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Autore: Jinny82    26/01/2017    1 recensioni
ふたたび (futatabi). Ancora una volta. Un'altra guerra alle porte.
Avverto che userò TUTTI i personaggi che mi sono piaciuti, nelle serie classiche e nell'Omega (Al mio attivo di visione/lettura mancano buona parte di lost canvas, tutto episode G e next dimension,quindi si intravede una luce in fondo al tunnel della follia)
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mi doppio, prima di dimenticarmi cosa volevo far succedere X°°D Poi filo a dormire, che sono le 5 O.O


 Era stato quando Camus aveva sentito uscire imprecazioni molto scurrili dalle labbra di Mu che aveva deciso di raffreddare un po’ l’aria attorno a loro. Mu non aveva una cloth al momento, e li aveva teletrasportati da un cucuzzolo di montagna all’altro negli ultimi quattro giorni, quindi dovette dargli atto che poteva anche essere stanco, dopotutto. Ed in effetti solo Ikki sembrava non avere problemi con il caldo, ma dopotutto gli era giunta voce che meditasse all’interno dei crateri dei vulcani, quindi doveva essere quantomeno abituato. Shaina non si era espressa a riguardo, anche se trovare l’everest senza neve aveva fatto uscire il suo lato meno fine, seppure per mera sorpresa
<< Penso sia proprio qui. >> disse Mu ad un tratto. Era pallido come un morto e sudava nonostante Camus stesse rilasciando abbastanza freddo da ghiacciare l’intera zona circostante ... che però non stava ghiacciando proprio per nulla.
<< Qualcosa non torna ... >> mormorò Shaina << Non dovremmo stare tipo ... gelando? >> chiese
<< Io sto funzionando correttamente, ma ... >> borbottò Camus, iniziando a senirsi anche piuttosto stanco.
<< Ora capisco perché servivo qui.  >> sospirò Ikki, indicando qualcosa proprio davanti a loro. Camus si accigliò: non vedeva assolutamente nulla. Ikki sbuffò grattandosi un sopracciglio, pensoso
<< Non fate un solo passo in più, fidatevi. >> disse solo. Poi si slanciò verso di loro, lasciandoli parlizzati per lo stupore
<< Reverse hoo genma ken! >>
Camus incassò il colpo con un grido di sorpresa. Sentì Shaina imprecare, mentre Mu non disse nulla se non
<< Oh ... >>
Camus sbattè velocemente le palpebre e fu come se un velo gli si togliesse da davanti agli occhi: a pochi metri da loro una colonna di fuoco saliva verso il cielo, bucando l’atmosfera.
<< Te lo sei inventato questo?! >> chiese Shaina a Ikki, riferendosi al colpo. Lui scrollò le spalle
<< Ho dovuto improvvisare ... >> si giustificò
<< Bella improvvisazione. Adesso sappiamo dov’è l’aggancio ... oh, sono ben più di uno ... che facciamo? >> chiese ancora Shaina. Calò il silenzio. Camus si guardò attorno. Erano circondati da quattro pilastri infuocati, non aveva idea del diametro di ognuno. Capì che se avesse smesso di raffreddare l’aria attorno a loro, sarebbero morti carbonizzati, cosmo o no
<< Mu, hai una mira orrima, un centimetro più in la e saremmo tornati nell’ade ... >> mormorò
<< Non ci terrei a seguirvici ... >> brbittò Shaina
<< Me non mi ci vogliono ... >> sbuffò Ikki, facendoli ridacchiare. Poi tornarono a guardare i pilastri
<< Non posso smettere di abbassare la temperatura, moriremmo ... >> fece notare Camus, prima che qualcuno gli suggerisse di ghiaggiare i pilastri. Anche se forse era l’unica idea sensata ...
