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Autore: Najara    19/01/2017    10 recensioni
Un invito, un momento speciale, un bacio: le cose possono essere semplici, ma quando parliamo di Kara Danvers e Lena Luthor niente è davvero semplice.
Un'avventura SuperCorp.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Essere il suo punto debole'
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Incasinata forte

 

“Frena, frena, frena! Tu cosa?!” Alex aveva alzato le mani davanti a sé e la fissava con aria stupefatta.

“Hai capito, ho volato, ma solo un poco e…”

“No, quello che hai detto prima!” Kara fece ruotare gli occhi, arrossendo leggermente.

“Lena mi ha baciato.”

“Lena ti ha baciato.” Ripeté Alex con aria esterrefatta. “Lena Luthor ti ha baciato.” Dovette dire una seconda volta.

“Sì, anche io sulle prime sono rimasta un po’ bloccata su questo concetto, ma ora andiamo avanti…”

“No, no, no. Lena Luthor ti ha baciato e tu?”

“Beh… io ho baciato lei.”

“Wow.” Alex si lasciò ricadere indietro appoggiandosi allo schienale del divano. “Ora capisco perché sei arrivata così trafelata nel mio appartamento ieri sera.”

“Sì, ma non è tutto. Mentre ci baciavamo io… io ho perso il controllo e ho volato.” Alex scosse la testa cercando di assimilare quel nuovo concetto e di concentrarsi su quello che le diceva Kara.

“Aspetta, vuoi dirmi che non solo tu e Lena vi siete baciate con gioia reciproca, ma che il bacio ti ha così tanto coinvolto che hai perso il controllo sui tuoi poteri?”

“Esatto!”

“Vuoi dirmi che Lena sa che…?”

“No! No, non se n’è accorta, te l’ho detto, mi sono sollevata solo di pochi centimetri e lei era tra le mie braccia quindi…” Alex scosse la testa mentre un sorriso tra il felice e lo sbalordito nasceva sul suo volto.

“Tu e Lena Luthor… non riesco a crederci e… sei sicura che sia la persona giusta?”

“Sì, sono sicura.” La sua fermezza fece annuire Alex. “Lena ha dimostrato più di una volta di…”

“Va bene, va bene.” La interruppe subito, bloccando sul nascere la vibrante perorazione che leggeva sul volto della sorella. “Hai perso il controllo.”

“Esatto…”

“Per un bacio… quindi…” Alex alzò il sopracciglio e Kara arrossì.

“Sì, beh… ecco… non so cosa succederà se… noi… ehm…”

“Un bel problema.”

“Potrei farle del male, potrei farle molto male! Non è solo questione di nascondere i miei poteri, devo anche proteggerla.”

“Non è la prima volta che…” Alex fece una smorfia cercando la parola adatta. “Che hai un rapporto intimo con un umano…”

“Lo so e non ho mai avuto paura di fare qualcosa di incontrollato, ma Lena… Oh Rao! Lena è così… quando mi bacia… e il suo corpo…”  Si morse il labbro e Alex alzò le mani fermandola.

“Ho capito!” Rise nel vedere Kara nascondere il volto nel cuscino. “Cosa pensi di fare?” Chiese poi tornando seria.

“Non lo so.” Sospirò la kryptoniana, abbattuta.

“Lena Luthor ti ha baciato…” Mormorò Alex e Kara sorrise.

“Già.”

 

***

 

Kara si gettò sull’alieno stringendo i denti, l’essere assorbì il suo urto senza difficoltà grazie alla sua composizione gommosa, poi tentò di afferrare la ragazza che si lanciò lontano. Supergirl ruotò su se stessa alzandosi in volo e prendendo le distanze dal Gomasiano.

“Suggerimenti?” Chiese, facendo una smorfia nel vedere l’enorme alieno seduto al centro della strada, era innocuo se non fosse che aveva deciso di eleggere la via più trafficata di National City come domicilio e che inglobava ogni cosa sul suo cammino, essere umani compresi se capitava.

“Hai provato con il raggio laser?” Chiese Winn nel suo auricolare.

“Non funziona, diventa solo più molle, pericoloso e arrabbiato.” Il telefono le squillò e lei mise il DEO in attesa.

“Pronto?”

“Ciao, Kara.”

“Oh… Lena! Ciao.” Il suo cuore nel sentire la voce calda della donna iniziò ad accelerarle.

“Spero non ti dispiaccia che io ti chiami…”

“No, no.”

“Sei occupata, magari preferisci parlare più tardi?” Kara osservò il Gomasiano inglobare un’intera macchina e fece una smorfia. “Kara?”

