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Autore: Isa is smiling    29/05/2009    4 recensioni
Elizabeth Garden è una ragazza bella, sensuale, ricca, schietta e sola. Vive la sua vita secondo la massima "Occhio per occhio, dente per dente", cercando di non ripetere gli errori che hanno caratterizzao il suo passato. Non prova sentimenti, è una Casanova in versione femminile e ha collezzionato un centinaio ragazzi. Mai stata innamorata, fino al "reincontro" di un ragazzo della "sua stessa specie" che le stravolgerà l'esistenza. Chi ha detto che solo gli opposti si attraggono? “Salve. Il mio nome è Elizabeth Garden. Abito a Londra. Ho 27 anni. Alta, bionda, occhi azzurri. Segni particolari: ho alle spalle 110 ragazzi, per adesso. Usati e buttati via. So cosa starete pensando. “Che troia”. Beh, si, volendo…qualcuno potrebbe pensarla così. Ma appena sentirete la mia storia, credetemi, cambierete idea."
Genere: Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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[Io, Elizabeth Garden]*
{Occhio per occhio, dente per dente..}

 

Secondo Capitolo: La mia vita da Upper East Side..

 

La mia vita da adolescente non è mai stata degna di particolare attenzione. Avevo i miei amici, andavo bene a scuola, facevo le faccende domestiche, uscivo, ridevo, scherzavo.
Anche dopo la “fatidica notte” ero ritornata alla mia vita.
Certo, ero scossa. Incubi, insonnia, paura.
Ma col tempo passa tutto.
Ho sempre fatto in modo che ciò che mi accade mi scivoli addosso, non rimanga su – e in - me, per non lasciare alcuna traccia.
Avete presente la pioggia?
Quando piove l’acqua ci scivola addosso, senza lasciare nulla.
Torniamo a casa, ci asciughiamo, e di quella pioggia non rimane più niente.
Eppure..
Quell’acqua ha portato con sé storie che noi non possiamo neppure immaginare.
Ha solcato luoghi di cui non conosciamo l’esistenza.
È stata testimone di amori, di passioni, di tradimenti.
Imperterrita ha continuato a scendere, senza fermarsi.
La pioggia non ha tempo per scandalizzarsi, per rimanere ad aiutarti.
Proprio come il mondo.
Nessuno si ferma ad aspettarti.
Se rimani indietro, è una corsa con te stesso, sei tu l’unico concorrente – e, a volte, vincitore – di questa gara.
In effetti, non so come io sia diventata “in questo modo”.
Ma so bene che è il modo migliore per andare avanti.
Se non provi sentimenti, se niente ti turba, niente può ferirti.
Nella vita siamo tutti dei bersagli.
Tutti, prima o poi, veniamo colpiti da qualcosa – o da qualcuno -  che ci fa del male.
C’è il dolore, la rabbia.
Ma poi?
Cosa succede quando tutto finisce?
Si, insomma, quando rimani sola con te stessa e hai immagazzinato tutto il tuo dolore, cosa fai?
Le opzioni sono due.
Puoi scegliere di rimanere a crogiolarti nel dolore, nella paura, vittima di te stessa, senza il coraggio di alzarti e ricominciare a provare.
Oppure, come ho fatto io, continui.
Continui la tua vita come se nulla fosse accaduto, nell’ipocrisia e nella paura di poter, un giorno o l’altro, cadere nel baratro dei ricordi.
Per questo ho eliminato tutto.
Ho deciso di non ricordare per non cadere giù.
E quando il dolore colpisce, fai finta di non sentirlo.
Infatti, quando mio padre morì, ed io avevo 22 anni, non sentii dolore, né piansi.
Perché avrei dovuto?
Sono più che convinta che sia passato ad una vita migliore, lasciando a me una più che gradita sorpresa.
Un conto in banca che aveva dentro una cifra esorbitante.
Mentre io vivevo la mia vita da normale adolescente, mio padre portava avanti una piccola impresa che prima della sua morte era diventata uno dei produttori esteri di non so cosa più richiesti.
E io non ne sapevo nulla.
Avrà avuto le sue buone ragioni, comunque.
A 22 anni mi ritrovavo con un patrimonio enorme, un’azienda, e un pesce rosso.
Ci fu chi si offri di dirigere le aziende di mio padre – amici di famiglia, dicono – cosìcchè io avrei potuto godermi il capitale.
Tutt'oggi funziona così. I dirigenti prendono il loro stipendio e io mi godo il resto del profitto.
Vivo la mia vita da 27enne incallita con carta di credito a 6 zeri, senza emozioni.
Cosa volere di più dalla vita?

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23 maggio, ore 22.00, Soho.
 

Quella sera – una delle tante – uscii di casa con calma.
Ero abbastanza felice. Pochi minuti prima avevo lasciato il mio 110° ragazzo.
Nella mia vita il numero 10 ha sempre avuto molta importanza, bisognava festeggiare!
Raggiunsi il mio gruppo di amici/adulatori davanti il locale in voga in quel periodo.
Entrammo, come di consueto, gratis.
Quando la tua popolarità arriva ad un certo standard certe cose, poi, diventano quasi naturali.
Era una serata come tutte le altre.
Avevo conosciuto un ragazzo passabile.
Uno di quei fighetti “finti ricchi” che si aggirano pei i locali il sabato sera.
Ballammo, ci divertimmo.
E mi invitò a casa sua.
Sarebbe stata una notte alquanto movimentata.

  
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