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Autore: Girasoleh    17/01/2017    1 recensioni
Quando ad Inuyasha viene proposto un lavoro nel centro esatto di Tokyo, quasi stenta a crederci.
Dall'altra parte del mondo, una promettente studentessa londinese, sta per fare la scelta più importante della sua vita.
Decisioni che si intrecciano.
Un amore che sboccia improvvisamente per la giovane Kagome e che non è destinato a durare; un trasferimento ed un addio che però segnerà un nuovo inizio.
Buona lettura!
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Kagome/Sesshoumaru, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ad Inuyasha vibrarono le orecchie non appena si accorse che qualcuno muoveva dei passi decisi in direzione dell'ufficio in cui si trovava insieme a Sesshomaru.
- E' papà, sta arrivando, - disse guardando verso il fratellastro – finalmente. -
Inu No Taisho: un uomo, una sicurezza.
Aveva creato successo dal nulla, investendo in un anonimo locale alla nascita di Sesshomaru, da cui poi ricavò uno showroom di automobili. Quella scelta era stata dettata dal voler un futuro più roseo per quel bambino che non lo faceva dormire la notte, per evitargli le sofferenze con cui troppe volte lui stesso aveva fatto i conti.
L'impero della Taisho Company ora si estendeva in più città del paese e non accennava minimamente a volersi fermare: in esattamente 28 anni, era riuscito a diventare un uomo di prestigio, non c'era nulla che non potesse permettersi o che non potesse dare ai suoi due figli.
- Inuyasha, Sesshomaru, - disse entrando dalla porta scorrevole, - buongiorno e grazie di essere qui. Puntuali come due orologi svizzeri a quanto pare!-
Si mise a sedere dietro la scrivania, sistemò la valigetta e ne tirò fuori dei documenti. Osservava i figli, non si capacitava fossero così diversi nel carattere ma così simili nell'aspetto e soprattutto faticava a comprendere l'indifferenza del suo figlio maggiore verso l'altro ragazzo, di appena 23 anni: non provava pietà per quel giovane uomo che aveva perso la madre e che fin da piccolo aveva dovuto far i conti con la sua diversità fisica. Sesshomaru questi problemi non li aveva mai avuti, sua madre era ancora in vita ma non gli aveva mai dedicato particolari attenzioni e forse era stato proprio questo atteggiamento, questo sentirsi rifiutato, ad aver generato in lui tanta freddezza nei confronti dei sentimenti più umani.
Nel frattempo anche i ragazzi si guardavano con aria interrogativa.
'Vorrei proprio capire le sue intenzioni. Sono già cinque minuti che finge di sistemare cose ininfluenti, che ci stia prendendo in giro?'
- Dunque? - Fu Sesshomaru a rompere il silenzio. Era poco paziente, ma mascherava bene il tutto grazie al suo atteggiamento di una compostezza quasi agghiacciante.
- Sì Papà, insomma, grazie dell'invito ma come sai ad Osaka io ho dovuto lasciare tutto in mano a Sango – proseguì Inuyasha, - non che sia incapace, ma sempre meglio gestire di persona che lasciare in gestione, lo sai. -
Il padre dei due sospirò, si lasciò sprofondare nella sedia in pelle e allungò le gambe poggiando i piedi sulla scrivania.
- Non vi ho chiamati qui entrambi solo per una visita forzata,- cominciò il signor Taisho con sicurezza – bensì per proporvi un nuovo progetto. -
Le orecchie di Inuyasha si alzarono, Sesshomaru si sistemò meglio sulla sua sedia e tutti e due si avvicinarono al padre inclinando la schiena, portando i gomiti sulle ginocchia e tenendo lo sguardo fisso su quella che improvvisamente sembrava essere la loro preda.
- Bene, vedo che questo vi interessa! - disse Inu No Taisho con un sorriso sprezzante.
- Certo, continua pure – lo incalzò Inuyasha.
- Vorrei affidarvi una nuova apertura. Ad Osaka manderò un'altra persona ed anche tu Sesshomaru sarai sollevato dal tuo attuale posto di lavoro per poterti dedicare a tempo pieno a questa nuova attività. - disse tutto d'un fiato.
Improvvisamente, la tensione era diventata palpabile e non aveva più quella sfumatura di 'piacevole sorpresa' ma di 'orrida consapevolezza'.
Una fragorosa risata spezzò quel silenzio, Sesshomaru era letteralmente sbracato sulla sua sedia e non sembrava voler terminare quello spettacolo, il tutto sotto lo sguardo di disapprovazione del padre.
- Cosa ci trovi da ridere? - Inuyasha si era alzato in piedi e lo guardava fisso negli occhi, si sentiva deluso da quella reazione, non capiva il motivo per il quale suo fratello maggiore rifiutava in modo così sfacciato una collaborazione con lui.
Sì, fratello, anche se Sesshomaru sottolineava sempre con cattiveria il fatto che fossero fratellastri, che avessero quindi lo stesso sangue, a metà però.
Forse si sentiva superiore, forse era per le sue orecchie da cane e per la storia di sua madre che era una creatura non umana.
Nonostante tutto questo, però, Inuyasha desiderava davvero avere un rapporto con lui: lo percepiva distante, come se quello proveniente da un altro pianeta fosse lui, così lontano ma scalfibile.
Per quanto allungasse la sua mano, non lo raggiungeva mai: Inuyasha ci provava, continuava a tenere i denti stretti, alle cene della domenica si sedeva di proposito davanti a lui per scrutarne i movimenti e capirne il senso, ma ai suoi occhi sembrava sempre che ci fosse un sottile velo tra loro. Un velo che non poteva essere alzato con troppa facilità.
