Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: kamony    05/02/2017    8 recensioni
Qui si narra di pirati leggendari conosciuti in tutte le galassie per le loro gesta. C'é chi li considera eroi e chi li considera criminali . «La verità a volte è molto lontana da ciò che sembra» dice Harlock...
Tra vecchie conoscenze e nuovi protagonisti si snoda questa storia "diversa", ambientata in un "other verse" in cui potrete riconoscere tante sfaccettature dei molti universi, in cui è apparso il nostro pirata spaziale, e non. Una sorta di mashup (letteralmente mescolare), un racconto diverso da ogni storia che ho scritto in precedenza. ➤➤【INCOMPIUTA】
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harlock, Nuovo personaggio
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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2

Luomo si girò, mentre Portia si stava rivestendo.
Marcus Bone, nome in codice “C”, osservò con disappunto le morbide forme della donna con cui aveva fatto l’amore, frutto di un momento di debolezza. Non lo avrebbe mai ammesso, neppure con se stesso, ma il fatto che lei, il suo comandante, facesse sesso con lui e poi lo trattasse con aperto distacco lo infastidiva molto, troppo.
«Mi stai praticamente buttando fuori?» le chiese, nascondendo il disappunto con la sua pungente ironia mentre si girava su un fianco.
Era bella da far male, ma fredda e distaccata come uno schiaffo.
“B” si voltò, stava tirando su la cerniera della sua tuta.
«No, puoi anche rimanere a dormire se vuoi, basta che non ti ritrovi qui in cabina al mio rientro. Ho da fare e me ne vado» tagliò corto mentre si sistemava le cinghie che reggevano le fondine delle sue due pistole sulle cosce, tornite e muscolose.
«Lo so che vieni a letto con me per ripiego - insisté “C”, che era sempre più contrariato - Nel tuo cuore c’è sempre lui, non è vero? » la punzecchiò.
Portia si girò lentamente e lo fissò severa.
«Tu parli troppo» lo apostrofò aggrottando le sopracciglia.
«Non era neppure chi diceva di essere, ti sei invaghita di un’idea» rincarò Marcus, alzandosi di malavoglia da quel letto sfatto che profumava di lei.
Non era innamorato di quella donna controversa, ma gli piaceva da matti e il fatto che lo tenesse sulla corda gli dava un fastidio tremendo. Avrebbe potuto essere un buon diversivo per il suo cuore spezzato, invece lo faceva solo innervosire.
«Chi fosse in realtà non ha mai avuto importanza, tanto io non mi ricordavo comunque di lui » rispose la donna con finta noncuranza. In verità quella storia l’aveva coinvolta eccome, ma non l’avrebbe mai ammesso a voce alta, tenerselo per sé era una forma di auto preservazione, o qualcosa di simile.
«Allora hai deciso che cosa fare ?» le chiese “C” cambiando totalmente discorso e interrompendo il corso dei pensieri della donna.
«Lo metteremo ai voti, come sempre abbiamo fatto» rispose secca mentre si ravviava i lunghi capelli castani.
«E Dupont?» la incalzò l’uomo.
«Lui è la nostra polizza assicurativa» gli disse tranquilla prima di uscire definitivamente dalla sua cabina, lasciandolo da solo a rivestirsi e a leccarsi l’orgoglio ferito.

 

***

 

Harlock osservava il suo interlocutore con circospezione. Era straordinariamente diverso dal suo aspetto reale. Per un uomo razionale e concreto come lui era difficile credere che quello fosse Nagol. Sapeva che quella cosa era frutto di nuove e sofisticate tecnologie militari, ma era  comunque bizzarra, al limite dell’incredibile.
Lo squadrava con malcelato sospetto ed evidente disappunto.
Avrebbe voluto non rivederlo mai più. Nagol, anche se non l’avrebbe mai detto né ammesso, lo aveva profondamente deluso e lo considerava un capitolo chiuso, un errore di valutazione. Averlo davanti lo disturbava più di quanto avrebbe voluto.
«Ho detto a Yattaran che mi fido ancora di te, ma potrei anche sbagliarmi. Hai infranto una promessa» lo apostrofò severamente.
«Capitano…» lo interruppe timidamente il giovane.
«Non chiamarmi così, hai deliberatamente lasciato questa nave, non sono più il tuo capitano» lo zittì severamente Harlock.
Nagol sospirò, era chiaro che non lo avrebbe mai perdonato.
«E sia, non ti chiamerò più così, ma adesso ascoltami. Se deciderete di fare ciò che desiderano sarete liberi per sempre da ogni pendenza con la legge. Ti rendi conto, vi verrà azzerato tutto!» gli disse ansante per la foga. Gli sembrava una cosa davvero importante, un’occasione ghiotta da cogliere al volo senza neppure pensarci su.
«Ti sbagli. Noi siamo già liberi. Abbiamo deciso come vivere e a cosa votarci, non abbiamo bisogno di condoni e amnistie» rispose infastidito il suo ex Capitano.
Il suo sesto senso gli diceva che c’era qualcosa che non quadrava, ma nonostante tutto si fidava di Nagol, e quella proposta era troppo allettante, non tanto per lui, quanto per tutto il suo equipaggio, anche se la cosa gli puzzava non poco. Harlock non era uno che si faceva comprare a buon mercato dalle illusioni, o allettare da promesse. Sebbene fosse un visionario che aveva votato la sua vita a un ideale, era un uomo con i piedi per terra che fiutava il pericolo immediatamente, e il tanfo, in quella faccenda, di certo non mancava.
Nagol intanto lo guardava incredulo. Aveva pensato che avrebbe fatto i salti di gioia, certo alla sua maniera, alzando appena l’angolo della bocca, accennando quel sorrisetto beffardo e compiaciuto, come quando pregustava un’agognata vittoria, come di solito faceva quando una proposta lo allettava, invece lo stava osservando di sbieco e con piglio severo.
Harlock era sempre imprevedibile. Un vero enigma che non faceva mai quello che ti saresti aspettato da lui. 
Dopo un breve lasso di tempo che al ragazzo parve un’eternità, il Capitano si alzò e disse lapidario: «Ti farò chiamare quando avrò deciso. Resta in contatto con Yattaran».
«Sì, non tirate troppo la corda però, la Coaliz…»
«La fretta non è un argomento a favore per il » lo interruppe «E ora vattene e torna dov’eri. Non sei più al tuo posto su questa nave» rincarò voltandogli le spalle, mentre con passo fiero si allontanava a grandi falcate.

