Gelosia
“E poi?” Alex la fissava curiosa.
“Mi ha dato la buona notte e mi ha
fatto riaccompagnare a casa dal suo autista.”
“Stai scherzando? Credevo che la
serata stesse andando magnificamente…” Kara la guardò
male.
“Infatti è andata magnificamente!”
“Allora perché non sei rimasta da
lei? Voglio dire… credevo di aver capito che tra voi due ci fosse una certa
alchimia…”
“Infatti! È solo che non vuole precipitare le
cose.” Alex fece una smorfia dubbiosa, ma nel vedere lo sguardo di Kara alzò le mani in segno di resa.
“Quando vi vedete di nuovo?”
“Non lo so, è dovuta andare a Metropolis per lavoro e non è sicura di sapere quando
tornerà.”
“Mmm…”
“Cosa?!” Chiese esasperata Kara.
“Nulla, mi fa strano, sei sicura che
la serata sia andata bene?”
“Ti assicuro di sì!” Kara sorrise ricordando le ultime parole che le aveva
rivolto Lena.
“È stata una serata speciale, grazie Kara.” Lena
le sorrise, poi la baciò. Un bacio che voleva essere dolce, ma che cambiò molto
in fretta, le loro bocche si schiusero permettendo alle loro lingue di
trovarsi. Kara sentì la mani di Lena posarsi sui suoi
fianchi poi chiudersi a pugno, mentre la donna faceva un passo indietro, il
respiro mozzato. Lena si morse il labbro poi scosse la testa.
“Perdonami, sto davvero provando ad andare piano, ma… quando ti bacio…”
Scosse la testa abbassando il viso.
“Non devi chiedermi scusa per… questo…” Kara la
attirò a sé baciandola, ma impedendosi di spingere troppo oltre il loro bacio.
“Voglio che sia speciale.” Le mormorò Lena, appoggiando la fronte contro
la sua. “Perché tu sei speciale per me.” Kara arrossì
e Lena sorrise. “Adoro farti arrossire.” Ammise candidamente, poi le catturò le
labbra in un altro bacio. “Buona notte, Kara.”
“Buona notte, Lena.”
“Sai posso chiedere a Winn di verificare se sia davvero andata a Metropolis…”
“Alex!” La sgridò lei e la ragazza
rise.
“Stavo scherzando! Ora devo andare,
sono passata solo perché ero troppo curiosa per aspettare stasera. A proposito,
questa sera vieni con noi al bar?” Alex infilò la giacca in pelle guardandola
interrogativa.
“Certo.” Le annuì e la donna uscì per
raggiungere la base del DEO.
Kara si ritrovò a riflettere, voleva fare
qualcosa di speciale per Lena, ma cosa si poteva offrire a una donna con un
patrimonio multimilionario?
“Sembri pensierosa, qualcosa che non
va?” Maggie si sedette accanto a lei appoggiando la birra sul tavolo del locale
di ritrovo preferito dagli alieni. Kara si voltò a
guardarla sorpresa, era così persa nei suoi pensieri che non l’aveva vista
avvicinarsi.
“Partita a biliardo finita?” Chiese
lanciando uno sguardo al tavolo dove James e Winn
facevano coppia contro Maggie e Alex.
“Tua sorella può tranquillamente
stracciarli da sola.” Sorrise la detective e Kara
annuì. Poco lontano Mon-El stava servendo un cliente,
ma visto che guardava verso Kara versò il liquore
fuori dal bicchiere.
“Sono forse pensieri legati al nuovo,
bel, barista?” Chiese Maggie, intercettando senza difficoltà lo sguardo.
“Cosa? No, no…”
“Mmm… posso
aiutarti in qualche modo?” Maggie sorseggiò la propria birra sorridendole. “A
volte uno sguardo dall’esterno può aiutare.”
“Credo di essere innamorata di Lena Luthor.” Lasciò uscire di getto Kara
e la ragazza sgranò gli occhi presa completamente di sorpresa.
“Questa non me l’aspettavo! Alex lo
sa?”
“Sì, certo.” La donna scosse la testa
sorridendo.
“Wow… beh, potrebbe essere un
problema, la Luthor è molto in alto e…”
“Le piaccio, so che le piaccio in
quel senso.”
“Caspita! Voi Danvers
avete fegato da vendere, non c’è dubbio.” Maggie lanciò un’occhiata alla sua
compagna e sorrise, poi tornò a guardare Kara. “Bene,
bene, quindi sembra che tu non abbia problemi…”
“Il fatto è che vorrei fare qualcosa
di speciale per lei, con lei, ma… cosa? Ha tutto ciò che può desiderare.”
