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Autore: shoomie    22/01/2017    0 recensioni
Tamara è un'affermata scrittrice di romanzi e dalla vita ha avuto tutto quello per cui ha tenacemente lottato.
A quindici giorni dal giorno del suo matrimonio con l'erede delle industrie Carson, Tamara, riceve la funesta notizia dell'avvenuta scomparsa del padre.
Il rientro nella cittadina natia la porterà a scontrarsi con un passato che è ancora fortemente presente nei colori, nelle strade e soprattutto nelle persone.
Lasciare Norwood non sarà così semplice come sperato.
L'unica eredità che il padre le ha lasciato è infatti la casa dove è nata e cresciuta, ma anche quelle che ha abbandonato lasciandosi alle spalle molto più di quanto fosse mai stata disposta ad ammettere.
Solo quindici giorni la separano dal fatidico sì e quindi dal ritorno alla sua patinata vita New Yorkese ma si sa che il destino spesso è crudele e ci mette difronte a sfide sempre più dure, soprattutto se si crede di aver brillantemente superato le precedenti; quando non è così.
Sì, Tamara ha avuto tutto dalla vita che si era prefissata di vivere, tutto tranne quello che gli occhi di Cole le ricordano di non aver mai avuto il coraggio di tornare a prendersi.
(storia su Wattpad @julietwasanidiot)
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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La funzione era stata breve e semplice. 
Al suo arrivo in verità era già tutto pronto e disposto per quella giornata.
Il padre aveva lasciato specifiche disposizioni alle onoranze funebri e persino al sacerdote che aveva celebrato il funerale.
Tamara avrebbe voluto fare di più, sinceramente avrebbe voluto semplicemente fare qualcosa visto che come le era stato fatto notare era tutto apposto.
Isaiah Jones era sempre stato un uomo dalle pallide ambizioni ed erano veramente pochi i lussi che si era concesso nella sua vita uno di questi era sicuramente quello di potersi vantare con chi che sia della sua giovane e promettente figlia.
Tamara salutò il giovane parroco del paese e a passo lento si diresse verso l'uscita del cimitero, aveva stretto abbastanza mani per quel giorno.
Era luglio inoltrato e come al solito in quel periodo le temperature raggiungevano picchi così alti da rendere il semplice moto respiratorio uno sforzo a dir poco sovrumano ed i vestiti scuri parevano attrarre in maniera ancor più decisa i raggi su di lei, le sembrava di star per impazzire.
Odiava questo luogo, lo detestava con tutta se stessa, le mancavano i coffee shops di New York, le vaste boutique e la biblioteca.
Cosa avrebbe dato in quel momento per un caffè shakerato freddo nemmeno lei lo sapeva.
Scacciò con il dorso della mano un fastidioso moscerino che continuava a ronzarle intorno finendo per attirare involontariamente l'attenzione di un'anziana donna.
'Tu devi essere Tamara.'
'Sarebbe bello poter ribattere con altrettanta sicurezza ma sfortunatamente lei sa chi sono io ma io non so chi sia lei.'
Classico della sua persona adorava mettere in difficoltà il prossimo, soprattutto se non ben accetto, già agli albori di una possibile conoscenza.
'Sono Constance, io mi prendevo cura di Isaiah di tanto in tanto.'
E dunque era lei la donna del mistero.
Dalla voce si sarebbe aspettata una donna robusta e magari con i tratti un po' mascolini invece quella che si trovava difronte era una graziosa donna di mezza età, minuta e ben curata. 
Ci voleva poco a pensare che molto probabilmente suo padre e quella donna avessero avuto una relazione e di certo Tamara non avrebbe potuto biasimarlo.
Sua madre se ne era andata che lei era molto piccola e l'uomo non si era mai dato per vinto nonostante la vita di batoste gliene avesse procurate molte. 
Se Tamara era diventata qualcuno in parte lo doveva anche a suo padre, il primo ad aver creduto in lei.
No, mentiva.. c'era chi era stato subito certo del suo valore ma fu Isaiah a combattere perché avesse il meglio dal suo avvenire.
'Ma certo!' Esclamò allungando la mano nella borsetta senza aggiungere null'altro. 
Dopo una breve ricerca afferrò il libretto degli assegni e la penna sistemata nel fodero compilò i dovuto campi e poi sollevò lo sguardo verso la donna che pareva confusa.
'A chi devo intestarlo? Constance..? Immagino che prendersi cura di mio padre abbia gravato su di lei e tolto tempo alla sua vita quotidiana. Lo prenda come un ringraziamento anche da parte sua.'
