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Autore: Alessandra    01/06/2009    10 recensioni
Draco Malfoy è deluso dalla vita, ma soprattutto, deluso dalle donne.
Però Malfoy non sa che le donne non sono tutte uguali...
Una situazione particolare gli insegnerà ad andare ben oltre le apparenze.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ron Weasley, Theodore Nott | Coppie: Blaise/Pansy, Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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                        D. come Draco, M. come Misogino   Cap. 14°




"Andiamo, Ron! " sussurrò Harry, prendendo schifato un bruco morto dal vasetto sul banco, dove erano intenti a preparare una Pozione Restringente per Piton.
“Non starai ancora pensando alla ronda di stasera? ”
Ron abbassò lo sguardo “Sì, miseriaccia! ”ammise, a bassa voce.
“Non riesco a pensare ad altro, maledetta Parkinson! So già che sarà orribile passare quelle ore insieme a lei! ”
“Ma dai… sarà solo una ronda, vedrai che passerà presto e non succederà niente.”
“Lo spero Harry, ma non ne sono così sicuro.” rispose Ron, guardando la pozione che bolliva.
Un banco avanti al loro…
“Passami il succo di sanguisuga, per favore.” comandò Hermione, con tono professionale.
Malfoy prese il vasetto “Mi ricordi quando abbiamo la nostra ronda? ” chiese invece, guardandola furbamente.
Hermione alzò un sopracciglio, sentendo sorpresa il suo cuore perdere un battito.
“Domani, credo…” disse nervosamente cercando di nascondere il suo coinvolgimento, non riusciva a pensare ad altro, altro che “credo”.
Malfoy ghignò, guardando Hermione strappargli di mano il vasetto e aggiungere l’ingrediente alla pozione.
“ Be', mi aspettavo molto di più dalla tua memoria…” disse sussurrando, anzi, sibilando…
Hermione sussultò “L’avviso e gli orari sono arrivati anche a te, no? Non vedo perché dovrei ricordartelo io.” rispose nervosa.
Perché mai si stava agitando così tanto? Si chiese, mentre sentiva la collera montare in lei e le mani tremarle.
Era una semplice provocazione, una delle tante che Malfoy utilizzava per farle perdere il controllo da che lo conosceva. Perché questa volta non riusciva a calmarsi?
“Perché ti scaldi tanto? ” chiese Malfoy, seguitando a ghignare. Si vedeva lontano un miglio che si stava divertendo da morire.
“Può capitare a tutti di sbagliare…”
Hermione lo guardò storto “Di cosa stai parlando? ”
“Della pozione, ovviamente…”
Hermione guardò confusa il calderone.
“Accidenti! ” sussurrò pallida “Ho messo il succo di sanguisuga prima delle radici di margherita! ”
“Eh sì, Granger…” confermò Malfoy sospirando.
Gli occhi di Hermione saettarono verso di lui “Perché diamine non mi hai fermata? ”
Maltoy alzò le spalle, con espressione angelica.
Hermione guardò terrorizzata la pozione cambiare colore.
“Oh, cavolo! E adesso come posso invertire il processo chimico? ” disse, prendendo febbrilmente il libro.
Malfoy la osservò tranquillo.
“E’ semplice…” iniziò pomposo.
“Basta aggiungere subito la milza di ratto. ”
La ragazza sgranò gli occhi, “Come lo sai? ” chiese scettica.
“Non ti fidi? Guarda bene, ragazzina…” Malfoy inserì l’ingrediente e la pozione ritornò in pochi secondi al colore originario.
Hermione era senza parole.
“Non mi ringrazi? ” disse sfiorandole il braccio, facendola tremare dalla testa ai piedi.
La scena però… non era rimasta inosservata.
“Giù le zampacce da Hermione, furetto! ” sussurrò con forza Ron, con le orecchie in fiamme e lo sguardo assassino.
Harry lo strattonò, preoccupato “Abbassa la voce …” non fece in tempo a dire, prima che gli occhi di Piton si posassero su di lui.
“SILENZIO! ” tuonò infatti il professore, minaccioso.
“POTTER, WEASLEY! Un altro rumore e vi caccio fuori! ” sibilò, lanciando uno sguardo pericoloso ad Harry e Ron.
