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Autore: Fabb5000    27/01/2017    2 recensioni
Sono passati parecchi anni da quando Lyon, Stefano, Anna e Mario giocavano a Minecraft e, insieme a quei tempi, si è conclusa anche la FailCraft. Ora Lyon, ormai ultracentenario, conscio che ormai non gli resta molto tempo, decide di rivelare alla sua nipote sedicenne la sua vera storia, ovvero quella che successe dopo gli avvenimenti di "A caccia di Herobrine"; la storia che lo rese un eroe non solo in Minecraft, ma in tutti i mondi, e che va tramandata alle generazione future prima della fine. La storia di come lui, Stefano, Anna e Mario salvarono tutti gli universi da una terribile piaga. [[Consigliabile, ma non indispensabile, legge il prologo]]
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Herobrine, Notch, Nuovo personaggio, Steve, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'FailCraft in real life'
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Herobrine e Buck cavalcarono Dentifricio per quasi un giorno prima di raggiungere la lugubre fortezza sulla cima dei monti avvolti nell'oscurità. Nonostante fosse mattina, le nubi che l'avvolgevano impedivano persino alla minima luce di passare.

-Dentifricio, resta qui- disse Herobrine scendendo dal dinosauro, nascondendolo dietro ad un albero morto. Buck intanto guardava la fortezza.

-Completamente abbandonata essa sembra- mormorò.

Herobrine alzò un sopracciglio : -Ma come parli?-

-Ah ah! Scusa, è che adoro imitare quel vecchio baccucco con le orecchie a punta!- rise il furetto. -In fondo, siamo due gocce d'acqua : come Yoda, anche io ho orecchie grandi e una spada laser!- e mostrò il coltello che aveva ricavato dal dente del suo principale nemico, il gigantesco baryonix Rudy.

-Ma quello è un coltello ricavato da un dente di dinosauro! Non è una spada laser!- protestò Herobrine.

-Si, ma è più o meno la stessa cosa! Cambia solo il fatto che questo è più figo e fa molto gangster!- rispose Buck facendogli l'occhiolino col suo unico occhio sano (probabilmente l'unica cosa sana di quella testa).

Herobrine si batté una mano sulla fronte, decidendo di ignorare il furetto, e si diresse a grandi passi verso la fortezza.

Buck aveva ragione : pareva abbandonata. Herobrine però sentì la magia inebriare quel posto, e capì che ci doveva essere un sortilegio di occultamento. Inoltre percepiva la presenza di un'entità oscura e potente al suo interno, come non ne sentiva da tredici miliardi di anni.

Herobrine recitò sottovoce qualche formula, ma capì ben presto che il sortilegio non poteva essere spezzato se non dall'interno. Era evidente che fosse una trappola ben congegnata.

Herobrine e Buck si avviarono verso Minas Morgul, superando il diroccato ponte che la divideva dal resto della montagna, e si inoltrarono al suo interno.

Mentre camminavano nelle diroccate segrete cercando un punto in cui spezzare l'incantesimo, udirono un rumore provenire da una delle celle.

Istintivamente i due si misero subito in posizione di attacco, ma qualunque cosa fosse pareva solo intenzionata ad attirare l'attenzione, poiché batteva forte i pugni sulla porta di ferro. Pur convinto che poi se ne sarebbe pentito, Buck spaccò la serratura con un coltello.

Ma dalla cella non uscirono mostri o altre creature sovrannaturali; ne uscì invece una Enderman con lunghi capelli viola e un corpo assai alto e slanciato, che indossava una veste lunga fino alle ginocchia.

Herobrine era rimasto senza parole : -Islanzadi!- esclamò. -La regina dell'End!-

-Herobrine!- esclamò di rimando l'Enderman. -Che bello rivederti! Mi sembra solo ieri che tu sia venuto al palazzo di mio marito Orkrost con tuo fratello per avvertirlo delle conseguenze che la nostra avidità avrebbe portato ...-

-Ehm ... solo per saperlo, chi è costei?- chiese Buck confuso.

Herobrine gliela presentò : -Ti presento Islanzadi, moglie di re Orkrost e madre del principe Shadow, regina dell'End-

-Regina un corno- mormorò l'Enderman. -Finché Omega continuerà a vegliare sul tesoro, quel titolo per me è niente e io sono una nessuno-

-Piacere, maestà!- disse Buck, ignorando l'ultimo commento. -Io sono Buck, domatore di dinosauri e distruttore di nemici! Ho un solo occhio, ma ho ancora tutti i denti! Volete controllare?- e spalancò le mascelle rivelando una perfetta dentatura.

