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Autore: Najara    25/01/2017    12 recensioni
Un invito, un momento speciale, un bacio: le cose possono essere semplici, ma quando parliamo di Kara Danvers e Lena Luthor niente è davvero semplice.
Un'avventura SuperCorp.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Essere il suo punto debole'
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Punto debole

 

Kara la baciò e quando sentì la mano di Lena appoggiarsi sul suo petto e spingerla via con fermezza capì che aveva appena fatto un errore stupido, ma nel vedere gli occhi della donna sgranati si rese conto che l’errore era stato terribile.

“Tu…?” Disse la ragazza quando riuscì a ritrovare la parola. “Sei sempre stata tu!” Nella voce di Lena l’accusa e la rabbia iniziavano a prevalere sullo stupore.

“Ehm… non…”

“Non negare!” La fermò lei, brusca. “Oddio… ora capisco!” Lena scosse la testa incredula. “Avevi paura di lasciarti andare, di mostrare i tuoi poteri…”

“Avevo paura di farti male!” Le ricordò Kara.

“Avresti potuto uccidermi…” Mormorò la donna e quando lei fece un passo in avanti alzò il braccio retrocedendo e tenendola a distanza. “Non ti fidi di me.” L’accusò.

“Mi fido di te, Lena, ti prego, mi fido di te.”

“Non abbastanza.” Sentenziò la donna. “Ma come posso biasimarti, un Super non sbandiera il proprio segreto al nemico, giusto?”

“Non sei mai stata un nemico per me, mai.”

“Come pensavi di andare avanti? Mio dio, ti credevo così sincera, amavo la tua franchezza, la tua incapacità di tenere segreti, eri una boccata d’aria fresca nel mio mondo di finzione e artificiosità… me era tutta una messa in scena, una bugia, tu detieni il grande segreto di National City.” Rise, ma la sua freddezza fece tremare Kara.

“Lena, io non…”

“Va via.”

“No, non voglio…” Lena la fermò con uno sguardo di ghiaccio.

“Non temere, il tuo segreto è al sicuro con me, lo porterò nella tomba, come nella tomba è finito quello che provavo per te.”

“Mi hai detto che mi amavi!” Ritorse Kara, gli occhi pieni di lacrime ora. Il viso di Lena si irrigidì ancora di più.

“L’ho detto a una donna che non conoscevo per davvero, l’ho detto a qualcuno che credevo diverso, unico e speciale. Quel qualcuno è morto un istante fa.”

“No…”

“Se penso a tutte le tue bugie… ho avuto così paura che morissi in quel maledetto laboratorio e tu…” Fece un sorriso ironico. “Tu mi stavi già portando fuori. Che stupida dovevo apparire ai tuoi occhi, lì a disperarmi per Kara… e i tuoi amici? Tua sorella? Ovviamente loro lo sanno, ora capisco gli sguardi quando questa sera parlavo di Supergirl.”

“Non ho mai pensato che tu fossi stupida. Lena, ti prego…”

“Miss Luthor, credo che sia più appropriato, Supergirl.” Kara scosse la testa, sul volto sentiva bruciare le lacrime, vedere Lena così fredda le spezzava il cuore. Sapeva quanto poteva essere decisa e orgogliosa, poteva perdonare molte cose, ma se si sentiva umiliata o presa in giro nulla le avrebbe fatto cambiare idea. “Ora se non ti dispiace, vorrei rimanere sola.”

“Lena, io ti…”

“Non pronunciare parole vuote di senso, è ovvio che non provi nessun sentimento verso di me! Altrimenti ti saresti fidata, altrimenti mi avresti detto quello che eri! Quante occasioni hai avuto? Decine! Quante volte ti ho parlato del fatto che sono stata adottata? E tu? Non potevi dirmi che era lo stesso per te? Perché è così, non è vero? Oddio, tutte le volte che ti ho parlato di Supergirl e del fatto che io ne ammirassi la forza e il coraggio e tu lì in silenzio a crogiolarti nel tuo segreto!”

