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Autore: Najara    21/01/2017    12 recensioni
Un invito, un momento speciale, un bacio: le cose possono essere semplici, ma quando parliamo di Kara Danvers e Lena Luthor niente è davvero semplice.
Un'avventura SuperCorp.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Essere il suo punto debole'
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L’inaspettato

 

Kara si sistemò gli occhiali mentre aspettava che Lena finisse con il suo ultimo appuntamento della giornata. La giovane Luthor era rientrata da Metropolis quella mattina ed era stata sommersa dagli impegni accumulatisi durante la sua assenza, ma aveva trovato il tempo di chiamarla e di chiederle se il suo ‘progetto’ per loro due poteva essere attuato quella sera stessa. Quindi eccola lì, ad aspettare, con la testa e il cuore in subbuglio. Voleva credere alle parole di Alex che aveva liquidato la faccenda come idiozie da paparazzi e le aveva chiesto se ora non credeva più che potesse esistere l’amicizia tra due donne e voleva credere al suo istinto primario: fidarsi. Malgrado ciò aveva paura che Lena avesse dato alla loro relazione un significato diverso da quello che le aveva dato lei, magari per Lena la fedeltà non era nel pacchetto. L’idea la fece irrigidire di nuovo e lei dovette chiudere gli occhi per allontanare il sospetto.

“Arrivederci signor Haston, saluti sua moglie da parte mia.” La porta dell’ufficio si era aperta e un uomo elegantemente vestito ne uscì, accompagnato da Lena che lo congedò sorridente. Non appena fu entrato nell’ascensore però, sbuffò. “Mi dispiace! Non riuscivo più a liberarmene.”

Kara sentì il cuore accelerare e non era un sentimento negativo questa volta, no, nel vedere il sorriso di Lena ogni sospetto fu categoricamente messo da parte.

“Jess, per questa sera abbiamo finito, puoi andare. A domani.” Lena non distoglieva gli occhi da lei.

“A domani, miss Luthor.” Salutò la donna, alzandosi e raggiungendo a sua volta l’ascensore, lasciandole sole. Allora, finalmente, Lena le si avvicinò e si piegò sulla sedia, nella quale lei aveva aspettato, catturandole le labbra in un bacio, pieno di bisogno.

Mmm… quanto mi sei mancata…” Mormorò baciandola ancora. Kara arrossì e poi rise.

“Sai… ho pensato che avessi un’altra…” Gli occhi di Lena si sgranarono.

“Cosa?” Chiese sorpresa.

“Ecco… ho visto una tua foto con una donna che ti teneva la mano e il titolo diceva: nuovo amore per Lena Luthor; e…” Lena rimase interdetta per qualche secondo poi scoppiò a ridere.

Kara Danvers gelosa? Davvero? Questo non me lo sarei mai immaginato!” Con il riso ancora sulle labbra si chinò su di lei baciandola con passione. “No, Kara, esisti solo tu. Immagino la foto si riferisse alla mia cena con Elisabeth, una delle poche amiche che mi sono rimaste dalla scuola. Le ho parlato di te per tutto il tempo.”

“Davvero?” Chiese Kara sistemandosi gli occhiali con un sorriso felice e imbarazzato sulle labbra.

“Davvero.” Mormorò lei baciandola ancora. “Cosa ne dici di salire da me…” Propose la donna, ma poi ricordò i progetti di Kara. “No, no, avevi un programma e lo rispetteremo. Dimmi: dove mi porti?”

“Sei sicura di non essere stanca? Il viaggio e la giornata di lavoro…”

“Non sono stanca.” La rassicurò lei, poi le prese la mano attirandola in un abbraccio. “Adoro il fatto che tu me l’abbia detto… adoro la tua sincerità, vorrei che mi parlassi sempre dei tuoi dubbi o delle tue preoccupazioni, vorrei che fossimo sincere una con l’altra.” Le loro bocche si incontrarono di nuovo e Kara soffocò il senso di colpa sulle morbide labbra di Lena, evitando di pensare al grande segreto che taceva alla donna.

 

“Ok, sono perplessa.” Kara aveva congedato l’autista di Lena e ora la donna fissava un anonimo capannone che sembrava una palestra.

“Ti piacerà!” Assicurò ancora una volta Kara, poi le prese la mano e la guidò all’interno. “Devi indossare questa.” Lena osservò l’aderente tuta nera con aria sempre più confusa.

Kara… cosa…?”

