Era una cosa delicata, il sonno; la nutrice non si stancava mai di ripeterglielo.
Era nel sonno che gli dei ti parlavano e i mostri ti tendevano agguati, pronti a dilaniare la tua mente mortale con le loro zanne eterne e acuminate.
La nutrice le aveva detto che la bambola sarebbe stata la sua guardiana, l’unica in grado di allontanare i suoi terrori notturni, e così, se la notte passava serena, la mattina non si risparmiava lode alcuna nei suoi confronti; ma se erano i mostri ad averla vinta, nulla poteva salvare quel giocattolo dalla sua temporanea ira infantile, che la faceva sbattere con violenza contro il muro più vicino.
Ne erano passati di anni da allora, oh, se ne erano passati.
Ora era una donna, e bella.
La più bella di tutte.