“Non potevo dirtelo!”

“Perché sono una Luthor? Perché sono solo un passatempo? Dimmi, perché non potevi dirmelo?”

“Non sei solo un passatempo…” Un sorriso amaro si aprì sulle labbra di Lena.

“Allora è perché sono una Luthor. Sapevo che eri come tutti gli altri. Prendi la porta o il balcone, ma vattene, vattene, non voglio più vederti.”

Kara scosse la testa arrabbiata e con il cuore spezzato. Cercò di trovare qualcosa da dire, qualsiasi cosa perché Lena capisse la sua posizione, ma lei si era arroccata nel suo castello di rabbia e risentimento e niente l’avrebbe fatta spostare.

Uscì sul balcone e si spinse in alto verso il cielo, mentre le lacrime le scivolavano lungo il viso, incontrollate.

 

Bussò alla porta e un’Alex stupita venne ad aprirle.

“Cosa…?” Nel vedere la sorella, Kara ricominciò a piangere e Alex la attirò contro di sé in un abbraccio. “Cosa è successo?” Le chiese e lei singhiozzando le raccontò ogni cosa. “Mi dispiace.” Le mormorò lei accarezzandole i capelli. “Vedrai che le passerà, ora è arrabbiata, ma…”

“Non la conosci bene quanto me, è testarda e inflessibile se vuole, non cambierà idea, crede che io l’abbia tradita nascondendole una parte di me e nulla la smuoverà dalla sua posizione.”

“Lei ti ama, Kara, l’ho visto, vedrai che cambierà idea.” Cercò di convincerla Alex, ma Kara scosse la testa, persuasa che ormai l’aveva persa e nulla avrebbe potuto restituirle Lena.

Quando tornò a casa e trovò i due bicchieri di vino e il tavolo apparecchiato le sembrò che la loro cena felice e piena di baci fosse ormai lontana anni luce e che mai si sarebbe ripetuta. Pianse di nuovo fino a quando non si addormentò sul letto, ancora vestita, i fazzoletti sparsi ovunque attorno a lei.

 

Il giorno dopo James la intercettò mentre si trascinava al suo posto di lavoro. Sentiva di avere il viso gonfio dal troppo pianto e gli occhi le bruciavano e seppe che non era solo un’impressione quando il ragazzo le lanciò uno sguardo preoccupato.

Kara… ci hanno venduto una foto, credo che tu debba vederla… non era proprio quello che temevamo, ma… beh guarda tu stessa.” Aprì una cartellina e le mostrò l’immagine. Nella foto, evidentemente scattata da un cellulare, vi era lei che volava con, tra le braccia, Lena Luthor. I loro visi erano vicini e le braccia della ragazza erano attorno al suo collo. Kara sentì gli occhi riempirsi di lacrime, ma le respinse indietro.

“Mi sono rifiutato di pubblicarla nella pagina gossip, apparirà in quella di cronaca, come l’ennesimo salvataggio di Supergirl, ma non so come tratteranno il soggetto gli altri giornali…”

Infatti, prima che fosse ora di pranzo internet fu pieno di ipotesi sull’intreccio amoroso più super di National City. Il titolo che più ferì Kara fu questo: ‘Un Luthor e un Super che lavorano assieme?’; ma ve n’erano di molto più diretti: ‘Lena Luthor cattura un Super pesce’. ‘Il Super colpo di Lena Luthor, SuperCorp: nuova coppia a National City?’. Chiuse le pagine internet cercando di smettere di pensarci, ma sembrava che tutto l’ufficio fosse in fibrillazione per quella notizia e le battute risuonavano in continuazione, tanto che iniziò a desiderare che un alieno creasse problemi in città o che ci fosse un incendio o anche soltanto un gattino da salvare, qualsiasi cosa che la tenesse occupata sarebbe stata la ben venuta persino una ramanzina di Carr.

