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Autore: Yumiko    03/02/2017    1 recensioni
I nostri beniamini sono guidati dai sentimenti: legami affettivi più o meno stretti, legami di natura molto diversa tra loro - legami che, in ogni caso, si trovano alla base dei rapporti umani. In questa raccolta la parola d’ordine sarà, appunto, legame – sia esso amore, amicizia, rispetto, rivalità.
01. Amore paterno: Vegeta puntò lo sguardo severo sul piccolo davanti a sé. [...] "Io non so cosa farmene di te." Trunks lo guardò con i suoi occhioni azzurri, un sorrisino accennato appena sul faccino tondo.
02. Amore fraterno: Il volto del bambino si rasserenò. Si strofinò la faccia per scacciare via le lacrime e guardò intensamente il fratello, colmo di speranza. “Me lo prometti, fratellone?”
03. Rispetto: L’Angelo gli rivolse un ultimo, gentile sorriso e si recò verso il banchetto che aveva adocchiato al suo arrivo, lasciando il Dio della Distruzione a bollire nel suo brodo di vergogna.
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Legami: Amore fraterno










La faccina imbronciata di Goten suscitò nell’animo del fratello maggiore un’ondata di tenerezza. Gohan sorrise, cominciando a scendere verso terra per avvicinarsi al bambino che continuava a guardarlo stizzito: non se la stava cavando affatto male, prima che il ragazzo volasse via, lontano dalla sua portata.
“Non ti arrabbiare, Goten, ti insegnerò io a volare.”, così dicendo, Goten si tranquillizzò un po’ e riconquistò la sua tipica ed ingenua spensieratezza. Quando venne a sapere che avrebbe dovuto condividere Gohan con una sua amica di scuola, accettò ugualmente le lezioni. Era disposto a tutto, pur di imparare a galleggiare in aria* come gli altri.
Trunks probabilmente era già capace.
Sospirò, insicuro, poi alzò i grandi occhi castani sul ragazzo: “Quando cominciamo?”
Una scintilla di determinazione illuminò il suo sguardo.





 
*



 
 
