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Autore: asyathemoonchild    19/01/2017    1 recensioni
Maddie, metà francese e metà inglese, è una giovane stella del Quidditch. è cresciuta insieme a James Potter, che considera un fratello, e Sirius Black, con il quale ha invece un rapporto di amore-odio. Alla vigilia della Prima Guerra Magica gli ignari studenti vivono vite da adolescenti, con amori, odi, amicizie e gelosie.
Scoprite i personaggi inventati da me: Madeleine "Maddie" Du Barry, Cassie Abbott, Milton McDougal e Kat Scamander.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Per Merlino, Ramoso, ma ti sei dimenticato come si fa a correre? -
La voce canzonatoria di Sirius risuonò per tutto il piccolo giardino sul retro di casa Potter, al numero 43 di Godric's Hollow.
James gli fece un gestaccio. - Prendi la palla, invece! - Lanciò con forza la vecchia Pluffa, che andò a finire dritta in faccia al suo migliore amico.

Maddie, seduta in cima al muro che divideva il suo giardino da quello di James, saltò giù allarmata. Il naso di Sirius perdeva sangue , così come il suo labbro inferiore. - Merda, James! - Imprecò la ragazza. - Va' a prendere uno straccio. -
Lei rimase a controllare la faccia del ragazzo, che però disse: - lascia stare, sto bene. -
- Oh, ma taci, una volta tanto. Ora lascia che ti aiuti a sederti. -
- Ce la faccio. - Sirius si sedette su una delle panchine di pietra del giardino.
Maddie avvicinò una mano per sfiorargli lo zigomo, nel punto in cui andava formandosi un livido, ma lui la respinse. - Ti ho detto che sto bene, lasciami stare. -
- Piantala di fare l'idiota, Black, e lasciami guardare. -
Il ragazzo era riluttante, ma lei ormai c'era abituata: Sirius era la persona più orgogliosa che conoscesse e detestava farsi vedere debole. Bisognava litigarci, prima.
Infatti, quando James ebbe portato lo straccio, lasciò che Maddie detergesse il sangue. Per tutto il tempo la guardò intensamente, ed era abbastanza inquietante. James non faceva altro che scusarsi, e questo fece tornare il sorriso sulle labbra del suo migliore amico. - Non fa' niente, Ramoso. -
Il sangue si fermò dopo poco. Quando i tre tornarono in cucina a buttare lo strofinaccio sporco trovarono Euphemia, la madre di James, che sgranò gli occhi nel vedere il pezzo di stoffa coperto di sangue. - Cos'avete combinato stavolta? -
- Non si preoccupi, signora Potter, mi è solo arrivata la Pluffa in faccia. -
- Oh, povero caro! - Anche Euphemia lo fece sedere e si mise a controllarlo. Con Sirius e Maddie era iperprotettiva tanto quanto lo era con James: erano come figli, per lei. - Fleamont! -
Il marito accorse dal soggiorno. - Che cosa c'è? -
- Controlla se il naso è rotto. -
- Non è rotto, signora Potter, non si preoccupi. -
Nonostante le parole di Sirius, Fleamont si avvicinò per dargli un'occhiata. - Niente di grave – dichiarò. - Ti sei preso una bella botta, però. -
- E ora dovrai andare alla stazione come se fossi appena uscito da un pub! - Si lamentò la signora Potter.
- Mamma, la stazione non è mica un ritrovo di modaioli. -
- Ma non si arriva ad Hogwarts con la faccia in disordine! -
- Stia tranquilla, signora Potter, lo sistemo un po' io – si offrì Maddie, sforzandosi di non ridere.
I tre ragazzi salirono in camera di James. Quest'ultimo si mise sul letto ed iniziò a leggere un libro che avrebbe già dovuto aver finito per Storia della Magia, mentre Maddie trascinò Sirius in bagno per lavarlo come si deve. - Guarda che posso fare da solo – disse lui per la milionesima volta, mentre la ragazza inumidiva il bordo di un asciugamano.
Maddie lo gettò a terra. - Bene, mi hai convinta – rispose, stizzita. - Arrangiati. -
Fece per uscire, ma Sirius la afferrò per un braccio. - No, dai… resta. -
Lei si voltò, fulminandolo con lo sguardo. - Devi imparare ad essere un tantino più deciso, Black. -
Il ragazzo si strinse nelle spalle, accennando un sorriso. - È che mi piace farti incazzare. -

