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Autore: Batsutousai    01/02/2017    3 recensioni
Il mondo di Harry viene distrutto da coloro per i quali una volta aveva combattuto. Un Harry adulto ritorna nel corpo di un se stesso più giovane.
Semi-Super!Harry, VoldemortHarry, Slash - per gli idioti.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Potter, Tom Riddle/Voldermort, Un po' tutti | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy, Harry/Ginny, Harry/Voldemort, Ron/Hermione
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
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Autore: Batsutousai

Traduttrice: krystarka

Beta Italiano: Clothis

Link al capitolo originale: qui!


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Re di niente
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Xerosis, ancora una volta mascherato con i capelli rossi e invecchiato di qualche anno, fischiettò tra se mentre iniziava la passeggiata fino alle porte del castello. Silente aveva suggerito un diverso posto, per l'incontro, commentando che il vampiro aveva già facile accesso alla scuola, da quando aveva cambiato le protezioni, e i pasti a Hogwarts non avevano niente da invidiare ad altri posti (in ogni caso Xerosis sapeva, dalle sue osservazioni nel corso della precedente settimana e mezzo, che Silente era stato costantemente assillato dai membri del Ministero e dell'Ordine, a causa dei mondani, che continuavano i loro attacchi di distruzione, e dei Signori Oscuri, che attaccavano città babbane apparentemente a caso. Gli orari dei pasti erano l'unico momento libero che rimaneva al Preside, e gli piaceva godersi molte portate con gli studenti, se era possibile.)

Piton lo aspettava rigido, appena oltre i cancelli. Fece un piccolo inchino nervoso e Xerosis si fermò sul lato opposto delle porte. "Mio Signore. Sono stato inviato per accompagnarvi alla Sala Grande."

"Oh? Mi stai dicendo che pranzeremo con i ragazzi?" chiese Xerosis mentre faceva un passo attraverso le protezioni.

"Come senza dubbio sapete, il preside trova sempre il tempo per mangiare con gli studenti e il personale, e difficilmente si priva di questo piacere, così preferirebbe non farlo, se possibile. Quando me l'ha chiesto, ho assicurato che lei non avrebbe fatto del male agli studenti." spiegò Piton, lasciandolo passare avanti, in modo da camminare alle spalle dell'Oscuro Signore lungo la strada fino al castello.

"Interessante..." mormorò Xerosis, guardando un gruppo di studenti attraversare in fretta la neve sciolta vicino alle serre. "E che cosa ha detto agli altri professori, del suo ospite?"

"Per quanto ne so, solo che intrattenete rapporti legati allo sforzo bellico. Non è la prima volta che invita uno sconosciuto nel castello, anche se è la prima volta che lo invita a pranzo."

Xerosis borbottò pensieroso in risposta.

Entrando nella Sala Grande si prese un momento per dare un'occhiata in giro, scorgendo il suo alter ego seduto con i suoi amici di Corvonero. Insolitamente, Harry era il più vecchio dei due, al momento, e permise a un breve sorriso di attraversare il suo viso, quando vide Xerosis sulla soglia. Xerosis suppose che significasse che le cose sarebbero andate bene. Gli altri studenti non gli risparmiarono sguardi curiosi, ma la maggior parte s'interruppero quando riconobbero l'inflessibile professor Piton, al suo fianco.

Quando Xerosis e Severus ebbero raggiunto il tavolo alto, Silente li salutò con un sorriso. "Benissimo. Grazie, Severus." disse indicando a Xerosis di prendere la sedia vuota al suo fianco, cosa che il Signore Oscuro fece. Piton si sedette più giù, dopo aver offerto al suo Signore un cenno rispettoso. "Immagino che lei non abbia avuto problemi, venendo qua." chiese Silente.

"Nessuno che non potessi lasciare a Tom." rispose Xerosis allegramente, servendosi qualcosa per pranzo. "Sembra sempre che ci sia qualche problema minore che richiede la nostra attenzione." Gli occhi chiari guizzarono verso quelli blu e stanchi. "Sono sicuro che lei comprenda."

Silente si permise un sorriso complice. "Troppo bene. Devo ammettere che sono, a volte, geloso della vostra collaborazione."

"Avere meno persone, in cerca della nostra attenzione, aiuta." rispose seccamente Xerosis. "Onestamente, Preside, il Ministero non è in grado di camminare con le proprie gambe. Sono come un mucchio di bambini piccoli, che cercano l'approvazione del papà, su ogni loro mossa. È un miracolo che siano durati così a lungo."

Silente sospirò. "Amelia sta facendo quello che può, con il casino che Cornelius ha lascito, per non parlare di tutto quello che sta già accadendo..."

Xerosi sbuffò. "Sì, Caramell si è lasciato dietro proprio un pasticcio. Non capirò mai cosa abbia fatto quell'uomo, durante la sua carica."

Silente ridacchiò in risposta ed entrambi tacquero per godersi il loro pasto.

Una volta che ebbero entrambi finito, Silente fece le sue scuse al personale e portò Xerosis fuori dalla Sala Grande, commentando "Non avrei mai potuto invitare Tom, a pranzo."

Xerosi sbuffò. "La sua pazienza e il suo temperamento sono tali che non ci si può fidare, lasciandolo a lungo vicino a dei bambini," disse "tuttavia, se sia lui sia i bambini in questione sanno badare a se stessi, può effettivamente coesistere pacificamente con loro. Io certamente mi fido più di lui, alla presenza di bambini, di quanto mi fidi di Bella."

"Davvero?" chiese Silente. "Interessante. Ah, eccoci qui. Ghiacciolo al sangue." disse al gargoyle, che doverosamente si spostò.

Xerosis ridacchiò al nome del dolcetto che era venduto per i vampiri, e seguì Silente su per le scale, fino al suo ufficio. Una volta dentro l'ufficio ovale furono accolti da un ‘squawk' irritato, e Xerosis fece alla fenice arrabbiata un sorriso amichevole. "Ciao anche a te, Fanny".

Silente batté le palpebre per la sorpresa. "Conosci Fanny?"

Xerosi si strinse nelle spalle. "Ci siamo incontrati mentre Tom ed io stavamo aggiungendo le protezioni. Potrei averla minacciata un po' perche non venisse a svegliarla."

"Ah". Silente osservò la sua fenice con affetto. "Be ', non ci saranno minacce questa volta, credo. Xerosis è qui solo per parlare."

Fanny, piccata, voltò le spalle a ciascuno di loro e capovolse la sua coda di piume a mo' d'insulto, strappando una risatina a entrambi i maghi.

Presero posto sulle sedie e Silente, gentilmente, offrì sia sorbetto al limone sia tè - Xerosis rifiutò - prima di arrivare al dunque. Silente commentò "Sei stato piuttosto vago, nella tua lettera."

"Di proposito." ammise Xerosis, rilassando la schiena sulla sedia imbottita, che aveva trasfigurato da una delle sedie da ufficio di Silente. "Non avevo alcun interesse che lei ne traesse l'impressione sbagliata."

"Oh?"

"Lei vuole che noi viviamo in armonia con i mondani, giusto?" Silente annuì, gli occhi scintillanti di curiosità. "Non succederà."

"Sicuramente..."

"Preside," lo interruppe Xerosis con un sospiro "non succederà. Non solo per loro, ma anche perché ci saranno sempre, maghi e streghe, che non potranno sopportare di vivere così vicino a quelli che considerano inferiori."

Silente aggrottò la fronte. "Molti purosangue sembrano essere in grado di vivere in pace con i babbani. Questo significa che dovrete ucciderli tutti?"

"Mm, no, anche se ci farebbe sentire meglio." Xerosi sorrise, i denti da vampiro lampeggiarono alla luce del sole.

Il cipiglio di Silente si fece più profondo. "Qual è il punto?"