 

***

 

“Non mi piace.” L’uomo entrò e si sedette con uno sbuffo sulla sedia, guadagnandosi un’occhiata irritata dall’uomo elegantemente seduto al tavolo.

“Puoi essere più specifico?” Gli chiese nel vederlo imbronciato e silenzioso.

“Quella cosa che mi hai fatto comprare: dieci milioni per una fialetta? Cosa diavolo può contenere di tanto prezioso?” L’uomo si asciugò la bocca e guardò il figlio.

“Dovresti saperlo che la conoscenza è potere. Ebbene, io ho ottenuto una piccola, ma preziosissima, informazione che ho messo a frutto e che mi ha portato da quella bellissima e miracolosa fialetta.”

“E quale sarebbe l’informazione?” Sul volto dell’uomo si aprì un sorriso malvagio.

“La domanda giusta è: a cosa ci porterà quell’informazione? E la risposta è: la fine dei nostri problemi d’affari.” Il figlio guardò il padre con aria stupita.

“Vuoi dire che…?”

“Esatto.”

“Con quella provetta verdognola?”

“Sì.”

“E come faremo a...?”

“Sei già andato a pesca figliolo?” Il giovane fece un’espressione perplessa e il genitore gli passò il giornale nel quale, sulla prima pagina, campeggiava l’immagine di Supergirl con Lena Luthor tra le braccia.

“Non capisco.”

“E questo è il motivo per cui tu sei il braccio e io la mente e quando sarà il momento tu continuerai ad essere il braccio mentre tua sorella sarà la mente.” Il ragazzo fece una smorfia, ma poi annuì al padre, non così stupido da non capire quale fosse il suo posto all’interno della famiglia. “Ora, ascolta attentamente.”

 

***

 

“Non vi siete più parlate?” Kara scosse la testa e Alex sospirò.

“Ci ho provato in ogni modo: l’ho chiamata, le ho scritto, le ho mandato dei fiori, sono andata al suo ufficio e ho persino volato sul suo balcone, ma non si è voltata e non ha aperto la porta, malgrado io le abbia detto che sarei entrata con la forza.”

“Ma, non lo hai fatto…?”

“Certo che no! Non voglio farla arrabbiare ancora di più!” Alex annuì e Kara abbassò gli occhi fissando il barattolo di gelato al cioccolato che aveva finito. Con uno sbuffo lo posò a terra accanto agli altri tre.

“Cosa pensi di fare ora?”

“Non lo so…”

“Non vorrai arrenderti?”

“No! Certo che no! Ma non so come farmi perdonare.” Alex guardò attorno a sé, l’appartamento di Kara era un disastro, sembrava che non pulisse e non sistemasse da giorni e probabilmente era così.

“Maggie pensa che abbiate rotto a causa di Supergirl.” Le riferì e Kara si premette il cuscino sulla faccia.

“Quella maledetta foto doveva proprio arrivare quel giorno? Sono sicura che l’ha fatta arrabbiare ancora di più contro di me, come se fosse colpa mia!” Sbuffò, ma la rabbia evaporò presto dal suo viso sostituita dalla tristezza. “Credo che andrò a prendere dell’altro gelato…”

Il telefono di Alex suonò e lei sorrise nel vedere che si trattava di Maggie.

“Perdonami un istante…” Mormorò a Kara che si strinse nelle spalle e mormorò ‘gelato’ prima di sparire facendo agitare le tende della finestra.

“Sì?”

“Abbiamo un problema…”

“Di cosa si tratta?”

“Non è esattamente di mia competenza, ma so che avresti voluto saperlo, la notizia è ancora strettamente confidenziale…”

“Cosa è successo?” Chiese Alex, sempre più allarmata.

“Lena Luthor è scomparsa.”

“Cosa?” Alex si era aspettata di tutto, tranne quello.