“Di cosa parlate?” Alex si avvicinò
posando una mano sulla spalla di Maggie e prendendole la birra dalle mani per
berne un sorso. “Li sto stracciando, per la cronaca.” Sorrise divertita. Kara osservò James e Winn che
parlavano fitto fitto, cercando di valutare la disposizione delle palle sul
tavolo da biliardo.
“Pensavo a Lena e a cosa potrei fare
per lei…” Spiegò Kara rassicurata dalla distanza dei
due ragazzi.
“Glielo hai detto, quindi?” Chiese
Alex indicando Maggie.
“Me l’ha detto e… wow, la tua
sorellina punta ai pesci grossi!”
“Solo uno, solo un pesce grosso.”
Affermò Kara facendo ridere Alex e Maggie e
arrossendo.
“Senti qua, c’è una sola cosa che
puoi fare con lei e che quasi di sicuro non ha mai fatto prima: portala a
volare.” Alex e Kara si bloccarono, sgranando gli
occhi. Maggie aveva capito il segreto di Kara?
“Ehm…”
“Indoor Skydiving,
mai sentito nominare?” Alex rilasciò tutto il fiato e Kara
rise nervosamente.
“No, mai sentito.”
“Beh, le piacerà e sarà un ricordo
indelebile nelle vostre memorie.” Aggiunse Maggie ignara del momento di totale
panico che aveva creato. “Certo Supergirl è la vostra
amica del cuore, potreste chiedere a lei di far volare la Luthor,
ma non credo che ti piacerebbe vedere la tua ragazza tra le braccia di un’altra
donna.” Maggie le fece l’occhiolino poi indicò ad Alex il tavolo da biliardo.
“Credo che abbiano deciso,
finalmente.”
“Ottimo!” Alex si voltò e tornò da
James e Winn.
“Indoor Skydiving?”
Chiese Kara alla detective, perplessa.
“Assolutamente.” La donna le fece
l’occhiolino e poi raggiunse a sua volta il tavolo da biliardo.
Mon-El le fece un sorriso e lei gli rispose
distratta, chissà cosa stava facendo Lena in quel momento…
Lena lanciò un’occhiata al telefono
chiedendosi se fosse troppo tardi per chiamare Kara.
Era stata impegnata tutto il giorno,
presa a completare le mille incombenze che stavano aspettando lei a Metropolis, aveva pranzato con il sindaco e assicurato
l’uomo che la sua compagnia non aveva in alcun modo intenzione di seguire i
passi di Lex, poi aveva parlato con numerosi investitori
preoccupati del cambio di direzione e infine aveva partecipato ad una cena di
beneficienza per mostrare il lato umano e sensibile della sua azienda, tra
tutti questi impegni era riuscita a concludere due importanti acquisizioni e a
dare inizio ad una fusione con un’azienda avversaria che produceva
nanotecnologia.
Ora, finalmente sola e libera dagli
assilli, desiderava solo una cosa e ciò sentire la voce dolce di Kara, eppure era passata la mezzanotte e non voleva
rischiare di svegliarla.
Il telefono vibrò e lei lo prese con
un piccolo tuffo al cuore, cosa che non le era assolutamente abituale.
“Stai dormendo?”
Lena sorrise e sentì il peso della
giornata scivolarle via da dosso. Premette la chiamata, si stese sul letto e
attese che Kara rispondesse.
“Pronto? Ti ho svegliata? Mi dispiace se…”
“Non stavo dormendo, stavo pensando a
te.” Sorrise perché le sembrò quasi di vedere il viso di Kara
arrossire mentre sul suo volto compariva quell’adorabile espressione felice.
“Mi manchi.” Aggiunse poi si morse il labbro, forse era troppo, troppo e troppo
presto. Non era abituata a sensazioni simili, non era abituata ad avere timori,
titubanze. Non che avesse avuto molte relazioni, anzi, ma quelle poche erano
state fuochi fatui che si erano spenti dopo poche settimane.
“Anche tu mi manchi…” Quell’ammissione le scaldò il cuore e Lena desiderò non dover rimanere a
Metropolis un intero giorno ancora. “Com’è stata la tua giornata?”
“Pesante, ma produttiva. E la tua?”
“Ho avuto un’idea, beh non è proprio una mia idea, è un’idea di Maggie,
la ragazza di mia sorella… ecco, beh, sai, stavo pensando…” Lena sorrise inclinando la testa,
poteva vedere la ragazza gesticolare, sistemarsi gli occhiali, tesa per quello
che voleva dire, preoccupata di una sua eventuale risposta negativa.
“Sì.”
“Sì?” Le
chiese stupefatta. “Ma non sai ancora
cosa volevo chiederti.”