“No, solo liberissima.” A terra un gruppo di agenti del DEO si stava disponendo per accerchiare l’alieno.

“Mi chiedevo se ti andasse di cenare con me questa sera… a casa mia… Ma, se pensi che sia troppo presto, posso sempre prenotare un ristorante o…”

“No!” Kara vide un agente avvicinarsi troppo all’alieno che si protese per inglobarlo nella sua massa gommosa, rapida raggiunse l’uomo e lo spostò di qualche metro schivando lei stessa per pochissimo il pericolo.

“Allora va bene a casa mia?” Kara sbatté le palpebre cercando di non distrarsi dalla conversazione.

“Sì, mi piacerebbe molto.”

“Ne sono felice.” Poteva sentire il sorriso nella voce di Lena.

Supergirl, fai qualcosa!” Alex da terra le lanciò un’occhiataccia e lei si strinse nelle spalle.

“Sei sulla Main Street?” Chiese, immediatamente preoccupata, Lena.

“Sì, sto seguendo…”

“Fai attenzione, lo so che c’è Supergirl, ma… non voglio che tu ti faccia del male.”

“Sei gentile, ma solo molto lontana dal pericolo.” Kara schivò un arto e poi un tentacolo, l’alieno stava mutando la sua forma per riuscire ad attaccarla, alla faccia dell’innocuo.

Supergirl dovrebbe usare il suo soffio raggelante, la gomma non reagisce bene al freddo e quell’alieno sembra proprio essere fatto di gomma.” Le parole di Lena la lasciarono di stucco, si bloccò a metà movimento e un tentacolo la avvolse.

“Devo lasciarti Lena!” Riuscì a dire, mentre il suo corpo veniva schiacciato e cominciava a essere assorbito dall’alieno.

“Ma certo, allora ci vediamo stasera.”

“A stasera!” La chiamata si interruppe e Kara prese un profondo respiro poi iniziò a soffiare. Il tentacolo divenne duro e Supergirl lo spezzò con un solo pugno.

“Continua così, lo ridurremo di dimensioni sparandogli!” Gli urlò Alex così Kara volò attorno all’alieno soffiandogli addosso il suo raggelante soffio. Pochi minuti e l’alieno era diventato grande quanto una vettura, qualche colpo ancora e aveva le dimensioni di un cane.

Degli agenti del DEO gli gettarono addosso un telo oleato che Winn aveva preparato apposta per il Gomasiano e che avrebbe dovuto contenerlo impedendogli di inglobare cose.

“Ottimo lavoro.” Disse Supergirl atterrando al loro fianco, ma Alex le lanciò un’occhiataccia.

“Eri distratta!” Le sibilò. “Poteva ucciderti o uccidere uno dei miei uomini perché tu eri al telefono!”

“Era Lena…” Si giustificò lei, con imbarazzo. “E mi ha suggerito lei di usare il soffio congelante.”

“Te lo avrebbe suggerito anche Winn se non lo avessi messo in attesa!” Alex scosse la testa, severa.

“Oh andiamo Alex! Lo sai che per me questo è tutto nuovo…” La maggiore delle Danvers sospirò e poi fece una smorfia.

“Sei incasinata forte.”

“Lo so…”

 

“Cos’è successo?” Hank, le mani sui fianchi guardava Alex e Kara con aria arrabbiata.

“La gomma che formava il Gomasiano deve aver bloccato il segnale dell’auricolare di Supergirl.” Affermò decisa Alex coprendo la sorella. Winn alzò un sopracciglio, ma nel vedere l’occhiata di fuoco di Alex annuì ad Hank.

“Sì, può essere.”

“Che non succeda più, non possiamo permetterci che tu non riceva aiuto dalla base durante gli scontri.” Hank si voltò verso il giovane tecnico con aria severa. “Fai quello che devi fare per evitare che il problema si riproduca.”

“Sì, signore.” Disse lui e l’uomo annuì per poi andarsene.

Fiuuu.” Sospirò Kara. “Grazie Alex.”

“Cos’è successo, veramente?” Winn cercò di imitare l’aria severa di Hank Henshaw, ma le due donne si strinsero nelle spalle senza dargli una spiegazione.

“Grazie di avermi coperto Winn.” Gli disse, semplicemente, Kara sorridendo.

“Non succederà più, giusto?” Alex lanciò alla sorella uno sguardo tra l’interrogativo e il severo.

“Ehm… sì…” Le rispose Kara arrossendo un poco e torturandosi le mani.

“Cosa voleva dirti?” Winn era fuori portata d’orecchio, Alex compilava il rapporto di missione e Kara cercava di scrivere un pezzo sul soggetto.

“Invitarmi a cena… a casa sua.” Alex ruotò sulla sedia guardandola.

