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Autore: Najara    18/01/2017    10 recensioni
Un invito, un momento speciale, un bacio: le cose possono essere semplici, ma quando parliamo di Kara Danvers e Lena Luthor niente è davvero semplice.
Un'avventura SuperCorp.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Essere il suo punto debole'
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Primo, secondo e… dessert

 

Lena sorrise, rilasciando le braccia attorno al suo collo, ma senza scostarsi da lei.

“Wow…” Le mormorò, gli occhi che catturavano i suoi, mentre si mordicchiava il labbro.

Kara cercò la sorpresa nel suo volto o la paura, la rabbia magari, ma non vi era nulla del genere, solo quel sensuale sorriso che riusciva ancora a farle battere veloce il cuore. “Va tutto bene?” Le chiese Lena, cogliendo la sua tensione.

“Ehm… sì… io… ehm…” Lena sorrise, poi le depose un delicato bacio sulla guancia.

“Buona notte, Kara, e grazie della magnifica serata.” Non si voltò invece fece qualche passo indietro fino a raggiungere la macchina.

Bu… buonanotte, Lena.” Riuscì a dirle. La donna sorrise poi si voltò e salì sull’automobile che partì lasciandola sola ad osservare la strada deserta.

Aveva baciato Lena Luthor!

Kara si lasciò sfuggire un piccolo grido di giubilo, poi si portò le mani alla bocca, incredula.

Lei non… no, lei non… eppure, oh Rao! Quel bacio era stato pazzesco! E aveva volato…

Fece una smorfia: aveva volato con Lena tra le braccia. Non le era mai successo di perdere il controllo a quel modo, l’ultima volta aveva avuto tredici anni e aveva volato perché era arrabbiata con Alex. Non aveva più tredici anni, ne aveva venticinque! E, per Rao, non era certo il suo primo bacio!

Il ricordo le fece attorcigliare il ventre, sentì le guance diventare rosse e un ampio sorriso aprirsi sulle sue labbra: aveva baciato Lena Luthor! Quella stava diventando la sua frase preferita, anche se a dirla tutta era stata Lena a baciarla per prima. Le guance le divennero di nuovo rosse, mentre lei sorrideva.

Doveva dirlo ad Alex!

Con un solo rapido movimento lasciò gli abiti nel suo appartamento e volò fino al DEO, dove avrebbe, con maggiore probabilità, trovato la sorella.

“Ciao, Winn, Alex è ancora occupata con i Paralliani?” Il giovane si voltò, con aria sorpresa nel vederla atterrare sull’elegante pavimento di marmo della nuova sede del DEO.

“Ciao, credevo che fossi occupata questa sera.”

“Lo ero infatti, ma è successa una cosa e…” Kara arrossì e il giovane corrugò la fronte perplesso. “Insomma, Alex non è qui?”

“No, abbiamo trovato la tana dei Paralliani e ora sono in contenimento fino a quando non decideremo come risolvere il problema. Alex è tornata a casa una paio d’ore fa.”

“E tu cosa fai ancora qui?” Winn fece una smorfia, poi si voltò verso il computer.

“Ehm… ricerca…” Kara annuì, bevendosi la mezza bugia del ragazzo che sì stava facendo una ricerca, ma per una missione degna del Guardiano.

“Capito… divertiti.” Alzò il pugno, ma il giovane la richiamò.

Kara?” Si voltò verso Winn, interrogativa. “Come è andata la tua serata?” Il sorriso si ampliò sulle sue labbra, mentre un certo rossore si espandeva sulle sue guance.

“Bene… ehm… molto bene.” Winn inarcò le sopracciglia davanti a quella reazione, con chi era uscita la ragazza? Gli sembrava di aver sentito parlare di un vernissage con la Luthor… che avesse incontrato qualche affascinante paperone o magri un artista squattrinato di cui doveva preoccuparsi?

“Ottimo.” Le rispose, cercando di trattenere l’onda di gelosia che lo assaliva. “Buona notte.”

“Buona notte, Winn.” Mormorò lei, il sorriso che non svaniva dalle sue labbra. Winn la osservò volare via poi si guardò attorno furtivo e riaprì la pagina di ricerca sul suo computer. Prima di occuparsi del Guardiano però doveva dare una lettura alla lista di invitati al vernissage.

