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Autore: _f r a n c y_    17/01/2017    5 recensioni
Al momento non ci sarà un "Oltre la neve-parte II". Vorrei provare a trasformare questa fanfic in un'originale e per farlo dovrò mettere tutto in discussione, dal primo capitolo. Grazie a chiunque mi abbia seguito fino a qui. Spero di ritrovarvi in un futuro non troppo lontano.
*Riassunti della storia all'inizio dei capp. 18 e 37*
Un'amazzone residente nelle Terre del Nord ed un ninja proveniente dalla Terra del Fuoco. Due mondi distanti e diversi che si scontrano inaspettatamente. Due persone che non si cercavano, ma che iniziano a rincorrersi, finendo per divenire indispensabili l'una per l'altra.
Il suo odore era diverso. Depurato dalle fragranze dell'incendio, della fuga, dei pasti divorati davanti ad un fuoco mai abbastanza caldo, delle notti mute trascorse al buio con nient'altro che il respiro dell'altra a colmare ogni timore.
Neji emanava un odore nuovo per Tenten, eppure quello, proprio quello, era il suo autentico. Aveva familiarizzato con Neji Hyuuga in circostanze straordinarie; soltanto adesso lo vedeva nel suo ambiente. Un ambiente a cui lei non era mai appartenuta.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Neji Hyuuga, Nuovo Personaggio, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Custodi del destino





