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Autore: Sameko    28/01/2017    1 recensioni
Una Genocide rimasta incompleta.
Una Pacifist che si prospetta essere quella definitiva, quella che assicurerà il lieto fine a lungo sperato.
Ma gli ingranaggi erano già stati messi in moto da tempo. Fili che dal passato tendono verso il presente aspettano di intrecciarsi con un futuro ancora incerto. Ed è ora che iniziano le sfide più difficili, in cui anche una mano amica in più può fare la differenza.
L’importante è non perdere mai la propria determinazione.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chara, Frisk, Sans, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 12: Occupazioni mattutine
 

 
 
 
 
Aveva tirato un discreto sospiro di sollievo quando lei e Frisk, quella mattina, avevano lasciato Snowdin a bordo della barca del traghettatore, dirette a casa della donna-pesce per prendere parte al suo tanto decantato programma di allenamento. Era stanca di dover ingoiare fastidio e nervoso ogni qualvolta Frisk dedicava attenzioni a qualcun altro all’infuori di lei e sperava, quindi, che un po’ di ore lontane da qualsiasi fonte di disturbo avrebbero potuto domare l’incendio distruttivo che stava lentamente crescendo dentro il suo animo. Muovere il proprio corpo in armonia con l’arma che usava, che fosse una lama di qualunque genere o anche la sola forza dei pugni, la aveva sempre aiutata a scaricare tensione, rabbia, odio, e qualunque altra emozione negativa. Era un rude antistress, vero, ma sfogarsi contro un bersaglio inanimato era sempre stato meglio dello scaricare tutte le sue frustrazioni su qualcosa di, certamente, non-inanimato.
Se stava attenta a non sottoporre la sua anima a stress inutili ( il che voleva dire evitare sprechi insensati magia ) e all’incolumità della ragazzina più piccola, lei e Frisk avrebbero persino potuto divertirsi, nonostante le reali intenzioni di Undyne, probabilmente, prevedessero tutt’altro che il farle divertire durante quelle ore di sforzo.
Decise che, per il momento, andava tutto bene. Non avrebbe dovuto temere per Frisk, nulla le avrebbe fatto del male…
Andava tutto bene…
Andava tutto…
T-tutto…
No… per quante volte si fosse sforzata di ripetere quelle tre insignificanti parole, non riusciva a convincere sé stessa con una bugia così mal raccontata. Non andava tutto bene, non fin quando questa stretta soffocante di gelosia che aveva dentro non si fosse decisa a lasciarla. E il problema era che niente, sin da ieri, la aveva persuasa a farlo.
Propositi e promesse non erano sufficienti, non se la volontà di fare la cosa giusta era sempre più debole di qualsiasi altra forza interiore. Non riusciva a non pensare di volere Frisk tutta per sé, solo per sé. Se così fosse stato, non avrebbe permesso che le succedesse niente, la avrebbe protetta da ogni minaccia anche sacrificando il corpo purtroppo difettoso che ora possedeva, la avrebbe trattata come un'anima buona come lei davvero meritava. Ma si rendeva conto che questi pensieri erano sbagliati, non si può avere una persona tutta per sé, non poteva limitare la libertà individuale di Frisk solamente per i suoi desideri sciocchi ed egoistici. Eppure, nonostante fosse cosciente di questo, non riusciva comunque a far dileguare quei sentimenti possessivi che le inquinavano la mente soprattutto nei momenti meno opportuni. Voleva liberarsi di quei pensieri, costringerli a lasciarla in pace, cancellarli… ma non poteva… non ne era in grado.
Aveva… forse, aveva bisogno di aiuto. Ma nessuno la avrebbe aiutata a parte Frisk, a cui chiedendo un consiglio avrebbe finito solo col fare del male… era già successo in passato e la stessa storia si sarebbe potuta ripetere se non stava attenta. Eppure, a chi altro avrebbe potuto rivolgersi, se non a lei?
« BENE, TEPPISTE! PER IL TEMPO CHE RIMARRETE QUI, SEGUIRE QUESTO ADDESTRAMENTO SARÀ ASSOLUTAMENTE TASSATIVO PER VOI! A TAL PROPOSITO, LE REGOLE DELLE NOSTRE SESSIONI DI ALLENAMENTO SARANNO POCHE, SEMPLICI E SOPRATTUTTO CHIARE! NUMERO UNO! »
Undyne, labbro arricciato ed espressione esigente, le si parò davanti agli occhi facendola quasi sobbalzare.
« Si presta sempre attenzione a coloro che sono di grado superiore al tuo. » Disse la donna-pesce, facendole intendere che aveva notato da un pezzo la sua disattenzione.
Chara roteò gli occhi da un lato, tenendo le braccia fermamente incrociate contro il petto mentre tornava a fissare, senza battere ciglio, la sua aspirante maestra.
« È chiaro, Chara? » Le chiese lentamente Undyne, mettendo le mani sui fianchi.
« Sì. » Rispose lei, contraccambiando con la medesima intensità lo sguardo di Undyne.
La serietà sul volto della guerriera si sciolse prontamente in un sorriso soddisfatto sentendo la sua replica.
