tanto e, continuando a vedere lo schermo del suo portatile, spiegò alle Pixie la situazione. I tre presidi, anch’essi rimasti leggermente turbati, attesero per diversi minuti che i loro studenti replicassero qualche cosa, finché Flora, avendo capito quanto fosse inutile continuare a mentire, parlò a nome di tutti:
«Quando avete saputo della storia dei due Custodi?!».
«Diversi anni fa… eravamo ancora giovani… eravamo ancora speranzosi» rispose Saladin con rimorso.
«Per lungo tempo abbiamo mantenuto il segreto… sperando di non doverlo mai rivelare» aggiunse la preside di Torrenuvola.
«L’intera Compagnia della Luce ne è a conoscenza?» domandò Brandon, mentre stringeva la mano di Stella.
«No!» rispose, secca, la direttrice di Alfea, aggiungendo: «Noi siamo gli unici membri a saperlo… Oritel, Marion e Hagen sono all’oscuro di tutto. Neanche il Consiglio degli Anziani sospetta qualche cosa in merito».
Bloom, a quel punto, desiderosa di capire cos’altro sapessero i tre, si alzò dal proprio posto e, rivolgendosi direttamente a Faragonda, disse:
«Preside… lei è a conoscenza dei due Custodi, ma… ...ecco…  del resto della storia cosa…».
«Parli della divisione di Cassiopea, oppure dell’imminente esaurimento dell’ultima scintilla della Fiamma della Fenice?» la interruppe la donna con tranquillità, mentre alle spalle della rossa si levò un coro di stupiti “ohhh”.
La Principessa di Domino non rispose, o meglio non sapeva cosa rispondere. Faragonda, Saladin e la Griffin sapevano… sapevano tutto: i due Custodi, la divisione di Cassiopea, il ruolo del consiglio degli Anziani… non vi era segreto che non conoscessero. Bloom si rimise a sedere, avrebbe tanto voluto chiedergli il perché di tutto quel silenzio, di tutta quella indifferenza. Avrebbe voluto, ma non ne aveva la forza… sebbene non avesse alcun diritto, si sentiva tradita… tradita da una delle persone più importanti della sua vita. Non era la prima volta che Faragonda le nascondeva determinate cose, tuttavia, in quello specifico caso… in quel momento, le parole della preside erano state come una doccia fredda. Perché non dirlo… se avevano quel sospetto… se sapevano che la missione fosse così pericolosa, perché hanno taciuto mettendoli in pericolo. La testa di Bloom stava per scoppiare, una miriade di pensieri, supposizioni e ragionamenti le affollavano il cervello. Le altre Winx e i ragazzi, allo stesso modo, si erano chiusi in loro stessi e, con la testa bassa, rimuginavano su quanto era stato appena rivelato. Tutti stavano cercando un motivo, che giustificasse quel comportamento; tutti si stavano domandando per quanto tempo ancora avrebbero dovuto combattere prima di arrivare alla verità definitiva; tutti stavano cercando una persona da colpevolizzare… tutti tranne uno. Il Principe di Eraklyon aveva già “tirato le somme”, non aveva più alcun dubbio. Di conseguenza, sbattendo il pugno sul tavolo, e, conseguentemente richiamando l’attenzione di tutti i presenti, livido di rabbia e disappunto, tuonò:
«Da quanto tempo… da quanto tempo sapete che ci è stata affidata questa missione?!».
«Dal giorno in cui mi è stata consegnata la pergamena» replicò, pacatamente, Faragonda.
«Non ci posso credere… avete aspettato quattro mesi per dircelo! Per quattro mesi avete giocato con la nostra vita» gridò Sky in preda all’esasperazione.
«Sky… so che abbiamo sbagliato, ma ti prego… calmati» esclamò la preside Griffin con voce quasi materna.
«Perché… perché questo silenzio?!» biascicò il biondo con gli occhi fuori dalle orbite, mentre Bloom e Nex cercavano di tranquillizzarlo.