Hermione rivolse uno sguardo carico di odio a Malfoy, che gongolò, finendo la pozione.
Un’ora dopo...
Hermione, Harry e Ron, entrarono in Sala Comune.
“Menomale che è finita… oggi è stata più dura del previsto! La sola fortuna è stata quella di non avere troppi compiti assegnati grazie alla partita contro i Corvonero.” disse Harry, distrutto nel corpo e nella mente.
Si accasciò sulla prima poltrona libera.
Ron si mise in quella accanto all’amico, Hermione di fronte.
“Per te è finita amico…” disse Ron lagnoso “Per me il peggio deve ancora cominciare!”
Hermione lo guardò, sapeva benissimo cosa lo preoccupasse, l’ansia di quello che l’attendeva il giorno dopo le strinse il petto.
“Ron, lo so che non è piacevole...” iniziò, cercando di sembrare naturale e distaccata “Purtroppo dobbiamo fare buon viso a cattivo gioco! ”
“Buon... che? ” sbottò Ron, confuso.
Harry ed Hermione si guardarono e sorrisero.
“E’un detto babbano.” spiegò Hermione, con il suo solito tono saccente “Vuol dire che anche se la cosa non ci piace, non dobbiamo lamentarci e portare avanti il nome dei Grifondoro con onore.”
Harry sorrise, quella che aveva davanti era la loro Hermione di sempre, che avesse sbagliato ad avere dei sospetti su di lei? Magari il suo“cambiamento” era stato solo una cosa passeggera.
“Onore? ” disse Ron, affranto “Subire passivamente due ore di insulti, ti sembra onorevole? ”
Harry si intromise “Conoscendoti, non credo che rimarrai passivamente a subire, penso che tornerai senza voce! ” scoppiò a ridere senza ritegno.
Anche Ron iniziò a sghignazzare.
“RON! ” tuonò Hermione “… se vi azzardate a svegliare qualcuno o farvi riprendere dai professori, giuro che non ti rivolgerò più la parola! ” finì stizzita.
A Ron si gelò la risata in gola.
“Ma... Hermione, dovrò pur difendermi! ” esclamò, imbronciato.
Ma l’occhiata che gli regalò l’amica, gli fece intuire la risposta.
“Sei pronta, Pansy?” Blaise Zabini fece capolino alle spalle della ragazza, seduta accigliata davanti al fuoco verde della loro sala comune.
Pansy lo guardò con sufficienza “Ho avuto la possibilità di cambiare partner, spero che almeno ne varrà la pena! ” disse, perplessa.
Blaise sorrise beffardo “Ma certo, cara.” disse, mettendole un braccio intorno alla vita “Basterà che tu faccia un po' la carina con lui e…” le sussurrò piano delle parole all'orecchio.
“Sei sicuro? Capirà che c’è qualcosa sotto …” chiese lei, con gli occhi sgranati.
“ Chi, Weasley? Non è certo l’emblema della perspicacia… andrà bene, vedrai…”
Zabini le sorrise dolcemente, posando delicatamente le labbra sulle sue.
“No! ” lei lo respinse, “Siamo in sala comune!”
“Da soli…” le fece notare lui.
“Potrebbe tornare qualcuno, il coprifuoco sta per scattare.”
Blaise si allontanò, infastidito da quel rifiuto “Va bene, Pansy.” disse, nascondendo la sua irritazione “Comunque non preoccuparti, vedrai che andrà tutto come IO ho previsto.”
Pansy lo guardò nervosamente, Blaise a volte riusciva a metterla in soggezione almeno quanto Draco, anzi, forse peggio.
“Ok, farò come hai detto.” distolse lo sguardo dai suoi occhi per portarlo sulle fiamme ardenti “ Quello che voglio è Draco... e sono disposta a tutto pur di farlo tornare da me! ”
Hermione sciolse i capelli e si infilò la sua vestaglia azzurra.
Non era riuscita a studiare nulla per tutta la sera, Ron inoltre era uscito per la sua ronda con un’aria afflitta, degna di un’esecuzione capitale; inutile dire che il pensiero che il giorno dopo sarebbe “toccato a lei”, le aveva occupato la mente per tutto il pomeriggio e la sera.
Le compagne dormivano alla grossa, ma lei non aveva sonno, si avvicinò alla finestra dove una pallida luna illuminava il paesaggio spettacolare delle montagne.