Xerosis si riscosse dai suoi pensieri. "Ci sono troppi mondani, perché possiamo ucciderli tutti con successo, e abbiamo bisogno dei loro figli, che a volte sono magici, per ampliare la nostra genetica. Questo, credo, è qualcosa che possiamo accettare entrambi?"

Silente annuì, illuminandosi davanti a questo inizio. "Sì."

"Eppure sono troppo pericolosi per essere messi a conoscenza della nostra esistenza, ma non c'è modo per noi di continuare a condividere lo spazio con loro, e di vivere senza che ci riconoscano. E' d'accordo?"

Silente aggrottò la fronte ma, a malincuore, accettò "Sì, suppongo."

Xerosi annuì. "Io e Tom abbiamo creato qualcosa, una sorta di compromesso. Un modo per lasciare che i mondani continuano ad esistere, e per permettere al popolo magico, nel suo insieme, di vivere in pace."

Silente lo guardò incuriosito. "Davvero? E sei venuto da me con questo qualcosa?"

Xerosis combatté contro una smorfia che era, per lo più, di successo. "Mi è stato fatto notare da qualcuno, che confido la tenga all'oscuro dei nostri piani, che questi avranno un impatto negativo, se saremo noi a presentarli. In alternativa, se lei volesse presentare questi progetti come propri, potrebbe consentirci di procedere più agevolmente di quello che potremmo fare altrimenti."

"Ti fidi di qualcuno che non mi dispiace?" chiese il Preside, divertito.

'Si fida di me' disse Hogwarts a entrambi. 'Credo che il loro piano abbia qualche merito. Ascoltalo senza pregiudizi, Albus.'

Le sopracciglia di Silente si sollevarono in un moto di sorpresa, causato dall'intervento della scuola. Xerosis sorrise debolmente e disse "Grazie, Hogwarts."

La scuola si lasciò sfuggire un senso di divertimento, prima che la sua presenza si ritirasse per tenere d'occhio gli studenti e il personale, che scherzavano in Sala Grande.

Il Preside ridacchiò. "Molto bene, allora. Che cosa è questo compromesso che tu e Tom avete trovato?"

Xerosis piegò la testa da un lato, sempre sorridendo, e disse: "Se non siamo in grado di vivere in pace sullo stesso pianeta, non sarebbe sufficiente spostarci fuori da esso?"

Silente batté le palpebre in silenzio, la bocca semiaperta.

Xerosis sorrise, apprezzando la rara vista di un Silente senza parole. Avrebbe dovuto dire tutto a Riddle, più tardi.

Silente scosse la testa, dopo un lungo momento a pensare, e chiese: "E' possibile?"

"Pensa che sarei venuto da lei con un'idea pronta a metà, senza nemmeno essere certo che fosse possibile lavorarci su?" chiese Xerosi sprezzante. "Certo che è possibile, Tom ed io abbiamo lavorato per mesi per rendere la luna abitabile."

Silente sbatté le palpebre e chiese: "Vorresti chiedere a tutti di trasferirsi lassù?"

"Ah, vede, è questo il punto in cui lei può venirci in aiuto." Le labbra di Xerosis si arricciarono con piacere. "Se Tom, o io, dicessimo alle persone che devono spostarsi sulla luna, per la loro sicurezza, penserebbero che stiamo progettando di ucciderli tutti in una volta. Se, invece, fosse lei a dirglielo, loro ci andrebbero e sarebbero oh, così compiacenti!"

Silente annuì. "Infatti. E come faccio a sapere che non li volete condurre alla morte?"

"Potrei portarla lì, e lei potrebbe vedere il nostro lavoro," disse Xerosis "a meno che non pensi che la ucciderei lungo la strada, naturalmente."

Il Preside ridacchiò. "No, non lo faresti. Non se hai bisogno di me per convincere tutti gli altri."

"Hm, buon punto." Xerosis emise un sospiro di rimpianto. "Immagino che dovrò dire a Tom di cestinare la passaporta verso il sole, allora."

Un certo numero di ritratti - che erano, in gran parte, rimasti in un silenzio diverso da un occasionale suono curioso o da un falso russare - si lasciarono sfuggire rumori arrabbiati a queste parole ma Silente semplicemente ridacchiò di nuovo e scosse la testa. "Una passaporta?"

"Mm" Xerosis tirò fuori la passaporta in più che aveva preso dalla scorta di Riddle, e che aveva alterato per atterrare al ‘Paradiso di Hermione', e la gettò sulla scrivania. "E' una sensazione insolita, il viaggio è attraverso il vuoto, e l'atterraggio è piuttosto difficile da padroneggiare, ma è un'esperienza che credo si dovrebbe godere."

"Infatti." Silente prese la passaporta con attenzione, e la osservò. Dopo un momento, le sue sopracciglia si alzarono. "Lavoro impressionante. Immagino che l'abbia fatta Tom, giusto?"

"Quella sì." Xerosis tirò fuori la sua passaporta dalla tasca, che era stata fatta con una pietra di luna. "Questo è il mio lavoro."

Silente annuì, ancora osservando la passaporta nelle sue mani. "Sono sorpreso che possa attraversare le barriere di Hogwarts" premise dopo un momento "anche se suppongo che non dovrei esserlo, Tom vi ha aggiunto una maledizione, una volta, dopo tutto."

Xerosis sbuffò. "La parola d'ordine per quella, credo sia 'Soluzione babbani'."

Silente aggrottò la fronte. "Un po' nazista, non trovi?"

"Onestamente, si aspettava qualcosa di meglio, da un paio di Signori Oscuri intenti a sterminare i mondani?" chiese Xerosis divertito.

Silente sospirò. "Forse sono semplicemente troppo ottimista." Fece una smorfia alla passaporta. "Non credi che potremmo cambiare la parola di attivazione?"

Xerosis sbuffò, ma tese la mano verso il bracciale, chiedendo "'Per la luna' sarebbe migliore?"

"Sì, credo che funzionerebbe perfettamente." accordò Silente, raggiante.

Xerosis cambiò la parola d'ordine e restituì la passaporta. "Ecco." disse quindi attivando la propria passaporta con un sorriso. Appena si schiantò sul suolo lunare, saltò in piedi e si spostò, solo per ridere quando vide Silente atterrare vicino a una libreria, mancando di poco un paio di libri con la testa.

Silente sorrise con naturalezza e si rialzò in piedi. "Ah, questo era proprio un viaggio! Attraverso il vuoto, hai detto?"

"Crea una mancanza di suono." commentò Riddle girando intorno ad uno scaffale per entrare nel loro campo visivo. La tensione delle spalle smentiva il tono tranquillo con cui aveva parlato; con uno scatto chiuse il libro che stava leggendo e attraversò la biblioteca, in attesa che loro si avvicinassero. "La mancanza di luce è propria del viaggiare attraverso lo spazio. Tuttavia abbiamo scoperto che, se si rallenta il viaggio tramite passaporta di pochi secondi, si possono vedere le stelle in lontananza." Poi si rivolse a Xerosis, mentre Silente lo osservava. "Ci hai messo un bel po' di tempo."

"Sono stato invitato a pranzo, mentre ero via." Xerosis informò il suo partner distrattamente, cambiando il suo incantesimo per apparire correttamente nelle sembianze di Xerosis. "Non volevo rifiutare."

"Hm." Riddle spedì il libro verso la mensola su cui lo aveva trovato e si voltò verso il Preside, che stava riordinando i libri che erano caduti al suo arrivo. "Professore." disse Riddle.

"Ciao, Tom," rispose Silente sorridendo debolmente "ti trovo bene."

Riddle tirò su col naso e si voltò. "La tua Mezzosangue ha buon gusto, in fatto di libri, Xerosis."

Xerosis alzò gli occhi al cielo, e fece cenno al Preside di seguirli, verso le scale. "Le farò sapere che la pensi così. Anche se non credo che toglierò l'insulto; Sarei curioso di sapere se si prenderà la briga di maledirti, per quello, oppure no."

