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Autore: _f r a n c y_    16/01/2017    1 recensioni
Al momento non ci sarà un "Oltre la neve-parte II". Vorrei provare a trasformare questa fanfic in un'originale e per farlo dovrò mettere tutto in discussione, dal primo capitolo. Grazie a chiunque mi abbia seguito fino a qui. Spero di ritrovarvi in un futuro non troppo lontano.
*Riassunti della storia all'inizio dei capp. 18 e 37*
Un'amazzone residente nelle Terre del Nord ed un ninja proveniente dalla Terra del Fuoco. Due mondi distanti e diversi che si scontrano inaspettatamente. Due persone che non si cercavano, ma che iniziano a rincorrersi, finendo per divenire indispensabili l'una per l'altra.
Il suo odore era diverso. Depurato dalle fragranze dell'incendio, della fuga, dei pasti divorati davanti ad un fuoco mai abbastanza caldo, delle notti mute trascorse al buio con nient'altro che il respiro dell'altra a colmare ogni timore.
Neji emanava un odore nuovo per Tenten, eppure quello, proprio quello, era il suo autentico. Aveva familiarizzato con Neji Hyuuga in circostanze straordinarie; soltanto adesso lo vedeva nel suo ambiente. Un ambiente a cui lei non era mai appartenuta.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Neji Hyuuga, Nuovo Personaggio, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Meanwhile in Konoha... Preparatevi ai bro-feels.



Briglie sciolte







Fin dall'infanzia, Shikamaru aveva fatto della pigrizia la sua firma. Nessuno al Villaggio era estraneo al suo viso. Pur condividendo gli stessi tratti dei suoi parenti, solo i suoi erano diluiti in un'inconsolabile noia.
Per questo la notizia sulle sue lacrime, all'annuncio della morte di Neji Hyuga, aveva toccato la bocca di tutti gli abitanti della Foglia. Prima ancora delle gesta che il futuro gli riservava, quell'evento avrebbe alimentato racconti e leggende sul giovane Nara. Racconti e leggende coriacei, in grado di impregnare la terra rossa per secoli.
Dopo il cadetto, il merito di strappargli un'emozione spettò ad un quadrupede. Un cane. Per l'esattezza, uno dei cani ninja del defunto Hatake Kakashi.
Sdraiato sul tetto della residenza di famiglia, lo sguardo di Shikamaru stava tracciando linee fra le stelle quando sentì grattare contro la porta, gìù in strada. Attese che qualcuno rinunciasse al sonno per occuparsene. Poi distinse un guaito.
Sporgendosi dal suo rifugio, riconobbe Bisuke, uno dei cani che Kakashi aveva addestrato fin da ragazzo. E che, dopo essere stato nominato intermediario, aveva usato per inviare messaggi urgenti al Villaggio.
Shikamaru scese lungo il tubo della grondaia e fu davanti all'ingresso in un attimo. Bisuke non riusciva ad appoggiare una delle zampe e la sua lingua penzolava malgrado fosse inverno. Legato intorno al collo, portava un fazzoletto verdastro cui Shikamaru non era estraneo. Anni addietro, Kakashi aveva insistito perché gli regalasse una sua vecchia maglia, invece di farne stracci. Adesso ne comprendeva la ragione: la capsula appesa al collare di Bisuke custodiva un messaggio per lui e lui soltanto. Per entrare nel Villaggio, i cani ninja si erano guadagnati un accesso sempre libero, una buca scavata a ridosso della montagna, quindi nessuna guardia e tantomeno l'Hokage erano ancora al corrente del suo arrivo.
Shikamaru portò il cane nella propria stanza. Gli diede acqua e gli avanzi della cena. Mentre lo osservava ingoiare i bocconi senza masticare, si domandò se sapesse della sorte caduta sul suo padrone. Nessuno dei cani della Zanna Bianca aveva fatto ritorno a Konoha, dopo la sua scomparsa. Al rientro di Kiba dalla missione in cui era impegnato, il clan Inuzuka avrebbe inviato una squadra a cercarli.
