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Autore: Amanda_nikita    26/01/2017    1 recensioni
Il mondo monotono e rigido dei purosangue e dei mangiamorte é scosso da due ragazze, due migliori amiche, due streghe appartenenti a Case opposte. Il loro legame verrá messo alla prova, la loro forza dovrá reggere innumerevoli attacchi: riusciranno a portare a termine il loro destino? Fra incantesimi, tradimenti e colpi di scena, la loro avventura cambierá il mondo magico.
Dal testo: < ...dovevo fare in modo che qualcuno venisse a liberarmi dal controllo di quella pazza. Avrei potuto usare il Patronus, ma non l'avevo fatto mai prima di quel momento e si sa, la teoria è sempre molto diversa dalla pratica. Mi sforzai di ripescare dalla mente ricordi felici e tentai: non successe nulla. Non potevo arrendermi!
Ero già al quarto tentativo, e finora avevo prodotto solo qualche sbuffo di fumo; continuai a concentrarmi talmente tanto da farmi venire il mal di testa, ma... Ecco! C'era quel racconto di mio padre...>
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Harry Potter
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Alexia’s pov
 
Naturalmente il primo giorno ero in ritardo per le lezioni e correvo tra un corridoio e un altro che sembravano stranamente vuoti.
 
Sfrecciai nell'ultimo corridoio che mi portava dritta all'aula di difesa contro le arti oscure.
 
Hermione e le altre quella mattina proprio non volevano alzarsi e le avevo lasciate nei loro letti a dormire visto che alcune di loro cominciavano alle nove.
 
Sicuramente Herm era già dentro e mi avrebbe fatto una ramanzina sulla puntualità e la mia fissa per i capelli.
 
“Black! Si può sapere dove vai così di corsa...”una voce dietro di me mi destò dai miei pensieri.
 
Era Piton, dovevo controllare le mie guance ma credo che con tutta la cipria che mi ci ero messa non sarebbero state capaci di arrossire neanche con due chili di vernice.
 
Mi girai e lo vidi, era identico a come lo avevo lasciato.
 
“vado in classe...sono anche in ritardo ,quindi buon giorno e arrivederci!” dissi rigirandomi.
 
“Black...” - “ lo so... sono in ritardo quando non dovrei esserlo, non dovrei correre nei corridoi e … ti sembra questo il modo di rivolgerti ad un professore, ho dimenticato qualcosa?”  dissi citandolo e finendo per ridacchiare.
 
“cinque punti in meno a Grifondoro e no... non sei in ritardo, ma in anticipo per una volta... in largo anticipo direi...” cosa?!
 
“scusi … sono adesso le otto e cinque!” risposi col fiatone.
 
“no...sono adesso le sette e cinque e ,a meno che tu non sia incaricata di mettere apposto l'aula prima d'iniziare, dedurrei che la tua sveglia va un'ora indietro” Mi misi una mano sul petto e l'altra sulla fronte.
 
Che figuraccia, l'anno non poteva iniziare meglio.
 
“non ci credo...io ora aspetto qui e mi metto a dormire!” dissi indicando le panchinette presenti vicino al corridoi.
 
“non credo proprio che ti permetterei di sembrare una strega alla quale hanno tolto la bacchetta e che si accampa in una panchina...” strano, l'anno scorso si sarebbe divertito a chiamare tutti i studenti della scuola e a togliere tutti i punti a grifondoro per la mia mancanza d'eleganza...
 
Momento d'imbarazzo, che cosa dovevo dirgli per tenere accesa la conversazione?
 
Ma , soprattutto , perché dovevo tenerla accesa?
 
“Hai ancora bisogno di medicazioni? La spalla ti crea ancora problemi?” chiese serio, ah menomale che aveva detto qualcosa lui!
 
“oh...no, non mi fa quasi più male in effetti...” situazione di prima...
 
“ha già fatto colazione? Io no, vado in Sala Grande, se le va qualcosa può venire... con me” ma che gli ho chiesto?!
 
Che idiota, mamma mia vorrei sprofondare.
 
Sembrò sorpreso dal mio invito.
 
“non faccio mai colazione...” - “male! E' il pasto più importante del giorno! Ci credo che è sempre così...” idiota di nuovo!
 
“così come Black?” mi chiese con un sopracciglio alzato.
 
“ho fame...tanta...vado!” corsi via ma un incantesimo mi prese per il mantello facendomi ritornare ad un passo da lui.
 