"Lei non oserebbe."

"Se riuscisse a incolpare a me, oserebbe." rispose Xerosis con sicurezza, poi si voltò verso il Preside, sorrise a Riddle, e spinse la porta che dava sul tetto dicendo: "Benvenuto sulla luna, Preside."

La luna era ruotata abbastanza perché il sole splendesse su più di metà della città, che si estendeva in lontananza; l'altra metà era invece illuminata da lampade, distanziate lungo i camminamenti. C'era uno spazio vuoto tra il ‘Paradiso di Hermione' e il resto della città, in attesa delle scuole magiche, e dei binari del treno che le avrebbero connesse. Oltre quello spazio, tuttavia, erano collocati gruppi di edifici dipinti di tutti i colori. Molto più a sud, visibile solo perché sia l'edificio sia la biblioteca erano molto alti, sorgeva la base di Riddle.

Silente si voltò a guardare i due Signori Oscuri: Xerosis era appoggiato con nonchalance contro la ringhiera, che circondava il tetto all'altezza del petto, mentre Riddle stava a pochi passi di distanza, parlando tranquillamente, in uno strano dispositivo che aveva all'orecchio, e che Silente non aveva notato fino a quel momento. Dato che Riddle era occupato, si concentrò su Xerosis, chiedendo: "Quante persone possono vivere, qui?"

"Abbiamo calcolato di avere posto per circa un milione di persone, nel quartiere degli alloggi." disse Xerosis. "Ci sono circa cinquecentomila persone, in tutto il mondo magico, quindi avremo un sacco di spazio per crescere." Si raddrizzò e indicò lo spazio vuoto intorno a loro. "Questo sarà il distretto scolastico e si chiamerà Corvonero. Abbiamo spazio per le dodici più grandi scuole, e abbiamo intenzione di collegarle con il treno, la cui stazione sarà ospitata al livello più basso di questo edificio. In questo modo non dovremo modificare le protezioni esistenti."

"Avete intenzione di portare la scuola qui?" chiese Silente impressionato.

"Hogwarts ha suggerito che potremmo farcela, e abbiamo già spostato due manieri, fin qui, senza problemi." Xerosis si fermò per un attimo, poi ammise "Questo è anche parte del motivo per cui abbiamo bisogno del suo aiuto. Trasformare edifici in passaporte è, comprensibilmente, sfiancante. Più grande è la costruzione, maggiore è lo sforzo necessario. Tom ed io siamo d'accordo che ci piacerebbe spostare tutte le scuole qui prima del termine dell'anno scolastico, in modo che non ci sfugga nessuno degli studenti, e questo ci permetterà anche di spostare i ragazzi con il minimo sforzo. I genitori seguiranno molto più tranquillamente, se sapranno che i loro figli sono già qui."

"Così avete intenzione di rapire i bambini?" sospirò Silente. "Suppongo che non dovrei esserne così sorpreso."

Xerosis sorrise. "Sarà notevolmente più facile parlare di migrazione con le persone, se i loro figli saranno stati rapiti. Lo ammetta."

"Questo non significa che sia una cosa che si dovrebbe fare." rispose Silente stancamente.

"E' un modo semplice per dimostrare che funziona." commentò Riddle, unendosi a loro. "Xerosis, qualcuno vuole parlare con te." aggiunse tendendo la cuffia.

"Oh?" Xerosis prese l'aggeggio e se lo montò in testa. "Sì?" chiese mentre si allontanava. Era vagamente consapevole di Silente che chiedeva cosa avrebbero fatto per i nati babbani, ed era contento di essersi allontanato dalla conversazione, quando lo aveva chiesto; lasciò Riddle a cavarsela in quella particolare tempesta.

'So che non eravamo originariamente intenzionati a fargli vedere gli studenti,' disse Harry attraverso l'auricolare 'ma sarà nel nostro interesse.'

"Oh?" Xerosis sollevò un sopracciglio. "Questo potrebbe rivelarsi interessante. Tu sei qui?"

'Non saremmo qui, se non fossi venuto anche io.' sottolineò Harry seccamente. 'E sarà di aiuto, con Silente, vedere tutti noi che lavoriamo insieme, pacificamente. Soprattutto io. Noi. Oh, insomma...'

Xerosis ridacchiò. "Pensavo che Hermione e Neville non venissero, oggi, dal momento che avranno Incantesimi tra un'ora."

'Mm. Non ci sarebbero dovuti essere, ma io li ho convinti che era nel loro interesse e, poiché sia r03;r03;Hermione sia Terry sono nati babbani, possono dissipare alcune delle paure di Silente. Il che mi ricorda che dovresti, probabilmente, andare a fermare Tom dall'uccidere il vecchio pazzo.'

"Buona osservazione. Va bene, saremo lì a breve." Xerosis batté sull'auricolare per spegnerlo, mentre si dirigeva di nuovo verso il suo compagno e il Preside, che sembravano vicini a venire alle mani. "Su, su, Tom, non c'è bisogno di fare i capricci!" lo placò sorridendo allegramente.

:Abbiamo davvero bisogno di lui?: sibilò Riddle a malincuore, mettendo via la bacchetta.

:Purtroppo, sì. Harry ti ha spiegato la sua idea di portare Silente a Serpeverde District?:

:Sì. Penso che sia stupido, ma l'ha già fatto una volta...: Riddle si strofinò, irritato, la radice del naso. :Non mi piace l'idea di fargli sapere che Potter sta lavorando con noi, soprattutto con Severus che sa chi sei.:

:Lo scoprirà comunque, alla fine, Tom. Non possiamo essere aiutati, soprattutto se non ci muoviamo tutti insieme.: Xerosis sospirò e scosse la testa. :Andiamo entrambi, gli altri avranno bisogno della nostra completa attenzione per affrontare questo passaggio. Comunque mi piacerebbe continuare a interpretare il personaggio dello studente, se fosse possibile...:


:Però sarebbe più facile, per noi, se tu non dovessi dividete le tue attenzioni,: premise Riddle :ma non succederà finché non parlerai con il vecchio pazzo.:

Xerosis sbuffò. :Non ho intenzione di parlargli finché non avremo spostato Hogwarts. Non mi pensare così stupido.: Poi rivolse la sua attenzione a Silente, che stava osservando la conversazione sibilante con una curiosa espressione. "Pensiamo che lei potrebbe tratte dei benefici nell'incontrare alcuni dei nostri assistenti. Vuole darmi il r03;r03;braccio?"

Silente lo guardò incuriosito, tese il braccio e Xerosis li smaterializzò appena fuori della base, Riddle atterrò dietro di loro e disse "Questo è Serpeverde District. Gli edifici governativi e le risorse risiederanno qui."

Silente diede una rapida occhiata in giro, poi vide il gruppo di studenti che chiacchieravano intorno ad un albero vicino, e i suoi occhi si spalancarono. "Cos...?"

Harry li vide arrivare e tranquillamente lo disse ai suoi amici. Tutti si camminarono verso di loro, ma Harry era l'unico che non sembrasse nervoso. Sorrise e disse: "Ciao, Preside. Xerosis, Voldie."

"Potter..." sibilò Riddle socchiudendo gli occhi. "Io ti rivolto la pelle, se non la smetti di riferirti a me in quel modo."

"Non è colpa mia se tutti temono il tuo nome, talmente tanto, che pronunciarlo per intero fa sì che la gente emetta piccole grida di terrore."

"Noi non gridiamo." lo informò Morag, con un cipiglio.

"Ma ammetti che il terrore c'è."

Hermione allungò la mano e coprì la bocca di Harry, poi offrì un sorriso tremante, e a occhi spalancati, al Preside. "Salve, Preside."