Più tardi, nella sua cabina, il pirata stava bevendo vino in compagnia di Meeme.
Se ne stava in silenzio a scrutare lo spazio infinito, che si stagliava davanti a lui, dall’enorme vetrata del suo alloggio. Nel frattempo l’aliena dagli occhi gialli e i lunghi capelli indaco, che le ricadevano morbidamente sulle spalle, arrivando a carezzarle i fianchi, lo osservava quieta. Era consapevole che l’uomo fosse in conflitto con se stesso. Faceva sempre così quando aveva bisogno di riflettere e desiderava il suo conforto, anche se non lo chiedeva mai apertamente.
«Che cosa ti preoccupa, Harlock?» gli chiese appoggiando il suo calice ormai vuoto sul tavolo di legno antico e intarsiato.
Il Capitano non rispose. Rimase ancora ad ammirare l’infinito che gli si apriva davanti, continuando a centellinare il suo vino.
Meeme aspettò paziente che parlasse. Il capitano lo fece non appena ebbe finito di bere e poggiato anche lui il suo calice.
«Nagol mi ha fatto una proposta da parte della Coalizione che credo sarebbe giusto valutare, non per me, ma per i membri dell’equipaggio».
«E cosa ti turba?» gli chiese quella strana e affascinante creatura senza bocca, che incredibilmente possedeva però una voce soave e armoniosa quasi come una musica.
Harlock si girò. Era accigliato. «Non mi fido di loro, credo sia una trappola».
«Quindi sei in vantaggio su di loro».
«Diciamo che sono in allerta. Se è un vantaggio effettivo non saprei dirlo. Il punto è che se fosse solo per me rifiuterei l’offerta, ma c’è in ballo la vita e la tranquillità dell’intero equipaggio, non posso e non voglio decidere io per loro».
«E come intendi agire?».
«Sarà deciso in piena, assoluta e totale libertà se accettare o meno».
«Sei molto generoso, ma non credi che sarà complesso mettere tutti d’accordo?» commentò l’aliena.
Harlock non rispose. Ne era fin troppo consapevole, ma non poteva fare altrimenti. Era un pirata, ma aveva un enorme rispetto per i suoi uomini, non avrebbe mai imposto loro niente e, al contempo, non li avrebbe mai privati di nessuna forma di libertà, tanto meno di quella di scelta. 



 

Spiegoni domande  e risposte

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Cari lettori vicini e lontani, eccomi, in ritardo di una settimana con il secondo capitolo di questa storia. SE non l’avevate capito questa storia NON è ambientata nel movieverse. Sono tornata alle origini anche se…
Vabbè secondo voi ve lo dico?
Oggi vi va di lusso non  ho altro da dire, voi non avete fatto nessuna domanda, ergo non vi tedierò con le mie ciance :P
Ci vediamo tra un mese! (Più o meno!)


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Ringraziamenti Sparsi
Intanto grazie a Miriam che mi ha omaggiata dell’immagine che è diventata il mio avatar! Direi che è fantasmagorico! Mi garba abbestia! :D
Grazie a Laura, lei sa perché! :*
Grazie a TUTTI voi mi avete letta veramente in tantissimissimi! E chi ci sperava? ^_^
Grazie alle ragazze che oltre che leggere mi hanno regalato un po’ del loro tempo recensendomi!
lo apprezzo tanto!
Grazie a chi ha visualizzato insistentemente la mia pagina facebook per vedere se aggiornavo.
E Grazie ovviamente anche a TUTTI i lettori silenti e a chi ha messo la storia tra le seguite/ricordate/preferite

Disclaimer
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Tutti i personaggi non originali; ovvero Capitan Harlock e i protagonisti di Dark Matter, non mi appartengono, ma sono proprietà dei loro rispettivi creatori e proprietari.
Invece la trama, così come i personaggi originali e qualsiasi altra cosa inventata dalla sottoscritta, sono proprietà dell'autrice, cioè me :)

All pics are from google search.
Fan art by Jerome Alquie.
Graphic by me!

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