“Abbiamo trovato la sua macchina ferma in un vicolo, di lei nessuna traccia, così come del suo autista.”

“Prove che sia stata portata via?”

“Non posso ancora essere ufficiale, ma l’odore di cloroformio è forte sui sedili, credo che ne abbiano messo nell’impianto si aereazione, l’autista deve essersi sentito male e ha parcheggiato, a quel punto prenderli deve essere stato un gioco da ragazzi.”

“Quando è successo?”

“La segretaria afferma che Lena ha lasciato L-Corp verso le due di pomeriggio e da allora non hanno più avuto notizie.”

“Ma solo le nove di sera! Diavolo, nessuno l’aspettava da qualche parte? Quella donna è sempre piena di impegni.”

“Non ho parlato io con la segretaria, sembra che fosse molto restia a dare informazioni private sulla Luthor e non sono riusciti a tirarle fuori altro, tranne che da una settimana era cambiata e che amava passare lunghi momenti da sola, in macchina.”

“Nessuna richiesta di riscatto?”

“Nulla per ora, ma se venisse fuori qualcosa ti farò sapere.”

“Grazie, Sawyer.”

“Quando vuoi, Danvers.” Riattaccò e si voltò trovandosi davanti Kara con le braccia piene di barattoli di gelato di ogni gusto.

“Lena…” La ragazza lasciò cadere i gelati.

“Cosa le è successo? Sta bene?”

È molto probabile che sia stata rapita.” Alex vide gli occhi della ragazza allargarsi e poi quasi sentì i suoi pugni stringersi con forza.

“Chiunque l’abbia fatto ha commesso un terribile errore.” Ringhiò, scuotendosi da dosso ogni altra emozione se non il bisogno di salvarla.

“Non sappiamo chi è stato e neppure dove trovarlo…”

“Chiama Winn, lui ci aiuterà, io sorvolerò la città, non appena hai una pista fammelo sapere.”

Kara potrebbe essere…”

“Non mi importa! Nulla importa! Andrò a prenderla.” Alex annuì, comprendendo perfettamente l’emozione che provava sua sorella, lei non aveva esitato un instante quando ad essere rapita era stata Maggie.

“Sono con te.” Affermò e Kara annuì, poi si lanciò dalla finestra, iniziando a scandagliare la città alla ricerca del proverbiale ago nel pagliaio.

Alex scosse la testa, così non l’avrebbe trovata mai, ma c’erano altri modi.

Dieci minuti dopo era al DEO assieme a Winn e stavano lavorando sui video della sorveglianza cercando la traccia che avrebbe permesso a Kara di ridurre l’area di ricerca e, se erano fortunati, di trovare Lena.

 

Aprì gli occhi confusa, la testa le faceva male, ma era chiaro che non era di un semplice mal di testa che doveva preoccuparsi.

“Il sonno di bellezza ha prodotto i suoi frutti? Come vi sentite, miss Luthor?”

“Dove sono?” Ringhiò tendendo le braccia e scoprendo che erano legate dietro alla sua schiena. L’uomo che le aveva parlato sorrise divertito.

“Siete nostra ospite, non temete, non vi sarà fatto alcun male... probabilmente…”

“Avete scelto la persona sbagliata da rapire!” L’uomo aprì le mani  in un gesto di rassegnazione.

“Non avrei mai scelto una Luthor, dopo tutto tra di noi vi sono fiorenti affari da anni… ma a volte per attirare un pesce pregiato ci vuole un’esca altrettanto pregiata.”

“Non ho la minima idea di quello che sta dicendo. Se vuole un riscatto lo chieda e poi mi lasci andare.” L’uomo guardò dietro alle proprie spalle dove un ragazzo più giovane aspettava in piedi, tra le mani una valigetta.