« Perfetto! Cominci a rigare dritto, marmocchia! »
Chara grugnì sottovoce, distogliendo seccatamente lo sguardo. Anche se quelle parole avevano avuto un non sapeva che di dispregiativo, il tono di Undyne le era parso sinceramente entusiasta, come se in un modo tutto suo la guerriera avesse voluto farle un complimento. E, le costava ammetterlo, si era sentita improvvisamente a disagio realizzando questo.
« REGOLA NUMERO DUE! » Riprese Undyne, alzando due dita verso l’alto. « L’allenamento non termina finché non sarò io personalmente a deciderlo! »
La donna-pesce prese dunque fiato, pronta ad elencare quella che Chara intuì sarebbe stata l’ultima regola.
« REGOLA NUMERO TRE! »
L’eroina si esibì in una di quelle che si ostinava tanto a chiamare ‘pause ad effetto’, prima di chinarsi davanti a Frisk questa volta.
Chara si irrigidì un poco nel timore che Undyne potesse fare qualcosa di spiacevole alla più piccola, ma si costrinse a rilassarsi quando intuì la mancanza di intenzioni ostili nel gesto della guerriera.
« Niente piagnistei. Odio i piagnistei. »
Frisk le rivolse un largo ed imbarazzato sorriso di scuse e ad Undyne sembrò bastare come risposta. Si rialzò e, petto in fuori e mani nuovamente sui fianchi, assunse la posizione di un orgoglioso sergente nei confronti delle sue nuove reclute.
« QUALCOSA DA AGGIUNGERE? »
Chara si limitò a scuotere la testa, non in vena di rispondere a parole in quel momento, e suppose che anche Frisk doveva aver fatto lo stesso, a giudicare dalla soddisfazione che vide comparire in seguito sul volto di Undyne.
La guerriera ruppe la sua posizione marziale e si voltò verso la lucertola in camice bianco che aveva assistito alla scena sin dall’inizio, ‘Alphys’, se non andava errato. Frisk, ovviamente, conosceva già il timido rettile che Asgore – suo padre – aveva nominato come nuovo scienziato reale, ma per Chara quello era il suo primo incontro ufficiale con la ricercatrice.
« Ehi, Alphys! Sto facendo un buon lavoro per essere la mia prima vera esperienza come istruttrice secondo te? » Domandò con un sorrisone euforico Undyne, rivolta a quella che, Chara ipotizzava, fosse una dei suoi amici più stretti all’infuori dello scheletro scatenato.
« E-eh… di-direi di s-sì, Undyne… ma n-non pensi che la seco-conda regola s-sia un po’ troppo… e-estrema? » Balbettò Alphys, aggiustandosi gli occhiali sul muso nel mentre, forse come gesto atto a nascondere la sua perenne e più che intuibile insicurezza. Dio, non aveva mai visto una persona ( o mostro ) con una balbuzie così tremenda.
« Bah, sciocchezze! » Replicò Undyne, con una alzata di spalle, e avviluppò sia lei che Frisk in un abbraccio così espansivo che Chara non si sarebbe sentita a suo agio nel ricevere nemmeno se fosse stato privo di quella forza massacrante che le aveva svuotato i polmoni. « Sono certa che è ottimo per iniziare! E poi, guardale! Non hanno avuto nulla da ridire quando ho chiesto! »
Alphys le sorrise nervosamente, distogliendo lo sguardo per sistemarsi di nuovo gli occhiali.
« S-sì… fo-forse, hai ragione… » Mormorò la scienziata.
Quando la guerriera le lasciò andare, Chara tirò un sospiro di sollievo soffocato, concedendosi due secondi di tempo per riprendersi dal modesto tentativo della donna-pesce di spezzarle il collo. Non si sarebbe mai più fatta coinvolgere in un abbraccio con quella, mai più.
Riacquistata una posizione eretta, si guardò attorno alla ricerca di Frisk, un po’ un’abitudine che stava prendendo, e la trovò poco più in là intenta a sussurrare qualcosa ad Alphys, con un atteggiamento abbastanza confabulatorio. Come la sua amica fosse riuscita a sopravvivere a quella stretta maciullante era per lei un mistero, ma supponeva fosse stato semplicemente merito della maggiore esperienza ( oltre che pazienza ) di Frisk nel sapersi rapportare con questi suoi cosiddetti amici, a prescindere dal carattere più o meno esuberante che contraddistingueva ognuno di loro. Lei conosceva uno per uno gli abitanti dell’Underground, ricordava tutti i loro nomi, i loro gusti, le loro aspirazioni… Chara, invece, non sapeva nulla di nessuno di loro… e non era neppure certa di voler davvero assimilare simili, vaste conoscenze in primis, se le persone che le andavano attualmente a genio si potevano contare sulle dita di una mano – e nemmeno su tutte le dita.
Vide Alphys arrossire vistosamente e coprirsi il volto con una zampa tremante non appena Frisk si scostò dal suo viso colmo di imbarazzo. La risposta immediata della sua amica per rassicurare la scienziata fu un’incoraggiante alzata di pollice, unita ad una gentile esortazione che lei non fu in grado di sentire.
