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Autore: Everian Every    20/01/2017    1 recensioni
Mentre la Lucas Force, sulla terra, è stata catturata da Shadow Blade e dai suoi sgherri, come si sviluppa la conquista del Multiverso da parte dell'esercito delle Ombras?
Nitro, l'Every che ha deciso di parteggiare per Shadow Blade in questa guerra, è stato incaricato di guidare la conquista del pianeta equestre, assoggettandone e distruggendone ogni forma di vita, con ogni mezzo possibile.
Capitoli più corti del solito, per permettere una lettura più agile e piacevole e per non dare troppa pesantezza alla storia che non pretende di essere troppo pesante.
Enjoy This :D
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parte Dodici
 
"Che vuoi da me?" sbottò Twilight, cercando di sostenere lo sguardo di quegli occhi verde scuro che la scrutavano come aghi incandescenti.
Nitro si strofinò le mani, sospirando. "Quello che voglio io è semplice. Voglio diventare sempre più forte fino a che non sarò in grado di battere una persona molto speciale che nessuno di voi conosce. Ma perché dovrebbe interessarti quello che voglio io? Piuttosto dovresti domandarmi che vuole quel vostro amico con l'inchiostro al posto del sangue."
"Shruikan? Che intendi?" chiese spiazzata la principessa dell'amicizia e della magia, cadendo a sedere sulla sedia che il Generale le aveva messo vicino appena entrati nella stanza da letto.
L'Every fece un sorrisetto sornione. Amava sapere qualcosa che interessava ad altre persone e così poter giocare con loro. Ma il sorriso scomparve. Doveva muoversi, non poteva perdersi in stupidi tira e molla di informazioni infantili.
"Il tizio, Sciuricane o come diavolo si chiama... Mi ha chiesto di cancellare la tua memoria. Il punto è che tu hai, da quanto mi ha spiegato lui, la spiacevole mania di annotarti TUTTO... compresi i punti deboli di ciascun membro della vostra squadra, perfino il tuo stesso. Uno svantaggio non inconsistente, mi spiego?"
Twilight lo fissò con occhi spenti. Tutt'a un tratto non aveva di che rispondere. Nitro supponeva che si stesse sentendo il mondo addosso, in quel momento. Probabilmente vedeva la sua smania di conoscenza come un male, in quel preciso istante, vedeva un errore commesso, vedeva conseguenze alle sue azioni. Le avrebbe detto qualche parola di incoraggiamento, se gli fosse importato minimamente di lei.
"E-e allora... allora perché non è venuto Kishin in persona? Perché mandare te?" sibilò dopo qualche istante di silenzio la principessa, passando all'offensiva. Non aveva altri mezzi per difendersi dallo sconforto che stava provando se non attaccare.
"Il grandissimo figlio di puttana che mi tiene al guinzaglio, altresì noto come Shadow Blade, ha stabilito limiti, dopo i... recenti avvenimenti. Troppe visite alla vostra cella da parte di vostri vecchi compagni, ha preferito stabilire restrizioni. Così, al momento, io sono uno dei pochi che possa entrare in contatto con voi. Scurimanno, lì, non può più avvicinarsi, o sua maestosa e regale persona di... Shadow Blade, insomma, lo farebbe, come dire? A pezzi, lo ridurrebbe a meno di niente. Il problema solito di chi è immortale e non eterno, che, di fatto, può ancora morire. Ironico, no?"
"M-ma perché proprio a te? Perché non a qualcun'altro, come... Emma, o anche Vampy. Con Vampy avevamo rapporti pacifici prima della catastrofe..."
"Non so dirtelo. Sta di fatto che a me non frega una virgola di voi. Io attualmente devo obbedire all'ombra bastarda e fortificarmi, nient'altro. Quindi non me ne frega niente se qualcuno scopre i vostri punti deboli o meno. Forse il tuo amico traditore ha chiesto a me perché sa che io non ho problemi a dargli una mano."
Twilight tentennò. Nitro sembrava così freddo e spietato da spaventarla. Cosa sarebbe stato capace di fare, su richiesta? Era davvero il mercenario maledetto che mostrava, o aveva qualche qualità, sotto sotto? Quei suoi occhi tempestosi e ardenti la scioccavano, le nascondevano qualcosa, ma non riusciva a capire cosa! Era terrorizzata all'idea di non comprendere qualcosa.
Inspirò per farsi coraggio e strinse il pungo sul ginocchio.
"Quindi mi cancellerai davvero la memoria?" balbettò titubante.