<< Cosa proponi, un’Athena Exclamation con un silver, un bronze e un non più gold? >> chiese Shaina. Camus si morse la lingua per non risponderle male
<< Potrei provare ad allargare l’influenza delle energie fredde con la telecinesi ... >> disse Mu, pensoso. Camus si girò a guardarlo, poi annuì
<< Tra poco farà veramente freddo ... spero. >> avvertì. Espanse il proprio cosmo fino ai limiti, per raggiungere lo zero assoluto e Mu spostò i 3/4 della massa di aria che stava ghiacciando su uno dei pilastri. Per un momento sembrò quasi spegnersi, poi però ebbe una vampata e sarebbero stati schizzati di pioggia incandescente se Mu non fosse stato in grado di usare il Crystal Wall
<< Io posso solo scaldarli, mi sento un pelino inutile ... >> borbottò Ikki
<< Credo che il tuo comito fosse davvero quello di trovare trovare dove stesse l’illusione ... certo che se ogni tanto avessimo un paio di indizi in più ... >>
Camus guardò sorpreso mu. Sembrava abbattuto
<< Servirebbe qualcosa di ... tagliente ... o affilato ... una lama di ghiaccio? >> iniziò a borbottare Shaina
<< Servirebbe Shura ... >> sbuffò Mu. Camus lo osservò, ricordando che anche quand’erano piccoli non riuscire a capire come fare le cose lo irritava immensamente. Poi si accigliò
<< Se togli il Crystal Wall dovremmo resistere qualche secondo. Il tempo per un attacco combinato e lo rimetti >>
<< Ma l’abbiamo già provato un attacco combinato ... >> fece notare Mu
<< Non era la combinazione giusta forse. >> sbuffò Camus. Gli sembrava davvero di essere tornato a quando avevano sette anni. Mu lo fissò per un attimo, poi annuì, pronto al minimo segnale
<< Shaina, tocca a te. >>
<< Cosa? ... >>
<< Sei l’unica tagliente qui. E io ho il ghiaccio ... >> ma perché doveva sempre spiegare tutto almeno due volte? Shaina annuì. Mu tolse il Crystal Wall. Thunder Claw e Aurora Execution partirono all’unisono e si abbatterono sul pilastro. Mu rimise il Crystal Wall e rimasero a guardare, con il fiato sospeso ed il sudore che colava loro negli occhi e lungo la schiena. Il pilastro da rosso divenne arancio, poi giallo, verde, azzurro. Infine arrivò il bianco ed il ghiaccio si fendette esplondendo in polvere di diamanti. Rimasero un momento in silenzio tutti e quattro, sbalorditi
<< Ha funzionato ... >> mormorò Ikki.
<< Adesso gli altri tre. >> ordinò Camus. In una decina di minuti, i primi quattro pilastri furono distrutti. Mu potè togliere definitivamente il Crystal Wall, ma era troppo stanco per teletrasportarli sulle ulime cime che ancora mancavano
<< Almeno adesso si respira un attimo. >> fece notare Shaina
<< Dobbiamo rifare tutto solo un’altra decina di volte. >> ironizzò Camus.
<< Come sappiamo quanti cercarne e dove cercarli? >> chiese Ikki, accigliandosi. Nessuno seppe dargli risposta
<< Dobbiamo spostarci di qui però ... non tutti sono jamiriani abituati all’aria rarefatta ... >> fece notare Camus, evitando per un pelo che Shaina cadesse di lato sbattendo la tempia contro le rocce. Che morte stupida sarebbe stata per una saint, si trovò a pensare. Fu Ikki a teletrasportarli pi+ in basso, sorprendendoli tutti
<< Quando hai imparato? >> chiese Mu, sgranando gli occhi. Ikki si strinse nelle spalle
<< Non ne ho idea. >> ammise. Shaina intanto riprese conoscenza e si mise a sedere, imprecando
<< Che accidenti ... >>
<< Aria rarefatta. >> spiegò Mu, laconico. Camus lo osservò, trovandolo assorto in qualche pensiero. Gli toccò la spalla un momento per richiamare la sua attenzione e lui si riscosse
<< Stavo pensando che ... forse ci tocca solo un altro paio di volte ...Zeus con i suoi fratelli si era diviso in tre parti il dominio ... >>
<< Dobbiamo tornare negli Inferi e da Poseidone? >> chiese Ikki, sconvolto
<< Non credo sia così complicato. >> disse, indicando una luce molto forte sul versante opposto della montagna rispetto a loro
<< Andiamo a vedere ... >> sospirò Ikki teletrasportando tutti. Camus apprezzò l’accotezza nel far risparmiare energie a Mu.