«Noi avremmo tanto voluto dirvelo, se non lo abbiamo fatto è stato per…» intervenne, dispiaciuto, Saladin, ma una fredda voce, che fino ad allora non aveva proferito parola, lo interruppe:
«…per proteggerci, o meglio per proteggere noi tre. Dico bene?».
Le Winx e gli Specialisti si voltarono di scatto verso Brendon, il quale, dopo aver poggiato le gambe sul tavolo e aver portato entrambe le mani dietro la testa, scrutò divertito i volti dei presidi in attesa di una conferma. Saladin, allora, si portò la mano destra al mento e, massaggiandoselo con delicatezza, esclamò:
«Non ti facevo così perspicace Brendon… sei stato una vera e propria rivelazione, non c’è che dire. Comunque… si, hai ragione. Non vi abbiamo detto nulla per evitare che correste ulteriori rischi, avevamo paura che qualcuno ci spiasse. Questa è una verità scomoda a molti, quindi non può essere oggetto di discussioni quotidiane. Parlarne apertamente avrebbe esposto te, Elizabeth e Max alla “luce del sole”. Il Consiglio degli Anziani avrebbe potuto scoprirlo… avrebbe potuto sapere che in realtà provenite dall’altra metà di Cassiopea, dalla Dimensione della Fiamma della Fenice».
Il ragazzo dai capelli neri sorrise compiaciuto, era contento di aver indovinato. Elizabeth e Max, invece, dal momento che erano seduti vicini, si strinsero forte e, non curandosi dello smarrimento generale, balbettarono alcune parole:
«Come l’avete scoperto? Abbiamo fatto di tutto per nasconderlo».
«Miei cari… semplicemente…» si apprestò a rispondere la Griffin, ma Stella la interruppe e, rivolgendosi alla Principessa di Domino, starnazzò:
«…semplicemente Bloom non sa dire le bugie! Quando le chiedevo di “coprire” le mie innocenti uscite notturne, combinava solo casini. Una volta, per convincere Griselda che la mia presunta migliore amica non stesse mentendo, ho dovuto inscenare il funerale di mia nonna! Se quella poveretta sapesse una cosa del genere… addio vitalizio mensile».
«Non è colpa mia, la prossima volta vieni a lezione» replicò la rossa, girandosi minacciosamente verso l’amica.
«Combini sempre e solo guai… Brendon fa bene ad offenderti in continuazione» sbuffò la Principessa di Solaria, incrociando le braccia.
La preside di Torrenuvola, allora, stancatasi di tutti quei battibecchi, si schiarì la voce e, riprendendo il discorso da dove era stata irrispettosamente fermata, spiegò il vero motivo posto alla base di quella scoperta:
«Semplicemente gli abitanti delle due dimensione hanno tracce magiche dissimili. Per una strega o una fata esperti non è un problema, attraverso un complicato rituale, saperle distinguere. Tale condizione, per chi oltre Tecna e Timmy lo volesse sapere, è dettata dalla sostanziale differenza che intercorre tra la Fiamma del Drago e quella della Fenice. Le persone, anche gli esseri non magici, essendo esposte all’una o all’altra forma di energia, ne assorbono minuscole particelle magiche, che sono la causa di questo sottile “diversità”. Dico sottile perché basta soltanto un mese per “convertire” la propria traccia magica: Elizabeth, Brendon e Max, per intenderci, qualora fossero sottoposti in questo momento al rituale, risulterebbero a tutti gli effetti degli abitanti della Dimensione Magica».
«Quando avete effettuato questo rituale? Elizabeth e Max sono sempre stati con noi, mentre Brendon è inavvicinabile. Cioè come avete fatto?» gli chiese Daphne, allargando sconsolatamente le braccia.
«Chi ti ha detto che abbiamo sottoposto tutti e tre al rituale… a noi serviva solo uno di loro» rispose il preside di Fonterossa con fare enigmatico.