"Se me lo chiederai." rispose secco l'altro, sedendosi pesantemente sul letto di fronte a lei. "Una cosa di giorno, però. Ho un mondo da fare a pezzi."
Non specificò che si trattava del suo, anche se avrebbe potuto. Non gli andava di infierire. Gli faceva un minimo di pietà, quella creaturina debole e sconfitta.
La ragazza sospirò di nuovo. Sembrava immersa in elucubrazioni terribilmente profonde.
"Ok. Ok, va bene. Cancellami la memoria, è la cosa migliore. Per tutti."
Nitro fece un gesto svogliato di assenso e tirò fuori da una tasca dei jeans una pietra opaca di un verde molto scuro, dalle innumerevoli sfaccettature.
"Ti direi che non farà male. Ma la verità è che non so nemmeno io cosa succederà." le disse. Poi le poggiò la pietra sulla fronte. Un lampo di luce avvolse la stanza. Per quasi un minuto, i ricordi fluirono dalla mente della principessa alicorno, volteggiando nella luce eterea. Nitro vide ogni cosa. Aveva la possibilità di trovare il modo di battere con facilità tutti i membri della Lucas Force. La tentazione era grande. Troppo grande.
Ma prima che potesse fare pazzie, la magia terminò il suo effetto e la luce svanì, venendo risucchiata nella pietra che iniziò a brillare intensamente.
"Ha... ha funzionato?"
Nitro annuì, studiando la pietra con morbosa curiosità. "Si. Tutti i ricordi sono chiusi qui dentro. Il potere di uccidervi tutti con un dito... Nelle mie mani... Il potere di distruggere così tante vite senza nemmeno sforzarmi..." Strinse la pietra nel pugno. Sentì, per la prima volta in vita sua, dolore, quando distrusse il monile magico, perdendo definitivamente la possibilità di conoscere quei segreti. Un dolore interiore, che lo fece sentire male. Stava davvero soffrendo per aver perso l'occasione di comportarsi da viscida serpe? Che schifo, si era fatto tentare come un qualsiasi aspide strisciante, come quelle Ombras che odiava tanto.
"Ora va. La guardia qui fuori ti riporterà alla cella. Non scappare. O ti ucciderò personalmente. Io devo... sbrigarmi. Sono stato lontano dalla battaglia troppo a lungo." disse, anche se in realtà voleva solo restare solo, solo coi suoi pensieri, coi suoi dubbi.
Twilight si alzò, ancora stordita, e si avviò verso la porta. Sull'uscio si bloccò.
"Perché vuoi così fortemente uccidere Daniel? Che ti ha fatto di tanto male?"
Nitro sentì un battito al petto. Si tastò sconcertato lo sterno. Da quanto non sentiva quel colpo secco dentro? Da quanto non sentiva un guizzo sotto i muscoli e le ossa?
Senza voltarsi, rispose: "Perché lui è il sole, la luce. Shadow Blade è l'oscurità, il vuoto. Io sono quello che divora entrambi. Perché Shadow Blade e Lucas hanno forti convinzioni, combattono per i loro ideali. Mentre io combatto senza sapere perché. E io odio chi combatte con forti ideali come loro, mentre io ancora devo chiedermi da che parte sto. Perché Lucas e Shadow Blade hanno tutto, mentre a me è stata concessa solo la maledizione di non poter in alcun modo morire. Perché io sono il Sole Nero, e il Sole Nero esiste per spezzare quello che quei due rappresentano."
"Quindi tu combatti anche contro..."
"Se potessi, lo ucciderei ora. Ma..." l'Every afferrò il bracciale con la pietra rossa che gli serrava il polso sinistro. Il gioiello brillò più forte a contatto con la sua mano "Ma non posso. Ora vattene, prima che io decida di volerti usare ancora."
Twilight rabbrividì, anche se sentiva che quella minaccia era più vuota di tutte le parole di Shadow Blade. Poi se ne andò.
Nitro restò solo e la stanza gli sembrò diventare improvvisamente spoglia, fredda e buia.
Ripensò alla domanda di Twilight. Alla sensazione che lo aveva colto quando aveva nominato quell'eroe. Alla sensazione che sin da quando aveva sentito parlare di lui aveva provato. Aveva sentito il cuore battergli di nuovo, come non faceva da tantissimo tempo, da quando gli Every erano spariti. Era stato un fuoco vivo che era sgorgato in lui, il desiderio di migliorarsi solo per il gusto di farlo, solo per sana competizione.
Da quanto tempo il suo cuore non aveva vibrato alle note di una sfida?
 
Fine Parte Dodici
   
 
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