"Signorina Granger." rispose Silente scrollandosi di dosso la sua sorpresa. I suoi occhi vagavano sui bambini nervosi, che gli offrivano espressioni variabili in base alla loro fiducia in lui, poi di nuovo a Xerosis e Riddle. Il più alto dei due Signori Oscuri sembrava irritato, e Silente si ricordò che Xerosis, in precedenza, aveva commentato che si fidava di Riddle, alla presenza di bambini. Chiaramente era vero, ed era chiaro, ora, come Xerosis potesse crederci, anche se Silente non era sicuro di quanto si potesse fidare del temperamento del suo ex-studente, soprattutto non con Harry Potter in giro.

"Luna è stata quella cui è venuta questa idea." commentò Xerosis pigramente, dondolando all'indietro sui talloni. "Harry è stato quello che ha portato l'idea alla mia attenzione, ed io ho l'ho spiegata a Lord Voldemort. C'era del lavoro da fare, per capire come rendere il piano una realtà, ma ci siamo riusciti abbastanza bene." Sorrise alla città, oltre che ai ragazzi. "Il Mio Signore Voldemort ed io abbiamo accettato che, poiché l'idea è stata dei ragazzi, potessero contribuire a renderla una realtà. Luna, Terry e Li hanno lavorato sullo spostamento degli animali magici e mondani, mentre Neville, Hermione e Millicent hanno lavorato alle serre. Morag, Tracey, Lillian e Harry stanno tutti contribuendo, evocando mobili in Tassorosso e Grifondoro District, o verniciando gli edifici. "

Silente guardò gli studenti. Sembravano orgogliosi del loro lavoro, a giudicare dai sorrisi che tutti fecero quando furono menzionati i loro doveri, e non dubitava che avessero fatto un buon lavoro, dopo aver osservato gli studenti che frequentavano Harry mentre crescevano e prosperavano nel corso degli anni. Ma qualcosa che Xerosis aveva detto lo infastidiva un po'. "Harry, ragazzo mio, Xerosis ti ha contattato?"

Harry sbatté le palpebre innocentemente e si tirò via la mano di Hermione dalla bocca, che non l'aveva ancora rimossa. "Sì? Conosco Xerosis da prima di iniziare Hogwarts." Sembrava confuso per un momento. "Andy non glielo ha detto? Lei l'ha scoperto e ho pensato che l'avesse fatto sapere a tutti, già tempo fa..."

Silente sospirò in silenzio. In effetti Andromeda aveva accennato a qualche preoccupazione riguardo alle persone di cui Harry era amico, ma lui aveva ignorato i suoi avvertimenti, non vedendo niente di sbagliato nei Serpeverde con cui il ragazzo spesso trascorreva del tempo. "Capisco." I suoi occhi si posarono su Xerosis, solo per ricevere dal vampiro un sorriso a trentadue denti, completamente indifferente. Davvero non aveva alcun motivo di preoccuparsi, perché non c'era molto che Silente potesse fare con queste informazioni, non ora. "Capisco." disse ancora.

"Oh!" esclamò Hermione guardando l'orologio e afferrando il braccio di Neville. "Dobbiamo andare, o arriveremo in ritardo!"

"No, non lo sarete," disse Xerosis, divertito. "Avete ancora mezz'ora, prima di dover andare, e quasi quaranta minuti, prima di dover andare veramente. Che cosa c'è che non va, Hermione?"

Hermione girò un cipiglio sul più piccolo dei due Signori Oscuri. "Alcuni di noi hanno ancora rispetto per il Preside!"

Xerosis ridacchiò. "Ecco perché mi piacerebbe che rimaneste a parlare, almeno fino a quando non dovrete tornare. Vuoi?"

"Questo significa che il resto di noi può andare a fare qualcosa di produttivo?" Chiese Lillian, le mani sui fianchi. "Ci sono già abbastanza persone che sembrano dei Grifondoro, e che possono restare qui, Mio Signore."

Xerosis addirittura rise, e anche Riddle sembrò divertito mentre salutava gli adolescenti. "Boot, Potter, Granger e Paciock, in soggiorno. Il resto di voi, fuori dalla mia portata d'incantesimo."

Ci fu qualche risata nervosa, mentre la folla si disperdeva verso i propri doveri. Nell'edificio vicino c'era un camino collegato agli altri quartieri, che in genere gli studenti usavano per spostarsi, quindi tutti si diressero là e svanirono. Nessuno di loro era interessato a testare la pazienza del Signore Oscuro dagli occhi rossi.

"Preside, credo che lei e il mio Lord Voldemort steste discutendo il problema dei nati babbani?" chiese Xerosis, dondolando sui talloni.

Silente si concentrò su quello che appariva come un vampiro, scurtandolo a occhi socchiusi. "Lo stavamo facendo." I suoi occhi guizzarono verso Riddle, che era appoggiato con noncuranza contro il lato dell'edificio, l'espressione compiaciuta. "Il Preside sembrava pensare che ti saresti rifiutato di far loro incontrare i genitori."

"Questo è quello che vorrebbe che accadesse." mormorò Hermione, senza batter ciglio quando Riddle le lanciò uno sguardo di avvertimento.

Harry fece un passo tra il suo amico e l'Oscuro Signore e riprese l'uomo con uno sguardo indifferente, prima di dire "E' qualcosa su cui dibattere, in realtà. Voldie..."

"Potter...!"

"Posso usare il nome di Luna per te, se preferisci." scattò Harry.

Xerosis sospirò e scosse la testa, interrompendo il suo futuro io prima che potesse proseguire. "Potreste, voi due, non tentare di uccidervi a vicenda ogni dieci minuti, prego. Non voglio dover ripulire il sangue, soprattutto non qui fuori, rimarrebbe per terra." Xerosis si fermò a considerare la cosa mentre i due rivolgevano i loro sguardi furiosi su di lui. "A pensarci bene, fatelo pure. Mi piacerebbe avere una ragione per prendervi in giro, ogni volta che passo di qui."

"E' una situazione complicata." disse Neville prima che qualcuno potesse estrarre la bacchetta, dimostrando di avere il coraggio necessario per essere un Grifondoro. Quando tutti si rivolsero verso di lui, Riddle fu l'unico a guardarlo con rabbia; Neville tentennò un po' ma spiegò: "Non è proprio... sicuro, sulla terra, non adesso che i babbani bombardano chiunque sia anche solo sospettato di avere la magia così, mandare i nati babbani a stare con i loro genitori, semplicemente non funzionerebbe. Visitarli forse, ma non potrebbe essere per sempre."

"E' come i diritti di visita." disse Harry scrollando le spalle. "Quando i genitori divorziano, si deve capire con chi il bambino trascorrerà il suo tempo, giusto? Di solito è mandato a vivere con il genitore più responsabile, quello che può tenerlo al sicuro e badare a lui, non con quello che riesce a malapena a ricordarsi di mangiare. Ma questo non vuol dire che il ragazzo non possa visitare quel genitore, solo che non vivranno insieme."

Silente scosse la testa. "Allora, che cosa? Avete intenzione di istituire delle visite a questi genitori babbani?" Si rivolse a Riddle e Xerosis, chiaramente contrariato.

"Preferirebbe che li lasciassimo in superficie, dove potrebbero essere fatti esplodere?" chiese Xerosis, sorridendo condiscendente. "O, forse, preferirebbe che invitassimo i genitori a vivere qui, sapendo che non sarà mai permesso loro di visitare di nuovo le loro famiglie babbane?"

"Io..." Terry si guardò i piedi. "Preferirei che la mia famiglia sapesse che sono al sicuro, piuttosto che vivere nella paura che, un giorno, la loro casa possa esplodere a causa mia. Loro..." Si mosse a disagio. "Mia nonna è dentro e fuori dall'ospedale a causa degli attacchi di cuore, e papà non può lasciarla, non ora. Non potrebbe mai salire qui, senza avere la possibilità di dirle addio. Ma se è solo per me, va bene."