Elizabeth, a quel punto, avendo finalmente capito in che modo i tre fossero riusciti a scoprire il loro segreto, si staccò dall’abbraccio del fidanzato e, richiamando l’attenzione su di sé, disse:
«Io… sono stata io, non è vero? Mi avete sottoposta al rituale, quando mi trovavo in infermeria… quando ho distrutto il Cerchio dell’Incantatore. Soltanto allora avreste potuto farlo».
«Si… è stato in quel periodo» sentenziò, lapidaria, Faragonda, per poi aggiungere:
«Ragazzi vi chiedo scusa, ma quello era l’unico modo. Non potevamo chiedervelo direttamente. Come vi è già stato detto eravate in serio pericolo. Nel corso dei secoli chiunque sia passato da una metà all’altra di Cassiopea, è stato… è stato condannato a morte dal Consiglio degli Anziani. Consentire a chicchessia di raccontare dell’esistenza di un’altra dimensione, o peggio di Cassiopea, era ed è tutt’oggi considerato un crimine gravissimo da Arcadia. Non solo Elizabeth, Max e Brendon avrebbero corso questo rischio, ma tutti voi… niente e nessuno vi avrebbe potuto salvare dalla furia di quei… di quei mostri».
Le Winx e gli Specialisti furono alquanto turbati dal racconto della donna, non riuscivano proprio a capacitarsi di quanto gli era stato appena detto. Dopotutto il Consiglio degli Anziani era votato alla salvaguardia della Dimensione Magica, al suo interno vi dovevano essere gli esseri più nobili e altruisti di tutto l’universo conosciuto. Arcadia, sebbene non in prima persona, li aveva aiutati a sconfiggere Valtor… aveva dato loro le Stelle d’Acqua. Non poteva essere tutta una messa in scena… non potevano essere stati così ingenui dal farsi abbindolare dalle altosonanti parole degli Anziani. Bloom, in special modo, cercava con tutte le proprie forze di convincere sé stessa… non voleva credere alle parole di Faragonda… non voleva credere alle parole di Camille… non voleva… non voleva aver messo la vita dei suoi amici nelle mani di quei pazzi. La rossa si accasciò sul tavolo e, coprendosi la testa e il volto con le braccia, iniziò a piangere. Lockette, poiché le era stata fin a quel momento appollaiata sulla spalla, cercò di tranquillizzarla e di capire il motivo di quella crisi. Anche Sky, seduto alla sua sinistra, l’abbracciò al fine di rincuorarla. La rossa, però, se lo scrollò di dosso e, con il volto gonfio rigato dalle lacrime, sotto lo sguardo rattristato dei presenti, si allontanò dalla sala. La Griffin, infatti, avendo capito le intenzioni della ragazza, aveva momentaneamente disattivato l’incantesimo di protezione, che sigillava la porta dell’auditorium. Non appena la Principessa di Domino fu uscita, la preside di Torrenuvola “riattivò” l’incanto e, rivolgendosi alle Winx, esclamò con voce rassicurante:
«Cercate di capirla… Arcadia si era rivolta esplicitamente a lei: è devastata dal senso di colpa».
«Non possiamo certo darle torto» sbuffò, infastidita, Musa.
«Io ancora non riesco a crederci… tutto ciò è illogico: i buoni sono diventanti… i cattivi!» sbuffò Timmy, togliendosi gli occhiali e gettandoli con rabbia sul tavolino.
Saladin, allora, immensamente dispiaciuto da ciò che stavano provando i suoi ragazzi, si mise al centro dell’auditorium e, camminando avanti e in dietro per la sala, spiegò loro la “verità” sugli Anziani.
