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Autore: Jackthesmoker7    31/01/2017    1 recensioni
Ho cercato di scrivere una storia il più simile possibile agli episodi della serie TV, che dia alla serie una conclusione (p.s. La quinta stagione non conta qui).
Vedrete uno Slado mai visto ed una Stella che potreste vedere solo nei vostri incubi.
E Robin...
Vedrete
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Robin, Slade, Starfire, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jump City era immersa nel silenzio.

Un silenzio fatto di paura e di polvere.
Un ragazzo stava attraversando questo silenzio di corsa, con molta fretta, la pelle risplendente al sole.
Non era pelle, era un'armatura che aveva costruito il giorno prima con una nuova lega in titanio e oro, praticamente indistruttibile. Eppure si notavano graffi profondi ed ammaccature enormi, gli mancava un braccio e gli mancava un occhio, quello bionico.
Il panico si era impossessato di lui. Ogni volta che sentiva un rumore dietro di lui accelerava la corsa, senza avere il coraggio di voltarsi indietro per la paura di rivedere quel mostro.
Ogni tanto si fermava per pochi secondi, per poi accostarsi ad un muro e sbirciare fuori.
Ma poi continuava a correre. 
Senza fermarsi.
Riuscì a raggiungere la Titans Tower, ormai ribattezzata Tyrans Tower, l’avamposto di Slado.
Era cambiata molto rispetto a poco prima.
C’era un ponte d’acciaio che collegava la terraferma all’isolotto su cui sorgeva la Tower ed un enorme muro fatto di una lega sconosciuta la circondava. Slado aveva deciso di costruirli per ovviare alcune debolezze tattiche che lui stesso aveva usato per attaccarli tempo prima, ed infatti funzionavano benissimo.
Cyborg attraversò il ponte in un lampo e raggiunse l’enorme porta metallica che permetteva di oltrepassare il muro, l’unica entrata: << Aprite! Aprite! >> gridò Cyborg terrorizzato: << Vi prego, aprite! >>
BB in quel momento era di turno nella sala di sorveglianza e quando sui monitor comparve l’immagine del suo amico come al solito non lo prese sul serio: << Ehi amico, come mai tutta questa fretta? Dimmi invece, come è andato il raid? È dov'è Corvina? Si è ancora fermata per "ripulire" la zona? >>
<< Apri BB, presto! Potrebbe arrivare da un momento all’altro! APRI! >>
BB si allarmò, non aveva mai visto il suo amico così terrorizzato: << Va bene, ti apro subito. >>
Premette una sequenza di pulsanti ed i meccanismi di apertura della porta si attivarono, aprendola con un cigolio metallico.
Cyborg ci si fiondò dentro non appena si aprì abbastanza per permettergli di entrare.
Con le sue ultime energie corse nella la main ops room, dove si trovava Slado: << Slado! Slado, aiuto!
Alza gli scudi presto! >>
Il criminale stava lavorando a qualcosa sul tavolo hi-tech al centro della stanza aiutato da Stella; sembrava un lavoro importante.
E segreto, perché quando Cyborg piombò dentro spense tutto.
Il criminale si rivolse a Cyborg, e dal tono di voce si intuiva che era scocciato: << Che c'è? >>
Cyborg si mise proprio davanti a lui: << Dobbiamo andarcene! Sta arrivando! >> gridò, la voce tremante dalla paura.
<< Ma chi ti ha ridotto così? >> domandò Stella indicando i graffi, le ammaccature e soprattutto il braccio mancante.
Ma lui non l'ascoltava, continuava a urlare che dovevano scappare.
<< Che è successo? >> chiese Slado.
<< Via, presto! >>
<< Fermo, sta fermo. Per favore calmati Cyborg, dov'è Corvina? >> disse Stella, preoccupata per l'amico.
Appoggiò le mani sulle spalle del ragazzo e cercò di guardarlo negli occhi, di calmarlo, ma vide il terrore nel suo occhio umano: << Di cosa hai paura Cyborg? Che cos'è che ti spaventa tanto? >> chiese Slado che stava perdendo la pazienza.
Il ragazzo robot sbiancò.
Alzò ciò il suo unico braccio e col dito indicò le finestre.
Riuscì solo a sussurrare: << È qui. >>
Slado si voltò nella direzione indicata dal cyborg, e quando comprese ciò che stava per succedere chiamò immediatamente i rinforzi.
<< BB, mi senti? Vieni immediatamente nella Main Ops room. Porta le armi. >> ordinò lui prendendo in mano il comunicatore.