Una volta che furono sull’altro versante individuarono la fonte della luce in altri quattro pilastri, piuttosto lontani in realtà, che svettavano da una gola all’apparenza molto profonda
<< Andiamo. >> sospirò Ikki
<< Stavolta lascia fare a me. Mi fido abbastanza della mia mira. >> borbottò Mu
<< La dentro la temperatura sarà molto pi+ alta che quand’eravamo in cima alla montagna, Mu. Ci servi riposato, dovrai fare un muro piuttosto spesso. >> lo rimproverò Camus
<< E se Ikki sbaglia mira? >>
Ma Ikki non lasciò loro il tempo di avere dubbi, portandoli esattamente al centro della zona delimitata dai quattro pilastri. Mu si affrettò a lanciare il Crystal Wall, prima che perdessero tutti quanti i sensi per il caldo. Fu in quel momento che sentirono il cosmo di Shion esplodere e spegnersi. Camus si girò verso Mu, che però rimase saldo
<< Non abbiamo tempo. >> sibilò. Camus annuì, fingendo di non vedere le lacrime che improvvisamente gli rigarono il volto. Agirono come con i pilastri precedenti, poi Ikki li trasportò frori dalla gola, al limitare di un vasto tratto pianeggiante dove si lasciarono cadere a terra per riprendere fiato. Mu si asciugò gli occhi con un gesto deciso. Si alzò, guardandosi attorno, cercando di orientarsi, e Camus si chiese cosa stesse realmente passandogli per la testa ...
<< Siamo in guerra, Camus. >> replicà Mu, secco, facendogli ricordare che poteva leggergli nella mente
<< Cosa c’è la? >> chiese Ikki, indicando quattro pilastri infuocati che si vedevano chiaramente pur essendo molto lontani. Camus strinse gli occhi frugando tra le proprie informazioni geografiche
<< Ha importanza? Ci sono quattropilastri e noi dobbiamo distruggerli. >> replicò Shaina
<< Volevo evitare di annegare, visto che cimanca la parte acquatica della cosa. >>
<< Dovrebbe essere il lago Imja. >> rispose Mu << Le notizie lo davano in via di prosciugamento, quando siamo partiti. Non annegheremo. >>
Ikki annuì e li trasportò. Mu eresse il muro per proteggerli dal caldo. Fu Ikki a vacillare in quel momento, sentendo chiaramente un cosmo molto giovane scomparire e venire sostituito da uno molto antico, potente e al momento malevolo
<< Cosa cazzo ... >> mormorò, scostandosi in malo modo da Shaina che l’aveva sorretto. Sentirono tutti Shura,e  Camus dovette ammettere di essere rimasto senza fiato per un attimo. Era dunque così forte il legame tra i loro cosmi e tra le gold cloth? Guardò Mu, che teneva gli occhi chiusi
<< Non abbiamo tempo! >> ripeté. Camus annuì. Tentò di ignorare il Cosmo di Harbinger e tutti i picchi di quelli che stavano combattendo. Insieme a Shaina distrussero due pilastri. Poi si trovò in ginocchio improvvisamente. Il cosmo di Atena era ...
<< Non può essere ... >> mormorò Shaina
<< C’è ancora, è debole, ma c’è ... >> mormorò Mu. Camus si rimise in piedi, ignorando le lacrime che gli avevano bagnato il volto.
<< Muoviamoci! >> gridò Ikki, prendendo al volo Mu che era crollato improvvisamente. Camus puntò agli ultimi due pilastri in contemporanea, guidato dalla forza della disperazione. Sentì il grido irato di Shaina e capì che anche lei aveva fatto lo stesso. I pilastri cedettero. Ci fu un momento di totale immobilità dell’aria tutto attorno, assoluto silenzio e staticità completa, poi un frastuono come di trombe stonate e frane di pietre ed uno spostamento d’aria che li lanciò per quasi un chilometro. Camus batté violentemente la schiena a terra. Sentì Shaina imprecare ed un rumore sordo,come un colpo di tosse, da parte di Ikki. Quando si girò a ercare Mu, si rese conto che Ikki non l’aveva lasciato andare
<< Sta bene. E’ solo esausto. Ma pesa più di quanto sembri ... >> borbottò il saint. Camus sorrise, sollevato, e si alzò, raggiungendo i due ed aiutando Ikki. Shaina rimase seduta, come intontita
<< Dobbiamo tornare al Santuario ... >> singhiozzò. Camus fece per risponderle che forse era il caso di riprendersi un momento, ma le forze lo abbandonarono improvvisamente. Cadde in ginocchio, sotto gli occhi stupefatti di Shaina e Ikki. Poi si alzò, senza avere il minimo controllo sui propri movimenti. Toccò la tempia di Ikki
<< Risvegliati. >> disse, con una voce che non gli apparteneva. Poi perse conoscenza.