 

Atterrò sul balcone di Alex ed entrò in casa, le luci erano accese e nell’aria c’era della musica.

“Alex?” Chiamò.

Supergirl?” Si voltò verso la cucina, perplessa nel sentirsi chiamare a quel modo e incontrò gli incuriositi occhi scuri di Maggie Sawyer.

“Ehm…” Kara sbatté le palpebre arrossendo: Maggie indossava solo un’ampia maglietta che Alex usava come pigiama e aveva tra le mani un grande barattolo di gelato.

Supergirl!” Questa volta, voltandosi, trovò sua sorella.

“Mi dispiace! Non volevo disturbare…”

“È successo qualcosa?” Chiese allora Alex fissandola con aria preoccupata.

“No, no… ehm sì… ma nulla di grave, voglio dire… ne parleremo domani o…”

“Sei sicura che vada tutto bene?”

“Sì! Devo imparare a bussare!” Fece un sorriso che era una mezza smorfia e poi volò via, rapida com’era arrivata.

Supergirl piomba in casa tua in piena notte… mi devo ingelosire?”

“No…” Alex fissò corrucciata la finestra da dove Kara era scomparsa, cosa l’aveva preoccupata tanto da farla piombare a quel modo in casa sua?

“Sei preoccupata per lei? È una ragazza grande…”

“Sì, ma a volte…” Avrebbe voluto dire: ‘è solo la mia sorellina’ ma quello era un segreto che non poteva condividere con Maggie, non ancora. “A volte si sente sola e ha bisogno di parlare.”

“Capisco.” Maggie le avvolse le braccia intorno al corpo e poi le lasciò un bacio sul collo facendola sorridere di piacere. “Credi che potremmo tornare ai nostri programmi? Gelato e coccole?”

Mmm… perché non coccole e gelato?” Alex ruotò tra le braccia della detective fino a trovarsi davanti a lei e a catturarle le labbra in un bacio.

“Approvato!” Disse con un ampio sorriso Maggie, baciandola ancora.

 

***

 

Il mattino dopo Kara si recò alla CatCo, aveva dormito poco, troppo occupata a rigirarsi nella mente ogni istante di quella serata, aveva alternato momenti di grande euforia a momenti di quasi terrore. Ora però il sole era sorto e le paure della notte potevano essere messa da parte, era un’adulta poteva gestire anche quella situazione. Entrò in ufficio e sentì subito il profumo delle rose, le bastò uno sguardo per notare il mazzo posato sulla sua scrivania. I colleghi le lanciarono occhiate divertite e curiose mentre lei si avvicinava con trepidazione al suo posto.

“Buongiorno, Kara.” James uscì dall’ufficio di miss Grant, per lei sarebbe stato sempre l’ufficio di miss Grant, e le sorrise.

“Buongiorno.”

“Vedo che hai un ammiratore…” Malgrado il tono casuale era chiara la sua curiosità e il fondo di gelosia. Kara arrossì, ridacchiando, poi cercò di smettere conscia che appariva ancora più colpevole.

“Sarà un errore…” Tentò di dire, mentre le sue mani accarezzavano inconsciamente i delicati petali.

“Un errore? Ebbene, dai un’occhiata al biglietto e togliti il dubbio.” James si era seduto sulla sua scrivania e aspettava. Ovviamente Kara aveva subito notato il piccolo foglio infilato tra le rose, ma aveva sperato che James la lasciasse sola per leggerlo.

“Ah, sì, certo.” Fece un sorriso tirato e prese il fogliettino. La carta era pregiata e una sottile linea d’oro seguiva il bordo sul quale c’era scritto in un’elegante scrittura un’inequivocabile: ‘Kara’. Con trepidazione estrasse dalla piccola busta il biglietto e poi lo aprì.

“Un’invito a pranzo…”

“James!” Lo redarguì lei, non aveva visto il ragazzo sporgersi per leggere, era troppo presa nell’osservare la scrittura pulita ed elegante e nell’immaginarne l’autrice scrivere quelle poche parole di proprio pugno.

Il ragazzo si strinse nelle spalle, per niente imbarazzato.

