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Autore: Lady Lara    16/01/2017    4 recensioni
"Anno domini MDCCXXVI XV giorno del V Mese . Diario di bordo .."
L'Irlanda e la Scozia subiscono il dominio dell'Inghilterra e le angherie di RE Guglielmo III. L'eroico pirata Captain Hook combatte la sua guerra personale. Qualcuno gli ha insegnato che si combatte per onore, per giustizia o per amore. Lui sceglierà quale uomo essere.
Chi è Lady Barbra, che lo assolda per una missione in incognito? E la donna che tutti chiamano "La Salvatrice"? Killian Jones è troppo scaltro per non capire che c'è altro oltre le apparenze.
Due anime che sanno leggersi l'un l'altra. Che succederà quando intenti e passione si incontreranno?
"Preferisco non averti che averti una sola volta e perderti per sempre .." Il dolore vissuto che rende oscuri e una nuova luce che permetterà loro di trovarsi ed amarsi anche se sembrava impossibile. Ciò che hanno fatto nella loro vita e ciò che faranno sarà per amore. Solo per amore.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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XLVIII capitolo
 
La resa dei conti
 
La funzione serale della commemorazione dei defunti era finita da un pezzo …
Padre Charles O’Danag aveva chiuso il portone della chiesa e si era ritirato per il desco, poi avrebbe pregato nel silenzio della sua sacrestia e infine, dopo aver letto un buon libro, sarebbe andato a dormire, accolto nel sonno tranquillo dei giusti.
I fedeli si erano allontanati, tornando alle loro dimore, così come avevano fatto Angus O’Danag e la sua famiglia.
 
Il vecchio mendicante storpio, dalla testa fasciata in modo tale da coprirgli un occhio malato, aveva atteso l’uscita dei fedeli per poter chiedere l’ultima elemosina della giornata. Erano tutti povera gente in fin dei conti! Ma furono in molti ad elargirgli anche solo qualche spicciolo. Egli, con la mano tesa, ringraziava anche chi passava di lungo senza rivolgergli uno sguardo …
L’ultima fedele che uscì dal portone della chiesa fu una flessuosa e bella donna di colore, vestita con un abito violaceo ed una mantellina in pesante panno di lana nero, bordato da una pelliccia bianca …
 
Nessuno aveva notato che la donna si era attardata a parlare con il vecchio, aveva molte notizie da riferirgli …
 
***
Ripensando al colloquio avuto con Tamara, Rumbl Mc Cassidy ribolliva di rabbia e gelosia. Tra le notizie c’era quella che desiderava sapere … Belle era ancora a Storybrooke! Ma …
 
“Maledizione! Si è fidanzata con il fratello di Emma! È innamorata del Colonnello!”
 
Il viso del finto mendicante era rosso sotto le bende che lo celavano e anche i suoi occhi vedevano rosso. Sentiva bruciargli lo stomaco per l’acido creato dalla gelosia!
 
“Belle è mia e di nessun altro! Se il Colonnello è un ostacolo … so cosa devo fare! Eliminerò “l’ostacolo” …
 
Tamara aveva carpito diverse informazioni ad Angus! Ridendo gli aveva raccontato di come si era divertita a sedurlo, aveva tentato di ingelosirlo raccontandogli anche i particolari piccanti della performance dell’oste, a suo dire ancora molto virile e passionale …
 
Aveva tempo Tamara di farlo ingelosire di lei … Era di Belle che era geloso! La “Venere Nera” lo sapeva benissimo! Rumbl era sicuro che la donna aveva trovato un certo godimento a vederlo farsi livido per la “sua” Belle!
Nonostante il turbamento nel sapere del fidanzamento della donna che amava, aveva ascoltato con attenzione le altre notizie riguardanti i dispiegamenti delle guardie e gli usi quotidiani e settimanali nella Rocca.
Ora sapeva cosa avrebbe fatto quel venerdì mattina! Poteva entrare attraverso il portone del palazzo senza essere fermato dalle guardie, lo avrebbe fatto insieme agli altri poveri e malandati mendicanti che solitamente il venerdì mattina ricevevano le cure gratuite di Frate Benedictus Dotto, il medico della famiglia di Emma.
 
Il piano era chiarissimo nella sua mente e se i suoi calcoli erano giusti … avrebbe avuto il supporto del suo “amico” Barba Nera. Ormai stava per arrivare, i loro accordi erano ben precisi! Il “temibile” pirata si sarebbe rintanato con la sua nave sotto il dirupo che dava sulla baia posteriore di Storybrooke. Ormai lì non c’era più il fortino di guardia che egli aveva fatto costruire anni addietro. C’era una villa! La stessa in cui, come aveva scoperto, la sua “cara” nuora, mascherata da Lady Barbra, riceveva i suoi accoliti e dove, come gli aveva riferito quell’idiota di Jason, si intratteneva con il suo amante … l’odiato Killian Jones, l’uomo amato da Milah, lo stesso uomo che lui aveva privato della mano sinistra. Lo stesso uomo che ancora non era riuscito ad uccidere!
Rannicchiato sotto ai vecchi ruderi, che gli fungevano da riparo, lontano dall’agglomerato urbano, rise con la sua risata agghiacciante da folletto maligno …   
***
 
Tanto tempo fa …
 
Cornovaglia, castello di Camelfort.
 
Rideva Morgana … Rideva garrula, mostrando la sua splendida dentatura candida. Le sue labbra rosse e carnose si schiudevano su quei denti perfetti e il suo sorriso sembrava illuminarle il viso e dare calore ai suoi occhi di ghiaccio.
Rideva di lui, di Evan. Rideva della sua giovane inesperienza, del suo arrossire al suo cospetto. Lui lo sapeva! Evan lo sapeva bene, ma non gliene importava nulla. Stava pendendo da quelle labbra, percorreva con lo sguardo ogni tratto del suo bellissimo viso e desiderava percorrerlo con carezze e baci, come avrebbe desiderato che le candide e affusolate mani di quella splendida giovane donna, si fossero soffermate carezzevoli su di lui …
 
Il giovane Evan Flinth Jones era sceso in giardino, dove Morgana trastullava la piccola Principessa Eva, con il preciso intento di corteggiarla. Da quando l’aveva vista stava diventando un chiodo fisso nella sua mente. Il desiderio che provava nei confronti di Morgana era per lui una novità imperiosa che sentiva di dover soddisfare. Aveva cercato di comportarsi da uomo. Ma non era ben sicuro di come un uomo doveva comportarsi. Gentile? Arrogante e sicuro di se stesso? Impavido? Romantico? Come si sarebbe comportato suo padre al posto suo? Suo padre, Cillian Flinth, Primo Cavaliere del Re, si sarebbe fatto meno problemi, ne era sicuro!
Alla fine era arrossito e aveva balbettato nel salutare quella splendida creatura, ma quando l’aveva vista ridere di lui si era rimpossessato della propria dignità e si era fatto audace. Non aveva usato mezzi termini e le aveva fatto un’avance diretta, spinto dalla propria impulsività, caratteristica che non sapeva fosse tanto simile a quella di suo padre.
 
– Sei bellissima Morgana … e quel tuo modo di ridere di me e sorridere mi sta facendo venir voglia di chiuderti le labbra con un bacio, quindi My Lady se intendi continuare, sai quale pegno dovrai pagare!
 
Da come il giovane era arrossito in precedenza, Morgana non si aspettava quell’improvviso ardire. Rimase inizialmente spiazzata, lo guardò dritto negli occhi. Era bello come il padre, indubbiamente! Ma era così giovane! Poco più che un ragazzino! Anche se era alto e muscoloso, il suo viso con la rada barba dimostrava la sua giovane età. Di certo quel bel ragazzo non gli faceva l’effetto di suo padre Cillian, ma la chiara sfida sessuale che le aveva lanciato, la intrigava parecchio. Strinse leggermente gli occhi e gli mostrò un sorriso ironico e seducente e pensò di rispondergli nel modo, per lei, più adatto.
 
– Mio cavaliere … come devo interpretare una simil dichiarazione? Intendevi minacciarmi o … farmi una promessa?
 
Gli si era accostata maggiormente nel dire quelle parole e all’ultimo aveva ruotato su se stessa lanciandogli un ultimo sguardo che aveva fatto ribollire ancor di più il sangue di Evan. Stava flirtando con lui … bene! Evan sapeva di aver stabilito il contatto che voleva e anche a lei sicuramente non era indifferente.
 
– Preferisci una promessa My Lady?
– Una promessa Messere? Ho seri dubbi che tu sia all’altezza di mantenerla! Dubito che tu abbia mai baciato una donna in realtà!
 
