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Autore: Fabb5000    25/01/2017    2 recensioni
Sono passati parecchi anni da quando Lyon, Stefano, Anna e Mario giocavano a Minecraft e, insieme a quei tempi, si è conclusa anche la FailCraft. Ora Lyon, ormai ultracentenario, conscio che ormai non gli resta molto tempo, decide di rivelare alla sua nipote sedicenne la sua vera storia, ovvero quella che successe dopo gli avvenimenti di "A caccia di Herobrine"; la storia che lo rese un eroe non solo in Minecraft, ma in tutti i mondi, e che va tramandata alle generazione future prima della fine. La storia di come lui, Stefano, Anna e Mario salvarono tutti gli universi da una terribile piaga. [[Consigliabile, ma non indispensabile, legge il prologo]]
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Herobrine, Notch, Nuovo personaggio, Steve, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'FailCraft in real life'
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Gavin guardava soddisfatto il proprio operato mentre si lavava le ali dal sangue di Stefano.

Il ragazzo alla fine era svenuto per il dolore. Gavin si era soffermato a torturarlo solo sulle braccia, tralasciando tutto il resto, ma era convinto che il messaggio fosse arrivato. Nessuno poteva sfidarlo.

Velocemente usò una sorgente per togliersi quello schifo dalle ali e dalle zampe. Gli artigli erano così rossi che ci mise un po' a scolorirli.

Guardò Stefano. Gli sembrava quasi di essere tornato ai tempi della guerra. Se non fosse stato per il fatto che si trovava in una stanza di pietra e non una caserma, non ci sarebbero state differenze.

"Bel lavoro, Grifone" mormorò una voce, che Gavin identificò come il suo primo comandante di guarnigione. "Vedo che hai scelto bene da che parte del tavolo stare ..."

Ed eccolo che compariva. Succedeva sempre quando avveniva qualcosa che gli ricordava la guerra. Un umano dalla figura longilinea apparve accanto al tavolo, battendo una mano sulla spalla della creatura legata, che non era più Stefano ma un giovane scheletro ...

L'ufficiale indossava un'uniforme militare ed aveva uno sguardo sadico, compiacendosi della carneficina appena compiuta. Sul suo petto spiccava una spilla a forma di svastica.

"L'avevo capito subito, sei tagliato per essere un soldato. Non hai esitato un istante ad eseguire i miei ordini ... come mai? Sono curioso ..."

Ed ecco che accanto al tavolo, dalla parte opposta al comandante, compariva un'altra figura, molto più giovane di lui : la figura di un grosso rapace con becco e artigli insanguinati, che pareva non curarsi di ciò che aveva appena fatto ...

L'uccello alzava l'ala, stringendo i minuscoli artigli che sporgevano dalle piume a pugno : "Haid, Hinkler"

Ecco quel nome. Rodolphus Hinkler, signore e padrone supremo degli Umani, un pazzo che aveva scatenato la guerra. Gavin ricordava che sulla Terra c'era stato un suo alter-ego con un nome molto simile ... Adolf ... mah, non se lo ricordava.

Hinkler era di certo la persona più spregevole che si poteva conoscere : crudele, xenofobo e razzista, non voleva alcuna razza nell'Overworld al di fuori degli Umani. Probabilmente avrebbe anche sterminato i Villager se avesse vinto la guerra. Aveva accettato lui fra le sue guarnigioni solo perché aveva riconosciuto il suo potenziale.

Il comandante ghigno : "Bravo, Grifone, bravo ... si vede che hai capito da che parte è meglio stare. Il nostro grande sovrano Hinkler vede grandi onori per te, e io voglio aiutarti a realizzarli. Sei forte e privo di scrupoli ... il genere di soldato che si può definire invincibile ..."

E così dicendo lo prendeva sotto il suo braccio e lo conduceva verso la porta, mentre i soldati vedendolo uscire alzavano le mani a pugno, gridando "Haid Hinkler" ....

Gavin emise un fremito e si ritrovò di nuovo nella stanza di pietra. Niente soldati, niente comandanti, niente guerra.

Gavin si diede una manata sulla testa. Odiava quelle visioni che gli facevano rivedere le più grandi atrocità che aveva commesso, odiava tutto ciò che le provocava ...

Si chiese se avrebbero mai smesso di tormentarlo.

Gavin alzò la testa. Ma quanto ci mettevano Elendin e Gulliver? A quest'ora sarebbero già dovuti essere di ritorno ... ad uccidere Stefano ci dovevano essere tutti.

Anche loro due volevano vendicarsi in fondo.

Improvvisamente udì dei passi e si rassenerò, ma cambiò idea quando notò che le due sagome all'entrata della caverna non erano i suoi figli. Al contrario, erano due di quei ragazzi che accompagnavano Stefano! Ma non se li divevano essere mangiati i Creeper?!

-Salve- disse uno di loro, spavaldo, avanzando tranquillo. -Il mio nome è Lyon. Voglio farvi presente che i tuoi due degni compari sono lì fuori, svenuti e con un bel bernoccolo sulla testa. Quindi, se vuoi uscirne abbastanza vivo, ti conviene filare immediatamente-

Gavin spalancò le ali, mostrando gli affilatissimi artigli e i denti acuminati. Certo, erano anni che non combatteva contro avversari armati, ma era comunque in grado di metterli al tappeto.

-NON MI AVRETE VIVO!!!- urlò lanciandosi in avanti e afferrando la spada di Lyon con il becco, mentre con una delle zampe teneva Mario ancorato ad una parete.

Lyon cercò di liberare la spada dalla presa do Gavim, ma questi la teneva assai saldamente. Dopo qualche secondo, il rapace serrò il poderoso becco spezzando in due la lama.

