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Autore: Gloria Lovely    28/01/2017    1 recensioni
I due allievi del Maestro Bue, Diamond e Shelby, due gemelli dal carattere enigmatico, si troveranno faccia a faccia con Po e i Cinque Cicloni.
Dopo aver portato a termine un compito per il loro maestro, Diamond trova una strana Pergamena racchiusa in un tubo argentato e inciso, appartenuto ad un suo antenato.
Che sia un segno del destino?
Ma arriverà qualcuno, da molto lontano, che cercherà di scoprire l'enorme potere che quella pergamena può donare. Il misterioso segreto, nascosto per oltre dieci secoli sotto un cumulo di macerie, verrà presto svelato.
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[Kung Fu Panda's Missing Moments – Quarta storia]
Spero vi piaccia!
Buona lettura.
© Gloria Lovely 2017
Genere: Azione, Demenziale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Kung Fu Panda's Missing Moments'
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- Capitolo 3 -





 

Lo guardai con attenzione. Un vecchio pezzo d'argento malridotto, la stessa forma di un portapergamene, con alcune incisioni e strani disegni.

Shelby rimase meravigliato da quello strano reperto.

“Deve essere vecchio.” disse.

“Molto vecchio, direi.” aggiunsi.

Lui lo guardò meglio, rendendosi conto di cosa fosse in realtà.
 

“Piuttosto, aiutami a tirarlo fuori da lì.”

Con un colpo di braccio, Shelby riuscì a distruggere quella pietra che teneva incastrato il metallo, liberandolo con facilità. Lo prese con entrambe le zampe e me lo fece vedere, facendo un sorrisetto codardo.

Alzai gli occhi al cielo, per poi tenerli fissi sul reperto. Ne rimasi meravigliata. Così anche lui, peccato che all'improvviso lo guardò disgustato.

“Bah, è solo un ferro arrugginito.” lo gettò a terra un po' irritato. Lo raccolsi e lo guardai in cagnesco.

“Che ne sai? Potrebbe essere qualcosa di antico.”

“Diamond, i reperti non si trovano così per caso.”

Stampai in testa quelle due parole: per caso. Peccato che, la curiosità, aveva avuto la meglio su di me. Shelby si era già allontanato.

“Umpf, fai come vuoi.” lo guardai allontanarsi sempre di più, con sguardo gelido. Si perse una grande occasione. Forse era qualcosa di importante, forse avrebbe potuto realizzare il mio sogno. Nah, è impossibile.

Qualcuno della zona avrebbe potuto aiutarmi, ma non sapevo a chi rivolgermi. Forse Shifu ne sapeva qualcosa.




 

***




 

Girai per la Valle in cerca di informazioni, e nessuno era in grado di fornirmele. Ero disperata, avevo in mano un pezzo di metallo che poteva appartenere a chiunque, anche al più povero della zona.

Avevo paura, e non era affatto la prima volta che mi capitava una situazione simile. Solo che, al posto di un semplice pezzo di carta, avevo un pezzo – probabilmente – di valore tra le zampe.

Davanti un piccolo palazzo, vidi una casetta. Bussai educatamente e strinsi il pezzo di metallo tra le dita, nella speranza di trovare il proprietario. Ad aprirmi, fu un signorotto in misa arancione, dallo sguardo agghiacciante.

“Posso aiutarla, signorina?” chiese con voce profonda.

“Sto cercando il proprietario di questo... ehm, oggetto.”

Glielo mostrai tenendolo stretto.

“Fammi dare un'occhiata.” glielo porsi con estrema delicatezza. Come disse il Maestro Bue: ogni errore può essere fatale.

Il tizio prese un monocolo e, dopo esserselo messo davanti l'occhio sinistro, guardò attentamente lo strano reperto. Le incisioni, quei piccoli graffi e quella strana macchia che ricopriva metà di un misterioso disegno.

Si tolse il monocolo e mi guardò.

“Vieni, ti faccio vedere di cosa si tratta.” obbedii.
 

La casetta era molto piccola, arredata bene e mantenuta con molta cura. Il tizio era, sicuramente, un collezionista di piante da giardino. Bonsai, per la precisione. Lo capii dai numerosi vasi esposti dietro casa, e alcuni sul tavolino davanti a me.

Emanava un odore di aloe, non molto forte ma piacevole. Mi sedetti sul cuscinetto e vidi il tizio prendere un'enciclopedia.

“Quello che hai trovato è un reperto storico.”

Mi venne in mente la frase di Shelby: “I reperti non si trovano così per caso.”  Si era sbagliato.

Aprì il libro e mi mostrò una foto.
 

“Quella è la Pergamena d'Argento, una delle più sacre scritture degli anni venti del 1200. Era in mano al Saggio Maestro Unizu, uno dei tanti padri del kung fu.”

Era diversa da come lo è adesso. Molto più pulita. Adesso, sembra un pezzo di metallo arrugginito.

“Secondo la leggenda, chi tiene in mano questo reperto, manifesta un grande potere. Il suo Chi aumenta giorno dopo giorno, fin quando non sviluppa la forza per poterla applicare in combattimento.”

“Un grande potere? Wow!”

“Il guerriero diventerà invincibile e sarà in grado di sconfiggere chiunque si trova davanti.”

Rimasi sbalordita dalle sue parole. Finalmente, avevo l'occasione di realizzare il mio sogno: possedere una mossa di kung fu speciale.

Peccato che, dopo aver pronunciato la parola “invincibile”, apparve qualcosa. Da un bonsai, era uscita una strana sfera verde, da cui emanava una luce abbagliante.


Forse era presente una strana malattia, una minaccia, qualcuno.


 


 


 


 


 

   
 
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