Shikamaru srotolò il messaggio. Era composto da due quadratini di carta. Il primo era bianco, il secondo raffigurava un ragno. Sul retro recava la scritta: "Vuoi nuotare con me?" e un cuore ammiccante sotto di essa. La calligrafia era uno schizzo frenetico. Kakashi aveva strappato quei secondi alla possibilità di mettersi in salvo.
Bisuke annusò il pavimento e leccò le ultime tracce di cibo. Poi girò su se stesso un paio di volte e si sdraiò, il muso che sfiorava le zampe posterori. Si addormentò subito.
Shikamaru andò sotto la lanterna e osservò meglio il biglietto vuoto. Impossibile che fosse finito nella capsula per errore. Il suo silenzio doveva avere un significato, ma il controluce non sembrava essere la chiave giusta.
Abbassò la lanterna e passò il foglietto sopra il calore della fiamma per far sbocciare l'inchiostro invisibile. Rimase muto e, ostinato, lo fu anche quando lui vi strofinò sopra del carboncino.
Tornò al secondo biglietto e al suo invito lezioso. Non era un mistero che Kakashi fosse un irriducibile lettore di poemetti erotici. Alcuni li aveva portati con sé al rifugio, ma altri li aveva lasciati nella sua casa a Konoha. L'appunto sul messaggio doveva essere una citazione presa da quei libri.
Shikamaru svegliò Bisuke. Gli tolse il fazzoletto, la prova che era tornato per incontrare lui e insieme si avviarono dalla parte opposta del Villaggio.
Sebbene Shikamaru attribuisse uno sconfinato valore al dormire, si scoprì ad apprezzare la forzosa passeggiata. Di notte non c'erano rumori superflui e il concetto di disturbo era bandito.
Appena il giovane Nara aprì la porta di casa della Zanna Bianca, Bisuke si fiondò su un grosso cuscino accanto alla libreria. Guardò il ninja mentre sfilava i volumetti da uno scaffale e quando capì che non ci sarebbe stato altro cibo riprese la sua dormita da dove era stata interrotta.



Il clan Aburame era meglio noto come quello dei dominatori di insetti. Le leggende popolari narravano di uomini che vivevano in simbiosi con queste creature e ne ospitavano colonie all'interno del corpo.
La verità, come sempre, si colorava anche di altre sfumature. C'erano stati dei casi simili, nella storia della famiglia. Uno di questi era il bisnonno di Shino, che si era spento pochi mesi prima insieme ai suoi piccoli fratelli. La maggior parte dei membri invece si limitava ad apprendere l'arte del combattimento con gli insetti, portandoli appresso in vasetti di vetro o scatole di legno.
Shikamaru era perfettamente consapevole di tutto questo. Eppure ogni volta che entrava nella loro dimora era pizzicato da sgradevoli presentimenti. Se il pavimento scricchiolava sotto il suo peso, temeva di essere sopra una colata di scarafaggi e scolopendre. Se le pareti tradivano un rumore proveniente dalla stanza adiacente, lui rizzava la testa verso il soffitto, certo di scoprirlo soffocato dalle tele di ragni grandi quanto il suo cranio. Presentimenti che diventavano consistenti incubi quando si muoveva nell'oscurità. Come stava facendo ora.
Chiamò Shino con voce crescente, fino a svegliarlo.
- Shi... Shikamaru? Che diavolo...? Cos'è successo?
Essere testimoni di un'imprecazione di Shino Aburame era un privilegio. Soprattutto, era un segnale di imminente pericolo per chiunque fosse sprovvisto di una motivazione accettabile.
- Kakashi mi ha inviato un messaggio prima di morire. E' arrivato qualche ora fa. Mi serve il tuo aiuto per decifrarlo.
Shino uscì dal futon senza aggiungere altro. Zoppicando, prese la lanterna accesa in corridoio e la usò per avviare la fiamma di una candela. Si era distorto una caviglia durante un allenamento; per questo non aveva potuto partire con Kiba.
A quel gradito chiarore Shikamaru si accorse di non essere entrato da solo nella stanza. Una fila di formiche rosse lunghe come il suo pollice gli stava risalendo il braccio. Lo scosse con tanta violenza che avrebbe potuto disarticolarlo.
