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Autore: Lil_Meyer    01/06/2009    0 recensioni
[Gundam 00] Sumeragi Lee Noriega non è affatto certa che la compagnia di un ex-alcolista possa giovare ad un ex-Innovator. Ma forse, la donna realizza sorridendo, Veda ha più senso dell'umorismo di quello che tutti pensano.
Genere: Generale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Ringrazio Atlantislux per tutte le informazioni sugli Innovator che mi ha passato. Ho una mia teoria su di loro, praticamente quello che Sumeragi e Ribbons si dicono in questo capitolo. Non so, da quello che si trova in giro sembrerebbe che siano stati creati per "quel" preciso motivo. Almeno credo ;)


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Ribbons ha paura. Ed è irritato perché questo. E nonostante la rabbia che prova a volte, quando il risentimento verso Tieria, Setsuna, e tutti i Celestial Being, esplode in silenziose vampate di odio, la paura non smette mai di tormentarlo. Non vuole invecchiare e, di certo, non vuole morire. Soprattutto, l’idea di essere stato degradato, di nuovo, a niente più che un’altra pedina nel piano, minaccia seriamente di farlo impazzire. Ha abbandonato il suo ruolo di Gundam Meister proprio dopo aver scoperto che, secondo il piano di Aeolia Schemberg, lui avrebbe dovuto essere distrutto una volta assolto il compito di unificare il mondo; e per questo la mortalità che Veda gli ha imposto, al termine di una breve vita passata a lavorare per gli esseri umani, è una crudele ironia assolutamente inaccettabile. Si mette una mano sugli occhi. Tutto quello che ha fatto non ha cambiato di una virgola il suo destino, e può maledire i Celestial Being se adesso è ridotto in quel modo; loro, e la donna sdraiata al suo fianco.

Si volta ad osservarla, il pallido corpo debolmente illuminato dalla luce della luna.

Malgrado tutto non gli dispiace la sua compagnia perché, come è stato sul campo di battaglia, anche nelle loro discussioni Sumeragi è un’avversaria astuta e colta, che difficilmente lui riesce a mettere in difficoltà. Lei, invece, è sempre capace di far concludere i loro litigi in camera di letto, o su uno dei tanti divani della villa, circostanza che oramai non lo infastidisce più.

All’inizio si era stupito che lei non avesse minimamente paura di addormentarsi accanto a lui, o di lasciarsi andare in quel modo. È talmente indifesa che potrebbe toglierla di mezzo in un istante. Ma non cambierebbe nulla per lui. Anzi, solo quando è con Sumeragi riesce a dimenticare per un po’ la paura e il rancore.

Ribbons allunga una mano per accarezzarle delicatamente una spalla, e la donna sorride remota, girandosi a sfiorargli la mano con la faccia, come una grossa gatta disturbata nel sonno.

Fa caldo, e il lenzuolo le si è avvolto intorno ai fianchi, lasciandole scoperti i generosi seni. È più bassa di lui, e formosa. Molto più morbida di quanto lo sia mai stata Wang Liu Mei, e molto più amabile di Alejandro Corner, gli unici due amanti regolari che lui abbia mai avuto… e sfruttato. Ma non riesce a concepire di poter fare lo stesso con Sumeragi. È più scaltra di entrambi, ma è anche più gentile. Dopo averlo fatto, avvolto dal soffice abbraccio della donna, Ribbons non si sente annoiato, come gli succedeva con Liu Mei, e nemmeno infastidito, com’era con Alejandro. Al contrario di loro Sumeragi lo tocca quasi con rispetto, non gli graffia la schiena e non gli lascia nemmeno sul corpo quelli orridi lividi bluastri che piacevano così tanto ad Alejandro. Che lo chiamava “angelo”, ma lo considerava una sua proprietà, e ci teneva che Ribbons non se ne scordasse mai. Soprattutto quando si guardava allo specchio.