“non si sfugge dalla mie conversazioni Black...”
 
“ehm giusto... beh dire sempre è un pò esagerato ma ...ecco ...a volte, può apparire un pò...” - “ un pò...?” disse lui esortandomi a continuare.
 
“un pò...acido...”poi ripresi in fretta per difendermi “ma in effetti sono più acida io... si sicuramente! Soprattutto la mattina! Sono così acida che...” la sua espressione era impassibile così mi giocai l'ultima carta che avevo a disposizione “...senta, tolga altri cinque punti alla mia casa...” dissi a denti stretti e velocissimo strizzando gli occhi.
 
“Severus!” una voce femminile mi fece voltare di quel poco che mi era consentito a causa dell'incantesimo.
 
Era la Mc Granitt.
 
“lasciala andare... Santo cielo... cosa ha fatto questa volta! Black è solo il primo giorno! Vuoi darci un pò di tregua?” sorrisi cercando una via di fuga.
 
“possiamo parlare un attimo o sei troppo occupato nella conversazione con Alexia?” risposi io per lui “no! E' liberissimo! Possiamo continuare un'altra volta vero? Ora mi libera e io vado a fare colazione!” sentii la presa farsi più debole e sgattaiolai via dicendo “lo sa, basterebbe anche solo una spremuta!” ero sicura di essere stata maledetta mentalmente.
 
 
 
 
Irina’s pov
 
Mi misi le scarpe e alzai lo sguardo verso lo specchio: la mia camera ad Hogwarts era più grande della precedente e inoltre aveva uno specchio molto antico ,più una finestra sul lago nero semplicemente stupenda.
 
Mi accorsi che i capelli viola, di cui avevo rinnovato il colore poiché era andato per la maggior parte via, mi avevano stufato. Però alla fine erano riconoscibili da una grande distanza ed erano particolari... li avrei tenuti un altro po' magari.
 
Ero dimagrita leggermente, ma non era male perché alla fine stavo bene lo stesso.
 
Iniziai a truccarmi e pettinarmi per andare a lezione dato che ero già in ritardo: prima ora trasfigurazione, seconda pozioni e terza storia della magia... che giornata leggera!
 
Arrivata a lezione mi sedetti al terzo banco: il primo l'avevo abbandonato da quando ero tornata, non mi piaceva più essere in prima linea davanti gli insegnanti.
 
Già da quando ero entrata avevo sentito dei sussurri e sapevo che parlavano di me, così con un sorriso sarcastico dissi " se avete qualcosa da dire o chiedere sono qui ". I due ragazzi dietro di me mi guardarono incuriositi e domandarono " vogliamo sapere di quello che è successo quest'estate! I capelli e tutto "
 
" come fate voi..."
 
" le voci girano" avevano riposto ridendo tra di loro.
 
Da quell'episodio le voci girarono più che mai, molto spesso mentre ero in cortile dei ragazzi più piccoli si avvicinavano ed altri più grandi volevano fare amicizia con me. Tutta la timidezza era svanita e questa nuova me era molto più sicura di te, in più Draco, che a quanto pare ogni tanto mi ricordava della sua esistenza, era geloso vedendomi circondata da quelle attenzioni che prima lui aveva.
 
Avevo così voglia di ricordarglielo che un giorno mentre mi dirigevo verso l'aula di incantesimi, dopo aver salutato Alexia che invece stava andando a leizone di storia della magia, circondata dai miei nuovi amici gli dissi mentre passavo "hey Malfoy, dove sono finiti tutti i tuoi scagnozzi?" provocando una risata generale.
 
Evidentemente questo episodio gli diede fastidio, infatti nel pomeriggio mi venne a cercare
 
" Irina, dobbiamo parlare!" mi disse con un’espressione molto seria.
 
" oddio che c'è? hai finito la gelatina?" mi sorrise per un brevissimo momento, ritornando subito serio.
 
" non sto scherzando, ti rendi conto del tuo atteggiamento? " alzai un sopracciglio che Alexia avrebbe definito ' alla Piton '.
 
" senti, io mi comporto come mi pare okay? okay, bene, ciao "
 
" non ti riconosco più, sei cambiata Irina. E per quanto possa apprezzare il tuo lato Serpeverde, ti preferivo prima" girò i tacchi e se ne andò. Ora come ora, non mi interessava più di tanto quello che lui pensava di me... forse.
 
