Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Segui la storia  |       
Autore: Maggneto    31/01/2017    4 recensioni
Raccolta Riren ambientata nel mondo di Harry Potter.
_________________________________________________________________________
1] Quando il Quidditch diventa spiacevole... O forse no. "Potresti allenarti con me, Levi".
2] Quella strana cosa chiamata "The Sims". "Chi diavolo è questo mostro vestito da orso?"
3] Yandere o Tsundere? Part. 1. "Non starai davvero cercando il significato, Levi".
4] Yandere o Tsundere? Part. 2. "Cos'è quel liquido rosso che ti cola dal naso?"
[ENDED]
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren, Jaeger, Levi, Ackerman
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Slytherin or Gryffindor?


2.
Quella strana cosa chiamata "The Sims".









Tutti ad Hogwarts sapevano che Eren Jaeger fosse un nato babbano e che avesse anche un ferreo orgoglio da tale: non accettava la minima traccia di insulto alla sua natura, non tollerava quei pochi Serpeverde con una mentalità ancora impostata ai tempi di Lord Voldemort, quelli che lo guardavano dall'alto in basso, dando per scontato che non valesse nulla, così come non tollerava che venissero criticate le sue passioni o le sue abitudini babbane. Eren Jaeger era abbastanza suscettibile, da quel punto di vista, ma quel lato del suo carattere si fermava nel momento in cui realizzava che, a volte, gli sguardi straniti che riceveva non erano voluti ad offenderlo o discriminarlo, ma erano generati da sincera confusione.

Come, ad esempio, quelli che riceveva da un certo Serpeverde con cui non andava molto spesso d'accordo.

Levi Ackerman apparteneva ad una famiglia purosangue abbastanza antica, che un tempo era legata per linea di sangue a quella di Mikasa, stretta amica di Eren, prima che i loro legami di parentela divenissero ben differenti. Infatti, esistevano in quel periodo ben due famiglie Ackerman purosangue e, quella a cui apparteneva Mikasa, era caratterizzata da generazioni e generazioni di Auror rispettabili che si erano insediati nel mondo babbano nella speranza di poter portare le abitudini di questi anche nel mondo magico.

Che poi le abitudini e le comodità babbane fossero piaciuti loro al punto da non farli tornare più nel mondo magico, se non per svolgere commissioni o mansioni d'obbligo – o visite di cortesia, di tanto in tanto –, era un'altra storia.

Restava il fatto che Levi apparteneva alla prima diramazione della famiglia Ackerman e, di conseguenza, capiva a stento un quarto dei riferimenti babbani che Eren inseriva nei suoi discorsi. Motivo in più per cui il Grifondoro non gli andava proprio a genio, perché invece di evitare di fare quei riferimento assurdi, quello sembrava quasi divertirsi a pronunciarli tutti nelle discussioni con il Serpeverde, per il solo gusto di vederlo ammutolire con fare accigliato, non sapendo come altro replicare.
Quando poi Eren pronunciò, un giorno, una strana frase, allora Levi non ci aveva visto più.

"Sei più rigido di come ti ho creato in The Sims, Levi".

Il Serpeverde aveva speso diversi giorni a riflettere e riflettere ancora su quella frase, sull'acidità con cui era stata pronunciata dal Grifondoro e solo grazie a quel tono, Levi aveva capito si trattasse di un'offesa. Il suo orgoglio gli aveva più volte suggerito di non lasciarsi sminuire in quel modo, che la sua intelligenza era di gran lunga superiore rispetto a quella dell'altro ragazzo, ragion per cui si era visto costretto, dopo giorni e giorni di profonde riflessioni, a dover prendere delle contromisure drastiche per evitare che il Grifondoro potesse continuare a prendersi gioco di lui in quel modo.

E quelle misure drastiche comprendevano la sfilza di rumorose risate, che in quel momento era costretto a sorbirsi.