Come si permetteva? Non aveva una grande esperienza, Evan lo ammetteva a se stesso, ma baci ne aveva dati … si … solo quelli in effetti …
Non si fece abbattere dalle parole ironiche di Morgana.
 
– Lo dici perché sei curiosa e non vedi l’ora che io mantenga la promessa, visto che preferisci sia tale …
 
Si era avvicinato lui questa volta e le aveva preso un polso per avvicinarla a tiro di bacio, ma il rumore di passi sul ciottolato lo aveva fatto desistere dal suo intento, lasciando un’espressione delusa sul viso di Morgana …
 
Il Re e il suo Primo Cavaliere si dirigevano verso di loro. Artorius prese in braccio sua figlia che ne fu ben felice, dai gridolini di gioia che emise aggrappandosi al collo del genitore. Non sarebbe rimasto molto il Re, aveva un incontro con il nuovo capo dei Sassoni e chiese ad Evan se voleva partecipare insieme al Principe Eduard. Evan in quel momento aveva altro per la mente ma, voltandosi verso suo padre,  vide che Sir Lancillotto alzava un sopracciglio in modo eloquente e, con un segno  di consenso del capo, gli suggeriva di accettare l’invito. A malincuore il giovane rispose un “Sissignore” al Re e poi, visto il cenno che suo padre gli faceva con la mano, di allontanarsi in disparte con lui, gli si avvicinò e si allontanarono di alcuni passi.
 
Lord Cillian Flinth aveva lasciato suo figlio interdetto quando gli aveva consigliato di stare in guardia nei confronti di Morgana, aveva notato come lui era attratto da lei e gli aveva detto che non si fidava di quella donna. Gli aveva ordinato anche di proteggere la Principessina, di essere il “suo” Primo Cavaliere e gli aveva consegnato un ciondolo … una medaglia che riproduceva il suo simbolo. Quel ciondolo, da quanto detto da suo padre, un giorno sarebbe appartenuto alla donna che egli avrebbe veramente amato.
 
La riunione con i Sassoni era durata oltre due ore. Cillian non era stato presente, aveva detto chiaramente al Re e a suo figlio che voleva fare una cavalcata nei dintorni. Evan, appena uscito dalla sala della Tavola Rotonda, stava pensando che suo padre si era risparmiato un incontro noioso, anche lui avrebbe preferito una cavalcata nei dintorni! Si portò la mano nella tasca e vi estrasse la medaglia con il Cigno e il bastone uncinato. La tenne in mano e la guardò pensieroso. Per suo padre quella medaglia era importante … perché non l’aveva mai vista al collo di sua madre? Lui, secondo l’ordine di Cillian, l’avrebbe data un giorno alla donna che avrebbe amato veramente …  Quello era il motivo? Cillian non l’aveva data a Milehna perché non era la donna che veramente amava? Da quanto aveva sentito, ascoltando accidentalmente la conversazione tra suo padre e Artorius, ambedue gli uomini avevano condiviso l’amore per la stessa donna: Gwyneth di Gandar. Suo padre avrebbe voluto sposarla e tutta la storia di Excalibur aveva avuto inizio a causa del loro amore.
Camminando per il corridoio, con l’intento di andare all’alloggio di suo padre, Evan rifletteva su quanto forte potesse essere un sentimento di amore puro, cosa fosse in grado di far fare agli esseri  umani e a cosa potesse far rinunciare per esso …
 
Una porta si aprì lungo il corridoio … ad Evan sembrò di perdere un palpito del cuore … quella sapeva fosse la stanza di Morgana!
Lei uscì dalla stanza e, con un atteggiamento felino e sensuale, si appoggiò, con le mani dietro la schiena, allo stipite della porta. Lo guardò dalla testa ai piedi con il suo sorriso ironico e seducente. Evan sentì una reazione all’inguine che ormai si associava di frequente alla visione di quella bellissima donna …
 
– La riunione è stata lunga Messere!
– Non abbastanza da farmi dimenticare a che punto stavamo My Lady!
– Io non ricordo Messere! Stavamo in un qualche punto?
 
Evan le si avvicinò ad una distanza estremamente ravvicinata. La sovrastava in altezza, ma il suo viso inclinandosi verso di lei, mentre al contrario lei lo alzava, fece in modo che le loro labbra fossero vicine in modo indecente.
Morgana cercò di mettere in imbarazzo il giovane con una sua nuova sferzante battuta.
 
– Sei solo un ragazzino Evan non …
- Lo dicono le tue parole, ma sei uscita per me e il tuo corpo mi dice quanto io sia un uomo e tu una donna!
 
Evan non diede il tempo a Morgana di formulare una nuova frase. L’afferrò con impulsività per la vita e con irruenza portò le sue labbra su quelle della giovane mora.
Era ciò che voleva anche Morgana. Gli portò le braccia al collo stringendosi ancor di più a lui e approfondendo il loro bacio voluttuosamente. Come in un passo di danza lei lo guidò dentro la sua stanza da letto. Distaccando un braccio dal collo del ragazzo, Morgana chiuse la porta con un secco tonfo. Il rumore improvviso riportò Evan alla realtà e il suo primo pensiero fu per la piccola Eva.
 
– Dov’ è la Principessina?
– Non pensare a lei in questo momento … mmm … sta dormendo nella sua stanza, di fianco alla mia … abbiamo tempo prima che si svegli!
 
In effetti ebbero abbastanza tempo per far sì che Morgana facesse di Evan l’uomo che sentiva di essere. Il giovane non aveva mai immaginato come veramente sarebbe stata la sua “prima volta”, dopo pensò che non sarebbe potuta essere meglio di come era stata con lei. Aveva avuto la donna che desiderava, il bisogno che aveva sentito di lei era soddisfatto, ma si rese conto che l’avrebbe voluta ancora e ancora.
 
La Principessina fece sentire il suo pianto. Evan balzò su dal letto cercando le sue braghe tra gli abiti sparpagliati sul pavimento, mescolati a quelli di Morgana. Lei rise nuovamente di lui.
 
– Con calma mio dolce Evan … la Principessina non scapperà dalla sua culla … lasciamola piangere … si stuferà “la rompi scatole”!
– Non parlare così di lei Morgana … vestiti piuttosto e vai da lei, avrà fame o si sentirà sola!
– Sei uno sciocco Evan … prima o poi finirà … come sua madre!
– Che vuoi dire?!
– Nulla .. nulla … sua madre ha finito di dare ordini … tutto qui!
– Era la Regina e tu eri al suo servizio … a chi altro doveva dare ordini? Sei la bambinaia di sua figlia …
- Uff! Basta! Ho voglia di dormire ora … sei stato bravissimo, pensavo fosse la tua prima volta, ma evidentemente mi sbagliavo … altrimenti dovrei riconoscere che   hai una dote naturale!
 
Evan sorrise per l’apprezzamento, sapeva di esserlo stato, aveva visto le reazioni di Morgana, era riuscito a soddisfarla prima di se stesso, ne era contento.
 
– Mio padre sarà tornato a quest’ora … mi ha chiesto di essere “Primo cavaliere” della Principessa!
- Che cosa ridicola! Lei nemmeno lo capisce ancora!
– Non parlare così di “Lei”!
– Mmm come ti scaldi per la marmocchia! Visto che la prendi così seriamente vai tu a fargli da balia và!
 
Morgana era pur bella, seducente, ci sapeva fare a letto … ma era di un indisponente che l’avrebbe schiaffeggiata volentieri! Non lo fece, “Un uomo non picchia una donna!” ricordò una frase che suo padre gli aveva detto tempo addietro, non avrebbe picchiato una donna, no! Si vestì velocemente e sentendo che la Principessina ancora piangeva, decise che sarebbe andato da lei a consolarla.
 
Aprì la porta della stanza di Eva. La trovò seduta sul suo lettino con i grandi occhi verdi pieni di lacrime e le guancine paffute arrossate. La piccola smise di piangere quando lo vide.
 
– Ciao Principessina! Sono il tuo “Primo Cavaliere”!
 
La bambina batté le manine l’una contro l’altra e gli fece un sorriso, mostrando il suo unico dentino. Evan le sorrise a sua volta, era veramente tenera e buffa!
Con il lenzuolino le asciugò le lacrime. Eva allungò le braccine verso di lui, con il chiaro intento di farsi prendere in braccio.
 
– Dea madre! Che faccio ora?!
 
Fece ciò che gli dettava la tenerezza che si era impadronita del suo cuore. La prese in braccio. La guardò negli occhioni verdi, gli trasmettevano calore …
 
“Strano … sono così diversi dagli occhi di Morgana … i suoi sono glaciali … i tuoi fanno sciogliere piccola …”
 – Io. Sono. Evan!
– Eeeaa!
– Non ci posso credere! Hai cercato di ripetere il mio nome piccolina! Sei una “ragazza” intelligente lo sai?
– Eeeaa! Eeeaa!
 
