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Autore: Everian Every    25/01/2017    1 recensioni
Mentre la Lucas Force, sulla terra, è stata catturata da Shadow Blade e dai suoi sgherri, come si sviluppa la conquista del Multiverso da parte dell'esercito delle Ombras?
Nitro, l'Every che ha deciso di parteggiare per Shadow Blade in questa guerra, è stato incaricato di guidare la conquista del pianeta equestre, assoggettandone e distruggendone ogni forma di vita, con ogni mezzo possibile.
Capitoli più corti del solito, per permettere una lettura più agile e piacevole e per non dare troppa pesantezza alla storia che non pretende di essere troppo pesante.
Enjoy This :D
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parte Tredici
 
Un'esplosione scosse la terra. Era la settima, negli ultimi due trenta secondi. Sette zolle di terreno erano saltate in aria sotto le zampe dei soldati Ombras come fossero cerbottane di coriandoli, una dopo l'altra, in sequenza, come colpi di fucile d'assalto, ma ogni singolo boato era arrivato separatamente dagli altri, come se il tempo fosse magicamente rallentato per far vivere all'armata delle ombre ogni singolo istante di panico.
Un attacco dal sottosuolo era stato impensabile fino a quella mattina, quando il Generale Nitro Every era andato alla riunione sull'ammiraglia. Eppure in una frazione di tempo brevissima erano arrivate decine di lupi bardati e pronti a dar battaglia. Dalle buche larghe quattro, cinque metri, erano emersi i soldati canidi, placcati con armature in iridium, artigli ricoperti di un metallo sconosciuto alle Ombras, verde fosforescente, che sembrava assorbire al suo interno il sangue dei malcapitati che finivano smembrati dalle fiere, i denti aguzzi rinforzati dagli elmi in acciaio.
I soldati di Shadow Blade, colti alla sprovvista, non erano stati in grado di respingere l'assalto. Numerosi guerriglieri oscuri caddero fatti a pezzi dalla forza nemica. Una volta che la strada fu spianata, sopraggiunsero i cani stana diamanti e i minotauri. I primi si occuparono di finire i feriti, mentre i grossi umanoidi si fiondarono alle macchine.
L'attacco era stato mirato, erano piombati nei pressi dell'hangar in cui era tenuta la gran parte dei mezzi blindati. Le gallerie che le Ombras credevano di aver raso al suolo, in realtà, erano state chiuse dai loro creatori originali proprio sotto l'Impero. Così era bastato ai cani riaprire le vie e scavare dove la via fosse stata inagibile, potendo tornare a dominare il sottosuolo. Era stata una tattica perfetta.
I minotauri non furono in grado di guidare i carri armati, ma li resero inutilizzabili in maniera impeccabile. E fin lì era andato tutto benone. Ma l'accampamento delle Ombras era vasto, circondava l'Impero. E colpire in un unico punto, per quanto vitale, non sarebbe mai stato sufficiente. Ma questo i soldati dell'avanguardia ribelle lo sapevano bene. Su quel centinaio di guerrieri che avevano fatto fuori uno squadrone intero di mostri, piombarono addosso gli occhi di quasi diecimila armigeri infiammati dalla rabbia e dal disdegno. Lupi, cani stana diamanti, Minotauri, vennero massacrati dal primo all'ultimo. L'intera armata delle ombre era confluita su di loro, rendendo vano e sciocco il loro assalto.
Fu allora che altre esplosioni risuonarono per tutto il perimetro dell'accampamento. Dieci, venti, trenta addirittura. Una folla di creature digrignanti si riversarono tra i tendoni, massacrando le sentinelle, riempiendo il campo. Circondarono i soldati nemici, chiudendoli in una morsa. Sfruttando le gallerie dei cani, i minotauri afferrarono da sotto le creature di Shadow Blade, le tirarono giù, nel sottosuolo, e lì le trucidavano.
La Comandante Shashara, gridando ordini a destra e a manca, riuscì a racimolare duecento guerrieri e a fuggire dalla carneficina.
Quando la regina dei lupi Irelia poté sgozzare di persona l'Alto Comandante Myu-Fong, alzò soddisfatta le zanne imbrattate di sangue nerastro e lucido come inchiostro di china e ululò la sua vittoria al cielo.
 