- Ti avevo detto di non arrampicarti più su quell'albero.
- Dannazione! - esclamò Nara. La privazione del suo sonno rituale lo rendeva animoso. - E cosa dovevo fare? Bussare alla porta e farmi servire il té nell'attesa?
Shino avvicinò una mano alla spalla dell'amico. La prima formica si arrestò, le antenne che piroettavano nell'aria mentre annusava il cambiamento. Accettò quel contatto che conosceva bene e le altre la imitarono. Aburame andò alla finestra e le accompagnò di nuovo nella loro casa.
- Quindi, - si voltò verso Shikamaru, già seduto alla luce, - faccio preparare del tè?
- Cosa... No!
- Eppure prima hai detto che volevi del tè.
- Era sarcasmo, Shino. Accidenti, sai essere persino più rigido di...
Si impose di non finire la frase, anche se ormai le parole che gli erano sfuggite lo stavano pungolando. Stavano pungolando entrambi.
Allungò a Shino il bigliettino col ragno.
- Sai che può significare?
- Curioso. La maggior parte del tempo che trascorrete con me, la dedicate ad esprimere disgusto verso i miei compagni. Poi però mi supplicate per questioni di massima importanza.
- Quindi ti dice qualcosa?
- Se non avessi avuto bisogno di me, mi avresti informato di questo messaggio?
Shikamaru si lasciò cadere all'indietro, esasperato.
- Shino, non è l'ora né la circostanza adatta per...
- E' un no?
- Esatto. Questa volta è un no. - scandì risollevandosi. - Kakashi l'ha inviato a me e questo è sinonimo di estrema pericolosità. Un domani potresti maledirmi per averti coinvolto.
Shino ponderò la sua risposta. Girò il foglio, dove svolazzava la didascalia.
- E questo?
- Lasciamo perdere. Ho letto tutti i libri sudici che teneva in casa e non ho trovato niente. Dovrò inventarmi una scusa per andare al suo rifugio.
Aburame guardò meglio il disegno del ragno. Non era uno schizzo superficiale: aveva le zampe molto lunghe ed era robusto. Nuotare. Un ragno che nuota? No... Forse si riferiva all'habitat. Dove si nuota? Torrenti, fiumi, laghi...
- Quante zampe hanno i granchi? Otto? Dieci? - chiese d'un tratto Shikamaru. Cominciava a pensare di aver commesso un errore in partenza. Forse Kakashi non aveva avuto il tempo di disegnare altri dettagli.
- Come?
- I granchi. Quante zampe hanno?
Gli occhi di Shino si dilatarono. Era raro potersi soffermare a lungo su quelle schegge di colori differenti. In una era confinato il cielo plumbeo, nell'altra quello dipinto di indaco che precede l'imbrunire.
- Il mare. - concluse. - Il granchio. Questo è un ragno, un esemplare che può raggiungere i quindici centimetri di diametro e possiede molti soprannomi. Tra cui appunto ragno-granchio.
L'aver trovato la soluzione non alleggerì affatto Nara. Perché quella soluzione non li conduceva da nessuna parte. Fra gli intermediari e i ninja non c'erano persone con quel nome e non rammentava missioni con quel titolo. Avrebbe dovuto cercare nei registri del Villaggio, ma il suo grado non gli permetteva di avere accesso a tutti i fascicoli.
- Il soprannome più famoso comunque è ragno cacciatore, per la velocità e l'efferatezza con cui uccide le sue prede.
Si guardarono, mentre catturavano le parole ancora fluttuanti e le riascoltavano.
- No... Non è coerente. - commentò Shino. - Se ad aggredirlo e ucciderlo è stato il Cacciatore della Terra del Fuoco, questo messaggio avrebbe dovuto arrivare all'Hokage.
Shikamaru estrasse l'altro biglietto dalla tasca.
- La risposta è qui. Anche se per ora mi è inafferrabile.
Shino si sedette sul futon ed esaminò il foglio intonso. Lo annusò, lo avvicinò alla candela, lo strofinò tra le dita.
- Ho già provato. - intervenne Shikamaru. - E' un maledetto foglio bianco. Da qualsiasi angolazione lo osservi, con qualunque senso lo percepisci, vedi sempre e soltanto bianco. Oh, merda. Oh. Merda.
