Nera
rosa che fulgida brilla
che
fulgida brilla.
Nera la
rosa,
bianca la
vita.
Sia la Luna
La tua
madrina.
Nera una,
sotto
un manto
di brina…
“Okami no Tora”.
Aki lesse
confusa quell’insegna.
Non aveva mai
visto quel negozio,
poco ma sicuro.
“Sarà
nuovo…” Si disse, incuriosita.
Scrollò le spalle: che male c’era se avesse dato
un’occhiata? Poi, i suoi amici
non si sarebbero preoccupati se non l’avessero vista arrivare
subito dopo
scuola, giusto?
Si
aggiustò meglio la tracolla della
cartella e afferrò il pomello della porta di legno, affianco
alla vetrina,
spingendola delicatamente.
Un tintinnio si
diffuse in tutta la
stanza, mentre un delicato profumo d’incenso le
solleticò le narici.
Era un negozio
particolare, con le
pareti grigio perla della sala principale e il pavimento in legno, dove
faceva
sfoggia di sé un grande tappeto dai raffinati ricami, dai
colori sfavillanti.
Nei vari angoli
della stanza
principale si potevano distinguere molti oggetti antichi, tenuti in
buono
stato, con qualche ammaccatura dovuta dal tempo, che rendeva quei
monili più
interessanti. Ma ciò che più risaltava
all’occhio, e che fece rimanere senza
fiato Aki, era la presenza di numerosi libri.
Ovunque.
Su ogni scaffale
disponibile, soprattutto
nelle varie stanze adiacenti, sui tavoli vicino alle librerie,
anch’esse piene,
sulla scrivania vicino alla cassa, addirittura in alcune fessure sul
pavimento
o su aperture sul muro. Pure nella scala, all’angolo della
sala, vi erano, in
ogni gradino, almeno un libro.
“Posso
esserti utile?”
Una voce gentile
fece sobbalzare Aki,
non essendosi neanche accorta di non essere più sola nella
stanza.
Una ragazza era
scesa dal secondo
piano, portando sulle braccia una pila non indifferente di tomi di
vario genere.
La rossa non riusciva a vedere bene il volto della giovane, ma si
sorprese per
come riuscisse a reggere quel peso anche con una corporatura
così minuta.
“Vuole
una mano?” Si offrì Aki,
avendo paura che prima o poi avrebbe fatto uno scivolone.
“Oh,
non preoccuparti. Ce la posso
fare benissimo da sola..e non darmi del lei, per favore, non sono
così vecchia!”
Le disse questa, portando, senza troppi problemi, quella pila sopra
alla
scrivania, al lato sinistro della stanza.
Posata
la catasta, si girò verso Aki. Era
sicuramente una sua coetanea, forse con qualche anno in più,
ma un poco più
bassa e atletica, dai tratti decisamente occidentali, ma dal taglio
leggermente
allungato degli occhi che l’aveva tratta per un attimo in
inganno. La cosa che
più risaltava, però, erano i suoi ricci capelli
argentei, legati con un
elastico nero in una coda alta, e il colore dei suoi occhi, di un
colore indaco
dai riflessi viola, così intensi da perforarle
l’anima. Aveva due strane
cicatrici, sicuramente da taglio, che le sfregiavano il viso nei due
zigomi in
modo simmetrico, dando al suo viso una parvenza quasi felina.
Un grosso
ciondolo con il simbolo
dello Yang brillava sul suo collo.
Le sorrise
cordiale, scoprendo i
canini leggermente più appuntiti del normale, e le si
avvicinò, dandole il
benvenuto.
“Scusa
per il disordine, ma io e il
mio coinquilino siamo arrivati proprio oggi. Abbiamo finito di
scaricare tutto
proprio ora. Comunque, piacere, il mio nome è
An…”
“ANTARR!!”
Un grido,
decisamente maschile, fece
spaventare a morte le due ragazze, che non erano neanche riuscite a
stringersi
la mano.
L’albina
socchiuse gli occhi,
incominciando a ringhiare
“Scusami
un attimo…” Si allontanò
dalla rossa, rimasta basita, per avvicinarsi alla scala da cui era
scesa, scrocchiandosi
le nocche in modo decisamente inquietante “Yama, grosso
essere inutile, che hai
da urlare?”