“Lo vedrai! Indossala.” Le ordinò poi sparì in un camerino. Quando Lena uscì con la tuta addosso Kara la stava già aspettando e la sua incontenibile gioia era tanto contagiosa che Lena smise di preoccuparsi o di pensare che era ridicola con quella tutina nera. Per quest’ultimo aspetto la aiutò Kara che nel vederla arrossì distogliendo gli occhi attraversati da pensieri più che evidenti.

Passarono in un secondo camerino dove un addetto le aiutò a trovare un casco adatto, ormai Lena aveva smesso di tentare di indovinare dove la ragazza la stesse portando.

“Siamo pronte.” Affermò Kara.

“Ma la domanda rimane la stessa: pronte per cosa?” Kara si voltò a guardarla, gli occhi che brillavano anche sotto gli occhialoni che portava assieme al casco.

“Pronte a volare!” Nello sguardo di Lena passò un lampo di sgomento.

“Volare?”

“Sì!”

“Io…” L’entusiasmo negli occhi di Kara era tale che Lena si bloccò, come poteva dirle che lei detestava volare? Che lo faceva solo ed esclusivamente per lavoro?

“Non ti piace?” Chiese Kara e lei le sorrise.

“No, no… solo che…”

“Non aver paura! Ci sarò io a tenerti, lo faccio da sempre!” La ragazza scosse la testa arrossendo. “Voglio dire: ho già provato a farlo e non è niente di difficile…” Al suo cenno affermativo Kara la accompagnò nella sala principale dell’edificio dove vi erano delle stanze rotonde con mura trasparenti. Malgrado ci fossero varie persone nella struttura, alcuni con le loro stesse tute altri con abiti normali, nessuno era all’interno di quelle particolari stanze, ma Lena iniziò a capire di cosa si trattasse.

“Gallerie del vento…” Affermò e Kara annuì entusiasta.

“Esatto! Vieni.” Entrarono in una di quelle strutture, ampie abbastanza da poter contenere anche quattro o cinque persone, e si misero una davanti all’altra. “Sei pronta?” Le chiese Kara un sorriso smagliante sulle labbra.

Non era pronta, non lo era per nulla, gli esseri umani erano fatti per stare a terra e non per… tese le mani e Kara le prese immediatamente. “Ti tengo io.” Affermò e nei suoi occhi brillò una tale sicurezza che Lena ne fu sorpresa, annuì e Kara si voltò per fare un cenno al tecnico.

Furono avvolte dal vento e prima che potesse fare alcunché Lena si ritrovò sospesa ad un metro da terra. Davanti a lei Kara sembrava nel suo elemento, le sue mani, allacciate alle proprie, le davano sicurezza e la trattenevano in una posizione corretta. Sto volando: si disse Lena e sulle sue labbra si aprì un grande sorriso: mio dio, era meraviglioso!

 

È stata la cosa più bella che io abbia mai fatto! Adrenalina pura e quel senso di libertà, avrei voluto che non smettesse mai.” Lena si voltò verso Kara, gli occhi le brillavano. “Sei la donna più meravigliosa che io abbia mai incontrato.” Prima che potesse pensarci erano una sulle labbra dell’altra, i corpi premuti, le mani che tentavano di liberarsi da quelle tute ormai diventate un fastidioso intoppo. Con il poco di raziocinio che rimaneva loro si spinsero in un camerino e poi chiusero la porta alle loro spalle. Lena le abbassò la cerniera che teneva chiusa la tuta per poi sfilargliela dalle spalle, le morse il collo scendendo in una serie di baci e morsi verso il suo seno ancora nascosto. Sentì la ragazza gemere quando lo lambì con una mano e non riuscì più a trattenersi, senza indugiare scostò quell’inutile tessuto di lato e afferrò tra le labbra il capezzolo già teso dal desiderio di Kara. La donna gemette di nuovo mordendosi le labbra cercando inutilmente di controllarsi. Lena tornò alla sua bocca baciandola con voracità, assaporando la sua lingua, desiderando fondersi con lei. Infilò la mano della tuta della ragazza scendendo lungo la sua pancia, infilandosi sotto in tessuto che ancora copriva Kara e cercando di giungere tra le sue gambe.

“Lena!” Annaspò Kara cercando di trattenerla. Si fermò, conscia che stava andando troppo in fretta, eppure lo desiderava da così tanto tempo. Incollò le labbra a quelle di Kara cercando di abbassare il ritmo. “Non ti fermare…” Le mormorò però Kara sulle labbra, gli occhi lucidi di passione e Lena si morse il labbro: non era stata una richiesta di fermarsi, ma un incitazione ad andare avanti.

Lena iniziò a lottare con la cerniera della propria tuta e Kara alzò le mani, poi, come se fosse stata carta, le strappò la tuta di dosso. Si fermarono entrambe, stupefatte. Kara guardò con sgomento la tuta di cui aveva un lembo tra le mani.