Chara corrugò le sopracciglia, sporgendosi inconsapevolmente per leggere almeno un minimo di labiale se si fossero dette altro. Che cosa stavano combinando?
Frisk si allontanò quindi da Alphys e lasciò che il rettile muovesse due passi avanti verso una ancora ridente Undyne.
« E-ehm… Undyne? Po-posso dire u-una co-cosa prima che i-iniziate? » Domandò, picchiettando nervosamente le punte delle zampe tra loro, in attesa.
Undyne interruppe il suo rumoroso ridacchiare e rivolse ad Alphys un sorrisone irto di zanne.
« Tutto quello che vuoi, Alphys! »
Alphys deglutì visibilmente, aggiustandosi gli occhiali per l’ennesima volta in a malapena cinque minuti. Beh, era il momento della verità. Non aveva dovuto attendere molto, in fondo, per scoprire cosa Frisk avesse architettato.
« E-ecco, Undyne, ve-vedi… è d-da un po’ di te-tempo che c-ci conosciamo c-come sai e-e… »
Alphys si fermò, come se dovesse raccogliere dentro di sé un’altra bella dose di coraggio per finire la frase che aveva, chiaramente, lasciato in sospeso.  
« Possoormaiaffermareconcertezzachecipiaccionolestessecoseovverome! » Posa fascinosa e sguardo ammiccante, Alphys aveva pronunciato tutte quelle parole con la velocità di un treno in corsa, col risultato che nessuno dei presenti ( ad eccezione ovviamente di Frisk ) aveva inteso cosa avesse appena detto.
Il rettile, resasi molto probabilmente conto di questo, seppellì il viso rosso dalla vergogna fra le zampe, la traballante sicurezza di prima finita miseramente in frantumi.
Undyne aveva alzato stranita un sopracciglio, guardando perplessa la ricercatrice, chiaramente senza parole. Trascorso qualche secondo, si avvicinò alla scienziata e le batté amichevolmente una mano sulla spalla tremante, nel tentativo di tranquillizzare l’amica in difficoltà.
« Ma che sciocchezze vai dicendo, Alphys? Oltretutto, sarebbe meglio che tu ripetessi scandendo bene le parole, perché non ho capito un…! Aspetta un momento… »
Una realizzazione sembrò aver colpito Undyne solo allora, perché persino le guance scagliose della guerriera si colorarono lievemente di rosso di lì a poco.
« Stavi flirtando con ME? » Chiese, divenendo quasi paonazza.
Alphys mosse la testa su e giù due volte in risposta, non intenzionata a lasciare il nido protetto creato dalle sue mani se non, verosimilmente, tra un milione di anni.
Chara storse la bocca, allibita. Era di questo che si trattava? Un consiglio… per flirtare?
Voltò la testa verso Frisk a chiederle delle spiegazioni e la vide intenta a coprirsi la bocca per soffocare dei probabili risolini, ma il rossore sulle sue guance poteva facilmente rivaleggiare con quello presente sul muso di Alphys. Il rettile, supponeva, doveva aver seguito meno della metà delle istruzioni che le erano state date, finendo così col rovinare i progetti della ragazzina più piccola.
Undyne seguì il suo sguardo e, quando giunse ad identificare la fonte d’ispirazione che aveva influenzato le recenti azioni di Alphys, il suo occhio buono si contrasse pericolosamente.
E fu così che una nuova regola venne aggiunta alle tre che erano state elencate in precedenza: flirtare e/o dare consigli sul flirt durante le sessioni di allenamento è severamente PROIBITO.
 

« Spiegami cosa diavolo avevi in mente. » Fu la prima cosa che Chara disse a Frisk non appena, terminato l’allenamento con Undyne e messa un po’ di distanza tra loro e le due amiche, avevano cominciato a dirigersi verso l’attracco dove il barcaiolo incappucciato le attendeva. Chara era rimasta senza parole da allora, non solo per la reazione che la più piccola aveva saputo suscitare sia in Undyne, sia in Alphys, ma anche per l’azione in sé. Non credeva che Frisk fosse tipo da fare queste cose, era abituata a vederla come una persona timida ma solare, non come una… una… una qualcosa che non riusciva a definire, ecco.
Frisk si coprì la bocca, nascondendo il lieve risolino affioratole sulle labbra al ricordo del suo maldestro tentativo di far comprendere alle due ragazze i sentimenti che provavano l’una verso l’altra, con un metodo ovviamente tutto nuovo. Piaceva anche a lei sperimentare, qualche volta.
« Dovevo provare una cosa. » Rispose in tono vago, sorridendo alla maggiore.
Chara annuì, non desiderando comunque chiedere di più. Aveva ormai capito che Frisk era sempre pronta al gioco, allo scherzo, tutte le cose che avevano almeno una chance di rallegrare una persona a Frisk erano gradite… ma lo stesso concetto non poteva essere applicato a lei, che tollerava a stento qualsiasi forma di ilarità. Più tempo passava con Frisk, più Chara si rendeva conto dell’abisso che c’era fra di loro, il cui fondo stava divenendo un po’ difficile da vedere per la ragazzina più grande. Erano dannatamente diverse, quasi agli opposti sia come carattere che ideologia, e Chara si scoprì sempre più a disagio nel riconoscere la cosa.