"Niente di tutto questo avrà importanza per un altro decennio o giù di lì, in ogni caso." rilevò Harry, mentre stringeva la spalla di Terry in uno spettacolo di silenzioso sostegno. "I bambini nati babbani, che si trovano ora nella società, devono ancora crescere e non stiamo progettando di rapire dei neonati, no?"

"Se si trovano negli orfanotrofi babbani, sì." sentenziò Riddle.

"Vorreste portare via dei bambini ai loro genitori?" chiese Silente. "Senza nemmeno avvertirli?"

"E se li avessero cacciati, invece?" scattò Riddle. "Pensi per un minuto, professore! Con la testa, non con il suo cuore cieco! Se lasciamo i piccoli mezzosangue sulla superficie, saranno morti entro il loro decimo compleanno!"

"Non sarebbe più gentile scambiare un bambino orfano con uno magico, prima che i loro genitori si affezionino?" aggiunse Xerosis con leggerezza. "Alla famiglia mondana arriverà un bambino da crescere, e un povero orfano avrà dei genitori. Tutti saranno felici."

"Tutto bene, fino a quando il padre non comincerà a pensare che la mamma ha barato." Aggiunse Harry, gli occhi scintillanti di divertimento.

"E dovrei preoccuparmi dei battibecchi dei mondani? Perché?" replicò Xerosis.

Silente scosse la testa, ammettendo che il vampiro aveva portato una buona argomentazione, anche se non gli importava dei mondani. "E cosa ne farete dei bambini, una volta che saranno qui?"

"L'ideale sarebbe che le famiglie magiche adottassero gli orfani." suggerì Xerosis. "Abbiamo costruito un orfanotrofio, ed è pronto, ma ci aspettiamo delle adozioni in tempi brevi, quindi non dovrebbe restare affollato troppo a lungo. Per la mia esperienza, quello che i purosangue odiano dei nati babbani, è che ragionino come i mondani e che abbiano le loro credenze. Forse, se fossero cresciuti con la stessa mentalità e con le credenze della media delle persone nate in famiglie magiche, parte di quel disprezzo ridicolo potrebbe essere eliminato. Inoltre le lezioni scolastiche sarebbero più semplici, se tutti partissero da un livello simile." Xerosis si strinse nelle spalle al cipiglio di Silente. "Tutti sarebbero felici, stiamo progettando il modo per inserire tutti, nella nostra comunità."

Riddle emise un suono irritato, ma tacque quando entrambi, Xerosis e Harry, gli lanciarono sguardi taglienti. C'era poco che il Signore Oscuro potesse dire, sui mezzosangue, quando era in palese inferiorità numerica e, soprattutto, mentre Silente era lì. Non era un masochista e nemmeno un suicida.

"Sono curioso di sapere una cosa..." disse Terry incerto.

"Vai..." suggerì Harry, sorridendo.

Terry si strinse nelle spalle e sparò al suo amico una smorfia. "E le famiglie miste?"

Tutti rivolsero lo sguardo al punto dove Riddle e Xerosis stavano avendo una conversazione silenziosa, fatta di sopracciglia sollevate e sguardi torvi. Infine, Riddle sbottò "Bene!"

Xerosis sorrise vittorioso e annunciò "Lasceremo a loro la scelta, immagino. Se vogliono vivere qui, sulla luna, potranno farlo, ma dovranno essere considerati morti da tutti i loro parenti babbani, giù sulla terra. Se scelgono di rimanere sulla terra, saranno trattati come una normale famiglia mondana e vedranno i figli durante le visite programmate."

"E se preferiranno tenere con sé il loro bambino?" chiese Silente. "Se almeno uno dei genitori è in grado di usare la magia, possono insegnargli."

"No." disse Xerosis con voce dura, mentre l'aria si raffreddava. "Non voglio restarmene a guardare mentre un bambino viene ucciso perché i suoi genitori sono degli idioti. Se sono adulti, possono scegliere, a loro rischio, ma se hanno meno di diciassette anni, si trasferiranno qui."

"Questo è rapimento..."

Xerosis scattò in avanti, troppo veloce per il vecchio Preside perché potesse seguirne il movimento, e si spostò ad affrontare il vecchio mago, faccia a faccia, il fatto che fosse più basso non sminuiva il senso di pericolo che emanava da quegli occhi chiari. "Io non sono un uomo buono, Albus Silente, e le chiedo di non confondermi con uno di loro. Se penso che rapire un bambino potrà allungargli la vita, lo farò, non importa quello che lei o qualsiasi altro cuore sanguinante possa dire sui diritti della famiglia. Lascerò che i genitori si suicidino, se questo è il loro desiderio, ma non permetterò loro di forzare lo stesso destino su un innocente. Sono stato chiaro?"

"SS-sì..." Rispose Silente mentre il gelo lo circondava.

L'aria si riscaldò bruscamente e Xerosis fece un passo indietro, tutto sorrisi e voce allegra, dicendo: "Hermione, Neville, credo che sia giunto il momento, per voi, di andare a lezione. Non vogliamo certo farvi arrivare in ritardo."

"Oh!" Hermione afferrò il braccio di Neville. "Andiamo!"

"Ciao." disse Neville, mentre era trascinato via dalla sua amica dai capelli cespugliosi.

Terry, Harry e Xerosis fecero saluti divertiti ai due Grifondoro che attivarono la passaporta, poco più in là.

"Pensi che Paciock abbia di nuovo perso la passaporta?" scattò Riddle, notando che avevano usato quella di Hermione per andarsene.

"Non credo, ma glielo chiederò." disse Harry.

Riddle girò sull'adolescente dagli occhi verdi uno sguardo disgustato. "Creerò la prossima con la sua pelle."

"Non c'è bisogno di essere così drastico." lo calmò Xerosis. "Gli ho già spiegato che può avvertire me, se la perde. E poiché non è terrorizzato da me..."

"Merlino sa perché non lo sia." mormorò Riddle sottovoce.

"... me lo dirà se succede di nuovo" finì Xerosis, ignorando il suo compagno Signore Oscuro. Poi si rivolse a Silente, che sembrava ancora scosso, ma anche divertito dalle loro interazioni. "Preside, dovrebbe probabilmente ritornare. Sa come raggiungermi, se avesse ulteriori domande." I suoi occhi guizzarono verso Harry. "Ha molti modi per raggiungermi, in realtà..."

Silente guardò verso il punto dove i ragazzi, Harry in testa e Terry dietro di lui, si avviavano verso un camino. "Sì, certamente." Si voltò a guardare i due Signori Oscuri, uno sorridente, l'altro accigliato. "Non credo che sarò accolto qui in qualsiasi momento, a differenza dei miei studenti, giusto?"

Xerosis ridacchiò. "No, mi dispiace, ma no. Non possiamo garantire per la sua sicurezza, e non c'è motivo per iniziare una scaramuccia, qui, solo perché lei e i Mangiamorte non vi sopportate. Se desidera tornare può mettersi in contatto con me, ed io la porterò su di nuovo. "

"Mi piacerebbe iniziare a creare le passaporte, questo fine settimana." interruppe Riddle, spingendosi lontano dal muro cui era appoggiato e sistemandosi accanto al suo compagno. "Abbiamo capito come fare, compresa l'attivazione, abbiamo solo bisogno di configurarle. E' libero, questo fine settimana?"

Silente batté le palpebre e annuì. "Volete iniziare con Hogwarts?" indovinò.

"Se qualcosa va storto, lei sarà in grado di farcelo sapere." si accodò Xerosis. "E lei sarà anche in grado di dirci se una passaporta a lungo raggio reagirebbe male, con le difese della sua scuola."

"Avete intenzione di creare la passaporta nella pietra di volta?" chiese Silente, incuriosito.

"In sostanza." concordò Riddle.

 

"Ciò richiederebbe un'intera squadra." notò Silente.