"Non sai cos'è The Sims?" domandò a stento tra una risata e l'altra la sottoscritta compagna di misfatti, mentre si reggeva la pancia per non crollare al suolo. "Stai scherzando, Levi?"

"Ho la faccia di qualcuno che scherza, maledetta quattrocchi?"

Il tono aggressivo del Serpeverde non sminuì minimamente la Corvonero in questione, una ragazza che per via del caso – o di Erwin Smith –, si era ritrovato ad avere come "amica" e che recava il nome di Hanji Zoe, che invece sembrò ingranare con le risate, premendosi di tanto in tanto gli occhiali sul naso per evitare che cadessero, data la sua posizione oscenamente chinata in avanti.

"In che mondo vivi?"

"In quello dove vivi anche tu ora?"

Hanji poté notare quanto Levi fosse spazientito non solo dal tono acido, ma anche dal piede che freneticamente picchiettava sulle pietre del cortile dove stavano discutendo, e la cosa le fece capire che forse, dietro quella domanda, si nascondeva una questione più seria che catturò la sua attenzione.

Infatti, osservò il Serpeverde con curiosità, dopo essersi ricomposta e aver smesso finalmente di ridere, quasi cercasse di capire da sé quale fosse la ragione. "Posso sapere perché sei interessato al mondo babbano? Fino ad ora non te n'è mai importato nulla".

E quella era forse l'unica domanda che la Corvonero non doveva fargli, perché Levi faticava ad ammettere le sue sconfitte, soprattutto se ad infliggergliele era Eren Jaeger.

Per quella ragione distolse lo sguardo dalla ragazza e decise di assumere l'atteggiamento indifferente di chi non aveva imbarazzo di nulla e di chi non sarebbe mai sceso dal proprio piedistallo di superiorità intellettuale, sul quale lui comodamente sedeva. "Ho avuto una disputa con quel moccioso Grifondoro e si è parlato di questa... Cosa. Ero solo curioso di sapere cosa fosse".

"Perché avreste dovuto avere una disputa su The Sims?"

"Non chiederlo a me" rispose Levi con fare di superiorità, sebbene la sua espressione fosse rimasta stoica come al solito, l'atteggiamento di indifferenza ancora calato sul volto. "Ha fatto un commento che mi ha lasciato perplesso e da lì è scaturita la mia curiosità".

Hanji inarcò un sopracciglio con fare confusionario, sentendo che mancava ancora un tassello alla spiegazione del corvino e che quel tassello fosse proprio il commento fatto dal Grifondoro, che stranamente Levi non le aveva ancora riportato. Proprio a causa di quell'ultimo dettaglio, iniziò a formarsi nella sua mente l'ipotesi che quel commento fosse una sorta di offesa a cui il Serpeverde non aveva potuto rispondere, perché non aveva alcuna conoscenza riguardante l'argomento babbano, e solo quel pensiero bastò a farle venire voglia di mettersi nuovamente a ridere.

Ma si trattenne, ovviamente, perché voleva godersi al meglio l'espressione che avrebbe messo su Levi per spiegarle la questione.

"Che commento avrebbe fatto?"

"Ha detto: "sei più rigido di come ti ho creato in The Sims, Levi". Non ho ben capito cosa intendesse: come può avermi creato? Non è certamente mio padre".

La Corvonero sbatté le palpebre diverse volte, tenendo lo sguardo fisso nelle iridi ghiaccio di Levi che la scrutavano in attesa di una risposta, prima di scoppiare a ridere in maniera anche più rumorosa di prima, come se da quelle risate dipendesse la sua stessa vita, causando di conseguenza il disappunto del corvino, che non esitò a darle un colpo alla testa con fare stizzito, nel tentativo di far calmare le sue crisi isteriche.

Quella reazione convinse ulteriormente Levi di doversi, in qualche modo, redimere e fu dopo quella spiacevole discussione – almeno per Levi –, che lui e Hanji assortirono un piano d'attacco ben studiato, che avrebbe aperto al Serpeverde le porte per un mondo che difficilmente avrebbe compreso.