Raggiunsero, dopo una breve camminata, la piccola gondola che le avrebbe riportate a Snowdin nel giro di pochi minuti. Il traghettatore le accolse benevolmente sulla sua imbarcazione, dando loro uno dei suoi soliti criptici consigli, prima di lasciarle accomodare all’interno del mezzo.
Frisk riprese a parlare soltanto quando la barca iniziò la sua veloce traversata sulle acque del fiume, decidendo che forse doveva aggiungere qualcosa per meglio spiegare le sue recenti ‘sperimentazioni’.
« Loro due… Undyne e Alphys… sono innamorate l’una dell’altra, senza rendersene conto. Mi sarebbe piaciuto farglielo capire oggi… »
Chara si era aspettata che la più piccola proseguisse ma, quando non giunsero ulteriori parole da parte della sua amica, colse così l’occasione per forzare la sua bocca ad esternare la richiesta forse più difficoltosa che aveva pronunciato in tutta la sua vita.
« Frisk, io ho bisogno di… discutere con te. »
Frisk, in piedi sulla barca per lasciarsi lisciare i capelli dal vento, voltò il capo per guardarla con un sopracciglio leggermente alzato.
« Di cosa si tratta? » Le chiese con una certa aspettativa, girandosi completamente. Sapeva che qualcosa stava turbando la sua amica da ieri e, siccome l’approccio del semplice chiedere non aveva funzionato, aveva preferito attendere che fosse Chara a scegliere il momento secondo lei più opportuno per parlarle. E così era fortunatamente accaduto.
« Conosci un posto tranquillo dove nessuno ci può disturbare? » Le domandò Chara, calcando bene con la voce su quella parola in particolare, giusto per sottolineare al meglio il concetto.
« Sì, stai tranquilla. Dobbiamo solo passare da casa per avvisare Papyrus che ce ne staremo un po’ per conto nostro. Poi, ci avvieremo. » Le rispose Frisk e Chara si trattenne dal muovere ogni singolo muscolo facciale e farlo così deturpare in una smorfia di fastidio. Le dava fastidio che dovessero passare dalla casa dei due fratelli dementi per avvisare, le dava fastidio che Frisk avesse usato ‘casa’ e non qualsiasi altro termine, ma non se ne lamentò a gran voce, né si impegnò a far intendere a Frisk che la cosa non le andava per nulla a genio. Era una condizione che doveva accettare se voleva parlare in tutta tranquillità con l’altra ragazzina, non aveva quindi senso polemizzare.
Una volta raggiunto l’attracco di Snowdin, cominciò il loro tragitto attraverso le strade della cittadina gremita di mostri, Frisk che salutava ognuno di loro con cortesia, Chara che non aveva intenzione di fare altrettanto. A volte, faticava a capire perché l’altra ragazzina fosse sempre così cortese con tutti, anche con coloro che in passato la avevano aggredita per prenderle la sua tanto preziosa anima, e trovava strano il suo atteggiamento sempre cordiale, poiché lei non avrebbe mai mostrato tanta gentilezza quasi a nessuno. Eppure, non voleva certo criticarla per questo. Se non fosse stata per quella gentilezza e cordialità che lei trovava così inusuali, non sarebbe certo stata lì a camminare al fianco di Frisk, prendendosi il lusso di fare quelle silenziose considerazioni.
Giunte all’ingresso dell’abitazione decorata con allegre lucine natalizie, bussarono alla porta, ma non udirono nessuna risposta giungere dall’interno.
« Non saranno in casa. » Commentò subito Chara, sperando così di far desistere Frisk dal verificare ulteriormente.
Frisk strinse leggermente le labbra. L’allenamento con Undyne si era protratto oltre l’ora di pranzo e si era, di conseguenza, aspettata di trovare i due fratelli già intenti a sparecchiare in attesa del loro ritorno, non di ricevere null’altro che silenzio dopo aver bussato.
Provò di nuovo, con più forza questa volta. Ancora nulla.
« Te lo avevo detto. » Disse Chara, incrociando le braccia.
Frisk, non ancora del tutto convinta, allungò la mano sulla maniglia e la abbassò, volendo assicurarsi che non avessero lasciato la casa aperta apposta per loro. La porta si aprì senza il familiare scricchiolare che era abituata a sentire ( Undyne aveva fatto davvero un ottimo lavoro con la riparazione ) e si stupì quando intravide solo buio all’interno.
« Oh… strano… sembra non esserci nessuno. » Constatò, circospetta.
« Vogliamo andare? » Chiese, adesso con una velata impazienza, Chara.
« Aspetta. Papyrus ci ha forse lasciato un biglietto o qualcosa, magari ha persino messo da parte degli spaghetti in più per noi. Non sarebbe carino non prenderli. » Replicò Frisk, spalancando un po’ di più la porta, per far entrare la poca luce che, riflessa dalla neve candida, filtrava dall’esterno. Non servì, purtroppo, a rischiarare completamente almeno il soggiorno.
