Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: Silviaria3    25/01/2017    0 recensioni
Un momento prima che i fuochi partano una ragazza sulla spiaggia combatte le sue paure e le vince....il padre le fa compagnia oggi, regalandole il ricordo di un abbraccio pieno di calore...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
cap 4 La festa era  finita ed io e Illa stavamo dando una mano a Rosa per mettere un po' in ordine.

Illa aveva intuito che qualcosa non andava nonostante io avessi cercato di nasconderlo sforzandomi di parlare per distrarla. Probabilmente fu proprio quello a insospettirla, io non amavo parlare.
Quindi stanca di sforzare la mia natura ed esauriti gli argomenti possibili di dialogo, mi concessi di concentrarmi sui miei pensieri mentre caricavo un numero imprecisato di bicchieri in lavastoviglie. Subito Illa cominciò a parlare a raffica mettendo un' enfasi eccessiva nelle sue parole. Lei odiava i silenzi, non li sopportava al punto che avrebbe parlato di tutto e all'infinito per colmarli. Io però la ignoravo consapevole che lei non si sarebbe fatta condizionare dal mio disinteresse.
Pensavo al fatto che la mia sfortuna continuava a perseguitarmi.
Tra tutti quegli invitati doveva interessarsi alla mia conversazione con Mattia proprio quel ragazzo estremamente osservatore e impertinente?!
E proprio quel ragazzo doveva non solo trasferirsi nella mia città, ma doveva anche iscriversi alla mia scuola?!?!

Le scuole a Leone erano poche. Un solo liceo umanistico, un solo liceo scientifico e pochi altri tipi di licei professionali, poi c'erano due tipi di scuole che comprendevano elementari e medie: quella pubblica e quella privata.  Fu così che conobbi Camilla, lei era l'unica della sua famiglia ad aver frequentato la scuola pubblica.

Mattia e Nadia fecero irruzione in cucina ridendo e scherzando. Entrambi molto alti, erano simili sia per la figura snella e slanciata che per  i capelli ricci color castano-miele, la pelle molto scura, adesso per giunta abbronzata, e gli occhi verdi. Parlavano di come era vestito questo, di cosa aveva detto quello.
Cose molto interessanti insomma.
Mentre Nadia stava aprendo il frigorifero Mattia disse -" Rosa abbiamo fame. Ci prepari un panino?"
Più che una richiesta era una pretesa, un ordine.
Ma Rosa non ci fece caso, sorridente interruppe quello che stava facendo e si accinse a cercare gli ingredienti per soddisfare i desideri del suo principino.

Rosa amava i suoi ragazzi, ma aveva una spiccata predilezione per Mattia, quando si parlava di lui i complimenti scorrevano a fiumi. Nessuno mentiva quando affermava che fosse brillante, intelligente e incredibilmente dotato per qualsiasi sport o impiego manuale, ma quel che mi sorprendeva era che nessuno accennava o addirittura vedeva quanto fosse saccente o sbruffone. Se eri suo amico sapevi che il posto riservato a te era il secondo e se eri in un qualsiasi luogo con lui era Mattia a dover brillare.
L'unico ad aver accennato ai suoi difetti era proprio quel ragazzo. Più osservavo Mattia, più mi rendevo conto che per lui non provavo niente, se non irritazione e delusione. Erano finiti i tempi in cui lo idolatravo e lo vedevo come il mio "principe".
Colsi anche un pizzico di timore in me...non sapevo perché, ma capì che inconsciamente non volevo soffermarmi più di tanto nel ricercare il motivo di quella soggezione che provavo nei suoi confronti. Paragonai quella sensazione al trovarsi come davanti ad una tigre che gioca con un gomitolo nell'angolo della tua stanza. La tigre ti conosce e tu conosci la tigre, ma non importa che tu l'abbia allevata e nutrita..lei rimaneva quello che era. E se avesse avuto fame non sarebbe potuta venire meno alla sua natura e ti avrebbe sbranato, mentre tu, incapace di fare del male al tuo cucciolo, avresti avuto la peggio. Era così che mi sentivo. Ed era così che vedevo Mattia, mi voleva bene ma sarebbe stato capace di farmi a pezzi se gliene avessi dato l'occasione.

-"Non puoi fartelo da solo il panino?! Rosa è stanca!" lo accusò Illa infervorata.
Rosa le gettò un'occhiata ammonitrice. -"Non dire sciocchezze Camilla, non sono stanca. E oggi tuo fratello è il festeggiato." ribattè convinta.
-"Ecco vedi?! A Rosa non dispiace. Fatti gli affari tuoi scema!" rimbeccò Mattia.
Illa, che raccoglieva immediatamente qualsiasi provocazione, rispose a tono. Non era esattamente la migliore nel lasciar correre.
Da lì capì che la miccia era stata accesa e che ormai avrebbero preso a litigare per un bel pezzo.