- Me n'ero accorta, grazie. - Maddie raccolse l'asciugamano e prese a tamponare la pelle attorno al naso, arrossata, per poi passare al labbro. Sirius aveva delle bellissime labbra, era una delle cose che più le piacevano, di lui. Le labbra, gli occhi e le mani.
- Finito – annunciò dopo un paio di minuti. - Bello pulito per l'Hogwarts Express. -
- E tu vieni così? -
- In che senso? -
Il ragazzo fece un vago cenno verso la felpa informe delle Appleby Arrows. - Vuoi che ti prendano a sassate? -
- Va' a farti fottere, Black. -
- Oh, con piacere. - Le lanciò un sorrisetto malizioso, poi uscì dal bagno.
Con un sospiro Maddie scosse la testa e si sistemò i capelli, per poi tornare di là dagli altri. - Voi con cosa andate in stazione? -
- Taxi. Voi? - Domandò James, anche se conosceva già la risposta.
- Scopa. Veniamo solo io e mio padre, però. La mamma è già al lavoro. -

- E come fai col baule e con Byron? -
- Incantesimo Estensibile Irriconoscibile fatto da mia madre. Trasporterò tutto in uno zaino. - Guardò l'orologio. - È tardi, ragazzi, meglio che vada. Ci vediamo lì. -
Dopo aver salutato James e Sirius, Maddie tornò in giardino e scavalcò il muro. Suo padre era lì, vicino all'orticello, ad aspettarla. Accanto a lui, lo zaino e le due Nimbus Mille. - On va, Madou? -
- Bien sûr, papa. - Con il padre Maddie parlava sempre la sua lingua, il francese. Dopotutto aveva vissuto in Francia fino ai sette anni, e le piaceva il fatto di continuare a parlare quella lingua così familiare. A volte Gordes, il paese in cui avevano vissuto, le mancava. Parlare in francese era la sola cosa che ne mantenesse viva la memoria.
Suo padre, Adrien, eseguì su entrambi un Incantesimo di Invisibilità, poi inforcò la propria scopa e Maddie fece lo stesso dopo essersi messa lo zaino. Quando spiccò il volo sentì il familiare vuoto allo stomaco e sorrise al vento che le sferzava la faccia. Salì per un centinaio di piedi, poi iniziò a volare in orizzontale verso la lontana macchia brulicante di vita che era Londra.

Arrivarono a King's Cross in un'ora. Lasciarono le scope in una rimessa apposita sul tetto e si ripulirono dall'incantesimo, poi estrassero il baule e la gabbia di un arrabbiatissimo Byron dallo zaino. Byron era il gufo di Maddie, un vecchio pennuto nero che l'accompagnava da anni.
Padre, figlia e gufo si avviarono giù per le scale e raggiunsero in fretta il binario 9¾. Lì trovarono tutti gli amici di Maddie: James, Remus, Peter, Kat, Milton, Cassie, tutti impegnati a salutare i genitori e ad ascoltare le loro raccomandazioni. Solo un ragazzo stava in disparte. Sirius era indolentemente appoggiato con la spalla ad uno dei muri di mattoni rossi del binario, fingendo di trovare terribilmente interessanti le proprie unghie per non guardarsi attorno.
- Meglio se ci salutiamo qui – disse Adrien. - Così puoi andare a fare compagnia a Sirius. Il en a besoin. -
Maddie annuì ed abbracciò forte il padre. - Je t'ecris toutes les semaines, ok? -
- Mais oui, Madou. -
L'uomo le depose un bacio in fronte. - Bon voyage. -
- Merci, papa. On se voit a Noël. -
Salutando con la mano suo padre si allontanò, fino a scomparire oltre il muro magico del binario. Maddie lo guardò per un istante, come se si aspettasse di vederlo ricomparire, poi camminò verso Sirius spingendo il suo carrello. - Ehi. -
- Oh, ciao. - La guardò. - Come mai tuo padre se n'é già andato? -
- Aveva un appuntamento qui in città – mentì la ragazza. - Come va la faccia? -
- Meglio, grazie. - Guardò distrattamente la locomotiva rosso fuoco dell'Hogwarts Express. - Non serve che stai qui a consolarmi, sai. -
- E chi ti consola. -
- Sei sempre stata una pessima bugiarda. -

