IX
Invece
di studiare, dato che le ore libere del pomeriggio servivano a quello
dopotutto, Harry stava chiuso nel suo dormitorio, steso nel suo
letto, a rigirarsi distrattamente la sua bacchetta tra le dita,
mentre gli altri Grifondoro erano nel caos.
«Ragazzi,
tutto questo è un complotto.»
«Sì!
Un attentato contro Harry!»
«Probabilmente
stiamo esagerando, non c'è niente di male, sono pur sempre
ragazzi...»
«Hermione,
non capisci la gravità della situazione. Sai bene che Harry
è tonto
per quanto riguarda i rapporti sociali, specialmente quelli amorosi,
e Malfoy ne sta approfittando!»
«Certo,
perché te ne sai di cose a riguardo, vero?»
«Zitto
Seamus, è una cosa seria, Harry è in
pericolo.»
«Di
tutti i pericoli che inseguono Harry tutti i giorni, credo che Malfoy
sia quello più innocuo.»
«Sei
seria?! Stiamo parlando di Malfoy.»
«So
chi è Malfoy, e ti ricordo che c'ero anche io in aula quando
ha
detto cosa sentiva nella sua Amortentia. Sono sicurissima che Malfoy
non è indifferente ad Harry.»
«Mentiva,
sono sicuro che mentiva.»
«Ragazzi,»
Neville bloccò Hermione e Ron nel loro battibecco, indicando
qualcuno dietro di loro, «credo che a Harry non piaccia
granché che
noi parliamo di questa cosa in questo modo.»
«No,
assolutamente.»
Harry
si era alzato e aveva assistito con un cipiglio spazientito almeno
metà della discussione. Sapeva anche lui che probabilmente
Malfoy lo
stava prendendo in giro, o forse no, non lo sapeva neanche lui in
realtà, però gli stava dando terribilmente
fastidio sentir parlare
di lui – di loro –
in quel modo. Merlino, l'aveva solo baciato, no? Poco importava che
lui non riuscisse ormai a pensare ad altro, e che stava già
pensando
ad un modo per poterne rubare degli altri – fai
tu, gli aveva detto –
non erano comunque affari loro. Sapeva come non cadere nelle
trappole... più o meno.
L'anno
scorso, nell'Ufficio Misteri, era caduto in una trappola con tutte le
scarpe.
Ecco,
ora era depresso.
Al
diavolo tutti, «Sapete cosa? Non
sono affari vostri.»
Detto
quello, girò i tacchi e uscì dal dormitorio,
attraversando veloce,
inciampando a tratti, la Sala Comune e fermandosi subito dopo aver
chiuso dietro di sé il ritratto della Signora Grassa.
Affranto
e con il morale a terra – sembrava già fossero
passate ere da quel
bacio e dalla felicità che lo aveva travolto – si
sedette sulle
scale lì vicine, prendendosi la testa tra le mani e tirando
leggermente le ciocche corvine strette tra le dita.
«Harry.»
Alzò
il viso di poco, giusto appena per poter vedere il viso di Ginny e
farle un sorriso tirato, per poi farlo ricadere di nuovo tra le
ginocchia.
Non
disse niente, Ginny. Si limitò a sederglisi accanto e ad
abbracciarlo con un braccio sottile, senza aggiungere parole fuori
luogo. Era così diversa da suo fratello. C'era anche lei, in
Sala
Comune, quando lui stupidamente si era lasciato sfuggire quel
particolare che non voleva affatto rivelare, perché era una
cosa
privata. Una cosa che riguardava solo lui e Draco.
Se
ne stettero in silenzio per un bel po' di minuti, forse mezz'ora.
Ginny non se ne lamentò, e lui continuò a godersi
le leggere
carezze della ragazza. Ecco, non poteva innamorarsi di Ginny? Lei era
perfetta per lui. Perfetta. L'adorava. Perché non poteva
essere lei?
Semplice.
Lei non era Draco.
Sbuffò,
irritato, e stava per dire a Ginny che non importava, che stava
meglio e che non c'era bisogno che stesse lì accanto a lui
per tutto
il tempo, perché ormai la fase "depressione" si era appena
attivata e di certo non sarebbe passata in fretta.
Voleva
cercare Malfoy, voleva trovarlo e voleva ancora parlargli,
perché
avevano ancora un sacco di cose da dirsi, e magari strappargli anche
qualche bacio – meglio ancora se proprio un bacio come
Merlino
comanda – ma fu lui a trovarlo, alla fine.
«Ehw.
Disgustoso.»