“E hai detto sì? Credevo che avessi deciso di andarci piano…”

“Io non ho deciso di andarci piano!” Kara arrossì nel vedere la faccia di Alex assumere un espressione divertita. “Non, non in quel senso…” Ruotò la testa in imbarazzo.

“Capisco…” Sul volto di Alex il ghigno divertito si ampliò ancora. “Cosa porterai, dei fiori? Del vino?”

“Oh!”

“Non ci hai ancora pensato?”

“Ehm… no…” Alex che sembrava godersi un mondo la situazione, accavallò le gambe dimenticando il rapporto.

“Maggie mi ha portato pizza e birra, ma non credo vada bene per una Luthor.” Nel vedere l’aria compiaciuta di Alex, Kara sbuffò.

“Non mi aiuti!”

 “Cosa indosserai? Questa volta magari non mettere il costume di Supergirl sotto…” Nel vedere la sua aria arrabbiata Alex scoppiò a ridere, quando le aveva raccontato quel dettaglio si era quasi strozzata con la sua birra per il rischio che Kara aveva corso, ma ora poteva riderne.

“Non ti racconto più nulla!” Si imbronciò Kara.

“Porta dei fiori, non puoi sbagliare con i fiori e indossa qualcosa di semplice, che mostri il tuo io.”

Mmm…” Il broncio di Kara si trasformò in un sorriso e Alex scosse la testa divertita.

“Rapporto finito?” Hank si sporse dalla porta osservandole.

“Quasi!” Affermò Alex ruotando e rimettendosi al lavoro. Kara a sua volta si rese conto di quanto fosse tardi e scrisse il pezzo usando la super-velocità, se voleva essere pronta per quella sera doveva muoversi.

 

Il portiere la fece entrare e gentilmente le premette il pulsante dell’ascensore.

“Miss Luthor la sta aspettando nel suo ufficio.” La avvisò l’uomo poi, adocchiando i fiori fece un ampio sorriso. “Buona serata.” Aggiunse e lei arrossì un poco mentre l’ascensore si chiudeva portandola in alto.

La scrivania di Jess, la segretaria di Lena, era deserta, ma Kara poteva sentire il respiro calmo di Lena dall’altra parte dell’ufficio, così come il suo cuore battere regolarmente. Prese un profondo respiro, bussò e poi entrò, un sorriso che le brillava sulle labbra non appena gli occhi di Lena si illuminarono nel vederla.

“Se sono arrivata troppo presto posso aspettare…”

“No, sei arrivata nel momento migliore.” Lena sorrise alzandosi e vedendole incontro. Senza indugiare si tese verso di lei e le depose un bacio sulle labbra. “Ti va di salire?”

“Salire?” Chiese Kara, sbattendo gli occhi, ancora sommersa dalle sensazioni che quel leggero bacio le aveva dato.

“Sì, abito nell’attico del palazzo. Questi bellissimi tulipani hanno bisogno di essere messi nell’acqua.” Il sorriso di Lena si ampliò mentre Kara, ricordando all’improvviso i fiori, glieli tendeva.

“Sono per te.” Ammise. “So che ti piacciono le plumerie, ma i tulipani sono semplici e vivaci ho pensato che ti avrebbero fatto pensare a me…” Arrossì mentre Lena rideva.

È un pensiero delizioso, oltretutto i tulipani rossi hanno un significato speciale e mi fa molto piacere riceverli da te. Vieni, saliamo.” Uscirono dall’ufficio e Lena la accompagnò a un secondo ascensore. Vi entrarono e la donna premette l’unico tasto presente, le fu richiesto un codice che inserì velocemente, poi l’ascensore iniziò a salire. Kara sentiva la tensione crescere, erano sole e stavano per entrare nell’appartamento privato di Lena, tutto ciò era molto intimo.

“Non succederà nulla che entrambe non vogliamo succeda.” Kara trangugiò saliva voltandosi a guardare la Luthor che le sorrideva dolcemente, poi la mano della donna cercò la sua e le loro dita si intrecciarono.

Kara sentì la tensione scendere e strinse un poco la mano di Lena, cercando di comunicarle il sul silenzioso ringraziamento.

Quando l’ascensore si aprì si ritrovarono direttamente nell’appartamento della Luthor e Kara si guardò attorno stupefatta. Le superfici in legno erano calde e armoniose, le ampie vetrate permettevano di vedere la città, alle pareti vi erano quadri dai colori vivaci che rallegravano l’ambiente e davano luce.

“Wow… è molto diverso da quello che mi aspettavo!” Lena rise al suo commento poi la condusse nella moderna cucina, prese un vaso e lo riempì d’acqua per metterci dentro i tulipani.