Perché quando Hanji Zoe si presentò in biblioteca con la strana scatola nera appartenente ad Eren, Levi trascorse cinque minuti buoni a domandarsi dove fossero i progressi del piano che avevano ordito.

Era stato stabilito che la Corvonero entrasse abbastanza in confidenza col Grifondoro, da potergli chiedere in prestito quella scatola nera e piatta, dalla superficie liscia e lucida che veniva trattata con così tanta cura, da far intendere a Levi che si trattasse di un oggetto abbastanza delicato: entrare in confidenza con il moro non era poi tanto difficile, Eren era abbastanza socievole con tutti e anche abbastanza stupido – secondo il punto di vista di Levi –, da dare via le sue cose senza soffermarsi troppo su chi gliele avesse chieste o su cosa quella persona dovesse farci.

Quindi il Serpeverde poteva considerare una parte del piano ben riuscita, ma ora?

Guardò accigliato la compagna in cerca di una risposta e quando la vide battersi una mano sulla faccia, capì che stavano passando alla fase successiva del piano: l'identificazione della scatola strana.

La suddetta era posta inerme sul tavolo dove erano entrambi seduti e Levi la stava osservando con così tanta intensità, che se si fosse sforzato ulteriormente, quella si sarebbe rivelata da sola e avrebbe fatto comprendere al ragazzo cosa fosse in realtà e a cosa servisse.
Ma siccome Levi non era una vera cima in Divinazione, in quanto riteneva che quelle pratiche fossero solo mere fandonie, e siccome non era dotato di telepatia, ci pensò Hanji ad adempiere a quella seconda parte: la ragazza si allungò verso la scatola e ne afferrò con cura i margini, sollevandola e separando quella che era prima una sola superficie sottile, in ben due superfici sottili. Nel momento in cui le due superfici si separano, Levi riconobbe subito che una delle due presentava uno strato nero che sembrava più lucido del resto del materiale di cui era fatta la scatola, mentre l'altra presentava quelli che sembravano essere tanti tasti, sui quali erano impresse le lettere dell'alfabeto, i numeri e altre parole a cui il corvino non seppe dare un significato specifico.

Con la solita espressione stoica, ma leggermente accigliata, alternò lo sguardo dalla scatola ora aperta a Hanji con fare interrogativo, continuando a non capire. "Questo sarebbe The Sims?"

Hanji esplose letteralmente in una risata tanto forte, da far sussultare alcuni degli studenti seduti nei banchi circostanti, intenti nella lettura dei testi appositi nella più totale calma, dato che si trovavano in biblioteca.
La bibliotecaria si fece immediatamente sentire, facendo capolino improvvisamente dal retro di una libreria, quasi fosse stata lì per tutto il tempo solo in attesa di poter spuntare fuori e compiere il suo dovere, e richiamò la Corvonero, intimandole di fare silenzio, al che la ragazza poté solo acconsentire cercando di non soffocare nel tentativo di trattenere le risate.
Si asciugò teatralmente una finta lacrima, mentre si apprestava a pigiare un tasto posto in alto a destra, che sembrò far scattare un meccanismo che irradiò immediatamente la superficie nera più lucida, reazione che lasciò Levi ancora più interdetto riguardo quella strana cosa chiamata "The Sims".

"Questo è un computer, Levi" mormorò allora la ragazza, mostrandogli come lo schermo mutasse lentamente, annunciando ad un certo punto un caricamento, che poi sparì per lasciar spazio ad una schermata.

Una schermata che lo lasciò ancora più spiazzato.

"Evidentemente, questo non è computer come tutti gli altri: questo è il computer di uno stalker, Levi".

Levi non aveva idea di cosa la ragazza stesse parlando, perché era semplicemente troppo sconcertato dall'osservare se stesso in quella schermata luminosa che era comparsa improvvisamente: se quello era la creazione che Eren aveva fatto di Levi in The Sims, allora aveva centrato il punto nel pensare che quella fosse un'accusa.

