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Autore: KiarettaScrittrice92    23/01/2017    5 recensioni
Dopo la conclusione della prima stagione, mi sono finalmente decisa a scrivere e pubblicare la mia prima long su questo fandom...
Avviso che ovviamente se mai la serie continuerà la mia storia non avrà più nulla a che fare con gli avvenimenti che accadranno dopo la comparsa di Volpina.
Questa storia perciò la potete considerare come un seguito alternativo che mi sono immaginata io, oppure semplicemente come una fic in più da leggere che spero vi emozionerà.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Makohon Saga'
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Il pettegolezzo

Adrien, dopo aver letto i due nomi di fianco alla porta ed essersi assicurato che era l’appartamento giusto, suonò il campanello, in meno di qualche secondo arrivò ad aprirgli Lila.
«Era ora gattaccio, sei l’ultimo!» lo accolse con il suo solito tono superiore, scostandosi per farlo entrare.
«Dovevo finire di aiutare Nino nei compiti di fisica.» rispose risoluto, tentando d’ignorare l’irritazione che gli dava quel modo di rivolgersi della ragazza.
Ciò che però non poté assolutamente ignorare fu ciò che vide appena entrato nell’appartamento. La porta dava direttamente in un grosso ingresso living completamente in legno e pelle rossa e sui due divani vi erano seduti tutti, eccetto loro due.
Quel maledetto pel di carota stava raccontando il suo appuntamento con Marinette quando era stato akumatizzato diventando Illustrator e, come se non bastasse, teneva il braccio avvolto alle spalle di lei come se nulla fosse.
Immediatamente sentì la rabbia ribollirgli in corpo, una rabbia che non lo faceva ragionare. Prese un lungo respiro e si avvicinò al gruppo, seguito da Lila, mettendosi poi esattamente in mezzo ai due e separandoli. 
«Bonjour, my lady!» disse, quasi spintonando Nathaniel e volgendosi verso di lei con il suo miglior sorriso, uno di quelli da modello mozzafiato. 
«B-Buongiarno… Buongerno… Buongiorno…» cercò di rispondere lei arrossendo completamente.
Subito dopo sentì una risata di scherno alle sue spalle e voltandosi vide la portatrice del Miraculous della Volpe sedersi sul bracciolo del divano, vicino al rosso.
«Guarda un po’, il nostro micetto è geloso.» lo prese in giro lei, poggiando un braccio sulla spalla del ragazzo di fianco a lei, facendo arrossire anche lui che assunse la stessa tonalità dei suoi capelli. 
«Non sono geloso!» ribatté subito lui.
«Lila, smettila, per favore.» la rimproverò la giovane inglese.
«Che ho detto di male? Era una battuta innocente. Insomma, sicuramente anche questo damerino biondo, avrà regalato degli appuntamenti romantici alla sua bella.» quelle parole sembrarono colpirlo come un treno in corsa e, all’improvviso, arrivò una nuova sensazione, una sensazione che non aveva mai provato nella sua vita; si sentiva inadeguato, inferiore, lui, il giovane modello più bello di Parigi si sentiva in quel modo. 
Che appuntamento aveva regalato lui a Marinette da quando stavano insieme? Un banale cinema e un giro sul set di una pubblicità in cui lui doveva baciare un’altra. Mentre quello scarabocchia fogli, l’aveva portata a navigare sulla Senna, con una musica romantica di sottofondo e la cattedrale di Notre Dame come vista. Che razza di fidanzato era? Come se non bastasse, sentiva ancora lo sguardo di tutti addosso, come se dovesse confessare quella mancanza in quel preciso istante.
«Beh, non siamo qui per parlare di appuntamenti… - sentenziò Marinette di fianco a lui, dopo essersi schiarita la voce, rompendo quel silenzio glaciale che l’aveva messo in soggezione - È importante che troviamo un modo per agire.» il ragazzo la ringraziò con lo sguardo e lei semplicemente gli sorrise di rimando.
«Marinette ha ragione!» esclamò l’esserino rosso uscendo dalla borsa della sua padrona.
«Un attimo, in realtà io prima volevo sapere una cosa…» intervenne il portatore della tartaruga e, per un attimo, Adrien sudò freddo: possibile che anche lui avesse quel carattere terribilmente curioso e impiccione e si divertisse un mondo a tormentarlo? 
«Sarebbe?» gli chiese Jinnifer con curiosità.
«Insomma dovremmo conoscere un po’ i nostri kwami, no? È vero che ci siamo presentati una settimana fa, ma non sappiamo nulla dei nostri poteri… Inoltre vorrei capire perché il kwami di Adrien e quello di Nathaniel si stavano per scannare…» disse, trattenendo una risata nell’ultima frase.
«Te lo dico io perché! - urlò Plagg uscendo di colpo dalla camicia del ragazzo - Perché è un maledettissimo idiota ecco perché!»
«Plagg per favore… Datti un contegno! - lo rimproverò Tikki per poi rivolgersi con un sorriso al giovane cinese - È presto detto: nel ’68, ossia l’ultima volta che ci siamo ritrovati tutti e sette, Penn…»
«L’ha baciata! Maledetto traditore!» urlò di nuovo il piccolo gatto nero, linciando con lo sguardo il kwami blu che se ne stava tranquillo sulla spalla del suo portatore.
«Plagg, ti dispiace farmi finire? - sospirò Tikki scocciata - Dicevo, Penn mi ha baciata e, dato che questo signorino qui è geloso, si è arrabbiato.»
«Neanche avessi fatto chissà che cosa… Era solo un bacetto!» commentò Penn, facendo un’alzatina di spalle.
«Te lo do io il bacetto!» sbraitò Plagg e Adrien dovette fermalo dal buttarsi addosso al kwami del pavone.
«E quello che diceva il kwami di Jinny?» chiese Lila, che sembrava ancora più curiosa di Tian.
«Oh beh, sempre in quel periodo Holly aveva chiesto a Plagg se avesse voglia di passare un po’ di tempo con lei, ma lui l’ha palesemente ignorata.»
«Insomma alla fine è sempre colpa tua!» rise a quel punto Adrien, guardando il suo kwami, che teneva ancora tra le dita.
«Non è vero!» protestò il piccolo gatto.
«Però non capisco. - intervenne Marinette - L’altro giorno Plagg ha chiamato Nooroo “fratello” ed ora scopro che tu e lui avete una relazione…?»
«Beh noi siamo nati tutti assieme ed è per questo che ci consideriamo tutti fratelli, come una grande famiglia, ma non c’è nessun legame di sangue tra di noi, quindi è normale che nascano determinati sentimenti.» le rispose Tikki sorridente.
«Tranne per Tikki e Plagg - intervenne Spott, mettendosi una patatina in bocca - Loro sono dustenatu a sture…»
«Spott ingoia!» lo rimproverò la sua portatrice e lui fece come richiesto, per poi riprendere la frase dall’inizio.
«Loro sono destinati a stare insieme, per via dei poteri opposti, come d’altronde sono desinati a stare insieme i loro portatori!» a quell’ultima affermazione il biondo vide arrossire la sua ragazza e gli scappò un sorriso divertito.
«Vogliamo pensare alle cose serie adesso?» intervenne Wayzz.
«Sì, forse è meglio!» concordò Marinette, riprendendosi dall’imbarazzo.