“Non posso credere che stia iniziando a provare qualcosa per lui…” pensò disperata osservando il cielo.
“E’ il nostro peggior nemico… è il mio peggior nemico.”
Era così presa, che non si era accorta di un gufo nero che aveva iniziato a svolazzare davanti alla sua finestra.
Quando lo vide il cuore le si fermò per la paura. Aprì silenziosamente la finestra, non appena vide un biglietto legato ad una delle zampette dell’animale.
“Vieni qui! ” sussurrò tendendo il braccio, il gufo non ebbe esitazione, si appollaiò sul suo braccio sinistro e le permise di sfilare il messaggio.
Subito dopo riprese immediatamente il volo, segno che il mittente non aspettava risposta.
Hermione si voltò preoccupata verso Lavanda, il suo leggero russare si era interrotto per un momento, ma poi la ragazza si era voltata su di un fianco, continuando a dormire profondamente.
Di chi poteva essere quel messaggio?
“Che sia suo? ” solo quel pensiero le fece battere il cuore in maniera forsennata.
Ma il gelo l’assalì aprendolo.
“Cara Granger, domani sera ci sarò anche io al vostro romantico appuntamento…
vedi di fare la brava.”
B.Z.
“Cosa si è messo in testa? ” sussurrò con rabbia, prese il biglietto e se lo ficcò in tasca.
Ci si doveva mettere anche quel viscido di Zabini a complicare le cose, non solo stava iniziando a provare dei sentimenti per il suo peggior nemico, ma doveva subire un ricatto da uno dei Serpeverde più vili e spregevoli.
Prese il libro babbano che aveva iniziato da qualche giorno. “1984” di George Orwell, “Devo distrarmi un pochino o impazzirò se vado avanti di questo passo, magari una bella lettura mi conciglierà il sonno.” pensò, dirigendosi silenziosamente verso le scale, facendo ben attenzione a non svegliare le compagne.
Si rese conto solo alla fine della rampa di scale che portavano alla sala comune, che questa non era deserta come pensava.
Harry e Ginny fecero capolino da dietro uno dei divani rossi.
“Oh, scusate ragazzi.” disse imbarazzata “Non pensavo che ci fosse ancora qualcuno sveglio.”
Harry era rosso come un pomodoro maturo, Ginny invece era tranquilla.
“Ciao Hermione... non preoccuparti, menomale che sei tu e non Ron! ” disse sorridente. “Anzi, fra poco tornerà, sarà meglio che non mi faccia trovare qui” si alzò, dando un bacio sulla guancia ad Harry ed avviandosi verso le scale.
“Notte Hermione.”
“Buonanotte, Ginny.” rispose lei, sorridendole e avanzando verso il fuoco.
Harry era ancora seduto sul divano, un po' imbarazzato.
“Hermione, sarebbe meglio che non dicessi a Ron quello che hai visto poco fa.” disse, non appena l'amica si mise nella poltrona affianco a lui.
Hermione aprì il suo libro con un leggero ghigno stampato sulle labbra. “Visto? Io non ho visto proprio nulla! ”
Anche Harry sorrise “Grazie.”
Stava per alzarsi per andare a dormire, quando notò ai piedi del divano un biglietto accartocciato.
“Forse è caduto a Ginny.” pensò, aprendolo distrattamente.
“Cara Granger, domani sera ci sarò anche io al vostro romantico appuntamento…
vedi di fare la brava.”
B.Z.
Gli occhi gli si dilatarono per lo stupore.
Sì voltò verso l’amica, pallido in viso e con un' espressione cupa.
“Questo... cosa diavolo vuol dire? ”      





****

Dopo 6 mesi, sono tornata.
E’ un capitolo cortissimo, lo so... e vi chiedo scusa… ma devo riprendere la mano.
Sono mesi che non scrivo. Sob…
Ringrazio tutti coloro che hanno commentato il capitolo precedente. Grazie!
Spero che, nonostante tutto, la storia stia continuando a piacervi.
Non preoccupatevi, non dovrete aspettare altri 6 mesi per il prossimo aggiornamento e vi prometto un capitolo più lungo.
Un bacio grande.
Alessandra.
   
 
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