La sera Alexia salì in camera perché dovevo assolutamente farle vedere un vestito e poi era da troppo che non facevamo una lunga chiacchierata.
 
La feci accomodare nel letto. Sembrava parecchio stanca "tutto ok, miss occhiaie?" mi lanciò un'occhiata sarcastica "ho dormito poco, tu?" le feci spallucce e ci guardammo per qualche secondo.
 
Non sembrava molto felice di stare con me, "se vuoi parliamo un'altra volta...se sei così stanca?!" mi guardò per qualche secondo "no dai ,posso reggerti per qualche minuto" disse terminando con una mezza risata.
 
"ah ah ah" le feci il verso " c'è qualcosa che non va, non mi dici nulla, sei strana. Sai che puoi fidarti di me, vero?"
 
"non lo so, dimmelo tu. c'è qualcosa che non va? " rispose aggiustandosi la gonna.
 
" beh direi di si. prima se eri stanca non ti importava: stavamo comunque insieme e tu dormivi sul letto... era diverso" cosa le prendeva ultimamente?!
 
"sai, credo tu abbia dannatamente ragione, era diverso" questa volta era seria e mi fissava con un’aria leggermente preoccupata.
 
" non capisco cosa sia cambiato: il tempo che passiamo inisieme è sempre più o meno lo stesso anche perchè con tutte le lezioni e i compiti che abbiamo ci vediamo giusto durante i pasti, nelle pause e la sera. come sempre, ricordi? "
 
" mmm...no, è qui che ti sbagli. Questo è quello che succedeva l'anno scorso. Adesso durante i pasti, nelle pause e la sera ti spacchi di sigarette e parli con i tuoi ...nuovi amici" fece le virgolette con le mani.
 
" per le sigarette le sto diminuendo e poi scusami se anche io, come te, ho degli amici. E poi non sto sempre con loro!" mi stava facendo arrabbiare, solo perché ora anch’io mi mettevo in mostra lei faceva l’acida.
 
"Irina non so quale film tu stia vedendo ma... davvero, saremo state insieme circa due ore in una settimana. Il che può succedere, per carità. L'altr'anno ero la prima che credeva ti sarebbero serviti degli amici che ti guardassero le spalle. Non credo che mi stia bene che tu abbia amici che ti guardano altro... tipo il culo!" ormai avevamo alzato i toni.
 
" non succederà ancora, e poi andiamo! veramente è un problema? Prima non mi guardava nessuno e adesso che sono cambiata, finalmente, le persone mi notano, sono qualcuno ora! " affermai indicandomi.
 
"ora sei qualcuno per chi ha bisogno di parlare di qualcuno, prima eri qualcuno per chi voleva solo il tuo bene" quella frase sembrava troppo saggia, non poteva venirmi a fare la morale, soprattutto dopo che ci aveva provato con Piton!
 
" non è così! Ora, dato che conosco qualcun e passo del tempo con loro, tu ti stai arrabbiando? io non so veramente che dire..."
 
"non c'è niente da dire Irina, la verità ce l'hai sotto gli occhi, solo che è troppo scomoda da capire!"
 
" scomoda come gli anni in più di Piton?" non avrei voluto dirlo veramente ma, l’istinto e l’arrabbiatura, me l’avevano tirato fuori.
 
" perchè dici questo ora?!" mi rispose dopo molto e tirando su col naso, aveva le lacrime agli occhi e sinceramente anch’io ma lei le esibiva come un marchio di fabbrica e io le coprivo con i capelli.
 
" oppure il fatto che è il tuo professore? io non so veramente perchè ti stai complicando la vita, proprio ora che finalmente hai una famiglia, perchè riempirti la testa di pensieri tristi? Goditi la tua famiglia perchè non durerà per sempre, credimi non dura per sempre. Dovresti essere felice, non andare dietro ad un professore..." ero stata molto dura con lei.
 
"continui a cambiare argomento, si stava parlando di te..." provò lei.
 
" non volevo farti sentire fuori dal palcoscenico dato che ci sei sempre. Voi grifoni non fate altro..."
 
" e allora sei un'idiota..." non mi fece finire e subito disse questa frase girando il volto.
 
" si, okay? se questo è un problema allora perché sei ancora qui? "
 
Senza aggiungere altro, Alexia se ne andò senza neanche guardarmi in faccia.
 