« Ferma. C’è qualcosa che… »
Chara non poté terminare la frase, perché un sibilare metallico raggiunse improvvisamente le sue orecchie.
Si voltò molto prima di quanto fece Frisk, solo per venire sommersa e spinta all’indietro da uno sciame di corpicini metallici e urtare nel processo l’altra ragazzina.
Finirono entrambe sul pavimento in un groviglio di braccia e gambe metalliche e non e udì Frisk emettere un guaito di sorpresa quando le atterrò addosso senza volerlo.
Con un ringhio, Chara espanse la sua magia dall’anima verso l’esterno del suo corpo, il suo occhio si accese di oro e vermiglio e sprizzò scintille magiche in modo del tutto caotico. I loro piccoli aggressori vennero sbalzati via dal rilascio di magia e Chara li udì spargersi intorno a loro, resi inoffensivi grazie al suo scoppio di energia magica.
In quell’istante esatto, venne accecata dal più colorato e confuso insieme di luci a cui ricordava di essere mai stata esposta e una musica stucchevole subentrò, al posto del silenzio, con lo stesso impareggiabile tempismo.
Rimase a bocca aperta tale era la sua confusione, e si riscosse solo quando Frisk, ancora sotto di lei, emise dei lievi mugugni di dolore.
« Signori, signore e ragazzi dolci! Benvenuti all’inaugurazione del nuovo programma di MTT TV, il canale più seguito del regno, con il meglio dell’intrattenimento, dei contenuti, dell’azione, del romanticismo… ma, ancora più importante, con il meglio del meglio dei conduttori: Mettaton in persona! »
« Oh mio dio… » Mormorò Frisk, schermandosi gli occhi da tutti quei colori fin troppo vividi e in aperto contrasto con il buio a cui i suoi occhi si erano precedentemente abituati. Era stupefatta quanto Chara di trovare Mettaton qui, non le era capitato una singola volta di dover fare il suo primo incontro con la star dell’Underground nella casa dei due fratelli-scheletro. Questa cambiamento, davvero, non avrebbe mai potuto prevederlo.
Mettaton, nella sua grezza forma rettangolare, scese dall’alto illuminato dal riflettore più grande di tutti, microfono in mano e le luci a scacchi del suo schermo che passavano, frequentemente, dal rosso al giallo e viceversa.
« Permettetemi, ora, di presentarvi i protagonisti d’eccezione di questo nuovo attesissimo programma! » Un altro riflettore, comparso da chissà dove, illuminò le due ragazzine ancora stese a terra, mettendole al centro della stravagante scena in cui erano state catapultate a forza. « Gli umani! »
« Da dove diavolo viene tutta questa roba? » Borbottò Chara, riuscendo a mettersi in ginocchio e a liberare Frisk dal peso del suo corpo, cosa che le permise di rialzarsi a sua volta, seppur con qualche acciacco. Si assentava per due decenni e tutto ciò che trovava al suo risveglio era questo ammasso inconcludente di diavolerie e personaggi al limite dell’eccentrico? Seriamente?
« Prima di iniziare con il vero intrattenimento, permettetemi di ringraziare il fortunato proprietario della location in cui il meraviglioso sottoscritto ha deciso di girare l’episodio pilota dello show! » Annunciò il robot, voltandosi parzialmente in direzione della cucina, da cui notarono solo allora che Papyrus stava assistendo sin dall’inizio alla presentazione di Mettaton, trepidante di entusiasmo ma timoroso di rovinare la scena del suo idolo nel caso avesse preso l’iniziativa. « Coraggio, tesoro! Sorgi e brilla sotto le luci del palcoscenico! »
Papyrus, pieno di una rinnovata emozione, raggiunse la star al centro del riflettore che illuminava il salotto. Pochi secondi, però, e la sua espressione e postura riacquistarono la loro naturale sicurezza.
« È stato solo un favore di poco conto per il Grande Papyrus, Mettaton! Non potevo lasciare che decine di spettatori impazienti restassero delusi! » Dichiarò e, sotto l’enorme riflettore, la sua classica posa eroica assunse una sfumatura drammatica e solenne allo stesso tempo.
Le due ragazzine notarono, infine, anche la presenza della sentinella più pigra di tutto l’Underground che, appoggiata con i gomiti al corrimano del piano superiore, se la stava ridendo sotto i baffi per l’effetto tragicomico dell’intera situazione.
« Quel pezzente… deve essere stata una sua idea. » Sibilò, fra i denti, Chara.
« Chi lo sa… » Bisbigliò Frisk, con un leggero sorriso. Non le dispiaceva tutto quel movimento in fondo, solo che un po’ di preavviso sarebbe stato senz’altro gradito – ma, probabilmente, non c’era stato nemmeno tempo di fare un preavviso, Mettaton doveva essere piombato lì in fretta e furia non appena aveva saputo dell'arrivo di due esseri umani nell'Underground, organizzando ogni cosa a tempo di record e dando, per questo, poche possibilità ai due scheletri di opporsi alla sua decisione. Ma dubitava in ogni caso che lo avrebbero fatto, visto che per Papyrus la comparsata improvvisa di Mettaton doveva essere stata come la manna dal cielo.