L’ex-Innovator si avvicina a Sumeragi fino a sentire il calore del suo corpo. La donna è l’esca che Veda gli ha lanciato, lui lo sa benissimo, ma abboccare è in quel momento la cosa che lo inquieta di meno, e che riesce a deliziarlo di più.

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In città fa un po’ più caldo che sul promontorio dov’è appollaiata la villa della famiglia Wang, nonostante il verde degli alberi che punteggiano qua e là i viali assolati. I palazzi di vetro si riflettono nel mare, che a sua volta si specchia sulle loro superfici, creando un effetto curioso e affascinante per i turisti da fotografare. Anche se l’attrazione principale della città, nonché la sua principale fonte di reddito, è l’immenso ascensore orbitale che si staglia in lontananza; il pilastro di vetro e carbonio si alza dalla superficie del mare e si perde nel cielo, e nemmeno aguzzando la vista si riesce a vederne la fine. Mentre la città è l’ultimo avamposto terrestre prima dell’ascensore, e da lì transitano passeggeri e merci diretti nello spazio o di ritorno.

Accoccolata sulla comoda poltrona di un bar antistante l’oceano, Sumeragi osserva pigramente le persone intorno a lei, che parlano delle esperienze che hanno fatto lassù o di quelle che pensano che avranno. Molti sono solo annoiati lavoratori che rientrano o partono dai rispettivi viaggi di lavoro, ma molti sono turisti, esaltati dalla prospettiva di un soggiorno nello spazio. Sumeragi sorride alle loro conversazioni. Una volta era stata anche lei così, e pensava di trovare lassù tra le stelle la sua ragione di vita e la risposta a tutti i suoi problemi.

Ha spedito Ribbons a prendere da bere, e lo guarda ritornare con i due bicchieri in mano, agilmente schivando le sedie e qualche bambino lasciato libero di correre tra i tavoli.

Le teste che si girano a guardarlo ammirate sono decisamente troppe per una creatura che, da quello che le ha raccontato Tieria, nelle intenzioni di Aeolia Schemberg doveva confondersi con gli esseri umani. Ma Sumeragi è acutamente consapevole, fissandolo mentre si siede al suo tavolo, che non esiste al mondo essere umano così perfettamente proporzionato, simmetrico, e senza il minimo difetto fisico. Considerato quello che riesce a suscitare in lei solo fissandolo, in quei giorni la donna tante volte ha avuto il dubbio atroce che il fine dell’esistenza di simili esseri non fosse affatto quello di essere solo gli occhi e le orecchie di Veda tra gli umani.

Intercetta un’occhiata un po’ troppo insistente proveniente da uno dei tavoli vicini e, intrecciando le dita a quelle di Ribbons, scocca alla proprietaria uno sguardo omicida. Che la fa sentire una stupida subito dopo. Non può certo pretendere che con un aspetto come quello la gente non lo fissi.

Imbarazzata abbassa gli occhi sul suo drink, un frappé alla fragola corretto con una generosa dose di gin.

“Forse” azzarda con la voce roca. “Dovresti pensare di tingerti i capelli di biondo” suggerisce a Ribbons, che non sembra essersi accorto di nulla.
“E perché?”

“Attiri un po’ troppo l’attenzione così.”

Lui le risponde con una leggera alzata di spalle. “Non è un mio problema. Forse questo colore mi è stato dato apposta.”

Ecco, Sumeragi sorride di sbieco, non avrebbe potuto dirlo più chiaramente. Identici in tutto agli umani, ma fatti in modo che per loro fosse impossibile confondersi totalmente con il resto del genere umano.

Sorbisce un po’ del suo frappé, stringendo quelle dita affusolate e pallide, che ama così tanto sentire sul proprio corpo.

“Il piano è stato crudele con voi. Come pensava Aeolia che avreste potuto credere di essere totalmente umani, con questo aspetto e questi colori?”