«Malfoy,»
lo salutò Ginny, apparentemente tranquilla, mentre Harry si
irrigidì
tra le sue braccia – doveva preoccuparsi? Godric divino,
l'aveva
per caso sentito mentre lo chiamava nella sua mente? Era un po'
inquietante pensare a lui, volerlo vedere, e farlo puntualmente
apparire, «come mai sei arrivato adesso? Era almeno da
mezz'ora che
eri nascosto dietro quella colonna.»
«Non
volevo disturbare il vostro rendezvous,
ma devo ammettere che più passavano i secondi e
più mi stavo per
sentire male a guardarvi, quindi ho voluto esternarvi tutto il mio
disgusto.»
«Be',
allora direi che dovresti proprio prendere il mio posto» gli
rispose
Ginny, lasciando la presa su di lui per alzarsi, spolverandosi la
gonna. La sua voce sembrava spazientita – Ginny odiava
Malfoy, come
tutti gli Weasley d'altronde – ma sembrò ingoiare
il rospo.
Forse
lo faceva per lui.
Ed
infatti, «Non gongolare, Furetto, non lo faccio di certo per
te»
aggiunse sottovoce quando gli fu accanto, tanto che Harry fece fatica
a sentirla. Ma la sentì lo stesso.
Quando
Ginny non fu più in vista, Harry alzò infine lo
sguardo e si
scontrò con la smorfia schifata di Draco, nello stesso
istante in
cui la Signora Grassa stava per far uscire qualcuno dalla sua Sala
Comune.
Draco
stava per dire qualcosa, ma Harry non gliene diede modo. Non seppe
neanche lui cosa gli prese, ma balzò in piedi e gli si
buttò
letteralmente addosso, facendogli battere la schiena contro la
ringhiera delle scale dietro di lui e appiccicando le labbra alle
sue. Be', voleva baciarlo, era il suo desiderio più grande
da due
ore a quella parte – e forse inconsciamente anche di
più – ma
quando lui gli aveva detto fai
tu, sicuramente non si
riferiva ad un attacco improvviso davanti al dormitorio Grifondoro.
Ma
trovò la bocca di Draco morbida e aperta per lui, e che
Voldemort lo
uccidesse seduta stante se non ne avesse approfittato. Non lo stava
neanche scacciando via di malagrazia, anzi, per un attimo
sembrò
quasi che lo stesse stringendo di più a sé e le
sue labbra,
decisamente occupate, tendersi in un sorriso. O meglio, un ghigno.
Si
staccò da lui con uno schiocco. Vide che guardava alle sue
spalle,
«Cosa stai...»
«Shh»
lo zittì, e riprese a baciarlo di sua spontanea
volontà, affondando
le mani tra i suoi improponibili capelli e la lingua nella sua bocca.
Avrebbe
continuato a baciarlo e a farsi baciare per sempre, dimentico del
nervosismo di poco prima, dimentico di tutti i dubbi che nutriva per
Draco, dimentico di dove si trovasse e, soprattutto, di chi era
appena uscito dal suo dormitorio. Non gli importava più
niente.
Draco
smise di baciarlo infiniti attimi dopo, «Hai sonno,
Potter?»
«Non
hai neanche idea quanto.»
«Bene
allora,» Draco lasciò completamente la presa su di
lui – le sue
mani erano nei suoi capelli, nei suoi vestiti, e non sentiva alcun
disagio quindi dedusse che non erano infilate in altri posti per ora
proibiti – e sogghignò, squadrando qualcuno alle
sue spalle,
«andiamo a prendere in prestito un'aula in disuso, con i
giusti
incantesimi Gazza e quel gatto pulcioso non ci daranno problemi. Il
bagno per ora lasciamolo solo per i tuoi problemi di
incontinenza.»
«Ma
non ho problemi di incontinenza..!»
Seguì
Draco senza badare alla folla di Grifondoro che aveva avuto come
spettatrice al suo assalto.
Trovarono
una stanza abbandonata al terzo piano. Draco castò un paio
di
incantesimi per silenziare l'aula e chiudere la porta,
nonché per
tenere lontano chi non era gradito al momento – Gazza,
suppose
Harry, era forse l'ultimo dei suoi pensieri; non era propriamente lui
che lo preoccupava.
Ne
castò distrattamente altri per trasfigurare un tavolo e una
sedia in
un materasso e in un cuscino. Sembrò rendersi conto solo ora
di
quanto Draco fosse bravo in quasi tutte le materie. Più
bravo di
lui, almeno. Difesa Contro le Arti Oscure forse era l'unica
eccezione, ma era l'eccezione che confermava la regola che Malfoy era
molto più bravo di lui in tutto.