Che Goten fosse un bambino fuori dal comune era ormai cosa piuttosto ovvia a chiunque, ma agli occhi di Gohan sarebbe rimasto sempre e soltanto il suo fratellino. Per questo motivo quando lo vide sollevarsi dal terreno, e librarsi in aria con insolita maestria, esultò entusiasta ed orgoglioso: “Ce l’hai fatta, hai visto?!”
Nemmeno il tempo di dirlo che il bambino si ritrovò lungo e tirato per terra. Tuttavia, la pratica era la chiave per ogni cosa e, conoscendo il piccolo, non ci sarebbe voluto poi molto prima che imparasse a padroneggiare al meglio la tecnica del Bukujutsu*. D’altro canto, Goten non si sarebbe fatto abbattere tanto facilmente: era un Saiyan e, si sa, buon sangue non mente.
Quella sera Gohan – stanco ma al settimo cielo - raccontò la giornata di allenamento a sua madre mentre la cena veniva divorata come di consueto, soprattutto dai due maschietti di casa. La serenità che si respirava a tavola stonava solamente per un piccolo dettaglio, un dettaglio che al maggiore non sfuggì: Goten, la cui parlantina era implacabile in qualunque momento della giornata, non proferì parola, non accennò minimamente alla sua conquista e non corse in giro saltando da tutte le parti. Era piuttosto strano. Gohan si promise di andare da lui più tardi, e finì di mangiare in silenzio.
“Ehi, Goten. Sei stato davvero bravo oggi, sai?”, sussurrò il giovane, ficcando il naso nell’oscurità della cameretta.
Goten sospirò con un lamento strozzato. “Grazie, fratellone.”
Il ragazzo, sulla soglia, iniziò a preoccuparsi sul serio. Era ormai evidente che qualcosa non andasse. Entrò in punta di piedi e si chiuse con delicatezza la porta alle spalle, attento a non fare rumore. Dopo essersi fatto largo tra i giocattoli abbandonati alla rinfusa sul pavimento, raggiunse il letto del fratellino. Aspettò un paio di minuti e, quando i suoi occhi si abituarono al buio, scorse la minuta figura di Goten nascosta sotto le coperte. Gohan si sedette accanto al piccolo, poggiandogli una mano sulla spalla. Che avesse la febbre? O magari male da qualche parte?
“Cosa ti prende, fratellino?”, domandò, sempre più in ansia. Forse aveva esagerato con l’allenamento, l’aveva fatto stancare troppo. O magari l’aveva ferito... Possibile che non se ne fosse accorto?
“Eri così contento di aver imparato a volare oggi pomeriggio!”
Da sotto il cumulo di lenzuola, la voce ovattata del bambino giunse alle orecchie di Gohan come un’accusa tagliente. “Sì, infatti, ma anche Videl era molto contenta.”
Il maggiore, in un primo momento confuso, si ritrovò a sorridere intenerito per la seconda volta in quella lunga giornata. La preoccupazione che lo attanagliava si sciolse come neve al sole non appena si rese conto di quale fosse il vero problema. Goten era geloso?
“Videl non ti sta simpatica?”, azzardò, cercando di mantenere un tono serio.
Il cuscino si mosse.
“E perché no?”
Il ragazzino alzò le spalle, sospirando ancora. “Non mi va di parlarne.”
Il Saiyan più grande non era affatto intenzionato a lasciare il fratellino in quello stato di assurda depressione, quindi decise che lo avrebbe convinto a parlare in qualunque modo. Lo tirò fuori di forza da sotto le coperte e lo strinse in un caldo abbraccio. Non sarebbe riuscito a divincolarsi tanto facilmente.
“Avanti, fratellino, dimmi.”
Goten, preso alla sprovvista, chiuse il pugno in un lembo della tuta del fratello e scoppiò in lacrime all’improvviso, sfogando la frustrazione che era riuscito a celare per tutto il pomeriggio. “Io non voglio che Videl ti porti via da me!”, urlò, premendo il viso contro il suo petto e soffocando così il pianto disperato che non riusciva più a trattenere.
Si vergognò un po’ per quel comportamento infantile - ma lui era un bambino, giusto? Aveva diritto di comportarsi da tale, ogni tanto, no?
Gohan restò in silenzio per qualche istante e cullò il fratellino tra le sue braccia, emulando il gesto che aveva compiuto tante volte solo pochi anni prima. Il pensiero lo fece sorridere e rammaricare allo stesso tempo: il suo piccoletto stava crescendo troppo in fretta. Si staccò dal corpo del bambino per riuscire a guardarlo negli occhi.
“Videl non mi porterà mai via da te, Goten. Sono il tuo fratellone, lo resterò sempre.”, sussurrò, passando due dita sulle guance bagnate del piccolo. Gli sorrise di nuovo, amorevole. “Un giorno me ne andrò di casa, certo, ma lo farai anche tu quando sarai grande.”
Goten tirò su col naso. “E cosa succederà allora?”
Il ragazzo lo strinse ancora più forte e Goten si accoccolò meglio sulle sua ginocchia, cercando quel senso di protezione che temeva di poter perdere. “Oh, non succederà niente. Potrai sempre contare su di me, in qualunque momento. Ti basterà chiamarmi, sai, io correrò da te per qualsiasi cosa.”
Il volto del bambino si rasserenò. Si strofinò la faccia per scacciare via le lacrime e guardò intensamente il fratello, colmo di speranza. “Me lo prometti, fratellone?”
Le labbra di Gohan si incresparono in un ennesimo, felice sorriso; incapace di contenere il calore che sentiva dentro di sé, annuì:
“Te lo prometto, fratellino.”
Si addormentarono l’uno stretto all’altro, il faccino di Goten ancora sul petto del maggiore, la mano di quest’ultimo tra i capelli del più piccolo.
Quando Chichi andò a svegliarli la mattina seguente, si portò le mani sul cuore e desiderò ardentemente che Son Goku fosse lì, con lei, a vedere la meraviglia che insieme erano riusciti a creare.





 
*
 




“Videl?”
“Dimmi.”
“Vuoi essere mia amica?”
Gohan, che da terra li osservava e dava loro consigli su come migliorare la tecnica, scosse la testa contento e, soprattutto, pieno di orgoglio.
Oh, fratellino.
 
 



Fine




Note:

* Bukujutsu: letteralmente significa “tecnica di galleggiamento”, ecco perché ho espresso il concetto con quel “imparare a galleggiare in aria” XD In modo molto più spiccio comunque è effettivamente la tecnica del volo, ma in caso volessimo fare i puntigliosi... ^_^


Eccoci con la seconda one-shot di questa piccola raccolta.
Questa volta i protagonisti sono i miei amati Gohan e Goten, ah quanto li adoro <3
L’episodio da cui ho preso ispirazione è il 207: Gohan insegna al fratellino e a Videl (ancora non molto simpatica ai tempi lol) a volare, ma se Goten fosse un po’ geloso del suo fratellone...?  Consideriamo che è sempre stato il suo punto di riferimento, perciò... Beh, voilà, il risultato dei miei deliri *-*
Niente, ho finito di blaterare  ^_^
Grazie per essere arrivati sin qui, se vi va lasciatemi un commentino!

A presto,

Yumiko
  
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