Quella era una foto ed era palese fosse rigida.

In quel momento, rimuginò su quanto il ragazzo fosse andato oltre, su come si sarebbe redento da quanto subito in silenzio, senza la possibilità di ribattere.

E mentre rimuginava su vari modi molto contrastanti tra loro per farla pagare al Grifondoro, Hanji catturò nuovamente la sua attenzione muovendo un dito su una superficie liscia, che sembrò direzionare l'icona di una piccola freccetta qua e là sulla sua faccia. "Questo qui è un cursore e con questo si possono aprire delle cartelle, delle applicazioni, dei giochi: il computer è un raccoglitore di ricordi, di informazioni e di giochi anche, The Sims, ad esempio, è un gioco che ti farò vedere a breve" spiegò, indicando con il cursore la piccola icona recante un diamante verde. "Prima, però, mi spieghi dove diavolo eri in questa foto?"

"Quindi questa foto non è la creazione che Eren ha fatto di me in The Sims?"

Hanji si impegnò moltissimo per non battersi la mano sulla fronte con fare esasperato, e si limitò dunque a scuotere semplicemente il capo con fare rassegnato, domandandosi come fosse possibile che nel mondo della magia quelle cose fossero considerate assurde e impensabili. "Levi questa è una foto che ti è stata scattata mentre eri distratto. Siamo ancora sulla schermata principale del computer, dalla quale si può accedere a tutte le cose che ti ho elencato prima: questa schermata può essere personalizzata, applicando un'immagine e il nostro caro Grifondoro ha scelto di usare una tua foto come sfondo".

Levi in quel momento sembrò capire perché Hanji avesse definito quello come il "computer di uno stalker" e sembrò immediatamente focalizzare la propria attenzione sulla propria immagine, sulla posizione che aveva e su ciò che stava facendo: l'immagine ritraeva se stesso con la divisa da Quidditch della propria squadra, seduto contro una pietra massiccia nel cortile che precedeva la piccola dimora del guardiacaccia, ma dettaglio fondamentale, si trattava di un'immagine che lo ritraeva mentre stava riposando.
Ricordava quel momento, era capitato qualche settimana prima, quando si era accasciato sfinito dopo un allenamento senza rendersene nemmeno conto e si era addormentato di conseguenza, solo per essere svegliato appena un'ora dopo dal guardiacaccia, che gli fece notare si stesse facendo molto tardi.

Nel vedersi all'interno di quella schermata, sentì una sensazione particolare formarsi allo stomaco e non seppe se fu il desiderio di prendere a calci il sedere sodo di quel Grifondoro rompicoglioni che aveva avuto il coraggio di importunarlo anche mentre dormiva, o se fu una sensazione di gioia nel constatare che Eren teneva lui come sfondo di una schermata principale, schermata che avrebbe sicuramente visto molto spesso.

"Ero nel cortile che precede il campo di Quidditch, quello che porta dal guardiacaccia" rispose con voce monotona, quasi le parole fossero scivolate contro il suo volere fuori dalle sue labbra, giusto per non far sembrare che stesse avendo un profondo conflitto interiore su come reagire dinanzi a quella notizia.

"Allora è vero il detto che dice: "chi disprezza, vuol comprare"".

Levi si accigliò nuovamente, ritornando bruscamente alla realtà nel momento in cui la compagna pronunciò quella strana frase che non aveva senso alle sue orecchie. "Chi disprezza, vuol comprare?"

"Nulla, Levi, nulla" scosse immediatamente il capo quella, cliccando poi sull'icona di The Sims ed innestando apparentemente un caricamento che sostituì alla schermata con la sua immagine, una completamente bianca, con un diamante verde che girava velocemente. "Questo è The Sims, Levi, ora scopriremo se sei davvero più rigido nella realtà piuttosto che nel gioco".

