Serie TV > Once Upon a Time
Ricorda la storia  |       
Autore: Nao Yoshikawa    01/02/2017    10 recensioni
Cosa sarebbe successo se non vi fosse stato alcun sortilegio?
Molti di voi diranno: "beh, non sarebbe esistito Once Upon a Time".
Io invece voglio provare a vedere come le cosa sarebbero potute andare, in compagnia dei personaggi che tanto amiamo.
Quindi, questa è la storia della principessa Emma, delle sue avventure e del suo grande amore.
Ma non solo...
Riusciranno i nostri eroi a vivere per sempre felici e contenti?
.
.
.
EmmaxBaelfire
RumplexBelle
ReginaxRobin
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1 - PROLOGO

Quella era stata  una notte importante. La piccola Emma, figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro, era venuta al mondo.
Tutto il regno aveva fatto festa per tre giorni, poiché la principessa dai biondi capelli e gli occhi chiari come il mare, a sua insaputa, era già amata da tutti, soprattutto dai suoi genitori.
I primi anni li aveva vissuti nella spensieratezza più totale, tra giochi di fantasia e giornate passate all'aria aperta. Poi, più in la', erano subentrati i doveri. Sangue reale scorreva nelle vene di Emma, tuttavia ella tendeva ad avere un' indole avventuriera che poco si addiceva  ad una principessa. Ma per il Principe e Biancaneve andava bene così. Dopotutto, anche quest' ultima sapeva fare cose come combattere e tirare con l'arco, e ciò le era sempre tornato utile.
Ma era nel giorno dei suoi dodici anni, che le cose sarebbero cambiate.
Il sole era sorto da poco e un profumo di rose si mescolava all'aria.
Emma, i lunghi capelli biondi, una coroncina  di margherite e un arco in mano, si stava dirigendo in prossimità del bosco.
Di solito, per una principessa non era consigliabile andare in giro da sola, ma almeno per qualche ora, ella aveva bisogno di un po' di libertà. I suoi genitori le avevano però raccomandato di non insinuarsi oltre il bosco, e lei li avrebbe anche ascoltati, se solo non avesse avuto la propensione a cacciarsi nei guai. Calpestando le foglie secche, si addentrò tra gli alberi, tanto stretti tra loro da non lasciare attraversarsi dai raggi solari.
Afferrò l'arco, poi con l'altra mano prese una freccia. Chiuse un occhio per mettere a fuoco quello che sarebbe stato il suo obiettivo, ovvero un albero di fronte a sé.
Portò il braccio indietro e infine scocco la freccia. Quest'ultima andò a conficcarsi, ma non nel punto che aveva mentalmente stabilito, bensì più in alto.
Sbuffò. Non era ancora perfetta, e la cosa la faceva spazientire parecchio.
Poi si chinò. Intorno a lei vi erano molti fiori, tutti di tipo, colore e fragranza diverse. Magari avrebbe potuto fare un' altra coroncina di fiori.
Così inizio a raccogliere quelle che sembravano delle viole.
Ma a sua insaputa, qualcuno la stava osservando, ben nascosto dietro un albero.
Fatale fu il suo calpestare le foglie. Emma infatti aveva subito udito, e nel momento in cui si era sollevata, aveva avvertito qualcuno alle sue spalle.
Immaginava che questo qualcuno avrebbe provato a scappare, così, senza scomporsi più di tanto, si  voltò e fece per scoccare un' altra freccia.
"Chi va là!" - esclamò.
La sua vittima aveva immediatamente alzato le mani in segno di resa. La principessa rimase molto sorpresa nel rendersi conto che si trattava di un ragazzo poco piu grande di lei, moro e dagli occhi gentili, anche se in quel momento molto spaventati.
"Ferma! -esclamò- non voglio farti del male!
"Voglio ben sperare! Sta indietro!" - disse decisa, facendo un passo in avanti.
Il ragazzo a quel punto sorrise, senza un apparente motivo.
"Se la tieni cosi finirai con l' uccidermi veramente. E allora mi avrai sulla coscienza per sempre"
Senza sapere il perché, la principessa era violentemente arrossita. Mise giù l' arco, con le labbra serrate.
"Chi sei?"
"Mi chiamo Baelfire. Tu invece?"
"Sono la principessa Emma"
L'espressione di Baelfire a quel punto era cambiata, era quasi sbalordita.
"Principessa? Tu sei la principessa Emma? Beh, non sapevo che le principesse sapessero usare un arco"
La bionda alzò gli occhi al cielo: ma che razza di risposta era?
"Ah, avrei fatto meglio a non dirtelo" - borbottò facendo per andarsene.
Il ragazzo però le era andato dietro, poiché l'aveva ormai presa in simpatia.
"Tu vieni qui ad esercitarti da sola? Lo faccio anche io, per questo sono qui. Quando hai due fratelli più piccoli non è facile che ti lascino in pace, così preferisco allontanarmi da casa..."
"Su questo posso capirti" - rispose brusca, continuando a camminare.