Avvertì una vibrazione contro il fianco e la sua mano corse subito a tirare fuori l’ormai familiare cellulare che le era stato dato da Toriel.
Lesse il nome di Alphys sullo schermo e, accettando la chiamata, se lo portò all’orecchio.
« Pronto…? »
« N-non te-temete, v-voi due! Possiamo fe-fermare Mettaton insieme, g-grazie agli a-aggiornamenti che ho installato sul t-tuo telefono! » Rispose immediatamente Alphys, il tono deciso a dispetto del caratteristico tremolio che lo rendeva riconoscibile tra mille. « S-se premi il pulsante giallo, p-potrai…! »
La voce balbettante della scienziata venne bruscamente soppiantata da quella alta e tonante di Undyne.
« DÌ A METTATON DI INTERROMPERE IMMEDIATAMENTE QUESTA BAGGIANATA! »
Frisk fu costretta ad allontanare il telefono dal proprio orecchio in seguito alla protesta accorata del suo povero timpano e, in questo modo, anche Chara fu in grado di sentire ciò che Undyne stava loro dicendo.
« U-uh… è tutto a posto, Undyne. Non credo ci sia nulla di male se stiamo al gioco. » Replicò Frisk, riavvicinando il telefono all’orecchio con cautela.
Le urla dall’altra parte non si placarono minimamente per sua sfortuna. Di sottofondo, si fece risentire la voce di Alphys che chiedeva la restituzione del suo telefono, la quale rimase evidentemente inascoltata dalla guerriera vista la sua successiva reazione.
« NON POSSIAMO PERMETTERE CHE PROSEGUA! SE QUALCUNO VI RICONOSCE PER STRADA SIETE MORTE! »
Frisk si ritrovò davvero in difficoltà davanti alla risoluzione mostratele dalla guerriera. Sapeva fin troppo bene che quanto Undyne temeva non si sarebbe avverato, convinti com’erano gli spettatori di Mettaton che gli effetti speciali più sofisticati venissero utilizzati per consentire ad un umano di ‘partecipare’ al programma. Ma Undyne non poteva chiaramente essere a conoscenza di ciò e Frisk, d’altra parte, non poteva nemmeno permettersi di aggiungere più di una rassicurazione nel risponderle se non voleva rischiare di tradirsi.
« Che cosa intende con ‘se qualcuno vi riconosce’? » Le domandò Chara, con le sopracciglia aggrottate, all’oscuro del fatto che fossero attualmente in diretta tv.
In tutta risposta, l’obiettivo di un’enorme telecamera sorretta da cinque delle piccole copie robotiche di Mettaton venne loro puntata contro per meglio inquadrarle.
Chara, presa alla sprovvista, colpì di fretta e furia la telecamera non appena se la vide comparire davanti, più per reazione istintuale che di volontà propria. I robottini persero la macchina da presa che, se anche era stata in grado di sopravvivere ad un colpo del genere, non aveva potuto invece resistere ad un violento impatto contro il pavimento, che la mandò definitivamente in frantumi.
Frisk sollevò lentamente lo sguardo a guardare la sua amica, sbigottita.
« Ah… » Esclamò piano, in mancanza di altro da dire.
Chara scostò di lato la testa e incrociò nervosamente le braccia, sentendosi profondamente a disagio sotto l’occhiata della ragazzina più piccola.
« Non… mi piace venire fotografata, o ripresa… » Spiegò, mugugnando sottovoce.
La telecamera lanciò un lungo gemito prima di spegnersi, dopo il quale persino la musica vivace di Mettaton venne messa a tacere.
Mettaton emise uno stridio metallico, simile ad un sospiro esasperato.
« Potevi andarci un po’ più piano, tesoro. Hai interrotto lo spettacolo proprio prima della vera azione, del vero dramma, del vero massacro! »
Il tono di voce del robot sembrava voler imitare quello di un disperato lamento, ma la presenza melodrammatica della sua mano sulla sua metaforica fronte lo faceva perdere gran parte di credibilità.
Chara gli rivolse un’espressione truce, le labbra contorte in una smorfia e gli occhi neri stretti in due spigoli. Se poteva arrivare a sopportare tutto il resto della combriccola di scalmanati, non sarebbe mai arrivata a sopportare l’eccesso di egocentrismo di quella lattina, persone del genere le facevano venire i nervi a fior di pelle.
Si sentì sfiorare dolcemente il braccio e la sua irritazione si placò quel tanto che bastava per far ravvivare il bianco nei suoi occhi offuscati dal nero.
Frisk le rivolse un sorriso calmo, come per suggerirle di fare lo stesso: di sorridere e lasciar correre. Chara non riuscì a far comparire sul proprio volto il sorriso che Frisk, probabilmente, le aveva silenziosamente chiesto, ma si impegnò almeno a spegnere le braci d’ira dentro il suo animo. E, almeno in questo, ottenne il successo sperato.
