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Autore: Demon CRI    23/01/2017    4 recensioni
Il Moulin Rouge.
Un locale notturno, una sala da ballo e un bordello, dove imperava il Conte del Millennio.
Un regno di piaceri notturni in cui i ricchi e i potenti venivano a divertirsi con giovani e belle creature di malaffare.
E la più bella tra tutte quelle creature…era lui.
Allen...un ragazzo che vendeva il suo amore agli uomini…
Era lui la stella del Moulin Rouge.
(Non vi spaventate per il prologo please, non pensate subito male...davvero, continuate a leggere, per favore XD Vi dico solo che sono una da lieto fine XD)
Genere: Erotico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Allen Walker, Tyki Mikk, Un po' tutti | Coppie: Rabi/Kanda, Tyki/Allen
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questi maledetti costumi ...”
 
Quando aveva appena cominciato a lavorare al Moulin Rouge sotto la guida di Cross, Allen Walker era categoricamente contrario al fatto di vestirsi in quel modo provocante che gli lasciava scoperta la cicatrice che gli solcava il volto candido.
Poi fortunatamente il suo maestro, assieme al Conte del Millennio, aveva trovato il modo di nascondere il segno sul viso, coprendogli la cicatrice con il trucco che l'avrebbe nascosta agli sguardi lontani degli ospiti del locale, i quali non potevano avvicinarsi più di tanto, per cui nessuno l'avrebbe vista; solo allora acconsentì a lavorare nel locale, anche perché non aveva altra scelta: se non avesse cominciato a guadagnare qualche spicciolo in quel modo...sarebbe ritornato in mezzo alla strada a chiedere l’elemosina...

“Non ti lamentare Allen! Stasera hai fatto colpo anche grazie a questi maledetti costumi sai? Mi hanno detto che il conte ballerino non ti toglieva gli occhi di dosso!” si complimentò Wisely, aiutando Allen a vestirsi per l’incontro che si sarebbe tenuto a breve.
“Come ti è sembrato?” gli chiese poi curioso di conoscere il parere del ragazzo sul nobile.
Allen ci pensò su, ricordando l’attraente conte e il suo sguardo magnetico sul proprio corpo.
Sorrise leggermente al ricordo. “...Affascinante, provocante...ma a tratti leggermente timido...diciamo che non sono ancora riuscito a inquadrarlo...” sospirò poi sistemandosi per bene i vestiti. “Come sto? Ti sembro abbastanza sensuale e tentatore?” gli chiese poi girando su se stesso con un sorrisetto.
“Stupendo! Quel Kamelot ti salterà sicuramente addosso! Tienitelo stretto e riuscirai a diventare un attore coi fiocchi!” disse felice il dottore.
“Lo pensi davvero Wise?” chiese poi l’albino contento, accarezzando piano Timcampy mentre l’uomo annuiva, sperando che potesse accadere veramente una cosa del genere. “E perché no? Talento ne hai a volontà!” lo rassicurò il dottore, non rendendolo partecipe dei propri pensieri.
“Così potremo volar via da qui Timcanpy! Potremo andarcene...e vivere come abbiamo sempre sognato...” sorrise estatico, per poi lasciare libero l’uccellino e voltarsi verso l’uscita, trovandosi davanti il Conte del Millennio, preoccupatissimo per lui.
“Allen~! Va tutto bene?” chiese controllandolo da capo a piedi.
“Si Conte, tutto bene, tranquillo. Sto andando dal nostro caro ospite ~” sorrise maliziosamente per rassicurare l’uomo.
“Ah, fantastico! Chi mai potrebbe resistere al desiderio di divorare un bocconcino prelibato come te?! Vai pure. Fallo sognare, mi raccomando!” trillò contento mentre il ragazzo usciva, lasciandolo solo con Wisely.

Non appena Allen richiuse la porta dietro di sé l'atmosfera all'interno della camera cambiò radicalmente...
“Cos’è successo?” chiese schietto l’imponente uomo, cambiando totalmente espressione, e ciò che prima era un viso sorridente e giocoso divenne improvvisamente un volto incredibilmente serio e preoccupato.
Il dottore lo guardò affranto, sperando di sbagliarsi...
 
 
Intanto Tyki era arrivato in una delle stanze dell'edificio adibito agli alloggi privati dei dipendenti del Moulin Rouge posizionato all’interno del territorio del bordello a cui nessuno, a parte chi veniva invitato, poteva avere accesso; probabilmente era arrivato nella camera che Allen Walker utilizzava per accogliere i suoi clienti, pensò Tyki.
“Incredibile! Dritti nella sua stanza! Certo che ci sai fare eh Tyki?” esclamò meravigliato Lavi dandogli una pacca sulla spalla.
“Lavi, muoviti! Allen arriverà a momenti!” lo sgridò Lenalee prendendolo per la maglia e trascinandolo fuori dalla stanza assieme a Jhonny.
 
Rimasto solo, Tyki cominciò a vagare per la stanza, esaminando ogni oggetto lì presente con noncuranza.
Notò però la prevalente presenza del colore rosso fuoco...sembrava che la passione bruciante ricoprisse la maggior parte della camera: il letto, le tende, le pareti...
“È il posto migliore per leggere poesie, non trova?”