"Ecco, guarda!" - esclamo Baelfire mostrandole il proprio arco - ti ho vista sai, hai mancato il bersaglio prima"
"Quindi mi stavi spiando!"- disse indignata.
"Potrei insegnarti" - le sussurrò. 
Emma inarco un sopracciglio. Se fosse stato qualcun'altro avrebbe rifiutato, ma in fondo, quel ragazzo sembrava in gamba.
Poco dopo, i due, come se si conoscessero da una vita, iniziarono ad esercitarsi, mentre il sole sopra le loro teste diveniva pian piano più intenso e caldo.
"Tendi il braccio in questo modo - suggerì Baelfire - e cerca di tenerlo fermo. Mi raccomando, non farti prendere dall'emozione, è necessario che resti concentrata fino all'ultimo"
Emma ascoltò ogni sua parola, incantata dal suo tono di voce. Tuttavia, lo stargli così vicino, la metteva non poco a disagio.
"Ma chi ti ha insegnato?" - domandò nel tentativo di prendere tempo.
"Ho imparato da solo in realtà. Tu, invece?"
"La stessa cosa, anche se mi mia madre mi ha spesso dato dei suggerimenti"
"Accidenti, la vostra deve essere una famiglia davvero molto speciale"
"Sì, non sai quanto"
"Beh? - domandò sorridendo - stai cercando di prendere tempo? Non c'è bisogno di vergognarsi, può capitare di sbagliare"
Emma arrossì di nuovo, questa volta gonfiando le guance. Di ragazzi sfacciati come lui ne aveva conosciuti pochi, in genere quelli che lei era abituata a frequentare erano così educati e accondiscendenti.
Ma non si tirò indietro. Seguì i suoi consigli, senza neanche accorgersene, e scoccò la freccia, guidata più che altro dal desiderio di non fare figuracce.
Aveva chiuso gli occhi, e per questo non si era accorta che Baelfire era rimasto a bocca aperta.
"Però... molto meglio!" - gli sentì dire.
Quando la bionda aprì gli occhi e vide la punta della freccia conficcata nel tronco, si lasciò andare ad una risata in cui trascinò anche l'altro.
Il momento fu interrotto, ad un tratto, dallo squillare delle trombe in lontananza, cosa che fece sussultare Emma.
"Che succede?" - domandò il ragazzo.
"Devo andare, ho fatto tardi! - esclamò - grazie per tutto, ma adesso devo proprio tornare, è un giorno importante!"
"Perché? - urlò mentre l'altra iniziava a correre nella direzione opposta - che c'è oggi?"
"E' il mio compleanno!" - rispose, senza neanche voltarsi indietro.
L'ultima cosa che Baelfire vide, furono i suoi lunghi capelli ondeggiare al vento.
Poi le sue labbra si curvarono in un sorriso.
"Beh, allora buon compleanno, principessa Emma"

Tutte le volte la stessa storia. Ogni volta che andava a giocare fuori, i suoi abiti finivano con il rovinarsi. D'accordo che poteva averne quanti voleva, ma forse, il riuscire a prendersi cura delle proprie cose, sarebbe stato opportuno.
Rientrò a palazzo con la gonna dell'abito bianco sporco di terra. All'interno vi era un grande via vai tra la servitù, che si stava apprestando ad ultimare i preparativi per la festa che si sarebbe tenuta nel pomeriggio.
Emma sperò di raggiungere la propria camera prima che sua madre la vedesse. 
Ma chi assolutamente non avrebbe mai potuto non vederla, era suo fratello minore.
"Emma, eccoti!"
Il principe David, di sei anni appena, corse incontro alla sorella maggiore, saltandole al collo.
"Oh, David! - esclamò - adesso non posso, giocheremo dopo, d'accordo? E' già tardi!"
"Ma sei stata fuori per tutta la mattina!" - protestò il bambino dai capelli corvini.
"Lo so - sussurrò - però devo sbrigare a cambiarmi, prima che nostra madre..."
"Prima che nostra madre", cosa?"
Biancaneve era come apparsa dal nulla. Ella era nota per la sua bellezza e soprattutto per il suo coraggio. Era infatti stata lei, insieme al Principe, a fermare le malevoli intenzioni della Regina Cattiva.
"Emh... io..." - rispose Emma, portandosi una mano sul viso.
"Fammi indovinare, hai rovinato un altro abito, non è vero? Beh, non importa - sospirò - però credo sia il caso di andare a cercarne un altro, non credi?"
Biancaneve le porse una mano, e a quel punto Emma si sentì più tranquilla.
Una volta liberata dall'abbraccio del fratello, si apprestò a raggiungere la propria camera da letto, assieme alla madre.
Lì, una domestica la aiutò a cambiarsi d'abito. In realtà, aveva già scelto da un pezzo quale avrebbe indossato per i suoi dodici anni: era di color fiordaliso, dalla gonna ampia e brillante come un cielo stellato. E ovviamente, in bella vista sulla testa, avrebbe portato la propria corona che molto spesso preferiva lasciare a casa.
"Sei stupenda, Emma! - sentenziò Biancaneve - ogni volta finisco con il commuovermi"
"Oh, madre..." - sussurrò arrossendo lievemente.