Era la quinta notte che Neji si infiltrava nel monastero. Ogni giorno, si appostava fra la vegetazione e aspettava che le candele negli alloggi dei monaci si spegnessero. Allora si avvicinava alle mura dell'edificio, piangenti condensa, e vi si arrampicava, lucertola nella notte. La biblioteca si estendeva al terzo e ultimo piano, nella parte posteriore del monastero, dove le mura affondavano in un laghetto ornamentale. Era impraticabile raggiungerla per via diretta, perciò Neji saliva fino al tetto, lo attraversava e si calava davanti alla finestra. La forzava e in meno di dieci secondi era all'interno. Prima di muoversi nella sala, chiudeva sempre gli scarponi nella sacca, per non lasciare impronte diverse da quelle dei monaci.
Forse con Tenten era stato troppo incalzante: la settimana era quasi trascorsa e lui era appena a metà degli scaffali di storia. Ancora doveva approdare a quelli di letteratura, sulla parete opposta. Davvero, il febbrille operare di quella comunità aveva oltrepassato le sue aspettative...
L'aria cambiò consistenza. Qualcuno si stava avvicinando.
Neji ripose il volume e si infilò dietro il profilo della libreria. Talvolta i monaci si concedevano un'ultima pausa in biblioteca, prima di coricarsi. Per conciliare il sonno. Lui reclinava il capo contro la pietra e pazientava. La lettura di un paio di preghiere era una breve interruzione.
Questa sicurezza traballò mentre il monaco si concedeva lunghi indugi sui titoli esposti. Finalmente ne scelse uno e lo schiuse su uno dei tavoli. Prese a leggere ad alta voce e nel suo mormorio riverente Neji distinse alcuni vocaboli. Non appartenevano alla lingua antica in cui celebravano i rituali religiosi: la lingua dei poeti coronati di alloro. Stava invece leggendo nella lingua dell'Ovest. Con una fatica non indifferente.
Due parole. Allo Hyuga furono sufficienti due parole per abbandonare il proprio nascondiglio.
Raggiunse l'intruso alle spalle, i passi ovattati dalle calze. Alla luce del candelabro, lo scoprì trasalire. Fu un istante.
Quello afferrò il libro e glielo scagliò in faccia. Poi, una pedata sulla tibia.
- Sono io, T...!
Neji avrebbe dovuto essere preparato al colpo successivo. Le Amazzoni venivano allevate a difendersi dalle aggressioni degli uomini. E, deponendo ogni remora di rispetto per l'avversario, era principalmente uno il punto in cui sferrare il calcio più forte.
Si accartocciò su se stesso, più rosso dei muri della prigione di Konoha mentre bruciava. Non respirò per abbastanza tempo da temere l'ipossia.
- Hyuga!
- Cer... to... Aspettavi... qualcun... altro...?
Tenten si abbassò e portò il libro sulle gambe.
- E' stato un riflesso. - bisbigliò, - Non dovresti avvicinarti così a qualcuno che può difendersi.
- Sono... scuse... orrende.
- Perché dovrei scusarmi? Credo di aver trovato il nome! Deve essere in questo libro di mitologia, ne sono convinta! - riprese a setacciare le pagine e gli raccontò un episodio di due sere prima. - Stavo mangiando davanti al camino quando quello pseudonimo mi è spuntato sulle labbra. All'improvviso, come il nome di un vecchio amico. Eppure non lo avevo mai sentito prima. Ho cominciato a ripeterlo, "Brunnr Wyrdar, Brunnr Wyrdar Brunnr Wyrdar Brunnr...", sempre più veloce e finalmente ho capito! Hanno invertito le parole!
- "Wyrdar... Brunnr"...?
- Sì! Un suono molto simile lo avevo sentito alla locanda. Sango, Shiharu e io stavamo bevendo e Shiharu ci ha recitato alcune leggende che sua madre le raccontava da bambina. Leggende di una civiltà che viveva tra i ghiacci, come noi, ma sul mare.
- La tua fonte è... un'ubriaca? Tu... eri ubriaca?
Neji si girò sulla schiena e risucchiò tanta aria da far oscillare le fiammelle. Cercò Tenten. Inarcò il collo e la trovò dietro di sé. Uno zigomo le bruciava di rosso. Pensò ad una caduta, ma dopo notò il gomito trattenuto vicino al fianco.
- Com'è successo?
- Ma tu hai mai bevuto qualcosa di diverso dall'acqua? - sospirò lei. - Era il compleanno di Shiharu. Dopo la cena, Hitomi aveva messo sotto chiave gli alcolici, ma Rin aveva salvato una bottiglia per...
- No. Come ti sei ferita?
La pagina le scappò.
- Due... ladri lungo la strada. - la mandibola le fremette: un residuo di rabbia. O forse di paura. - Niente di ingestibile, comunque. Li ho pugnalati all'inguine. Ormai si saranno dissanguati. Ah... Eccolo! No, un attimo. Le lettere non sono uguali... Però prima c'era scritto...
Un vociare ascendente fiorì lungo le scale. Monaci, molti monaci. Sicuramente, non stavano fervendo per un'imminente preghiera corale.
Neji scattò seduto e il colpevole si palesò subito: Tenten non aveva tolto gli stivaletti.
- Devo smascherare un assassino, le buone maniere possono aspettare!
- I monaci portano dei sandali e le tue suole sono bagnate! -
La bocca di lei modellò una o. - Esatto, le impronte li porteranno qui. E' il libro giusto?
- Ma... Andiamo, sono solamente dei religiosi! Abbiamo affrontato di peggio!
- Sono armati, Tenten. E' il libro giusto, quindi?
- Cosa... Armati?
Neji frugò nella sacca di lei. Estrasse il quaderno del Cacciatore, lo infilò nel volume e annodò i lacci di pelle della copertina. Spalancò la finestra e li scagliò lontano, all'asciutto oltre il laghetto.
- Nuota sott'acqua, così non ci vedranno. - le disse. - Toccata la riva, corri più veloce che puoi. Riesci a correre?
Tenten annuì. Salirono sul davanzale e si tuffarono.