Una testa
corvina fece capolino dal
piano di sopra, fissando stizzito Antarr, con due particolari occhi
d’orati “Dammi
una mano a portare di sotto tutte queste cose, invece di perdere
tem…po.. “
Sgranò gli occhi, sorpreso, vedendo che nella stanza
c’era un’altra persona.
Aki
arrossì di botto, sentendosi
intimidita da quegli occhi inquisitori, per poi scoppiare a ridere per
la
faccia basita e immobile del nuovo arrivato, mentre, al contrario,
Antarr gli
lanciò uno sguardo assassino “Tu spiegami
perché mi devi far fare figure idiote
ogni santa volta…” Il corvino le sorrise in segno
di scuse, passandosi la mano
tra i capelli.
La rossa riprese
fiato “Mi dispiace..ma
non ho saputo resistere..”
“Non
ti preoccupare, succede sempre ormai…”
Sospirò sconsolata l’albina, mentre il ragazzo
scese dalle scale,
affiancandola.
Era molto alto,
più o meno quanto
Jack, e con una buona muscolatura, dovette ammettere, con un certo
imbarazzo,
la rossa. Aveva dei nerissimi capelli, mossi e ribelli, che, ogni
tanto, gli
coprivano gli occhi magnetici, ferini, di un brillante colore
d’orato.
Al polso aveva
un bracciale in cuoio
nero, con attaccato lo Yin come pendente.
“Cavolo..
che differenza!” pensò Aki, vedendo i
due ragazzi vicini.
Come se le
avessero letto nel
pensiero, Yama ghignò, facendo scintillare i suoi canini
appuntiti, mentre
l’albina ridacchiò “Diciamo che non
siamo parenti…” E assottigliò lo
sguardo
“…altrimenti questo qua doveva essere un
po’ più basso!”
“Insomma!
Non è mica colpa mia!!”
Esclamò esasperato il moro. Dovevano aver fatto lo stesso
discorso tante, forse
troppe volte. Antarr fece un gesto innervosito, facendo così
finire la
conversazione.
“Lasciamo
perdere i discorsi idioti
di una complessata..” Incominciò il ragazzo,
appoggiandosi con il gomito sopra
la testa dell’albina, che aveva socchiuso gli occhi e aveva
scoperto i denti,
ringhiando nuovamente “..ormai non ce ne sarebbe bisogno, ma
una buona
presentazione va fatta comunque. Piacere, io sono Yama, mentre questa
qua sotto
è Ant-ahia!”
L’albina
gli aveva dato un calcio
nelle gambe, facendolo stramazzare al suolo, e sorrise come se non
fosse
successo nulla, rivolgendosi alla rossa “Aki… fai
come se fossi a casa tua,
oggi regaliamo un libro a scelta del cliente!” E prese per il
colletto il
ragazzo “Noi, intanto, torniamo al nostro
trasloco..” Disse salendo il primo
gradino.
“…ma
ti do un consiglio: guarda nella
libreria rosso scuro, nella terza stanzetta con l’orologio a
fiore, potrebbero
esserci… cose molto interessanti!” Le
consigliò, trascinandosi dietro uno Yama
imprecante “E stai fermo, tu! Chi sarebbe la
complessata?!” Esplose Antarr,
scomparendo al piano di sopra.
Rimasta sola,
Aki si portò le mani
alla bocca, cercando di non scoppiare a ridere per il continuo
bisticcio dei
due ragazzi “Spero che non debba
chiamare
uno psicologo!” Pensò, guardandosi
attorno.
Poi
alzò un sopracciglio, stupita,
ricordandosi un particolare “Ma come
faceva a sapere come mi chiamavo? Io non mi ero neanche
presentata…”
Ma poi fece
spallucce. Non importava
poi così tanto, sembravano bravi ragazzi dopo tutto.
E, ridacchiando,
decise di seguire il
consiglio della proprietaria del negozio, dirigendosi verso la terza
stanza.
Sulla sua parete di fronte, di un delicato color salmone,
l’orologio a
forma di fiore a sei petali, indicato da
Antarr, segnavano le due del pomeriggio. Proprio sotto, era stato posto
un
piccolo tavolino, con affianco una poltroncina color ocra. Un leggero
odore di
cannella stuzzicò le narici della rossa, che lo
respirò a pieni polmoni per
inebriarsi di quel profumo.