Levi emise un grugnito di disapprovazione che non mutò minimamente la sua espressione stoica, sebbene una punta di curiosità guizzasse nelle sue iridi color ghiaccio e lasciasse intendere che quegli aggeggi babbani, per quanto potesse disprezzarli, avevano un certo fascino per lui, al punto da catturare del tutto la sua attenzione.

E quando Hanji gli mostrò le schermate delle varie città, con annesse case, ritrovi pubblici e famiglie, il Serpeverde iniziò a capire man mano cosa quella frase, che gli aveva rivolto Eren giorni prima, volesse davvero significare: con quel gioco, il Grifondoro si faceva creatore di un mondo molto simile a quello reale, dove però tutto avveniva secondo i suoi piani, secondo le sue preferenze.
Osservò con estrema curiosità quel gioco e percepì anche una punta di meraviglia, crescere dentro di sé, nello scoprire come funzionasse quello, nel valutare come i babbani si impegnassero a compensare la mancanza della magia, con quella che Hanji aveva definito "tecnologia" e trovò che questa tecnologia fosse una trovata davvero geniale, che si avvicinava per diversi aspetti alla magia: in alcuni ambiti, sembrava anche superarla. Tuttavia, Levi non poteva negare che continuavano ad esservi cose che senza la magia non potevano essere compiute e quello, a suo parere, continuava ad affermare la supremazia del mondo magico su qualsiasi altro mondo.

"Questo è un primo piano della vita in città, in questo momento stiamo usando il sim che rappresenta Eren in questo mondo" continuò a spiegare la Corvonero, facendo scorrere il cursore sul sim appena nominato e facendolo sostare sull'immagine di una figura che effettivamente somigliava molto all'Eren originale, in modo tale che potesse comparire ben presto un'icona sopra di esso recante il suo nome e cognome.

"Eren Jaeger" mormorò Levi in risposta, leggendo l'insegna appena apparsa, che sotto indicava anche la scritta "adolescente", che Hanji gli aveva spiegato essere la fascia di età in cui rientrava il sim. "Almeno non è tanto egocentrico da crearsi diversamente da com'è nella realtà".

"No, somiglia davvero molto al vero Eren" commentò anche la compagna, annuendo con convinzione alle sue stesse parole, mentre spostava il cursore per far comparire sulla schermata anche quelli che gli aveva spiegato fossero i tratti che contraddistinguevano la personalità del sim. "Anche i tratti sembrano azzeccati: testa calda e geloso".

"Geloso?"

"È un lato di se stesso che forse non dimostra".

Levi sembrò contemplare molto quelle parole, immaginando come potesse essere un Eren geloso.
E ciò che immaginò gli fece venire la pelle d'oca, sia perché avrebbe reso il Grifondoro ancora più sexy di quanto già non fosse, sia perché lo avrebbe reso al contempo anche più fastidioso.

No, Levi non avrebbe sicuramente retto quel lato del suo carattere.

Quelle riflessioni profonde furono bruscamente interrotte da una figura che ben presto catturò la sua attenzione: una figura che nella schermata camminava indisturbata con il mento all'insù, quasi si desse delle proprie arie, e con la quale il sim di Eren sembrò avviare autonomamente un'interazione.

"Chi diavolo è questo mostro vestito da orso?"

La domanda gli era fuoriuscita spontanea e Hanji era sul punto di ridere, quando notò il sim che indisturbato si aggirava per la città in un costume da orso blu.
Presa dalla curiosità, spostò il cursore per vedere quale fosse il nome di tale sim e, quando l'icona recante le informazioni apparve sulla schermata, la Corvonero fu costretta a mettere il gioco in pausa per evitare di soffocare sul posto: esplose in una risata tanto sonora, da attirare l'attenzione di tutti gli studenti ai tavoli circostanti al loro e da creare il disappunto evidente dell'addetta alla biblioteca e non solo, ma anche l'ira funesta del temibile Levi.