<< Ok capo, ma quante armi? >>
Slado continuava a fissare ciò che si trovava oltre le pareti di vetro della stanza.
Un incubo sarebbe stato meno spaventoso: << Tutte le armi. >> disse il criminale, osservando l'armatura Hellbat atterrare davanti alle mura.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
<< Slado, che facciamo?
Ho controllato gli archivi, e non abbiamo nulla su questo tizio. Potrebbe benissimo essere un idiota, ma anche uno in grado di annientarci in un attimo. >>
<< Calmati tesoro. Chiunque sia sappiamo che ha ridotto Cyborg in quello stato, quindi è piuttosto forte, ma tu sei sempre stata molto più forte di lui, non è vero? >>
A Stella spuntò un sorrisetto sadico: << Verissimo. >>
Lei sembrava sicura, ma il criminale dentro di se non era altrettanto certo che in uno scontro con quel mostro lei potesse uscirne vincitrice.
Intanto la Hellbat rimaneva ferma immobile sulla cinta muraria, in attesa.
BB entrò nella room senza fiato, le braccia cariche di armi di ogni genere, dai fucili d'assalto alle bombe a mano, dalle armi più futuristiche ai coltelli da lancio: << Ragazzi, ecco qui le armi. Adesso potete dirmi perché ho dovuto fare una simile faticaccia? >> poi notò Cyborg tremante a terra, Stella con l'espressione di quando sta per fare un macello solo per il gusto di farlo e Slado che fissava una figura nera fuori dalle finestre: << Mi sono perso qualcosa? >>
<< Stella, aggiornalo. >> disse Slado.
L'aliena in un minuto riuscì a spiegare tutto al mutaforma in meno di un minuto, da che cos'era quella sagoma scura al perché delle armi, e quando ebbe finito lui disse: << Perché non lo attacchiamo adesso.
Cioè, guarda ciò che ha fatto quel mostro a Cyborg! >> disse indicando l'amico steso a terra: << E pensa a ciò che potrebbe essere successo a Corvina! Potrebbe essere in guai terribili! >>
<< Ti ho già detto perché non possiamo attaccarlo adesso, potrebbe farci a pezzettini in un istante. Quindi calmati e ragiona lucidamente, altrimenti ti farò ragionare io a forza di sberle. >>
Il ragazzo indietreggiò mostrando il suo disappunto, ma non disse niente.
Stella soddisfatta si avvicinò al suo compagno: << Allora tesoro, che si...
La Hellbat alzò la mano che teneva il braccio di Cyborg, la portò dietro la schiena e caricò il braccio.
Lanciò.
<< TUTTI GIÙ!!! >> gridò Slado.
CRASH!!!
Le finestre si ruppero al passaggio del braccio robotica che le attraversò, cospargendo il pavimento di frammenti taglienti.
<< State tutti bene? >> chiese Slado cercando di rialzarsi.
Il proiettile l'aveva sfiorato.
Per sua fortuna tutti gli altri stavano bene e non si erano fatti niente.
Solo lui era un po' ammaccato.
Si voltò a guardare il nemico.
Aveva Corvina nell'altra mano, e sembrava pronto a lanciarla.
Se l'avesse fatto, addio Corvina. Non sarebbero mai riusciti a prenderla al volo in sicurezza.
Prima che avvenisse il lancio, il mostro parlò: << Slado, esci!
Fatti vedere, o succederà qualcosa di spiacevole. >> alzò Corvina per farla vedere bene. A parte il fatto che era svenuta, sembrava a posto.
<< Non scherzo. >>
I Tyrans rabbrividirono, non avevano mai assistito annulla del genere: << Che razza di mostro è? Neppure noi faremmo una cosa così! >> disse BB.
<< Quindi è questo che intende fare. Parlarmi. È sicuramente lui. >> disse il criminale: << Ho capito chi è il nostro nemico. È Robin >>
Stella è BB emisero un mugolio di sorpresa, mentre Cyborg rimase rannicchiato in un angolo, tremante.
Stella gli si avvicinò: << Stai dicendo che... >>
<< Robin è là dentro. Ha trovato il modo di uscire e poi è rientrato con quell'armatura. >>
<< Lui? Non è possibile! Ma come avrà fatto ha trovare quella cosa?!! >> chiese BB, assalito dalla preoccupazione: << Non è che ucciderà Corvina, vero? Non ha mai ucciso nessuno prima, non può cominciare adesso, vero? Vero? >>
<< Non preoccuparti, probabilmente sta bluffando.