“Staremo assieme?”
“Sì… certo…”
“Allora sì, e non vedo l’ora.” Ora la
sentì sorridere, chiuse gli occhi e immaginò le labbra della ragazza incurvarsi
verso l’alto, visualizzò nella sua mente i suoi occhi, azzurri come un cielo
d’autunno, illuminarsi e percepì la gioia che irradiava da lei.
“Quando torni?”
Riaprì gli occhi e sospirò.
“Dopodomani.”
“Oh…”
“Mi dispiace.”
“No, non devi scusarti, è il tuo lavoro è importante… solo che mi
piacerebbe volare fino a lì e…” La ragazza si interruppe di botto. “Voglio dire, arrivare velocemente da te, sai era una metafora non è
che io…”
“Mi piacerebbe averti qua con me.” Le
venne in aiuto lei.
“Kara!” Lena corrugò la fronte, improvvisamente sullo sfondo della
chiamata sentiva della musica e il rumore di voci di un gruppo in festa e poi
quella voce: non era di James Olsen? “Scusa Lena, mi chiamano, devo fare da
giudice in una partita di biliardo.”
“Oh… capisco.” Lena sentì una piccola
fitta di gelosia, ma la soffocò, era inutile chiedersi con chi fosse, con chi
si divertisse, doveva avere fiducia in Kara, dopo
tutto lei non le aveva chiesto con chi avesse passato la giornata.
Sentiva il respiro di Kara, come avrebbero dovuto salutarsi? Per un istante
indugiò nella sciocca speranza di trattenere la ragazza con sé ancora un po’,
poi le venne in aiuto.
“Divertiti, ci vediamo presto.”
“Buona notte, Lena.” Le disse la
giovane, esitando ancora un istante.
“Buona notte, Kara.”
La chiamata si interruppe e Lena posò il telefono, una sensazione agrodolce nel
cuore. Era felice di aver potuto parlare con Kara ed
era felice, molto felice, di sapere che stava facendo progetti per loro, ma… ma
era anche gelosa, gelosa di non poter essere lì accanto a lei quando altri lo
facevano. Chiuse gli occhi e scosse la testa. No. No, lei era Lena Luthor e non doveva, non voleva, indulgere in certi
pensieri sciocchi. Pensò alla ragazza e pensò a quando l’avrebbe rivista e un
sorriso nacque sulle sue labbra: non vedeva l’ora.
***
Kara afferrò il missile con un grugnito.
“Tutto bene?”
Chiese Alex nel suo auricolare.
“È più difficile di quello che sembra!”
Rispose lei stringendo i denti mentre spingeva il missile verso il cielo
contrastando gli aggiustamenti di rotta che le facevano opposizione.
“Ci sei quasi.” La rassicurò Winn che controllava sul monitor
l’altitudine. Kara sentì l’atmosfera farsi più rarefatta,
prese un profondo respiro, continuò a spingere e finalmente si ritrovò a
fluttuare nello spazio.
“Ce l’hai fatta!” Le urlò Winn e lei sorrise.
“Ora riportalo giù, sarebbe uno spreco inutile lasciarlo a vagare nello
spazio.” La voce di
Hank non conteneva nessuna battuta e lei fece una smorfia, poi, sempre con il
respiro trattenuto si spinse fino a raggiungere il missile e lo riportò
nell’atmosfera.
“Piano o si disintegrerà.” L’avvisò Winn.
L’attrito si fece di nuovo sentire e Kara poté prendere una boccata d’ossigeno.
Atterrò nel deserto e posò il missile
accanto alla batteria che lo aveva lanciato.
“Ottimo lavoro Supergirl.”
Le disse Hank non appena lei tornò alla base principale del DEO. Alex le
rivolse un sorriso soddisfatto e Winn le mostro i due
pollici in alto. “La prossima volta che avremo a che fare con un missile saprai
come comportanti.”
“Addestramento finito?” Chiese
speranzosa. Era il settimo missile che inseguiva quel giorno e iniziava a non
poterne più.
“Per oggi.” Fu il laconico commento
di Hank, ma lei fece un saltello felice, doveva correre all’indirizzo che le
aveva indicato Maggie per essere pronta quando Lena sarebbe tornata da Metropolis.
“Ehi Kara!”
Si voltò sorpresa nel vedere Mon-El alla base del
DEO.
“Cosa ci fai qui?”
“Cercavo te…”
“Oh… sono un po’ di fretta, ma
dimmi.”
“Mi chiedevo se potessimo allenarci assieme,
ogni tanto, sai come all’inizio.”