Perché nell'icona apparsa sulla schermata, il nome e il cognome recanti erano inconfondibili: Levi Ackerman.

Levi impiegò un minuto prima di capire.

Eren Jaeger lo aveva creato in The Sims.

Eren Jaeger lo aveva creato in The Sims in modo che interagisse con il suo sim.

Eren Jaeger lo aveva creato in The Sims in modo che interagisse con il suo sim e lo aveva vestito da orso blu.

Sbatté le palpebre diverse volte, prima di metabolizzare la scena e perdersi invece la scena in cui l'addetta alla biblioteca colpiva ripetutamente Hanji alla nuca, utilizzando un manuale sulle buone maniere, per metterla a tacere: solo in quel momento, si rese conto di quanto Eren lo avesse offeso con quelle parole qualche giorno prima.

"Un orso" commentò atono. "Tutto quello che quel dannato moccioso vede quando mi parla... È un orso".

La Corvonero si portò una mano a coprirsi la bocca per non esplodere in una nuova risata tempestosa e rischiare di finire in infermeria a causa delle percosse, ma la cosa le risultava ardua, perché vedere quel sim e scoprire che quel sim fosse Levi, per poi vedere l'espressione del vero Levi dinanzi a quella scena, era quanto di più divertente avesse visto da diverso tempo.
Tra un tentativo di non soffocare e soccombere alle risate e l'altro, notò anch'ella l'interazione che il sim di Eren aveva avviato con quello di Levi e, presa dalla curiosità, rimise in play il gioco.

Ciò che accade dopo, lasciò entrambi a bocca aperta.

I due sim si muovevano indisturbatamente, in maniera quasi innocente, ignari del fatto che quell'interazione avesse fatto esplodere non pochi dubbi nella mente di Levi: nel bel mezzo della conversazione, il sim di Eren baciò quello di Levi.

La scena non era certamente delle più romantiche – Levi era pur sempre un orso –, ma nonostante ciò non poté fare a meno di rimanere a guardare quelle immagini per diversi attimi, non sapendo davvero come reagire.
Quando poi Hanji spostò incuriosita il cursore per andare a controllare che tipo di relazione avessero i due sim, la situazione certamente non migliorò: secondo la schermata appena apparsa, Eren e Levi in The Sims erano promessi sposi.

E anime gemelle, o almeno così indicava il gioco.

Levi non riuscì a dare voce allo scompiglio di pensieri che gli si creò in testa, ma quando sentì Hanji sul punto di scoppiare a ridere di nuovo, notò che i due sim sembravano starsi dirigendo in un altro luogo improvvisamente, nel bel mezzo di quello che era un vero e proprio scambio di effusioni.

Non poté non inarcare un sopracciglio con fare interrogativo.

"E ora?" domandò con vera innocenza, non avendo idea di che piega stesse prendendo il gioco.

La Corvonero lo guardò con le lacrime agli occhi, le mani davanti alla bocca per non fare troppo chiasso, complice la paura di ricevere altri colpi dalla bibliotecaria, non potendo fare altro che trovare la situazione mortalmente divertente. "Tu ed Eren state andando a fare Fiki Fiki, Levi".

Il Serpeverde non aveva idea di cosa fosse questo "Fiki Fiki", ma, in qualche modo, capì.

E fu in quel momento che le risate di Hanji raggiunsero nuovamente picchi altissimi, perché, nel bel mezzo del caos creato da lei che fuggiva inseguita dalla bibliotecaria infuriata, nessuno fortunatamente si rese conto di come le guance di Levi si fossero colorate di un leggero rosso, per cui lui passò il resto della giornata a maledire se stesso.





