Lo conosco bene. >>
<< Che faremo adesso? >>
<< Adesso amore, tu e BB preparerete i fucili e li punterete su Robin.
Lo terrete d'occhio mentre parlerò con lui, e se farà qualche movimento sospetto, gli scaricherete addosso tutto quello che abbiamo. >>
<< No, aspetta. Vuoi veramente andare a parlare con lui?
Faccia a faccia? >>
Il silenzio del mercenario valse più di mille parole.
Stella non riuscì a trattenere le lacrime: << No, ti prego non andare.
Non voglio perderti.
Non posso perderti! >>
Lei lo abbracciò forte. Lo abbracciò forte con il timore che scappasse.
Che se lo avesse lasciato andare, poi non sarebbe più tornato.
Il criminale non si scompose; qualche mese prima l'avrebbe presa a schiaffi senza pietà e le avrebbe gridato contro, mentre lei restava scioccata a fissarlo sul pavimento.
Prima.
Invece le prese il viso tra le mani, e le disse: << Tornerò, non preoccuparti. Non ti lascerò. >>
Piano piano Stella lo lasciò andare: << Prometti? >>
Slado stava per uscire quando sentì quell'ultima parolina.
Era piccola, ma carica di significato.
Una promessa.
Le parole per la prima volta gli si bloccarono in bocca. Non sapeva cosa dire.
Quindi si voltò verso di lei, verso la ragazza che aveva traviato e corrotto, la cui purezza era ormai solo un ricordo, riuscendo a dire solo: << Lo prometto >>
Uscì.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Robin da dentro l'armatura aveva assistito a tutto, ma i suoi sentimenti erano indecifrabili anche per il più bravo psicologo al mondo.
Però provava rabbia, tanta rabbia.
Quando vide Slado uscire dalla porta della torre, dovette reprimere l'impulso di saltargli addosso e stritolarlo. Ma non poteva.
Era pur sempre un eroe.
Slado prese le scale sotto le mura e salì sulle mura, dove trovò Robin.
L'armatura lo rendeva alto due metri e mezzo, mentre il nero lo faceva somigliare troppo ad un demone.
Lui non era così, Slado lo sapeva. Sapeva che non avrebbe mai usato l'armeria pesante se non l'avesse costretto lui. Ma ormai era tardi per i rimpianti.
Ormai erano faccia a faccia.
Rimasero fermi, simili a gargoyle a difesa di una cattedrale per un tempo che sembrava infinito.
Poi Robin, furente: << Perché? >> chiese.
Slado non era sorpreso: << Perché? Perché no? >>
L'armatura si abbassò finché le maschere non si poterono guardare nei buchi per gli occhi: << Non scherzare. >> disse il ragazzo, la voce fredda come il ghiaccio.
<< Non scherzo >> rispose il criminale: << Non l'ho fatto per una ragione specifica, ma per te. Perché so chi sei. >>
<< Tu non sai niente! >> 
<< Sì invece. Tu sei mio figlio. >>
Un brivido di rabbia percorse la schiena di Robin: << Non. Sono. Tuo. Figlio! >>
Con quell'affermazione allungò una mano dell'armatura e prese Slado per il collo, sollevandolo da terra: << Tu non sei mio padre! Lui è morto! >>
Il mercenario non cercò di divincolarsi, anzi restò immobile. Avvertì pure i suoi compagni di non sparare.
<< Sì invece. Ma non puoi saperlo. >>
<< Io non sono tuo figlio! >>
Robin strinse la presa: << Non sono tuo figlio. >> disse scandendo bene le parole.
Slado annaspò, ma riuscì comunque a parlare: << S-sì... sì invece. Lascia che... te lo mostri. >>
Detto questo premette un pulsante sulla cintura, liberando una nube di fumo.
Robin riuscì ad arrivare la visione termica dell'armatura, ma Slado si era già liberato dalla sua presa.
Si guardò intorno, ma non vide niente, finché un urlo non attirò la sua attenzione: << Robin! >>
Si voltò, guardando in faccia il suo grande nemico, che lo guardava a sua volta, e che con voce glaciale disse: << Lo vedrai, ma non ancora. >>
Con il piede premette un pulsante nascosto, sul pavimento, ed un campo di forza si diffuse per le mura.
Un campo di forza che sbalzò via la Hellbat.
Lontano, verso Jump city.
Quando Slado lo vide impattare bruscamente contro alcuni edifici sulla costa, non si preoccupò.
<< Tornerai. Lo so.
Del resto, sei mio figlio. >>
   
 
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