Al
centro della stanza si innalzava, dal
pavimento di legno scuro, una grossa libreria dalla forma particolare,
tubolare,
con la cima che si allargava come la chioma di un albero, arrivando a
toccare
il soffitto, laccata di porpora e decorata da raffigurazioni di
minuscole
foglioline dorate. Al centro della parte cilindrica faceva sfoggia di
sé una
pietra, di un materiale rosa-aranciato semitrasparente, che risplendeva
con la
luce delle lampade al muro, rimandando riflessi dai colori caldi su
tutta
quella stanzetta. Toccò la sua superficie, sentendola fredda
sotto la sua mano,
fremendo leggermente: sentiva che quel cristallo le apparteneva, in
qualche
modo.
“E’
una Padparadscha. Difficile da
trovare, ancor più è pronunciarne il nome. Nella
cristalloterapia esso indica
la volontà di comunicare al mondo direttamente col cuore.
Unisce in sé
creatività e spiritualità.” Disse una
voce dietro di lei.
Aki si
girò di scatto, presa alla
sprovvista, fissando con occhi sgranati la faccia divertita di Antarr.
Caspita! Da dove
diamine era sbucata
fuori??
Si accorse solo
dopo qualche momento
che le stava porgendo una tazza con qualcosa di caldo dentro, dal
profumo
invitante.
“E’
cioccolata calda” Le sorrise,
porgendole la bevanda “Aiuta la concentrazione e rilassa la
mente. Provare per
credere!”
“Oltre
al fatto che una delle poche
cose che sappia, tra virgolette, cucinare!” Urlò
dall’altra stanza Yama, a
quanto pare ripresosi dalla botta di prima. Antarr sospirò
pesantemente “Prima
o poi lo defenestro, giuro!”
“Guarda
che ti sento!”
Aki si trattenne
dal ridere,
prendendo la tazza e ringraziando, mentre l’albina le
indicò la poltroncina
presente nella stanza “Se vuoi leggere qualcosa, quello
è il posto migliore,
bisogna scegliere minuziosamente il libro da prendere” E,
salutandola, ritornò
alle proprie faccende, oppure, chissà.. a fare
ciò che aveva giurato prima.
La rossa
ritornò a guardare la
libreria con quella forma particolare, cercando un libro interessante.
Si
stupì non poco quando lesse i
titoli dei libri posti in quel mobile: tomi dalle più
disparate forme e
dimensioni, dai colori caldi che richiamavano le foglie degli alberi o
la terra
fertile. Libri di scienza, mitologia, storia, e tantissimi altri
generi, con in
comune il solo fatto di parlare del mondo terrestre. Libri nuovi e
antichissimi, scritti in ogni lingua conosciuta e non, dalle rilegature
elaborate o semplicissime, con illustrazioni minuziose o file di
scritte su
scritte. Papiri, rotoli, tavolette e, addirittura, pelli incise.
Allungò
una mano, sfiorando i dorsi
delle copertine dei tomi, come se fossero oggetti sacri, per poi
riportare lo
sguardo sul cristallo al centro. C’era qualcosa che
l’attirava.
Ne
toccò il bordo e la pietra si
spostò leggermente. Incuriosita ancora di più, ed
eccitata, fece più pressione,
aprendola del tutto, per poi guardare cosa c’era dentro la
piccola nicchia ora
scoperta.
Un libricino.
Lo prese, e se
lo rigirò tra le mani,
appoggiando la tazza sul tavolo. Era molto più piccolo degli
altri, tutto color
prugna dalle rifiniture dorate. Al posto del titolo spiccava una grossa
rosa
dai petali neri.
Alzò
un sopracciglio: perché quel
colore così singolare?
Richiuse con
attenzione l’apertura,
rimettendo al suo posto il grosso cristallo,e, con quel piccolo volume
in mano,
si sedette sulla poltrona, sorseggiando la cioccolata calda,
assaporandola con gusto.
Antarr aveva ragione.
Rimirò
per qualche altro secondo quel
disegno sulla copertina,per poi aprire il libro.
Nella prima
pagina vi era un immagine
di un fiore ancora chiuso con, sullo sfondo, una grossa Luna piena.
Sotto, scritto a
mano con un’ elegante
calligrafia, vi era un’unica frase:
“Può
il fiore nero brillare fulgido nel buio?”
Aki
alzò un sopracciglio. Cosa voleva
significare? Era strano, eppure.. le facevano venire in mente molti
ricordi. Si
toccò lo stabilizzatore che aveva tra i capelli “Impossibile, ma come…”
Scosse la testa.
