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Autore: Azeria    23/01/2017    1 recensioni
Leggete questa storia se volete sentir raccontarvi gli anni a Hogwarts dei Malandrini.
Leggete questa storia se non vi dispiace un pizzico di originalità: conoscete Rosalie Renard?
Leggete questa storia per scoprire dell'evoluzione dell'amicizia tra i Malandrini.
Leggete questa storia per scoprire come James si innamorò di Lily.
Leggete questa storia per seguire le avventure dei 5 maghetti più combinaguai di tutta Hogwarts.
1971: Si creano nuove amicizie, nascono i primi amori, le prime rivalità, si scopre la magia, il Quidditch: Hogwarts
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Capitolo II

Rosalie aprì con calma il suo baule -rigorosamente usato prima dal fratello- e iniziò a sistemare le sue cose. Dieci minuti dopo arrivò anche una delle sue compagne di stanza. Rosalie la sentì arrivare prima di vederla: aveva davvero un buon udito. Infatti la ragazza con i capelli rossi e gli occhi verdi, la stessa che aveva notato allo Smistamento, entrò nella stanza e le si parò davanti tendendole la mano e sorridendo.
“Lily Evans, piacere. Siamo compagne di stanza!”
“A quanto pare… io sono Rosalie, Rosalie Renard” replicò dubbiosa Rosalie.
Si strinsero velocemente la mano, poi Rosalie si affrettò a rivolgere tutta la sua attenzione al suo baule. Non scherzava, quando aveva detto di non essere brava a fare conversazione. Sentiva ancora lo sguardo di Lily su di lei.
“Hai i capelli rossi come i mei!” sorrise Lily.
Rosalie la osservò; avevano i capelli rossi entrambe, era vero, ma quelli di Lily erano di un rosso molto più acceso, mentre i suoi erano molto più scuri. Nonostante ciò, decise di assecondarla “che cosa curiosa, non è vero?” le disse, fingendo di essere interessata, usando una finta espressione meravigliata.
Lily fece di sì con la testa con convinzione, poi si guardò attorno con aria sognante “Mi sembra tutto così surreale! Eppure, devi sapere che io ho un amico che mi ha parlato da sempre del mondo magico, di Hogwarts, della magia… ma io ancora non riesco a crederci! È simpatico, Severus” aggiunse, dopo una breve pausa “mi spiace solo che non sia finita in casa con lui. Lui lo desiderava tanto… ma, come ha detto il Cappello, forse Serpeverde non fa proprio per me”.
Rosalie osservò la streghetta che le stava davanti, con i suoi lunghi capelli, gli occhi verdi e un sorriso appiccicato sul volto. No, Serpeverde non faceva per lei.
“Secondo te si sbaglia mai?” chiese, però, dopo qualche minuto.
“Di che parli?”
“Del Cappello. Secondo te si è mai pentito di una delle sue scelte?”
“Perché no, Rosalie, può darsi. Anche i migliori sbagliano. Fatto sta che lui ci vede giusto la maggior parte delle volte, per questo ci smista lui. Ora, però, direi che si è davvero fatto tardi. Domani c’è scuola! Perciò io vado a letto, buonanotte Rosalie”
“Buonanotte, Lily”
Rosalie non aveva affatto sonno, però. Si sentiva sveglissima e piena di euforia.
“Chissà cosa staranno facendo James e Sirius” pensò “di sicuro neanche loro riescono a dormire”.
Si erano dati appuntamento la mattina dopo all’ingresso della Sala comune, loro tre, per scendere poi a fare colazione insieme. Rosalie sorrise, a quel pensiero.
Rimase sveglia per un po’, appollaiata sul davanzale della finestra, un po’ parlando con le altre compagne ancora sveglie, un po’ immersa nei suoi pensieri, finché non sentì le palpebre farsi pesanti.
 