Nitro guardò con aria imperscrutabile Shashara. La donna Ombra tenne lo sguardo basso, colpevole. Erano all'avamposto a sud est dell'Impero, distante quasi dieci miglia dall'orlo esterno dell'accampamento caduto.
"Sulla nave non volevo crederci, quando mi hanno riferito che il trasportatore a terra era rotto e quindi dovevano mandarmi alla base più vicina." disse lui.
Lei fremette, ma non disse nulla, non sarebbe stato saggio.
"Ma trovo perfino più incredibile che più di diecimila soldati addestrati si siano fatti cogliere alla sprovvista da un branco di bestie senza cervello o forza."
Shashara emise un flebile gemito, arrischiandosi a parlare, ma non ad alzare la testa. "Mio signore, ci hanno colti alla sprovvista. Hanno usato le gallerie, le gallerie che noi pensavamo fossero state rese inagibili, come avremmo potuto prevedere..."
"ZITTA!" esplose Nitro, venendo avvolto da fiammelle cremisi e nere, quasi liquide. I suoi occhi si accesero di luce violacea, stessa luce che venne flebilmente emanata da alcune parte del suo corpo. Shashara cercò di farsi più piccola che poté, iniziando a piangere per la pressione.
L'Every inspirò, placandosi a stento. Chiuse gli occhi fino a che il fuoco di sole nero non si fu spento, facendolo tornare normale.
"Quanti sono i sopravvissuti?"
"D-duecento..."
"Avete già provveduto a contattare i rinforzi?" domandò ancora.
Shashara singhiozzò. "N-no, non avevamo i... i mezzi..."
Il Generale si massaggiò il mento. "Raduna i tuoi uomini. Voglio vedere le condizioni degli armamenti."
Shashara annuì debolmente e si ritirò inchinandosi come un verme insignificante.
Nitro si sedette e aspettò. Dopo qualche minuto, la Comandante tornò da lui, avvisandolo di aver fatto schierare le truppe davanti alla sua tenda. Uscì, seguito dalla donna ancora scossa. Le sentinelle dell'avamposto se ne stavano lontane dal gruppo di duecento mostri. Alcuni avevano riportato ferite gravi. Altri erano semplicemente scossi dall'accaduto. Altri ancora si davano un contegno, mostrando il carattere forte.
"Siete sopravvissuti. Ottimo. Mi complimento con voi." tuonò Nitro, scrutandoli uno ad uno. I soldati recepirono il complimento e in molti gonfiarono leggermente il petto. Alcuni si raddrizzarono, alzando lo sguardo con più spavalderia.
"Meritate un premio per essere riusciti a salvarvi." I soldati mormorarono eccitati tra loro. Solo pochi erano dubbiosi. Una decina appena, sparpagliati per il gruppo, cercò di fuggire con grida allarmate, ricevendo occhiate di incomprensione e pena da parte dei compagni.
Ma dopo un secondo, una fiammata immensa, cremisi con striature nere come l'ossidiana, eruttò dalle labbra socchiuse del Generale, incenerendo tutti e duecento i soldati senza difficoltà.
Shashara sobbalzò, ma prima che potesse dire alcunché l'Every la afferrò e le diede un bacio. Un bacio violento, aspro, privo di qualsiasi attrazione. Le si sgranarono gli occhi, ma non poté opporre resistenza. Una lama di metallo di sole nero le spuntava già dal petto, consumando il suo corpo come un acido.
Nitro si staccò con sguardo gelido.
"Sei inutile." le disse, per poi far dissolvere il metallo, lasciando cadere il cadavere a terra.
Il ragazzo si rivolse poi alle sentinelle. "Andrò ad occuparmi personalmente di quei ribelli. Voglio che avvisiate tutti i Comandanti: attaccare e distruggere i Quilin, con OGNI mezzo. Poi sbaraccate, tornate alle navi e attendete miei ordini."
Lanciò alle Ombras terrorizzate uno sguardo che non lasciava spazio a dubbi e poi, con un balzo, svanì verso l'Impero.
Le sentinelle si guardarono bene dal disubbidire e corsero a dare l'ordine.
 
Fine Parte Tredici
   
 
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