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Autore: Everian Every    27/01/2017    1 recensioni
Mentre la Lucas Force, sulla terra, è stata catturata da Shadow Blade e dai suoi sgherri, come si sviluppa la conquista del Multiverso da parte dell'esercito delle Ombras?
Nitro, l'Every che ha deciso di parteggiare per Shadow Blade in questa guerra, è stato incaricato di guidare la conquista del pianeta equestre, assoggettandone e distruggendone ogni forma di vita, con ogni mezzo possibile.
Capitoli più corti del solito, per permettere una lettura più agile e piacevole e per non dare troppa pesantezza alla storia che non pretende di essere troppo pesante.
Enjoy This :D
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parte Quattordici
 
Lupi, Minotauri e cani stana diamanti erano presi nella celebrazione di una sontuosa veglia funebre in onore dei caduti che avevano dato valorosamente la vita per scacciare l'invasore. Irelia tenne il discorso in loro memoria, esaltandone il coraggio e la forza di volontà, lo spirito di abnegazione che li aveva elevati ad eroi e che li aveva resi fulgidi esempi da seguire ed emulare. Si lanciò anche in un'invettiva sprezzante contro i deboli popoli che non avevano contribuito alla loro grande vittoria, preferendo restare dietro i loro stupidi scudi che avevano addirittura spinto sotto terra, creando una bolla che presto li avrebbe soffocati.
Fu una vera festa, densa di dolore per chi era morto e di euforia per il trionfo totale.
Nitro odiava le feste così. In effetti trovava quasi offensivo per i caduti esaltarli tanto. Avevano dato le loro vite per seguire il loro ideale di giustizia, non per essere paragonati ad un martire. Erano degni di rispetto, non di essere usati come mera propaganda. Odiava chi si serviva di un morto per fomentare guerre che ne avrebbe provocati altri.
Sputò per terra, terminando la connessione mentale con cui era entrato nella mente di uno dei soldati canidi per spiare il nemico. Si sollevò in tutti i suoi due metri di altezza, sgranchiendosi i muscoli delle spalle e della schiena. Si piegò sulle ginocchia e spiccò un balzo che avrebbe potuto essere scambiato per un volo.
Le poche sentinelle che i ribelli avevano lasciato ai margini esterni dell'accampamento raso conquistato, lo avvistarono un istante prima che piombasse in mezzo a loro. L'Every non toccò nemmeno terra, subito le sue braccia saettarono per trapassare i colli del lupo e del minotauro che presidiavano quel punto. Ma già gli altri soldati erano corsi verso l'esercito a dare l'allarme. Meglio così, voleva gli occhi di tutti su di sé. Che egocentrico!
Fece scrocchiare le ossa del colle e ritrasse le mani estraendole dai due cadaveri, avanzando con un cipiglio severo in volto. Vide fermento nel folto gruppo di esseri inferiori ad un centinaio di metri da lui. Non era certo se provasse rabbia, pena o piacere, in quel momento.
Dopo qualche minuto, gli arrivò contro il primo macigno. I minotauri si erano organizzati e avevano radunato grossi pezzi di metallo raccolti dagli ex mezzi corazzati. Senza esitazione, Nitro andò incontro al blocco mortale, aprendo le braccia come se volesse sfidarlo a colpirlo. Il masso lo schiantò a terra, ma lui non sentì nemmeno dolore. Sbuffò, rassegnato al fatto che non sarebbe morto nemmeno in quella battaglia. Fece forza con tutti e quattro gli arti e si sollevò, ribaltando il grave, giusto in tempo per essere azzannato all'addome da un cane. La bestiaccia strattono la carne senza mollare la presa. Nitro lo afferrò senza esitazione per il collo e se lo staccò di dosso. Non un segno appariva sul corpo immacolato e abbronzato del ragazzo. Il canide lo guardò senza capire come potesse non aver subito ferite se ancora sentiva il sapore acido della sua carne sulla lingua.
L'Every non lasciò che la creatura potesse capacitarsi di quel che era successo e la schiacciò a terra, facendo pressione sul collo con così tanta forza da far saltare in aria la testa e parte del busto.
Non perse tempo. Si risollevò e fece due passi, caricando un pugno con cui intercettò un possente minotauro che lo aveva puntato brandendo una grande ascia bipenne energizzata. Il pugno sfondò la barriera addominale del bestione e lo scagliò, con un bel buco nella pancia, contro tre lupi.
Altri soldati ribelli non si diedero per vinti e avanzarono, ma Nitro piroettò tra di loro, usando i palmi delle mani come mazze ferrate e i lati come lame affilatissime, fracassando crani, sfondando sterni e tranciando in due corpi come fossero fatti d'aria.