L'acqua fredda accolse Tenten come un abbraccio di spilli. Le rammentò uno dei suoi primi giorni nelle Terre del Nord. Quando si era sdraiata nella neve e vi era rimasta per ore. Tanto che, rimessasi seduta, non era più riuscita a muovere le braccia e le gambe.
Adesso invece doveva scuoterle come ali, anche a rischio di farle schizzare fuori dalle articolazioni.
Riemerse con il riflusso dell'acqua e scorse Neji tornare sotto la superficie per nuotare verso la riva.
Tenten agitò le mani, alghe frenetiche mentre tastavano l'aria in cerca del muro. Un appiglio da cui i suoi piedi, appendici fluttuanti nel vuoto liquido, potessero darle slancio. Non lo trovò in tempo e l'acqua la reclamò.
Tenten scuoteva gli arti con furore, prendeva a calci e pugni quell'enorme bocca rutilante che si ostinava a chiudersi sopra di lei. Fra gli schiaffi delle onde, riaffiorò ingoiando aria. Rapida, l'acqua nera la inondò ancora e le schiacciò la testa verso il fondo.
Fu il buio. Di nuovo, come nella prigione delle Amazzoni.
Poi due artigli intorno alle sue costole. Tanto serrati da farle male, ma solo perché quella era la forza necessaria a sollevarla.
Tenten aspirò la salvezza con un ruggito che riecheggiò fin sulle montagne.
- So che è fredda, ma dobbiamo sbrigarci.
Neji lasciò la presa, ma lei arpionò le sue spalle.  
- Tu... tu non sai nuotare!?! - sibilò lui.
- Sì, ma qui non tocco con i piedi.
- Quello non significa saper nuotare!
- Non ora, gran sacer-...!
Neji le portò un dito sulle labbra, mentre si teneva a galla con l'altro braccio. Sopra di loro, alcune voci si stavano facevando più nitide. Tornò con lei verso il monastero, attento a ridurre il taglio dell'acqua ad un mormorio.
Guidò le mani di Tenten attraverso lo specchio dell'acqua, su due blocchi di pietra dal taglio irregolare, perché vi si aggrappasse. Lui fece altrettanto e ad un suo cenno si immersero entrambi.
Due monaci si affacciarono dal camminamento sul tetto. Le luci delle torce erano macchie striate, iridi incandescenti sulla pelle del lago. Uno imbracciò la balestra.
Neji premette una mano sulla nuca di Tenten e la sospinse più vicino alle mura. Vi aderirono tanto che le ossa stridettero.
Il dardo squarciò l'acqua. Le dita di lui le artigliarono i capelli e Tenten capì che era stato colpito. Il secondo dardo affondò alle loro spalle. 
Neji Vide i monaci allontanarsi verso il lato nord. Allora sfiorò la schiena di lei e riemersero insieme. Sembrava impossibile che dalle loro bocche potessero srotolarsi nuvole di vapore.
- Sei... - ansimò Tenten, - ... ferito?
- No.
- Allora cosa... Hai un... crampo?
- No, per tua... fortuna.
Lo Hyuga fece salire Tenten sulla schiena; aggrappata al suo collo e alla sua vita. Con un respiro tremante, si consegnarono alle viscere ghiacciate un'ultima volta. Arrivati alla sponda, Tenten si arrampicò sulle spalle di lui; quando atterrò le sue ginocchia godettero di quella agognata solidità. Aiutò Neji ad uscire, poi raccolse il volume e 
lo tenne alto davanti a sé, per non bagnarlo. Un attimo dopo avevano cominciato a correre. Fradici nel vento che soffiava dal Nord.
Neji aveva studiato con dedizione la lingua dell'Ovest, incluse alcune varianti dialettali. Conosceva l'intero repertorio di volgarità e Tenten lo snocciolò davvero tutto, senza riserve, mentre il freddo li prendeva a sberle.
Trovarono riparo in una buca nel terreno, ad una distanza rassicurante dal monastero. 
- Avevi detto di essere nata lungo il fiume Sissip. Credevo sapessi nuotare!
- Tu sei nato nella Terra del Fuoco ma non mi pare che possa scaldarci!
La luna crescente arrideva alla loro fuga impacciata, rami spogli che la solleticavano. Neji frizionò i palmi e fu allora che Tenten lo vide. Un taglio fra le nocche, dilatato fino all'attaccatura del polso. Un secondo. Un insulso secondo di ritardo e sarebbe stato il suo cranio a venire aperto. Come il guscio di un uovo.
Lo Hyuga sfilò il fazzoletto di stoffa dalla testa e lo annodò stretto intorno alla ferita.