“Credevo facessi il barista adesso.” Mon-El sorrise stringendosi nelle spalle.
“Sì, ma vorrei esserti utile, se ti
servisse una mano…”
“Ma certo! Sarebbe bellissimo!” Kara gli fece un ampio sorriso e gli diede un colpetto
sulla spalla, felice che il ragazzo stesse seriamente pensando di usare la sua
forza per il bene.
“Adesso…?”
“Ehm, no, adesso non posso…” Il
ragazzo sembrò deluso. “Ma lo faremo di sicuro, ok?” Le chiese lei cercando di
non abbatterlo.
“Va bene, grazie, sarebbe grande.”
“Assolutamente!” Kara
gli sorrise di nuovo, poi indicò il cielo. “Devo andare ora.” Lui annuì e lei
sparì, volando via a tutta velocità.
Winn poco distante corrugò la fronte.
“Non trovi che Kara
sia strana, ultimamente?” Gli chiese il giovane daxamite
e lui si strinse nelle spalle non che gli piacesse il modo in cui Mon-El guardava Kara, ma era suo
amico.
“Ha qualcosa per la testa, qualcosa
che non ci dice.” Winn ne aveva già parlato con
James: le rose, l’invito a pranzo, i sorrisi quando era persa nei suoi
pensieri, le telefonate mentre combatteva o mentre era con loro al bar, le
chiacchiere segrete tra lei e Alex… Era ovvio che c’era qualcuno di cui Kara si era presa una cotta, ma chi era questo qualcuno? Ed
era una cosa seria? Sulle prime avevano ipotizzato Mon-El,
ma Kara lo aveva quasi ignorato al bar e poi era
uscita per fare una telefonata dalla quale era tornata molto sorridente.
“Qualcosa o qualcuno?” Chiese il daxamite con una smorfia.
“Benvenuto nel club…” Borbottò Winn, mentre ruotava sulla sedia e si rimetteva a lavorare.
Kara arrivò al lavoro con i capelli in
disordine e un grande sorriso sulle labbra. James la fissò con aria stupita.
“Va tutto bene?”
“Oh sì! Sono andata a volare!” James
si guardò attorno spaventato, la ragazza aveva parlato senza preoccuparsi di
chi potesse sentirla.
“Kara!”
Sibilò lui lanciandole un’occhiata ammonitrice.
“No, no! Non in quel senso!” E fece
roteare gli occhi, divertita. “Sono andata a provare un posto che mi ha
suggerito Maggie.”
“Ah.” James la fissava sempre più
perplesso.
“Capo, ecco la pagina che avevi
richiesto.” Il tecnico porse un grande foglio a James che lo prese senza distogliere
lo sguardo da Kara.
“Grazie Jerry.” Il tecnico se ne andò
con un cenno della testa.
“Si tratta di paracadutismo, però…”
Gli occhi di Kara scesero sulla pagina e la sua
fronte si corrugò.
“Paracadutismo?” Chiese James, ma la
ragazza non lo stava più ascoltando invece afferrò il bozzetto della pagina e
lo girò verso di lei. “Kara di cosa stai parlando e
da quando in qua ti interessi di gossip?” Chiese frustrato il giovane.
Kara osservò la pagina con lo stomaco
contratto, il titolo che aveva attratto il suo sguardo era impossibile da
fraintendere: ‘Nuovo amore per Lena Luthor?’
Non lesse le poche righe, aveva colto
solo la parola ‘Metropolis’ e ‘serata romantica’, ma
si focalizzò sull’immagine. Lena, la sua Lena, era a cena con una donna che,
nella foto, le stava tenendo la mano. Sul volto di Lena vi era un sorriso che
neppure la pessima risoluzione della foto del paparazzo poteva nascondere.
Lo stomaco di Kara
si contrasse ancora poi restituì la pagina a James.
“Devo andare.” Mormorò e, senza
aggiungere altro, uscì dalla stanza con passo deciso.
Note: Che dire: siete magnifiche!! Talmente magnifiche che dovrei alzare l’asticella prima di darvi un nuovo capitolo… nooo, scherzo, non lo farei mai! Rimaniamo a 5 care lettrici, o lettori, se ce se sono... J
Piaciuto questo capitolo? Speravate che la serata prendesse una certa piega e siete rimaste stupite tanto quanto Alex?
Ora Lena e Kara sono lontane e si sa, la lontananza crea desiderio, ma porta con sé anche dei timori…
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Chi fosse interessato a capire cosa ha suggerito Maggie a Kara eccovi un link. Ditemi se non è meraviglioso! Kara riuscirà a portarci Lena? E le piacerà?
https://www.youtube.com/watch?v=AFWMUIC6vmY