- E me lo chiedi anche? - Sesshomaru tornò serio, lo guardava con sufficienza.
- Sì. Quindi? Cosa ridi? -
Il padre dei due ragazzi stava zitto, ad ascoltare e ad osservare il tutto, per capire fin dove sarebbero potuti arrivare.
- Rido, Inuyasha, perché una collaborazione fra me e te non potrà mai esistere. - a questo punto si alzò dalla sedia, la sua figura si stagliava di fronte la grande finestra dell'ufficio, proiettando una grande ombra di fianco a lui.
Si generò un lungo silenzio, durante il quale Sesshomaru continuava a guardare i grandi alberi che gli si ponevano davanti e Inuyasha digrignava i denti.
- Non mi sembra di aver chiesto consensi o pareri. -
Era Inu No Taisho a parlare ora, si era alzato dalla sedia per porsi nella parte anteriore della scrivania, appena appoggiato su quel legno finemente lavorato.
Teneva le braccia conserte e un'espressione seria che non lasciava modo di fraintendere i suoi pensieri.
- Voi due LAVORERETE insieme. - continuò – Non è una possibilità, non una scelta. E' una decisione. Mi serve qualcuno di cui fidarmi per poter aprire il nuovo showroom, è un locale di 400mq, non può gestirlo una sola persona. Io ho due figli, nessun altro potrebbe essere più adatto o all'altezza di voi due. - concluse infine.
Prese i documenti tolti poco prima dalla valigetta, afferrò due penne e ne portò una a ciascuno.
- Smettetela di fare i bambini, è ora di essere uomini. -
Sesshomaru sgranò gli occhi.
Aveva le mani in tasca, per fortuna, così poté stringerle in un pugno senza che nessuno se ne accorgesse.
Si girò verso il padre e lo guardò pieno di odio, come a chiedergli il motivo di quella scelta, ma non ricevette nulla indietro, né uno sguardo né una parola.
Inuyasha firmò il documento, nel quale sostanzialmente veniva chiesto ai due giovani di collaborare e di dedicarsi a questa nuova attività: quando quest'ultima sarebbe stata avviata ed in grado di essere gestita da chiunque altro, il contratto poteva definirsi terminato.
Una volta apposta la sua firma, lo consegnò al fratello; Sesshomaru firmò, con poca voglia e poca convinzione. Non poteva fare altro, ormai il padre aveva deciso e tanto valeva essere celeri nell'avviare l'attività al meglio.
- Grazie di essere stati così comprensivi. Il locale si trova a Ginza: come sapete è un quartiere esclusivo della nostra città, ci sono boutique e ristoranti di lusso, quindi anche il nostro nome deve apparire in quella zona. -
Indicò il punto sulla mappa, cerchiandolo di rosso con un pennarello.
'In questo modo dovrebbero avvicinarsi. Forse, anche se Sesshomaru lo rifiuta, potrà imparare qualcosa da questa vicinanza.
In più loro sanno di dover avviare l'attività, non sanno però il lavoro che dovranno fare per poter arrivare anche solo a metterci piede dentro.'
Il signor Taisho pensava questo, evitando di far trapelare qualsiasi informazione .
- Deciso allora, - disse risolutivo Sesshomaru – ti do due settimane di tempo per trasferirti ufficialmente a Tokyo, poi potremmo cominciare a lavorare. -
I due si scambiarono un'occhiata gelida.
- E provvedi a prendere una casa vicino Ginza, non voglio aspettare te che non sai muoverti per una metropoli come questa. -
Inuyasha si girò dall'altra parte, prese la giacca appoggiata sulla sedia e si accostò al padre.
- Grazie per l'opportunità, sai bene quanto volessi trasferirmi a Tokyo.-
- Non ringraziarmi. E' più grande l'opportunità che avete accordato di darvi tu e tuo fratello.-
- Fratellastro.- intervenne Sesshomaru.
'Di nuovo quella parola, questa distinzione netta tra me e lui.'
Senza pronunciarsi oltre, Inuyasha diede un breve abbraccio al padre e uscì dalla stanza, pronto a rimettersi in viaggio e dare la bella notizia a Sango.
Già, Sango.
Stavano 'insieme' da circa due anni, eppure spesso si sentiva solo e questa sua solitudine non aveva il desiderio di essere risolta da quella ragazza; non abitavano insieme, si vedevano al lavoro e di tanto in tanto uscivano per andare a bere qualcosa.
Forse lei sarebbe venuta con lui a Tokyo, se solo avesse provato a chiederglielo.
Si allentò la cravatta con il dito, respirò a pieni polmoni e si appoggiò senza un minimo di cura alla sua auto.
La cosa che più lo infastidiva era che credeva – o forse lo aveva solo sperato? - che il padre avesse un incarico solo per lui, che lo ritenesse abbastanza grande e formato per poter gestire liberamente una delle sue aziende a Tokyo.
Già aveva questo incarico, è vero, ma Osaka non aveva lo stesso pregio di una grande metropoli, men che meno di un quartiere come Ginza e se avesse avuto l'occasione di fare tutto da solo, avrebbe dimostrato di essere all'altezza di quell'incarico.
Entrò nella macchina e infilò le chiavi, fece inversione e in un attimo era di nuovo in viaggio, per altre sei lunghe ore.

   
 
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