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Autore: Dragonfly_95    22/01/2017    3 recensioni
Emma è rimasta sola, dopo una serata in discoteca: la sua amica Greta l'ha lasciata sola. Qualcosa di terribile sta per accadere quella notte, tra i vicoli di un quartiere buio e malfamato. Ma poi arriva Tom...e tutto cambia. Sembra un angelo venuto a salvarla...ma se invece non fosse così? Emma non puo' averne la certezza. Ma non puo' far altro che fidarsi di lui.
-Non aver paura, tesoro…andiamocene forza. Vieni qui.
Tom l’afferrò delicatamente per un braccio, l’attirò a sé e la fece appoggiare sulla sua spalla. Emma non era nemmeno in grado di camminare, né di reggersi in piedi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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-Era Tom. Al cento per cento. E quella non era sua sorella, te lo assicuro…A meno che non le piaccia mettere la lingua in bocca a sua sorella, e allora potrebbe essere lei.-

-Dio, che schifo!- fece Rachel con una faccia disgustata.

-Emy questo è il più grande coglione che io abbia mai visto. Davvero. Già avevo sospettato che fosse un coglione solo per il fatto che non ti avesse più scritto…Ora non ho alcun dubbio.- disse Greta.

-Mi sento…Umiliata. Non lo so. Non mi era mai capitato niente del genere, a dire la verità. E spero che non mi ricapiterà mai più.- Emma fece un lungo sospiro.

-Lei la conosci?- chiese Rachel

-No, non l’ho mai vista in vita mia. Sembrava uscita dalla casa delle Barbie.-

Greta fece una smorfia di disapprovazione. Rachel abbassò lo sguardo, scuotendo la testa.

-Avevo davvero creduto che fosse…Non so, diverso. Dopo quella sera ho davvero pensato ‘Cavolo, questo è l’uomo della mia vita.’ Dopo la cena e il bacio in macchina, poi, mi ero illusa del tutto. E invece…-

-Non ti meriti uno così, Emma.- disse Rachel.

-Lo so. Hai ragione. Dio, devo essere proprio sfigata quest’anno…cosa dice l’oroscopo sulla vita amorosa?- Emma accennò un mezzo sorriso, per quanto le fosse possibile sorridere.

Per tutta risposta, Greta si alzò dalla poltrona su cui era spaparanzata e l’abbracciò forte. Qualche istante dopo, anche Rachel si unì all’abbraccio.

Poi Greta aggiunse: - Comunque sono sicurissima che in questi giorni non avrai nemmeno il tempo di pensare a quello che è successo, perché dovrai  lavorare tipo 24 ore al giorno. No davvero, quanto dovrai lavorare per ripagare un servizio intero di bicchieri?-

Tutte e tre scoppiarono in una risata sincera.

-Per fortuna Nina si è bevuta la scusa del colpo di calore. Poveretta, non posso continuare a non dirle la verità.-

-Emma che altro avresti potuto dirle? Che il tipo con cui ti sei baciata qualche giorno prima è entrato nel bar facendo finta di non conoscerti e poi è uscito per limonarsi una biondona?- disse Greta in tono sarcastico.

Emma  e Rachel ridacchiarono.

-In effetti…Direi di no, non sarebbe stato il caso. Mi avrebbe fatto mettere la camicia di forza.- rispose Emma.

La casa di Greta era più grande di quella di Emma.
Era un appartamento non lontano dal centro, senza giardino, che si sviluppava su un unico piano. Le stanze erano ampie e tutti i pavimenti erano di parquet.
Greta lavorava come segretaria nello studio dentistico di suo padre e, al contrario di Emma, era riuscita a comprarsi una casa tutta per sé anche grazie all’aiuto economico dei genitori.
Quando Emma era uscita dal lavoro il giorno prima, la prima cosa che aveva fatto era mandare un messaggio vocale nel gruppo Whatsapp con Greta e Rachel, e raccontare tutto.
Era arrivata a quasi 8 minuti di registrazione.
Dopo un po’, Rachel l’aveva chiamata al cellulare; poi anche Greta, e alla fine si erano organizzate per cenare insieme a casa di Greta.