“A cosa avevi pensato? Superfici in metallo, bianco immacolato e freddo vetro?”

“Beh… il tuo ufficio…”

“Il mio ufficio deve dare un senso di moderna efficienza. Qua posso essere me stessa, non sono molti quelli che possono dire di aver visto questo posto…” Mentre parlava si tolse i tacchi e la giacca del completo che indossava. “Ti dispiace se mi cambio? Sono stanca di questi abiti.”

“No, figurati…” Lena le sorrise.

“Fai come se fossi a casa tua.” La disse, mentre si dirigeva verso quella che lei immaginò essere la sua camera da letto.

Kara rimasta sola osservò l’elegante parquet e decise di togliere le scarpe che poi posò accanto alla porta. Il pavimento era riscaldato e le trasmise un immediato senso di piacevole benessere. Con passo incerto si avvicinò ad una libreria, osservando i libri di Lena. Non era una libreria d’immagine con libri mai letti, ma era chiaro che quei testi erano stati letti e apprezzati dalla donna, molti avevano dei fogliettini che segnalavano un punto interessante e, malgrado l’evidente cura, mostravano i segni dell’usura. Kara iniziò a leggerne i titoli, stupefatta di trovare tanti classici non solo americani, ma anche europei, orientali e qualche testo africano.

Affascinata andò avanti nella sua esplorazione, fermandosi quando si ritrovò ad osservare un dipinto che rappresentava un robottino che andava su di un’altalena. Mai avrebbe immaginato un simile oggetto nella casa di Lena.

“Ti piace?” Chiese la donna e lei si voltò incontrando lo sguardo limpido di Lena. Aveva indossato degli abiti più comodi: pantaloni e t-shirt; aveva sciolto i capelli che ora le ricadevano attorno al viso e aveva tolto ogni traccia di trucco. Kara si morse il labbro: era bella, terribilmente bella. Lena sembrò interpretare il suo sguardo perché sul suo volto brillò un sorriso, mentre abbassava gli occhi compiaciuta.

“Sei bellissima.” Ammise Kara e allora Lena rise, dolcemente.

“Tu sei bellissima.” Ritorse la ragazza, poi le si avvicinò e catturò tra le dita una ciocca bionda arrotolandola. “Bellissima.” Mormorò, questa volta con voce più bassa e gli occhi che andavano a catturare i suoi.

Kara sorrise, poi, dimenticando l’imbarazzo e la goffaggine, posò una mano sulla guancia della Luthor e ne attirò il viso verso il suo, baciandola con dolcezza. Le loro labbra si trovarono subito, ma Lena non permise al bacio di accendersi, invece si separò da lei con un sorriso.

“Vieni, ho fatto preparare la cena dal mio chef e sarebbe un peccato lasciarla raffreddare.” Lena intrecciò di nuovo le loro dita e la condusse fino all’ampio tavolo della cucina, dove apparecchiò lei stessa e poi le servì una cena da cinque stelle.

Kara osservò la donna, rilassata e calma, che chiacchierava, sorrideva, rideva, mentre le parlava di lei, della scuola e delle sue prime cotte, dell’amore che provava per l’arte e per la musica oltre che per la lettura, e l’ascoltava mentre Kara le parlava di sua sorella, del suo lavoro e della difficoltà che aveva provato nell’arrivare a National City. Non ci furono imbarazzanti silenzi, né momenti di tensione. Ci furono le risate e ci furono i momenti seri, in cui Lena le parlò della sua famiglia adottiva e della sofferenza che aveva provato nel capire che suo fratello era perso per sempre.

Il cibo era finito da tempo e loro ancora imparavano a conoscersi, mostrandosi l’un l’altra per come erano.

Kara abbassò gli occhi sorridendo, mentre capiva che si stava innamorando di Lena.

 

 

Note: Come promesso eccovi il nuovo capitolo! Siete state rapidissime ad arrivare a cinque recensioni, quindi direi che possiamo continuare con il giochino: altre 5 per questo appena pubblicato e avrete il prossimo! ;-)

 

Altro spazio per Alex e Kara, che amo vedere insieme, spero che vi siano piaciute… così come spero che abbiate apprezzato vedere Supergirl all’opera, dopo tutto il mondo non si ferma e le minacce per National City non diminuiscono. Poi… cena romantica! Cosa ne dite?

 

Due piccole note supplementari: i tulipani sono simbolo, tra le altre cose, di amore perfetto e dell’amante ideale quelli rossi, donati da Kara, dichiarano amore vero e irresistibile.

Il dipinto che Lena ha nell’appartamento e che ha intrigato Kara è questo:

  
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