Al suono improvviso di quella voce familiare, Tyki si girò verso la sua fonte, sconvolgendosi alla visione.
Quell’abbigliamento era un crimine per l’umanità! Una tortura!
Quello svergognato solo una vestaglia di raso bianco che copriva il corpo praticamente nudo del giovane, e sotto a essa 
indossava solo dei pantaloncini corti bianchi dai quali spuntavano delle sottili calze a rete sorrette da una giarrettiera, entrambi in pizzo bianco. Infine, i capelli un poco lunghi erano liberi da qualsiasi strana acconciatura, abbandonati dolcemente sulle spalle esili del ragazzo.
Ora si che sembrava sul serio un angioletto puro e candido...

Tyki cominciò a sentire le mani prudere dal desiderio di toccare quel corpo, ma purtroppo dovette trattenersi: prima avrebbe dovuto ottenere il lavoro fingendo di essere un sempliciotto talentuoso, e solo allora si sarebbe divertito a cavalcare quella meravigliosa visione...preferibilmente 
più volte.
Ghignò mentalmente a tal pensiero, mostrando però al ragazzo un’espressione di pura sorpresa e imbarazzo.
“Questo posto è abbastanza poetico per voi...?” continuò poi sensuale Allen, notando l’espressione di stupore sul viso dell’uomo più grande, il quale non aveva ancora proferito parola.
“Si...decisamente perfetto...” rispose lui, cercando di mantenere un contegno.
“Vuole mangiare qualcosa e festeggiare questo incontro con dello champag- “
“Preferirei andare dritto al sodo.” Lo interruppe deciso il moro, non pensando, stranamente, al doppio senso della frase appena detta, troppo impegnato a mangiare con gli occhi la creatura presente davanti a lui.
“Oh!” Allen fu sorpreso da quella schiettezza, tanto che quasi gli cadde di mano la bottiglia di champagne appena presa. “...Bene.” cercò di darsi un tono, per poi girarsi verso di lui, sorridendo sensuale.
“Allora perché non venite qui e andiamo subito al sodo?” sussurrò poi sdraiandosi sul letto dalle lenzuola rosso fuoco.
L’uomo cercò con tutte le proprie forze di non cedere alla tentazione del doppio senso e dello sguardo poco casto del ragazzo, tanto che cercò di fare il finto tonto:
“Preferisco farlo in piedi grazie...” Disse infatti, ma si accorse dell’ennesimo doppio senso delle proprie parole solo dopo averle dette e si diede mentalmente dello stupido, ma dopo aver notato la fantastica espressione sorpresa e le guance leggermente arrossite del ragazzo si rimangiò immediatamente il pensiero.
“Ah! P- perfetto...” rispose Allen, fraintendendo ancora e alzandosi, per poi dirigersi verso di lui, leggermente stranito dal comportamento del moro, a tratti così timido e a tratti così sensuale.
“Non intendevo quell- Ehm voi non dovete! Volevo dire che ho bisogno di tempo per trovare...ehm...l’ispirazione...” Cercò di dire, utilizzando termini possibilmente accostabili alla poesia e mantenendo l'apparenza di ragazzo impacciato. “...Quindi dovreste stare comodo perché potrei metterci un po’ di tempo...” cercò di rimediare all’equivoco, ottenendo però l’effetto contrario, poiché vide Allen continuare ad avvicinarsi a lui con uno sguardo per niente rassicurante.
La faccenda si stava facendo più complicata del previsto...
“Oh, ma allora non vi dovete preoccupare...adesso ci penso io alla vostra ispirazione...” sussurrò mellifluo il ragazzo, mentre una mano andava a toccare lascivamente il cavallo dei pantaloni di Tyki.
Questo vi ispira...? ” lo provocò sussurrando sulle sue labbra e continuando nel frattempo a toccarlo mentre l’uomo boccheggiava, preso alla sprovvista: in un solo giorno Tyki Mikk, il Grande Amante del Gentil Sesso, si era lasciato toccare da due uomini - anche se uno di loro era ben accetto - ...la sua reputazione ne avrebbe risentito pesantemente...
Soddisfatto dalla reazione dell’uomo, Allen lo spinse velocemente sul letto, sedendoglisi sopra senza dargli possibilità di replicare. “Facciamo l’amore.” proferì poi, volendo finire tutto il più velocemente possibile.
Odiava il fatto di doversi donare in quel modo al Conte Kamelot pur di raggiungere il proprio scopo, non conoscendolo nemmeno bene: si sentiva umiliato e sfruttato...ma non aveva scelta…se non lo avesse fatto sarebbe finito per strada; cercò, per cui, sapendo bene di essere attraente grazie anche ai propri tratti ancora infantili e femminei, di cominciare e finire l’atto il prima possibile, per non soffrire per tempi infiniti e avere, invece, dei risultati il prima possibile.
“L-L’amore?!” quasi gridò Tyki, preso in contropiede dall'improvvisa svolta degli eventi.
Non era assolutamente infastidito dalla presenza sul proprio bacino, ma in quel momento era talmente ispirato che la sua razionalità, che continuava a dirgli di fare ciò per cui era venuto lì, sarebbe ben presto andata a farsi benedire, lasciando spazio a cose ben diverse dalla poesia...
“In realtà io dovrei...” protestò debolmente, cercando di rimanere lo scrittore ingenuo che fingeva di essere, ma venne prontamente bloccato dal dito di Allen sulle proprie labbra.
“Volete...non è vero?” sussurrò il ragazzo quasi supplicante mentre le mani andavano a slacciare la cintura dei pantaloni scuri dell’uomo, il quale cercò invano di fermarlo, poiché poco dopo sentì le mani del ragazzo toccargli l’intimo.
“Avanti, liberatelo! Oh...Wow...È...enorme!” disse sorpreso tastando l’attrezzo. “Datemi la vostra poesia! Ora!” lo incitò poi, cercando di non perdere tempo in chiacchiere inutili.
“E va bene...!” A quelle parole Tyki prese la palla al balzo e ribaltò la situazione, finendo in un attimo sopra il ragazzo, ora bloccato sul materasso con gli occhi sbarrati.
È davvero un po’ strano...” sussurrò poi sovrastandolo.
“...C-cosa?” disse Allen mentre sentiva il cuore battere un po’ più velocemente a causa del repentino cambio di posizione.
...Quello che sento...dentro...Non sono uno che sa celare, lo sento.” Rispose il ragazzo esponendo alcuni versi che aveva scarabocchiato tempi addietro, quando il blocco dello scrittore ancora non era cominciato, facendo capire ad Allen l’equivoco tramite un eloquente scambio di sguardi.
Oh, ragazzino, non hai idea di quanto voglia sbatterti violentemente su questo letto, ma devi ancora esaudire qualche mia richiesta ~ Pensò Tyki, cercando di darsi una calmata; aveva avuto la geniale idea di seguire il Conte del Millennio? Bene. Ora avrebbe pagato per la sua spensieratezza di quando aveva accettato di andare in Francia insieme a quell'uomo che non portava mai a nulla di buono.
Finalmente Allen carpì l’equivoco: “Ah...poesia! C-Continuate pure!” simulò il proprio entusiasmo al fine di rimediare alla gaffe, dandosi mentalmente dell’idiota, per poi cominciare a osservarlo incantato, fingendo di essere estremamente rapito dai suoi versi.
Non ho molto denaro, ma se ne avessi comprerei una grande casa per noi due, se potessi...” continuò poi l’uomo, sistemandosi i vestiti e alzandosi dal letto: non si sarebbe controllato ancora per molto se avesse continuato a tenerlo in quel modo sotto di sé.
Tentò di ricordare altre frasi sdolcinate e assolutamente scontate che aveva scritto in un momento di noia, al fine di far cadere ai suoi piedi quello che credeva essere un semplice ragazzino che si sarebbe fatto abbindolare da due paroline dolci messe in croce come la maggioranza delle persone.
“Oh...non ci posso credere...” disse poi Allen, fingendo di essere commosso. “Siete bravissimo! Mi sono innamorato di un giovane di talento, bellissimo, e per di più...è un Conte!” finì poi avvicinandosi a lui sognante, mentre il ragazzo lo fissava confuso.
Di nuovo?  si chiese Tyki all’onorifico usato dal ragazzo anche mentre danzavano.
“Conte?” chiese stranito, dando voce ai propri dubbi.
“Beh, non che i titoli ora siano importanti è chiaro...” gli rispose poi il ragazzo, per non sembrare interessato al suo status.
“Ma io non sono un Conte...” affermò tranquillo il moro, certo di non aver mostrato atteggiamenti estremamente nobili.