- E' un modo per chiedermi dove sono i bagni?
- Questo è il motivo per cui ha scelto me. La Vista Bianca. Gli Hyuga. - unì le mani davanti al naso, come in preghiera. - Kakashi è stato assassinato dal Cacciatore e sono stati gli Hyuga a mandarglielo.



Alle otto del mattino, Hiashi Hyuga e Hokuto Hyuga vennero convocati nello studio dell'Hokage. Quando il capo degli Anziani, entrando, scorse la molle sagoma del giovane Nara, intuì senza indugi la motivazione. Alzò il mento, convincendosi che nonostante la sua inconfutabile intelligenza non poteva aver scoperto la verità sulla morte di Neji.
- Due ore fa il giovane Nara ha avuto il piacere di svegliarmi. - esordì l'Hokage, appena i nuovi venuti si furono accomodati. Sorrise: - O forse sono stato io ad avere il piacere di una visita tanto mattiniera dall'uomo più torpido di tutta la Foglia.
Sospinse i due biglietti dall'altro lato della scrivania ed incoraggiò i due Hyuga ad esaminarli.
- Kakashi Hatake li ha fatti avere al giovane Nara. Sono arrivati stanotte, appena un giorno dopo la sua morte.
- Quindi, - disse Hiashi, - potrebbe essere il suo ultimo messaggio, prima di essere ucciso?
L'Hokage assentì: - Cacciatore e Vista Bianca. Queste sono le ultime parole di Kakashi.
Entrambi gli Hyuga si drizzarono sulla sedia. Se il capoclan era stupito, suo padre Hokuto dovette inghiottire la rabbia prima che gli serrasse la mandibola. Dinwin Xester, quell'arrogante idiota... Lui e i suoi fratelli gli avevano suggerito di cercare quel bastardo di un cadetto al rifugio della Zanna Bianca, non certo di assassinare un intermediario nel tentativo di strappargli informazioni.
- Non... Non capisco. - balbettò Hiashi. - Perché ci avete chiamato qui?
L'Hokage appoggiò i gomiti al tavolo, nascose le labbra dietro le dita intrecciate e mantenne gli occhi sui quadrati di carta.
- Sta insinuando che siamo complici nell'omicidio di Kakashi, figliolo. Ecco l'accusa che Inoe non osa sputarci in faccia.
Hiashi guardò prima il padre, poi l'Hokage ed infine Shikamaru, in piedi in un angolo.
Dissezionare le espressioni era una prerogativa degli Hyuga, ma gli occhi del capoclan erano tanto limpidi da non trattenere segreti per Nara. Erano gli occhi di un uomo stanco. Un uomo che, anno dopo anno, stava perdendo ogni elemento di valore della sua vita. Un uomo così svuotato, così invischiato nella propria infelicità da non accorgersi di aver ceduto anche il proprio potere. Era la massima carica di un clan governato da altri.
Neji aveva ragione: non era stato Hiashi Hyuga ad invocare la sua morte.
- Neanche un mese fa ho dovuto seppellire mio nipote. Il figlio di mio fratello. Come potete anche solo... supporre che dopo una tragedia simile un essere umano voglia causare la morte di un altro innocente?
- E se la vostra lettura andasse capovolta? - lo interruppe Hokuto. - Il messaggio non potrebbe essere: "Il Cacciatore vuole colpire gli Hyuga"? Forse Kakashi lo aveva scoperto e aveva provato a fermarlo.
L'Hokage si rilassò contro lo schienale, rimuginando su quell'ipotesi. Shikamaru mosse un passo verso la scrivania.
- Eppure, che singolare coincidenza. Neji Hyuga muore arso vivo durante un incendio; unica vittima insieme ad altri due prigionieri. Pochi giorni dopo, un ninja brillante, confinato nel nord della Terra del Fuoco, viene ucciso in circostanze fosche. Uno shinobi con cui Neji Hyuga aveva intessuto un'intesa crescente negli ultimi anni, essendo entrambi rimasti orfani delle rispettive squadre. Da quanto le carceri di Konoha non venivano divorate da un incendio? Da quanto un intermediario non veniva assassinato? Due eventi tanto eccezionali separati da una manciata di ore.