Era
deprimente.
Harry
rimase tutto il tempo a fissare i movimenti dell'altro in un angolo,
seguendo il braccio dondolare e castare incantesimi come il pendolo
di uno di quei vecchi orologi che una volta vide in un negozio di
antiquariato, quelle rare volte che i Dursley lo portavano via da
Privet Drive.
Quando
ebbe finito, Draco si limitò a fissarlo in silenzio,
indicandogli
con un cenno il materasso.
«Non
riuscirò a dormire.»
«Prova.»
«Non
è un bagno, questo.»
«Ma
ci sono lo stesso io» sorrise, «Non ti
lascerò dormire di nuovo in
un bagno, Potter, è meglio che tu inizi ad abituarti ad un
letto.
Tra l'altro, ora che mi ci fai pensare, ricordami che devo darti la
fattura della mia lavanderia: ho dovuto portarci il mio costume di
Halloween perché il tuo orribile trucco da altra sponda me
l'ha
imbrattato, e mi è costato un occhio. Non che non possa
permettermelo, ma il minimo che tu possa fare è pagare con i
tuoi
bei galeoni.»
Harry
annuì soltanto, avvicinandosi al materasso e stendendocisi
sopra.
Chiuse gli occhi.
Si
addormentò solo quando sentì Draco stendersi al
suo fianco.
Dormì
per tutta la notte.
Si
svegliò solo perché aveva una fame allucinante.
Dopo essere uscito
dall'infermeria e dopo aver discusso con i suoi compagni di casa, si
era direttamente addormentato in quel letto improvvisato con Malfoy e
saltando, così, la cena.
Anche
Malfoy non doveva aver mangiato. Si guardò intorno e lo vide
disteso
di lato su quel materasso, con un braccio sotto al cuscino e l'altro
a cingersi l'addome. Durante la notte doveva aver tirato tutte le
coperte, perché le aveva tutte aggrovigliate intorno alle
gambe e al
busto. Solo distrattamente Harry si rese conto di avere un freddo
cane.
«Maledetto,
pure da addormentato tenti di farmi fuori.»
Si
mise a sedere, passandosi una mano tra i capelli, suppose,
più
spettinati del solito. Lui e Draco dovevano parlare, ma parlare sul
serio. Niente battutine, niente giri di parole, e ora non aveva
neanche la stanchezza che lo faceva sembrare un ritardato, quindi
decise che era il momento giusto per fare Il
Discorso.
Non
sapeva bene cosa aspettarsi da Draco. Se avesse avuto cattive
intenzioni, gliel'avrebbe detto? Così a mente lucida, Harry
avrebbe
di gran lunga preferito che se Draco lo stesse prendendo in giro,
avrebbe preferito saperlo, anche se ci sarebbe rimasto male.
Non
molto, però. Era pur sempre Malfoy.
No,
ok. Gli avrebbe spezzato probabilmente il cuore. Ma tanto il suo
cuore aveva avuto già abbastanza batoste da poterne
resistere
un'altra, no? Prima Cedric, poi Sirius. Almeno Malfoy l'avrebbe
abbandonato come loro, ma non sarebbe morto.
Represse
un brivido, mentre lo scosse malamente per svegliarlo.
«Malfoy!»
Era
agitato e non sapeva bene per quale motivo. O per quale suo pensiero.
Draco
mugugnò una parolaccia, mentre si metteva a sedere accanto a
lui,
con gli occhi ancora chiusi. Una bocca tanto bella quanto sboccata
dovrebbe essere illegale. «Merlino, Potter, sei una piaga fin
dalle
prime ore del mattino.»
«Dobbiamo
parlare.»
Aprì
gli occhi e gli scoccò uno sguardo scocciato,
«Ancora?»
«Seriamente
però!» sbottò, mordendosi l'interno
delle guance, «Sono serio, mi
stai prendendo in giro? Ho avuto modo di pensare in infermeria, da
solo, prima che Ron ed Hermione venissero a prendermi e iniziassero a
tartassarmi l'esistenza, e se questo è un modo per farmi
testimoniare a favore di tuo padre hai sbagliato di brutto. Loro non
hanno ovviamente aiutato, mi hanno messo più ansia! Vuoi
consegnarmi
a Voldemort? Hai saputo che cado facilmente nelle trappole? Hai
saputo che ho un cuore tenero
e mi affeziono facilmente, non appena mi si mostra un po' di affetto?
Cosa hai...»