Non l’avesse mai fatto...

“Non siete un Conte...?” chiese l’albino, sperando con tutto il cuore di aver sentito male, mentre il sorrisetto accondiscendente sfumava verso un'espressione leggermente preoccupata.
“Sono uno scrittore.” confermò poi il ragazzo, non capendo il motivo di tanta sorpresa: non gli sembrava di avergli dato degli indizi sulla sua reale identità.
“Uno...scrittore...?” chiese poi scioccato Allen, e l'espressione sul suo viso si fece sempre più spaventata e preoccupata, distorta dalla consapevolezza di aver fatto un errore madornale.
“Uno scrittore.” ripeté poi il portoghese.
 
...

 
........

 
“NO!” quasi urlò disperato l’albino, guardandolo malissimo e perdendo ogni traccia di accondiscendenza.
“Qualche problema?” chiese il moro stupito, notando il cambiamento negli occhi del ragazzo.
“VOI siete il problema! Non ditemi che siete uno dei talentuosi, affascinanti e tragicamente poveri bohèmien amici di Lavi?!” chiese l’albino più a sé stesso che al moro, alzandosi velocemente dal letto e coprendosi alla ben e meglio.
“Beh, il succo è quello...” affermò poi l’uomo, un po’ lusingato ma sorpreso dalla reazione del ragazzo più piccolo.
“Io lo ammazzo!” disse arrabbiato il ragazzo, inveendo contro il rossino mentre si dirigeva velocemente verso la porta, ma si fermò quando sentì la mano del moro stretta sul proprio braccio.
“Lasciatemi immediatamente, impostore!” esclamò Allen scostandolo malamente. “Volete rovinare ancora di più i miei piani?! Andatevene, non ho tempo da perdere con uno stupido scrittore da quattro soldi.” e dicendolo guardò con occhi glaciali l’uomo, per poi ritornare verso la porta.
Stava quasi per abbassare la maniglia quando...
 