Herobrine cercò di ignorare quel furetto pazzo e si rivolse ad Islanzadi : -Cone mai sei qui?-

-Dopo che sono fuggita dall'End in preda al dolore, ho vagato per molte terre cercando mio figlio- rispose Islanzadi. -Poi, poco tempo fa, Entity303 mi ha trovata e catturata. Sosteneva di avere una missione ... un certo "Unico" gli aveva ordinato di portarmi qui, perché non potessi trovare Shadow e non lo potessi spronare a riprendersi l'End. Questo differiva totalmente dal mio pensiero, poiché volevo Shadow solo per riabbracciarlo, ma Entity non sentì ragioni. Sosteneva che per l'Unico era già abbastanza dover affrontare Omega, non voleva rischiare di dover combattere contro un esercito di Enderman-

-Diavolo- disse Herobrine a denti stretti. -E così Notch aveva ragione ... il Grande Nemico vuole l'End-

-Il Grande Nemico?!- esclamò Islanzadi con gli occhi fuori dalle orbite. -Vuoi dire che è tornato?!-

-Esatto, e ora ne abbiamo la prova. È lui il fantomatico "Unico". Si trova qui, in questa fortezza. Posso percepirlo- rispose Herobrine.

-Ma ... non capisco- mormorò Islanzadi. -Cos'è che vuole prendere dal tesoro di Omega? Potevo capire Entity, ma non lui ...-

-Aspetta, cosa intendi con il tesoro di Omega?- chiese Herobrine. -Pensavo volesse l'End perché presto avverrà la Convergenza ...-

-Probabilmente lo vuole anche per questo- disse Islanzadi. -Ma mentre ero prigioniera Entity mi ha detto che c'è qualcosa nell'End che l'Unico brama con insistenza. Qualcosa di immensamente potente che il drago custodisce a costo della sua stessa vita-

-Davvero?! Ma che cosa potrebbe ...- domandò Herobrine, ma fu interrotto da Buck : -Ehm ... scisate se interrompo la vostra seduta spiritica, ma vi vorrei ricordare che siamo in campo nemico, e che potremmo essere già stati circondati da nemici invisibili!-

Islanzadi e Herobrine rimasero impietriti, rendendosi conto di quanto fossero stati avventati. Buck se ne accorse e scoppiò a ridere : -Ah ah ah! Siete rimasti di sasso! Ah ah! Dovreste vedere le vostre faccie!-

-Rimandiamo a dopo le spiegazioni- disse Islanzadi sovrastando le risate del furetto. -Adesso seguitemi. So dove si trova l'epicentro dell'incantesimo di occultamento, lì lo potrete cancellare-

Velocemente il trio corse fra i meriandri della fortezza fino a giungere in un immenso spazio aperto circondato da torri. -Eccolo, è quello- disse Islanzadi indicando un punti su di esso.

Herobrine si pose ivi e recitò un mantra : -Kteina ulku sis nur taina, ille san santa naridi est, kali nissa tanu sa se!- e così dicendo dal suo corpo parti una scarica rossa che investi l'intera fortezza.

Poi su tutto il piazzale comparvero schiere su schiere di guerrieri-mostro, mentre altri apparivano in tutto il lugubre castello. Islanzadi si mise istintivamente dietro Buck, il quale aveva estratto il coltello, mentre Herobrine era arretrato alla vista dell'esercito.

Poi Herobrine udì una lugubre risata che conosceva fin troppo bene : -Sei davvero uno sconsiderato, Herobrine!-

Herobrine si voltò : appollaiato ad un tetto, con il mantello raccolto come le ali di un mostruoso pipistrello bianco, stava Entity303, il suo vecchio avversario.

Entity balzò a terra : -È un piacere rivederti, scellerato- disse mettendosi in posizione di attacco e alzando appena le mani. -Ora sperimenterai tutto il potere che l'Unico mi ha donato!- e dalle sue dita partì una scarica di fulmini viola che centrarono Herobrine in pieno petto, facendogli fare un volo di tre metri.

Buck si preparò a soccorrerlo, ma i soldati-mostro lo circondarono, e in breve era talmente impegnato a proteggere Islanzadi che dovette lasciare che Herobrine se la sbrigasse da solo.

Vedendo Herobrine a terra, Entity esplose in una fragorosa risata : -Aspettavo da tanto tempo questo momento, mio vecchio piccolo amico-

Si preparò a fulminarlo nuovamente, ma Herobrine si rialzò improvvisamente e gli scagliò contro una raffica di palle di fuoco, che Entity parò con la Staffa del Caos.

-Se tanto potere hai, affrontami!- disse il dio, mentre nella sua mano si materializzava una spada dorata.