- Urdar Brunnr è il nome che cercavi. - gli disse. - Il committente ha storpiato urd con wyrd, come con il nome di una dea.
Aprì il libro e i disegni policromi le fecero da guida.
- Ecco. "La divinità nor... norrena Wyrdi, ovvero Destino. Il suo nome orig... originale è Urdr, divenuto Wyrd con la tradu... zione nella lingua dell'Ovest." - fece scorrere il dito lungo le righe, mentre fra quei caratteri sfarzosi cercava le due parole che nella biblioteca aveva scorto di sfuggita.
La lettura di Neji fu più rapida e il suo indice si posò sulla pagina accanto. 
- "Le Norne si riuniscono a Urdar Brunnr, ovvero il Pozzo di Urdr, una fonte che sgorga fra le radici dell'albero Yggsdrail, l'albero che sostiene il mondo." Le Norne... - sfogliò le pagine all'indietro e si soffermò là dove quel nome gli ammiccava. - "... creature femminili che controllano il destino degli esseri umani... Il numero esatto delle Norne è ignoto, alcune fonti ne attestano una dozzina... Probabilmente a causa dell'influenza di altre culture, le Norne maggiori sarebbero tuttavia tre. Urdr, il cui nome significa 'ciò che è accaduto', Verdandi, 'ciò che sta accadendo', e Skuld, 'ciò che dovrà accadere'."
Tenten studiò il suo profilo corrugato.
- Dimmi che per te tutto questo ha un senso, perché io non...
- Il destino già scritto. Molti lo sorvegliano, ma a capo della gerarchia sono solo in tre. - ripeté Neji e la risposta sbocciò in ogni suo petalo. - Gli Anziani. Hokuto, Hatawi e Hitoshi Hyuga. Sono stati loro a uccidere Hinata-sama.
Tenten ebbe il sospetto di essere appena scomparsa dalla sua sfera percettiva. Poteva udire il gorgoglio del sangue mentre gli ribolliva in corpo. L'assassinio di sua cugina lo divorava ben più di quanto avesse fatto il suo stesso tentato omicidio.
- D'accordo, questi tre signori sembrano essere persone molto importanti. - fece Tenten con calma. Era ironico che fosse lei la voce tiepida e razionale nella conversazione. - Dobbiamo essere sicuri della nostra interpretazione prima di accusarli.
- Nessuno più di loro vuole che il destino della mia casata resti vincolato al Sigillo Maledetto. Sospettavo che avessero pianificato il mio omicidio, ma questo... Adesso ho prove che nessuno oserà mettere a tacere.
Neji sciolse i capelli e li legò più stretti sulla nuca. Prese il libro e si mise in cammino.
- Torniamo al rifugio. Domattina partirò per Konoha con ques-...
Tenten gli sfilò il volume da sotto il gomito.
- No. Partirò anche io.
Il sospiro di lui avvampò la notte.
- Ti ho già spiegato che tu sei il nostro piano di riserva. Non puoi...
- Quanto tempo potrebbe passare prima che io riceva tue notizie? - lo interruppe. - Da te o dalle chiacchiere del mercato.
- Giorni. Settimane, forse.
- Settimane! Non mi rinchiuderò in un tugurio a contarle, Hyuga. Non rimarrò seduta ai margini ad aspettare. Mi porterai con te fin dove sarà sicuro e saprò subito se... se avrai avuto successo.
Lui cercò di sottrarle il libro, ma un rametto tradì il suo passo nel buio. Tenten indietreggiò.
- Altrimenti... straccio le prove di cui hai bisogno. Portami con te. Sarò discreta, non sposterò nemmeno una foglia. Sarò discreta. Lo giuro sulle mie Sorelle Amazzoni.
- Tenten, tu non hai più delle Sorelle Amazzoni. Ti hanno ripudiata.
- Anche tu hai perduto la tua squadra. Potrebbero essere morti, per quanto ne sai. Eppure avevi giurato su di loro, quando ti avevo chiesto di non rivelare il nostro segreto.
Fiaccole serpeggiarono fra i tronchi degli alberi. Dovevano affrettarsi.
- ... D'accordo.
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Dlin dlon. Tempo di fare un bilancio. La prima parte della storia sta per finire; il capitolo di chiusura dovrebbe essere il 47 o il 48. "E' solo la prima parte!?!", ebbene sì. Vi avevo detto che la storia sarebbe stata lunga. Non temete: la seconda e la terza non saranno affatto di quaranta capitoli ciascuna. Ormai i personaggi sono stati delineati. Insomma, non è che la fanfic finirà tra sei anni.