La prima cosa che vide quando aprì gli occhi fu il volto di Lily che la fissava, con sguardo preoccupato. “Rosalie! Per tutti i calderoni, sei sveglia! È davvero tardi, faresti meglio ad alzarti subito!”
Rosalie si concentrò sulle parole di Lily, nonostante fosse ancora mezza addormentata, e notò che era già perfettamente vestita e pettinata. Un campanello d’allarme suonò nel suo cervello, facendole immediatamente schiarire i pensieri.
Si scaraventò giù dal letto e si fiondò in bagno. “Miseriaccia! Rischio di perdere la colazione! Detesto non fare colazione!”
“Vuoi che ti aspetti?” le urlò gentilmente Lily da fuori la porta.
“Non preoccuparti!” le urlò di rimando Rosalie, mentre si gettava sulla faccia acqua fredda con una mano, cercando a tentoni con l’altra l’asciugamano.
“Come vuoi”. La voce di Lily sembrava un po’ delusa.
 Rosalie sentì i passi di Lily sulla scalinata. Uscì dal bagno e si infilò come una furia i vestiti e la divisa con un braccio solo, mentre con l’altro cercava di pettinare i lunghi -e spettinati- capelli rossi.
Cinque minuti si stava fiondando giù per i gradini della scala per arrivare in Sala Comune, e con sua grande sorpresa, vide che anche Sirius e James stavano scendendo proprio in quel momento la loro. James aveva gli occhiali di traverso, mentre Sirius aveva un’espressione intontita, come se si fosse svegliato solo due minuti prima. Appena li vide Rosalie si fermò e sorrise, e James fece lo stesso, mentre Sirius, che era dietro di lui ed era ovviamente troppo stanco per curarsi di quello che accadeva intorno a lui, gli finì addosso, facendo quasi precipitare entrambi giù dalla scala.
“Alzataccia, eh?” chiese Rosalie, comprensiva “vi capisco benissimo!”
 

Rosalie sedeva in sala grande tra James e Sirius, e osservava Lily che, dall’altra parte della tavolata, sembrava aver già legato molto con le altre Grifondoro.
“Secondo voi il cibo è infinito?” chiese James con la bocca piena di uova e pancetta, interrompendola dai suoi pensieri. “Non lo so, ma se esistono dei cuochi, devo riconoscere che fanno davvero un ottimo lavoro” concordò Sirius, addentando un pancake praticamente affogato nello sciroppo.
“Allora” iniziò James “in ansia per le lezioni?”
“Le che?” gli fece eco Sirius, con la bocca piena.
“Le lezioni, idiota. Abbiamo Trasfigurazione alla prima ora”
“Ah, io non sono così preoccupata! Trasfigurazione deve essere semplice”
James la guardò con il sopracciglio alzato, Sirius ridacchiò.
“Oh, andiamo, ragazzi. Sarà divertente!”
 

Rosalie si lasciò cadere esausta su uno dei divanetti della sala comune.
“È stato orribile” disse rassegnata.
James si mise a ridere. “Oh, andiamo, Rosalie. Sarà divertente!” disse imitandola.
Rosalie sbuffò, prendendosi la testa fra le mai “e abbiamo già una montagna di compiti per domani. Odio già pozioni e quello stupido presuntuoso del professore!”
Rosalie alzò la testa, guardando le pergamene piene di appunti che aveva posato sul tavolo di fronte a lei “sarà meglio iniziare, abbiamo già perso abbastanza tempo”.
“I compiti il primo giorno. Roba a matti” sbadigliò Sirius “Aspettate un secondo”.
Si alzò, avvicinandosi a una ragazzina minuta dai capelli biondi seduta a una scrivania che scribacchiava su un rotolo di pergamena, mangiucchiandosi le unghie. “Hei, tu! Sei del primo anno, giusto?”
“Siamo in classe insieme!” la bambina sembrò offesa.
“Si, certo. Per caso hai fatto i compiti di pozioni?”
La bambina gettò uno sguardo alla pergamena sulla quale stava scrivendo a tutta velocità pochi secondi prima “in realtà, li sto facendo ora… Perché me lo chiedi?”
Sirius le fece l’occhiolino “Quando hai finito, me li faresti copiare?”
Rosalie alzò gli occhi al cielo, distogliendo lo sguardo dal disperato tentativo di Sirius di saltare il pomeriggio di studio. Lentamente e controvoglia, iniziò a tirare fuori le sue pergamene. James la imitò.
“Almeno, collaboriamo” le disse sorridendole.
 