Il citofono suonò: era finalmente arrivato il cibo cinese che avevano ordinato.

-Sabato ti  porto a ballare, Emy. Così ti distrai e magari conosci qualche ragazzo nuovo.- le disse Greta, mentre versava nel piatto la salsa di soia.

-No grazie Gre. L’ultima volta che siamo andate a ballare io e te non è finita molto bene. E poi non voglio più avere niente a che fare con i ragazzi conosciuti in discoteca o comunque lì vicino.- rispose Emma, addentando un raviolone cotto al vapore.

-Eddai Emy! Stavolta sarà diverso, sai quanto io mi senta ancora in colpa…E poi chiodo scaccia chiodo!- Greta le fece l’occhiolino.

Le tre ragazze finirono di cenare. Mentre Rachel sparecchiava ed Emma lavava forchette e piatti, Greta sceglieva una commedia da vedere.
Alla fine scelse ‘Una notte da leoni’.

-Ma l’abbiamo già visto mille volte!- si lamentò Rachel.

-Lo so.-  Disse Greta –Ma almeno siamo sicure di farci due risate!-.

Dopo aver visto il film, Emma e Rachel si avviarono verso casa e presero la metro insieme: dovevano prendere la stessa linea, ma Rachel scendeva qualche fermata prima di Emma.
Erano da poco passate le 23,00 quando Emma scese alla fermata di casa sua.
Fece il solito pezzetto a piedi, passando davanti alle villette a schiera illuminate e silenziose e imboccò la via a destra.
Non appena ebbe svoltato l’angolo, la prima cosa che vide fu una vecchia Nissan grigia parcheggiata davanti casa sua.

Il cuore ebbe un mancamento.

Questa era davvero l’ultima cosa che si sarebbe aspettata di vedere.

Che doveva fare, ora?

Emma prese un respiro profondo e continuò a camminare, determinata, con la testa alta.
Mancavano pochi metri a casa sua (e quindi alla Nissan parcheggiata), quando d’improvviso la portiera di aprì e Tom scese velocemente dall’auto.

Fece qualche passo verso di lei, guardandola.

-Emma.- disse piano lui.

Emma lo ignorò del tutto.

Gli gettò solo un rapido sguardo, poi girò la testa e continuò a guardare dritta davanti a sé, senza smettere di camminare.
Le mani le sudavano. Il cuore era un martello pneumatico.
Si stava mordendo la lingua così forte che temette di staccarsela.

-Emma, ti prego.- una nota di disperazione nella sua voce.

-Voglio solo parlarti. Ho visto che non eri in casa…Ma dovevo parlarti stasera.- disse lui, avvicinandosi ancora a lei.

‘Da quanto era fermo lì ad aspettarla?’

Senza sapere precisamente il perché, Emma ebbe un improvviso brivido lungo la schiena.

-Non voglio parlare con te adesso.- gli disse lei, prendendo coraggio.
Voleva risultare decisa, ma la sua voce si era incrinata solo pronunciando quelle poche parole.

-Lo so e ne hai tutte le ragioni, ma ieri io…-

-Vattene Tom.-

-Non prima di aver parlato con te.-

- Allora chiamo la polizia.- disse Emma seria.

- Non farlo. Sai che non sono qui per farti del male o per importunarti.- rispose Tom ed Emma ne ebbe la certezza: era disperato davvero.

-Io non so un bel niente di te, Tom. Ma l’unica cosa che so per certo è che ieri mi hai trattata come una sconosciuta…Anzi no, peggio! Mi hai trattata come uno zerbino! Come se contassi meno di nulla.-

Emma prese un respiro per calmarsi: aveva alzato pericolosamente il tono di voce, se ne rendeva conto, ma era un fiume in piena ormai.
Lui la fissava immobile, con uno sguardo insofferente.