«Timmy e anche voi ragazzi… la “vita”, il più delle volte, ci mette difronte a scelte difficili o addirittura impossibili… sta a noi scegliere in che modo affrontarle. Siamo noi a dover decidere tra ciò che è giusto e ciò che è facile… una delle due cose esclude l’altra. Settecento anni fa, quando le due dimensioni furono divise per cause di forza maggiore, fu compiuta una scelta... si decise di cancellare, anzi no è più corretto dire: si decise di distruggere il passato, la memoria di Cassiopea fu spazzata via dalle menti degli abitanti della neonata Dimensione Magica. Tutto il dolore, la disperazione, la rabbia e il male che Ksendras e i suoi avevano causato furono dimenticati… nessuno avrebbe più sofferto, nessuno sarebbe più stato in pericolo, nessuno si sarebbe lamentato. Abbiamo raggiunto la pace, chiudendoci in una sfera di cristallo… abbiamo ottenuto la sicurezza, perdendo la nostra stessa libertà. Questa è stata la scelta più facile, ma adesso vi chiedo: è anche quella giusta? Io credo proprio di no e anche il Consiglio degli Anziani ne è consapevole. Sapete c’è un antico detto che dice: “il potere logora chi non ce l’ha”, io non sono del tutto d’accordo. Questo “aforisma” è… diciamo… incompleto, manca di una parte, forse la più importante. È vero che il potere logora chi non lo possiede, ma allo stesso tempo devasta chi ha paura di perderlo. Arcadia e i suoi consiglieri sono terrorizzati da quest’eventualità, sono disposti a tutto pur di mantenere inalterato lo “status quo”. Chiunque costituisca una minaccia al “dominio” assoluto e incontrastato del Consiglio, deve essere messo a tacere con la morte. Purtroppo, per quanto mi dispiaccia doverlo ammettere, questa è la cruda verità».
«Preside Saladin, a questo punto cosa dovremmo fare?» chiese Aisha.
«Dobbiamo continuare la ricerca? Anche alla luce di tutto ciò?» aggiunse, dubbiosa, Roxy.
«Roxy ha ragione!» esclamò Selina con decisione, aggiungendo subito dopo: «Aiutateci a prendere la giusta decisione».
Saladin e la Griffin si scambiarono un fugace sguardo indagatorio, poi si rivolsero a Faragonda. La preside di Alfea, allora, chiuse gli occhi e, incrociando le braccia, rimuginò sul da farsi. Dopo alcuni secondi, dato che i presenti stavano letteralmente “pendendo dalle sue labbra”, la donna, assumendo un’espressione seria e decisa, disse:
«Sebbene preferire finire in pasto a un drago, piuttosto che lasciarvi rischiare la vita per uno stupido capriccio di Arcadia, temo che non ci sia altra scelta. Dobbiamo trovare l’attuale Custode della Fiamma della Fenice. Il Consiglio non avrebbe mai rivelato a Bloom tutta questa storia, se non fosse stato strettamente necessario. Se anche l’ultima scintilla si sta lentamente esaurendo, siamo davvero in pericolo. Non possiamo permettere che Ksendras si liberi dalla sua prigione. Tuttavia dovremo agire con cautela: gli Anziani non devono minimamente sospettare che noi presidi siamo coinvolti in questa faccenda. Qualora lo scoprissero, tutti noi diventeremmo i criminali più ricercati della Dimensione Magica. Di conseguenza vi chiedo di essere prudenti e di non mettere inutilmente a rischio le vostre vite. Una volta che tutto sarà finito, potremmo lasciarci alle spalle questa brutta faccenda; una volta che tutto sarà finito… Elizabeth, Max e Brendon ritorneranno nella loro dimensione e non faranno più ritorno».
«Direttrice Faragonda non può fare una cosa del genere!» intervenne Stella, sbattendo entrambe le mani sul tavolo, per poi aggiungere: «Non può mandarli via come se niente fosse. Non è giusto…».