 
Milo era quasi arrivato alla casa di Leo, stravolto per quello che stava succedendo. Aveva deciso che andare da ... Achille fosse una buona idea per tentare di capirci qualcosa. Aveva visto la tredicesima casa andare in frantumi lasciando solo la sala delle udienze in bilico su terra e rocce. Sapeva che Atena era la, non era inciampato durante la corsa solo perché sentiva ancora il suo cosmo, seppure molto debole. Volutamente non aveva nemmeno pensato a Shura, quando era passato. Un frastuono tremendo era risuonato in cielo, quasi assordandolo, e si era alzato improvviso un fortissimo vento che però, improvviso com’era venuto, era sparito. Poi si sentì mancare il terreno sotto i piedi
<< Milo, respira ... >>
Scorpio mise a fuoco Aiolia, rendendosi conto di essergli caduto addosso.
<< Non di nuovo ... >> si trovò a singhiozzare. Il cosmo di Camus era scomparso. Non lo sentiva. C’era solo un vuoto orrendo, che gli aveva tolto il fiato e tagliato le gambe. Aiolia lo fece sedere e Milo si piegò in avanti, tentando di riprendere il controllo. Si passò le mani sul viso, sentendo la mano di Aiolia sulla propria schiena, nonostante l’armatura. Poi si rese conto di un’altra assenza. Se ne rese conto solo ora perché era molto vicino al luogo dove invece quell’assenza non ci sarebbe dovuta essere. Si girò a guardare Aiolia, sconvolto, ma quello gli sorrise
<< Ho solo dovuto risvegliarla ... lo? ... oh, sarà un bel casino quando avrà tutti i ricordi ... >>
Milo alzò un sopracciglio
<< Non mi dire ... Patroclo? >>
Aiolia si strinse nelle spalle
<< Cazzo, allora era proprio destino. >> si trovò a dire, sorridendo suo malgrado. Come invece sembrava dover essere destino che lui ...
<< Dovremmo andare a salvare Atena ... >> mormorò, tentando di tenere ferma la voce
<< Io devo rimanere qui finché non riprende conoscenza ... >> rispose Aiolia, posandogli una mano sulla guancia, preoccupato, come non aveva più fatto da quand’erano bambini. Milo fece una smorfia e distolse lo sguardo, imbarazzato. Così facendo notò qualcosa ai confini del perimetro del Santuario
<< Che accidenti sono quelli? E ... >>
Aiolia seguì il suo sguardo, e Milo gli si aggrappò ad un braccio per tirarsi in piedi.
<< Non sembrano molto forti ... >> mormorò Aiolia
<< Non è quello il problema ... sono ... infiniti ... >> balbettò Milo. Si portò una mano alla bocca, inorridito. Erano circondati, erano in pochi, moralmente a terra e le barriere sembravano li lì per cedere. Poi un’ondata rossa e oro imvestì le barriere che nascondevano il Santuario alle persone comuni e quando fu passata, le crepe erano scomparse.
<< Di chi era quel cosmo? >> chiese Aiolia. Milo si accigliò, non ne aveva idea
<< Kiki? >> tentò, visto il modo in cui la barriera si era comportata. Aveva visto come venivano riparate le armature, e la reazione era praticamente identica. Ma il cosmo di Kiki non era così dirompente ...
<< No, Kiki è alla dodicesima ... >> borbottò Aiolia. Milo si morse le labbra. Il cosmo che avevano sentito, che li aveva appena probabilmente salvati tutti, si stava affievolendo un po’ troppo in fretta per i suoi gusti. Infilò la scalinata alla velocità della luce e in un istante individuò Raki, accasciata contro una mezza colonna. Era lontana da chiunque altro, e quindi sola. Milo la raggiunse e lei socchiuse gli occhi. Milo fermò le emmoraggie e le fasciò i polsi, per poi rimetterle i bracciali dell’armatura
<< Non c’è tempo per me ... non sono abbastanza forte, non reggerà a lungo, bisogna riuscire a far andare via gli apprendisti ... tutti ... >>
<< Ci penso io. Tu riposa. Kiki ci rimarrebbe molto male se non ti trovasse. >> le disse. Lei gli rivolse uno sguardo interrogativo. Aveva già lo sguardo più vigile, notò Milo con una punta di sollievo. Poi gli occhi le si velarono di lacrime e allungò una mano verso di lui, ritraendola poi, a disagio
<< Che succede? >> le chiese Milo
<< Non a me ... >> disse Raki, scuotendo la testa e indicando Milo.