Finalmente, lei si fermò.

E riprese a parlare, questa volta quasi sussurrando: - E come se tutto questo non fosse già abbastanza, hai pensato bene di baciarti quella ragazza bionda in bella vista davanti al mio bar. ‘Baciare’ poi non è proprio il termine più adatto, perché stavate facendo molto di più che baciarvi.-

Ecco, ora lo aveva detto. Lo aveva sputato fuori, finalmente.

Ma la cosa peggiore di tutta la situazione,  fu lo sguardo che Tom le rivolse: sgranò gli occhi in maniera innaturale e sollevò le sopracciglia chiare.

Era…Sorpreso.

‘Non sapeva che l’avessi visto.’ Intuì tristemente Emma.

Lui continuava a non risponderle ed Emma sentì una scarica di rabbia per tutto il corpo. Riprese a camminare verso la porta di casa sua, distogliendo lo sguardo da Tom
.
-Emma, Isabel non significa niente per me. Non più almeno. E’ una storia finita. - sentì parlare alle sue spalle.

Emma decise di non rispondere, perché altrimenti avrebbe ripreso ad urlare.
Udì dei passi alle sue spalle: Tom la stava ricorrendo.

-Sono stato un’idiota, Emma. Mi hai sentito? Un’idiota. E ho rovinato tutto. Faccio sempre così, io rovino tutto. Sempre.-

L’aveva raggiunta e ora le stava accanto, mantenendo il suo stesso andamento.

-Tu conti molto di più di quanto pensi.- le disse lui con voce rotta.

Emma era arrivata sull’entrata di casa e finalmente si voltò verso di lui, tenendo gli occhi fissi sul suo viso.

Ora erano occhi negli occhi: non potevano più mentire.

-Ti prego.- parlò Tom.

Emma ebbe un istante di esitazione. Aveva seguito il cuore, e le era andata male. Era stanca di farsi mettere i piedi in testa, era stanca di sentire scuse, anche se quelle scuse appartenevano al suo Tom.

-Non ho nessun diritto di essere arrabbiata con te, Tom. Non siamo una coppia, non siamo niente a dire la verità.- rispose lei, con tono stanco.
-Ma ho il diritto di non vederti più, dopo tutto questo.-

-Emma, io…-

Emma indietreggiò lievemente.

-Questa è la mia decisione. L’unica cosa che puoi fare ora è rispettarla. Mi ero sbagliata su di te, non sei diverso da altri uomini.-

E dirlo ad alta voce, la distrusse.
Perché ci aveva creduto davvero e perché forse, una piccola parte di lei, ci credeva ancora.
Ma in quell’istante, contava solo lei. Doveva darsi la precedenza, era stanca di soffirire.

Dopo aver pronunciato quelle parole, vide il viso di Tom torcersi in una smorfia di tristezza.

Emma non poteva sopportare oltre; sentì gli occhi riempirsi di un liquido caldo.
Strinse i muscoli della faccia per trattenere le lacrime.

-Ciao Tom.- parlò, questa volta con una voce rotta, senza più determinazione.

Fece qualche passo ed entrò in casa, sbattendo la porta alle sue spalle.

Sbattendo la porta in faccia a Tom.

Non appena si rese conto di tutto quello che era appena successo, i muscoli del viso le si rilassarono e le lacrime presero a scenderle per le guance.

E questa volta, Emma non si sforzò di trattenerle.




ANGOLO D'AUTORE.
Ciao a tutti e buona domenica :)
Eccomi quì con l'aggiornamento, finalmente. Mi scuso per l'immenso ritardo...purtroppo la sessione invernale di esami è micidiale! Attendo le vostre opinioni :)
Un bacio gigante, 
Vi_Dragonfly

 
   
 
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