My gift is my song...
...Si bloccò non appena sentì quella frase volare dolcemente per la stanza con tale leggiadria che spalancò gli occhi color argento.
Si girò lentamente verso quella voce, sorpreso da quel melodioso suono.
And this one is for you...”  l’uomo alzò piano il volto verso di lui, riaffondando in quel mare argentato che erano gli occhi chiari dell’albino, i quali, a loro volta, si specchiarono nell’oro dello sguardo dell'uomo più grande.
And you can tell everybody...this is your song.” continuò Tyki, muovendosi lentamente verso di lui, senza però staccare gli occhi dai suoi.
Maybe it’s quite simple but, now that is done...” sussurrò ancora. Allen non riusciva a smettere di guardarlo: la sua voce profonda e roca e il suo sguardo magnetico lo avevano completamente ipnotizzato.
I hope you don’t mind that I put down in words...” in pochi, lenti e cadenzati passi l’uomo dai capelli scuri come la pece si ritrovò a un soffio dal viso del ragazzo.
“...How wonderful life is...now you’re in...the world...” Tyki soffiò le ultime parole in un sussurro quasi inudibile, avvicinando inconsciamente e con lentezza il proprio viso a quello dell’altro, in cerca di quelle labbra chiare che fino a quel momento aveva potuto ammirare solo da lontano...

Allen invece, come risvegliato da una trance, quando sentì il respiro del moro su di sé si allontanò velocemente da lui e si diresse di nuovo verso la porta.
“Statemi lontano! Voi mi avete ingannato fingendo di essere chi non siete...Andatevene, vado a cercare il vero conte.” Sibilò arrabbiato, voltandosi bruscamente e aprendo la porta.
Non appena lo fece, congelò: davanti alla sua stanza conversavano amabilmente il Conte del Millennio e un nobile.
“Mio caro Sheryl...” non appena Allen udì quelle tre parole, richiuse velocemente la porta e si diresse verso lo scrittore nel panico.

Il vero Sheryl Kamelot.
“Presto! Nascondetevi! Là dietro, ORA!” sussurrò l’albino per non farsi sentire dai due uomini, spingendo nel frattempo il moro verso la balconata che portava al retro.
Se lo avessero scoperto insieme a qualcuno prima dell'incontro con il Conte Sheryl poteva anche dire addio al suo sogno di scappare da quel posto e diventare un attore!
Tyki non fece nemmeno in tempo a fare un passo che la porta d’ingresso si aprì, mostrando i due uomini fuori dalla stanza in tutta la loro bellezza.
“Allen
~! Sei presentabile per il Conte?” gli chiese gaio Adam entrando nella stanza.
Per fortuna Allen con una spinta era riuscito a nascondere Tyki dietro al tavolino riempito con il cibo e lo champagne che gli aveva offerto in precedenza, in modo da occultarlo alla vista dei due individui appena entrati.
“Ah...s-si! Io stavo...aspettando con ansia il vostro arrivo...” fece finta di nulla e posò gli occhi sull’uomo che lo fissava da quando era entrato nella stanza.
Era vestito elegantemente, proprio come l’impostore ora nascosto: camicia bianca con sopra il panciotto nero e la giacca altrettanto scura, come i pantaloni e le scarpe.
Le differenze stavano nella parte superiore del corpo: al contrario dello scrittore, l’uomo davanti ad Allen aveva i capelli lunghi e mossi raccolti tutti in una coda tranne per due piccoli riccioli lasciati liberi ai lati della testa che adornavano il viso affusolato e squadrato; le labbra erano tirate in un largo sorrisetto molto poco rassicurante e gli occhi parevano quasi gialli, piccoli e allungati, il destro coperto da un monocolo con una catenina d’oro, mentre in testa portava un cappello a cilindro, anch'esso scuro come il resto del completo.
Ad Allen vennero i brividi: gli sembrava quasi di essere in presenza di un serpente in grado di azzannarlo da un momento all’altro...e non era sicuramente una sensazione molto appagante...
“Carissimo Conte: permettete che vi presenti Allen Walker, il nostro Diamante Splendente.” disse Adam, mandando ad Allen uno sguardo di intesa che l’albino carpì immediatamente.
“Mmh...mensieur, è gentile da parte vostra trovare il tempo per farmi visita.” sussurrò con tono mellifluo, inchinandosi lentamente per educazione.
Stessa cosa fece il Conte, non smettendo di fissarlo. “Il piacere, temo, sarà tutto mio, caro Allen...” rispose poi con voce sensuale.
“Bene, vi lascio a conoscervi meglio piccioncini. Adieu!” Adam si dileguò, lasciando i due soli nella stanza.
 