"Noi tre e Harry lanceremo l'incantesimo." disse Xerosis. "Possiamo usare Lucius e Luna per stabilizzarlo, come l'altra volta, e forse Severus? Barty è stato bravo l'ultima volta, ma..."

Riddle annuì. "Severus sarebbe un sostituto migliore." disse.

"Miss Lovegood?" chiese Silente. "E Harry? Pensate che sia saggio utilizzare degli studenti?"

"Harry e Luna hanno aiutato con le protezioni, l'ultima volta." rispose Xerosis scrollando le spalle. "Harry ha un sacco di potere magico, e apprende la teoria abbastanza rapidamente; Luna è in grado di dirigere la magia, e ha la concentrazione necessaria per non farsi sopraffare, e questo è tutto ciò che serve. Se la caveranno entrambi, e abbiamo fiducia in loro."

"A dispetto del fatto che desidereremmo occasionalmente ucciderli."

Xerosis ridacchiò. "No, Tom, solo tu lo vuoi. A me piacciono."

"Molto stupido, da parte tua."

Silente sorrise. "Quando, questo fine settimana?"

"Sabato sera, direi." decise Riddle. "Possiamo incontrarci nella sala d'ingresso, poco prima di mezzanotte."

"Ottimo." Silente tirò fuori la passaporta dalle sue vesti. "Presumo che mi riporterà al mio ufficio, quando la attiverò, giusto?"

"Più o meno." concordò Xerosis. "Buon pomeriggio, Preside."

"Anche a te, Xerosis." Silente si rivolse all'uomo dagli occhi rossi accanto all'apparente vampiro. "Tom".

Tom fece un cenno di risposta un po' a scatti.

Appena Silente se ne fu andato, Xerosis tornò alle sembianze di Harry e tirò fuori la sua giratempo. "Ora di lezione, vado."

"Divertiti." disse Riddle sarcasticamente.

Harry gli mandò un bacio, poi tornò sulla terra, prima che Riddle potrebbe fare di più che estrarre la sua bacchetta.

"Piccolo moccioso." ringhiò Riddle apprestandosi a cercare la versione di Harry attualmente sulla Luna; Aveva un sacco di maledizioni da testare.

 

-0-



Non ci furono problemi con le passaporte, che furono aggiunte alle protezioni di Hogwarts, e dopo di quelle riuscirono a sistemare le altre in tutte e dodici le principali scuole di magia. A metà maggio, sapendo che tutte le scuole erano aperte, Harry e Riddle attivarono le passaporte e le scuole furono trasportate, durante la notte, nelle aree a loro dedicate in Corvonero District, e sulla terra non scattarono allarmi di nessun tipo. Con qualche aiuto magico, e grazie alla ‘naturale' importanza di Harry, avevano fatto in modo che la notizia dello spostamento delle scuole facesse il giro del mondo prima che il sole fosse tramonto, di ogni paese, in modo che nessuno fosse evacuato prima che la notizia lo avesse raggiunto.

Nel frattempo la maggior parte dei Mangiamorte si erano trasferiti alla luna, alcuni portando i loro manieri, altri più semplicemente imballando tutti i loro averi e trovandosi una nuova casa. C'erano un certo numero di branchi di licantropi, ora in viaggio verso il lato più lontano della luna, fuori dalla luce del sole, e molte altre creature magiche erano già state trasportate fino a lì grazie al gruppo coordinato da Luna.

Beauxbatons, Durmstrang e Hogwarts furono le ultime tre scuole a essere spostate, e al risveglio tutti gli studenti furono troppo distratti dall'improvviso cambiamento, per rendersi conto che Harry Potter era scomparso. Solo gli amici di Harry, Piton e Silente lo notarono.

Silente avvicinò gli amici di Harry mentre la Sala Grande si stava svuotando, dopo la colazione - agli studenti era stato dato il r03;r03;giorno libero per abituarsi alla nuova vista - e chiese: "Devo supporre che nessuno di voi abbia visto il signor Potter?"


Gli studenti si scambiarono sguardi incerti, e poi Luna disse: "Ha deciso di smettere di giocare a fare lo studente."

"Giocare a fare lo studente?" chiese Silente.

"Uhm..." Gli studenti si spostarono incerti, nessuno di loro realmente interessato a spiegare, al Preside, chi Harry fosse.

"Significa che ho deciso di ammettere che sono Xerosis." disse Harry apparendo al fianco del Preside, in tempo per rispondere al commento di Luna. "Preside, se non le dispiace, abbiamo bisogno della sua presenza giù, sulla terra, per contribuire a calmare le masse. Non sono molto propensi ad ascoltare un paio di Signori Oscuri, e dubito che ascolterebbero Harry Potter."

"Harry..." sussurrò Silente confuso.

Harry sorrise, ma non fu un sorriso innocente come quello del brillante studente che Silente aveva sempre visto in lui, fu il sorriso duro che Xerosis fin troppo spesso indossava. "Preside, più a lungo sono lasciati a ribellarsi, più la gente morirà."

"Ribellioni?" sospirò Hermione.

Harry scrollò le spalle. "Le abbiamo calmate un po' ovunque, tranne che in Europa, in realtà." ammise. "Ma il mio Lord Voldemort ed io abbiamo la stessa cattiva fama, al di fuori dell'Europa, e quindi non c'è da sorprendersi. I Ministeri esteri sono stati più facili, da intimidire. I Ministeri europei, invece, non sono del parere di ascoltare un paio di Signori Oscuri, sequestratori di persone, quindi..." Si strinse nelle spalle.

"Io... Harry?" mormorò infine Silente, con una certa chiarezza, tornando a guardare i suoi occhi con terribile tristezza.

"Albus?" rispose Harry seccamente, alzando un sopracciglio in direzione del Preside. "I disordini? La gente che muore? Parleremo di mostri più tardi, vecchio pazzo."

"Harry!" lo rimproverò Hermione.

Harry le rivolse un sorriso, mentre Silente finalmente riusciva a riscuotersi dal suo shock e a concentrarsi sul problema attuale. "Dove?" chiese, tutto a un tratto pronto.

"La conferenza è a Hogsmeade." riferì Harry, tendendo la passaporta perché il Preside la toccasse. "Oh, Lil?"

"Sì?"

"Potresti far sapere a Severus che è richiesto alla base del mio Signore? Lord Voldemort ha bisogno di farsi fare un paio di pozioni. Barty ha le altre istruzioni."

"Glielo farò sapere." Promise Lillian.

"Benissimo". Harry balenò un sorriso verso tutti, poi attivò la passaporta.

Non appena furono arrivati, Harry aprì la strada attraverso la folla di giornalisti, Auror e cittadini. Voldemort era accerchiato da una folla torva, e si trovava dietro ad uno scudo, mentre diversi Mangiamorte con una posizione pubblica, come Lucius, cercavano di placare gli animi. Una volta però che la gente ebbe notato Harry, con occhi brillanti, e il divertito Silente al suo fianco, tutti sembrarono dimenticare completamente Voldemort.

Silente era pratico, a gestire le folle, e riuscì a calmare tutti abbastanza a lungo da farsi ascoltare realmente, poi rispose alle loro domande.

"Preside, gli studenti sono al sicuro?" Chiese un giornalista nella ritrovata calma generale.

"Stanno bene." Disse Silente, mettendo un braccio amichevole intorno alle spalle di Harry. "Il signor Potter ha accettato di venire con me, per aiutarmi e assicurarvi che è tutto a posto."

"Preside, dove è la scuola?" Chiese qualcun altro. "Anche Durmstrang e Beauxbatons sono spariti."

"Sono stati trasferiti sulla luna." confidò Silente. "Lord Voldemort, Xerosis ed io siamo tutti d'accordo che è troppo pericoloso, per le persone magiche e i babbani, rimanere sullo stesso pianeta. Questo è stato un progetto, su cui lavoravamo da lungo tempo, che finalmente oggi è giunto al suo coronamento."