Non ebbe nemmeno il tempo di dire qualcos’altro che la terra sembrò tremare per un paio di secondi, accompagnata da un suono sordo come di qualcosa che si schianta al suolo e poi un ruggito.
Tutto il gruppo si precipitò alla finestra più vicina dell’appartamento per vedere cosa avesse provocato quel frastuono.
«Cuore di Pietra?» sentì dire dalla voce di Adrien di fianco a lei con una nota di stupore, lo stesso stupore che stava provando lei.
«Chi è Cuore di Pietra?» chiese dubbiosa la rossa guardando quel gigante di roccia girare l’angolo.
«Lui è…» stava per rispondere Marinette, ma fu di nuovo bloccata.
Una ragazza con un vestito viola, una maschera nera e i capelli bianchi e neri raccolti in due code, era appena atterrata nel tetto del palazzo di fronte a quello dove si trovavano loro e stava sollevando quello che sembrava un ombrello.
«Tempestosa… Ma che diavolo sta succedendo?!» chiese ancora più sconvolto e confuso il giovane modello, ma lei non aveva nessuna risposta da dargli.
«Non è possibile…» sentì poi sussurrare la sua kwami, un sussurro che in realtà avevano sentito tutti, tanto che l’intero gruppo si voltò verso di lei.
«Che succede Tikki?» chiese Marinette, dando voce alla domanda che tutti avevano sulla punta della lingua.
«È impossibile… Papillon non può liberare più di un akuma alla volta: insomma l’akuma è il suo potere speciale, può farlo solo una volta a trasformazione.»
«Magari ha akumatizzato solo una persona, come quando è successo per la Burattinaia…» commentò il biondo, ma a quella sua proposta la kwami rispose scuotendo la testa con disappunto.
«No Adrien, sento distintamente trentaquattro akuma, sparse per tutta Parigi?»
«Trentaquattro?» chiese sconvolto Tian.
«Praticamente sono, quasi tutti quelli che abbiamo sconfitto…» commentò Adrien, tra il pensieroso e il disperato.
«Se togliamo Lila e Nathaniel che sono qui e mio zio che è tornato in Cina… Sì, probabilmente sono tutti!» gli rispose Marinette.
«Beh, - intervenne l’italiana allontanandosi dalla finestra - direi che è ora di entrare in azione. Holly trasformami!» disse e, poco dopo, fu imitata dagli altri cinque.

  
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