Sheryl? Che diamine ci fa lui qui? Non doveva essere in Inghilterra?  Pensò sconvolto Tyki guardando i due da dietro il tavolo e facendo attenzione a non farsi vedere.
Kamelot si avvicinò lentamente al ragazzo prendendogli con gentilezza una mano e baciandola elegantemente.
“Mi complimento per le vostre eccellenti fatiche artistiche di questa sera, mio caro. Avrete senz’altro bisogno di mangiare qualcosa...” si complimentò avvicinandosi
 ignaro al tavolino dietro il quale si nascondeva Tyki facendo quasi venire un infarto all’albino, il quale gridò: “NO!...n preoccupatevi...conte...” cercò poi di fermarlo Allen, preoccupato per la riuscita, ormai non così scontata, del suo piano. “...perché invece...non venite qui...? Hm?” provò a distrarlo spostando di poco la vestaglia in modo casuale e mostrando una delle gambe snelle e candide fino ad allora tenute nascoste, causando una piccola scarica di brividi lungo la schiena di entrambi gli uomini presenti nella stanza.
“...Mio caro...prendo qualcosa da bere e sono subito da voi...” sussurró mellifluo Sheryl, guardandolo famelico per poi girarsi verso il tavolino, mentre Tyki cercava inutilmente di nascondersi, ancora reduce dal provocante gesto dell’albino.
“No! Ehm...! È davvero un po’ strano...” Allen cercò di salvare la situazione con tono supplichevole, richiamando l’attenzione del Conte girandolo verso di sè e avvicinandosi sensualmente a lui. Usò le stesse parole che gli aveva dedicato il ragazzo ora dietro Kamelot, il quale, avendo riconosciuto le proprie parole, capì cosa intendesse fare Allen, per cui decise di aiutarlo a venire fuori da quella stramba situazione.
“Che cosa?” chiese l'uomo, sorpreso dal tono così disperato del ragazzo.
...quello che sento...dentro...” ripeteva ciò che aveva detto Tyki e che ora gli stava suggerendo a gesti da dietro al Conte.
Non sono uno che sa...” guardò Tyki che si stava nascondendo il viso con le mani. ”...celare, lo sento...” si avvicinò sensuale all’uomo guardando di sottecchi Tyki e i suoi suggerimenti. “Non ho molto denaro...ma se ne avessi...comprerei una casa per noi due, se potessi...” sussurrò poi guardandolo negli occhi e facendo scivolare le sue mani sulle cosce dell’uomo in modo provocante.
I hope you don’t mind…that I put down in words...how wonderful life is...now you’re in...the world...” finì sicuro in un soffio mentre lo guardava negli occhi serpenteschi, ricordando perfettamente la frase dell’altro moro che lo aveva incantato poco prima.
Spostò per un momento lo sguardo verso Tyki e incontrò i suoi meravigliosi occhi dorati, occhi che lo guardavano come incantati dopo aver ascoltato quella sua voce melodiosa, proprio come quelli gialli dell’uomo davanti a lui.
“È...bellissima...” proferì infatti Sheryl, deliziato da quelle parole rivolte alla sua persona.
“È da Spettacolo Spettacolare...il nostro spettacolo...” sussurrò di rimando Allen, guardandolo sensuale e avvolgendo le braccia al suo collo mentre indicava a Tyki la porta, intimandogli di andarsene ora che Kamelot era distratto...
“All'improvviso con voi qui ho compreso il vero significato di queste parole... É bella la vita, ora che il mondo mi ha dato te...” sussurrò Allen, vicinissimo al viso del conte, mentre Tyki apriva silenziosamente la porta e usciva, trovando però il servitore di Sheryl a fare da guardia davanti all’entrata della stanza.
“E... qual è il vero significato... mio caro?” chiese Sheryl mellifluo, facendo scivolare le sue mani sulla vita del ragazzo, mentre Tyki richiuse velocemente la porta, attento però a non fare alcun rumore, per poi fare segno ad Allen indicandogli l’impossibilità di uscire dall'ingresso principale.
Appena Allen vide quel segnale, opinò per le misure drastiche.
“Oh Conte!” esclamò il ragazzo allontanandosi bruscamente da questi e girandosi di spalle. “Non giocate con i miei sentimenti! Voi dovete capire cosa mi fate provare!” finse il proprio turbamento per confondere il Conte, il quale non capiva cosa fosse accaduto.
“Ma cosa...?” balbettò infatti Kamelot, confuso dal comportamento dell’albino, mentre Tyki fissava sconvolto il cambiamento repentino di quest’ultimo: aveva talento il ragazzo, stava manipolando il nobile come gli pareva e piaceva!