Entity digrignò i denti e attaccò con tutta la sua forza. Herobrine parò alcuni dei suoi primi attacchi, ma presto il Portatore del Caos si rivelò troppo potente per lui.

Il dio allora compì un salto triplo e si portò accanto a Buck, poi facendo ricorso a tutte le sue energie si teletrasportò in un altro lato della fortezza.

Udì Entity urlare di rabbia e, comprendendo di non avere più molto tempo, si rivolse a Buck : -Ascoltami, furetto. Voglio fidarmi di te. Prendi Dentifricio e porta Islanzadi lontano da qui-

-Non se ne parla! Non si abbandona un soldato in una battaglia- disse Buck risoluto, ma Herobrine scosse la testa : -Ti avrei dato ragione prima forse, ma non possiamo permettervi che la regina venga uccisa. Se non la voleva fra i piedi deve essere importante. Se non vuoi farlo per me, fallo per lei-

Buck digrignò i denti furioso : -Tornerò a prenderti, hai la mia parola. Ma prima ...- e gettò il coltello al di sopra dell'arco di una porta, provocando una frana e chiudendo il passaggio ad alcuni soldati-mostro che li inseguivano. -Cerca di non farti ammazzare- disse Buck.

-Andate, adesso!- ordinò Herobrine, ma Islanzadi lo afferrò per una mano : -Non puoi restare qui! Vieni con noi!-

Herobrine guardò gli occhi colmi di terrore della Enderman, poi, con uno sforzo sovraumano, staccò la sua mano dalla sua e guardò Buck : -VAI!- ordinò, con uno sguardo che ricordò molto i tempi in cui era un pazzo furioso.

Il furetto non se lo fece ripetere due volte e scappò verso il ponte trascinando la regina, mentre Herobrine corse nella direzione opposta su un vecchio ponticello che collegava due torri.

Improvvisamente però un globo rosso comparve nel cielo a velocità supersonica e lanciò sul ponte una raffica di fiamme, facendo esplodere una parte di esso, mentre uno azzurro lanciò un getto blu che tramutò la pietra in ghiaccio che si sgretolò come polvere. Herobrine rimase isolato su un minuscolo pezzo di ponte tenuto in piedi da un pilastro.

Poi i globi si tramutarono in due figure : una era arancione e aveva l'aspetto di un minotauro, mentre l'altra era azzurra e bianca e somigliava ad una ragazza. -Ish ten lafti ni du ("correre non ti salverà)- disse quest'ultima con una risata crudele.

-Gosh. Iz ton laf turan duul ("Già. È arrivato il momento di farti capire chi è che comanda")- disse il minotauro con un tono assai più tagliente.

Nonostante usassero una lingua che nessuno osava più pronunciare da miliardi di anni, Herobrine capiva benissimo. Poi sentì un'altra voce, più tonante e autoritaria : -Fronan-roo, Firer-roo, goshni! Ro unna gatun tor slaim jedi! ("Frostgirl, Fireminotaur, andatevene! Me la sbrigo da solo con questa feccia divina!")-

I due Abomini non se lo fecero ripetere due volte e si ritrasformarono in globi azzurri e rossi, per poi sparire nei meriandri della fortezza.

Herobrine udì l'avvicinarsi di una grande potenza, poi di fronte a lui conparve una massa informe di fumo nero, dalla quale proveniva una voce : -Iktur naan laf, jedain ... ("Non vi è luci, dio ...)- disse. -... kuran toren maran diin! (... che possa sconfiggere l'oscurità!")-

Heribrine evocò una barriera di fuoco intorno a sé, ma l'essere la frabtumò senza troppi complimenti. Il dio tentò con altri complicati incantesimi, ma ogni volta la creatura li fermava senza sforzo.

Herobrine decise di tentare un corpo a corpo e nelle sue mani comparvero uno scudo e una spada. Ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, nei suoi occhi la determinazione fece posto ad un cieco terrore.

La massa informe di fumo si condensò, formando una gigantesca figura umanoide nera come la notte più buia e priva di stelle; Herobrine alzò le armi per difendersi, ma si polverizzarono nelle sue mani, e il dio sentì il suo potere affievolirsi fino a svanire del tutto.

Poi dall'essere esplosero tentacoli neri che circondarono Herobrine e lo sollevarono in aria, frantumando l'ultimo pezzo del pontile e creando con i frammenti una gabbia intorno a lui.

Herobrine continuò ad osservare il suo nemico attraverso le sbarre; e vide allora sul volto della figura, fino ad allora rimasta priva di tratti riconiscibili, comparivano due occhi rossi come braci e una bocca ancora più buia del resto del corpo.

Herobrine sentì le forze venire meno, e prima di svenire riuscì solo a pronunciare una parola : -Null ...-
   
 
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