“Non è firmato e non vi è un indirizzo. Il che presuppone che tu sappia chi sia all’origine di…” Kara lo guardò con la massima disapprovazione di cui era capace portandosi il fogliettino al petto, nascondendone il contenuto. “Mi preoccupo per te.” Tentò di dire il ragazzo aprendo le braccia e fingendo un’aria innocente.

Danvers!” Kara si voltò nel sentirsi chiamare dal caporedattore Carr, lanciò un’ultima occhiataccia a James e se ne andò.

Un invito a pranzo… Lena Luthor, perché sua era la scrittura e suo il profumo sul biglietto, l’aveva invitata a pranzo… con un orecchio ascoltava le sferzanti critiche al suo ultimo pezzo, ma la maggior parte della sua concentrazione era focalizzata su quel pensiero. E se avesse di nuovo tentato di baciarla… ehm, ‘tentato’ non era il termine giusto, l’aveva proprio baciata! L’idea le fece accelerare il cuore, ma poi ne sopraggiunse un’altra: e se avesse voluto scusarsi? Fare un passo indietro? E se avesse finto che non fosse successo nulla? Ma aveva mandato delle rose, no?

Danvers! Sei qua o nel mondo degli unicorni volanti?”

“Ehm… unicorni, signore?” Il caporedattore le lanciò un’occhiata fulminante e poi la congedò chiedendole di riscrivere da capo il pezzo.

 

“Salve…”

“Miss Luthor la sta aspettando.” Kara si passò le mani sui fianchi cercando di calmarsi. Arrivare fino all’ufficio di Lena alla sede della L-Corp era stata dura, ma ora era lì e doveva muoversi se non voleva fare la figura della sciocca. La segretaria la guardò interrogativa e lei fece un sorriso tirato per poi oltrepassare la porta che le era stata aperta.

“Jess, avvisa il cuoco che mangeremo appena sarà pronto.”

“Certo, miss Luthor.” La donna uscì dall’ufficio e Lena posò lo sguardo su di lei, gli occhi che brillavano mentre un sorriso curioso le illuminava il volto.

“Ciao.” Era seduta alla sua scrivania e si appoggiò indietro contro lo schienale, la mano che giocherellava con una penna.

“Ehm… ciao… io… ehm… le rose erano bellissime.” Il sorriso di Lena si ampliò ancora, mentre Kara si torturava le mani cercando di non arrossire e cercando di non soffermarsi sulle labbra di Lena. Ma era impossibile non notarne la pienezza e non desiderare di averle…

“Sei nervosa.” Evidenziò Lena, senza smettere di sorridere. Kara fece un sorriso teso e la donna le indicò la sedia. “Avevo paura che non venissi.” Ammise nel vederla sedersi. “Avevo paura di aver sognato ieri sera…” La sua mano si alzò e lei si accarezzò le labbra. Gli occhi di Kara seguirono quel movimento completamente rapiti.

“Non hai sognato.” Disse senza potersi fermare, poi arrossì, ma fu felice di vedere il sorriso di Lena illuminarle gli occhi.

Un leggero bussare le interruppe, un uomo portò due coperti, un carello e apparecchiò due posti vicini sulla scrivania, poi augurò loro buon appetito e se ne andò.

“Jess, per favore, non voglio essere disturbata.” La segretaria che aveva accompagnato lo chef annuì e poi chiuse le porte. Nell’ufficio si espanse un profumo invitante.

“Non sapevo cosa ti piacesse così ho fatto preparare un po’ di tutto…” Sollevò le campane di metallo che nascondevano il cibo mostrando i manicaretti sottostanti e gli occhi di Kara brillarono.

Pochi minuti e si ritrovarono ad assaggiare tutto ciò che c’era sui vassoi, dimenticando i propri piatti e spiluccando di tutto un po’.

“Non ti facevo così amante del cibo.” Affermò Lena nel vederla divorare l’ennesimo involtino di carne.

“Oh, in realtà ho sempre fame, consumo tantissime calorie.” Lena sorrise divertita poi prese un rotolo di zucchine e pesce e lo intinse in una salsa cinese.