“Te lo sto ripetendo da giorni. Perché forse non dovevamo.”
“È stupido, allora. Se vi aveva progettato per essere spie, la vostra immagine avrebbe dovuto essere quanto meno più ordinaria.”

Ribbons le lascia la mano, per chiudere le dita attorno al suo bicchiere pieno di ghiaccio e di un liquido chiaro. Acqua, vodka, gin? Sumeragi non riesce a stabilirlo.

“Credi che io non me lo sia mai chiesto? Ma, d’altronde, le unità operative sul campo sono leggermente diverse, più… umane. Solo io e quelli destinati ad essere gli originali Celestial Being eravamo così. È normale che io abbia pensato di essere diverso, e migliore di voi. Anche Tiera l’ha fatto, che te l’abbia detto o no.”

“Dall’atteggiamento si capiva cosa pensava di noi. Quindi, tu e quelli che hai mandato contro di noi come piloti di A-Laws sareste stati, secondo il piano, i piloti dei Gundam? Anche Anew?”
“No, non lei, il suo gemello. Lei era una femmina, inadatta per combattere” Ribbons le risponde scuotendo la testa.

Sumeragi si trattiene dal fargli notare che pure Revive come pilota non era chissà che, perché tutto il discorso le sembra che manchi di senso logico.

“E quindi? Come mai il piano originario è stato alterato? Perché Veda ha designato degli umani al vostro posto?”
Lo sguardo di Ribbons si fa sfuggente, e il giovane si appoggia il mento sulla mano stretta a pugno, fissando non più lei ma il mare.
“Colpa mia. Io ho tradito. Sono scappato. Tieria era già stato generato, e fu mandato tra voi al mio posto, gli altri invece furono sostituiti da semplici mortali.”
La rivelazione coglie Sumeragi in contropiede.

“Perché?” chiede, non aspettandosi una risposta chiara. Che invece ottiene.

“Non volevo essere solo un ingranaggio nel piano, da mettere da parte una volta assolto il mio compito.”

“Perché tu sapevi quale sarebbe stato il tuo destino?”
“Mi è sempre stato chiaro. Per questo, dopo la mia ribellione, le memorie di Tieria furono alterate, in modo che non ce ne fosse più traccia. Lui avrebbe dovuto comportarsi come stabilito, come un buon robottino ben programmato.”
Devono essere passati molti anni, ma Sumeragi può ancora cogliere nella voce di Ribbons l’odio feroce verso il suo creatore.

“Che crudeltà” mormora a bassa voce la donna. “Dirti la verità e darti contemporaneamente il libero arbitrio di scegliere di rimanere consapevolmente a farti distruggere.”

Ribbons non risponde, ma toglie la cannuccia dal bicchiere bevendo un lungo sorso direttamente da esso. Lo vede arricciare il naso, un gesto che le provoca un istintivo moto di affetto. Sovrappensiero, allunga una mano per accarezzargli le dita che ancora stringono il bicchiere. Sono davvero fredde.

“Allora dovresti sentirti fortunato. Adesso sei libero di decidere quello che vuoi per te, e quello che fare della tua nuova vita.”
“Non proprio. Dovrò sempre lavorare per voi, no? A fare esattamente quello che ero stato creato per fare, senza nemmeno il supporto di Veda.”
Sumeragi sospira. L’assenso di Tieria al cambiamento di strategia era arrivato qualche giorno prima, ma aveva deciso di attendere l’ultimo momento per rivelarlo a Ribbons.
“Non è esatto. C’è un cambiamento nei piani.”

La sua voce suona strana anche a lei e, di certo, quando Ribbons si gira verso di lei un’espressione curiosamente offesa campeggia sul suo volto.

“In che senso?”

“Domani tornerò da sola nello spazio, tu rimarrai qui.”

Lo guarda sbattere le palpebre, sorpreso. Quanto a lei, anche combattendo con tutte le sue forze sente la propria fermezza vacillare, mentre nello stomaco le sboccia, inaspettatamente, un groviglio di ansia.

  
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