Lyon vode impotente la spada spaccarsi come se fosse di zucchero. Sperò che un fulmine la centrasse, così che desse loro un po' di vantaggio, ma evidentemente erano troppo lontani dall'apertura della grotta per scatenare la carica magnetica.

L'uccello, vedendo Lyon in difficoltà, gli diede uno spintone, facendolo cadere a terra, e si concentrò poi su Mario, staccandogli uno ad uno i pezzi dell'armatura.

Lyon prese una pietra e la lamciò sulla testa di Gavin, ma questi udì il sibilo dell'oggetto che sfrecciava verso il suo capo e si abbassò in tempo, facendo così colpire Mario al posto suo. Il ragazzo stramazzò a terra svenuto.

Lyon per la prima volta si trovò in una situazione di disagio. Quel rapace era diverso dagli altri : era più forte, intelligente e scaltro, e non c'era verso di batterlo. Per di più era rimasto senza difese : tutte le altre armi erano state usate per fulminare i Creeper ... era rimasta solo Excalibur ...

Lyon la impugnò, sperando che il rapace non avrebbe spezzati anche quella.

Gavin si lanciò su di lui, ma non appena fu a distanza ravvicinata, Lyon mollò un fendente con la spada. Il rapace fu centrato in pieno.

Gavin rotolò a terra con una poderosa ferita al fianco. L'uccello capì immediatamente di non poter vincere e volò verso l'uscita, afferrando con le zampe gli altri due rapaci svenuti.

-Bene- disse Lyon aiutando Mario a rialzarsi. -Ora prendiamo Stefano e andiamocene. Ne ho abbastanza di caverne-


***********************************


Intanto, molto lontano dal punti in cui si trovavano Lyon e gli altri, il Blazur e il suo seguito stavano ancora cercando di raggiungere Minas Morgul, dopo aver ricevuto da Entity l'ordine di tornare.

Improvvisamente si udì uno sbattere di ali e qualcosa di enorme cadde dall'alto. In un istante diversi guerrieri-mostro caddero a terra e le loro teste si schiantarono contro le radici sporgenti degli alberi morti, uccidendoli.

Il Blazur si dileguò nella foresta mentre il qualcosa sceso dal cielo faceva a pezzi gli altri soldati-mostro. Baba Yaga provò a seguirlo, ma improvvisamente qualcosa le si avvolse attorno alla vita, impedendole di fuggire.

-Dove pensi di andare?- chiese l'enorme essere che si rivelò essere un drago. Baba Yaga constatò che la cosa che la teneva prugioniera era la sua coda.

Poi di fronte a lei comparvero due figure, un dinosauro e un essere molto simile ad un uomo, che la strega riconobbe subito : -Herobrine-

-Il Blazur è fuggito. Vuoi che lo insegua?- chiese il drago.

-Non serve, Smaug- rispose Herobrine. -Abbiamo la sua seconda, ci basterà. Ora dimmi ...- disse rivomgendosi alla strega. -... come ha fatto Entity303 a sopravvivere?-

Baba Yaga scoppiò in una risata : -Non parlerò mai-

-Ti conviene, se non vuoi finire arrosto- disse Smaug. -Quale è il piano di Entity? Cosa vuole fare stavolta?-

La strega continuò a ridere : -Tu non sai niente ... niente di niente ... il tuo mondo ... scomparirà ... come tutti gli altri ...-

-Ma che stai dicendo? PARLA!- urlò Smaug. La pazienza non era mai stata una delle sue virtù.

Baba Yaga alzò la testa, guardandolo dritto negli occhi con un sorriso di trionfo : -Voi non potete fermare il mio padrone ... perché lui serve ... l'Unico-

-Di che stai parlando?- esclamò Herobrine, sperando di aver capito male o che la strega stesse delirando.

Ma questa pareva più lucida che mai : -Hai capito bene, dio ... l'Unico, il Sommo, il Solo è tornato ... è pronto a mostrarsi ... e presto tutti cadrete come mosche sul miele ... la morte è sopra di voi! Le fiamme della distruzione sono sopra di voi! E a proposito, Herobrine ... tu e i tuoi amici dovreste fare una visita alla Prigione di Mazarbul!-

Gli occhi di Smaug si riempirono di terrore e il drago diede una sfilettata con la coda accanto al collo di Baba Yaga, tranciandolo con le affilatissime punte. La risata cessò all'istante.

-Perché lo hai fatto?- chiese Herobrine. -C'era altro che poteva dirci!-

-Non più di quanto possa interessarmi- disse Smaug preparandosi a spiccare il volo.

-Aspetta ... dove vai?- chiese Herobrine.

Smaug si voltò verso di lui : -Mi dispiace Herobrine, ma devo andare. Devo riunire tutti i draghi e rifugiarci in un posto sicuro. Ora sono un re, e devo pensare alla mia gente prima che a tutto il resto. Tu avverti tuo fratello e gli altri dei dell'accaduto, cercate di risolvere questo casino-

-Ma Smaug ...- mormorò Herobrine, ma il drago lo fermò : -Niente "ma". Ho degli obblighi verso i miei inferiori. Forse ci incontreremo di nuovo un giorno. Ma ora tu devi pensare alla tua gente, e io alla mia-

Così dicendo il drago spiccò il volo. Herobrine imprecò sottovoce, poi si portò le mani alla testa e cercò di inviare un messaggio con i suoi poteri : -Notch ... Notch! Se mi senti, allora raduna l'intero concilio e raggiungimi alla Progione di Mazarbul! È una questione di vita o di morte!-

Dopodiché saltò in groppa a Dentifricio e partì a gran lena verso la sua nuova meta, sperando che le parole della strega fossero un bluff e che gli Abomini fossero ben rinchiusi dentro la loro eterna prigione.
   
 
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