Chiusi la porta sbattendola violentemente... non potevo credere a tutto quello che avevo fatto. Dallo specchio vedevo la mia figura rilessa: la faccia sconvolta, le mani tremanti per la rabbia. Rabbia si, ma non contro Alexia, contro di me. avevo fatto un bel casino e non sarebbe andata bene. Chiusi le mani a pugno, le unghie iniziarono ad affondare nella carne, lascandomi dei segni rossi sui palmi pallidi. Gli occhi erano rossi e nella mia testa tutta la discussione si stava ripetendo, come un eco. Risentivo le mie parole taglienti come se non le avessi dette io. Iniziai a singhiozzare, mi misi le mani nel capelli e le chiusi stringendoli. Dovetti chiudere gli occhi perché vedermi allo specchio mi faceva ribrezzo. Come avevo potuto dire tutte quelle cose alla mia migliore amica?! “Io non sarei nemmeno qui” mi dissi “se non fosse per lei”
 
Avrei dovuto solo che ringraziarla per tutto quello che aveva fatto per me, invece non avevo fatto altro che ferirla... per cosa poi? Una manciata di amici in più e qualche conoscenza. Avevo buttato tutto ciò che avevo nel secchio: dalla mia famiglia, ai miei amici veri, a Draco e poi lei, lei che era l'unica cosa che mi teneva ancorata a terra, che mi dava una ragione per non mollare mai.
 
Pensavo a lei quando ero in crisi, quando avevo bisogno di una risata in più o di un consiglio perché lei era l'unica persona più vicina ad una sorella che avessi mai avuto. Ora non avevo neanche lei. Riaprii gli occhi e le lacrime caddero come una pioggia in autunno, e in un attacco di rabbia diedi un pugno al vetro, non sentii neanche il dolore. Mi inginocchiai davanti allo specchio, scostando i vetri sporchi di sangue che mi avevano tagliato, poi stremata, mi sedetti e mi abbracciai le ginocchia.
 
Grazie al cielo, la mia era l'unica stanza singola perché non avrei sopportato la presenza di altre persone in quel momento così delicato. La mattina mi alzai svogliata, senza neanche truccarmi. L'unica accortezza che ebbi fu quella di trovare un pezzo di stoffa e fasciare i vari tagli dopo aver tolto le schegge di vetro. Mentre scendevo molti mi salutavano, ma io rispondevo con secco cenno della testa. Non mi importava più di nulla, ero distrutta, non riuscivo ancora a capacitarmi della mia situazione. Quando entrai in sala grande per la colazione, mi volta i verso Alexia che, quando incrociò il mio sguardo, lo distolse stizzita.
 
Avevo gli occhi gonfi e rossi e la mano ferita mi bruciava, se alcuni si avvicinavano li mandano via ,dicendo di non avere voglia di parlare. Seguii le lezioni per modo di dire, e appena finirono, non avevo voglia di tornare in camera. Così andai in giro per il castello, senza meta. Mi ritrovai a gironzolare intorno all'infermeria, senza sapere il perché il mio subconscio mi avesse diretto lì.
 
Mi decisi ad entrare e a frugare un po' in giro: quando vidi lo scaffale dei medicinali capii perché mi trovavo lì. Gli antidolorifici, l’Ossicodone, erano lì che mi chiamavano, così, anche se un po' titubante, presi qualche pasticca e andai via prima di essere scoperta.
 