- Non siamo in tribunale, giovane Nara.
- Hokuto-san ha ragione. - concordò l'Hokage. - Ma le connessioni tracciate dal ragazzo non vanno ignorate. Il messaggio di Kakashi potrebbe inserirsi in un contesto più ampio. Compreso quello che Nara ci ha presentato.
- Sono connessioni tendenziose! Inoe, sospetti davvero che io sia coinvolto nell'omicidio non di uno, bensì di due dei nostri fratelli shinobi?
- Nessuno ha puntato il dito contro di lei, Hokuto-san. - proseguì Shikamaru. - Anzi, né l'Hokage né io abbiamo mai alluso al fatto che voi e Hiashi-sama siate qui per essere incriminati. L'Hokage ha esitato a rispondervi e voi, Hokuto-san, avete subito dedotto che si stesse trattenendo dall'accusarvi.
Levando i palmi, l'Hokage annuì: - E' vero.
- Perché la vostra prima reazione è stata difensiva, Hokuto-san?
Tre paia di occhi premevano sul più anziano del clan Hyuga.
- Inoe! Gli permettete di comportarsi in questo studio come se appartenesse a lui?
- Un piccolo privilegio che posso concedergli. E' stato il giovane Nara a suggerirmi come guidare il colloquio. La mia intenzione iniziale era segnalarvi la presenza di uno o più Hyuga fuori controllo nella vostra famiglia. Abbastanza fuori controllo da mandare in fiamme le nostre prigioni e assumere un sicario, violando una delle regole primarie della Foglia. Lui invece mi ha consigliato di aspettare la vostra reazione. Di assistere alla direzione che avreste impresso voi stessi alla conversazione.
- E' lui ad essere fuori controllo! - Hokuto Hyuga scattò in piedi. - Volete la mia reazione? Ebbene, io chiedo delle prove. Prove che questo messaggio sia stato davvero prodotto da Hatake Kakashi e non, piuttosto, da un ragazzo che rimpiange l'opportunità di giocare a fare l'avvocato!
L'Hokage non aveva affatto voglia di affrontare un'ascesa di urla e proteste fin dalle prime ore del mattino. Così si alzò e segnò la fine di quell'incontro.
- E' stato soltanto un incontro di carattere informativo. Hokuto-san, confido che la vostra suscettibilità sia da imputare alla cupa stagione che si sta abbattendo sul vostro clan, e a nient'altro. Sottoporrò il messaggio di Kakashi ad ulteriori studi e, nel frattempo, sarà comunque mio dovere dedicare un'attenzione speciale a Villa Hyuga. Si tratta di uno sgradevole malinteso, non nutro dubbi, ma devo attenermi alle formalità.
I due Hyuga abbandonarono la stanza. Hiashi però indugiò prima di seguire il padre. Si voltò verso Shikamaru. La sua postura squadrata si oppose a quella morbida del ragazzo.
- La via dello shinobi è votata alla lealtà. La lealtà ai propri compagni. - disse senza calore. - Ogni sua azione deve essere plasmata da questa argilla. La mia voce potrebbe essere un canto solitario, ma credo che tu sia il migliore shinobi della Foglia. Sono persuaso che mio nipote non te l'avesse mai detto, ma sono altrettanto persuaso che condividesse la mia convinzione.
Shikamaru non proferì risposta. Colto alla sprovvista, restò immobile al cospetto di quelle iridi sterili. Hiashi Hyuga fece dietrofront e se ne andò.
- Hokuto Hyuga... dovrò essere cauto con lui. Cauto e circospetto. Giovane Nara? Sì, fa questo effetto scoprire che anche nel Clan del Ghiaccio provano emozioni. Ad ogni modo, ho una domanda per il tuo cervello frizzante.
- Certamente.
L'Hokage sventolò il foglietto bianco.
- Hai mai considerato l'eventualità che si riferisse ad uno Hyuga in particolare?
- Non ci sono indizi che convergano su Hokuto Hyuga. Lo avrei preferito, ma abbiamo soltanto questo colloquio come...