Si
passò una mano dietro il collo,
non capendoci nulla. Poi la curiosità prese il sopravvento
e, dimenticandosi i
dilemmi di prima, girò pagina.
E
iniziò a leggere…
****
“Non avrei mai pensato che la prima storia sarebbe andata a
lei…” disse Yama,
mentre scribacchiava qualcosa su un foglio.
Antarr sorrise,
sfogliando
delicatamente un grosso tomo dall’aspetto molto antico
“Io non avevo dubbi
invece..”
Yama
portò lo sguardo all’albina,
alzando un sopracciglio, per poi spostarlo verso la stanza dove Aki si
era
messa a leggere e vide spuntare, dalla borsa della rossa, una grossa e,
all’apparenza, morbida piuma bianca con la punta rosso scuro.
Fece un
sorrisetto “Sei sempre la solita Antarr, non lasci mai nulla
al caso, vero?”
L’albina
alzò lo sguardo, facendogli
un occhiolino e alzando leggermente una mano, facendogli scorgere
un’omonima
piuma bianca e iridescente.
Entrambe
lampeggiarono di rosso per
un secondo, ma fu abbastanza perché i due proprietari se ne
accorgessero, e
sorrisero, salutando con lo sguardo quell’imponente ombra
che, protettiva,
affiancava Aki.
Antarr
guardò Yama e, in sincronia,
sussurrarono “Che il primo dei racconti abbia
inizio”
E solo loro si
accorsero del buon profumo
di rose che invase l’intero negozio.
Un profumo che
portava con sé antiche
memorie di un passato lontano.
Un passato di
sangue, di dolore, e di
piccole spine.
Una storia di
forza, coraggio e
amicizia.
Una storia tra i
petali di una bianca
rosa nera.
Una storia che
ancora oggi vola tra
le ali di un Guardiano che visse nell’odio e
nell’amore..
Una storia di un
tempo passato…
Due grandi occhi
si chiusero,
ricordando. La Rosa Nera si accucciò, attorcigliando le code
spinate intorno
alla ragazza immersa nella lettura, assaporando il flusso di memorie
che quel
libro riusciva a trasmettere alla sua anima.
Avrebbe rivisto
tutto.. ma era
felice, poiché ora qualcuno avrebbe conosciuto la sua
storia, rivivendo con lei
ogni momento della sua esistenza.
Doveva
proteggere quella ragazza,
donandogli il massimo della sua forza: i suoi ricordi, le prove della
sua vita
in questo mondo.
Avrebbe
sofferto, certo, ma sapeva
che ora avrebbe potuto superare ogni cosa, poiché non era
sola, e non lo
sarebbe stata più.
La Speranza era
il suo credo, e lo
sarebbe stato per sempre.
Riaprì
gli occhi, portando il muso
vicino alla rossa, scorrendo con gli occhi quelle frasi impresse nella
carta,
leggendo anche lei quelle vicende che erano ancora vivide nella sua
mente.
E la piuma
incominciò a colorarsi di
porpora.
Salve gente bella!
....
....
cri cri cri
....
ok....
colpa mia!
Antarr: oh! guarda! E' tornata di nuovo...
Yama: si sa...scompare e ricompare così...
...ma...ma...non è sempre colpa mia..
Antarr: giusto...è colpa mia.. (*ironico*)
Yama..e mia...(*ancora ironico*)
....CERTO!
Antarr e Yama: MA SE ESISTIAMO SOLO NEL TUO CERVELLO, IDIOTA!!!
*e la spiaccicano a terra*
Antarr: Santa pazienza...
Drago Cremisi: Dimmi!
Yama: ....si è rimbambito anche lui...
*************
RINGRAZIO TANTISSIMO
Che senza la sua recensione non avrei mai avuto la forza e il coraggio di continuare a pubblicare questa cosa strana ahahaha
Grazie veramente tanto per i consigli e il tuo ottimismo!!!
E spero vivamente che pian piano i recensori diventino ancora di più! Ho bisogno di consigli e dritte Ragazzi!!!!!!
Sono qua dentro da un pò... ma non so scrivere come si deve, quindi aiutatemi... ma senza insulti grazie...se no divento una belva!!! (non è vero, tranquilli :D.....E' VERISSIMO!)
E qua vi lascio con l'inizio della terza storia nella raccolta, la prima storia vera e propria!
Spero di rivedervi di nuovo..e di non scomparire nuovamente :P
Ir_S