Morgana era riuscita a fargli provare la forza dell’attrazione e il piacere del sesso, ma il calore nel cuore e la tenerezza che stava provando per quella piccola creatura, era un sentimento nuovo che stava mettendo radici, l’avrebbe protetta, lo giurò a se stesso, sarebbe stato veramente il suo Cavalier Servente, a costo della sua stessa vita!
 
– Ma guarda guarda! Sei anche una brava bambinaia! Sai pure come tenerla in braccio!
 
Morgana evidentemente ci aveva ripensato e invece che dormire, come voleva fare, si era rivestita ed ora era sull’uscio della stanza di Eva e lo stava guardando divertita, prendendolo in giro. Nonostante l’attrazione fisica che Evan provava per lei, la trovava contemporaneamente molto irritante.
 
– Non sono una bambinaia … semplicemente ho un fratellino di cinque anni e l’ho preso in braccio spesso, da che è nato … non ci vuole molto direi!
– Va bene … va bene … dalla a me ora, probabilmente è da cambiare …
 
La giovane si era accostata con le braccia tese per prendere la piccina, ma Evan ebbe un moto possessivo nei confronti della Principessina, la strinse istintivamente di più al suo petto, come per proteggerla da Morgana, mentre non riuscì a nasconderle uno sguardo torvo nei suoi confronti. La ragazza rimase immobile per un attimo e meravigliata di quel gesto e quello sguardo.
 
– Non credo … ha un odore buonissimo … sa di fiori … credo che si sentisse sola … ha voluto venirmi in braccio … ha bisogno di affetto …
- Senti senti! Credi di leggerla come un libro aperto? Dalla a me ora, lasciami fare il mio lavoro!
 
Evan doveva pur obbedire e lasciò avvicinare Morgana, ma fu la piccola Eva a non volersi staccare da lui, gli si strinse maggiormente al collo emettendo versi di protesta.
 
– Andiamo bene! Si direbbe che alla “smorfiosetta” stai particolarmente simpatico!
– Non chiamarla così Morgana! Anche se piccola portale rispetto!
– Oh! Certo! Il suo Primo Cavaliere deve difenderla ovviamente! Ma dai! Vai via adesso che le devo preparare la cena!
 
Evan le lasciò la piccola in braccio, non prima di averle fatto un’ultima carezza su una guancia paffuta.
 
– Ah! Evan … se questa notte ti sentissi solo …
- Se mi sentissi … solo?
– Sai quale è la porta della mia stanza …
 
Il ragazzo non le rispose, ma le sorrise malizioso sollevando un sopracciglio mentre, ruotando verso la porta, la vide guardarlo mordicchiandosi il lato del labbro inferiore.
 
Riprese il corridoio in direzione dell’alloggio di Sir Cillian. In quelle ultime due ore, passate in modo molto piacevole, suo padre sicuramente era tornato e si apprestava a presentarsi a cena con il Re.
 Evan bussò alla sua porta. Non ebbe risposta. Un presagio lo assalì, ma non volle farci caso. Suo padre non era nella sua stanza … sicuramente era già con il suo amico e Re. Senza soffermarsi in altri pensieri, il giovane si incamminò verso la sala da pranzo.
Artorius e suo figlio erano già lì e conversavano tra loro.
 
– Porgo le mie scuse Sire ... pensavo che mio padre fosse qui … non mi ha risposto bussando alla sua stanza …
- Non lo vedo da quando ci siamo lasciati in giardino Evan … strano … Cillian è la persona più puntuale che io conosca … siamo sicuri che sia tornato?
 
Evan aveva dei seri dubbi ora. In effetti non era da suo padre tardare. Ormai era buio … per quale motivo non era tornato? La sensazione del presagio precedente si fece nuovamente strada in lui, attanagliandogli il petto.
 
Uno scalpiccio, accompagnato dal rumore metallico delle spade che battevano sui gambali, si sentì provenire oltre la porta della grande sala da pranzo. Entrò Valerius con un suo giovane attendente.
 
– Artorius! Sta capitando uno strano fenomeno in direzione del lago di Avalon!
– Cosa cugino?!
– Guarda tu stesso dalla finestra …
 
Sia il Re che gli altri presenti si portarono alla finestra dall’arco acuto e videro un chiarore illuminare oltre il bosco che li separava dal lago di Avalon.
– Ma cosa sono? Sembrano stelle cadenti …
- Maestà sono preoccupato per mio padre … concedetemi un gruppo di uomini per andare a cercarlo … ho un brutto presagio … non vorrei che avesse avuto un malore … quando stavamo per approdare ne ha avuto uno piuttosto serio e …
 - Veramente Evan?! Cillian non mi ha detto di avere problemi di salute!
– Globalmente sembra star bene … non era mai successo, è capitato appena abbiamo avvistato terra … lui non lo ammetterebbe nemmeno … ho temuto un infarto in quel momento!
– Nel momento in cui avete avvistato terra?!
– Si Maestà … in quel preciso momento … ho creduto fosse per l’emozione di rivedere la sua terra …
- Proprio in quel momento …
 
Artorius assimilò la notizia e distolse lo sguardo pensieroso e addolorato. Gwyneth era spirata tra le sue braccia nel momento in cui avevano visto all’orizzonte la nave con Cillian a bordo!
 
– Artorius! Lascia che organizzi un gruppo esplorativo con i miei soldati … andremo con il giovane Flinth Jones,  cercheremo Cillian e daremo un’occhiata al lago …
- Avete il mio consenso! Trovate Cillian … ho bisogno di lui …
 
Artorius rimase solo nella sala da pranzo. Mentre sentiva allontanarsi a cavallo i suoi soldati, si accostò nuovamente all’alta finestra dall’ arco acuto. Non aveva appetito, sentiva lo stomaco chiudersi, non sarebbe riuscito a cenare neppure quella sera. Guardò il cielo verso il lago e vide due luci che, volteggiando l’una intorno all’altra, salivano verso la volta celeste. Pensò fosse una sua fantasia! Le luci diventarono sempre più piccole, andando in direzione della costellazione che Merlin chiamava Cignus. Il Druido aveva insegnato a lui e a Cillian a riconoscere le stelle. Quella costellazione l’aveva descritta come un cigno, indicando ai due ragazzi le stelle che ne rappresentavano il capo e quelle che rappresentavano le ali e la coda. Lì, nel capo del Cigno, le due stelle emanavano l’ una una luce blu e l’altra una luce gialla. Merlin, allora, le aveva definite “stelle gemelle”.
Ad Artorius sembrò che le due luci volteggianti raggiungessero le due “stelle gemelle” nel momento in cui queste brillarono maggiormente. Un pensiero attraversò la sua mente come una meteora e percepì un pezzo del suo cuore staccarsi e volar via con quelle due luci. Una lancinante consapevolezza si impossessò di lui, quella di aver perso un altro dei suoi più profondi affetti …
Immobile davanti a quei vetri, impotente, lasciò che un’ennesima lacrima solcasse il suo viso triste insinuandosi tra la bionda barba incolta.
 
Non seppe quanto tempo era rimasto a fissare quel punto del firmamento, sicuramente un tempo considerevole. Ritornò in sé quando sentì nuovamente il galoppare dei cavalli che tornavano …
 
Valerius ed Eduard entrarono per primi, seguiti da un giovane Evan dall’espressione mesta più di quella dei due cavalieri che lo avevano preceduto. Artorius vide che il ragazzo portava in mano un panno bagnato di colore azzurro. Gli si strinse ancor di più il cuore, sapeva benissimo a chi apparteneva quel mantello.
 
– Sire …
 
 Sembrava che Valerius non sapesse cosa dire.
 
– Da quello che vedo … le notizie non sono buone …
- Artorius … non abbiamo trovato Cillian … saremo costretti a cercare con la luce del giorno … il suo cavallo era libero vicino al lago … di lui, l’unica traccia trovata, il suo mantello … se lo deve essere tolto … non è strappato … forse una disgrazia … non sappiamo … quando siamo arrivati al lago il fenomeno di luci era terminato … Abbiamo trovato uno dei pastori della radura che ha detto di essersi avvicinato incuriosito e di aver visto due luci alzarsi dall’acqua …
- Due luci alzarsi dall’acqua …
- Si … due luci … ma la cosa che mi ha sorpreso ancor di più è che ci ha raccontato di aver visto Merlin con i piedi in acqua che guardava quelle luci …
 - Merlin?! Merlin è tornato?! Forse Cillian è con lui! Bisogna andare alla sua baracca … non so come vi entrerà con quell’albero, ma bisogna andare subito! Vieni con me Evan? Andiamo insieme!
 