“Non riesco più a controllare quello che sento Conte!” disse poi Allen all’improvviso, rigirandosi e afferrando velocemente il conte per poi attirarlo su di sé sul letto.
“Facciamo l’amore!” disse poi disperato, accarezzando il suo corpo lascivamente, ripetendo ciò che aveva provato a fare con Tyki minuti prima. “Voi volete fare l’amore, non è vero?!” chiese quasi per assicurarsene e non avere altre sorprese, baciandolo poi con impazienza per convincerlo.
“Ma certamente
~” rispose Sheryl ghignante a quel bacio, affondando poi il viso nell’incavo del collo del ragazzo e cominciando a toccare il suo corpo sensualmente, scatenando uno strano senso di fastidio nell’altro moro presente nella stanza, il quale non poteva fare altro che guardarli.
“Mhh...sapevo che lo desideravate! Oh Conte!” finse abilmente, ansimando mentre indicava a Tyki il balcone per nascondersi e rispondeva ai tocchi dell’uomo.
A quell’indicazione Tyki si diresse verso il balcone il più velocemente possibile, fissando i due sul letto abbastanza irritato, senza che però nemmeno lui capisse il reale motivo di tale fastidio. Insomma: l'aveva visto lui per primo!
Tale sguardo venne percepito immediatamente da Allen, il quale, intuendo l’irritazione del moro e capendo che avrebbe potuto rovinare tutto il suo lavoro, roteò gli occhi esasperato e si rivolse al Conte sopra di sé con un tono esageratamente dispiaciuto: “Oh Conte!...Credo...che dovremmo aspettare la sera della prima...Non mi sento ancora pronto dopotutto...” gli disse, cercando di mostrarsi anche un po’ insicuro per rendere credibile la richiesta nonostante gli fosse appena saltato addosso...letteralmente.
Conosceva gli uomini come Sheryl Kamelot, ed era sicuro che la sua reticenza non avrebbe fatto altro che aumentare l’attrazione che l'uomo già provava nei suoi confronti.
Notò, guardandolo di sottecchi mentre si rialzava assieme a Sheryl, la soddisfazione che colse Tyki dopo la bizzarra e finta richiesta che l’albino fece all’uomo dagli occhi gialli, e pensò a quanto ciò che gli uomini consideravano bellezza e attrazione fossero incredibilmente efficaci su di essi.
Ma nonostante quel pensiero, anche lo stesso Allen ebbe un senso di compiacimento 
simile a quello di Tyki: il palese interesse che anche quell’uomo provava nei suoi confronti era qualcosa che ingrandiva incredibilmente l’ego di Allen nonostante odiasse quel lavoro, se così si poteva chiamare...
Così Tyki si nascose perfettamente dietro una delle larghe tende rosso fuoco presenti in prossimità del balcone sfoggiando un sorrisetto, piacevolmente sorpreso dalla svolta degli eventi.
L’uomo davanti ad Allen, al contrario, non fu molto contento delle parole del ragazzo che lo stava facendo rialzare dal letto.
“Aspettare?! Perché mai dovrei aspettare?!” Sbottò infatti il Conte, confuso e indispettito da quell’improvvisa interruzione: stava per cominciare la parte migliore!
“Conte!” Lo chiamò come per rimproverarlo Allen, mostrando il suo dispiacere con gli occhi affranti e il tono deciso ma incredibilmente triste.
“Eh?!” Chiese l’interpellato, sbattendo un paio di volte le palpebre, sbigottito dal tono autoritario ma al contempo così dispiaciuto dell’albino.
“Il vostro carisma mi spaventa! Noi...noi dobbiamo aspettare! Aspettare fino alla sera della Prima!” Farfugliò Allen volutamente, trovando immediatamente una scusa per farlo desistere dai suoi propositi. Era una situazione critica: se Kamelot avesse scoperto la presenza di un altro uomo nella stanza tutti i suoi progetti, i suoi piani per andarsene da quel posto sarebbero andati in fumo! Non poteva assolutamente permetterlo...
Doveva agire in fretta e mandarlo via prima che fosse troppo tardi, e il modo più rapido per riuscirci era proprio quello di confonderlo senza dargli il tempo di ribattere e portarlo fuori dalla stanza, cosa che infatti fece così velocemente da addirittura stordire il Conte.
“M-ma io...!” Tentò di farfugliare quest’ultimo, ma il ragazzo lo interruppe proferendo vago e sofferente con un dito poggiato sulle labbra dell’uomo: “Shhh...È tutto troppo intenso...! La prego di capire! Mi dispiace immensamente ma...Vada!” e in men che non si dica l’uomo dagli occhi giallognoli si ritrovò fuori dalla porta munito di un’espressione tra lo sbalordito e lo sconcertato...
 