<< Giusto, leggi nella mente ... eppure dovrei essere abituato a Mu ... >> borbottò
<< Scusa ... >> mormorò lei, abbassando il viso
Milo non replicò. Si limitò a raggiungere un piccolo gruppo di saint tra cui spiccava Aldebaran
<< Ci sono troppi apprendisti ... >> gli disse. Il Toro irrigidì la mandibola, scuotendo la testa
<< Siamo circondati ... >> mormorò. Milo sentì l’istinto di rinnegare Atena, li, in quel momento, per la situazione in cui li aveva messi. Non ne aveva mai viste di peggiori, si rese conto. Sentivano i cosmi accesi per la battaglia da Palaestra e si chiedevano chi sarebbe tornato. E anche li c’erano persone troppo giovani ed inesperte ... e quell’infinità di ombre che ora, a vederle da vicino, erano armate come guerrieri dell’antica Grecia
<< Dove cazzo sono tutti?! >> si trovò a ringhiare,q uasi a sputare Milo. Aldebaran gli posò una mano sulla spalla
<< Saga sta affrontando qualcuno di ... forte. Ma non ho idea di dove sia. E ... li senti avvicinarsi, vero? >>
Milo si accucciò a terra, grattandosi furiosamente la fronte. Andromaca era vicina. E anche ...
<< Aiolos?! >> quasi gemette.
<< Peride ... >> lo corresse Aldebaran. Milo colpì forte il terreno con un pugno, poi si nascose il viso tra le mani
<< Non ce la faccio ... stavolta nonc e la faccio ... >>
Aldebaran lo tirò in piedi e lo schiaffeggiò tanto forte da fargli rintronare le orecchie. Milo lo guardò, sorpreso.
<< Capisco come ti senti. So che ci sei già passato. Ma siamo guerrieri di Atena! >> gli urlò in faccia, mentre le lacrime gli velavano gli occhi. Milo inspirò profondamente per calmare il proprio cuore. Chiuse gli occhi per scacciare i ricordi recenti. Ingoiò l’angoscia e la rabbia. Quando riaprì gli occhi era pronto
<< Dobbiamo trovare un modo per elminare questo ... piccolo problema ... >> disse, seppure un po’ titubante all’inizio. Aldebaran gli scompigliò i capelli, sorridendogli
<< La parte difficile arriva adesso. >> gli disse. Milo annuì. Lo sapeva. Fece un passo fuori dalla barriera ed iniziò a distribuire scarlet needle a chiunque avesse a tiro. Notò che ne bastava uno per abbattere quei soldati. Era chiaro che li avevano mandati solo per farli stancare. Un Great Horn aprì un varco enorme, che però si riempì subito.
<< Rozan Shoryuha! >>
<< Rozan Hyakuryuha! >>
<< Quando iniziano a volare draghi sai che sono arrivati i rinforzi ... >> ghignò Milo
<< Calmati tu. Dobbiamo trovare da dove arrivano se vogliamo sperare di sporavvivere. >> lo rimproverò Dohko. Milo si imbronciò, arrossendo per il rimprovero. Poi notò l’armatura. Ah, già. Il ragazzo se l’era preso Apollo ...
<< A est sembrerebbero essercene di più. >> fece notare Shiryu. Milo fece per lanciarsi nella direzione indicata, ma Shiryu lo bloccò, una mano sul braccio. Milo lesse comprensione nel suo sguardo, ma anche severità e si rese conto di essere più giovane e con meno esperienza in battaglia. Shiryu gli porse una delle spade di Libra. L’altra la diede a Dohko, che alzò le sopracciglia, poi sorrise con malcelato orgoglio per il proprio allievo. Ad Aldebaran diede una mazza e per sé scelce uno scudo
<< Adesso possiamo andare. >> decretò. Milo sorrise e spostò la spada nella mano sinistra, mentre si lanciava insieme agli altri formando un varco verso est.

 
  
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