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Autore: Daleko    16/01/2017    1 recensioni
Romantico MOLTO drammatico, siete avvisati.
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Michi fu il primo a distogliere lo sguardo con un sospiro, tornando a concentrarsi sull'asfalto fra le sue scarpe. Un urlo interruppe il silenzio della notte; le pupille dilatate di Lore erano rivolte di nuovo al cielo e i suoi polmoni erano pieni di aria fredda, mentre urlava il suo vuoto entusiasmo alla luna.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Amori sanguigni'
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2.
 
«Michi, sei tu?»
Una voce femminile si confondeva con il rumore di un pianto di bambini. Michi non rispose, chiuse la porta d'ingresso dietro di sé e cominciò a sfilare il giubbotto con la solita espressione persa sul volto. Puzzava terribilmente di alcol e marijuana, ma il suo odore si confondeva con quello della casa fatiscente in cui viveva. Nonostante l'ora di cena fosse passata da un pezzo, l'odore di cavolo continuava ad aleggiare con forza in tutte le camere. Michi a volte pensava che se anche avessero smesso di mangiare, le pareti della casa avrebbero restituito loro quei disgustosi odori di verdura.
«Oh, finalmente sei tornato. Tua sorella si è svegliata piangendo per il mal di orecchi e ovviamente anche Samu e Tommaso hanno cominciato a... Michi?» s'interruppe improvvisamente la madre. Indossava un pigiama sgualcito, i capelli ingrigiti erano raccolti con una pinza e delle borse profonde si erano scavate sotto i suoi occhi scuri. La bambina che portava in braccio, di forse quattro o cinque anni, piangeva disperatamente e il volto era rosso dallo sforzo. Il naso le gocciolava senza pietà, trascurato dalla madre, e altri due strilli di bambini piccoli provenivano da una cameretta in fondo al corridoio. La casa era piccola ma Michi riusciva comunque ad avere quel po' di privacy di cui aveva bisogno: sbatté la porta della sua camera e la chiuse automaticamente a chiave. Erano le due del mattino e le urla dei bambini, nonostante fossero attutite dalla porta chiusa, penetravano comunque nella mente stanca del ragazzo.

«...»
Sospirò, stanco e ancora vittima di uno stato alterato di coscienza. Si gettò sul letto disfatto ancora con i vestiti addosso e cominciò a scalciare via le scarpe graffiate. Qualcosa vibrò nella tasca destra del jeans e il ragazzo ne estrasse un vecchio cellulare android dallo schermo illuminato; lesse il messaggio mentre s'infilava sotto alle coperte. 

 
Lore
02:07
Dmn XBOX? Ho preso COD

 
Il messaggino, inviato via chat istantanea, ebbe subito risposta.
 
02:07
Certo

 
Michi continuava a fissare lo schermo; un poco enigmatico "sta scrivendo..." lo informava che l'amico non aveva ancora finito con la comunicazione notturna. Si erano appena lasciati eppure sembrava avessero ancora molto da dirsi, anche se in quel modo quasi unilaterale che li caratterizzava.
 
Lore
02:08
Dmn bigio, dv fare benza x la sera

 
Non rispose subito, riflettendo per un po'. Lo sguardo si spostò sull'unica finestra della camera. La stanza era buia e l'unica fonte di luce proveniva dall'esterno. Il ragazzo immaginò che la luna fosse ormai visibile al di sopra delle nubi, ma il vetro era opaco a causa della differenza di temperatura tra l'interno e l'esterno. In effetti, a pensarci bene, cominciava a sentire un po' di caldo. Il cellulare vibrò di nuovo.
 
Lore
02:10
Oh ma 6 in botta?

 
Quasi rischiò di cadergli in faccia. Si affrettò a digitare una risposta veloce, poi si alzò a sedere e tirò in basso la zip della felpa per sfilarla con difficoltà.
 
02:11
No, i fratelli piangono e mamma rompe.
Uno sbatti incredibile

 
Invece aveva mentito, era "in botta" eccome. Si sentiva stordito dalle sostanze assunte e ci mise un po' per togliere le braccia da entrambe le maniche. Intanto i messaggi continuavano ad arrivare e per fare presto gettò l'abito sul pavimento accanto al letto, rintanandosi poi sotto le coperte. Gli sembrava di sentire freddo nonostante il sudore che gli imperlava la fronte.
 
Lore
02:11
K sclero

Lore
02:12
Dmn prendo anke 1 boccia, vieni?

Lore
02:14
Frocio vd da solo
Stai sotto d brutto

Lore
02:16
???
Zio c 6 rimasto?

 
Prima che il cellulare potesse squillare, Michi pensò saggiamente di rispondere all'ondata di messaggi. La testa gli girava un po' dalla stanchezza.
 
02:16
Cazzo dici, sto pezzando fa caldo.
Stavo togliendo la felpa

 
Digitò rapidamente e inviò senza rileggere, controllando che non fosse arrivato altro nel frattempo. Lore aveva una loro foto insieme sul programma di messaggistica istantanea, che permetteva l'inserimento di una sola foto alla volta da mostrare ai propri contatti. Michi l'ingrandì: erano loro due a una serata in discoteca. Lui aveva un sorriso stanco in volto e Lore aveva un braccio intorno al suo collo; essendo più basso di lui quasi lo trascinava con sé. L'espressione era di sfida, con la bocca aperta in un urlo di giubilo e con una sigaretta incastrata fra i capelli corti e l'orecchio sinistro. Entrambi in mano reggevano una bottiglia di birra: la foto era professionale, scattata e caricata sui social network dalla discoteca stessa, ed entrambi sembravano più attraenti di quanto non fossero in realtà. A Michi non dispiaceva.
 
Lore
02:17
Vb allora c vediamo dmn
Vd a farmi 1 paglia, notteee

 
La conversazione finì lì. Michi lanciò un'ultima occhiata alla chat con l'amico, che adesso non portava più la dicitura "in linea". Senza cambiare espressione chiuse gli occhi, poggiando il cellulare accanto a sé, e restò ad ascoltare il pianto dei fratelli per qualche minuto senza riuscire ad addormentarsi. Alla fine decise di necessitare di un ultimo momento di svago; le mani scesero a sbottonare i jeans, tirò giù la zip e faticò per qualche secondo nel tentativo di abbassare i boxer nel buio delle coperte. Toccò il membro con le mani tiepide per qualche momento, aspettando che diventasse turgido, poi la mano sinistra andò a recuperare il cellulare. Più tardi ansimò a voce alta: nessuno l'avrebbe sentito con il rumore che regnava all'interno della casa.
 
   
 
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