«Stella, anche a me dispiace, ma…» cercò di giustificarsi l’altra, ma la Principessa di Solaria con la voce rotta dal pianto la interruppe:
«Loro sono troppo importanti per noi, lei non può separarci. Nell’altra metà la Fiamma del Drago è insufficiente… Elizabeth smetterebbe di essere una fata. La priverebbe di una parte di sé, la priverebbe della propria natura. Non può essere così egoista da non rendersene conto. A me non interessa se quelle quattro mummie del Consiglio non sono d’accordo, loro sono miei amici e a costo di muovere tutto l’esercito di Solaria… giuro che li difenderò fino allo stremo… fino al mio ultimo respiro».
«Stella… ti prego…» biascicò, amareggiata, Faragonda, ma fu nuovamente fermata dalle parole concitate di Aisha.
«Sono d’accordo con Stella. Me ne infischio di Arcadia e delle sue leggi… Elizabeth mi ha salvato la vita e Max ci è sempre stato d’aiuto… non permetterò mai che vengano allontanati contro la loro volontà dalla Dimensione Magica. Se ci sarà da lottare… beh combatteremo con tutte le nostre forze».
«Ragazze cercate di capire: è pericoloso» intervenne la Griffin.
«Rischiate seriamente di essere giustiziati per alto tradimento» aggiunse, preoccupato, Saladin.
«Ma Stella e Aisha sono principesse… sono le future regnanti di due dei pianeti più potenti dell’universo magico. Arcadia non può…» sbottò Musa, cercando di minimizzare la cosa, ma Faragonda con voce greve la interruppe:
«Arcadia può tutto… anche rovesciare un regno se è necessario. Vi prego non sfidatela ragazze… forse dopo Ksendras non vi è essere più pericoloso di lei».
«Ma… ma…» balbettò Daphne, non riuscendo a credere che la stessa Compagnia della Luce si stesse sottomettendo al volere di quei “tiranni”.
«Ma… un bel niente!» esclamò, all’improvviso, Brendon, per poi aggiungere seccato: «Faragonda, Saladin e Griffin hanno pienamente ragione. Se la nostra presenza costituisce un pericolo per voi… è necessario che, quando tutto sarà risolto, si tolga il disturbo».
«Brendon non dire così, insieme possiamo farcela» esordì Helia con la sua tipica dolcezza.
«No… no, sono d’accordo con lui. È giusto… è giusto che finisca così» sibilò Elizabeth con un sorriso forzato.
«Liz, per favore… non posso perderti» piagnucolò Stella, che le stava seduta accanto.
La ragazza dai capelli castani, allora, strinse a sé la sua compagna di stanza e, tirando su con il naso, le sussurrò nell’orecchio:
«Non succederà: quando vuoi bene ad una persona, non importa cosa accada questa rimarrà sempre con te… rimarrà sempre nel tuo cuore. Ti voglio un casino di bene Stella».
Elizabeth, subito dopo, poiché Brandon era seduto accanto alla Principessa di Solaria, con una delle braccia lo “tirò” a sé, facendogli abbracciare la schiena dell’amica. Stella, allo stesso modo, afferrò per il colletto della camicia Max e, quasi strozzandolo, lo costrinse contro il fondoschiena dell’altra. I quattro rimasero stretti per un paio di minuti, mentre i presenti li osservavano leggermente commossi e dispiaciuti per quanto era stato deciso. Anche i presidi, forse per la prima volta in otto anni, avevano le lacrime agli occhi e i volti “deformati” da una profonda tristezza. Non avrebbero mai voluto che i ragazzi si separassero. Dopotutto Saladin si era affezionato a quel biondino con gli occhiali, il quale, nonostante non fosse costretto, si era impegnato ad aiutare gli altri Specialisti con la loro infinita punizione. La Griffin, invece, sebbene avesse imparato a conoscere quei tre da ciò che le riportavano i suoi due colleghi, era estremamente “attratta” da Brendon, dal suo atteggiamento… dalle sue potenzialità. Percepiva un qualche cosa all’interno del ragazzo… un qualche cosa di estremamente potente, ma che inspiegabilmente era nascosto… celato a tutti. Faragonda, infine, era la più dispiaciuta di tutti… Elizabeth significava tanto per lei, ma proprio per questo era decisa ad allontanarla dalla Dimensione Magica; si era ripromessa che mai l’avrebbe messa nuovamente in pericolo. L’avrebbe persa… per sempre, ma almeno avrebbe avuto la certezza che sarebbe stata al sicuro.