Mi diressi verso il bagno per togliermi le lenti e mettere gli occhiali. Ne approfittai anche per sciacquarmi la faccia e lavarmi i denti. Purtroppo mi ero dimenticata di avere il mascara e l'eye-liner e quando mi guardai allo specchietto avevo gli occhi cerchiati di nero. Stavo per uscire dal bagno anche se sembravo la moglie di Frankenstein, ma decisi di superare la pigrizia e perdere un dischetto struccante. Mi guardavo allo specchio scrutandomi in viso, ma non mi riconoscevo, forse gli altri potevano vedermi bella, addirittura desiderabile, ma per me non era così. Perché sapevo cosa si nascondeva dietro quel viso e quel che si nascondeva non mi piaceva.
Una infelicità desolante e infinita, come un deserto arido le cui uniche acque erano le lacrime dei desolati  fiumi sotterranei.
Sorridevo, ma il più delle volte fingevo, ero brava a fingere. Perfino Illa mi scopriva raramente. Mi chiedevo il motivo di tanta tristezza e mi arrabbiavo con me stessa, perché ero più di così, sapevo essere forte e coraggiosa. "Dovevo", essere migliore.
Mi guardai allo specchio e cercavo di ricordare quando invece di quella immagine lo specchio mi restituiva il riflesso di una persona felice. Mi ricordai di una bambina con la testa piena di treccine e le guanciotte piene sorridenti, gli occhi vivaci con una luce da furbetta vispa e intelligente. Con i capelli castani pieni di nodi, i vestiti strappati e sempre qualche livido o cicatrice nuovi. Le mie avventure, anche se solitarie, erano stupende, ed ero felice perché ero libera e me stessa.
Ora le ciglia erano più folte,le labbra più piene, il naso si era allungato e assottigliato e i capelli si erano come auto-domati. Solo gli occhi risplendevano ancora di quella luce che sembrava spegnersi lentamente in quel viso sciupato e remissivo.

Feci due veloci passi indietro, allontanandomi dallo specchio, spaventata dall'idea di spegnermi del tutto, sentivo già le lacrime salire quando qualcuno bussò alla porta.
Era Nadia, lei era sensibile alle emozioni altrui, le percepiva come un termometro percepisce la temperatura ed era abituata agli sbalzi d'amore altrui. Non mi disse nulla, mi abbracciò e basta. Le lacrime si fermarono subito lì dov'erano.
Non riuscivo a piangere in presenza di qualcun altro, forse perché non volevo sembrare debole. Da quando avevo undici anni ad eccezione di Barb ed Illa, solo mia nonna  mi aveva vista piangere una o due volte.
Dopo cinque minuti, dal corridoio arrivò un -" Cos'è un abbraccio di gruppo?!?"- da un esaltato Mattia, che entrò in bagno di corsa e mi abbracciò da dietro.
I gemelli erano molto alti, come tutti quelli della loro famiglia, ed in mezzo a loro quasi sparivo, minuscola. Sentendo  che stavano invadendo troppo il mio spazio, cominciai a mugugnare di disapprovazione, come tentando di buttarla sul ridere, e sgusciai via da loro con fatica, perché Mattia mi tratteneva con le sue braccia forti.
Così guardando Nadia negli occhi la ringraziai silenziosamente. Era per me difficoltoso esporle la mia gratitudine a voce, sopratutto davanti al suo gemello.
Lei capì al volo e mi rispose con un sorriso
-" Allora resti qui stanotte?" mi chiese
-"No, mi piacerebbe, ma....devo tornare a casa. Mi aspettano."
-"Come vuoi, lo sai che non ti devi fare mai problemi." mi rispose con un sorriso dolce.
-"Ti accompagno io", disse Mattia.
Stavo già per replicare, quando aggiunse che non voleva sentire storie, perché alle tre di notte una ragazza non poteva andare in giro dal sola (e altre stronzate simili).
Allora non sapendo cosa dire, annuì e andai a prendere le mie cose.