Non avrei mai voluto metterci tanto per pubblicare questa prima parte e mi dispiace moltissimo. Per quello che vale, posso garantirvi che ho sempre dato il massimo, approfittando appena possibile delle pause nei ritmi universitari. Purtroppo a volte ho dovuto sospendere la pubblicazione per due, tre, persino quattro mesi. Ora l'università è finita e ho un lavoro abbastanza flessibile. Presto però potrebbe arrivarne uno a tempo pieno (si spera!) e saranno di nuovo dolori. La storia è complessa, i personaggi sono tanti e prima di pubblicare ho sempre il terrore di star contraddicendo qualcosa di già scritto. Insomma, ritagli di tempo + trama impegnativa: pessima combinazione. Sono anche, suppongo, i motivi per cui tanti lettori hanno abbandonato e li capisco. Davvero.

Ma... Ma. Se la storia ormai interessa soltanto a due o tre persone, non so se continuare con la pubblicazione. Adoro le loro recensioni (e loro lo sanno bene!), perché al di là del gratificarmi mi permettono di crescere come umile scrittrice. Però uno o due commenti sporadici non valgono i salti mortali che talvolta devo fare. E detto da una che ha problemi persino a fare le capriole, vi assicuro che è un gioco potenzialmente fatale, ahahah.

Quindi? Quindi nulla. Se fra i pochi che ancora mi leggono c'è qualcuno che vorrebbe continuare questo viaggio, datemi un segno! (Coro angelico in sottofondo) Altrimenti, sto valutando la possibilità di finire questa prima parte e sospendere la fanfic fino a data da definirsi. (Ai recensori irriducibili: potrei mandarvi un riassunto con delle anticipazioni, nel caso.) Non voglio costringere nessuno, sia chiaro! Le storie devono essere lette per piacere, non per obbligo. Mica siamo a scuola. Se preferite non recensire, per qualsiasi motivo, io comprendo perfettamente. Nessun rancore.

E' solo che mi piaceva davvero tanto quando tre, quattro, persino cinque recensioni erano la norma. E non certo perché volessi andare in giro a vantarmene (e con chi, visto che scribacchio su Efp in segreto? ahahah), ma perché ognuno di voi era stato colpito da un particolare diverso del capitolo. E si arrabbiava con Tenten, si arrabbiava con Neji, combatteva accanto a lei, fluttuava nella neve insieme a lui, sognava di ubriacarsi con le Amazzoni o di camminare per Villa Hyuga a notte fonda. Con ogni recensione ripercorro il capitolo da un'altra prospettiva e divento io stessa lettrice; scopro sottintesi di cui ero all'oscuro eppure sono lì, sono coerenti e rendono i personaggi più reali anche ai miei stessi occhi. Ecco sì. Reali.

Eee quest'angolo dell'autrice è durato fin troppo. Perché le Norne? Perché le Moire erano banali, Wikipedia mi ha reindirizzato alle Norne e la mia passione per "Vikings" ha fatto il resto. Inoltre Urdar Brunnr soddisfava anche altre necessità di trama. Si vedrà tra poco.

Chiudo pregandovi di tenere un minuto di silenzio per i gioiellini di Neji, che stanno ancora piangendo.

A presto!

francy
  
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