«Beh… penso che abbiamo finalmente trovato un accordo. Adesso occupiamoci di altro…» sentenziò, scocciato, Brendon non curandosi minimamente del “malessere” altrui.
«Possiamo tenerci Elizabeth e Max, mentre lui lo rimandiamo indietro a calci?!» sbuffò, acida, Musa.
In tutto l’auditorium echeggiarono grasse risate, le quali contribuirono notevolmente a rasserenare gli animi dei presenti. Tuttavia Saladin, non appena tornò il silenzio, con serietà si rivolse ai suoi ragazzi:
«Brendon non ha tutti i torti: abbiamo una missione da compiere. Dobbiamo trovare il Custode… ma al momento non abbiamo proprio idea da dove cominciare».
«Questo non è un problema!» esclamò Aisha con sicurezza.
«Intendete… intendete dire… che…» balbettò la preside Griffin con incredulità.
«…Sappiamo come trovarlo» rispose Roxy, facendole l’occhiolino.
Le Winx, a quel punto, raccontarono ai presidi dell’esistenza del medaglione della Fenice, il quale aveva il potere di localizzare il Custode. Gli dissero che molto probabilmente l’oggetto era nelle mani di Acheron e spiegarono il loro sofisticato piano per impossessarsene. I tre ascoltarono attentamente le parole dei loro studenti e, di tanto in tanto, espressero ammirazione per l’impegno, che avevano profuso. Selina, inoltre, comunicò a tutti che Eldora per il dieci di gennaio sarebbe tornata sulla Terra. Di conseguenza quello sarebbe stato il giorno adatto per mettere in atto l’incantesimo di richiamo. Saladin e la Griffin, una volta che i ragazzi ebbero finito di parlare, si consultarono rapidamente con Faragonda, la quale, dopo aver raggiunto una sorta di verdetto, si rivolse ai presenti:
«Molto bene! Agiremo in questo modo… tuttavia permettetemi di apportare delle piccole modifiche al vostro piano. Poiché è necessario che il Legendarium si trovi in un “punto fisso” e che non si muova, il 10 di questo mese inviterò Eldora a prendere un tè qui ad Alfea. Sono sicura che la Fata Madrina porterà con sé il libro, quindi non dovremo preoccuparci d’improvvisi “spostamenti”. In secondo luogo… non voglio che effettuiate la “convergenza d’amplificazione magica” nella Foresta di Selvafosca, come avevate precedentemente stabilito. Con il preside Saladin vi recherete a Torrenuvola e nei sotterranei della scuola eseguirete l’incantesimo. Sarò più tranquilla sapendo che con voi ci saranno Saladin e Griffin, pronti ad intervenire alla minima evenienza. Spero che per voi non ci siano problemi».
«No preside, anzi anche noi ci sentiamo più rassicurate dalla loro presenza» esclamò Flora con sincerità.
«Perfetto… se non ci sono altre domande io…» si apprestò a concludere la direttrice di Alfea, ma la sua collega con tono stranamente malizioso la interruppe:
«A dire la verità… io ho una domanda per le Winx. Chi vi ha raccontato del medaglione? È stata Arcadia?».
«No. Ci è stato detto da un’abitante dell’altra metà di Cassiopea: una donna di nome Camille… la sorella del Custode della Fenice che imprigionò Ksendras» rispose Tecna, mentre prendeva alcuni appunti sul suo palmare.
«Camille avete detto?» intervenne il preside di Fonterossa, ridacchiando tra sé.