“Doveva essere difettosa…” Le mormorò Lena, troppo desiderosa di continuare il discorso intrapreso per preoccuparsi di un dettaglio così insignificante. Posò le labbra sul collo di Kara che però si tirò indietro.

“Mi dispiace… mi dispiace… io…”

“Ehi, ehi… non importa…” Lena guardò la giovane, bianca in volto senza capire perché fosse così sconvolta. “La pagherò, diremo che l’ho strappata nel toglierla.”

“Non è quello…” Kara si coprì il corpo con le braccia. “Scusa io… ora devo proprio andare…”

“Aspetta, Kara!” Ma la ragazza era già uscita dal camerino. Lena afferrò la propria camicia indossandola in fretta, ma quando uscì di Kara non vi era più traccia.

“Maledizione!” Proruppe. Era stata così stupida! Aveva perso il controllo e l’aveva spaventata. Si era ripromessa di non spingere, di non andare di fretta, di lasciare alla ragazza il tempo di desiderarlo tanto quanto lo desiderava lei e di non avere più paura e poi aveva rovinato tutto saltandole addosso in uno squallido camerino. Si passò la mano sul volto, doveva solo sperare di riuscire a farsi perdonare.

 

“Ho perso il controllo: di nuovo! E poi me ne sono andata lasciandola lì! Mi detesterà, crederà che sono pazza o…”

“Calmati, Kara.” La ragazza andava avanti indietro nel salotto di Alex che la fissava preoccupata.

“Calmarmi? Non vorrà più vedermi! La sorpresa era andata così bene… perché devo sempre rovinare tutto?”

“Non hai rovinato tutto…”

“E se anche fosse? Non posso stare con lei! È chiaro che non ne sono capace! Potrei spezzarle un braccio, potrei romperle il collo come se fosse un grissino e solo perché magari ho voglia di baciarla! Lo capisci?!” Alex non rispose, aveva visto Kara così sconvolta pochissime volte in vita sua.

“Perché non chiedi a Clark?”

Kal? Il cuginetto a cui cambiavo i pannolini? Il nemico giurato dei Luthor? Come posso andare da lui e dirgli: sono talmente innamorata di Lena Luthor che non riesco a baciarla senza perdere il controllo e ho paura di ucciderla.”

“Lui capirà, è una persona buona.” Kara si fermò, la mano sulla fronte, scuotendo la testa.

Kal è stato sulla terra fin da piccolo, ha sviluppato i poteri mentre lentamente cresceva, io sono qui da quando ho undici anni, per me è diverso…”

“Ma hai imparato a controllarli perfettamente tanto che per tredici anni non li hai usati, sono sicura che puoi riuscire a controllarti e sono sicura che non faresti mai del male a qualcuno che ami, volontariamente o involontariamente.”

“Ho rotto il piede a Ben quando ho voluto ballare con lui e mi piaceva soltanto…”

“Eri una bambina allora ed eri sulla terra da meno tempo.” Kara sospirò e Alex aprì le braccia. “Vieni qua.” Le disse e lei obbedì entrando nel rassicurante abbraccio della sorella. “Andrà tutto bene, vedrai. Non lasciare che un piccolo…”

“Due.” La corresse Kara.

“Che due piccoli incidenti ti fermino. Se sei innamorata di Lena Luthor allora devi lottare per poter stare con lei.”

“Se le facessi del male non potrei perdonarmelo…”

“Lasciarla senza una ragione la ferirebbe molto di più, mi sembra di capire che anche lei si è presa una bella cotta per te.” Kara arrossì sorridendo, ancora abbracciata ad Alex. “Pizza?” Chiese poi la maggiore delle Danvers e Kara annuì.

Alex osservò la sorella uscire dalla finestra per andare a prendere la loro cena e sospirò. Quella storia poteva finire molto male, Kara metteva sempre passione in quello che faceva, ma questa volta, questa volta aveva messo tutta la sua anima e per quanto il suo corpo fosse indistruttibile il suo cuore non lo era.

 

Kara entrò alla CatCo con la testa bassa, persa nei suoi pensieri, aveva dormito poco, tentata di tornare da Lena e al contempo spaventata al pensiero di rivederla. Cosa le avrebbe detto? Sarebbe stata arrabbiata o delusa o stanca della sua titubanza? Offesa per il modo il cui l’aveva abbandonata?

“Ciao Kara.” Alzò gli occhi e incrociò quelli di Mon-El.

“Ciao.” Tentò di sorridere mettendo da parte i suoi pensieri cupi. “Cosa fai alla CatCo?”