« Non disperare, Mettaton! Questo servirà ad aumentare la trepidazione degli spettatori! » Implacabile come sempre nel suo ottimismo, Papyrus stava tentando nel frattempo di consolare l’amata star dell’Underground. « Gli ascolti saranno molto più alti quando il programma riandrà in onda! »
« Non credo proprio! » Si oppose tenacemente Undyne, ora in vivavoce e perfettamente udibile da tutti. « In qualità di Capitano della Guardia Reale, proibisco la rimessa in onda di questa ASSURDA pagliacciata! Mi dispiace, Papyrus, ma è troppo pericoloso per loro esporsi in questo modo. »
Papyrus stava probabilmente per risponderle che capiva la sua preoccupazione e che la sicurezza degli amici veniva prima di un semplice show televisivo, ma Mettaton lo batté sul tempo.
« Oh, che disgrazia, il nostro valente Capitano della Guardia Reale si è schierato dalla parte dei nemici dai quali protegge il suo stesso popolo! Mi chiedo cosa accadrà quando l’intero regno lo saprà! »
« Mi stai minacciando, PER CASO? » Replicò, con un ringhio irritato, Undyne.
« Sto solo esponendo la realtà dei fatti, tesoro. » Chiarì con nonchalance Mettaton, guadagnandosi un altro ringhio irritato dalla guerriera.
Frisk decise che era il momento di intervenire, prima che la situazione degenerasse in qualcosa di peggio di un litigio verbale.
« Non importa, Undyne. Non succederà nulla di male, né a me, né a Chara. Sono sicura che ci divertiremo! »
« Non dargli supporto, teppista! » La ammonì Undyne, ma Frisk non poteva davvero dargliela vinta e permettere che il programma venisse cancellato. Doveva far comprendere a Mettaton i suoi errori anche in questa linea temporale, soprattutto se voleva raggiungere, una volta per tutte, lo scopo che si era prefissata molto tempo addietro. Non poteva lasciare nessuna questione in sospeso se pianificava di non resettare mai più.
« Dai, Undyne, non farla tanta lunga. » Intervenne allora Sans, scendendo le scale per far sì che la sua voce fosse chiara e udibile dall’eroina. « Non fa male lasciarsi un po’ andare, di tanto in tanto. »
« SEI IMPAZZITO? Io mi preoccupo della loro incolumità e tu… TU consigli a ME di lasciarmi andare?! »
Ora sì che Undyne era davvero furibonda, ogni parola usciva come un ringhio rauco dal ricevitore del telefono, la voce di Alphys non era nemmeno più vagamente udibile, completamente coperta da quella del Capitano della Guardia Reale.
Frisk alzò lo sguardo verso Sans, stupita che si fosse messo in mezzo in quella discussione, quando in molte altre occasioni non lo aveva mai visto prendere spontaneamente l’iniziativa.
Sans sollevò un angolo del suo sorriso per una frazione di secondo, gesto che la ragazzina fu in grado di cogliere senza troppa difficoltà – e che non passò inosservato neanche a Chara.
Solo allora lo scheletro tornò a rivolgersi alla guerriera ancora in attesa dall’altra parte del telefono.
« Sono arrivate sane e salve fino a Snowdin senza incontrare pericoli – a parte te, s’intende. Questo cosa potrebbe significare, Undyne? »
Undyne rimase silente, aspettando forse che Sans proseguisse – ed, in tal caso, non rimase delusa.
« Esatto. Sono pochi i mostri che hanno anche solo una vaga idea di come sia l'aspetto di un essere umano e ti assicuro che non daranno loro particolari grane. » Concluse lo scheletro, rinfilandosi le mani in tasca, come era sua abitudine fare.
Frisk non aveva ben compreso in un primo momento il perché dell’intervento inaspettato di Sans, ma la risposta era stata più semplice di quanto credesse: Sans sapeva che lei aveva già vissuto queste situazioni in passato, anche se con dinamiche un po’ diverse, e le stava così facilitando il compito di rivivere quelle stesse esperienze, esattamente come lei desiderava.
Con il continuo resettare delle linee temporale, Frisk non si era resa conto di essersi involontariamente distanziata dai suoi amici. Certo, aveva continuato ad incontrarli, combatterli se necessario, farci amicizia, ascoltare i loro problemi e aiutarli a risolverli, ma la costanza con cui quei momenti venivano da lei rivissuti aveva quasi fatto ergere un muro invisibile tra lei e i suoi compagni. Erano suoi amici, lo erano sempre stati, ma il loro supporto era sempre potuto arrivare fino ad un certo punto. Aveva creduto, per lungo tempo, che nessuno di loro sarebbe mai stato in grado di vedere e comprendere il quadro completo, l’intero concetto dei reset era già di per sé complicato, e la reazione dei più nell'apprendere dell'esistenza di un potere tanto incredibile sarebbe stata di profondo scetticismo. Se anche avesse provato a spiegare loro ogni cosa per filo e per segno, assicurandosi di risolvere ogni dubbio o lacuna che avrebbe potuto portare a pericolosi fraintendimenti, con un altro reset le loro memorie sarebbero state irrimediabilmente cancellate e lei si sarebbe trovata di nuovo sola nel cercare una via di fuga dall’Undeground per ognuno di loro. Ed era bello – anzi, meraviglioso – sentirsi finalmente supportata da qualcuno che capiva.