Alexia’s pov
 
Uscii dalla camera di Irina arrabbiata come non mai, la testa mi batteva per il nervosismo e le mani si sfregavano l’una con l’altra.
Ah si eh! Io ero la visionaria che la separava dalle sue sanissime amicizie! Io ero quella imbecille che le preservava i polmoni o il fegato! Bene non ero la sua mammina, ero la sua migliore amica e ,a quanto pare, non aveva bisogno di nessuna delle due.
Aveva messo in chiaro che perdevo il mio tempo a parlarle. Chiaro, la verità brucia.
E non tutti vogliono scottarsi, correvo per i corridoi senza sosta.
Uscivano lacrime di nervosismo e rabbia e non le fermavo.
“Hey Black ,fa un favore a tutti e non farti trovare nei nostri corridoi, i serpeverde hanno un atmosfera particolare, preferirei che non si sporcasse  con la tua stupida aria da lecca-piedi di Potter!” Crabbe era dietro di me e si comportava come se fosse il re della scuola.
La rabbia era davvero troppa ,strinsi i pugni fino a ferirmi, lasciando scivolare i rivoli di sangue lungo i polsi.
“che c’è zia Bella ti ha tagliato la lingua?” la voce era coraggiosamente arrogante.
Si avvicinò a me, potevo sentire il suo schifoso fiato sul mio collo.
“beh se la beccherò in giro le stringerò la mano in tal caso, a fatto un favore alla comunità magica” riuscii solo a biascicare qualche parola stretta “se …la beccherai” mi girai ,fronteggiandolo “se la beccherai…”  ripetei avvicinandomi al suo volto “tutto un discorso di possibilità tesoro…” il mio ginocchio finì senza neanche bisogno di pensarci nelle sue parti basse. Gli feci così tanto male da farlo piegare.
Caricai un pugno dritto sul suo naso e lo stesi, gli saltai addosso e un altro pugno raggiunse il suo viso.
“così si fa bambolina…”
“ma che cazzo dici stronza?!” Crabbe si teneva il naso probabilmente rotto e mi guardava terrorizzato.
Mi fissai la mano per qualche secondo, era tutta ammccata e piena di sangue.
Ma cosa avevo fatto?! E soprattutto cosa avevo detto?!
Mi alzai e mi girai di scatto spostandomi i capelli dal viso.
Ero spaventata di me stessa.
“quando lo verranno a sapere!” il verme si era rialzato e mi stava dietro.
Mi spostai velocemente, trovandomi a faccia a faccia con lui che fece qualche passo indietro ancora diffidente.
“se …lo sapranno Crabbe. Se…” i suoi occhi si fecero più aperti e facendo più passi indietro sgattaiolò via.
Avevo fatto qualcosa della quale sicuramente mi sarei pentita. Non potevo pensare anche a quello adesso.
Non ero io, non ero io quella che aveva colpito Crabbe.
Tornai nei dormitori e non dormii neanche un minuto.
La mattina si fece attendere più del previsto.
Sgattaiolai in infermeria e presi qualche garza fasciandomi il polso e le nocche insanguinate e poi mi diedi una sistemata.
Andando a fare colazione la vidi, anche lei aveva una mano fasciata e stava da sola, stranamente non era costellata da amici fighi che le facevano la corte.
Forse anche lei aveva picchiato Crabbe ,oh beh la prospettiva mi faceva sorridere.
Non mi ero pentita di averlo colpito però. Credevo che l’avrei fatto ma a quanto pare mi sbagliavo.
L’avrei rifatto miliardi di volte.
 
 
Irina’s pov
 
L’episodio delle pasticche fu solo il primo di altri tre o quattro episodi: non trovavo altro modo per stare meglio, con quelle pasticche avevo qualche ora di sollievo dai miei pensieri.
 
Però le mie azioni non passarono inosservate anche perché il mio aspetto mi tradiva: avevo le guance scavate, le occhiaie e gli occhi perennemente gonfi. Cominciavo a fare fatica a stare concentrata e i compiti li facevo poco e male.
 
Alexia sembrava essere totalmente indifferente a tutto ciò, al contrario di Piton che ormai aveva capito chi fosse il ladro. Infatti, mi convocò nel suo ufficio per discuterne.
 
Alexia’s pov
 
I giorni passavano e la situazione si faceva sempre più complicata solo perché nessuna delle due voleva chiedersi scusa.
Odiavo l’atmosfera ma non ero io che l’avevo creata e non ero io che dovevo risolverla.
 
Oltretutto Irina si vedeva sempre di meno e, quando la incontravo, aveva occhiaie viola e un’aria malata tutto il tempo.
Era chiaro che qualcosa non andava ma non sapevo cosa fare.
Cominciavano anche a circolare delle strane voci sul fatto che sparissero delle pasticche di antidolorifici e che non si conoscesse il responsabile.
Non sapevo più cosa pensare e Piton mi aveva persino convocata nel suo studio per quello che era successo con Crabbe.
Quell’imbusto aveva fatto la spia, gliel’avrei fatta pagare.
Mi presentai lì con lentezza epocale ma quando arrivai mi resi conto che c’era già qualcuno a parlare col professore e che quel qualcuno era Irina.
Decisi di posizionarmi dietro la porta e sentire che dicevano, sarebbe stato facile dopotutto e avrei capito cosa c’era che non andava veramente.
 