“Ti ho portato queste.” Ruotò le braccia che teneva nascoste dietro alla schiena e le mostrò un mazzo di rose.

“Oh…”

“Mi hanno detto che sono questi i fiori da regalare a una ragazza…” Disse improvvisamente titubante. “Su Daxam non strappavamo fiori per regalarli… ma qui mi è stato detto che…”

“Sì, ma le rose rosse sono per un sentimento d’amore!” Nel vedere di nuovo uno sguardo deluso comparire sul volto di Mon-El, Kara sorrise, non voleva che si sentisse sempre sbagliato, voleva che imparasse a considerarsi a casa lì sulla terra.

“Sono bellissime e ti ringrazio.” Kara posò le rose accanto a quelle di Lena che iniziavano ad appassire, ma erano ancora belle.

“Ne avevi già…” Rimarcò il daxamite scontento.

“Sì, beh…” Kara accarezzò un petalo del mazzo di Lena ricordando la pelle vellutata della giovane, per Rao, doveva risolvere i suoi problemi con lei!

Kara?”

“Sì?” Il giovane le stava parlando della loro prigionia assieme, diceva di aver capito qualcosa in quella situazione estrema, ma lei, distratta, lo aveva ascoltato appena.

“Tu sei speciale.”

“Oh… beh, ti ringrazio… ma faccio sempre dei pasticci e…” Kara ripensò alla sera prima mordendosi un labbro, con Lena era stato così intenso…

“Non sono abituato a queste cose.” Mon-El fece una smorfia, poi si strinse nelle spalle. “Farò come si faceva a casa, spero che tu non ti offenda.” Kara cercò di concentrarsi su quello che stava cercando di dirle il giovane, ma prima che potesse reagire in alcun modo lui l’aveva attirata contro di sé e aveva premuto le proprie labbra contro le sue.

“Capisco.” La parola arrivò come uno schiaffo, mentre lei faceva un brusco passo indietro scostandosi da Mon-El.

“Non è come…” Provò a bofonchiare, il volto in fiamme.

“Sembra?” Sul volto di Lena Luthor vi era solo fredda durezza.

“Lena, io…” La donna non la lasciò spiegare, ma, con un brusco dietro front, si voltò e tornò all’ascensore.

“Aspetta!” Kara fu sul punto di inseguirla, ma numerosi occhi si alzarono sorpresi dal suo tono di voce troppo alto. Si morse un labbro e l’ascensore si chiuse portandosi via la donna. Poteva sempre fare le scale, poteva gettarsi dal palazzo in realtà, doveva raggiungerla, assolutamente, e spiegarsi!

Kara?” Si voltò verso Mon-El con un’espressione feroce.

“Perché lo hai fatto? Perché devi sempre comportarti come uno stupido?” James uscì dal suo ufficio attirato da tutto quel trambusto.

“Ehi… Kara, cosa succede?” La ragazza aveva le lacrime agli occhi.

“Ha rovinato tutto!” Proruppe, mentre le sfuggiva un singhiozzo. “Ora Lena non mi perdonerà mai.”

“Lena?” Chiese perplesso James, fissando prima Kara poi Mon-El che era altrettanto spaesato.

Rao! Sono innamorata di lei! È così difficile da immaginare?” James rimase a bocca aperta mentre Mon-El abbassò gli occhi profondamente dispiaciuto. Senza aspettare una risposta Kara lasciò l’edificio lanciandosi all’inseguimento di Lena.

 

 

 

Note: Ok… ho quasi paura ad interrompere così! XD

Le cose vanno bene (quasi benissimo nel camerino) e poi vanno male e quando potrebbero migliorare vanno ancora peggio! E siamo solo all’inizio della storia… Ma visto che siete delle schegge a leggere e a commentare non disperate, il prossimo capitolo arriverà altrettanto in fretta! (Ai 5 commenti come sempre.)

 

La sorpresa di Kara ha funzionato, ma la passione ha preso il sopravento e ha spaventato la nostra supereroina e infine Mon-El si è messo in mezzo, come un idiota ha colto il momento meno opportuno in assoluto… certo, se Kara fosse stata un po’ più concentrata forse avrebbe potuto evitare!

Lena sembra una donna dolce, ma di certo è orgogliosa… permetterà a Kara di spiegarsi?

 

Non odiatemi troppo, la storia inizia a scaldarsi e ne vedremo di tutti i colori: belli e brutti!

Sto già preparando parafulmini e anti malocchio per più avanti, quindi trattenete le maledizioni, ci sarà tempo per scagliarle, ma ricordate sempre che io amo le SupeCorp! ;-)

  
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