"La luna difficilmente potrà essere sicura...!"

"E' stata messa in sicurezza." scattò Voldemort, arrivando al fianco del Preside e sorridendo al suo partner. "Voi idioti, preferite rimanere qui, sulla Terra, dove i babbani fanno esplodere isolati ogni settimana, o preferite spostarvi fino alla luna, dove sarete al sicuro?"

"Tom ..." lo richiamò Silente, mentre la folla rumoreggiava davanti al suo tono.

"E' fantastico!" gorgheggiò Harry, saltellando un po' sulla punta dei piedi e mostrando il volto di un bambino eccitato. "Ho guardato fuori dalla finestra del mio dormitorio, questa mattina quando mi sono alzato, ed è stato un po' strano, immagino, ma è figo. Voglio dire, siamo sulla luna! Vivere sulla Luna è incredibile! Ci sono un sacco di altre scuole lassù. Avete mai visto l'Adobe Institute? O le Tre Piramidi? Hanno un aspetto così diverso dalle scuole europee!"

L'entusiasmo di Harry sembrò catturare tutta l'attenzione della gente, e gli valse un gran numero di sorrisi. "Tu non sei preoccupato, signor Potter?" chiese uno.

Harry scosse la testa, le guance iniziavano a fargli male per il troppo sorridere. "No! E' davvero figo lì, e ho fiducia nel Preside: se lui dice che staremo bene, sarà così, giusto?" Guardò Silente con gli occhi spalancati.

"Certo che sì, ragazzo mio." Concordò Silente, quasi dimenticando, per un momento, che Harry aveva ammesso di essere Xerosis. Come poteva un bambino così brillante essere così freddo e spietato per la sorte dei babbani?

Ci furono un paio di domande, tra cui alcune sulla logistica per lo spostamento fino alla luna. Harry lasciò Voldemort e Silente a gestirle - non era tecnicamente suo compito, come studente - e fece cenno a un paio di Mangiamorte di unirsi a lui, qualche passo dietro ai due leader. "L'equipaggiamento è pronto per essere piazzato?" Mormorò a Lucius, una volta che l'uomo si fu unito a lui, accertandosi che il dispositivo che aveva creato, per monitorare i futuri nati babbani, fosse pronto.

"Fatto, Mio r03;r03;Signore." rispose Lucius, gli occhi che guizzavano nervosamente verso il punto dove i giornalisti stavano parlando con il Preside e il Signore Oscuro. "Volete che lo impostiamo ora?"

"Sì per favore. Porta la tua squadra al Dipartimento dei Misteri, e gettalo sotto una roccia." ordinò Harry, facendo scivolare verso l'uomo uno dei suoi tesserini da Indicibile. "Questo dovrebbe farti entrare senza problemi. E, Lucius..."

"Non fallirò, Mio r03;r03;Signore." Promise Lucius.

Harry gli offrì un sorriso luminoso. "Sapevo di poter contare su di te. Una volta fatto, mettiti a disposizione per aiutare con l'evacuazione."

"Mio Signore." Si congedò Lucius con un leggero inchino. Poi raccolse la sua squadra e si smaterializzò al Ministero.

Harry si riunì a Silente e Voldemort, mentre i cronisti cominciavano ad allontanarsi. Sorrise a un Voldemort irritato. "La squadra di Lucius è in viaggio."

"Almeno qualcosa sta andando bene, oggi." mormorò Voldemort.

"Come sei pessimista." Harry alzò gli occhi. "La conferenza è andata bene, in ogni caso. Nessuno è morto." Harry fece una pausa e girò uno sguardo diffidente verso il suo compagno Signore Oscuro. "Giusto?"

"Non per la mia mano."

"Hm." Harry scrollò le spalle e guardò Silente. "Beh, Tom ed io dovremmo probabilmente tornare lassù, per gestire gli arrivi. Merlino sa che non possiamo lasciare da soli i Mangiamorte per sempre. Ha bisogno di mandare un messaggio alla professoressa McGranitt? Immagino che lei intenda rimanere qui, per aiutare con il trasloco."

Silente annuì. "Sì, credo che lo farò. Falle sapere che sto assistendo in superficie. Saresti così gentile da lasciarmi una passaporta?"

"Oh!" Harry prese una pietra dalla strada, e subito lanciò il complicato incantesimo per trasformarla in una passaporta. "Questa dovrebbe farla tornare nel suo ufficio. Non è bidirezionale, quindi se ha bisogno di tornare qui, dovrà trovare uno di noi due. O magari vuole provare di persona l'incantesimo?"

Silente scosse la testa e infilò la pietra in tasca. "Credo lascerò a voi, questa abilità." Si fermò per un momento, mentre i due Signori Oscuri tiravano fuori le loro passaporte, poi disse: "Harry?"

"Hm?"

"Perché?"

Harry sbatté le palpebre, un paio di volte, la confusione nei suoi occhi luminosi. "Perché cosa?"

"Perché tu..." Silente scosse la testa. "Tu sei Xerosis?"

La comprensione apparve in quegli occhi verde brillante, oscurati da ricordi di morte. "Gliel'ho detto, una volta: i mondani hanno ucciso la mia famiglia, e con la loro paura della nostra specie hanno distrutto questo mondo, non lasciando niente, nemmeno per se stessi."

"Sei solo un quindicenne." sussurrò Silente.

"Lo sono?" Harry fece un sorriso amaro e stanco, poi attivò la sua passaporta, lasciando Silente a rimuginare le sue parole.

 

 

-0-



"Salve, esseri umani non-magici," disse Harry allegramente alla telecamera. L'avevano presa in un locale al centro di Glasgow, e la stavano usando per registrare, e poi trasmettere, le loro parole in tutto il mondo, annunciando il loro trasferimento dal pianeta. "Il mio nome è Harry Potter, e sono un mago."

"No, non ho preso droghe e, no, non ho sbattuto la testa. Ho davvero la magia, proprio come tutte le altre persone cui voi avete dato la caccia, fin dal Medioevo."

"Il mondo magico è stato recentemente sotto attacco da parte dei non magici, terrorizzati da quello che avremmo potuto farvi, con queste abilità impossibili che possediamo. Ammetto che abbiamo iniziato noi, quando abbiamo deciso di far saltare in aria un paio di laboratori e di villaggi della Gran Bretagna, ma suppongo che alla fine siamo tutti esseri umani, e tutti ci scagliamo contro quello che non capiamo."

"Io non sto chiedendo il vostro perdono, e non vi concederò il nostro. Il fatto è questo, ci siamo entrambi attaccati l'un l'altro e abbiamo entrambi ucciso degli innocenti, in nome della paura e per garantire la nostra sicurezza. Non dubito che questi attacchi continueranno, fino a quando uno, o entrambi i nostri popoli, saranno completamente debellati."

"Mentre parlo, il mio compagno, Tom, è a un incontro con le Nazioni Unite, e sta elaborando un trattato di pace tra la popolazione magica, che si è spostata sulla luna, e la popolazione non-magica, qui sul pianeta. Non posso dire per certo che tipo di concessioni saremo in grado di fare, ma posso dirvi questo: vi lasceremo in pace, se farete altrettanto. Se tenterete di avviare una guerra con noi, distruggeremo il vostro pianeta prima che possiate lanciare un missile contro la luna." L'espressione di Harry si fece scura, e piena d'intenti omicidi, e per un lungo momento, la stanza ghiacciò.