“LILY!”
La bambina bionda che fino a un attimo prima era rimasta a guardare imbronciata Sirius in attesa che le ridesse la sua pergamena, si riscosse improvvisamente alla vista del visino pieno di lentiggini familiare anche a Rosalie.
“Chissà perché è arrivata così tardi… sono davvero curioso di sapere dove è stata” sussurrò James, fattosi improvvisamente sospetto, osservando la nuova venuta.
“In realtà, io ho la sensazione di saperlo” gli rispose Rosalie di rimando, a voce altrettanto bassa “ma credo che dovremmo trovare una conferma”. Gli rivolse un’occhiata furba.
Il secondo dopo si era alzata, con James che la seguiva a ruota.
“Ehi, Lily” disse con un sorriso.
La strega, che stava parlottando a bassa voce con la bambina bionda, le rivolse un enorme sorriso “Oh, ciao Rosalie. Ti presento Olivia, l’ho conosciuta oggi a colazione, ma non è in camera con noi sfortunatamente!” concluse, guardando la bionda con aria afflitta.
“Eh sì, che sfortuna tremenda!” la assecondò Rosalie, mentre un’espressione di finto dispiacere le si dipingeva sul volto.
Osservò bene la ragazzina minuta che le era di fronte. Era piuttosto carina: lunghi capelli lisci e biondi le incorniciavano un viso pallido e sottile, dove spiccavano due enormi occhioni blu con delle lunghe ciglia. Rosalie concluse che sembrava una bambolina stupida. Lo sussurrò a James di nascosto, il quale ridacchiò, dandole ragione. “Quegli occhi sono inquietanti. Sono davvero enormi” le sussurrò lui di rimando.
Olivia si schiarì la voce “ehm, Sirius? Ti dispiacerebbe ridarmi la mia pergamena?”. Sirius alzò gli occhi dal suo lavoro di copiatura. Sembrava alquanto scocciato.
“Ma non vedi che non ho ancora finito?” le rispose, come se stesse parlando con un’idiota e quello che stava dicendo fosse ovvio.
Rosalie trattenne una risata, mentre Olivia, evidentemente indignata, strappava la pergamena dalle mani di Sirius, lasciandolo lì contrariato e imbronciato.
James gli porse una lunga piuma, ridacchiando.
“Torniamo ai vecchi metodi, Sirius. Vedrai, l’unione fa la forza”
 

Rosalie posò la piuma sulla pergamena, massaggiandosi le mani soddisfatta. Aveva finito i compiti alla meno peggio, e il primo giorno era andato. L’unico problema era che la ricerca di James era esattamente identica alla sua e quella di Sirius, dopo la prima metà, copiata da Olivia, era un riassunto della loro.
Ma quelle erano piccolezze, pensò Rosalie stringendosi nelle spalle.
In quel momento vide entrare in Sala Comune un bambino minuto dai capelli biondi, con un’enorme borsa a tracolla e una mezza dozzina di libri tra le mani.
Rosalie lo riconobbe immediatamente: era il bambino che era caduto ai piedi della McGrannit per colpa loro, la sera prima.
Piegandosi verso gli amici, sussurrò “ragazzi, guardate! È il ragazzino che abbiamo fatto cadere la sera dello Smistamento. Non credete che sarebbe carino almeno chiedergli scusa?”
Sirius fece un verso di disapprovazione. “Scusarsi per cosa, di grazia? Se non lo avessi gettato a terra sarei caduto io, e sinceramente non ci tenevo proprio. E poi non mi sembra il caso di andarmi a scusare per una cosa che rifarei” concluse con un’alzata di spalle, sorridendo maliziosamente.
James gli assestò una gomitata nelle costole, ridacchiando.
Rosalie gettò un’occhiata dubbiosa al bambino seduto non lontano da lei. “Sembra solo. Non mi pare di averlo visto a colazione, o a lezione”.
Sirius ridacchiò “ad esserci, c’era. Ma non lo hai notato”.
Rosalie scattò in piedi come una molla. “Che idiozia! Andiamo James!”
Alla fine si alzarono tutti e tre, avvicinandosi velocemente all’enorme poltrona dove il bambino sembrava immerso nella lettura. Quando Rosalie gli strappò il libro dalle mani, chiudendoglielo di scatto, quello alzò lo sguardò su di lei, terrorizzato.
Poi Rosalie sorrise, mettendo in mostra le fossette. “Ehi, ciao!”
Il bambino non rispose, continuando a spostare lo sguardo terrorizzato da Rosalie che gli sorrideva, a James che lo studiava, fino a Sirius che lo fissava scocciato.
“Io mi chiamo Rosalie, e loro sono James e Sirius”, continuò Rosalie imperterrita “in realtà siamo venuti perché ti dobbiamo delle scuse”.
A quelle parole Sirius emise un verso insofferente, ma il bambino alzò gli occhi su Rosalie, incerto “…scuse?”. James gli strizzò l’occhio. “Diamine! È per colpa nostra se sei caduto come un sacco di patate ai piedi della McGrannit!”. Il bambino sorrise, allegro, mettendo in mostra dei piccoli denti affilati. Assomigliano a quelli di un topo, sussurrò Rosalie all’orecchio di Sirius, che ridacchiò, ma poi si riscosse, rivolgendosi al bambino biondo “non ci hai ancora detto come ti chiami”.
Il bambino assunse un’espressione incerta, come stupito dalla domanda. “Oh, certo!” disse, come se se ne fosse ricordato in quel preciso istante “Sono Peter, Peter Minus”.



Spazio Autrice:
Ecco il secondo capitolo, spaventosamente in ritardo. Perdonatemi, e buona lettura, tra domani e dopodomani aggiungerò anche il terzo, nel quale incontrerete anche l'ultimo dei Malandrini!
Un abbraccio,
#C
  
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