Il giorno seguente, Eren Jaeger si era svegliato con una stanchezza tale, da farlo vagabondare in giro per la scuola con un aspetto poco differente da quello di uno zombie: la divisa era piuttosto disordinata, la cravatta, tenuta larga, ricadeva in maniera scomposta sula camicia stropicciata, i capelli permanevano in uno stato disastroso tale da poter quasi essere definito tenero – almeno in base a ciò che gli aveva detto Mikasa, non appena l'aveva visto –, e delle terribili occhiaie gli solcavano il viso, facendolo apparire più pallido rispetto al solito.

Non era affatto in forma e la causa di quel malessere recava, come al solito, il nome Levi e il cognome Ackerman.

In realtà, se proprio doveva essere sincero, il Serpeverde non c'entrava direttamente: non poteva certamente essere colpa sua se il Grifondoro, quella notte, si fosse svegliato di soprassalto, avvolto da uno strato di madido sudore e piuttosto eccitato, a causa di un sogno erotico avuto proprio sul corvino.

Eren era consapevole di questo, eppure, non poteva fare altro che maledirlo mentalmente, più per il fatto che ormai non sapesse più come fargli capire che stravedeva letteralmente per lui, piuttosto che per il fatto che avesse trascorso il resto della notte a darsi piacere da solo, per acquietare i propri desideri.

No, Eren non sapeva davvero più come fare.

Non si rese nemmeno conto dei corridoi che aveva percorso in maniera involontaria, per trascinarsi verso la Sala Grande, dove avrebbe dovuto consumare la colazione, e alla stessa maniera, non notò lo sguardo aguzzo di un certo Serpeverde guizzare su di lui non appena superò la soglia d'ingresso. Continuò semplicemente a trascinarsi verso la grande tavolata dei Grifondoro, ora con lo sguardo un po' più attento, essendo in cerca degli amici che sedevano al tavolo con lui.

E fu allora che lo vide.

La causa della sua notte insonne camminava indisturbata per le tavolate, con la sua solita aura mortale al seguito che impediva a chiunque anche per sbaglio di chiedergli perché si stesse comportando in quel modo assurdo; ma, ciò che davvero gli fece inarcare un sopracciglio con fare perplesso, fu il modo in cui quello stesse camminando, mentre si dirigeva proprio verso di lui: i pugni erano distesi lungo i fianchi, i quali ancheggiavano in maniera vistosa, mentre la schiena era forzatamente tirata indietro e il mento del tutto all'insù.

Sebbene l'immagine lo avesse lasciato esterrefatto, Eren riconobbe immediatamente quella come la camminata che aveva impostato in The Sims al sim di Levi.

Lo guardò attonito e continuò a farlo anche quando il Serpeverde si fermò accanto a lui, quasi in attesa che dicesse qualcosa; e, per quanto gli sarebbe piaciuto, in quel momento non riusciva proprio ad articolare una frase.

"Cosa...".

"Te lo spiego subito, moccioso" lo interruppe immediatamente Levi, quando il moro sembrava finalmente sul punto di poter porre una domanda vera e propria. "Ci sono modi e modi per chiedere qualcosa a qualcuno, sai? Indovina il più noto qual è?"

Eren rimase in silenzio per qualche attimo, non riuscendo a capire se quella fosse una domanda a trabocchetto o se il Serpeverde si aspettasse davvero una risposta da lui. Tuttavia, nonostante il dubbio, decise di essere sincero, anche perché era troppo stanco per poter ragionare secondo il punto di vista contorto del corvino.

"Ehm... Chiedere?"

Levi sembrò compiaciuto dalla risposta di quello, tant'era vero che non esitò ad annuire lentamente alle sue parole. "Già, chiedere, Eren. È una cosa tanto semplice che mi sorprende tu non sia riuscito ad arrivarci prima".

A quel punto, il Grifondoro poteva dirsi completamente confuso.

"Levi, io non credo di stare capendo".

"Hai detto che sono più rigido di come mi hai creato in The Sims, qualche giorno fa" ribatté subito. "Eppure non mi sembra che al tuo sim dispiacesse tanto, quella mia rigidità".