Chiunque, ovviamente, sarebbe rientrato nella stanza come una furia pretendendo spiegazioni...

Ma Sheryl Kamelot non era chiunque...quindi, ovviamente, non lo fece, e, con un’espressione stupidamente ebete, si diresse all’uscita del locale fischiettando tra sé e sé.
“Sono fe-no-me-na-le! Tyki sarebbe verde d’invidia! ~” Proferì compiaciuto del fatto di essere riuscito, secondo lui, a far colpo sulla Stella del Moulin Rouge.
Quando ormai fu quasi al di fuori dell’edificio...
“Che sbadato! Credo di aver dimenticato il mio cappello!...Beh, poco male: ho una scusa per rivedere quel bel ragazzino ~” ...
 
 
Non appena Allen buttò l’uomo gentilmente fuori dalla stanza, si voltò verso la balconata, rivolgendosi all’uomo nascosto dietro la tenda lì a fianco.
Voi! Avete idea di cosa sarebbe successo se vi avesse scoperto?!” Chiese con gli occhi intrisi di rabbia rivolti al moro, il quale uscì dal suo nascondiglio, avvicinandoglisi con molta nonchalance.
“Deduco di poterlo solo immaginare...giusto?” Chiese retorico anticipando ciò che Allen gli avrebbe sicuramente detto con un sorrisetto, divertito dallo sguardo infuriato che l’albino gli stava rivolgendo.
“Esattamente! Per cui ora fatemi il favore di uscire da qui e non farvi più vedere!” Proferì serio, invitandolo a uscire dalla stanza tenendosi la testa che gli doleva mentre l’uomo continuava a osservare quel corpicino invitante come ipnotizzato.
“Devo ancora parlare con Adam e...” Sentì improvvisamente la testa girare, ma continuò, pensando a un semplice capogiro dovuto al nervosismo: “...ho bisogno di...riposare...andate...” Soffiò le ultime parole come fossero un sospiro...
Sentì le palpebre appesantirsi, la vista annebbiarsi e le gambe cedere improvvisamente come poco prima...ma non diede tanto peso alle proprie condizioni, troppo preoccupato per farlo...
Notando da subito lo stato del ragazzo, Tyki si mosse velocemente verso di lui, sorreggendolo prima dell’impatto con il suolo con le forti braccia.
...Sembrava proprio che i suoi sospetti infine avessero un fondo di verità...
Lo sollevò lentamente, prendendolo in braccio e constatando la leggerezza di quel corpo candido, per poi cominciare a osservare curioso il viso ancora un po’ infantile dell’albino, il quale pareva, in quel momento, parecchio affannato.
Le ciglia bianche tremavano assieme alle palpebre del ragazzo, la bocca di un leggerissimo rosa chiaro era socchiusa e alla disperata ricerca di aria, mentre la pelle pareva ancora più pallida di com'era la prima volta che Tyki l'aveva visto da vicino quella stessa sera.
Lo guardò quasi apatico poggiandolo sul letto lì affianco, per poi sospirare quando sentì il ragazzo tossire; tirò fuori dal taschino della giacca un fazzoletto e lo posò sulle labbra del ragazzo per non far propagare la malattia che, purtroppo, già conosceva da buon medico che si rispetti.
Aveva avuto la sua conferma.
“Tubercolosi eh...Tsk...A quanto pare non è ancora il momento di farti ansimare, ragazzo ~” Disse poi Tyki, più a sé stesso che all’albino, quasi per sdrammatizzare quella situazione per lui decisamente seccante.
Sbuffò irritato: possibile che non potesse divertirsi un po’ nemmeno se partiva verso chissà quale località straniera? Perché doveva trovare proprio in quel momento una complicazione del genere? Aveva bisogno di svagarsi, non di perdere tempo a curare un ragazzino!...


Anzi...


 
...perché no?
 
Pensandoci bene...Avrebbe potuto usare la malattia di Allen per i suoi esperimenti, per mettere alla prova le proprie conoscenze...
Se il ragazzo fosse sopravvissuto o - chi poteva dirlo - addirittura guarito, bene: come ringraziamento si sarebbe ritrovato un bellissimo ragazzo dai capelli bianchi nel proprio letto; se invece non fosse riuscito a sopravvivere...poco male, Tyki sarebbe avrebbe comunque raccolto delle informazioni utili alla sua carriera di medico.
Avrebbe sicuramente trovato, prima o poi, un modo per curare, o almeno rallentare, quella che era una delle malattie più diffuse in quel periodo, soprattutto nei sobborghi come quello in cui si trovavano in quel momento, quindi perché non prendere come campo di ricerca proprio quella zona? Insomma: era uno dei medici-ricercatori più gettonati in Europa, doveva pur mantenere una certa reputazione riportando qualche risultato significativo alla popolazione medica.

In fondo era un luogo in cui l'igiene era l'ultima cosa a cui si pensava, un luogo in cui vivevano bohemians e ci si dava alla pazza gioia senza preoccuparsi delle conseguenze, e con il lavoro che faceva la Stella del Moulin Rouge si sarebbe sorpreso se invece non l’avesse affatto contratta quella malattia, considerata ormai mortale.
Era un territorio perfetto per fare delle ricerche...
 
Continuò a studiare l’adolescente, maledicendo il fatto di non poter approfittare della sua condizione indifesa per soddisfarsi, poiché anche un solo attacco di tosse di quest'ultimo avrebbe potuto infettarlo.
Ovviamente conosceva alcuni possibili rimedi che nell’alta borghesia medica si erano diffusi anche grazie a lui e alle sue ricerche fruttuose, ma era più interessato allo sperimentare le sostanze alle quali stava lavorando da quando aveva cominciato la sua indagine riguardante la cura della tisi. Peccato non avesse con sè alcune delle sue ampolle...

E comunque, alla fine, era venuto lì solo per cercare nuovi modi per svagarsi e allontanarsi dalla noia che continuava ad assalirlo...e per poter ritornare a scrivere...ovviamente.
Un sorriso sinistro si fece strada sul viso del moro mentre analizzava il volto pallido del ragazzo sotto di lui con spiccato interesse: aveva intenzione di divertirsi parecchio in quella città, e Allen Walker lo avrebbe sicuramente aiutato a realizzare tale proposito...
 
Precedentemente, troppo occupato a recitare la propria parte di bravo e squattrinato
 uomo per entrare nelle grazie del ragazzino e ottenere il lavoro, lo scrittore non aveva ancora notato lo strano simbolo inciso sulla parte sinistra del viso di Allen data la distanza che fino a quel momento li aveva divisi; ma ormai la conosceva a memoria, avendolo osservato per quei pochi minuti senza mai distogliere lo sguardo, come ipnotizzato: sembrava un’incisione e consisteva in una stella a cinque punte sulla fronte sopra l'occhio sinistro che proseguiva su quest'ultimo con una linea verticale, la quale, scendendo sulla guancia magra, formava una specie di saetta, attraversata da un'altra linea orizzontale.
Affascinante...chissà quale significato porta... Pensò Tyki analizzando la ferita e tutto il viso di Allen con molto interesse, facendo poi scendere il proprio sguardo sulle labbra rosa pallido del ragazzino ancora addormentato.