“Prova questo…” Disse porgendoglielo, il tono di voce diventato improvvisamente basso. Kara trangugiò saliva, mentre i suoi occhi si perdevano nel verde-azzurro di quelli di Lena. Avvicinò le labbra e prese il boccone perfetto. Lena si portò le dita alle labbra leccandone la punta. Il cuore di Kara ebbe un violento sussulto mentre il suo ventre si tendeva. Improvvisamene si rese conto che lo spazio tra di loro era poco, che le loro gambe quasi si sfioravano. Gli occhi di Lena non si separavano dai suoi e Kara cercò di leggere in essi i pensieri della donna.

“Sì, Kara, desidero baciarti.” La aiutò lei facendola sussultare.

“Ecco… io…” Lena si avvicinò, lentamente, come un felino che punta la preda, gli occhi fissi nei suoi, sulle labbra un sorriso ammaliatore, il suo cuore però la tradiva, perché batteva forte nelle orecchie di Kara.

“Baciami…” Soffiò a pochi centimetri dalle sue labbra e fu come se Kara prendesse la scossa, il suo corpo fu attraversato dalla corrente nel sentire quella richiesta. Oh Rao, non avrebbe di certo detto di no!

Chiuse gli occhi e spinse la propria bocca contro quella di Lena. Forse il suo impeto la colse di sorpresa perché la donna si tirò leggermente indietro, ma nel vederla ritirarsi con le guance in fiamme alzò le braccia e la attirò a sé catturandole le labbra in un bacio.

Le aveva baciate solo il giorno prima? Perché a Kara non sembrava che le labbra di Lena fossero così morbide. E malgrado non avesse pensato ad altro le sensazioni che ricordava impallidivano davanti a quello che sentiva adesso.

Lena si separò da lei con un ampio sorriso sulle labbra.

“Non ho desiderato altro dal momento stesso in cui ti ho dato la buona notte ieri sera.” Kara sorrise a quelle parole, sentiva di avere le guance rosse, ma per una volta non era imbarazzo, ma intensa gioia, senza vergognarsi attirò di nuovo la giovane Luthor a sé baciandola con passione. Le loro lingue si trovarono, ma quella posizione era scomoda così Lena si alzò attirandola contro di lei e appoggiandosi alla bianca scrivania. Le mani di Kara andarono sui fianchi di Lena per poi correre alla sua schiena accarezzandola fino a giungere alla nuca scoperta dall'alto chignon. Le loro labbra non si separavano e Kara sentì il suo corpo reagire a quella situazione eccitante. Lena separò le loro bocche per andare a mordicchiarle il collo, le mani che le sbottonavano la camicia. Kara fece un salto indietro chiudendo con la mano la camicetta, il cuore che batteva veloce. Lena dovette appoggiare una mano sulla scrivania per non cadere essendo venuto meno, all’improvviso, il suo appoggio.

“Ho fatto qualcosa che non dovevo?”

“No, no!” Kara sentiva sotto le dita il tessuto del costume di Supergirl e si chiese cosa sarebbe successo se Lena se ne fosse accorta. La donna le si avvicinò con occhi indagatori, alzò la mano, le accarezzò delicatamente la guancia per poi avvicinarsi e baciarla, senza la foga di prima, ma con dolcezza.

“Mi dispiace se hai avuto l’impressione che io avessi fretta di…”

“Oh… oh!” Kara sgranò gli occhi e arrossì, rendendosi conto di quello che Lena stava pensando.

“Già… ma abbiamo tempo, tutto il tempo del mondo.” Gli occhi della donna la accarezzarono, togliendole il respiro e facendole girare la testa. “Cosa ne dici se proviamo i dolci?” Disse poi la donna, un’aria divertita sulle labbra indicando il carrello e l’ultimo ripiano ancora intatto.

“Adoro i dolci.” Ammise Kara e la donna annuì, contenta.

 

Note: Eccovi il nuovo capitolo, siete state così rapide a darmi un feedback positivo che non ho voluto farvi aspettare oltre.

Proviamo a fare un giochino? Alle cinque recensioni posto un nuovo capitolo, vi va? Facciamo un tentativo e vediamo! ;-)

 

Cosa ne pensate? Lena ha la testa nelle nuvole e non si rende nemmeno conto di aver levitato tra le braccia di Kara, ma Kara non è da meno, visto che dimentica cosa porta sotto la camicia!

Piccola scena anche per le Sanvers… vi sono piaciute?

Fatemi sapere le vostre impressioni.

Ciao ciao

  
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