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Autore: Leila 95    17/01/2017    3 recensioni
Ho voluto raccontare ancora il viaggio di Han Solo e della Principessa Leia verso Bespin, stavolta però attraverso gli occhi del Capitano.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chewbacca, Han Solo, Principessa Leia Organa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dal diario di bordo del Capitano Solo'
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Dal diario di bordo del capitano Solo – Data stellare ABY 3:10:09

Sedicesimo giorno di viaggio verso Bespin.
Iniziamo la riconversione del flusso di potenza del generatore ausiliario di energia della nave.
 

Aprire gli occhi e trovarmela qui, nel mio letto, è strano.
Leia è accanto a me, rannicchiata contro la parete metallica della cabina, raggomitolata fra le lenzuola. Mi sta dando le spalle, è vero, ma non è fuggita nella notte come ha fatto per tutto questo tempo e come una parte di me temeva che facesse.
È così pacifica quando dorme, non ha nulla della altezzosa principessina che è entrata nella mia vita e l’ha fatta a pezzi. Potrei restare a guardarla per ore, letteralmente rapito dal sereno sollevarsi ed abbassarsi del suo petto, ma un’altra bambina ha bisogno delle mie attenzioni: con Chewie devo riconvertire il flusso di potenza del generatore secondario di energia del Falcon, per risparmiare un po’ di risorse che stanno diventando sempre più preziose.
La Principessa, se vuole, può dormire ancora un po’.
Le lascio un bacio sulla spalla e mi alzo per andare in bagno.
 
Quando esco, la trovo stesa al mio posto, probabilmente perché ancora caldo. I suoi capelli se ne stanno sparpagliati un po’ dappertutto, in netto contrasto cromatico con il pallore della sua pelle. Sul collo il livido di ieri sera si vede chiaramente…spero che non se la prenda troppo quando lo vedrà.
 
Ormai non riesco a riconoscerla più: non è la glaciale e saccente Principessa di Alderaan, ma non è neppure una delle tante che in passato hanno occupato questo letto.
Chi è allora e cosa diavolo ci fa nella mia vita?
*****
La porta della cabina non si è nemmeno completamente chiusa alle mie spalle, che subito mi trovo di fronte uno Wookiee peloso che mi fissa con aria truce.
Questo è decisamente un buongiorno.
“Cosa vuoi, Chewie?” grugnisco. Faccio per andare verso la cabina di pilotaggio, ma mi trattiene con entrambe le braccia e mi sbatte contro la parete del corridoio.
[Ti è andato di volta il cervello, Solo?!]
“Potrei farti la stessa domanda, amico.” Cerco di liberarmi, ma ovviamente invano. Impossibile spuntarla con uno Wookiee arrabbiato.
[Mi avevi promesso che non avresti toccato la Principessa.]
“E infatti non le ho torto neanche un capello.”
Mi rimette giù, ma non accenna a darmi tregua. [Sta qui dentro, vero?] Indica la mia cabina.
Annuisco lentamente, mentre mi massaggio le braccia indolenzite. “Non mi ci sono accoppiato – come diresti tu – se è questo quello che vuoi sapere. È una Principessa, mica una sgualdrina!”
[Mi fa piacere che tu lo abbia capito.]
Certo che l’ho capito. Purtroppo fin troppo bene.
Mi allontano, e mi avvio verso la cabina di pilotaggio.
Chewie ovviamente mi segue. [Cosa pensi di fare adesso?]
“Cosa vuoi che faccia?”
[Te ne sei innamorato.] Non è una domanda.
Le sue parole mi colpiscono come una scarica di fulminatore per la loro semplicità e verità.
“Non doveva succedere, lo so. Che ci posso fare ora?”
[Perché non glielo dici?]
“Sei completamente ammattito, Chewie?! Cosa credi che otterrei se glielo dicessi?” Soltanto derisione, molto probabilmente.
[È una ragazza sveglia. Magari lo ha già capito da sola.]
“Questo è irrilevante, vecchio mio, perché la questione è un’altra.” Prendo un bel respiro prima di continuare. “Lei non ha bisogno di me, e io non me la merito.” Fa per interrompermi, ma lo ignoro. “E inoltre, tu sai che questo è il mio ultimo viaggio. Se mi consegno a Jabba, non tornerò vivo.”
 
Ho commesso errori su errori, dal momento in cui l’ho conosciuta. Ho speso i soldi guadagnati con la Ribellione in riparazioni e pezzi di ricambio, senza pensare ad estinguere il mio debito con il boss. Non ho voluto lasciare l’Alleanza, perché questo avrebbe significato lasciare lei, ma – del resto – non ho fatto granché per guadagnarmi la sua stima o il suo apprezzamento. E così l’ho seguita, missione dopo missione, mentre continuavo ad attaccarla ed aggredirla, credendo stupidamente di nascondere ciò che provavo veramente per lei e riuscendo invece a farmi solo del male.
Ormai non c’è più soluzione.
*****
Per tutto il giorno Leia non ha fatto altro che evitarmi: ha cercato in tutti i modi di sparire, per quanto le abbiano permesso i ristretti confini della nave. Se tento di sfiorarla si ritrae repentinamente, se provo a baciarla mi respinge, ogni volta che cerco di parlarle di qualcosa fugge via con una scusa qualsiasi.
Perché fa così?!
Sembrava che le cose stessero andando meglio fra di noi…perché mandare tutto in malora? Inutile dire che certe volte non la capisco proprio.
Decido di andare a cercarla e costringerla a parlare con me. La trovo nascosta nella sala macchine del livello inferiore – seduta a terra, con le ginocchia al petto e lo sguardo intento a fissare il vuoto.
Non c’è bisogno che mi annunci, il rimbombo dei miei passi sulla passerella idraulica è stato sufficiente a metterla in allarme.
“Possiamo parlare un attimo?” dico ad alta voce, tentando di sovrastare il rombo dei macchinari.
“Di cosa, Han?”
“Di cosa?!” Questa donna mi sta portando all’esasperazione. “Perché continui ad evitarmi? Che cosa ti ho fatto?”
“Non ti sto evitando” replica serafica.
“Posso essere molte cose, Leia, ma non credere che sia uno stupido” sbuffo, cercando in tutti i modi di mantenere la calma. “Ho fatto qualcosa che non avrei dovuto fare?”
Si alza dal suo giaciglio improvvisato, intenzionata a lasciar cadere la conversazione e a non rispondere alla mia domanda.
La afferro per un braccio, per fermarla. “Rispondimi, Leia!”
Mi fissa con uno sguardo infuocato, uno sguardo che non le ho mai visto. Si svincola dalla mia stretta e mi molla un ceffone sulla guancia. “Va’ al diavolo, Han.”

   
 
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