Allungò quasi inconsciamente una mano a tastare quei piccoli boccioli che parevano tanto morbidi, mentre i suoi occhi dorati non riuscivano a staccarsi da quel volto angelico che continuava ad attirarlo inesorabilmente, come una calamita.
La pelle candida e limpida che sembrava che nessuno avesse mai toccato, gli occhi argentati e la determinazione che vi aveva scorto all’interno, le labbra...quelle labbra alle quali si stava lentamente avvicinando senza nemmeno accorgersene, fino a che non si ritrovò a solo qualche centimetro di distanza da quel bellissimo essere privo di coscienza...
 
Ma proprio in quel momento, accompagnato dal rumore della porta della stanza che si apriva con un botto, rientrò senza alcun preavviso il Conte Kamelot con un sorriso felice in volto.
 “Mio caro! Ho dimenticato il mio cappe...” Si bloccò a metà frase, osservando con occhi sbarrati la scena che gli si figurò davanti. Il sorriso che aveva pochi secondi prima stampato in faccia scemò immediatamente.
“UNA TRESCA?!” Gridò poi, quasi isterico, rivolto ai due ragazzi sul letto, il moro sopra l’albino ad un soffio dalla sua bocca, in una posizione decisamente molto equivocabile. “TYKI?!” Chiese ancora, ancora più sconvolto dall'incontro.
A quell’interruzione parecchio fastidiosa, l'interpellato voltò velocemente il viso verso la porta schioccando la lingua sul palato e sibilando a denti stretti: “Sheryl...” Possibile che dovesse incontrare proprio quel decerebrato dal tempismo tanto pessimo?!
Nello stesso momento Allen, disturbato da tutte quelle grida, si svegliò mugolando e sbattendo più volte le palpebre per mettere a fuoco la vista.
“Mh...ma cosa...?” Sussurrò una volta riuscitoci, e recepì immediatamente il quadro generale: il ragazzo sopra di lui, l’uomo sconcertato alla porta...

Panico.

“C-Conte! È un piacere rivede-”
È proprio strano quello che sento dentro!” Lo interruppe immediatamente Sheryl con uno strano tono di voce, simile allo stridio di un gessetto su una lavagna, ripetendo le parole che poco prima lo stesso albino gli aveva dedicato, il quale non aveva fatto altro che replicare la frase che gli aveva sussurrato il ragazzo dagli occhi dorati. Costui si rialzò con un sospiro dal letto osservando il vecchio conoscente senza dire una parola e ritornando a essere lo squattrinato ragazzo che aveva finto di essere fino a qualche momento prima per non destare sospetti nell’albino, mentre Kamelot contemplava la scena a metà tra la confusione più totale e la rabbia.
Allen si rialzò subito dopo, intenzionato a risolvere la situazione quanto più velocemente possibile pur di mandare in porto i propri piani.
“Ehm...Non è come sembra...ehm...stavamo...stavamo provando!...Eh...Per lo spettacolo che vogliamo mettere in scena! Quello...mh...Adam non ve ne ha parlato, Conte?” Cercò di trovare una scusa plausibile sudando freddo: se non l’avesse scampata non sarebbe più uscito da lì...
Tanta foga scatenò solo l’ilarità dell’uomo, il quale fece passare lo sguardo prima al moro e poi all’albino squadrandoli.
“Oh, ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima: così discinto tra le braccia di un uomo, nel bel mezzo della notte, DA SOLI! Stavate chiaramente provando!!” Rispose poi ridendo isterico tra le grida, estremamente irritato dalla scoperta appena fatta, tanto che la risata che seguì quelle frasi intrise di sarcasmo e rabbia repressa non sorprese affatto né Tyki, il quale conosceva da tempo quella sua indole isterica, né Allen, che aveva già inquadrato che tipo di persona fosse Kamelot nonostante lo conoscesse da nemmeno un’ora, e non gli sembrava affatto un uomo ragionevole e tranquillo...

Erano decisamente nei guai, lo sapevano entrambi...

Ma cosa potevano fare per uscire da quella strana e complicata situazione...?

Mentire?
Si, certo, ma con quale scusa?
 
Dire la verità?
Sicuramente avrebbe creduto a una storiella tanto assurda come quella!

...

Cosa potevano fare...?


Cosa?






 
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CIAO A TUTTIIII!! <3 Come state?
Si, lo so, sono da linciare per questo ritardo assurdo, ma ve lo dico sinceramente: con l'inizio dell'anno scolastico la mia vita sociale va a farsi fottere completamente ogni volta, per cui chiedo venia, ma non ho potuto fare altrimenti (anche perchè la stanchezza mi ha tolto via la voglia di fare qualsiasi cosa...) TuT
Spero che vi piaccia il capitolo e, come sempre, lasciate, vi scongiuro, una recensione qui sotto e ditemi che ne pensate ~!
Grazie mille per essere qui a leggere la mia fanfiction e...
Alla prossima! (sperando di non dover aspettare altri 4/5 mesi XD) <3

P.S. IMPORTANTISSIMO!!! :
 Volevo chiedervi un piacere: fatemi sapere se le parti "cantate" in inglese siano comprensibili o meno, cosicchè possa regolarmi anche aggiungendo una traduzione a fine capitolo per chi magari l'inglese non lo mastica molto bene, o anche traducendo direttamente nel testo.
Per favore, scrivetelo nelle recensioni: è importante sia per me che per voi, visto che in questo modo potrei cercare di rendere la lettura più scorrevole.

Detto questo: bye-bye ~ <3


 
  
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