“Ora guarda quanto ci metterà, lei, a capire.” Affermò, poi gli fece un cenno, il ragazzo si fece avanti e gli porse la valigetta che l’uomo aprì per poi voltarla verso di lei. Gli occhi di Lena si sgranarono nel comprendere, senza nessun dubbio, cosa fosse quella piccola provetta piena di liquido verde. L’uomo batté le mani, ammirato, e sorrise.

“Questa è una donna intelligente. Una Luthor dopo tutto, anche se dal cuore tenero.” Ridacchiò e poi richiuse la valigia restituendola al ragazzo.

“Cosa volete fare?”

“Lo sai cosa vogliamo fare.”

“Non potete, lei…” Lena scosse la testa, per la prima volta da quando era lì il suo cuore prese a battere veloce e la paura la sommerse. L’uomo fece un ampio sorriso.

“L’amore che bel sentimento, può muovere montagne e anche… abbattere eroi. Sansone ne è un esempio.”

“Anche King Kong!” Affermò il ragazzo guadagnandosi un’occhiataccia dell’uomo più anziano.

“Non ne ero proprio sicuro, anche se quella foto parlava da sé, ma ora so che è un sentimento condiviso… dunque, un Luthor e un Super insieme che storia fantastica, le famiglie eternamente rivali che trovano la pace nelle loro più giovane espressioni. Siete le novelle Romeo e Giulietta.”

“Dovresti dire Giulietta e Giulietta, papà!” Il ragazzo ridacchiò e l’uomo sospirò scuotendo la testa.

Lena sentiva il cuore battere veloce mentre la sua testa lavorava a una soluzione, qualsiasi soluzione che le permettesse di salvare Kara.

“Chiedetemi qualsiasi cosa e la otterrete. Sono una donna potente, lo sapete, una mia collaborazione attiva ai vostri affari potrebbe essere di grande utilità per voi.” Tentò, ma l’uomo scosse la testa fingendosi desolato.

“Sarebbe di certo utile avervi come affiliata, da quando possedete l’azienda di famiglia abbiamo perso molto, ma…”

Supergirl non vi da fastidio, non si occupa degli affari delle Famiglie.” Lo interruppe Lena e l’uomo sorrise ammirato.

“Vedi, figliolo? Una donna intelligente, ha capito subito chi siamo e cosa rappresentiamo. Ma non ha capito perché lo facciamo.” Tornò a fissare Lena. “Questi eroi, questi superuomini e superdonne sono d’ispirazione, sono simboli di speranza, di forza, di coraggio. E questi sentimenti sono un problema per noi, spingono le persone a ribellarsi al nostro potere a fare di testa loro…” Scosse la testa. “Dobbiamo dare una lezione a questi nuovi eroi così che la gente capisca che noi rimaniamo i più forti. Uccideremo Supergirl e non vedremo più bambine indossare mantelli rossi, uccideremo Supergirl e lo faremo in diretta. Tutti vedranno la loro eroina cadere.”

 

 

 

Note: Ve lo avevo detto di non desiderare troppo forte che Lena scoprisse chi ci fosse sotto l’elegante costume di Supergirl! (Se non lo avevo detto l’ho pensato molto forte… ;-) )

Ora Lena sa. L’ennesimo passo falso di Kara ha portato al disastro e lei è troppo orgogliosa per passare sotto silenzio una simile mancanza di fiducia… Quando l’orgoglio brucia è difficile perdonare…

Però, c’è sempre un però, la situazione si è di molto complicata e le carte in tavola sono decisamente cambiate. Lena è nelle mani di potenti mafiosi, mentre Kara svolazza di qua e di là per cercarla senza sapere che non è nient’altro che un’elaborata trappola tesa per lei…

Ormai dovreste aver capito cosa contiene la fialetta, Lena non ha avuto dubbi. Quindi: guai in arrivo!

 

Ora potete spoilerare, ho recuperato l’episodio in tarda serata ma ce l’ho fatta! ;-)

 

Ancora una volta, 5 recensioni e saprete quanto sarà grande il “guaio”! J

  
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