L'anziana parve accigliata, la fissava come se d'improvviso le fossero spuntate le corna.
Che avesse dato troppo per scontato che i soldi le potessero bastare?
'Tuo padre mi ha parlato molto di te in questi anni. Ti ha descritta sempre come una donna forte ed indipendente, insomma una vera forza della natura. Era fiero di quello che eri diventata, che fossi una di quelle che ce l'aveva fatta. Mi sono presa cura di Isaiah perché gli volevo bene, per gratitudine e per rispetto non certo per denaro. Volevo semplicemente conoscere la donna di cui Isaiah era tanto orgoglioso ma ciò che vedo in questo momento è solo una sciocca donnetta di città che è brava solo a staccare assegni. Buona giornata Signorina Jones non mi aspetto che sia stato un piacere per lei conoscermi, di certo per me non lo è stato.'
Nella mano tesa, Tamara, ancora stringeva l'assegno mentre fissava la schiena della donna allontanarsi e la sua figura farsi man mano più piccola e sfocata.
Era scioccata, il suo rientro forzato a Norwood non era iniziato proprio nel migliore dei modi e come se il destino non si fosse già accanito abbastanza contro di lei alle sue spalle una voce la fece sobbalzare.
'Condoglianze, Tammy. Isaiah era un uomo come pochi hanno battuto questa terra e Dio mi è testimone se lo dico con affetto nonostante gli schiaffi che mi sono preso a causa tua.'
Il cuore le martellava nel petto ad un ritmo assordante e uno strano formicolio alla base della nuca la faceva sentire ancora più a disagio.
Non era necessario che si voltasse per capire a ci appartenesse quel suono rauco e basso.
Erano passati dieci anni ma la sua voce sembrava ancora la stessa, forse solo un po' più profonda.
Lo sentì avvicinarsi, era alle sue spalle e l'aveva capito dall'odore pungente della sua colonia dozzinale da discount, ma solo quando di certa di aver riacquistato almeno parte di se stessa che si voltò.
Cole era lì difronte a lei come aveva follemente sperato dieci anni prima e adesso non sapeva che dire. 
'Te li eri meritati tutti, però.' 
Tamara aveva sorriso come era solita fare nelle vuote conversazioni durante le cene sfarzose che sua suocera era solita dare. 
Con l'indice scansò una ciocca di capelli sfuggita all'elaborato chignon e senti la pelle del viso bruciare.
Che fosse del sole tutta la colpa non era pronta a giurarci. 
Anche Cole aveva sorriso a sua volta e anche nel suo volto non vi era nessuna inclinazione particolare o desidero di fingere che fosse felice di rivederla.
'Non ti ho visto durante la funzione..'
'C'era molta gente e io me ne sono stato in disparte.'
Aveva tagliato corto, ma infondo c'era veramente qualcosa da dirsi?
'Adesso devo andare.'
L'imbarazzo adesso era più che palpabile e Tamara non gradiva per nulla quella situazione così come pareva non sopportarla il suo interlocutore.
'Certamente. Ciao.'
Poi l'aveva semplicemente superata senza nessun altro accenno, la donna si era voltata per un breve istante a fissare la sua figura allontanarsi da lei. 
C'era qualcosa di strano in lui e non parlava tanto del comportamento quanto dell'aspetto.
Quel pensiero l'aveva tormentata per tutto il tragitto verso casa c'era qualcosa che non riusciva ad afferrare, un particolare che le sfuggiva e la cosa la faceva innervosire; decise comunque di non dargli ulteriore importanza non era una cosa che la riguardava più da tempo ormai.
La consapevolezza la trafisse come una lancia in pieno petto e per la seconda volta in quella giornata si era ritrovata a pregare che finisse tutto al più presto così da poter tornare a casa sua, a New York dove ad aspettarla vi erano solo le certezze di una vita che valeva la pena di essere vissuta. 

'Pronto Millie?'
La voce della suocera rimbombava dentro le sue orecchie mentre si palesava una lunga ed estenuante conversazione fatta di molte concessioni da parte sua e poche da parte della donna su quello che sarebbe stato il tavolo dei dessert il giorno del suo matrimonio. 
'Lascia che prenda qualche appunto.'
Sospirò come una scolaretta annoiata, suo padre era appena morto ma questo non avrebbe certo fermato i preparativi del matrimonio dell'anno infondo a Tamara andava bene anche così ci sarebbe stata tutta la notte per riflettere, per addentrarsi nel passato e per fare i conti con se stessa.



   
 
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