Dopo aver massacrato la piccola avanguardia mandata ad ucciderlo, il Generale si scagliò verso il resto dell'esercito, spaccando con un pugno un altro masso che gli era volato addosso. Alle sue spalle si spandeva come una macchia lorda una scia di cadaveri squartati, fatti a pezzi senza pietà o rimorso. Perché quando Nitro uccideva si prefissava di vedere le sue vittime come manichini senza volto. Così perdevano la loro identità e lui poteva agire senza farsi troppi problemi.
In tre rapide falcate che corrisposero a mezzo secondo arrivò di fronte alla prima linea nemica. Saltò e diede una manata sulla testa di un grosso cane, facendogliela letteralmente esplodere. Il corpo decapitato si afflosciò a terra, con le ossa tutte rotte e la gabbia toracica che perforava la pelle da più punti.
Cadde a terra di fronte a soldati terrorizzati che non ebbero nemmeno il tempo di vedere il loro compagno d'armi morire. Aprì le braccia e le fece saettare, lanciando una scia di fuoco di sole nero così sottile da essere invisibile. Le due lame falcidiarono indiscriminatamente le fiere di fronte a lui, stroncandone un centinaio.
Si alzò, schivando un lupo che lo aveva aggredito da un punto cieco. Non appena gli fu passato davanti, Nitro allungò una mano e gli afferrò la coda. Tirò a sé la povera bestiola, prendendolo fulmineamente anche per il collo. Poi tirò, strappando la coda. Il lupo guaiolò.
Alcuni minotauri partirono all'attacco ruggendo imbufaliti. L'Every prese il lupo per la colonna vertebrale e la estrasse con un semplice gesto, usandola poi come frusta con cui tagliò a metà un umanoide. Con un pugno incassò la mandibola nel cervello di un secondo minotauro, mentre agli altri alzò la temperatura corporea fino a farli incendiare dall'interno.
Il Generale delle Ombras alzò lo sguardo stanco verso Irelia, ormai a una trentina di metri. La regina dei lupi, affiancata dal re dei minotauri e del gran capo dei cani, ricambiò il suo sguardo con un'espressione da mostro affamato. Ululò, partendo all'attacco, ma Nitro svanì, riapparendole sotto. La colpì all'addome con due nocche, togliendole il respiro. Maciotauro fece per intervenire, ma Nitro gli fracassò sterno e cuore con un calcio alto. Si guardò poi intorno. Era ancora circondato. Alzò quindi un dito da cui partì una fiammella. Il fuoco divampò in una frazione di millisecondo, inghiottendo ogni singola creatura.
Irelia, che era tenuta per il collo dal Sole Nero, guardò senza riuscire a spiccicare una parola, sull'orlo della follia. Nitro la portò all'altezza della sua faccia.
"Ed ora, voglio che tu guardi. Guarda cos'hai fatto. Se non aveste attaccato, avrei prolungato la vostra vita, non mi sarei intromesso! Ma adesso... Adesso basta..." ringhiò, spezzandole le zampe e gettandola a terra. Irelia guaì di dolore. Alzò debolmente la testa per guardare Nitro avvicinarsi alla barriera che proteggeva ancora l'Impero di Cristallo.
Fece una risata spezzata da singulti di dolore e lo schernì. "Sciocco! La barriera del Cuore è impenetrabile. Venne creata da divinità ben più potenti di quelle che fino ad oggi sono giunte su questo pianeta, proprio per tenere lontano minacce anche più grandi di un patetico vigliacco come te! Sei solo-"
Non finì la frase. L'Every aveva alzato le braccia, congiungendo le mani. E poi aveva colpito a martello. La calotta rosacea si riempì di crepe nel punto d'impatto.
"Se esiste..." mormorò il ragazzo a denti stretti, mentre le sue mani venivano lentamente ricoperte di metallo di fuoco di sole nero.
Colpì ancora e le crepe si allargarono.
"Può non esistere..."
Colpì ancora. E ancora. Gli abitanti all'interno della barriera vennero presi dal panico e iniziarono a correre per le strade, cercando riparo al palazzo reale. Le armate si organizzarono come meglio poterono, ma la gran confusione rese impossibile coordinare tutti i gruppi di soldati.
"Ciò che non esiste..."
Nitro piegò all'indietro il colpo a martello con particolare concentrazione.
"NON PUÒ SMETTERE DI ESISTERE!" gridò, piombando sullo scudo magico, mandandolo in frantumi. La calotta rosea cadde a pezzi, come una ciotola di vetro. Immensi frammenti di pura energia solidificata calarono sulla città e come mannaie giustiziarono decine di persone e fracassarono edifici e strade.
Irelia guardò a bocca aperta, con le lacrime agli occhi, lo spettacolo.
"S-se solo... se solo la Lucas Force fosse qui, tu... Tu..." mugolò singhiozzando.
Nitro alzò un piede e la zittì per sempre.
"Se fossero qui avrei il piacere di mostrare loro cos'è un qualcosa che non esiste." disse freddamente. Una vampa di fuoco di sole nero avvolse il suo braccio ancora placcato col metallo.
Si voltò verso l'Impero e scrocchiò di nuovo il collo.
Lucas doveva prepararsi. Presto sarebbe andato ad ucciderlo.
 
Fine parte Quattordici
   
 
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