Irina’s pov
 
" so che sei tu che rubi le scorte dell'infermeria, è inutile negare anche perché è fin troppo palese. Per questo, verranno tolti dei punti alla tua casa. Probabilmente per colpa tua la perderemo quest'anno, non ti senti neanche un po' in colpa? Un minimo di vergogna?"
 
" sinceramente, professore, mi interessa ben poco al momento a coppa delle case. Ora i miei problemi sono altri. "
 
" lo riconosco, pensavo fossi più forte, più ragionevole "
 
" mi dispiace deluderla, le aspettative a volte superano la realtà... "
 
" dobbiamo risolvere questo problema, non puoi andare avanti così. Questi medicinali stanno attaccando non solo il tuo rendimento scolastico, ma anche la tua salute e Silente non permetterà mai che una sua alunna si ritrovi in questo stato. Dovrai fare una bella disintossicazione, sai. "
 
" è inutile. Mi tolga tutto: medicinali, sigarette, qualsiasi distrazione, ma il problema rimarrà sempre perché il problema sono solo io. Lasciarmi da sola senza nulla consisterebbe nella mia autodistruzione. Non vedo via d'uscita purtroppo... "
 
" io si. Alexia ora puoi smetterla di origliare, tu ed Irina dovete parlare e risolvere. "
Il professore mi aveva stupito: non mi sarei mai aspettata una cosa del genere.
 
Riaffrontare Alexia dopo tutto quello che era successo sarebbe stato un duro colpo per me. Non potevo più nascondermi: il mio volto parlava da sé e i graffi di qualche giorno prima erano ancora lì rosse, in contrasto con la mia palle bianca.
 