- Mi hai frainteso. Sai, mentre ti dilettavi ad irritare l'Anziano, mi sono chiesto perché la Zanna Bianca avesse scelto proprio te.
- Ero l'avvocato di Neji. E voi... - si sedette, per smorzare il prosieguo irrispettoso, - ... Kakashi deve aver pensato che un'informazione tanto sensibile potesse crearvi conflitto nell'esercizio dei vostri poteri.
Inoe sorrise.
- Voleva assicurarsi che l'informazione non morisse con me e lo comprendo. Ma, giovane Nara, valutiamo questo scenario: ammettiamo che il messaggio fosse stato consegnato a me. Ammettiamo che sarei riuscito a decifrarlo. Io sono alla guida del Villaggio, lo contemplo ad ogni alba dall'alto di questo ufficio, e se leggo "Vista Bianca" la mia mente va a quella grande costruzione a oriente e a tutti coloro che vi abitano. Se però lo stesso contenuto viene interpretato da te, aspirante avvocato...
Non fu necessario concludere la frase. Con Shikamaru non era mai necessario.
- Logicamente, il mio primo pensiero è andato a lui. A causa del nostro legame. Un'opzione scartata comunque all'istante, per motivi che non hanno bisogno di essere espressi.
- Già. Perché Neji Hyuga è morto abbrustolito. Questa è l'imponente premessa.
- Imponente ed incontestabile.
L'Hokage puntellò le mani sulla scrivania e si piegò verso di lui.
- Ciononostante, è stato il tuo primo pensiero. E Kakashi lo aveva certamente previsto.
Shikamaru fissò i due pezzi di carta, gli occhi saettanti.
- Non porre briglie al lavorio della tua mente, Shikamaru Nara. Nemmeno se sono forgiate di certezze.
Forse non era Hatake Kakashi l'obiettivo del Cacciatore. Forse era andato da lui per rintracciare le orme di qualcun altro.
- "Il Cacciatore è qui. Il suo obiettivo è Neji Hyuga. Neji Hyuga è vivo." - alzò il capo verso l'Hokage. Il sorriso trionfante su quelle labbra sottili dissipò la sua perplessità. - Neji Hyuga è... vivo.
- Complimenti, giovane Nara. Sembra che presto o tardi riavrai il tuo lavoro di avvocato. E sarà persino più ostico.
- Perché... non ne avete parlato davanti agli Hyuga?
Inoe si raddrizzò. - Mi è stata offerta una seconda occasione e questa volta voglio sperimentare un sentiero diverso. Se il tuo disegno è corretto, ragazzo, se quell'uomo ha assoldato un sicario per eliminare suo nipote, voglio provare ad essere un passo avanti a lui.
Il coinvolgimento del Cacciatore rivoltava i tasselli dello schema. L'Hokage non poteva restare indifferente all'ipotesi di un clan che allacciava rapporti simili. Che garanzie c'erano che, in futuro, non avrebbe impugnato quello strumento omicida per prevalere sui clan rivali? Era sufficiente l'intrusione di un solo germe estraneo per scatenare la guerra civile.
Congedò Shikamaru proponendogli una condizione finale: per onorare le volontà di Hatake Kakashi, loro due non avevano mai avuto quella conversazione.
Per quanto lo riguardava, doveva soltanto preoccuparsi di quanto accadeva in una grande residenza a est del Villaggio. E portare fiori sulla tomba di un geniale cadetto.
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Ho provato a rendere Shino attraente, con le iridi eterocrome. Tra questo capitolo e "One step closer" mi sto affezionando a lui più del previsto.
Tra oggi e domani arriva anche un capitolo sui protagonisti, don't worry.
Ah, sì. Come accennato nel cap. 5, qui Hiashi non è lo zione cattivone. Ci basta er nonno, ahahah. Mi piaceva renderlo molliccio. Buono nel suo cuoricino ferito, ma molliccio e inattivo. Inutile, quindi? Eh, praticamente.

Al solito, ho scritto al volo. (I belieeeve I can flyyy) Spero abbia senso, ma non ci scommetterei. Insomma, il solito!

A presto,

francy
  
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