Si a volte Mattia la smetteva di essere uno stronzo e si comportava da persona gentile e premurosa, ed era lì che ti fregava. Io ero molto stanca così accettai volentieri il passaggio ricordando a me stessa di stare in campana. Cercai Illa per salutarla e dato che era con Rosa diedi un bacio anche a lei e lasciai che mi abbracciasse e mi avvolgesse nei suoi profumi da mamma. Scendemmo le scale e andammo in garage , Mattia canticchiava allegro o forse dissimulava allegria, non ci feci troppo caso.
Poi uscimmo con la macchina attraversando l'enorme giardino e mentre aspettavamo che il cancello si aprisse lentamente armeggiai con la radio del fuoristrada.
La canzone in cui incappai mi piaceva da impazzire ma purtroppo piaceva molto anche a lui, che cominciò a cantarla, così cambiai ancora stazione e finì per sintonizzarmi su una radio che trasmette musica classica.
Beethoven non mi faceva impazzire, ma sapevo per certo che non piaceva al guidatore, quindi alzai il volume e lo osservai di sottecchi fare le facce disgustate che non riusciva a trattenere. Sogghignai maligna voltandomi verso il finestrino per non farmi scoprire. Quando mancò poco per casa mia, abbassò il volume assordante e mi guardò implorando
-"Non potremo parlare un po' Miss "Non ho gusti per la musica"? "mi chiese guardandomi sardonico, mentre svoltava nella mia via.
-" In realtà sono stanca. Non riuscirei ad intrattenere una conversazione molto brillante."
-"Ok, basta che rispondi alle mie domande" ribattè con una risata.
-" Vai"concessi con un mezzo sbuffo.
-" Ti sei divertita stasera?"mi chiese.
-" Con l'alcol si superano anche le cose peggiori"risposi con un nota ironica.
Lui scoppiò a ridere e riescì a fermarsi solo dopo qualche minuto.
-" Che tipetto. Non ti facevo una che beve.", ammiccò verso di me.
Idiota.
-"Invece mi piace bere", rispondo sulla difensiva.
-" Domani  serata cinema con mia sorella e le ragazze?" Mi volto verso il finestrino e rispondo
-" No, domani  devo lavorare, ho il turno delle....Che stai facendo!?!?" domandai scioccata, con una nota isterica nella voce.
Mentre parlavo Mattia aveva cominciato a sbottonarsi la camicia e a sfilarsela, il tuttto mentre continuava a guidare come se nella fosse.
-" Mi devo cambiare." rispose secco e tranquillo, allungando una mano verso di me.
Io mi ritrassi verso la portiera inorridita pensando che volesse toccarmi, ma in realtà stava solo allungando una mano per prender una T-shirt poggiata sul sedile posteriore, che non avevo notato. Scoppiò a ridere di cuore notando la mia azione.
-"Non fare quella faccia spaventata...non hai mai visto un uomo senza maglietta?"
-"Certo che l'ho visto!" risposi prontamente tra l'arrabbiato e il sostenuto, come se fosse ovvio.

In realtà stavo mentendo. Non avevo mai visto un uomo nudo, escludendo coloro con cui avevo in comune parte del mio DNA, uomini in costume e  attori dei film, o i vari uomini di mia madre. Non mi ero mai trovata con un uomo/ragazzo a torso nudo in un luogo così stretto, a pochi centimetri da me e nel buio quasi totale. 
Ad un tratto mi resi conto di quanto fossi patetica e mi irritai ancora di più. La macchina si fermò, ormai arrivata sotto casa mia.
-"Devo vedere una ragazza. Ha detto che stasera vuole darmi un "regalo speciale"...che non poteva portare alla festa." spiegò con ammiccamenti vari.
Non poteva essere più esplicito. La mia espressione passò dalla sorpresa, al disgusto, al neutrale in pochi istanti. Mattia non sarebbe mai cambiato, (mentre cambiavano le ragazze che gli ronzavano intorno e che gli si concedevano con tale velocità).
-"Bene. Buonanotte e grazie per il passaggio."dissi aprendo lo sportello.
-"Buonanotte Cassandra" rispose.
-"Oh e divertiti" aggiunsi con la voce più stucchevole che riuscì a trovare.
-"Contaci" mi rispose facendomi  un occhiolino d'intesa.
Chiusi lo sportello e girai le chiavi nella toppa senza voltarmi mentre la macchina si allontanava.









Angolo autrce:
 Grazie a tutti coloro che continuano a seguire questa storia e a leggere in silenzio, sopportando l'eternità che passa fra un capitolo e l'altro.
Lasciatemi un commento se volete, per me èfondamentale sapere cosa ne pensate, segnalatemi eventuali errori o incongruenze.
 Vi prometto che il prossimo capitolo arriverà presto. 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Silviaria3