Il giovane alzò lo sguardo sul suo Re senza parlare, fu Valerius a rispondere ancora.
 
- Artorius …
- Che c’è ancora cugino?!
– È la prima cosa che abbiamo fatto quando abbiamo saputo di Merlin …
- E?
– Nulla Maestà … nella baracca non c’è nulla …
- Nulla?!
– Né Merlin … né l’albero …
- Neppure l’albero?!
 
Artorius ricadde seduto su una delle sedie, sul suo viso ora una luce di serenità illuminò il suo sguardo. Evan gli si avvicinò e gli chiese a bassa voce:
 
- Cosa significa Maestà?
– Figliolo … Significa che tuo padre ora è con colei alla quale è sempre appartenuto!
 
***
Erano passati tre giorni dalla scomparsa di Sir Cillian Flinth. Avevano cercato ovunque, sia nei dintorni del lago che nelle sue stesse acque. Evan pensò che doveva decidersi a scrivere a sua madre quanto accaduto. Sapeva che le avrebbe dato un grande dolore e voleva trovare le parole più adatte per darle quella tremenda notizia. Il corpo di suo padre non era stato trovato, poteva essere un segno di speranza, ma Evan non si faceva illusioni. Suo padre non aveva motivi di andar via in quel modo, nel profondo del suo cuore sentiva che non era più con lui ormai.
 
Mentre camminava a testa bassa, assorto nei suoi pensieri, si ritrovò davanti alla stanza di Morgana. L’aveva così desiderata quella ragazza! La sera della scomparsa di suo padre lei era andata da lui. Si era sparsa la notizia riguardante Lancillotto. Lei gli aveva detto, presentandosi alla sua porta, che era dispiaciuta e voleva fargli compagnia e consolarlo. Evan aveva reclinato quell’offerta. Non solo non se la sentiva di essere nuovamente tra quelle gradevoli braccia, si sentiva in parte colpevole di aver ceduto al suo fascino nonostante suo padre l’avesse messo in guardia poco prima di sparire. Morgana non aveva risposto, ma era rimasta male per il rifiuto. Prima di andar via gli aveva detto che, se voleva, sapeva dove trovarla.
 
Davanti a quella porta Evan sapeva bene dove fosse in quel momento Morgana. Non bussò e ascoltò il pianto di sofferenza della piccola Eva. Erano un paio di giorni che sempre alla stessa ora la piccola piangeva in quel modo. Non stava bene. Aveva chiesto a Morgana cosa avesse la piccina e lei aveva risposto che non era nulla di preoccupante, solo coliche infantili. Anche ora sentendo quel pianto di sofferenza, Evan provava una gran pena. Avrebbe voluto aiutare la Principessina in qualche modo, ma non aveva idea di cosa fare. Si allontanò da quella porta e prese la via delle scali, sarebbe andato da Valerius, forse avrebbero fatto un ennesimo giro di perlustrazione, nemmeno il “vecchio amico” di suo padre voleva arrendersi!
 
Valerius era nel suo ufficio e con lui c’era Artorius in persona. Evan ne rimase sorpreso. Il Re, quando lo vide salutare rispettosamente, si alzò e gli andò incontro con le braccia aperte e l’intenzione evidente di abbracciarlo.
 
– Figliolo! Sono contento che tu sia venuto … io e Valerius stavamo proprio parlando di te …
- Di me Sire?!
– Si Evan! Stavo dicendo a mio cugino che ho intenzione di proclamarti mio Primo Cavaliere …
- Sire … io non sono degno di un simile onore!
– Sciocchezze! Credo che Evan “Tiger” Flinth Jones ne sia la persona più degna! Ti ho osservato molto da quando sei arrivato, ho ascoltato tuo padre parlarmi di te e ho chiesto un parere a Valerius su come ti sei comportato in questi tristissimi ultimi giorni … Sei il degno figlio di Cillian. Hai il suo coraggio, la sua caparbietà, la sua modestia e probabilmente la sua … impulsività, ma sai essere razionale e saggio nel momento più grave ed importante. Solo tu potrai rivestire il ruolo che aveva tuo padre. Gli somigli molto Evan!
– Sire, non vorrei che Voi vi inganniate … somiglio a mio padre, me lo dicono da sempre, ma … non sono lui … nessuno potrà essere come era lui veramente …
- Abbi fiducia in te stesso Evan, come ne ho io in te. Sarai il mio Primo Cavaliere e avrai gli incarichi che erano di tuo padre, continuerai la sua missione in Terra di Eire. Ti chiedo fedeltà alla Corona, a mio figlio dopo di me e protezione per lui e mia figlia Eva.
– Maestà … già mio padre mi aveva ordinato di proteggere la Principessina Eva, come suo Primo Cavaliere …
- Ne sono felice! Anche Cillian, come vedi, la pensava come me! Scrivi a tua madre che riceverai l’investitura di tuo padre, sarà una, se pur piccola, consolazione della sua perdita, lo ha sempre amato molto e le mancherà come a me manca Gwyneth …
 
Parlarono ancora di altri progetti e dei compiti che Evan avrebbe avuto. Artorius invitò il giovane e Valerius ad uscire a cavallo insieme per esplorare ancora una volta i dintorni del lago. Quando vi arrivarono Artorius notò che sulle acque non si vedevano più i residui bruciati, la superficie era appena increspata dal sottile alito di vento che spirava. Cavalcarono fino al rifugio di Merlin e lì il Re dei Tre popoli di Avalon si meravigliò e non riuscì a credere ai suoi occhi, quando vide che l’albero scomparso non aveva lasciato traccia di sé, nemmeno il foro delle radici o un tronco tagliato. Sembrava semplicemente che non vi fosse stato mai nessun albero piantato in quel pavimento di terra battuta …
***
 
Nel tardo pomeriggio il Re teneva tra le braccia la sua bambina piangente. Evan era lì vicino, erano tornati da poco dalla cavalcata.
 
– Possibile che continui a piangere così mio piccolo tesoro? Morgana … sei sicura che la bambina non abbia qualcosa di grave? Due giorni in queste condizioni e non si riconosce! È sciupata … mi fa pensare a quello che ha patito sua madre …
- Sire, non credo che sia grave … spesso i bambini a questa età soffrono di coliche, le darò delle tisane di semi di finocchio, l’aiuteranno.
 
Artorius lasciò a malincuore la figlioletta a piangere nella sua stanza, in compagnia di  Morgana. Evan lo seguì nella sala della Tavola Rotonda.
 
– Maestà … mio fratello ha avuto episodi di coliche alla stessa età della Principessina, ma dopo un po’ si calmavano … sono preoccupato … non mi sembra la stessa cosa … forse sarebbe meglio chiamare un Druido …
 
Il Re si voltò verso di lui e lo guardò dritto negli occhi. L’espressione del giovane mostrava una sincera preoccupazione per la sua bambina. Non si era ingannato nel vedere in lui le caratteristiche giuste per ricevere il titolo di Cillian, era responsabile e di parola come suo padre.
 
– Sei il mio Primo Cavaliere e il mio “primo consigliere” ora … hai ragione … farò chiamare immediatamente un Druido, il più vicino potrà essere qui non prima dell’ora di pranzo di domani.
Quella notte Evan non riuscì a chiudere occhio, qualcosa gli sfuggiva. Rimuginava tra sé e il pensiero tornava continuamente alla piccola Eva. Si sentiva responsabile della sua incolumità e contemporaneamente impotente nei suoi confronti.
 
Non molto distante dalla stanza di Evan, la piccola, dopo aver pianto per ore, adesso dormiva, sfinita, nel suo lettino, scossa dai sospiri dell’affanno dovuto al pianto precedente. Morgana era in piedi vicino al suo giaciglio. Con le mani alzate, all’altezza dei suoi stessi occhi, versava del liquido scuro in una piccola fiala di vetro. Posando la bottiglietta sul tavolo addossato alla parete, accostò la fiala alla fiamma della candela inserita in un alto candelabro d’argento, posto sul tavolo. Fece ruotare il liquido nella fiala, rimescolandolo e scaldandolo con quella fiammella. La luce, intanto, lanciava ombre verso i suoi occhi, conferendole un’espressione demoniaca.
 
“ Pochi altri giorni mia cara e tuo padre perderà anche l’ultimo ricordo di Gwyneth! Le somigli troppo e lui continua a non vedermi … presto non sarà più così … Si penserà che tua madre ti ha lasciato la sua stessa malattia, non eri destinata a sopravvivere … Artorius non potrà far altro che tornare tra le mie braccia. Io sarò la nuova Regina dei tre Popoli di Avalon e quando vorrò avrò anche un altro trastullo. Evan è un ragazzo molto bello e vigoroso, svilupperà il fascino di suo padre in breve tempo, nonostante sia così giovane ha il corpo di un uomo. Se mi stuferò di Artorius non sarà difficile eliminarlo e averlo al mio fianco. Il tuo bel Primo Cavaliere un giorno potrebbe diventare il futuro Re di Avalon, Eduard non sarà un ostacolo difficile da scavalcare!”
 