«La conoscete per caso?» domandò Elizabeth con curiosità.
«Potete dircelo… tanto non ci meravigliamo più di nulla ormai» aggiunse Stella, intenta a fare i grattini al suo fidanzato.
Saladin e la Griffin guardarono con la coda dell’occhio la preside di Alfea e, sorridendo “sotto i baffi”, attesero che fosse la donna a replicare. Faragonda, però, non si scompose più di tanto e con aria di superficialità disse:
«Mai sentita. Non conosciamo l’identità del Custode, figuriamoci quella della sorella».
Gli altri due, allora, rimasti delusi dalla risposta, chinarono il capo rattristati e, senza aggiungere altro, si avviarono verso l’uscita dell’auditorium. Le Winx e gli Specialisti, allo stesso modo, si alzarono dagli spalti e lentamente scesero le loro gradinate. Tuttavia Daphne, quasi avesse avuto un’illuminazione divina, si bloccò di colpo. Tuttavia, nel far ciò, ostruì la visuale al marito, il quale, inciampando nei suoi piedi, rotolò per gli ultimi cinque gradini trovandosi alla fine con il sedere per terra.
«Daphne… perché mi vuoi male? Cosa ti ho fatto?» mugugnò Thoren con ironia, mentre Helia e Nex lo aiutavano a rialzarsi.
La futura Regina di Domino, però, non prestò alle parole del ragazzo e, rivolgendosi ai presidi, esclamò:
«Abbiamo un problema! All’inizio avevamo stabilito che io, Elizabeth, Selina e Roxy eseguissimo la convergenza d’amplificazione magica. Le altre, invece, sarebbero entrate nel Legendarium e avrebbero affrontato Acheron. In questo modo, anche se è un po’ scorretto, sarebbero state sei contro uno. Adesso, però, la cosa non è più possibile, perché Aisha e Flora non posso combattere. Di conseguenza abbiamo perso una consistente parte del vantaggio che avevamo. In questi giorni abbiamo cercato degli incantesimi che potessero velocizzare la guarigione, ma non abbiamo trovato nulla. Voi avete qualche idea? Conoscete qualche filtro o incantesimo che faccia al caso nostro?».
I tre presidi rifletterono per alcuni istanti, poi, scuotendo la testa, diedero parere negativo. La speranza, che si era riaccesa nell’animo di Daphne e degli altri, si spense del tutto. Acheron sarebbe stato affrontato soltanto da quattro di loro e forse con un po’ di fortuna sarebbe stato messo al tappeto. Le Winx e gli Specialisti, a quel punto, più demoralizzati che mai si diressero alla porta dell’auditorium, ma un leggero colpo di tosse richiamò la loro attenzione. Non appena fu chiaro ai presenti chi fosse l’artefice di quel “suono”, la loro meraviglia e la loro gioia furono incontenibili. Ancora una volta aveva salvato la situazione, ancora una volta… Tecna era riuscita a stupirli tutti. La fata della tecnologia, dopo essere salita sul tavolo posto al centro della sala, al fine di farsi vedere da tutti, piena di orgoglio disse:
«Io avrei la soluzione al nostro problema, ma per metterla in pratica mi serve… Bloom».