Poi, improvvisamente, fu di nuovo tutto sorrisi e fascino fanciullesco. "Con un po' di fortuna, questa sarà l'ultima volta che sentiremo parlare gli uni degli altri. La mia gente si è completamente spostata, e il viaggio era a senso unico, quindi non ci sarà alcuna possibilità, per noi, di fare ritorno. Potete vivere in pace, senza la preoccupazione che il vostro vicino di casa potrebbe girarsi e maledirvi, costringendovi a ballare nudi intorno al quartiere, o qualunque altra cosa voi temiate da noi. Allo stesso modo, noi non dovremo più temere che la conduttura dell'acqua della nostra casa, all'improvviso, vada in frantumi sotto di noi. Come dice il tipo dalle orecchie a punta, in tivù," Harry tese la mano nel simbolo che aveva visto in uno dei programmi preferiti di James e Albus "‘lunga vita e prosperità'."

La luce rossa della telecamera si spense, e Harry saltò giù dalla sedia per unirsi a Barty e Luna e controllare il video. "Allora?"

"Eri meravigliosamente terrificante, Mio r03;r03;Signore." lo rassicurò Barty, mentre Luna usava le istruzioni per la trasmissione, per inviare il tutto al sistema satellitare.

"Humm. Con po' di fortuna Tom avrà le Nazioni Unite sotto il suo controllo, per la firma del Trattato. Odierei davvero aver inviato questo messaggio, se poi risultasse che non abbiamo un Trattato."

"Non sarà un problema." disse Luna con certezza. "ToMeister può dire..."

"Minacciare." tossì Barty.

"...che chiunque è libero di fare le proprie proposte." Finì Luna lanciando a Barty uno sguardo affettuoso.

"Hmm. Ora, tutto quello che dobbiamo fare, è giocare con i politici magici." commentò Harry, mentre Luna terminava l'invio del messaggio. "Che divertimento."

"Meglio a te che a me!" disse Luna in una cantilena.

"Meglio questo, che essere bloccato in classe per tutto il giorno, grazie." replicò Harry.

"Non c'è niente di sbagliato nell'andare a lezione." mise il broncio Luna, ma si lasciò condurre fuori dallo studio, e oltre la linea di tecnici e attori in stato d'incoscienza.

"Non la prima volta, certamente." accettò Harry.

Barty scosse la testa, dietro di loro, senza nemmeno preoccuparsi di chiedere. Era già giunto alla conclusione che il Suo Signore non gli avrebbe mai spiegato la ragione delle sue conoscenze impossibili e della sua maturità, e chiedere gli avrebbe solo fatto guadagnare una grande quantità di risate da parte di Harry, o una Cruciatus da parte di Voldemort, secondo chi era presente.

"Harry?" chiese Luna una volta che furono di nuovo nella base sulla Luna, lasciando Barty a prendersi cura di altre cose, mentre Harry prendeva posto dietro la scrivania, cosparsa di carte.

"Sì, amore?"

Luna sembrò a disagio per un minuto, poi chiese: "Che cosa succederà, con il tuo affare? Con la Morte?"

Harry scrollò le spalle e tornò a guardare il foglio, cui stava lavorando prima e che aveva lasciato a metà. "Ci saranno rivolte, ma quelle non conteranno negli accordi di Tom, o nei miei. Io ammazzerò di nuovo, e un giorno raggiungerò il numero che la Morte mi ha imposto. Forse, per allora, avrò vissuto una vita lunga, e questo posto sarà in pace."

"Una lunga vita con Tom?" chiese Luna.

Gli occhi di Harry guizzarono su, guardandola da sopra gli occhiali. "Sì."

"Lo vuoi corteggiare?"

Harry sospirò. "No, Luna."

"Vuoi lasciare che lui ti corteggi?"

Harry si appoggiò allo schienale della sedia e rimuginò per un momento, la fronte corrugata. "Suppongo. Ma è una sua scelta."

Luna sorrise, annuì e uscì dalla stanza. Appena fuori, disse "Oh, già di ritorno dalla riunione?"

"Lovegood, usci dal mio ufficio!" scattò Riddle.

Harry sbatté le palpebre, e afferrò le sue carte mettendosele davanti, quando il più alto dei due Signori Oscuri entrò, impettito, nell'ufficio e sbatté la porta sulle risatine di Luna. Harry rimase tranquillo, mentre Riddle si avvicinava alla sua scrivania e schiaffava una carta davanti a lui, con forza sufficiente da far saltare il calamaio, minacciosamente.

Harry lanciò una rapida occhiata al documento, e lo riconobbe come il Trattato di pace, poi sorrise. "Eccellente".

"Potter..." iniziò Riddle prima di interrompersi.

Harry alzò lo sguardo e aggrottò la fronte, davanti allo sguardo incerto sul volto del suo partner. "Tom, stai ben..."

"Ti ho baciato." disse Riddle in tono diretto, un po' teso.

Harry rifletté per un istante, con espressione neutra. "Sì. Eri ubriaco."

"Non lo ero." Riddle insistette. "Io ero..."

"Non eri al meglio, Tom," lo interruppe Harry con fermezza "hai sentito Luna parlarne."

Riddle strinse la mascella per un momento, poi sputò fuori "Che cosa vuoi?"

Harry sbatté le palpebre. "Che cosa v... Cosa?"

"Che cosa..." Riddle annaspò per un momento, la confusione lampeggiava negli occhi rossi. "Sai cosa sto cercando di chiederti!"

Harry sbuffò. "Tu sei mio amico, Tom, e il mio compagno nel governare la nostra gente..."

"Non è quello che ho chiesto!"

Harry rimase in silenzio per un lungo momento, guardandolo con occhi più vecchi dei suoi anni. Infine, quando Riddle si fu placato e si voltò per andarsene, Harry tranquillamente disse "Io non so quello che voglio. Io..." si tolse gli occhiali e si strofinò stancamente gli occhi "voglio che la mia gente sia al sicuro. Non voglio perdere i miei amici, anche se ho lasciato Hogwarts. Voglio godermi una cena con il mio padrino, almeno una volta al mese. Diavolo, voglio poter visitare la mia famiglia senza la sensazione che i vicini stiano per spararmi alla schiena, perché sono il Signore Xerosis."

"E poi..."

"Io non voglio perdere questa... questa amicizia, o qualsiasi altra cosa sia, solo perché la mia migliore amica pensa che ho bisogno di scopare." finì Harry senza guardare Riddle.

Riddle soffocò e girò sul suo compagno uno sguardo incredulo. "Lei che cosa?"

Harry sorrise, ma il sorriso non raggiunse i suoi occhi. "Parole mie, non sue." Sospirò e alzò lo sguardo, mezzo cieco senza gli occhiali che ancora teneva in mano, verso l'uomo più alto. "Tu non sei privo di attrattive, Tom, e questo corpo ha solo quindici anni, anche se io sono molto più vecchio. Non rifiuterei un altro bacio, ma non voglio forzarti. Oltre a questo, però, conosco la tua posizione sulle emozioni, in generale, e in particolare sull'amore." Si rimise gli occhiali e si chinò sopra la sua scrivania, per continuare il suo lavoro d'ufficio, rifiutandosi di dire altro di più, in merito.

Ci fu un lungo silenzio, rotto solo dai suoni della piuma di Harry che scribacchiava la sua firma sui moduli e mischiava le carte sulla sua scrivania. Alla fine Riddle tornò al suo tavolo e si mise al lavoro, aggiungendo altri rumori tranquilli di scartoffie.

Quando l'orologio batté le sei, l'ora della cena, entrambi misero via le loro penne e riordinarono le loro scrivanie. Alla porta, Riddle disse "Vorresti... unirti a me, per cena?"

Harry sbatté le palpebre, sinceramente sorpreso per un attimo, prima che le sue labbra formassero un debole sorriso. "Certo."

Riddle annuì e fu così.


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Owari
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Nota della Traduttrice:

Se siete arrivati fin qui, e se questa storia vi è piaciuta, allora forse potrebbe interessarvi anche 'Stand Against the Moon', della stessa autrice.
Sempre su questo genere, che io amo molto, se siete proprio disperati, potreste anche provare la mia fic originale, 'Praga: Caput Regni'... ma non sono brava come Batsutousai, purtroppo!
  
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