Morgana rifletteva ambiziosamente e malignamente, architettando pensieri nefasti. Cillian aveva capito quale anima nera albergava in lei, aveva messo in guardia suo figlio, ma il giovane aveva già subito il fascino di quella “strega”. Quale sarebbe stata la sua sorte nelle spire di una donna del genere?
 
L’alba di un nuovo giorno giunse, dopo una notte di incubi per Evan. Si svegliò in preda ad uno di essi, sedendosi repentinamente sul suo letto, mentre gocce di sudore gli imperlavano la fronte nonostante il freddo della stanza. Aveva sognato una serie di immagini frammentate che riguardavano suo padre. Alla fine lo aveva visto entrare nell’acqua del lago, sganciarsi il  mantello lasciandolo galleggiare sul pelo dell’acqua, voltarsi verso di lui, guardarlo un’ ultima volta redarguendolo ancora nei confronti di Morgana e poi, voltandosi nuovamente verso il centro del lago, lo aveva visto dirigersi verso una luce intensa che in breve lo aveva avvolto e fatto sparire ai suoi occhi. In quel preciso momento Evan si era svegliato con una grandissima angoscia e la sensazione che qualche altra cosa di brutto stava per accadere.
 
Si era alzato e lavato con l’acqua gelida del catino di legno che aveva nel suo alloggio. Voleva uscire da quella fortezza. Avrebbe voluto poter essere un uccello per volar via e tornare nella sua Terra di Eire, quella era la sua vera casa, lì vivevano le altre persone della sua famiglia, sua madre Milehna e suo fratello minore Sean. Il peso che Artorius gli voleva porre sulle spalle era troppo pesante. Sarebbe mai riuscito ad emulare suo padre? Si passò la mano sugli occhi e la fronte. Si! Avrebbe voluto fuggire da quelle responsabilità! Poi, improvvisamente, gli tornò in mente l’immagine di due grandi occhioni verdi che lo guardavano. Non poteva fuggire! Inspiegabilmente quella piccola creatura bionda di soli sei mesi, gli era entrata nel cuore. Doveva aiutarla, doveva proteggerla. Lo aveva già promesso a se stesso oltre che a suo padre. Sentì il forte desiderio di andare dalla piccola per vedere come stesse. Uscì silenziosamente dalla sua stanza. Era presto, pochi a quell’ora giravano per la fortezza, a parte le guardie e gli inservienti che iniziavano le loro mansioni in cucina e nell’ atrio. Sapeva dove doveva andare, da chi doveva andare …
 
Si ritrovò davanti a quella porta. Non si sentivano suoni provenire dall’interno, ma la porta era aperta, appena appoggiata. Gli sembrò strano per l’orario. Silenziosamente spinse l’uscio di legno. Se Eva stava dormendo non voleva svegliarla, l’avrebbe osservata dormire, doveva vegliare su di lei … “doveva!”
Aprì quel tanto per far passare un occhio e vedere che nella stanza c’era Morgana. Non seppe spiegarsi perché, ma il suo istinto fu di non farsi accorgere della sua presenza. Vide che la giovane bruna preparava del latte per la bambina, nulla di strano, era nei suoi compiti nutrirla. Poi qualcosa di strano accadde. Dalla tasca del lungo vestito blu che Morgana indossava, estrasse una fialetta contenente un liquido verde scuro. Con un sorriso maligno dipinto sul viso, la vide versare quel liquido nel latte e rimescolare. La cosa che diede una certezza sui suoi intenti ad Evan fu la frase che le sentì pronunciare. In quel momento gli fu chiaro ciò che la notte prima gli rimuginava nella mente senza uscire dalla nebbia.
 
 – Finalmente potrai riunirti a tua madre mia cara, oggi sarà la giornata decisiva per il tramonto della tua stella …
 
Morgana stava avvelenando la Principessina! Era possibile che avesse fatto lo stesso con sua madre? Come poteva provarlo? Non poteva! Ma poteva fermare ora la mano di Morgana e impedirle di dare quel latte alla piccina!
Con impeto entrò nella stanza ed afferrò la mano che teneva ancora la fialetta con il residuo della sostanza scura.
 
– Cosa stai facendo Morgana? Cosa hai messo nel latte?
 
La mora presa alla sprovvista si fece cadere la bottiglietta di latte dalla mano.
 
– C- che ci fai qui?!
– Tu! Cosa stai facendo?!
 
Evan era fuori di sé, i suoi occhi dardeggiavano il viso della giovane, sospettosi e feroci.
 
– Sai che la Principessina non sta bene! Le ho preparato il latte con l’infuso di finocchio.
 
Evan, prendendole la fialetta dalla mano la portò alle narici e l’annusò.
 
– Sei una maledetta bugiarda Morgana! Conosco l’infuso di finocchio, lo usava anche mia madre per mio fratello, non so cosa sia questo liquido, ma so che non è quello che dici!
 
Teneva stretto il polso di Morgana, aveva alzato la voce e lei con espressione furente iniziava a divincolarsi.
 
– Sei un ragazzino idiota Evan … stai spezzando il nostro possibile futuro!
– Non so cosa stai dicendo, ma ora ti porterò davanti al Re, voglio accertarmi della situazione!
 
Con il loro vociare, Eva aveva iniziato a destarsi piagnucolando. Morgana si dipinse un’espressione di preoccupazione falsa sul viso.
 
– Vedi?! L’hai fatta svegliare e mi hai fatto cadere il latte che le dovevo dare! Guardieee! Guardieee!
 
La giovane aveva iniziato a gridare e in breve arrivarono due dei soldati di guardia. Questi trovarono Evan che ancora stringeva il polso di Morgana.
 
– Aiutatemi! Voleva violentarmi! È entrato di soppiatto nella stanza per sorprendermi! Arrestatelo!
 
Le due guardie rimasero perplesse. Poteva pur essere possibile, era molto presto, che ci faceva il nuovo Primo Cavaliere del Re in quella stanza e a quell’ora?

– Sono io che vi ordino di scortarci da Re Artorius! Questa donna sta avvelenando la Principessina!
– Non è vero! Maledetto!
 
Le guardie si guardarono l’un l’altra. Il Primo Cavaliere chiedeva che fossero scortati dal Re, non dava l’impressione di essere lui il colpevole di qualcosa, davanti al Re si sarebbero viste le loro reciproche ragioni. 
 
– Chiamate intanto Lady Elenoire, si occuperà lei della Principessina! A te ci penso io, non ti lascio andare!
 
Una delle guardie andò a cercare l’anziana Dama e l’altro soldato scortò il giovane cavaliere e Morgana dal Re.
 
Artorius era mattiniero e lo trovarono nella sala della Tavola Rotonda che consultava delle pergamene. Evan non aveva mollato la presa sul polso della ragazza e nell’altra mano ancora teneva la fialetta di veleno.
 
– Sire! Ho trovato questa donna che versava uno strano liquido nel latte di Vostra figlia, temo sia un veleno che la sta uccidendo pian piano!
 
Artorius era sbiancato e fissò incredulo e orripilato Morgana. Un pensiero si fece strada nella sua mente, ricollegandosi all’immagine di sua moglie sofferente e a quella di Morgana che gironzolava nella sua stanza da letto con tazze di latte e calici del corroborante che Lady Elenoire somministrava alla povera Gwyneth.
 
– Non è vero Maestà! È solo infuso di finocchio per le sue coliche! In realtà sono io che ho chiamato le guardie! È entrato di soppiatto nella stanza ed ha cercato di saltarmi addosso! È da quando è arrivato che mi fa avances!
 
Evan temette che il Re credesse a quella “strega”. Che le avesse fatto avances, da che era arrivato, se ne erano accorti tutti! Sicuramente nessuno sapeva della loro avventura del pomeriggio in cui Cillian era scomparso, ma poteva effettivamente essere sospettato di quanto Morgana stava asserendo.
 
– Sire! Questa è la boccetta della sostanza che ha usato. Conosco l’infuso di finocchio, vi ho raccontato ieri di mio fratello e che mia madre lo curava. Ebbene Maestà! Usava quel tipo di tisana! E vi assicuro che questa non lo è!
 