L'idea di crescere la faceva stare in ansia e non di poco. Sapeva che crescendo sarebbero aumentate anche le responsabilità, e poi un giorno, quando i suoi genitori non ci sarebbero stati più, ci sarebbe stato tanto di cui occuparsi, e temeva di non esserne all'altezza.
Biancaneve aveva ovviamente notato il cambiamento d'espressione nella figlia.
"Tesoro, qual'è il problema?"
"Oh, non è nulla, è solo un po' d'ansia - la rassicurò - insomma, il tempo passa e ci sono sempre più cose da imparare. E a volte non so, temo di non essere brava a fare la principessa"
La madre sorrise, afferrandole dolcemente il viso.
"E perché mai? Sei bella, coraggiosa e di buon cuore. Hai tutte le carte in regola per esserlo. Avere paura... è normale. Ma vedrai, crescendo imparerai ad avere fiducia in te stessa e... ti innamorerai" - aggiunse con un sorriso malizioso.
"Madre! - esclamò arrossendo - vi prego, non vorrete organizzare un matrimonio o cose del genere, vero?"
"Dopo come io e tuo padre ci siamo conosciuti? Non potrei mai" - la rassicurò facendole l'occhiolino.
Le parole di Biancaneve adesso l'avevano rassicurata.
Si guardò allo specchio, sospirando.
Forse si stava creando troppi problemi, problemi che sicuramente anche altre principesse dovevano aver affrontato, a loro tempo.
"Va bene, basta pensare" - disse fra sé e sé.
Intanto, al piano di sotto, gli ospiti erano già arrivato. Biancaneve e James, con in braccio David, li stavano intrattenendo nell'attesa che Emma arrivasse.
Quest'ultima, con un nodo alla gola e sperando di non cadere, apparve in cima alle scale. E in quel momento, tutti gli occhi le si puntarono addosso, facendola sentire piuttosto a disagio.
Biancaneve, da lontano, le suggerì di fare un respiro profondo.
E così fece. Respirò a fondo, poi prese a camminare.
Una voce annunciò il suo arrivo, e quando cominciò a scendere le scale, la paura cominciò a scemare pian piano.
Si affrettò comunque a raggiungere i genitori.
"Come sono andata?" - sussurrò.
"Bene. Sei bellissima, Emma" - le disse affettuosamente James.
"Grazie. Io... non dovrò ballare, vero?" - domandò speranzosa.
"Ma certo che devi, è la tua festa - sorrise Biancaneve - guarda, ci sono già molti giovani che non vedono l'ora di danzare con te"
"Anche io voglio ballare con Emma!" - esclamò David.
"Lo farai dopo - rispose James, lanciando un'occhiata malevole alla fila di giovani che si preparava ad avvicinarsi alla figlia - certo, preferire se certe cose si potessero evitare"
"Oh, James, sei sempre il solito - sospirò Biancaneve - tu e la tua apprensione"
"Non sono apprensivo. La mia reazione è del tutto normale" - rispose offeso.
L'altra non potè fare a meno di ridere. Per James non era facile accettare il fatto che la sua bambina stesse crescendo, ed i suoi modi di fare in proposito erano parecchio divertenti.
Alla fine Emma danzò con tutti, mostrandosi sempre gentile e disponibile, malgrado il dolore causatole dalle scarpe e la voglia di andare a dormire.
Il momento migliore arrivò alla fine, poco prima della mezzanotte.
Nella sala della festa fu portata una torta a tre piani, di un colore simile a quello del vestito della principessa. Sopra, vi era ovviamente una candelina.
"Su Emma, esprimi un desiderio!" - la incitò Biancaneve.
La principessa ci pensò su. Doveva essere un desiderio ben formulato, non si tornava di certo indietro.
Poi chiuse gli occhi e pensò intensamente.
"Desidero vivere una vita meravigliosa e piena di avventure, dove l'amore non manchi"
Infine soffiò sulla candelina, ed in seguito tutti i presenti presero ad applaudire.
Emma sorrise contenta. Era solita a dare un peso importante ai desideri, certa che quest'ultimi potessero avverarsi, se ci si credeva realmente.
Non poteva ancora saperlo, ma la sua avventura era già iniziata.


Nota dell'autrice
Buonasera a tutti. Avevo quest'idea da circa quest'estate, e siccome oggi ero presa a bene finalmente mi sono decisa a condividerla con il resto del mondo.
Spero che come idea vi piaccia. Io amavo Neal/Baelfire, e non perdonerò mai i due genialoidi per averlo ucciso. Quindi non mi resta che sognare.
Inoltre io amo questo genere di cose, principesse, magia, fantasy eccetera eccetera.
Emma è sempre la nostra Emma, idem per i suoi genitori.
David, il bambino, teoricamente sarebbe il piccolo Neal, che qui si chiama diversamente per motivi abbastanza ovvi (lo so, ho fantasia)
Inoltre, la cronologia di alcuni eventi sarà un po' diversa, ma mi serviva.
Beh, non ho altro da aggiungere. Un saluto!


   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Nao Yoshikawa