Il modo in cui marcò l'ultima parola, con quel tono di voce più basso che tanto gli ricordava la discussione che avevano avuto durante gli allenamenti di Quidditch, qualche settimana prima, fu il detonatore che fece finalmente attivare il cervello ancora stordito di Eren, che si ritrovò con le labbra schiuse in un gesto sorpreso, del tutto colto alla sprovvista.
Metabolizzò lentamente ciò che l'altro gli stava facendo capire e, solo in un secondo momento, si rese conto del fatto che, per fare quel commento, Levi aveva avuto accesso al suo computer.

E non seppe se la cosa lo inquietasse o se lo facesse ridere, perché il Serpeverde vicino ad un computer non riusciva proprio ad immaginarselo.

"Hai preso il mio computer?"

"Hanji Zoe è una mia conoscenza, Eren".

Si diede immediatamente dello stupido, per aver lasciato con tanta facilità il proprio computer ad un'altra studentessa spuntata fuori dal nulla; perché se fosse stato meno concentrato sul nascondere la Mappa del Malandrino dalla vista di quella, quando la Corvonero gli aveva chiesto quel piccolo favore, forse sarebbe stato anche capace di ricordarsi che non poche volte l'avesse vista in compagnia di Levi.

Certo, solitamente il Serpeverde la prendeva a calci oppure la mandava via bruscamente, ma se fosse stato più concentrato, avrebbe capito che tutto quello era un piano del ragazzo che gli stava davanti in quel momento.

"Io... Posso spiegarti, sul serio" iniziò con fare imbarazzato, perché più trascorrevano i minuti, più si rendeva conto di quante cose Levi potesse aver visto sul suo computer e più cresceva in lui la voglia di volersi seppellire vivo.

"Se volevi farlo con me, Eren, o volevi così tanto iniziare a frequentarmi" lo interruppe bruscamente per la seconda volta quello, non badando al fatto che qualcuno potesse assistere o meno a quella scena.
Si avvicinò un altro po' al Grifondoro e con le labbra andò direttamente ad accarezzargli il lobo delle orecchie, come aveva fatto qualche settimana prima. "Bastava davvero chiedere, perché anche io muoio dalla voglia di farti mio".

Quelle parole, sussurrate con voce bassa e roca, distrussero letteralmente la sanità mentale di Eren: non si accorse del fatto che il Serpeverde, subito dopo aver fatto quel commento, avesse abbandonato la Sala Grande, né si accorse di come il suo viso avesse letteralmente preso fuoco. Sentiva solo quelle parole riecheggiargli nella mente come un mantra, fargli venire la pelle d'oca e dei brividi tanto forti da farlo quasi tremare, e, preso da quelle terribili sensazioni, da quel devastante battito cardiaco accelerato, Eren si ritrovò ancora più fiero di essere un nato babbano.

Perché, se non fosse stato per quella sua natura e per il suo giocare a The Sims, non sarebbe mai riuscito ad arrivare a Levi.

_____________________________________________________________________________________________________________


 

Ed ecco il secondo aborto di demenzialità!

Ultimamente sono davvero presa da The Sims, soprattutto con l'ultima espansione uscita, quella sui vampiri, quindi per me era impossibile non scrivere qualcosa che lo riguardasse anche in minima parte. 
Devo ammettere che Levi qui risulta un po' stupido, ma essendo un Purosangue, non potevo fare altrimenti: basta ricordarsi il tono di Arthur Weasley quando chiese a Harry a cosa servissero le papere di gomma, per capire che i Purosangue non capiscono una beata mazza del mondo babbano
...
Quindi niente, questa one shot ha portato tanto nervosismo a Levi, ma tante risate a Hanji, che tra l'altro adoro e sono felice di aver inserito!

Non ho davvero nulla da dire: spero che anche quest'idea vi sia piaciuta e che vi abbia fatto almeno sorridere. 
Se avete qualche parere o giudizio, non esitate a lasciarlo
!

A presto,


Maggneto.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: Maggneto