In questa linea temporale, molte costanti stavano cambiando, nuove circostanze, sfaccettature, cambiamenti stavano avvenendo. E Frisk stava iniziando a vedere la causa del modificarsi così radicale del mondo che, fino ad allora, aveva creduto di conoscere. Introduci un elemento estraneo in un quadro già armonico e, come in un domino, si produrrà un effetto a catena. E, in questo caso, l’elemento estraneo doveva essere proprio Chara, a cui non poté evitarsi di dedicare un breve sguardo. Era incredibile quanto bene la sola presenza dell’altra ragazzina le avesse fatto fino ad allora, l’Underground stava diventando un posto diverso e probabilmente migliore grazie a lei. Sperava che, presto, anche Chara se ne sarebbe resa conto.
« Se succederà loro qualcosa, ti riterrò immediatamente responsabile insieme a Mettaton, Sans. » Lo avvisò Undyne, la voce aspra di rimprovero. Anche se doveva esserle costato molto, l’eroina aveva infine ceduto. Frisk si ripromise di farle una telefonata veloce più tardi quando le acque, da quelle parti, si fossero calmate. Si sentiva un po’ in torto verso di lei per esserle andata contro, soprattutto se considerava che la preoccupazione di Undyne era stata tutt’altro che ingiustificata, ma allo stesso tempo apprezzava ampiamente il sentimento protettivo sviluppato nei loro confronti dalla guerriera. Con basi solide come queste, aiutare Chara ad ambientarsi sarebbe stato decisamente più semplice.
« Non preoccuparti, Undyne! Se conosco Sans – e lo conosco davvero bene! – quando si impunta su una questione è sicuramente per una buona causa! » Giunse quindi a dare man forte anche Papyrus e Undyne, a quel punto, rilasciò un sospiro appena udibile.
« Mi fido di quello che dici, Papyrus. » Replicò. « Vi ripasso Alphys, voleva dire qualcosa alle teppiste, se non sbaglio. »
« Oh, a-ah, ecco… N-non c-credo di do-dover aggiungere n-nulla p-per ora, Undyne. C-chiamerò più t-tardi pe-per dare loro a-alcune istruzioni. » Rispose la scienziata, non lontana dal cellulare ma neanche troppo vicina, a giudicare dal suono ovattato della sua voce.
« Passo e chiudo da me e Alphys, allora! A presto! » Salutò Undyne, con un entusiasmo che Frisk percepì un po’ forzato nella voce della guerriera. La chiamata si interruppe con una serie di intermittenti Tu! Tu! Tu!.
La ragazzina fece per rimettere il cellulare in tasca, quando il telefono riprese nuovamente a vibrarle in mano e lo schermo illuminarsi con sopra il nome di Alphys. Si erano forse scordate di dire qualcosa?
Accettò la chiamata e rimise il vivavoce.
« E SE VENGO A SAPERE CHE HAI FATTO LORO QUALCOSA TI RIDUCO AD UN COLABRODO, METTATON! »
 
 

 
 
 
 
Sameko's side
Non riesco a crederci, finalmente sono riuscita a pubblicare questo capitolo, dire che è stato un parto è abbastanza riduttivo. Scusate per il ritardo, i miei ritmi di aggiornamento lasciano un po’ a desiderare in questo periodo! :(
Non so voi, ma secondo me Undyne vestirebbe i panni di un eccellente Sergente Hartman se le si presentasse la possibilità di addestrare un suo personale esercito ( cosa che, probabilmente, è costretta a fare nel suo finale neutral se vuole dichiarare guerra all’umanità ).
Per sistemare al più presto il canone di Undertale, ho pensato che sarebbe stato opportuno operare qualche modifica alla trama e tagliare ciò che poteva essere tagliato. Di conseguenza, Frisk e Chara non sono mai arrivate al laboratorio di Alphys durante il secondo giorno, hanno solo “completato” il livello di Waterfall e fatto amicizia con Undyne, per poi tornare indietro a Snowdin a fine giornata. La mattina seguente, quella del terzo giorno, sono andate a casa di Undyne per il suo allenamento ( come avete letto ), lì hanno conosciuto Alphys ( invitata fuori scena sempre da Undyne ) e, vabbè, il resto è storia nel capitolo. ^^”
Chara che non ama essere fotografata o ripresa è un mio personale headcanon, basato principalmente sul fatto che, nei ricordi di Asriel, la vediamo intenta a coprirsi il viso con dei ranuncoli ( mi piace pensare che abbia accettato di farsi fotografare per quello che suppongo sia un ritratto di famiglia solo a condizione che potesse nascondere il proprio volto ). Inoltre, in una delle registrazioni nel True Lab, da brava troll non avvisa nemmeno Asriel che la telecamera ha ancora il tappo sull'obiettivo. Se queste non sono prove evidenti. XD
Mi sembra di non avere più nulla da aggiungere. ^^”
Al prossimo aggiornamento!
Baci!
 
Sameko 


 
   
 
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