Artorius si avvicinò a Evan. Il suo sguardo si era indurito. L’idea che Evan avesse potuto tentar di violentare Morgana lo infastidiva, ma per quel che conosceva della capacità di seduzione della ragazza, aveva dei dubbi. Riguardo alla tisana non sapeva cosa pensare. Morgana gli aveva detto di voler somministrare ad Eva l’infuso di semi di finocchio … Evan poteva essersi allarmato per nulla … forse la verità stava nel mezzo … ma come individuarla? Il giovane era così simile a suo padre! E “quanto” Cillian gli aveva tenuto nascosto in quegli anni?
Il biondo sovrano prese dalla mano di Evan la fialetta incriminata e la portò alle narici. Ebbe una smorfia di disgusto. Non conosceva l’infuso di semi di finocchio, ma conosceva l’odore ed il sapore dei finocchi. Quell’odore non somigliava a quello del vegetale che spesso aveva mangiato. Come avere la certezza? Serviva un esperto!
 
– Guardia! Fai venire immediatamente Lady Elenoire!
 
La guardia obbedì immediatamente e nel giro di dieci minuti l’anziana dama di compagnia della Regina, si affacciava alla porta della sala, scortata dal soldato che l’aveva chiamata.
– Ora soldato fai venire il Comandante Valerius con altri due soldati!
 
Lady Elenoire si guardò intorno preoccupata. Non sapeva cosa fosse successo, aveva dovuto lasciare la piccola Eva a Lily, era lei che le stava dando la colazione in quel momento. Morgana doveva averne combinata un’altra delle sue … nella stanza di Eva aveva trovato la bottiglia di latte rotta e il pavimento bagnato del liquido versato.
Artorius attese l’arrivo di suo cugino Valerius e dei soldati, poi, in loro presenza si rivolse a Lady Elenoire.
 
– My Lady, Morgana sostiene che in questa fialetta ci sia stata della tisana di semi di finocchio … potete dirmi di cosa si tratta in realtà?
 
Vedendo la boccetta, Elenoire fu sicura che quella scellerata di Morgana avesse commesso un’ altra nefandezza. Cosa fare? Sperò che fosse veramente infuso di finocchio. Prese la fiala che il Re le porgeva e l’annusò. La mano le tremò. Quello era lo stesso veleno che Morgana aveva somministrato giorno per giorno a Gwyneth … dire la verità avrebbe portato alla decapitazione Morgana. Elenoire non riusciva a guardare negli occhi Artorius. Come poteva mentirgli? Come? Quell’uomo aveva sofferto per la perdita di sua moglie e lei stessa ancora la piangeva, ma il legame di sangue con Morgana le diede la spinta a mentire.
 
– Maestà … non c’è molto da annusare, la fiala è vuota … potrebbe aver contenuto della tisana di semi di finocchio …
 - Dunque? Per voi è finocchio o no?
– Sssi mio Re …
 
Artorius guardò intensamente Elenoire e velocemente diresse lo sguardo in direzione di Morgana ed Evan, che ancora la teneva per il polso. Notò il sorriso di soddisfazione ironica che si dipinse in un lampo sul viso di Morgana e il disappunto e lo sguardo furente di Evan, che strinse inconsciamente di più il polso alla ragazza, facendola gemere per il dolore, togliendole il sorriso sulle labbra.
 
– Molto bene! Si direbbe che il mio Primo Cavaliere abbia preso un abbaglio!
– Sire sono sicuro di quello che vi ho detto!
– Taci Evan! Non ho bisogno di sentire altro!
 
A quell’ordine il giovane ebbe un moto di scoraggiamento e delusione che Artorius percepì dal movimento di rilassamento delle sue spalle.
 
– Guadie! Scortate Lady Morgana e Lady Elenoire nelle loro stanze e chiudetevele a chiave. Tra poco farete lo stesso con Sir Evan Flinth Jones. Prima ho altre domande da rivolgergli.
 
– Non è giusto! Ha cercato di approfittare di me nella stanza di vostra figlia Maestà! Davanti ad una piccola innocente!
 
Artorius fece un ulteriore cenno con la mano a Valerius e questi, con un accenno della testa fece portar via le due donne, lascando soli i due uomini.
Il Re guardò dritto negli occhi Evan ed il giovane resse il suo sguardo senza nessun timore. Artorius pensò che gli occhi del ragazzo erano identici a quelli di Cillian, egli era ciò che restava del suo migliore amico. Era possibile che anche con Evan, come con Cillian si era ritrovato a condividere l’interesse per la stessa donna? Di Morgana in realtà non gli importava nulla, ma gli era appartenuta e pur non amandola, sentiva un certo fastidio all’idea che Evan avesse un interesse per lei.
Con un cenno invitò Evan a sedersi nel seggio che egli stesso aveva spostato dalla Tavola Rotonda. Era il seggio che aveva sempre occupato Cillian, quello alla destra del suo. Si misero seduti vicini e l’uno difronte all’altro.
 
– Morgana ti attrae Evan?
– Una donna di simile bellezza può attrarre chiunque Vostra Maestà!
– Ripeto … Ne sei attratto Evan?
– Lo sono stato dal primo momento che l’ho vista … mio padre mi aveva messo in guardia nei suoi confronti, il giorno della sua scomparsa … in giardino … prima di andare … mi aveva detto che non si fidava di lei e di non farmi ingannare dal suo fascino …
- E tu?
– Sono stato un idiota! Non l’ho ascoltato!
– Quindi hai provato veramente a violentarla?
– Assolutamente no mio Re! La volevo e lei ha voluto me! Non l’avrei mai forzata e non l’ho fatto. Dopo la scomparsa di mio padre, anche se lei ha continuato a venire da me … non ho potuto!
– Come mai?
– Mi sentivo in colpa per non aver dato ascolto a mio padre nell’ultima cosa che mi aveva chiesto!
– Cosa sei andato a fare nella stanza di mia figlia a quell’ora?
– Maestà … vi sembrerà sciocco … ho avuto degli incubi durante la notte, ho sognato mio padre che mi ripeteva di guardarmi da Morgana e proteggere Eva, come mi aveva detto quel giorno. Mi sono svegliato preoccupato per la Principessina, sono andato da lei … la stanza era socchiusa e ho visto Morgana che le metteva quel liquido nel latte … l’ho sentita chiaramente dire che oggi sarebbe stato il giorno definitivo del tramonto della sua stella … che si sarebbe riunita a sua madre …
 
Alle ultime parole di Evan,  Artorius aveva stretto la mandibola arrossendo di rabbia.
 
– Quando l’ho fermata dal darle quel latte e le ho preso la fiala, lei ha chiamato le guardie accusandomi di aver tentato di abusare di lei!
– Basta così Evan! Guardie!
 
Valerius, che era rimasto fuori dalla stanza con due soldati, entrò repentinamente seguito dai suoi.
 
– Comandate Maestà!
– Ora scortate Sir Evan nella sua stanza e chiudetelo dentro fino a nuovo ordine!
 
Evan non fece rimostranze e accettò l’ordine di Artorius.
Il Re rimase solo. Seduto sul suo seggio si passava nervosamente la mano lungo le guance, accarezzandosi la barba. Aveva molti elementi su cui riflettere, non solo aveva la responsabilità di capire la verità e provvedere al giusto giudizio, sapeva di averne avute altre fin dall’inizio. Furioso con se stesso, colpì con il pugno chiuso la superficie della Tavola Rotonda.
 
“ Se c’è stato un colpevole, fin dall’inizio, quello sono io! Tra poche ore saprò la verità assoluta e quello sarà il momento in cui mi dovrò confrontare con i miei stessi peccati! Se le cose sono andate come temo di aver capito … la causa di tutto è stato il mio comportamento con Morgana!”
 
Evan era chiuso nella sua stanza, disteso su letto. Nonostante la tristezza che invadeva il suo animo, sperava di essere stato creduto da Artorius. Sentì che qualcuno inseriva le chiavi nella serratura della porta e poco dopo Valerius apparve sull’uscio.
 
– Ragazzo mio … udienza davanti al Re … per te e le due donne …
 
Evan non rispose, obbedì silenziosamente e s’incamminò scortato da Valerius verso la sala del Trono.
 
Artorius indossava la corona regale e sedeva sul trono, quello al suo fianco, appartenuto a Gwyneth, risultava tristemente vuoto. Alla sua destra, stava in piedi suo figlio Eduard. Le due donne erano già arrivate. Evan si inchinò al suo Sovrano con un ginocchio a terra.
 
– Alzati Evan Flinth Jones!
 
Il giovane obbedì e rialzandosi vide che si apriva l’alta porta laterale della sala e vi entrava un vecchio con un logoro abito marrone. Il Re fece avvicinare il vecchio e con un cenno lo fece rialzare dall’inchino che gli aveva porto.
 
– Evan! Come mi avevi suggerito ieri, ho fatto chiamare il Druido Shimus … Conosce le erbe e ci dirà cosa ne pensa del contenuto di questa fialetta.
 