 
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Note dell’Autore: Ben ritrovati a tutti!!! Allora, come avrete sicuramente notato, questo più che un capitolo è un copione teatrale. ALT… fermi tutti! Precisiamo… non sto dicendo che è scritto così bene da sembrare una sceneggiatura, lungi da me ahahahahahaha. Più che altro la parte descrittiva cede il passo a quella dialogata. Personalmente preferisco di gran lunga la prima… adoro lunghi excursus su paesaggi, persone, oggetti, emozioni e altro. In questo caso, però, sono stato quasi costretto… non posso far sempre parlare i personaggi per monosillabi, a volte ho bisogno anche di lunghi dialoghi XD. La cosa è vagamente simile al capitolo 19, dove per tutto il tempo parlano Brendon e Bloom. Tuttavia in quel momento, come già vi dissi, assistiamo più a un monologo del ragazzo che a una vera e propria conversazione. Anyway… strano come capitolo, nevvero? Non solo Faragonda è a conoscenza del segreto di Cassiopea, ma anche Saladin e la Griffin. Prima che vi scervelliate per capire come sia possibile tutto ciò, vi dico che nel prossimo capitolo saprete tutta la verità; o meglio, la verità che sapranno anche le Winx e gli Specialisti. Alcuni di voi potrebbero dire: “ma non è la stessa cosa?”. Beh… diciamo che lo è in parte… Facciamo un esempio: fino al capitolo precedente, se non contiamo quanto detto da Aenuashiba né “Il mondo oltre la finestra”, la nostra visione di Arcadia e per estensione del Consiglio degli Anziani coincideva con quella di Bloom e degli altri. Persone non del tutto simpaticissime, ma votate comunque a un ideale di pace e bontà. Adesso, invece, Faragonda ci dice tutt’altro, addirittura li definisce “mostri”. Di conseguenza, semplificando un po’ la cosa, dovremmo forse affermare che i buoni siano diventati cattivi? La mia risposta è Ni. Questo è solo un altro punto di vista, al quale momentaneamente le Winx e, poiché la storia è incentrata su tutte loro, noi ci siamo allineati. Quindi non esiste la “verità”, ma abbiamo: la verità di Arcadia, la verità di Faragonda, la verità di Camille e così via. Alcune di esse coincidono parzialmente altre sono del tutto discordanti. Lo stesso narratore della storia, nonostante sia esterno e conseguentemente abbia il “controllo” assoluto della situazione, non si esprime, ma si limita a riportare semplici fatti, pensieri e/o emozioni. Il punto è: non abbiamo la visione generale della fanfict. Spero di essere stato chiaro su questa cosa… più in là, infatti, (attenzione spoiler :D) ci saranno dei veri e propri sconvolgimenti, che metteranno tutto in discussione ;D. Detto questo, perdonatemi il papiello, veniamo ad un altro punto fondamentale: la crisi isterica di Bloom. Sono il primo a dire che è stata spropositata… che volete farci sono gli ormoni XS. La ragazza, però, per una seconda volta (la prima è stata con Camille), si vede il terreno franarle sotto i piedi. Per una seconda volta le viene ripetuto di aver mal riposto la propria fiducia in Arcadia. Altre tre cosucce e poi vi saluto, prometto (croce sul cuore come le Pixie). Primo: tenete a mente la risposta di Faragonda e la reazione degli altri due presidi, quando le ragazze gli chiedono se conoscano o meno Camille. Secondo: Tecna non si smentisce mai e, nonostante stia conducendo una misteriosa e solitaria ricerca su un qualche cosa che scopriremo più là, spiazza tutti dicendo di aver trovato una soluzione al problema di Flora e Aisha. Adoro troppo la fata della tecnologia e in futuro avrà sempre più spazio ;D. Terzo: nel testo vi sono diversi riferimenti… la frase “decidere tra ciò che è giusto e ciò che è facile” è del grande Albus Silente (Harry Potter e il Principe Mezzosangue); la frase “il potere logora chi non ce l’ha” è di Giulio Andreotti (l’aforisma sempre antico rimane XS), mentre l’aggiunta l’ho pensato io… ma come dico sempre: sicuramente non è “tutta farina del mio sacco” :D; non vogliatemene per il riferimento a Majin Bu, ma mentre scrivevo il capitolo, stavo vedendo la maratona di Dragonball Super su Italia 1: mi sono lasciato trasportare ahahahahahaha. Adesso ho definitivamente concluso, scusatemi per la lunghezza delle note: sono eccessivamente prolisso ;D. Beh… detto questo, io vi saluto e… niente ci si sente per i prossimi capitoli :D :D :D.
Yugi95
 
   
 
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