 Piton fece accomodare Alexia nella sedia accanto alla mia.
Ostentava una certa sicurezza, aveva il mento alzato e uno guardo fiero: sembrava quasi Bellatrix.
"Che poi, Black, io e te dobbiamo parlare perché Crabbe ha riportato vari lividi e un naso rotto e la colpa è tua" Alexia era seduta sulla sedia accanto alla mia e nascondeva la mano destra, probabilmente perché ancora aveva i segni della colluttazione.
Senza pensarci, istintivamente, dissi " sono stata io, non vede la mia mano? "
" Greengrass non intrometterti, non sei stata tu! "
" Allora guardi la mano di Alexia. Lei è mancina: vede il segno della penna sul dito " sapevo benissimo che Alexia era ambidestra e ogni tanto usava la sinistra, cercai di fare quello che potevo anche se sapevo che non sarebbe bastato a risanare quello che era successo tra noi.
“ non mentirmi, ti stai scavando la fossa da sola” disse il professore scandendo bene le parole “ è ora che voi risolviate questa faccenda, e dato che non vi guardate neanche in faccia, l’unica soluzione che ho trovato era quella di convocarvi qui. “
La boccetta dell’Ossicodone era ancora sul tavolo, ma Alexia l’aveva appena notata.
“ora uscite e chiarite, evitate l’omicidio” puntualizzò  lui.
Alexia si alzò di scatto, afferrò la bocchetta e la buttò per terra con rabbia.
“ io non ho niente da dire “ si incamminò verso la porta.
“ oh non penso, c’è chiaramente qualcosa che non va. Dato che non siete due bambine, non sarò io a dirvi come risolvere. E poi “ disse indicando Alexia “ tu leva quest’aria di superiorità dalla faccia e smettila di fare l’orgogliosa che non serve a niente. E tu ” parlando a me “ non fare quella facci da cane bastonato e mostra un minimo di forza “
Alexia uscì sbattendo la porta e io pensando tra me e me mi dissi no, non può continuare così così anche io mi alzai e la seguii.
“Hey!  “ Alexia che era un po’ più avanti, non si fermò “ aspetta, dobbiamo parlare”
 Mi misi a correre per raggiugerla “ vuoi ascoltarmi un attimo, per favore? “ mi misi davanti a lei bloccandole la strada.
“ mi fai passare? “
“ no, non finché non chiariamo questa faccenda. Ti rendi conto che Piton ci ha fatto convocare per questo? “
“ fino a prova contraria, ti ha convocato perché eri sull’orlo di un’overdose e io ho pestato Crabbe “
“ E vuoi provare ad indovinare il motivo di ciò? “
“ Ah no! Non mi vorrai incolpare del fatto che hai preso a drogarti?!  “
“ no, certo che no! Solo… sai il fatto che mi ignori del tutto potrebbe essere un fattore aggravante, come se la situazione non lo fosse già abbastanza. Non ti incolpo, perché quella debole qui sono io, non tu. Se ho ripreso a drogarmi è perché non riesco a sopportare più questa merda, questo non ti guardo più in faccia. Ho fatto una marea di cazzate e non mi aspetto che tu possa perdonarmi con uno schiocco di dita, ma stai certa che se questo litigio proseguirà, non so cosa arriverò a far… “ mi stoppò prima di finire
“ certo che sei proprio infantile. Ho mangiato più caramelle del dovuto, mamma mi ha messo in punizione e adesso metto il broncio. Ma ti senti? Tutti facciamo i nostri sbagli e sta a noi porne rimedio, il perdono si deve meritare, non si regala “
“  quindi, quello che vuoi è che attraverso le mie gesta io mi faccia perdonare. Senti, io voglio solo dirti che io sto male per quello che ho fatto, che ho un vuoto e che non riesco a colmarlo perché ti sei importante per me, okay? Quelle cose che ho detto... non le penso sul serio. Non vorrei mai ferirti “ mi guardava impassibile, come se niente la toccasse minimamente “ Cazzo…” dissi passandomi le mani tra i capelli “ Se non riesci a vedere tra le righe, ti sto chiedendo scusa. Non accettarle se vuoi, ma dovevo dirtelo. Ora tolgo il disturbo “ cominciai a camminare affrettando il passo “vieni qui” il tono era perentorio e mi prese di sorpresa.
“mi hai sentito bene miss sono la vittima del momento, vieni qui” mi girai asciugandomi velocemente le lacrime che erano scese con la manica del maglione.
“cosa c’è?” chiesi quando le fui davanti.
“svuota le tasche” la guardai perplessa, come faceva a sapere “non fissarmi così, sono la tua migliore amica, faccio attenzione ai particolari e leggo tra le righe” le diedi la pasticca che mi era rimasta “anche l’altra” mi riprese con un tono annoiato.
Svuotai anche l’altra tasca, dandole tre sigarette.
Poggiò tutto per terra e lo incenerì con un tocco di bacchetta.
“ti ritingerai i capelli?” chiese con un tono da mamma, non risposi subito, rimanendo attonita.
“allora?” mi esortò alzando un sopracciglio “si…tanto volevo già farl…” – “ okay, riprenderai a mangiare?” annuii in fretta “butterai via quelle pasticche e ridurrai il fumo?” annuii per la seconda volta.
“vieni qui” mosse un mano verso di sé ,indicandosi da sola e aprendo le braccia.
Anche questa volta rimasi basita e mi ci volle un po’ per realizzare.
Alexia smosse nuovamente le mani spazientita.
Senza aspettare un altro cenno, mi avvicinai alla mia migliore amica e poggiai il viso sulla sua spalla. Mentre le lacrime che avevo represso scendevano silenziosamente, Alexia mi accarezzava la testa tranquillizzandomi, ma comunque avvertendomi “ questo non vuol dire che io non sia incazzata con te, sono molto arrabbiata e ogni tanto te lo rinfaccerò, e mi devi fare i compiti di pozione per un mese “
“ ma quello già lo faccio “ facendo un mezzo sorriso
“ allora dovrai passare del tempo con Neville “
“ non se ne parla neanche” ci separammo per un attimo
“ oh andiamo, deve ancora riprendersi da un palo che ha preso!”
“ scordatelo “
Finimmo a ridere entrambe, il peggio era passato.
 
 
 
 
 
 
 
HELLO EVERYONE WE'RE BACK!
Salve a tutti siamo tornate con un capitolo abbastanza lunghetto! 
Succederanno un sacco di cose e soprattutto ci stiamo avvicinando ad un punto molto importante della storia che coinvolgerà un personaggio che non vediamo da un pò!
Ci fa piacere vedere che leggete la storia, ma vorremmo sapere che ne pensate ,perciò...COMMENTATEEEE <3
Fateci sapere se vi piacerebbe vedere qualche scena in particolare magari chissà, ci date qualche idea anche se l'arco della storia è già chiaro.
Diteci se vi piacciono i nostri personaggi e qual'è la vostra ship preferita! 
Per ora le mie sono l'Alerus e la Drina... vedremo, vedremo! 
Bene... detto ciò ecco un piccolo spoiler!
*
 “hai paura di me?”
“no” risposi sicura.
“e allora?”
“io…” non volevo rispondergli
*

 
   
 
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