Artorius aveva in mano la fiala che in precedenza Evan gli aveva dato.
 
– Saggio Shimus, dimmi cosa conteneva questa fiala!
 
Il vecchio prese la fiala, annusò prima con una narice e poi con l’altra. Guardò controluce il vetro. Intinse un dito nel residuo e lo portò al centro della lingua. Assaporò e poi sputò in terra.
 
 – Sire! Questo è un potente veleno estratto da funghi velenosi! Era in una forma molto concentrata, bevendolo darebbe la morte con forti dolori di stomaco in due giorni. Con dosi minime produce dolori addominali, sanguinamenti, ma non uccide.
 – Se somministrato ogni giorno? Anche se in dosi lievi?
– Maestà … in tal modo la morte è lenta, possono volerci dai tre ai sei mesi, la persona è sempre più debilitata, ha emorragie continue, inappetenza e si spegne pian piano …
- Siete sicuro che non conteneva infuso di semi di finocchio?
– Sire, scherzate? Il finocchio ha un odore piacevole e inconfondibile, questo veleno ha un odore che da il disgusto, sa chiaramente di muffa e funghi, ma mescolato nei cibi, si può nascondere …
- Anche in una tisana corroborante e ricostituente?
– Anche Maestà … ma significherebbe che si vuole uccidere chi deve bere quella tisana!
 
Artorius ormai aveva sentito ciò che voleva sapere.
 
– Lady Elenoire … voi siete una donna esperta … non avete capito che non era finocchio?
 
Elenoire non ce la faceva più a sostenere il segreto che custodiva dal giorno della morte di Gwyneth. Cadde a terra a quattro zampe, camminando piangendo verso il Re.
 
– Perdonatemi Maestà! Amavo la mia Regina e non ho saputo proteggerla, ho capito troppo tardi  che nella tisana ricostituente mia nipote versava il veleno tutte le mattine, mentre io e la povera Gwyneth eravamo distratte dalla piccola Eva. L’ho capito la mattina che è morta … ho corso su per le scale del mastio per darle l’antidoto, ma quando sono arrivata …
 
Elenoire ebbe un lungo gemito di sofferenza e altri singhiozzi nel pianto.
 
– Era spirata … era appena spirata tra le vostre braccia …
- Se avevi saputo … perché non mi hai detto nulla?
– Volevo dirlo a Sir Cillian, temevo che vi avrei dato un maggior dolore all’idea che la vostra sposa fosse stata uccisa e … e …
- E?
– Morgana è pur sempre mia nipote … temevo la sua condanna a morte certa … Maestà perdonatemi se potete o condannatemi se credete …
- Tu Morgana cosa vuoi aggiungere?
– Non è vero nulla! È stata mia zia ad avvelenare la Regina, lo ha fatto per favorire la ma relazione con Voi!
– Non è così Sire!
– Guarda un po’! Tua zia avrebbe ucciso mia moglie ed Evan voleva violentarti! Sei una bugiarda Morgana, questa boccetta che Evan ha trovato nelle tue mani ti incolpa, di questa non hai detto nulla, hai tentato di screditare Evan e tua zia. Io ti condanno Morgana, ti condanno non alla morte, ma ad una pena peggiore.  Che la sentenza sia scritta!
 
Il ciambellano di corte si apprestò a scrivere la sentenza.
 
– Lady Morgana Di Mills, io, Artorius Pendragon, sovrano dei Tre Popoli di Avalon, uniti sotto l’unico Regno di Albion, ti condanno all’isolamento nella fortezza dell’Isola di Arran, sarai messa ai ceppi e ti presterai ai lavori forzati, sotto la custodia del Reggente dell’isola Lord Mc Cassidy, ti consumerai lentamente fino al giorno della tua morte.
– Preferisco che tu mi faccia uccidere subito Artorius, in nome di ciò che c’è stato tra noi!
 
Evan era sbigottito, non avrebbe ma immaginato che quell’uomo, che amava tanto la sua sposa e ancora la stava piangendo, l’aveva tradita con Morgana, in fine non se ne meravigliò, anche lui era stato debole e aveva subito il suo fascino …
 
– Proprio per quello che io stesso ho provocato con il mio comportamento, non ti condanno a morte immediata … sapere che sei viva a consumarti ad Arran … sarà la mia punizione per la colpa di aver tradito mia moglie e aver provocato la tua vendetta su di lei, già la sua morte è una dura punizione per me e patirò per questo per il resto della mia vita … Portatela via ora e imbarcatela quanto prima per l’isola di Arran!
 
I soldati presero per le braccia Morgana. Questa passò davanti ad Evan e si fermò guardandolo in viso.
 
– Avrei potuto amarti Evan! Veramente! Ma sei stato uno sciocco ragazzino! Potevamo regnare insieme un giorno, non hai capito nulla! Io ti maledico Evan Flinth Jones e maledico la tua discendenza! Troverete l’amore e lo perderete, ci sarà sempre qualcuno che impedirà a te e ai tuoi discendenti di realizzare il vostro sogno d’amore!
– Non temo le tue maledizioni Morgana!
– Dovresti! Mio bel Primo Cavaliere! Dovresti!
 
Morgana scoppiò a ridere, mentre i soldati la trascinavano via.
 
 
Pochi giorni dopo la sentenza, Evan ricevette ufficialmente l’investitura di Primo Cavaliere del Re. Un minimo di serenità era tornata nel cuore del giovane, almeno era riuscito a salvare la Principessina. Morgana era stata deportata, sua zia Elenoire fu riconosciuta da Artorius colpevole per aver taciuto e mentito riguardo alla fiala di veleno e come punizione venne esiliata da Camelfort e relegata nella sua casa. Lady Grace era tornata dal villaggio Sassone, dopo il parto sua figlia si era ripresa bene e poteva fare a meno di lei, Artorius le aveva dato  l’incarico di accudire la Principessina Eva.
I servigi di Evan, nei confronti del Re, prevedevano presto il suo ritorno nell’Isola di Eire. Artorius gli aveva dato il permesso di tornare dalla sua famiglia e gli aveva detto che avrebbe sentito la sua mancanza, era felice che somigliasse così tanto a suo padre, in quel modo l’avrebbe ancora sentito vivo e immaginato solo lontano.
 
Il pomeriggio prima della partenza, Evan volle fare una solitaria cavalcata nella radura dove si trovava ancora il capanno che aveva visto l’amore tra suo padre e Gwyneth. Entrò in quel capanno e sentì, contemporaneamente, quanta felicità e quanta tristezza vi erano state vissute. Non riuscì a restare molto, la tristezza di quell’ amore forte e impedito, sembrava schiacciargli il cuore in una morsa, uscì e si recò al lago di Avalon. Rimase a fissare quelle acque azzurre che riflettevano la vegetazione circostante. Quelle acque avrebbero celato per sempre il mistero della scomparsa di suo padre Cillian. Decise di tornare a Camelfort, ma una voce sembrò chiamarlo verso il fitto del bosco. Vi si addentrò e gli sembrò di calarsi in un mondo magico. Era una sensazione assurda, ma si fece guidare dall’istinto, sapeva dove stava dirigendosi! In breve avvistò la baracca in pietra con il tetto sfondato. Scese da cavallo, si avvicinò alla porta e l’aprì. Non era la prima volta che vi entrava, il tavolo di logoro legno e il panchetto erano ancora lì, con le ciotole sul tavolo. Questa volta però, oltre agli uccelli che entravano e uscivano dal tetto, trovò seduto sul panchetto un vecchio dai capelli e la barba lunghi e canuti.
 
– Ti aspettavo Evan … volevo vedere quanto di Cillian avrei ritrovato in te e vedo che è molto, stessi occhi, stessi capelli … scommetto che porti anche il suo stesso segno!
- Si Merlin … porto il suo stesso segno …
 
Evan aveva capito immediatamente che quello era il Druido Merlin.
 
– Artorius ti ha cercato per lungo tempo “Maestro” … dove sei stato tutto questo tempo?
– Lo so che mi ha cercato … sono stato lontano … sono stato negli anni … eppur sono rimasto nel presente …
- Cosa significa?
– Ho viaggiato con il terzo occhio figliolo …
 
Evan non riusciva a capire cosa stesse dicendo il Druido, effettivamente era un tipo singolare!
 