- È un bene, sai? -
Lui sorrise, una vena di amarezza nella piega della bocca. - Certo, ma non quando cerchi di fottere Sirius Balck. -
- Non sto cercando di fotterti, voglio solo farti un po' di compagnia. -
- Se mi sono messo qui in disparte in mezzo a tutti questi quadretti felici, secondo te vuol dire che volevo compagnia? -
Maddie lo guardò negli occhi, marrone dentro a nero. Occhi spavaldi ma che, a chi sapeva guardare, mostravano la solitudine di qualcuno che solo all'apparenza aveva tutto. - Sì. -
Sirius la guardò, sorpreso, ma non disse nulla. Non riprovò a mandarla via, ma le prese di nascosto la mano, celando il gesto tra le pieghe dei cappotti. - Grazie. -

 

Maddie e Sirius si sistemarono in uno scompartimento piuttosto grande con James, Remus, Peter, Cassie, Milton e Kat. La ragazza salutò tutti con un caloroso abbraccio, nonostante si fossero visti da poco in occasione del compleanno di Milton.
- Hai letto il libro che ti ho prestato? - Le chiese subito Remus.
- Certo – rispose prontamente lei. - Ce l'ho nel baule, domani mattina te lo do. - Lo guardò. - Pronto a prendere Eccellente in tutti i M.A.G.O.? Tu e Kat, naturalmente. -
Remus e Kat erano i due ragazzi con i voti più alti del loro anno, divinità per gli studenti più piccoli, enormi risorse per quando gli altri non facevano i compiti – soprattutto per via del Quidditch.
- Sarà dura prendere Eccellente in Aritmanzia – commentò Kat. - La Gahiamens non è una che regala. -
- A te non c'è bisogno di regalare niente – intervenne Cassie.
Kat arrossì e fece un piccolo sorriso, per poi tornare ad immergersi nel volume che teneva aperto sulle ginocchia.
- E tu, Milton? - Maddie lo guardò. - Non parli? -
- Strano – lo prese in giro Cassie.
Lui la guardò storto. - Bello vederti, Mads. -
La ragazza sorrise e gli passò un braccio attorno alle spalle. Milton non parlava molto, e quando lo faceva era piuttosto laconico, ma lei adorava il suo amico così com'era.
Ben presto la situazione diventò come al solito: Maddie, James, Sirius e Milton iniziarono a discutere animatamente di Quidditch – tutti e quattro erano tifosi accaniti e si allenavano spesso assieme. In più era l'unico argomento che faceva dire a Milton più di sei parole di fila. Remus aveva seguito l'esempio di Kat e si era messo a leggere, Peter e Cassie dormivano della grossa accanto ai finestrini.
Il viaggio trascorse veloce, e in men che non si dica passarono i prefetti ad avvisare di indossare le divise. - Bene, ragazze, date un po' di conforto a questi occhi stanchi – disse Sirius.
- Ha-ha. Molto divertente. - Mentre passava per andare a cambiarsi in bagno, Maddie gli rifilò uno schiaffo scherzoso dietro alla testa.
Il castello si parò davanti ai ragazzi, immenso e bellissimo come sempre. Maddie, ogni volta che arrivata, si sentiva come liberata di un peso: adorava Hogwarts. Era il suo mondo, la sua casa.
Guardò gli amici con lei nella carrozza, ed indovinò che la pensavano esattamente come lei.
Così iniziò l'ultimo anno di Madeleine Du Barry alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. 

 

   
 
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