«Ma
hai sempre parlato così tanto?! È mattina presto,
per Salazar, dove
la trovi tutta questa voglia di parlare?!»
«Draco,
per favore, ti sto chiedendo delucidazioni...»
E
lo zittì.
Solitamente
si sarebbe infuriato. Perdinci, voleva delle risposte! Voleva essere
tranquillizzato, come quelle donne delle telenovelas che vedeva zia
Petunia quando temevano che il marito le stesse tradendo e volevano
che lui negasse. Ecco, Harry voleva proprio che Malfoy negasse ogni
cattiva intenzione che aveva verso di lui, e che evidenziasse quelle
buone. Se ce n'erano, di buone.
Ma,
ecco, lui si sarebbe arrabbiato se l'avesse zittito con una mano, con
un urlo, con una testata.
Non
con un bacio, però.
Dio,
si sentiva un debole. Un sottone.
Ecco, già immaginava
che ruolo avrebbe avuto semmai avrebbe fatto l'amor... fatto sesso
con Malf... con un uomo.
Draco
lo baciò con dolcezza. Non era né come il bacio a
stampo dato in
infermeria, né come quello irruento e bagnato dato fuori dal
dormitorio Grifondoro. Era dolce, lento, dato perché voleva
tenergli
la bocca occupata in qualcosa di più piacevole del dire
stupidaggini. La lingua di Draco gli carezzava prima le labbra, poi
il palato, per poi intrecciarla con la sua.
Le
sue labbra pizzicavano e nella sua pancia sentì come una
vertigine.
Ma era piacevole. Piacevolissimo. Sarebbe rimasto a baciarlo per
sempre – e lo avrebbe sempre pensato, ogni volta che si
sarebbero
baciati, ogni volta che lo avrebbe immaginato, ogni
volta.
Però
dovevano parlare, eddai, dovevano! Non poteva restare con quei dubbi
per sempre, aveva bisogno di risposte, e ne aveva bisogno subito!
Quindi
mise fine al bacio dopo essersi goduto un ultimo morso leggero, poi
poggiò le mani sulle spalle di Draco e lo
allontanò. Ma non troppo.
Le
parole che aveva bloccate in gola non uscirono subito perché
rimase
incantato dal rossore sulle guance di Draco e dalle sue labbra gonfie
e lucide. Lui sbuffò e decise di parlare lui, «Se
serve per tornare
a velocemente a pomiciare, no, Potter, puoi stare tranquillo. Non
voglio che mio padre esca da Azkaban, non ho ormai più nulla
a che
fare con lui. E non ti consegnerò al Signore Oscuro
perché non ho
nulla a che fare neanche con lui – e mai vorrò,
sia ben chiaro. Se
non mi credi, puoi spogliarmi e guardarmi il braccio» e
ghignò.
Si
spinse di nuovo verso Harry, ma lo fermò di nuovo.
«Allora perché?»
«Perché
cosa?»
«Perché
stai... perché hai... perché me...»
«Perché
mio padre è ad Azkaban,» rispose solo,
accarezzandogli la leggera
peluria nascente sulla sua mandibola con due dita, «e ora
sono
libero io. Adesso scelgo con la mia testa, non con la sua.»
Harry
lo guardò a bocca aperta, la testa completamente vuota.
«Anche
se devo ammettere che mi hai aiutato molto ad avvicinarmi a te. Mi
aspettavo prima qualche altra scazzottata, prima di finire insieme a
letto,» rise, e rise davvero
di cuore, indicando
dov'erano seduti in quel momento, «mi hai stupito con l'odore
della
tua Amortentia, ma... ammetto... a
malincuore, che mi ha
fatto molto piacere.»
Harry
gli saltò completamente addosso, baciandolo con la testa
ancora
leggera ma con il cuore che urlava felice.
E
non parlarono più.
Spazio Autrice:
Perdonatemi il ritardo, ma ho finito di correggerlo adesso e ho subito pubblicato! Se mi è sfuggito qualche errore, fatemelo sapere!
Che ve be pare del capitolo? Vi avviso subito che è previsto solo un altro capitolo + epilogo (l'avevo detto che non sarebbe stata molto lunga come storia!) un po' mi spiace terminarla, mi è piaciuto molto scriverla.
Ringrazio tutti! Chi preferisce, segue e ricorda! Aumentate sempre di più!
Ricordo, proprio perché siete in molti, di farvi sentire talvolta, per dirmi cosa pensate della storia! Mi farebbe piacere sentire le vostre opinioni!
Grazie <3
Emily ♦