– Ho visto cosa succederà … Tornerai nella tua Isola Verde. Il Regno di Albion subirà guerre, i tre popoli si uccideranno nuovamente tra loro dopo Artorius. I Sassoni prenderanno il sopravvento su tutti, schiacciando gli altri ed affamandoli, anche la tua isola subirà e cercherà di risollevarsi. Un giorno lontano sarà libera e indipendente, ma tanto sangue sarà versato …  i tuoi discendenti lo vedranno, combatteranno e sapranno portare il cambiamento … ricorda Evan … ogni albero da frutti e nel frutto c’è il seme per un nuovo albero. Cillian è stato il tuo albero, tu sei il frutto e in te ci sono i semi che porteranno nuovamente quell’albero a vivere, la tua terra sarà distrutta e destinata a rinascere, torna a casa ragazzo e inizia la tua storia, pianta quei semi, avrai la donna che ami al tuo fianco un giorno …
- La donna che amo?! Non amo nessuna Merlin e qualcuno mi ha appena maledetto in proposito …
- Non ti preoccupare del male Evan, segui il bene, ora non c’è bisogno di te qui, la Principessa è salva, crescerà bene con suo fratello, non corrono pericoli al momento. Quando sarà il tuo momento di tornare … lei sarà ormai lo splendido cigno che era anche sua madre, vai ora …
- Che farai adesso Merlin?
– Viaggerò figliolo, c’è una terra dove voglio andare … la terra degli antenati di Artorius … ha la forma di uno stivale sai?
 – Una terra con la forma di uno stivale?
– Si … molto singolare!
– Perché ci vai?
– Ho ancora da imparare tanto e poi … per assolvere al mio compito … devo ricominciare da capo … sarà come … rinascere …
- Vado ora Maestro!
– Buona fortuna figliolo!
 
Evan si voltò verso la porta per andar via, poi ebbe una curiosità e si voltò nuovamente verso il vecchio.
 
– Maestro voi avete visto mio p …
 
Non trovò risposta … Merlin non era più lì, ma forse le risposte gliele aveva già date.  Risalì a cavallo Evan e si lasciò alle spalle quel mondo magico, era proprio così, lo era stato per Cillian ed ora lo era anche per lui.
 Due occhi cerulei, vivaci come quelli di un bimbo, lo guardarono sorridendo tra le fronde di un alto albero, mentre spariva oltre il bosco, verso la strada del ritorno.
                                                                                                                     
 
Penisola di Storybrooke, venerdì 5 novembre 1726 …
 
Due vivaci occhi cerulei guardavano la distesa dell’ampio giardino della rocca. Nonostante i capelli e la barba canuti, quegli occhi sembravano quelli di un bambino, così limpidi, curiosi e attenti. Le tozze dita delle mani di Frate Benedictus avevano appena aperto le ante del suo studio-laboratorio. Era venerdì, giorno in cui visitava i mendicanti e i più poveri malati del posto. Le sue cure erano del tutto gratuite e favorite dalla Principessa Emma. Spesso lei stessa lo aiutava a medicare quei poveri derelitti.
 Sentì improvvisamente un miagolio e uno strofinarsi alle sue gambe.
 
– Fuffy! Mio piccolo amico! Ti sei svegliato vedo! Sei stato bravo lo sai? Ti sei meritato una buona ciotola di latte!
 
Il vecchio frate si apprestò a versare del latte in una ciotola e il gatto rosso, a pelo lungo, corse zampettando agile  verso la golosa pietanza.
 
– Mio caro … il momento si avvicina sempre più, ma pur sapendo … non so quando succederà … buffo no? Eppure presto il cigno e l’uncino si riuniranno! Ora vai, sono giorni che quella “megera” di Betty ti cerca! Mi raccomando, non farle intuire che ti ho sequestrato io, non capirebbe che è stato per una buona causa e verrebbe qui con quel suo mattarello a dirmene di tutti i colori!
 
Fuffy, come se avesse capito, alzò il grazioso musetto verso il Frate, fece un altro miagolio e con la sua andatura tranquilla e indolente si avviò verso la torre per andare dalla sua padrona.
Benedictus seguì con lo sguardo il micio, stava per rientrare e preparare i medicamenti che avrebbe usato da lì ad un paio d’ore, quando sentì il clangore delle spade di Emma ed August.
 
– I “miei” ragazzi si stanno allenando anche più presto questa mattina, bene … bene!
 
***
 
Belle arrivò sul terrazzo dove il suo amato August e la sua futura cognata si battevano.
 
– Buongiorno amore! Disarmo Emma e sono da te per la colazione!
– Mi disarmi? Vediamo se ci riesci fratellino!
 
Quei due erano di una caparbietà! Tanto che sembravano fratelli di sangue e non adottivi. Belle, sorridendo, distolse lo sguardo da loro, andò verso il muro, vicino al punto in cui era fissato il cannocchiale. Era freddo, era novembre! Sul mare si stendeva una foschia che impediva di vedere bene la linea dell’orizzonte, dal pomeriggio prima era così … ma … ma … qualcosa tra quella nebbia si intravvedeva!
 
 “ Mio Dio! Fa che sia ciò che spero”
 
Belle non disse nulla ad Emma ed August. Afferrò il cannocchiale e cercò la certezza di quel che sperava.
 
“ Si … Si … Finalmente!”
 – Emma! Emma!
 
Emma al sentirsi chiamare diede lo stop a suo fratello e insieme corsero verso la giovane dai capelli mogano.
 
– Emma guarda tu stessa!
 
 Lo sguardo luminoso e felice di Belle era fin troppo eloquente. Emma sapeva cosa avrebbe visto, aveva riconosciuto la sagoma tra la foschia, era molto vicina, come avevano fatto a non vederla il pomeriggio prima? Afferrò il cannocchiale e lo portò all’occhio. Un sorriso radioso illuminò il suo viso.  Sul ponte di poppa, al timone, c’era Killian, vestito con i suoi abiti in pelle, guardava verso di lei e aveva il suo stesso sorriso ad illuminargli il bel volto. La “Stella del Mattino”, puntava dritta verso il porto d Storybrooke.
 
– Amore sei qui … sei tornato da me …
- Tra poche ore il tuo amato “pirata” attraccherà al porto sorella!
– Belle! Io vado a togliermi il sudore di dosso, poi farò colazione con Henry! Mio Dio sono così eccitata!
– Calmati Emma! Killian appena attraccherà verrà da te di corsa, ne sono certa!
– Speriamo ci porti buone notizie riguardo a Barba Nera!
– Speriamo fratello! Belle … questa mattina verso le nove Angus verrà con il pesce fresco e porterà una giovane francese che ha proposto come aiuto cuoca per Betty … te ne potresti occupare tu? È una tua compatriota, si troverà più a suo agio nel colloquio e tu sai bene quali sono i nostri gusti in fatto di cucina, vedi cosa sa fare!
 
Belle sorrise divertita, Emma non era solo eccitata per aver rivisto l’uomo che amava, era agitata all’inverosimile!
 
– Vai pure Emma, Ci penserò io!
 
Emma corse via come il vento e sparì nella porta della torre. August e Belle rimasero soli. Si guardarono, sorridendo per lei, poi si abbracciarono e si scambiarono un dolce bacio del buongiorno, a rinnovare quello che si erano dati al risveglio, quando si erano destati nel letto che avevano condiviso anche quella notte, l’una tra le braccia dell’altro.
                                                                       
                       ***
Dal centro urbano si era formato un piccolo corteo di mendicanti che si avviavano verso il pendio che portava alla Rocca. Presto le porte sarebbero state aperte, come tutti i venerdì. L’ultimo della fila sembrava il più malandato, trascinava una gamba, era curvo sul bastone e aveva la testa fasciata, con delle bende che gli coprivano uno degli occhi. Arrancava dietro gli altri.
Rumbl rideva tra sé, si disse che era veramente nato per fare l’attore, nessuno sospettava di lui … il momento della resa dei conti era arrivato!
 
 
 
Angolo dell’autrice
Si è conclusa la storia degli antenati di Emma e Killian o … forse no … chi lo può sapere? Sarei curiosa di sentire i commenti e cosa immaginate sul destino di Evan e la “maledizione” di Morgana Di Mills, antenata di Lady Cora (lo avevate capito ovviamente).
Killian presto attraccherà al porto e state sicuri che il suo primo desiderio è proprio correre dalla sua amata che lo aspetta a braccia aperte, ma Rumbl già sta salendo verso la Rocca e … Si, è arrivato il momento della resa dei conti!
Volevo scrivere un unico capitolo, ma sono troppo prolissa a quanto pare e credo che i capitoli lunghi alla fine siano fastidiosi per chi legge, così l’ho interrotto qui. Fatemi sapere le vostre opinioni per favore, non solo sul contenuto e sentimenti che vi suscita, ma anche sulla lunghezza dei capitoli. Sto preparando un’ altra storia e vorrei regolarmi sulle esigenze di chi legge per la lunghezza.
Ringrazio come sempre i numerosi lettori e chi recensisce fedelmente e pazientemente, siete tutte persone fantastiche! Un caro e affettuoso abbraccio a tutti.
La vostra Lady Lara
 
 
   
 
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